Quartiere - Uchiha

[Ambientazione]

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  1. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    Duello all'Ombra del Trono 三

    ~Uno Strano Sentore~


    Atasuke rimase sorpreso dalla furia dimostrata da Izumi e non gli ci volle molto a farsi due domande sul “perchè” di tale scatto d'ira. In fondo ella era da sempre stata la più edicata e diplomatica tra i tre, eppure, in qualche modo si sentiva offesa dalle sue parole, le quali altro non erano che una semplice constatazione di quanto era accaduto.
    Ella, tolto il saluto iniziale aveva taciuto per tutto il tempo, eppure, ora si sentiva sotto attacco per qualcosa che sembrava essere stato frainteso o maleinterpretato.
    Ad ogni modo, quello non era un punto che andava analizzato in quel momento, quindi Atasuke tacque, ascoltando ciò che i tre avevano da dire, aspettando infine le ultime parole dell'Hokage prima di rispondere.

    “Come gradisci, non posso che augurarti il meglio.
    Ma stai attento, le mura di Konoha non possono vantarsi di un numero troppo folto di guardiani.
    E non osare, al tuo ritorno, dire “ve l’avevo detto” potresti incappare seriamente in gravi ritorsioni, personali più che ufficiali.”


    «Non preoccupatevi, Hokage-sama, semmai queste parole saranno riservate per il clan... In fondo si dovrebbero ormai essere abituati a sentirmelo dire»


    Rispose, sorridendo di rimando all'Hokage, lanciando un ben chiaro messaggio al trio che tanto amabilmente aveva ben pensato di cercare di sminuirlo verbalmente in una specie di diatriba in cui Atasuke non voleva infilarsi, o almeno non in presenza di Raizen. Alcuni panni andavano lavati in casa.

    “Ci sono motivazioni dietro a queste scelte che non è possibile ignorare.
    E tutto ci porta a pensare che di Sasori non sia rimasto che il ricordo, come quando lo salvammo dall’isola degli abomini, non ci sono arrivate richieste di riscatto, solo voci di corridoio su uno dei nostri.
    Per cui, va con la consapevolezza di non trovare nulla, ma non tornare chiedendo squilli di tromba... questa è una tua missione.”


    «Non era mia intenzione avanzare alcuna richiesta su questo piano. Per il resto so più che bene che di Sasori potrebbe non essere rimasto nulla, eppure, ritengo che rinunciare in partenza sia un fallimento addirittura peggiore del non tentare nemmeno.»


    La sua voce era calma e pacata, anche se la gentilezza del tono non indeboliva in alcun modo la sua risolutezza nel voler compiere ciò che aveva in mente, sottolineando quasi, la piccola frecciata che aveva scoccato verso i tre con i quali già in passato si era trovato in disaccordo di vedute, ma mai come in quell'occasione.

    […]



    Ed a quel punto, fu proprio il corvo a parlare, dimostrando definitivamente che il clan aveva perso la sua originale spina dorsale.

    “Ma che razza di domanda è?”

    «Una domanda lecita visto che fino alla sua elezione Raizen non era tra gli shinobi preferiti dal clan ed appunto, come già detto, fino all'altro ieri gli accessi ai quartieri erano sigillati a chiunque ed oggi vedo un cambio radicale di rotta»


    Puntualizzò alla domanda posta dal corvo, lasciando poi che questi proseguisse con le sue parole, seguito dallo sproloquio di Sorai che si dimostrò stranamente gentile, visto il consueto astio che aveva verso Atasuke a causa del suo passato, seppure non potesse in alcun modo avere colpe nell'essere nato nella famiglia sbagliata.
    Lasciò che il flusso di parole proseguisse senza interromperlo, limitandosi a rispondere solo alla fine a ciò che gli era stato detto.

    «Parole, parole, parole ed ancora parole... Fedeltà al villaggio, giustizia, storia... Tante parole altisonanti, dai significati importanti... Peccato solo che siano fini a loro stesse»


    Le sue parole furono lapidarie e secche come un fulmine a ciel sereno.

    «Ma andiamo con ordine, dacchè per rispondere ad un tale fiume di parole, serve un ben più moderato ed organizzato sistema di chiuse in modo da analizzare ogni punto con la dovuta attenzione... Se realmente credete che la mia analfabetizzazione vada di pari passo con la mia sfacciataggine, vi ringrazio del complimento, evidentemente praticare al mio Dojo ed allenarmi anche nell'arte dello Shodo stia dando i suoi frutti su entrambi i campi...»


    Non diede tempo ai tre di ribattere in alcun modo, prima di puntare sul successivo punto, pronto a smontare le loro stesse parole, in modo da poter poi, alla fine di tutto, piazzare la sua prima mossa verso il clan.

    «In merito alla missione... Al momento sono il miglior inseguitore di Konoha. Nessuno meglio di me potrebbe tracciare la posizione di Sasori e/o dei suoi carcerieri, quindi si, l'idea di fondo rimane arrivare, trovarlo e portarlo via, sempre se ciò è ovviamente possibile... Per quanto riguarda il mio unico errore, ebbene si, caso vuole che sia stato in concomitanza del medesimo evento, ma se vogliamo parlare di “capacità intellettive” a questo punto mi chiedo: chi tra noi è maggiormente da biasimare? Io? Che da genin sottoposto al suddetto Sasori ho errato una volta con le conseguenze che conosciamo o qualcuno che più volte mi ha mandato in missione per conto del clan in quelle che molti hanno definito missioni suicide? O a questo punto devo dare reale credito alla teoria che fossero esecuzioni mascherate da missioni che sfortunatamente non hanno dato l'esito sperato? Nel dettaglio... devo forse rammentare a qualcuno come mai Shizuka Kobayashi può circolare nei quartieri del clan da un paio d'anni a questa parte? E beninteso, non sto mettendo in discussione voi, ma le vostre accuse nei miei confronti in merito a questa specifica faccenda»


    Egli infatti non aveva motivo alcuno di mettere in discussione le decisioni del clan da parecchio tempo a quella parte, dato che ogni volta il clan si era dimostrato particolarmente inadatto ed inefficiente davanti a molte scelte del passato e del presente. Tuttavia, mai prima di quella riunione aveva visto i tre tanto aggressivi verso di lui, segno che forse stavano iniziando a temere il possibile ritorno di un capoclan che potesse togliere loro il potere che si erano auto-affidati alla sparizione di Kaworu, l'ultimo capoclan eletto.

    «In merito al valore di Sasori, non ho nulla in mano a favore della sua vita, semplicemente perchè non lo conosco abbastanza, tuttavia, se gli era stato conferito il grado, certamente non è uno sprovveduto, men che meno un ronzino... Inoltre, Masakado-sama, non eravate forse voi il primo a ritenermi un “ronzino” fino a non molto tempo fa? Eppure oggi parlate addirittura di un Cavallo pluripremiato... Anche se immagino non vi riferiste comunque alla mia persona con quel termine, tuttavia questo non toglie valore alle mie parole, dato che nel nostro ambiente l'apparenza inganna, praticamente sempre, dunque perché dare per scontata una verità? Non si diceva che la vittoria si ottiene con intelligenza e non con la sola forza bruta?»


    Domandò, ovviamente senza aspettarsi risposta alcuna, dato che il suo discorso ancora non era terminato.

    «Passando oltre, Sorai-sama... Certo non sono membro del consiglio e non so, nella vostra passata segretezza, quanti shinobi siano stati persi, quanti recuperati e tutto il resto... tuttavia, immagino che voi sappiate, quanti ne avete mandati a dare la caccia a mio padre, visto che voi eravate tra coloro che hanno firmato l'inizio della caccia... Devo forse farvi un resoconto di quante risorse sono state impiegate nel corso degli anni o può bastarvi la vostra memoria?Siete proprio certo di potervi fare beffe di me dopo che voi per primo firmaste per la sua messa al bando e la relativa condanna a morte di oltre 20 Uchiha mandati all'inseguimento nell'arco dei passati diciotto anni prima del mio arrivo? Ed in questo cosa ci insegna la matematica? Sacrificarne 20 per ucciderne uno? Che cosa ci dice la “storia” in questo caso? Quelle venti vite erano forse tanto sacrificabili pur di prenderne una? Colpevole, al pari di Heiko di aver amato qualcuno di un altro clan? La scelta fatta in quel frangente era forse stata meglio ponderata? Certo ragionando a mio modo forse avremmo perso il quintuplo degli uomini, ma certo voi non avete ragionato meglio allora e questa non è che una delle vostre geniali pensate... Perché non dimenticatelo... io so che siete stato sempre voi il primo a spingere per la mia candidatura alle missioni peggiori nella speranza che non facessi ritorno»


    Ed egli lo sapeva, dato che con l'aumentare del suo grado e del favore all'interno del clan, aveva ottenuto poco alla volta accessi sempre maggiori alle zone del clan, fino ad un punto in cui poté, anche con la carica di guardiano, accedere ai vecchi registri delle missioni interne, dove, appunto, erano presenti tutte quelle in cui aveva partecipato e la prima firma delle peggiori era sempre il timbro di Sorai Uchiha.

    «Ma non soffermiamoci troppo su queste questioni secondarie, altrimenti sembrerebbe che tutto questo sia una mia forma di rancore verso di voi, cosa che in effetti non è, dato che sono ben altri i punti che maggiormente mi lasciano perplesso. La lezione di storia, ad esempio. Ebbene, ben conosco la storia del clan, prima e dopo il “tradimento” di Itachi Uchiha, ordinato dal Sandaime e conosco altrettanto bene ciò che il clan aveva intenzione di fare... Tuttavia, non è di storia che si parla, dacché a ben pensarci è da sempre stata l'arroganza del clan a creare il problema. La sua sete di potere ad aver fomentato la rivolta in gran segreto. Il “come” suddetta rivolta sia stata sedata è un'altra questione. Di certo non è partecipando alle nostre riunioni che l'Hokage ci può tenere sotto controllo, fermo restando che non è la nostra fedeltà al villaggio ad essere in discussione. Anche perchè se così fosse, eventuali traditori si aggregherebbero altrove, terrebbero comunque riunioni segrete al di fuori del consiglio e nulla cambierebbe. Ciò che mi fa dubitare è che appunto un alleato, seppur Hokage presieda le decisioni interne e ben chiaro, non è di fedeltà che si parla, ma di sottomissione»


    Chiuse lentamente gli occhi, prendendo un profondo respiro prima di procedere con l'ultima risposta che intendeva dare in quella giornata.

    «Izumi-sama, voi da sempre siete sempre stata la più gentile e di certo la più aperta al dialogo, dunque immagino capirete perchè mi rivolgo principalmente a voi ora che presiedete questa riunione, anche se le mie parole sono rivolte all'intera assemblea... Voi mi avete attaccato, più o meno giustamente ed io vi ho risposto per le rime. Tuttavia, voi sapete molto bene quanto io, pur essendo stato considerato, ed essendo tutt'ora considerato da alcuni un reietto solo per la linea di sangue da cui provengo, che la mia fedeltà a questo villaggio ed al clan è indiscussa. È per il clan e per il villaggio che ho fondato la Karyuuken, che addestro i nuovi guardiani e vigilo sullo stesso, ed allo stesso modo mi sono occupato e mi occupo di addestrare i nuovi rampolli del clan, talvolta anche aiutandoli a sviluppare la nostra abilità... Credo immaginerete quindi la mia preoccupazione, pur avendo fiducia in voi, nel vedere che il clan continua a non avere un capo, una guida diretta da seguire. Non credo sia una novità la scissione interna tra chi vede più favorvolmente una linea più innovativa e moderna e chi invece si ritiene legato alle tradizioni, senza contare della piccola fetta che invece vede del buono nel mezzo, cercando di tenere unito il clan... Da troppo tempo non abbiamo una guida ed ho ragione di credere che non solo io veda male un'intromissione troppo pesante, per quanto legittima dell'Hokage nelle decisioni interne.
    Da che mondo è mondo, l'Hokage decide per il villaggio ed al più convoca i capiclan, non entra nelle loro riunioni private influenzandole, ed attenzione: Dico private e non “Segrete” dunque non vogliate alterare le mie parole. Da che mondo e mondo, due alleati, non interferiscono direttamente con i rispettivi governi, al più decidono insieme o, in un caso come nel nostro villaggio, l'elemento di comando convoca i suoi alleati e decide per conto della totalità. Questa è la libertà che ogni clan ha sempre avuto e credo continui a meritare di avere, dunque credo comprenderete il motivo della mia reazione, oltre che quanto detto e domandato»


    Il suo tono era calmo e gentile, ed alla fine della sua esposizione i suoi occhi si spostarono, osservando a tutrno tutte e tre le figure con la dovuta calma e pazienza, prima di ritornare su Izumi.

    «Sono stato scortese? Probabile. Sono stato avventato? Forse. Sono stato Irrispettoso? Estremamente probabile. Sono stato stupido? Lascerò ai Kami decidere, tuttavia, voi mi conoscete. Sapete di cosa sono capace e di certo conoscete la mia fama nel clan ed al di fuori di esso e se l'Hokage è stato sufficentemente loquace come al solito, saprete anche che cosa lui pensa di me. Dunque io vi chiedo: Davvero siete convinti del fatto che io sia stato sciocco, avventato e che non abbia ben ragionato le mie mosse prima di presentarmi a voi?»


    E concluse, lasciando la palla in mano ai tre, ben conscio del fatto che quello non era che il primo dei passi da compiere. La domanda da porsi però era: quali passi avrebbero fatto i tre verso o contro di lui? Avrebbe ottenuto un supporto? O si sarebbe inimicato l'intero trio? Li avrebbe divisi definitivamente, o si sarebbero create delle alleanze?
    L'unica cosa certa era che il gioco aveva appena avuto inizio per mano di un chunin pronto per andare verso una missione forse folle, sciocca, inutile e suicida.

     
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30 replies since 14/3/2005, 18:58   1845 views
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