La Mensa dell'Accademia

Luogo di ritrovo per Sensei e Allievi

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  1. Tokì
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    Accompagnato da un ululato che più si addiceva ad un orso che ad un ninja lo Yama diede l’impressione di fare uno sforzo veramente immane nello spostare l’avversario; ma alla fine ce l’aveva fatta. Aveva impattato contro qualcosa, qualcosa di approssimativamente duro –o così gli sembrava- ma che non poteva vedere in modo adeguato vista la posizione di sfavore in cui si trovava: se era sicuro di una cosa era che un uomo con la schiena spaccata non andava da nessuna parte. Ma a dirla tutta, quel tizio non era evidentemente uno studentello, e diede prova della sua esperienza nel reagire in modo tale da far vedere a Jyazu le stelle: principalmente ci fu la mazzata di stordimento, cioè il duplice colpo alle orecchie dell’otese, il quale pero poteva godere della protezione dell’orecchio destro, che spinto insieme alla spalla contro il corpo dell’avversario non poteva essere raggiunto, a differenza però il sinistro era bello in vista e venne colpito con abbastanza forza da fargli un male CANE, iniziò ad udire un fischio basso e fastidioso che dal fondo della sala sembrava elevarsi esclusivamente all’interno del proprio cranio. Insomma, un colpo improvviso che lo fece sollevare e arretrare di qualche centimetro l’otese: al seguito dello schiaffo però venne anche una possente ginocchiata sotto al costato, un colpo che lo Yama non si propose nemmeno di parare, e che a dirla tutta non vide nemmeno visto arrivare: difatti, quando la ginocchiata gli impattò con tutta la forza sotto al fianco sembrò sbandare di colpo, proprio come se un enorme camion l’avesse colpito in pieno: BRANG. Un passo di lato fuorisamente accompagnato da un ringhio di dolore, un ringhio che si propagò come un esplosione all’interno della mensa che oramai, volente o dolente aveva completamente catalizzato l’attenzione sulla scazzottata.

    Gli occhi dell’otese, come quelli di un animale ferito si puntarono verso la figura di Yoku, il quale avanti a lui poteva notare un filo di rabbia mista a quella luce di follia che non lasciava presagire nulla di buono: No. Non sarebbe andato al tappeto così facilmente, e fu appunto quando la gamba dell’avversario si distese vero l’otese che la prova della follia dello Yama intrise l’aria: spinse il corpo in avanti piegandolo per proteggere lo stomaco, stomaco che comunque venne marginalmente colpito dalla scarpata di Yoku poiché difeso delle mani dello Yama, il quale muovendole come due tenaglie aveva appunto cercato di afferrare il polpaccio ed il piede dell’avversario in una stretta incredibilmente salda: così, aveva cercato di bloccare la sua offensiva subendo in parte il potenziale del calcio ma cercando di crearsi una situazione di favore, E poi, in quell’esatto momento gli sembrò di veder avvicinare dall’altro lato un tipetto tutto pacifico con l’intenzione di mettere pace: brutta mossa. Cattivissima mossa. Pessima, direbbe qualcuno.

    Con un barlume di forza lo Yama strinse con maggior rabbia la presa intorno all'arto di Yoku e flettendo le gambe cercò di compiere una rotazione di tutto il proprio corpo sfruttando a propria volta l’avversario come “Clava” per colpire il tizio in avvicinamento: insomma, la gamba era il manico ed il corpo era appunto la mazza. Un colpo che lo Yama non sarebbe riuscito ad eseguire se non impastando una grossa quantità di chakra nella muscolatura superiore delle braccia, le quali avrebbero spinto con una forza piuttosto sostenuta il corpo dell’altro da sinistra verso destra, in un micidiale colpo che avrebbe visto come maggior vittima il povero elsamu.
    Se poi il colpo avesse avuto buon esito e Yoku si fosse schiantato contro il genin in avvicinamento allora lo Yama avrebbe lasciato la presa sfruttando la rotazione per lanciare via l’avversario.
     
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101 replies since 16/5/2008, 16:44   2125 views
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