[Secondo Accesso] Le Mura

[Free GdR] [Macro GdR]

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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    L'aria di casa



    Scendo dalla nave in silenzio, respirando a pieni polmoni quell'aria salmastra e umida, innaturalmente fredda anche in piena estate, che mi è mancata sin da quando ho lasciato quell'isola. Sorrido mestamente nel guardare il villaggio in lontananza. Non che sia propriamente visibile dal porto, ma riesco a immaginarlo. Le mura, gli edifici, il palazzo del Mizukage, l'Amministrazione (l'avranno aperta la nuova dopo il crollo che uccise Fujiko?) e casa mia.
    Quelli appena trascorsi sono stati due mesi alquanto duri, ma proficui. Mandato in un continente vicino di cui non ricordo il nome a risolvere un conflitto tra paesi di cui non ricordo quasi nulla perché da questi sembravano dipendere importanti rotte commerciali accademiche.

    A dire il vero quando due mesi fa mi proposero una cosa del genere, m'infuriai. Dover lasciar ancora la mia famiglia mi indispettiva molto, ma era la classica missione che non puoi rifiutare. Ayame capì la situazione e questa volta, al contrario di due mesi prima, ci eravamo mantenuti in contatto. Adesso penso che non è stato tanto male. Brutto, ma tutto sommato sopportabile; sicuramente meglio di quei sei mesi passati a Kurohai per dare la caccia ad Enma.
    La mia mano inavvertitamente sfiora la cicatrice, pallida, che mi attraversa l'occhio sinistro. Per un momento i fantasmi del passato mi assalgono. Poi passano. Passano sempre alla fine.
    Immagino di dover correre a casa, penso e un momento dopo un sorriso nasce sulle mie labbra. Spontaneo. Chissà in quei due mesi come sono cresciuto Jukyu e Nana.

    Inizio a camminare verso il villaggio e tre passi dopo sono lanciato in una corsa forsennata verso le mura. Chi è sbarcato con me mi guarda male, ma decido di non importarmene nulla. Corro, seguendo quell'arcano istinto animale che in un modo o nell'altro ti conduce sempre nel posto in cui si è al sicuro, laddove ci si sente un po' amati e la vita assume un andamento lento e pacifico. Il posto che ti manca solo quando l'hai appena lasciato, pieno di odori familiari, di voci gradite e nel mio specifico caso, di parole senza senso di bambine che sanno dire appena qualche parola.
    Casa.

    Così, come se attratto da una forza innaturale mi spingo fino alle mura galoppando veloce, con la sacca piena delle mie robe che sbatacchia dietro e la mia fedele spada cremisi, Garyuka, che sbatte contro la mia coscia come in una muta protesta. Giungo dinanzi alle mura di Kiri e respiro ancora una volta l'aria del mio villaggio e quasi scoppio a ridere.

    - EEEEHI! C'E' NESSUNO LA SOPRA? -



    Chissà se Etsuko è ancora in giro o se si è seppellito di nuovo nel suo laboratorio. Chissà se Ryutuski sta meglio. Chissà se Takuma è migliorato, mi sento un po' in colpa ad averlo lasciato a se stesso in quell'ultimo periodo. Chissà se Shiltar è ancora vivo.
    Rido appena, tra me e me, convincendomi che quei dubbi sono infondati. Va tutto bene a Kiri, ne sono certo.
     
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    Il Drago della Luna
    dalle scaglie cremisi e le iridi ametista


    "Una carnagione diafana incorniciata da una chioma ribella il cui candore è stato macchiato dal cremisi della sua bloodline.
    Le iridi d'ametista racchiudono il riflesso di uno spirito più giovane del corpo che lo ospita.
    All'alba dei suoi quattordici anni, il "Drago della Luna" vive la sua esistenza in continua lotta con la malattia generata dal suo essere un mezzosangue, un esperimento di laboratorio, i cui geni Kaguya si sono risvegliati inaspettatamente quando ancora era un infante, in seguito ad un forte trauma."


    RyutsukiKazekumokiri



    Nuove conoscenze e ritorni graditi... Itai

    La conoscenza di Haru era stata una piacevole ventata di novità dopo quell'interminabile periodo trascorso a combattere l'acuirsi della mia malattia.
    Quelle ore trascorse al porto mi avevano aiutato a non pensare a nulla ed ora mi sentivo come rinato. Ok, ancora risentivo della mia lunga convalescenza, ma per mia fortuna il mio fisico stava cominciando a essere reattivo ai miei comandi. Purtroppo gli addestramenti con Shiltar sama non erano stati ripristinati e cominciavo a disperare di riuscire a controllare i capricci dei miei geni senza risvegliare completamente la mia linea di sangue Kaguya.
    Immerso nei miei pensieri quasi non mi ero accorto di aver raggiunto la zona perimetrale del villaggio.


    - EEEEHI! C'E' NESSUNO LA SOPRA? -

    Per un attimo quasi non credetti alle mie orecchie.
    Non poteva essere... Eppure quella voce io la conoscevo...


    Itai?

    Passo dopo passo il mio incedere si fece sempre più rapido fino ritrovarmi davanti le porte chiuse.
    Senza attendere il permesso da parte di uno dei guardiani sulle mura, scelsi di prendere una scorciatoia.
    Scattai rapido sulle scale, per raggiungere il più rapidamente possibile il parapetto.
    Mi sporsi quel tanto per individuare la persona che aveva richiamato l'attenzione e, prima che una delle sentinelle potesse fermarmi, saltai giù, cercando di ammortizzare la caduta rinforzando la muscolatura irrorandola con il chakra.
    Per quanto l'atterraggio risultò più o meno fluido, non si poté dire dell'impatto che riverberò per tutte le ossa, dando un bello scossone al dolore di fondo con cui convivevo da molto tempo.
    Mi concessi qualche istante per riprendere fiato, stringendo i denti per evitare di lanciare una serie di sonore imprecazioni, che avrebbero fatto impallidire anche il più navigato scaricatore di porto. Mica era colpa mia se avevo appreso in fretta il colorito linguaggio delle persone che lavoravano ai moli.
    Quando sollevai lo sguardo, cercai di rivolgere ad Itai un sorriso, o meglio abbozzai quello che sembrò un sorriso tirato.


    Ciao, è un po' che non ci si vede, cugino! lo salutai con un cenno della mano.

    Purtroppo non avevo un bell'aspetto, con la mia carnagione bianca che contrastava ancora di più con la capigliatura rossiccia, ma sperai che non fosse un motivo di preoccupazione per lui.


    Parlato
    Narrato
    Pensato


     
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    Un nuovo ritorno



    Nonostante mi sia avvicinato per qualche istante non vedo anima viva sulle mura di Kiri. Poi una voce abbastanza famigliare chiama il mio nome e dall'alto sporge il viso pallido di Ryutsuki. Il ragazzo si getta senza esitazione dalle mura ed io faccio un saltello indietro, lasciandolo atterrare sul terreno. Non appena si alza sembra avere il viso contratto dal dolore. Per un momento penso che la caduta è stata eccessiva, ma convengo tra me e me che Ryutsuki e un ninja e che in realtà quella smorfia di dolore che si è dipinta sul suo viso è dovuta all'onnipresente dolore alle ossa.

    Un sorriso amaro sorge sulle mie labbra per un istante mentre penso a Yami e alla dolorosa eredità che ha lasciato a suo figlio. Povero Yami, lui non aveva proprio idea dell'esistenza di Ryutsuki. Do una mano al ragazzo e quindi batto una mano sulla sua spalla. Fino a qualche mese fa era mia abitudine colpirlo affettuosamente sulla testa, ma visto che da quando è a Kiri è cresciuto moltissimo, è decisamente poco opportuno. Conoscendolo l'avrebbe anche innvervosito.

    - Ho avuto una piccola missione lontano da qui. Si, insomma, sono andato a risolvere una guerra.



    Il tono che uso per dire quelle parole è quasi indifferente. Se non fosse stato per la vastità del territorio avrei potuto risolvere la questione in massimo una settimana, invece ero restato per due mesi a massacrare poveri soldati malamente addestrati che si paravano davanti. Nessuno, laddove ero stato spedito, sapeva usare il chakra e io da solo avevo ribaltato le sorti del conflitto.

    - Tutto bene qui a Kiri? E come va a te, i tuoi dolori? -



    Ho capito che ne soffre ancora e sono un po' preoccupato per lui. Possibile che in questi due mesi non avesse fatto alcun progresso evidente?
     
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    Mi sedetti, come al solito, alle mura. Solo che quel giorno, rispetto alle solite volte, c'era qualcosa di diverso. Anche gli altri lo notarono perché a differenza delle mie solite azioni (camminare qui e lì, fare domande) rimasi immobile, con Sojobo al mio fianco (evocato qualche minuti prima per tenermi compagnia). Scrutavo la notte senza realmente guardarla con gli occhi eppure, per la prima volta, sapevo che nulla mi sarebbe sfuggito.


    Per tutti, considerate che finché Itai è alle mura e finché non scrivo diversamente, è valido questo attacco occultato.
     
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    Nuova Terra, nuove Emozioni, nuove Sensazioni, nuovi Piaceri

    Lo vedeva vicino, poteva vederlo da vicino, finalmente! Il villaggio della Nebbia, Kiri. Entrarvici era la sua più grande aspirazione. Lì avrebbe finalmente sperimentato cosa significava veramente vivere. Aveva abbandonato una vita monotona, dedicata alla morale e alla genuinità. Adesso provava disgusto per queste virtù, tutto quello che rimaneva in lui era il desiderio del piacere. Sicuramente, un villaggio come Kiri, avrebbe avuto un infinito numero di luoghi "interessanti", infinite opportunità di testare nuove sensazioni, provare nuove emozioni. Sì, ne era certo, non ne sarebbe rimasto deluso.

    Durante la breve strada percorsa, non aveva fatto altro che pensare alla sua nuova dimora. A tutte le nuove persone che avrebbe conosciuto. Avrebbe evitato quelle considerate "noiose", per poi frequentare chi realmente poteva godersi la vita. Insomma, chi, più o meno, avrebbe avuto i suoi stessi ideali. Per lunghissimi ventiquattro anni, era stato limitato dagli insegnamenti della buona condotta, del fare lo Shinobi per poco tempo, per poi dedicarsi ad aiutare i propri familiari. Oh! Quanto erano stati egoisti i suoi genitori. Limitare il proprio figlio, solo per avere un po' d'aiuto in casa e nelle faccende del loro piccolo villaggio. Tutto questo non aveva fatto altro che aumentare il desiderio, forgiando un carattere diverso da quello che si erano posti nel momento della sua nascita. Adesso erano abbastanza lontani da farlo sentire al sicuro. A Kiri non ci sarebbero mai venuti.


    Giunse davanti alle mura. Non vedeva nessuno, nessun rumore dava l'idea che vi fosse qualcuno ad aspettare nuovi arrivati. Si avvicinò di più, guardando da ogni parte, in cerca di una presenza che poteva rassicurarlo, illustrarli e farlo entrare nel nuovo Mondo. Il villaggio della Nebbia.
    Sembrò scorgere qualcuno, una figura che se ne stava seduta, con accanto qualcuno, o qualcosa. Sembrava avere un aspetto poco "umano". In ogni caso, alla visione delle due figure, si sarebbe presentato, esponendo la richiesta di oltrepassare le mura. « Salve, il mio nome è Nori Kikin e provengo da un piccolo villaggio del Paese dell'Acqua, non molto distante da qui. Sono uno Shinobi dell'Accademia e sono qui per chiedere alloggio e cittadinanza. Ho sentito dire grandi cose su questo villaggio, cose che hanno suscitato, non poco, il mio interesse. Sono qui sperando che esse siano veritiere. » Fece due passi indietro e attese la reazione degli individui. Non stava più nella pelle, voleva vedere subito il villaggio dal suo interno. Voleva subito iniziare a vivere.

     
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    Non si vedeva ancora nessuno all'orizzonte quando con voce decisa dichiarai che qualcuno stava arrivando.
    Visitatori affermai rivolto a Sojobo che non distolse lo sguardo dal cielo che stava contemplando, perso nei suoi pensieri. Poi, dopo qualche secondo, come se le mie parole avessero risvegliato qualcosa in lui spiccò il volo, senza dire una parola. Volò per qualche istante in cerchio, vedendo laddove i miei occhi non potevano per poi discendere placidamente al mio fianco, sedendosi sul bordo delle mura.
    Non è niente di che annunciò il sovrano dei Tengu con voce noncurante. Con tutte le tremende battaglie affrontate insieme immaginavo che fosse immensamente noioso quell'incarico per lui.



    Allora attesi finché alle mura il ragazzo che avevo percepito non si presentò. Cercai di memorizzare quanto meglio possibile il suo chakra, così come da giorni stavo facendo con altri del villaggio. Shiltar, Etsuko, Ayame, le bambine e una certa quantità di altre persone più o meno note meno importanti da citare erano già entrate a far parte della mia "collezione". A che serviva avere tale potere se non lo sfruttavo in maniera adeguata?



    Con un balzo calai dalle mura e prima ancora che potessi parlare l'altro fu veloce a dire i suoi intenti. Mi piaceva. Poche perdite di tempo. Annuii alla richiesta quindi feci cenno di aprire le porte del villaggio per il nuovo visitatore.
    Fila direttamente dal Mizukage. Non abbiamo un'Amministrazione funzionante e nessuno di noi sembra essere abbastanza degno di firmare le scartoffie al posto suo un po' mi divertivo a spedire lavoro burocratico a Shiltar... sicuramente gli faceva rodere il fegato.
    Non sgarrare gli lanciai un'occhiata significativamente severa Non perdere tempo, registrarti è la prima cosa che devi fare. Se non lo fai, sta certo che lo saprò per un po' avrei concentrato la mia attenzione nei suoi confronti, ma più che un problema era pura formalità. Non dubitavo che sarebbe andato dal Mizukage per farsi avere coprifronte e tutto il resto.


     
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    Nuova Terra, nuove Emozioni, nuove Sensazioni, nuovi Piaceri

    Il tipo che gli si presentò davanti sembrò subito intendere che nel ragazzo non vi era alcun pericolo. Fece, quindi, subito cenno di aprire le porte. Finalmente avrebbe visto il villaggio della Nebbia dal suo interno. Ascoltò in silenzio le indicazioni dello Shinobi, annuendo con un piccolo sorriso sull'avvertimento che gli aveva dato.

    Aveva davanti tutto un nuovo mondo da scoprire. Una volta terminate le burocrazie dal Mizukage, avrebbe sicuramente soddisfatto ogni suoi singolo capriccio. Entrò, la felicità era chiaramente leggibile sul suo volto, nessuno gli avrebbe rovinato quell'attimo. Con lo sguardo cercava l'imponente palazzo del Mizukage, sarebbe stata quella la sua nuova destinazione. Non doveva perder tempo, i piaceri di quel villaggio lo stavano aspettando e lui non voleva farsi attendere.

    Così si mise a camminare, a passo svelto, verso il palazzo. Poi iniziò a correre, sempre più forte, sempre più veloce. La meta era sempre più vicina. In questa Nuova Terra avrebbe provato ogni singola nuova Emozione, Sensazione e Piacere.
     
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    × Legenda
    Narrazione
    °Pensieri°
    «Dialoghi»


    I problemi iniziarono non appena misi il mio piede fuori dal tunnel. Nonostante i vestiti da marinaio lasciatimi da quel di Etsuko, ero ancora comunque troppo debole per poter agire abilmente e difendermi dagli attacchi altrui. Così, non appena uscii dal tunnel, sentii un urlo acuto. Fu uno di quei istanti, in cui capii che qualcuno mi aveva seguito (ma chi?), e compresi anche di dover darmela a gambe il prima possibile. Avrei potuto teletrasportarmi, certo. Ma ormai ero anche abbastanza stanco di scappare, non era forse meglio affrontare ormai il problema?.. Così, non feci nulla. Mano nella mano, lasciai che tutte le teniche del mio avversario mi immobilizzassero. Poi, probabilmente, sarei morto. Ma a chi importava? Avrei voluto morire ancora 10, 20 volte per il bene del mio Villaggio. D'altronde, però, cominciavo anche a riflettere su chi avrebbe potuto fare una cosa del genere. Per un po' non ricordai, finché quel fango che ora mi bloccava non mi riportò alla mente immagini del tempo di qualche mese prima, quando durante un piccolo litigio alle mura, il Jonin di Kiri non usò la sua tecnica per bloccarmi.


    °Itai...°

    Avrei dovuto immaginarlo. Se era lui, probabilmente sarebbe stata quella la mia fine.
    Bha. Non vedevo l'ora.


    «Quasi-quasi devo dire di essere felice che questo momento sia giunto.»





    Edited by leopolis - 7/9/2012, 11:51
     
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    C'è qualcosa che non va. La copia se ne rese conto. Esplorando continuamente la zona notò chiaramente come qualcuno si stesse avvicinando alle mura troppo in basso per passare dal piano stradale. Percepiva quel chakra chiaramente passare sotto terra, poi sottole mura. Non perse tempo e sfoderò la spada, espandendola di fiamme e scagliando le fiamme in aria.



    Io, alle mura, le notai. Non distavo molto dalla copia per fortuna. Iniziai correre verso il segnale e vi fui in pochissimo tempo. Notai allora che la copia non era più lì. Si era mossa, non correva, ed evidentemente stava seguendo qualcosa. Feci sparire tutte le altre copie tranne quella e notai che anche un'altra aveva percepito la stessa cosa della prima e con essa quella che su Yogan controllava il cielo.
    Spero che sia lui pensai con un brivido di eccitazione. Recuperato tutto il chakra di tutte le copie mentre correvo verso la copia che non accennava a fermarsi, la raggiunsi.



    Lei aveva un andamento strano. Si fermava ogni venti secondi più o meno, si concentrava e poi raggiungeva la fonte di chakra che passava sotto di noi. Non ero abbastanza esperto da poter percepire in maniera continutiva, non ancora. Allora feci restare la copia che aveva trovato la fonte di chakra ed io la superai. Feci in modo, da quel momento in poi, di percepire il chakra in quei secondi in cui non lo faceva la copia. Aumentammo la frequenza della percezione una ogni dieci secondi circa e in questo modo continuammo a seguire con sicurezza la lenta figura che sotto terra credeva di prenderci in giro.



    Io tuttavia avevo superato la copia di parecchio. Non sapevo che passaggio sotterraneo stava utilizzando ma ero intenzionato ad anticipare l'uscita del sospetto traditore. Così continuai a percepirlo con quella irregolarità ma fortunatamente avanzava abbastanza lentamente da lasciarmi il tempo di aggiustare la traiettoria. Così, resosmi conto di dove si dirigeva, mi avvicinavo sempre di più alla spiaggia. Non avevo ben idea di quanto tempo fose passato quando mi ritrovai dinanzi a un buco nella roccia, un po' lontano dal porto.



    Lì c'era una barca ancorata. Yogan volava in circolo su di me, a circa venti metri. Non avevo bisogno di darle ordini di sorta, era abbastanza intelligente da capire cosa fare da sola. Io rimasi immobile, percependo che il fuggitivo a quella velocità distava ancora cinque minuti dall'uscita. Per prima cosa, con un colpo di spada, tranciai di netto la corda della barca e la spinsi con un calcio silenzioso alla deriva. Poi mi poggiai di lato all'uscita della caverna, cossìché lui non potesse vedermi. Tirai fuori la spada e attesi.



    Lo percepii ancora. Si stava avvicinando. Non mi sarei fatto cogliere impreparato. Creai una barriera attorno a me e il chakra si spinse fin in quello stretto tunnel. Avrei percepito chiunque si fosse avvicinato. E così accadde. Quando era a venti metri dall'uscita un chakra l'attraversò. Disattivai la barriera, attivai il demone e le code di chakra, restando ben nascosto e attendo che non mi percepisse prima.



    Povero illuso.



    Quando fu sull'uscio, mi mossi quanto più velocemente possibile. Yogan urlò a squarciagola il suo genjutsu bloccante. Aveva qualche possibilità di riuscire nell'impresa di sfuggire a tutto ciò? Ne dubitavo. Yogan non atterrò, ma rimase a una ventina di metri dal suolo. Io, mentre il suo urlo cercava di bloccarlo mossì due code di chakra alla massima velocità per stringerlo in una presa che gli impedisse di usare sigilli. Non si sarebbe teletrasportato quella volta e anche se l'avesse fatto, non avrebbe avuto molta fortuna. Perché la copia lassù aveva già iniziato a concentrarsi per poterlo percepire nuovamente.



    Poi subito dopo composi qualche sigillo e uno sputo di fango avrebbe cercato di completare l'opera, a prescindere se avesse cercato o meno la libertà attraverso il teletrasporto. La melma fangosa si sarebbe appiccicata alle sue mani, se tutto fosse andato per il verso giusto, impedendogli di fare qualsiasi cosa.



    In ogni caso, tra la sorpresa di ritrovarmi lì, la barca ormai lontana, e la velocità con cui avevo compiuto le mie azioni fulminee unite alla tecnica di Yogan, difficilmente gli avrebbero dato l'opportunità di poter comporre anche un solo sigillo.





    pw Attacco Occultato: MoScappate!!!
    (XD)

    Credo sia tutto abbastanza chiaro. Per dubbi, sono disponibilissimo.


    Barriera d'Individuazione Minore
    Villaggio: Specializzazione
    Posizioni Magiche: Nessuna (Veloce+)
    L'utilizzatore può innalzare una barriera che gli permetterà di percepire qualsiasi manifestazione di chakra che la oltrepassa. Il raggio della sfera sarà pari a 3 metri per ogni credito specializzazione speso in questa specializzazione.
    Questa tecnica percepisce anche shinobi occultati tramite "Chakra Nullo".

    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 4 / Consumo: Alto - Mantenimento: Medio)
    [Da specializzazione in su]



    Sesto Senso [ 0 ]
    Speciale: L'utilizzatore percepisce la presenza di manifestazioni di chakra entro 1.5 chilometri per ogni credito specializzazione speso in questa specializzazione. Sono necessari 10 round di concentrazione; ogni credito specializzazione speso in questa specializzazione riduce di un round il tempo di concentrazione.
    Ho 6 crediti!



    Doton: Doryū no Iki
    Villaggio: Personale
    Posizioni Magiche: Bue, Cavallo, Serpente, Bue, Serpente (Veloce)
    L'utilizzatore può emettere dalla bocca un getto di fango che si solidificherà a contatto. Una volta solidificata la melma ha potenza pari a 30 e durezza 1. La gittata è pari a 6 metri.
    Tipo: Ninjutsu - Doton
    (Livello: 4 / Consumo: Medioalto )

    [Da genin in su]




    Shōkan Jigoku - Evocazione dell'Inferno
    Villaggio: Akaiwa no Tsume
    Posizioni Magiche: Nessuna (Lento)
    L'utilizzatore urla per tutta la durata del caricamento della tecnica.
    L'illusione si attiva ascoltando il ruggito del drago in un raggio di 12 metri, funziona solo sulla persona designata.
    La vittima vedrà alzarsi muri di terra affianco a se alti dieci metri, dai quali usciranno catene nere che tenteranno di imprigionarlo, partendo dagli arti superiori per poi bloccare l'intero corpo. La forza della presa è pari un'energia superiore l'utilizzatore ed impedirà di muoversi. Durante il mantenimento della presa, l'utilizzatore non potrà effettuare azioni offensive. Al rilascio della presa, la vittima subirà un malus di 3 tacche in velocità e riflessi per un numero di round pari a quelli di prigionia. L'efficacia è pari a 60.
    Tipo: Genjutsu - Seiyaku
    (Livello: 4 / Consumo: Alto - Mantenimento: Medio)

     
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    × Legenda
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    °Pensieri°
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    I problemi iniziarono non appena misi il mio piede fuori dal tunnel. Nonostante i vestiti da marinaio lasciatimi da quel di Etsuko, ero ancora comunque troppo debole per poter agire abilmente e difendermi dagli attacchi altrui. Così, non appena uscii dal tunnel, sentii un urlo acuto. Fu uno di quei istanti, in cui capii che qualcuno mi aveva seguito (ma chi?), e compresi anche di dover darmela a gambe il prima possibile. Avrei potuto teletrasportarmi, certo. Ma ormai ero anche abbastanza stanco di scappare, non era forse meglio affrontare ormai il problema?.. Così, non feci nulla. Mano nella mano, lasciai che tutte le teniche del mio avversario mi immobilizzassero. Poi, probabilmente, sarei morto. Ma a chi importava? Avrei voluto morire ancora 10, 20 volte per il bene del mio Villaggio. D'altronde, però, cominciavo anche a riflettere su chi avrebbe potuto fare una cosa del genere. Per un po' non ricordai, finché quel fango che ora mi bloccava non mi riportò alla mente immagini del tempo di qualche mese prima, quando durante un piccolo litigio alle mura, il Jonin di Kiri non usò la sua tecnica per bloccarmi.


    °Itai...°

    Avrei dovuto immaginarlo. Se era lui, probabilmente sarebbe stata quella la mia fine.
    Bha. Non vedevo l'ora.


    «Quasi-quasi devo dire di essere felice che questo momento sia giunto.»
     
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    Alzai la spada, pronto per calarla sulla sua gola e porre fine alla sua esistenza fastidiosa. Stavo per muoverla ma qualcosa mi bloccò. Pietà? Non so dirlo, ma seppi, mentre abbassavo la spada inerte al mio fianco destro che non volevo ammazzarlo. Per quanto malata, la sua devozione a Kiri era stata autentica. Forse c'era un'ultima possibilità per lui. La copia smise di concentrarsi sulla percezione a saltò al mio fianco. Disattivai le code di chakra e il demone, quindi afferrai Seinji per il collo della sua maglia, sollevandolo come un fruscello.



    Lo guardai in viso e per poco non gli sputai in un occhio al ricordo di tutto ciò che mi aveva fatto passare. Invece mi rivolsi alla copia al mio fianco.
    Segui questo tunnel, vedi dove sbuca. temevo la risposta, ma dovevo andare fino in fondo. Poi mi rivolsi all'Akuma.
    Felice, Seinji? Hai tradito Kiri una volta, avevi la possibilità di redimerti, ma qualcuno ha deciso di toglierti anche quella fissai i suoi occhi, rinnovati e i miei dubbi divennero praticamente certezze PERCHE' sbattei Seinji contro il muro di pietra che affiancava l'uscito, con una rabbia inaspettata.



    Non ero arrabbiato con lui, quanto con Etsuko. Aveva tradito la fiducia di Shiltar. Aveva tradito anche la mia fiducia. Il discorso fatto allora, riguardo l'essere le persone che dovevano proteggere Kiri a cos'era valso se liberava gente che Kiri l'aveva tradita. Cercai di calmarmi e ci riuscii dopo qualche respiro. Quindi feci un cenno a Yogan di scendere. La dragonessa atterrò al mio fianco ed io salii sul suo dorso insieme a Seinji. La dragonessa si alzò in volo.



    Tenni l'Akuma ben stretto mentre la costa diventava sempre più piccola sotto di noi, quindi la dragonessa puntò verso il villaggio.
    Perché hai lasciato Kiri, Seinji? forse era la prima volta che parlavo tranquillamente con lui, senza odio nella voce. Era la prima volta che cercavo di capire le sue gesta. Avevo imparato, forse troppo tardi, che capire perché un uomo sbaglia non genera odio, ma compassione. E dallac ompassione nasceva il perdono. E solo con il perdono questo mondo di odio sarebbe potuto cambiare.



     
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    Osservai quella figura venirmi vicino; non che mi dispiacesse fosse proprio lui. Dovevo aspettarmelo, del resto. . Sapevo che la fine sarebbe arrivata, prima o poi. Del resto era naturale. Naturale come ogni altra cosa. La fine sarebbe arrivata per tutti, disperarmi perché per me era arrivata prima degli altri sarebbe stato sciocco e banale. Non mi era mai importato vivere fino alla fine. Mi era sempre importato vivere in fondo. Fino in fondo per il bene del mio, e mio solo, villaggio. Non per il bene di Suna, Konoha, Oto. Non per il bene di persone che venivano da quei villaggi nel mio, anche se poi la loro presenza in un certo modo fosse positiva per il villaggio. Un po' volevo vedere tutto il mondo sotto lo stemma kiriano. E l'Accademia, beh. Essa era ciò che più odiavo: un'alleanza senza valori, un'alleanza costruita a forza, un'alleanza senza valori. Era proprio il motivo per cui Kiri ormai non brillava di luce propria, come le stelle nel cielo, ma brillava di luce riflessa dagli altri. Non ero un nukenin perché volevo distruggere tutti e 4 i villaggi, no. Ero soltanto colui che voleva vedere la fine di false alleanze. Certo, speravo che sotto i miei colpi perissero ninja di Suna, Oto o Konoha, ma mai, mai e poi mai avrei osato uccidere un figlio di Kiri. Questo, probabilmente, Itai non lo capiva. E forse non l'avrebbe mai capito... In fondo, come poteva egli capire un sentimento come l'Amore verso il proprio villaggio, se egli stesso l'aveva rinnegato, tradito per impossessarsi del bene altrui.
    Ascoltai le parole di Itai. Felice? Sorrisi. Cosa c'era di più epico di dare la propria vita per il proprio villaggio?


    °Gli uomini passano, le gesta restano.°

    Poi sentii come mi buttò contro un muro. Era arrabbiato? Allora era un problema, un grosso problema. Un ninja non poteva arrabbiarsi, egli doveva mantenre sempre il controllo massimo sulle emozioni. O forse era una piccola soddisfazione, l'avero atto arrabbiare? Non ne capivo il perché, ma quell'odio che da tempo nutrivo nel mio cuore nei confronti di quel straniero, cominciava lentamentea a evaporare. Mi dissi che probabilmente era ormai il mio animo indebolito dalla prolungata prigionia, mischiata alla rassegnazione. Fuggire? Non mi ci sarebbe voluto molto, forse. Gli occhi, quelli erano ancora liberi. Ma perch fuggire, ormai? Ero sconfitto, era finita. L'unica cosa che mi rimaneva, era quella di morire degno.
    Mi pose una domanda. Sorrisi quando l'ascoltai. Perché avevo lasciato Kiri?.. Mi mirabolava il fatto che un ninja acuto come il Nara non l'avesse ancora capito. D'altronde, cosa potevo rispondergli? Era impossibile riassumere tutte le motivazioni in una sola.
    Prima di aprire la bocca per rispodergli, mi chiesi perché ciò lo interessasse tanto. Se voleva saperlo, bastava venire nelle prigioni a chiedermelo, in fondo.
    Perché avevo lasciato Kiri...


    «Per renderla migliore. »

    Risposi silenziosamente. Non credevo egli volesse sapere altri dettagli. Poi gli posi io una domanda.

    «Redimermi, dici?.. Quindi è cavando gli occhi e buttando in prigione che Kiri redime i propri ninja. »


     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    La sua risposta mi sorprese. Per renderla migliore? Non comprendevo a fondo la sua logica, avevo sempre pensto che l'Akuma fosse un po' pazzo e probabilmente aveva qualche ragione per cui aveva commesso tutto ciò che lo stava portando a una seconda cattura. La prima volta era riuscito a sfuggire, la seconda no. Poi disse qualcosa riguardo alla redenzione che non aveva potuto avere... ma aveva fondamentalmente sbagliato le sue considerazioni perché la prigionia e la cecità non erano la sua redenzione.
    Sbagli, Seinji. Quella era la tua punizione. Se ti fossi dimostrato pentito avresti potuto riavere sia la libertà che i tuoi occhi, essere nuovamente un ninja di Kiri. Ma qualcuno si è sostituito alla giustizia e per questo, pagherà. Yogan ormai sorvolava Kiri Vola in circolo per un po' Yogan non avevo intenzione di scendere subito Come pensavi di rendere migliore Kiri fuggendo in quel modo Seinji? A meno che tu non sia un pericolo per Kiri non la si proteggere scappando. Non l'hai migliorata, ma hai creato solo vergogna, hai creato problemi, Seinji. Dimmi allora, come pensavi di poter migliorare Kiri? ed ero davvero curioso di sentire la sua risposta.



    La mente dell'Akuma era un mistero per me il quel momento. Non riuscivo davvero a capire cosa avesse pensato mentre con così tanta imprudenza abbandonava il villaggio per un motivo così strano. Avevo visto molta gente fare follie per il proprio villaggio, ma mai nessuno arrivare a tradirlo per proteggerlo.





    Mentre in alto io e l'Akuma parlavamo la mia copia, nel tunnel avanzava. Non sembravano esserci impedimenti di sorta ma il passaggio era stretto, era molto buio e nonostante la capacità di vedere anche nelle condizioni più estreme bisognava procedere con cautela. Nessuna sorpresa che Seinji sia stato così lento nel percorrere quel passaggio segreto. Ci sarebbero comunque voluti diversi minuti prima che la copia giungesse al termine e questo avrebbe significato altrettanti minuti per Itai e Seinji in cielo. Itai non voleva andare da Shiltar senza avere una risposta riguardo all'altro dilemma. Etsuko.




     
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    QUOTE (leopolis @ 9/9/2012, 16:14) 

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    Ascoltai attentamente le sue parole. La sua voce mi sorprendeva: ogni volta che la sentivo, non riuscivo a capire di chi fosse: la sua, o del Demone? E se fosse stata la sua, era una voce kiriana, o una voce fogliosa? Probabilmente quel tipo aveva ormai vissuto così tanto tempo tra le mura di Kiri che era ormai diventato indistinguibile dal resto degli abitanti della città. Semplice e pura logica, d'altronde. Più ci rimaneva nel Villaggio, più ne traeva alcuni elementi. Certo, il problema era diverso: anche il villaggio traeva alcuni elementi da lui. E questo, in fondo, non mi andava bene: il fatto che il mio villaggio traesse qualcosa da un ninja originario di Konoha sradicava da Kiri quel ch'era kiriano. Era un po' come perdere i valori tradizionali del villaggio; un po' il vedere quel villaggio diventare un altro. Ma era solo un problema in un oceano di problemi. L'altro problema era il Demone. Forse il mio profondo spirito patriottico, forse il fatto che ci tenessi; fatto sta che non riuscivo a vedere un tale segreto di Kiri nel corpo di un ragazzo con il sangue della Foglia. Ciò in me provocava ondate di caldo odio e rabbia. Odio e rabbia che, nei momenti in cui sorvolavamo la mia città, andarono perdute, e ciò che mi spaventò fu che non riuscivo a comprenderne il motivo. Perché nei momenti in cui mi serviva quel sentimento, esso scompariva come la nebbia dopo un uragano?.. Se era vero che un ninja sapeva controllare le proprie emozioni, allora era anche vero che sono stato un pessimi ninja.
    Quando però risposi al Nara, lo feci senza richiamare nella mia voce sentimenti alcuni oltre la semplice e divina Dea Indifferenza. Questo un po' perché ormai non aveva più la voglia alcuna di pentirmi, odiarmi, odiare lui, aver paura o arrabbiarmi all'infinito.


    «Sono scappato per migliorare Kiri dall'esterno, per avere le mani libere e poter agire ormai secondo il mio credo personale, e anche perché questo ormai non combaciava con il credo della città e del suo Mizukage. Una pessima gestione del Villaggio, più o meno è questo il motivo per cui sono scappato. E' così, infondo: quando due amanti, due amici o due fratelli non hanno più lo stesso obiettivo, quando non percorrono entrambi la stessa strada, essi si dividono per non incontrarsi mai più. Tuttavia, la mia divisione da Kiri era stata solo temporanea: quando sarei stato abbastanza forte, quando sarebbe giunto il mio tempo sarei tornato qui a ricollegarmi con tutto ciò che di più prezioso ho sulla Terra, e sarebbe stata anche l'epoca in cui Kiri sarebbe ritornata a splendere come una volta.»

    Poi sbuffai.

    «Finiamolo una volta per tutte Itai. Uccidimi e morirò felice, nelle migliori intenzioni verso la mia gente, verso il mio villaggio, verso i suoi valori e verso i suoi segreti. La mia è stata solo un'idea. Un'idea passionaria, un'idea valorosa. Un fuoco che, alzatosi, mi aveva inghiottito tra le sue fiamme; un fuoco che arde ancora dentro di me, e che continuerà ad ardere nei cuori dei giovani ninja anche quando il mio corpo sarà cenere.»

    Ossevai il villaggio dall'alto, e mai come quella notte, sotto la luna rossa capii che era di una bellezze stravagante.

    «Io morirò Itai. Per mano tua o per mano di qualcun altro è solo un piccolo dettaglio, così come è insignificante quando morire per me. Ciò che conta è solo il come morire, e io morirò per la mia idea, rimanendo su questa Terra ciò che di meglio nella mia vita ho potuto coltivare e far vivere. Gli uomini muoiono Itai, tutti. Ma le idee no, esse restano, s'incarano e vivono in eternità.»

     
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    LA TELA DI ARIANNA



    il tunnel del passaggio segreto, come tutti i passaggi segreti non aveva capo ne fine… era un vero e proprio labirinto, progettato come via di fuga dall’ospedale era tuttavia unidirezionale così da non permettere a chi vi entrasse di poter entrare nel cuore pulsante di Kiri.
    La botola che legava il condotto ospedaliero al tunne sotterraneo si poteva aprire infatti solo dall’interno, un grosso masso a parete ruotava su se stesso per poi richiudersi alle spalle di chi intraprendeva il percorso. Ben nascosto in una parte buia del tunnel appariva in tutto e per tutto simile alla parete rocciosa circostante. Procedendo lungo il tunnel che portava all’esterno vi erano più diramazioni che puntavano tutte a nord, ma che a distanza di 4 km in cui raggiungevano il centro della città si stagliavano in direzione dei punti cardinali, sfociando tutti a strapiombo sul mare, a ridosso della scogliera kiriana.

     
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