Per le vie di Oto

[Ambientazione]

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    Ledah rispose a Febh riguardo alla questione del sangue:

    "Buono a sapersi, solo che non abbiamo modo di farlo qui, dopo vieni all'ospedale con me, in questo modo potremo anche parlare della protezione per questa ragazza, sai com'è, ogni tanto i colpevoli tornano per finire il lavoro, andoci l'opportunità di mettere fine a loro.

    Tanto perchè non ci si faccia l'idea che ad Oto si possano appendere liberamente le persone alle pareti, non è una cosa che mi riguardi, ma Shinodari non approverebbe."


    Poi, dopo averci pensato su qualche secondo:

    "Ah, senti Febh, di tanto in tanto posso richiderti qualche organo di ricambio?
    Fammi sapere quali puoi farti ricrescere e ti progetterò degli innesti personalizzati in cambio, vedrai che non te ne pentirai."


    Ledah parlva assente come al solito, tuttavia, era stranamente chiacchierone nell'ultimo periodo.

    A quel punto, dopo che Yari venne a cercare un biscottino per aver mandato qualcun'altro a svolgere il suo lavoro, si sentì un urlo, era il nuovo arrivato, al quale Ledah rispose assente:

    "Proprio perchè sei assente da 10 anni, vedi di non disturbare, altrimenti non ti curerò la mano."

    Ledah si asciugò un rivoletto di sudore:

    "Ok,la ferita è chiusa, adesso quelli dell'ospedale dovrebbero essere qui da un momento all'altro."

    Di lì a poco arrivarono due infermiere di Sayaka con una barella, tuttavia, avevano la solita andatura claudicante e nona ndavano molto velocemente, Ledah disse:

    "Yari, Febh, prendete la barella a quelle due altrimenti la ragazza morirà comunque, tu, se cerchi spiegazioni, seguici all'ospedale e te le daremo in cambio di una mano."

    Il che ovviamente significava aiutarli con la ferita ed eventualmente, fare da guardia.

    CITAZIONE
    OT/ Direi che come avranno risposto tutti, si potrà passare la giocata all'ospedale /OT

     
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    Spera solo che il tizio che hi mandato non si perda per strada.. Commentò piatto al gongolante cugino, mentre Ledah diceva che sarebbe stato più utile per una trasfusione all'ospedale. Come all'ospedale? Ma io ho sonno! Quello che si dice "essere generosi e pensare al prossimo". Ad ogni modo lo Yakushi sbuffò Ok, ok, facciamoci questa gita all'ospedale... Dopotutto se fosse tornato a casa e Ogen avesse saputo della faccenda lo avrebbe probabilmente ripreso per non aver approfondito la faccenda.

    E come giustamente faceva notare Ledah, anche Shinodari non sarebbe stata esattamente una pasqua. In che senso "organi di ricambio"? E io che ci guadagno? Supporto e innesti "aggratis" rispose l'altro chunin. Beh...ok, si può anche fare però.. Un gemito della vittima lo fece voltare. Uhmm..forse è il caso di parlarne più tardi, eh?

    Ed intanto l'isterico dava ulteriore prova dei suoi evidenti deficit cerebrali. Febh si abbandonò a un lungo sospiro. Ok..è morto tipo due anni fa, ucciso da un ninja di fuori, che è entrato senza che nessuno lo vedesse...oddio, più o meno, ha sfondato un cancello da solo. Ad ogni modo, il biscione e il mio schifido consanguineo ukè sono stati ammazzati e pace. Il nuovo tizio è il kokage e ora abbiamo una moribonda da soccorre, quindi vedi di piantarla con queste cazzate e vieni all'ospedale con noi, che ti spieghiamo meglio.

    Seguendo le indicazioni di Ledah aiutò a sollevare la ragazza, facendo un cenno al cugino di dare una mano Visto che ci tenevi tanto a restare "dove ci si diverte", allora gioca un pò anche tu. Commentò acido. non che la ragazza fosse pesante, anzi, avrebbe potuto portarla con una mano sola, ma il punto era evitare di strattonarla o di muoverla bruscamente.

    Poi all'ultima frase di Ledah semplicemente chiese Nel senso che la mano vuoi staccargliela? Stava scherzando, ovviamente. Più o meno. Diciamo al 60%.

    CITAZIONE
    Direi che all'ospedale posta prima Ledah che essendo medico può dare indicazioni precise alle infermiere zombi, se siete tutti daccordo.

     
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  3. ~Shiro
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    All'Ospedale...



    Febh non condivise la mia idea di mandare un altro all'ospedale, temeva infatti che quel ragazzo che avevo mandato si poteva perdere. Io comunque non mi curai della sua minaccia, ma continuai ad osservare Ledah che applicava i primi soccorsi alla ragazza. Nel frattempo il nuovo arrivato reagì con eccessivo stupore alla notizia della scomparsa di Orochimaru, cosa che distolse la mia attenzione da Ledah. Nel frattempo anche quest'ultimo e il mio cugino si erano messi a dare delle spiegazioni ad Arashi, cercando di calmarlo poichè non era il momento di fare scenate per quegli argomenti.
    Una volta finito di trattare la ragazza, Ledah chiese aiuto a me e a Febh per portare la ragazza all'ospedale, mentre disse ad Arashi di accompagnarci all'ospedale. Sia io che Febh ci dirigemmo verso la ragazza per aiutare Ledah, mentre il mio "amatissimo" cugino non si risparmiò un'altra frecciata contro la mia decisione di non essermi diretto all'ospedale. Io ignorai anche quella, anche se dovetti trattenermi a stento. Era poco saggio rispondere a tono a Febh, sapeva essere piuttosto vendicativo. Quindi tirammo su con cautela la ragazza e cominciammo a dirgerci verso l'ospedale.

     
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    La mia reazione sembò esagerata agli occhi di tutti e tre i ninja, infatti la morte di Orochimaru, che per me sembrava un evento catastrofico per l'intero villaggio di Oto, a loro, da come ne parlavano, sembrava un evento degno di poca nota. Il ninja medico capellone mi invitò a non fare troppo baccano, mentre l'altro tizio, che doveva chiamarsi Febh e, da quello che avevo potuto capire dalla conversazione, uno Yakushi, cercò di spiegarmi brevemente la situazione attuale. Da quel poco che mi disse sapevo solo che il nuovo Kokage era anche l'assassino di Orochimaru, si rifiutò di darmi ulteriori informazione, almeno non subito...

    Beh... Se il nuovo Kokage è riuscito a uccidere Orochimaru, non deve essere così male... Voglio incontrarlo al più presto...

    Intanto il medico aveva finito di sottoporre la moribonda ai primi controlli e chiese ai due ninja e a me di accompagnarlo in ospedale, dove mi avrebbe anche curato la mano che mi ero ferito qualche attimo prima.

    Va bene vengo con voi, ma vorrei altre informazioni sull'attuale amministrazione... Anxi un pò di informazioni in generale...
    Dissi con un tono nettamente più calmo rispetto a prima mentre incominciavo ad incamminarmi insieme a loro, con direzione l'ospedale di Oto.

     
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    OT/ La giocata proseguirà QUI (Pagina 14, 10° post) /OT

     
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    EHI PALLA DA BILIARDO!!!!

    Urlò lo Yakushi in mezzo alla strada, portando le mani a coppa davanti alla voce. Gli era parso di scorgere una testa pelata di sua conoscenza poco in fondo alla strada, mentre andava a fare una commissione per la vecchia Ogen.

    YARIIIII??? SEI TUUUUU??????

    Visto che si annoiava e che l'incarico era una palla mostruosa, tanto valeva coinvolgere il cugino incontrato fortuitamente. Senza contare che la vecchia gli aveva dato un messaggio proprio per il redivivo yakushi.
     
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  7. ~Shiro
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    Un cugino odioso



    Una giornata splendida. Il sole era alto nel cielo, ma non faceva troppo caldo grazie ad una piacevole brezza. Ero diretto al "Porco Sgozzato" per un pasto veloce ed una birra dissetante. Nulla poteva rovinare il mio buonumore.
    Nulla eccetto il mio "adorato" cugino acquisito che mi chiamava da lontano, strillando, chiamandomi "palla da biliardo". Mi fermai in mezzo alla strada furente, quindi mi girai lentamente verso Febh e gli lanciai una occhiata furente. Un giorno certamente l'avrebbe pagata per tutte le volte che usava quell'odioso soprannome.
    Comunque mi avvicinai a lui lentamente, mentre piano piano controllavo la rabbia, sostituendo la mia espressione furente con il mio solito sorriso strafottente. Una volta davanti a lui gli parlai con tono irrisorio.


    - Si che sono io Febh, sei diventato così stupido da avere problemi a distinguere le persone? -

    Sapevo che probabilmente avrei subito una punizione per quella risposta così irrispettosa, ma proprio non riuscivo a trattenermi quando veniva presa di mira la mia assenza di capelli. Rimasi quindi ad aspettare una sua reazione ghignante, chiedendomi se mi avrebbe punito ora oppure più tardi.

     
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    Era effettivamente lui, e al sentirsi chiamare si avvicinò, con un aria imbufalita che era deliziosamente soddisfacente. Nulla soddisfa un provetto rompipalle più dello sguardo arrabbiato della sua vittima. Peccato che a volte (e questa era una di quelle) la vittima punta nell'orgoglio dica una parolina di troppo. Alla domanda del parente, Febh si limitò a sorridere con fare amabile. In un primo momento.

    Infatti salvo improbabili congiunture astrali, Febh avrebbe portato con gioia un calcio apocalittico alla faccia del cugino [massimo potenziamento], al solo scopo di usarlo come uno straccio per lucidare il muro vicino, terminando poi la sua armoniosa opera di punitiva pulitura inchiodando la vittima al muro col piede. Allooora...dicevamo? Avrebbe chiesto candidamente.

    Ah, si, ecco. Stavo giusto andando agli uffici amministrativi per consegnare dei documenti, e mi chiedevo se tu non volessi venire con me. Poi schioccò le dita. Ah, giusto, inoltre la vecchia Ogen dopo aver saputo del tuo ritorno dall'aldilà...che per inciso mi devi ancora spiegare...ha detto che devi far presente la cosa in amministrazione, visto che meno membri del clan implicano meno sovvenzioni, o roba del genere.

    Quindi, in sostanza. Ora si va in amministrazione, compiliamo qualche scartoffia, poi mi spieghi esattamente come mai sei ancora vivo.

    Lo avrebbe lasciato andare solo dopo aver sentito una risposta affermativa, eventualmente calcando il piede più a fondo se l'altro fosse stato irrispettoso. Che poi provasse pure a scappare, se osava...
     
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  9. ~Shiro
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    Coercizione tra parenti



    Vidi con chiarezza il calcio che mi arrivava addosso, diretto verso il volto. Lo schivai con estrema semplicità spostandomi di lato, mentre sorridevo al mio cugino così debole. Poi fu tutto nero e mi risvegliai.
    Avevo perso i sensi per alcuni secondi, ma mi stavo riprendendo. Un sapore metallico in bocca e qualcosa di estremamente piccolo e duro dentro di essa. Una scheggia di un mio dente. Sentivo un forte dolore diffuso su tutta la testa, ma lentamente aprii comunque gli occhi. Davanti trovai Febh che mi guardava con espressione angelica. Ebbi qualche difficoltà ad alzarmi a causa di quella botta fortissima che non avevo visto nemmeno arrivare, ma dopo un pò ce la feci. Sputai a terra del sangue insieme al pezzo del mio dente.


    - N... Non sai mai stare agli scherzi te, eh? -

    Quella frase mi uscì quasi come un bisbiglio tanto ero indebolito, e venne subito sovrastata dalle parole di Febh, che mi spiegava il motivo per il quale dovevo accompagnarlo in Amministrazione. Dovevo registrarmi e poi dargli alcune spiegazioni sul motivo per il quale ero ancora vivo. Io lo guardai ancora un pò intontito con espressione spaesata.

    - Ma non dovrei andare all'ospedale prima? -

    Comunque non avrei fatto molta opposizione al suo volere e seguii piuttosto docilmente quel demone sadico che avevo parente.

     
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    Macchè ospedale! Era un colpetto da niente! E poi sei già morto una volta, no? Che sarà mai tornare indietro di nuovo per uno che lo ha già fatto! Così febh liquidò allegramente le proteste del cugino, "aiutandolo" ad alzarsi con una mano, o forse "trascinandolo in piedi" sarebbe una descrizione più efficace.

    Allora. ora si va in Amministrazione, poi eventualmente vedrai di raccontarmi tutto per filo e per segno.

    Volente o nolente, Yari sarebbe stato trascinato dal cugino, anche per un orecchio se necessario!


    Continua QUI
     
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  11. Yugito Nii
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    La piccola Yugito era appena uscita da uno degli scantinati dove la tenevano tra un compito e l'altro, ed era riuscita nel suo intendo utilizzando come arma impropria la tazza da thè che il secondino le aveva passato con chissà quale brodaglia dentro. Al momento di restituirla l'aveva scheggiata contro il muro e gliela aveva piantata dritta in faccia facendola sprofondare con i bordi per 3 cm dentro il suo viso. E così, gioiosa per questa sua nuova conquista amorosa, trascinava il cadavere dell'uomo, tenendolo per una caviglia, in giro per i vicoli di Oto. Era mattina presto, il sole non era ancora sorto, e una brezza silenziosa spazzava le vie del suono rilassando la colonnina di mercurio. In questa ambientazione, la bionda insanguinata passeggiava verso un luogo da poter profanare, o come intendeva lei, una casa da...affittare.

    << Trallallà....trallallà. >>

    Canticchiava la ninja trascinando il corpo con la tazza ancora conficcata nel volto, che lasciava indietro una scia rossa davvero pittoresca.
    In circa 20 minuti di passeggiata, la testa dondolante del poveretto, trascinata per terra, aveva descritto quasi 1 km e mezzo, ma finalmente, la ragazza di fermò. Davanti a lei una piccola casetta a schiera tra molte altre, questa in particolare sembrava dismessa, probabilmente abbandonata; si avvicinò al cadavere e ne estrasse la tazza, tenendola in mano e lasciando distendere a terra la gamba del povero morto.


    *toc toc*

    Una vecchietta aprì la porta dell'abitazione circa 5 minuti dopo, ancora ammutolita dal sonno, e previo un suono sordo, si ritrovò una tazza da thè conficcata in un polmone. Morte da tazza. La ragazza rise, e trascinò i due corpi dentro, uno per caviglia, fischiettando, e chiudendo la porta alle loro spalle....
     
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    Non erano passati che una decina di minuti, ed ecco che a quella porta bussò qualcuno.

    TOC TOC TOC

    Una bussata decisa, netta, ma non c'erano stati rumori ad annunciarla. Chiunque si fosse avvicinato non aveva praticamente emesso rumori. Bussò ancora una volta

    TOC TOC TOC

    Ehi, vecchia! Ti ho portato la cassa di vino!

    Ma possibile che uno, anche da amministratore, da Jonin, dovesse continuare a fare il fattorino per il suo Clan?? Beh, nel caso di Febh Yakushi era proprio così. Quindi eccolo, di fronte alla porta di una vecchia conoscenza della capoclan, per consegnare una cassa di cinquantasei bottiglie di vino pregiato, prodotto nei vigneti di famiglia.
    (o più tecnicamente nei vigneti "sotto la protezione" della famiglia)

    Allora?? Guarda che non la lascio qua fuori, o la vecchia mi fa secco! Apri! Bussò ancora col piede

    TOC TOC TOC

    Era il caso di aprire?
     
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    Eiastu camminava piano, le spalle un pò curve per colpa della stanchezza. Oto era calma e tranquilla in quella mattinata acerba, ed il rumore dei suoi passi sul terriccio era l'unico udibile al suo orecchio allenato. Tornava da una estenuante ricerca condotta negli archivi di Oto che gli aveva occupato tutta la notte.Stava cercando un particolare shinobi del suono ,Miugi Yotsuki,o meglio stava cercando il suo cadavere che sembrava essere disperso in seguito ad una missione fallita nel villaggio della Sabbia...un bel rompicapo per ottenere un'altra della note abilità innate otesi che ancora mancavano all'appello.

    Continuò dritto per duecentro metri lungo la strada che conduceva al Castello della Vipera, quindi svoltò lungo una stradina secondaria che avrebbe accorciato la via di casa di un altro centinaio di metri. Così purtroppo era Oto: un marasma confuso di vicoli che aveva imparato ad amare e conoscere.

    Certo non serviva una così grande conoscenza del luogo per riconoscere un'improvvisa striscia di sangue che segnava un percorso sopra la strada in pietra irregolare.

    “Che cosa singolare!”

    Oto era nota per essere un villaggio violento, e sostanzialmente lo era. Tuttavia era difficile trovare, persino ad Oto, fatta eccezione di pochi luoghi, un simbolo di violenza così palese. Se non altro lo si faceva con maggiore discrezione!

    Il sangue era fresco e caldo, la pista era appena stata tracciata. Fu così che Eiatsu, decise di deviare il suo percorso originario, alla volta di questo piccolo mistero!

    [...]


    Il mistero aveva un volto d'angelo e un corpo che accendeva il desiderio: una bella contraddizione. Nulla, comunque, in confronto all'uomo che trascinava come fosse un giocattolo rotto. Uomo, non ninja: Eiastu notò che il malcapitato non indossava alcuna effige otese.

    Il chunin osservò con curiosità le azioni della ragazza. Sembrava non avere alcun interesse nel celare quello che stava facendo, inoltre sembrava molto felice per nulla turbata dal convivere con l'azione tragica appena commessa. Nulla di estraneo ad Eiatsu, certo...

    Nonostante questo punto di contatto, il chunn non riusciva a capacitarsi della logica delle sue azioni così come, bussando alla porta che palesemente non era della sua abitazione, uccise un altro tizio qualunque ed entrò.Perchè?

    Il chunin fece il giro della casa così da trovare una finestra aperta e si introdusse nell'abitazione. Facendo piano si mosse fino a trovare la ragazza dalla lunga coda bionda. Osservò per qualche istante quello che stava facendo e, quindi pronunciò parole oneste:

    “Tu uccidi, ma non vedo cattiveria in quello che fai. Mi metti i brividi”

     
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  14. Yugito Nii
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    Yugito stava tranquilla seduta sulle ginocchia, ad affondare la faccia nelle interiora dell'uomo ucciso tempo prima, quando sentì bussare alla porta in modo deciso. Fissò il blocco di legno che dava sull'esterno con occhi vitrei, quindi riprese a gozzovigliare come uno sciacallo. Con le mani cercava di strappare la pelle del ventre, mentre con i denti afferrava le viscere e le tirava in alto come fosse un cane su una carcassa; ogni tanto succhiava come si fa con gli spaghetti, per tirare via i tendini rimasti fuori dalla bocca. Non prestò attenzione alla porta, ma non servì molto perchè da lì a poco avrebbe avuto un altro ospite.
    Dopo aver svuotato, essendo quasi ormai vuoto, il ventre dell'uomo divorando solo le parti che preferiva, su accucciò sulla donna che ancora tremava ormai vicinissima alla morte, e usando un coltello che aveva con sè, praticò un'incisione dall'ombelico fino a poco sopra al sesso, per poi ficcare la testa dentro con violenza, o almeno cercò di farsi strada tra le carni.

    In quel momento, un tizio entrò dalla finestra, e lei tirò su la testa per guardare chi fosse, mentre in bocca teneva un pezzo di intestino, che lasciò cadere a terra. Guardò l'uomo, e si esibì in un sonoro rutto che fece partire brandelli di carne nella sua direzione. Lui parlò, e lei gli sorrise.


    << Ciao! >>

    E piantò il pugnale nel viso della donna per farla smettere di tremare, quindi dopo aver portato il sorriso fino alle orecchie, estrasse con forza quella che sembrava essere la milza della donna, separandola dal corpo con una sferzata dei denti, e la porse all'uomo allungando la mano.

    << Vuoi? >>

    E intanto si leccava le labbra, per pulirle da un misto di sangue, bile, e strani rimasugli di qualcosa...

     
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    Bussò ancora. E ancora. Ma nessuno rispondeva. A quel punto Febh stabilì che si era rotto le scatole, quindi decise cortesemente di sfondare la porta con un calcio e sbattersene altamente delle conseguenze.

    Un colpo netto, e la porta volò via dai cardini, abbattendosi a terra. La figura apparentemente banale dell'amministratore fece alcuni passi all'interno, con l'enorme cassa sorretta con entrambe le braccia.

    ALLORA!! DANNATA VECCHIA ARTERIOSCLEROTICA, SI PUO' SAPERE PERCHE' NON APR... La scena lo colse decisamente alla sprovvista, con tanto di occhi sgranati. ...Ehm...ecco...

    Con lenti movimenti, quasi meccanici, posò a terra la cassa. Ecco...si, io la lascio qui, eh...fate con comodo. Quindi con altrettanta lentezza sollevò la porta e se la richiuse alle spalle, uscendo.

    Non sempre si reagisce in modo coerente di fronte all'inaspettato o alla violenza, specie se macabra. Se poi si è uno Yakushi, "macabro" ha un significato decisamente diverso da quella che è la normale accezione. Se in aggiunta si è Febh, ben noto per la sua coerenza pressochè inesistente e il senso della morale non esattamente sviluppato...beh, la reazione è ancora più imprevedibile.


    Ci vollero una ventina di secondi buoni perchè l'amministratore si ricordasse del suo ruolo, e del fatto che squartare e sbranare qualcuno è tecnicamente un reato contro il villaggio. Anche se a Palazzo Yakushi ci si squartava abbastanza spesso, ma senza conseguenze serie. Quindi sfondò di nuovo la porta, stavolta puntando un dito verso il punto in cui si consumava l'immondo pasto (sempre che ci fosse ancora qualcuno)

    EHI! QUESTO NON SI DEVE FARE!!! NON SI MANGIANO GLI ABITANTI DEL VILLAGGIO!!

    In effetti poteva venirgli meglio, ma sul momento non fece abbastanza mente locale...
     
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