Quartiere - Uchiha

[Ambientazione]

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    I tre Uchiha non si scomposero tanto alla notizia di Atasuke, anzi rimasero così impassibili che probabilmente avrebbero persino deluso il giovane shinobi che si aspettava di portargli una notizia da prima pagina.
    Non sarebbe stato difficile riconoscere il passo di colui che gli aveva rubato lo scoop da sotto il naso: l’Hokage.
    Proveniva dallo stesso punto da cui erano arrivati i tre esponenti di maggior spicco del clan e fu proprio tra di loro che si sedette, dedicando a ad Atasuke un piccolo cenno del capo, probabilmente la sua presenza li era dovuta ad una nuova e più intensa azione sulla politica del villaggio.
    I tre infatti tornarono al loro consanguineo soltanto quando Raizen si fu accomodato e gli diede concesse di proseguire.
    Fu il corvo a parlare questa volta, probabilmente dando ulteriore motivazione del suo soprannome, visto che oltre la maschera la sua voce appariva stridula e quasi gracchiante seppur non mancasse di personalità.

    Atasuke-san.

    Chiamò a se la sua attenzione.

    L’Hokage ci aveva già tempestivamente informato della scoperta.

    Sospirò pesantemente, anche se il suo corpo non trasmetteva la stessa difficoltà emotiva che la voce tentava di passare.

    Tuttavia, il clan di comune accordo con L’hokage, non intende spendere risorse nel recupero di Sasori Uchiha.
    Si è dimostrato un ninja di scarso valore che fin troppe volte ha messo a rischio il villaggio e i segreti del suo clan, la prima volta la fortuna l’ha aiutato, ma ora il rischio è troppo elevato, si trova in territorio nemico da fin troppo tempo, territorio che abbiamo saputo non ha problemi a rubare i segreti dei clan sfruttando i trapianti se necessario.


    Pensare che il suo sangue era così puro… ma è improbabile che la sua linea non sia macchiato da qualche… accoppiamento… con persone esterne al clan.

    La prego Sorai-san.

    Il jonin disolse lo sguardo, intuendo che forse e sue parole non erano troppo gradite a quegli individui così libertini
    Questa volta fu Raizen ad emettere un piccolo suono, pareva avesse fatto schioccare lievemente le labbra mentre cercava di prendere parola.

    Per questo, Atasuke, non impiegheremo forza alcuna per riportarlo al villaggio.
    È una missione estremamente rischiosa che richiederebbe l’impiego di più persone per salvarne una che più di una volta si è dimostrata… inadatta.
    Ho forti ripensamenti addirittura sulla sua promozione a chunin.


    Un volto estremamente serio, su cui non era presente l’ironia o la tipica goliardia di Raizen.

    Se vorrai andare, per tua spontanea iniziativa potrai, ma nessun cittadino della foglia potrà partire con te.
    O meglio, potranno, ma solamente se prima parleranno con me per essere informati al 100% su tutta la situazione.
    Anche perché pare che le informazioni riguardo l’ultima posizione siano abbastanza vecchi e i prigionieri siano stati spostati.


    Tamburellò sul bracciolo della sedia.

    Ma non è certamente nelle corde del villaggio e nemmeno mie, impedire che una persona emotivamente legata ad un’altra sia ostacolata, per cui, eventuali volontari potranno partire, ma non più di 3 persone, tuoi diretti sottoposti esclusi, ma vorrò parlare anche con loro, sappilo.

    Chiusa nella sua posa raccolta, quasi timida, Izumi guardava un punto del tatami, senza proferir parola.
     
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