Quartiere - Uchiha

[Ambientazione]

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  1. [Aoshi Hyuga]
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    * Dalla sede del Consiglio Aoshi era corso a tutta velocità. Non distava molto dal quartiere Uchiha, dove si stava dirigendo il Sage. Dopo tutti questi anni, forse avrebbe stentato a riconoscerlo o con ogni probabilità si sarebbe lamentato degli scarsi progressi fatti in "tutto questo tempo". Passò qualche momento ad immaginarsi gli insulti che il suo vecchio Sensei avrebbe potuto dirgli come benritrovato. *

    §...Non sei affatto cambiato, sei rimasto il solito Studente impacciato...Se ti rifacessi l'esame per i movimenti silenziosi scommetto che rifaresti esplodere tutto...però, ti dona l'occhio della vergogna...§

    * Mentre cercava di trattenere i nervi a fior di pelle che gli facevano venire questi pensieri, decise che non sarebbe andato direttamente all'ingresso, ma avrebbe aspettato che kaworu si fosse avvicinato per poi uscire allo scoperto usando i movimenti silenziosi. Sarebbe folle pensare di riuscire a passare inosservati, tuttavia era grande il desiderio di Aoshi di mostrare all'Uchiha i suoi progressi, che per quanto potessere essere sminuiti da quello, erano innegabili perlomeno alla sua persona. Quando Kaworu fu ormai arrivato al cancello, si diresse verso di lui, con passo più lento, ma comunque sciolto e sicuro.

    [...]

    Nel momento in cui Kaworu si fermò (Aoshi era ancora abbastanza lontano da lui), lo Hyuga parlò, sicuro di essere già stato scoperto, salutando con fermento e una punta di acidità il suo ritorno mentre continuava ad avvicinarsi silenziosamente. *

    "E riecco il nostro temuto sensei che si rifà vivo dopo anni di assenza...che dici, stavolta non mi hai sentito tirare l'acqua del cesso, eh?"
    CITAZIONE
    Movimenti Silenziosi "Avanzato"
    Un ninja dotato di questa Abilità è in grado di compiere movimenti senza emettere rumori, e di riuscire a combattere emettendone molti meno. Ciò avviene grazie all'utilizzo di Chakra. Infatti, impastando del Chakra sotto le piante dei piedi e dandogli la forma di una patina spessa circa mezzo centimetro riuscirà con essa ad attutire tutti i suoni emessi dagli spostamenti, risultando in tal modo silenzioso.
    (Consumo di Chakra: ½ Basso per Turno)

     
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    ¤Avevo intuito bene.....¤

    Il Sennin girò la testa verso il nuovo arrivato, tenendo la testa leggermente obliqua. La sua espressione era indecifrabile, anche se si notava una punta di divertimento nel suo sguardo e anche nel suo tono di voce.

    -Ma bene.......vedo che siamo leggermente migliorati nei movimenti silenziosi......tutte quelle esplosioni sono servite eh?......-

    Kaworu si girò completamente verso di lui

    -Carino l'occhio.....è una nuova moda?.....-

    Kaworu fissava negli occhi colui che gli si parava di fronte.

    -Allora a cosa devo l'onore di una tua visita, eucambù?-

    L'espressione del Sennin era tornata impassibile
     
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  3. Femho Jyakushin
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    Il suono della porta della sua casa, chiusa per l'ultima e definitiva volta, era ancora impresso nella mente del sedicenne che ora camminava con lo sgurdo perso per le vie del quartiere Uchiha.
    Forse il suo subconscio cercava di minimizzare quel momento, la chiusura di tutte quelle esperienze che avevano formato il suo essere Uchiha.
    CITAZIONE
    "Per entrare nel clan devo essere pronto a chiudere con la mia metà Uchiha

    Furono le parole che lo accompagnarono per il tragitto: una promessa fatta non solo a sé stesso, ma anche di fronte al sensei Yoshikuni.
    Era il momento di concretizzare la sua nova vita andando ad abitare nel quartiere del clan Yakushin.
    Come era solito affrontare i suoi problemi ignorò il sentimento di nostalgia che già lo stava per prendere, conentrandosi sugli oggetti presenti nella scatola che portava in mano: pochi e di poco valore, risalenti alla sua infanzia

    TONK


    Fu il sordo suono del piede incappato sulla piccolezza di un sasso per terra: Femho rovinò a terra, gli oggetti sparsi qua e là.

    °Dannazione, ed io sarei un ninja di Konoha? -___-°


    Pensò scoraggiato portando lo sguardo verso gli oggetti rotolati qua e la...ne mancava solo uno.

    °Eccolo!°


    Disse fra se portando la mano destra sul suo vecchio orsacchiotto di peluche caduto ai piedi di un signor...

    °Che figura di ***** -___-°


    Silenzioso ed imbarazzato raccolse l'oggetto ficcandolo il più in fretta possibile nella scatola.
    Rialzandosi in piedi porse le proprie scuse allìindividuo che si stagliava sopra di lui:

    "Mi scusi"


    Disse guardandolo poi negli occhi: neri come la pece, una profondità che lo fece sprofondare in un abisso, forse di imbarazzo, forse di timore...
    La presenza di un secondo uomo fu avvertita in quel momento: anch'egli alto ma al contrario del primo possedeva un occhio rosso, e nell'altra orbita spiccava l'inconfondibile candore del Byakugan.
    Un'insopportabile silenzio si era instaurato cosicchè Femho concluse la sua "performance"

    "Scusate il disturbo"


    Disse voltandosi per andarsene, cosa che avrebbe fatto se non fosse stato interpellato dai due.
    Fu uno strano addio a quelle vie tanto vissute negli ultimi mesi che si sarebbe concluso nella sua prossima meta, casa di Crystal Uchiha.
     
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  4. [Impiegati di Konoha]
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    Una donna correva velocemente all'interno del quartiere, una missiva in mano e l'espressione spaventata. Guardava a destra e sinistra come un'ossessa, in cerca di qualcuno. Ogni tanto si fermava per mezzo istante osservando bene qualcuno, ma poi ripartiva sconsolata.

    §Ma si assomigliano tutti questi cazzo di Uchiha?...Oh ma che mi metto a pensare...§

    Finalmente, in una delle strade più grandi del quartiere, sembrò trovare la persona che cercava.

    -UCHIHA SAMA! UCHIHA SAMA!-

    Lo raggiunse correndo, mentre l'uomo si voltò verso di lei. Con il fiatone e l'agitazione, la donna riuscì a spiegare ben poco, pronunciando solo alcune parole sconnesse come "Mizukage", "lettera" e "nessuno".




    L'Uchiha prese in mano la missiva che gli venne porta, leggendola con sguardo serio.

    §...Ma guarda te se gli amministratori devono proprio sparire mentre ci sono solo io...alla faccia del titolo di Sennin.§

    Richiuse la missiva e la diede indietro alla donna.

    -Essendo una richiesta del Mizukage, non possiamo ignorarla o rifiutarla...tuttavia la faccenda è ancora poco chiara. Dategli un alloggio temporaneo e mettete qualcuno a sorvegliarlo da lontano, ma con assoluta discrezione. Mandate risposta a Kiri con crittazione massima. E cercate di rintracciare gli altri amministratori.-

    §Se le cose scritte sulla lettera sono vere, qualcuno sta cercando di scatenare una guerra. Le cose cominciano a farsi interessanti, potrebbe scapparci qualche missione degna di nota finalmente...§



    Legenda
    -Parlato-
    §Pensato§
    Narrato.



    La donna memorizzò le istruzioni del Sennin e si inchinò profondamente un numero indefinito di volte, ripetendo costantemente:

    -Si Kaworu-Sama! Sarà fatto Kaworu-Sama!-

    Riprese poi a correre verso le mura, per dare comunicazione ai guardiani...
     
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  5. Sorran
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    Nuova vita



    Nuada
    Kensho(padre di Nuada)
    Ichiro(padre della neonata)


    Sedeva silente e composto sui propri talloni nel centro della stanza.La flebile e timida luce che filtrava dalle imposte semiaperte fendeva con difficoltà l'oscurità pulsante che si annidava fra i suoi antenati.Oscurità che il giovane membro del clan avrebbe giurato sossurrargli consigli e promesse,mentre lui le permetteva di adagiarsi sulle sue spalle come un manto in un freddo abbraccio.

    La sala degli antenati era una vasta camera che ospitava sculture degli esponenti più importanti della loro famiglia.Ognuno di loro aveva contribuito alla fama e l'importanza di cui il clan Uchiha godeva tuttora.Responsabilità che ricadeva di conseguenza sullo stesso Nuada.Era forse per questo che trovava un certo conforto nel sedere assieme ai loro corpi di pietra meditando su come onorarne ed eguagliarne le imprese.

    La voce di suo padre fu preceduta dal quasi impercettibile frusciare della porta che separava la sala dal giardino interno..

    "E' ora di andare,non possiamo essere in ritardo.."

    "..dobbiam dare l'esempio..lo so padre."

    Nuada fini la frase,costringendo in un sorriso a mezza bocca l'altro ,consciò oramai della sua prevedibilità.
    La larga e pregiata veste con i quali entrambi erano vestiti,oscillava elegantemente seguendo il ritmico incidere dei loro passi attraverso la dimora.Benchè la loro,fosse fra le più grandi di tutto il quartiere,sembrava scomparire all'ombra del Palazzo del clan che torreggiava proprio difronte alla loro porta d'ingresso.Voltarono a destra,percorrendo la larga strada che costeggiava l'imponente edificio passando davanti alle dimore degli altri nobili,ai giardini pubblici ed infine alla zona commerciale .La casa davanti alla quale si femarono,benchè mantenesse lo stile di quelle precedenti,era decisamente di più modeste dimensioni,particolare evidenziato dal gran numero di persone che come loro si stavano accingendo ad entrare.Una giovane coppia stava in piedi accanto ad una culla lignea di recente fattura contenente una piccola infante,proponendosi in marcati inchini e ringraziamenti,mentre gli ospiti si congratulavano con loro per la nascita.

    "Salutiamo un nuovo membro del clan e facciamo i più sinceri auguri ai loro genitori" suo padre pronunciò le paroli di rito,trasmettendo comunque un genuino e sincerò calore,mentre il figlio ne seguiva l'esempio inchinandosi.

    Voi ci onorate,Kensho-sama,Nuada-san..sono sicuro che anche la piccola Inuzuno-chan vorrebbe ringraziarvi se potesse parlare.Vi prego restate e godete della nostra ospitalità

    Padre e figlio si fecero rispettosamente da parte,lasciando la coppia ai loro doveri di casa e posizionandosi vicino ad una delle larghe finestre che davano sul quartiere,osservando via via i volti più o meno conosciuti ed intrattendosi in formali conversazioni.



     
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  6. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    Uchiha – Salvate il Soldato Sasori 一

    ~Convocazione del Consiglio~


    Atasuke era come al solito al lavoro, dedito a controllare il continuo flusso di persone che entravano ed uscivano dal gate del villaggio quando una particolare informazione era giunta al suo orecchio.

    «Sei sicuro di quanto mi stai dicendo?»

    “Assolutamente uchiha-sama”

    «Dunque Sasori è stato localizzato e sappiamo la sua probabile posizione?»

    “Così sembra Uchiha-sama”

    «Il clan deve saperlo... Contatta gli archivi e richiedi una copia del fascicolo. La voglio sulla mia scrivania entro un'ora. Intanto vedrò di chiamare il consiglio»


    “Si, Uchiha-sama”


    Ed il giovane guardiano corse fuori dall'ufficio per eseguire l'ordine richiesto.
    Rimasto solo, Atasuke rimase ad osservare il panorama fuori dalla finestra, scrutando con attenzione tutti i passanti che ignari di ciò che accadeva attorno a loro vivevano la loro vitaa sereni e tranquilli. Gli balzarono in mente molte domande e molti quesiti, tuttavia, uno tra tutti dominava: “Come avrebbe potuto convincere il consiglio del clan a recuperare Sasori?”.
    Perse alcuni minuti nel meditare sul da farsi, mentre ancora attendeva una copia del fascicolo, grazie al quale, forse, sarebbe riuscito a recuperare l'amico.
    L'unica cosa certa era che probabilmente l'Hokage non avrebbe mai ordinato una missione di recupero per Sasori o almeno difficilmente avrebbe rischiato una o più squadre per recuperarlo da quel di Kumo, anche se difficilmente si sarebbe opposto ad una missione “privata” da parte del clan per recuperare uno dei suoi membri, anche se questo aveva preso il vizio di farsi catturare.
    Oltretutto Atasuke sapeva di essere, almeno in parte, causa di quella cattura avendo deciso all'epoca di dividere il team in due gruppi, abbandonandolo di fatto al suo destino, quale che questo fu.
    Passarono quasi trenta minuti prima che il guardiano fu nuovamente da lui con in mano il fascicolo con i dettagli noti alle alte sfere del villaggio inerenti a Sasori ed alla sua probabile posizione.
    Atasuke lo prese e si incamminò quindi a passo lento e deciso verso il quartiere, preparandosi ad affrontare, un'altra volta, il consiglio del clan Uchiha attualmente istituito in sostituzione dell'assente capoclan che da troppo tempo non dava segni di vita.

    […]



    Quando fu davanti all'ingresso della magione centrale del clan si prese un breve momento di sosta, inspirando con forza per darsi coraggio e decisione. In fondo, seppure conosceva bene il clan e la triade di shinobi che lo aspettavano, ogni volta era irrequeto, difficile a dirsi se per una forma di malcelato rispetto o se per la coscienza di non essere uno dei volti più ben visto da quei tre.
    Con passo deciso si rimise in marcia, attraversando l'ingresso della villa e proseguendo direttamente fino alla porta principale, dove venne fermato da una guardia, posta a difesa dell'edificio.

    “Atasuke, la tua visita è quantomeno inattesa”

    «Me ne scuso, Takaji, ma ho importanti novità che devo discutere con i tre»

    “In merito?”

    «Uchiha Sasori. So dove si trova ed intendo riportarlo a casa»

    “Sai che il clan non...”

    «So che i tre decideranno per ciò che crederanno essere il meglio per il clan»


    Concluse con decisione, convincendo Takaji a lasciarlo proseguire lungo la via. Le porte vennero spalancate e con passo deciso l'Uchiha avanzò oltre nella magione.

    […]



    Giunto nella sala dei colloqui, si mise pazientemente in seiza in quello che era il posto adibito per coloro che volevano consultare il consiglio per un qualsiasi motivo e pazientemente attese l'arrivo dei tre che sostituivano il capoclan in sua assenza e che lo consigliavano sulla guida dello stesso.
    Gli occhi di Atasuke rimasero chiusi al lungo mentre egli approfittava del momento per concentrarsi e raggiungere un elevato livello di concentrazione, al punto tale che dopo poco i suoi sensi sembrarono quasi affinarsi, al punto che sentiva di poter percepire ogni minimo dettaglio della stanza, ogni crepitio, ogni movimento ed ogni suono attorno a se.
    [Abilità]

    Quando il primo dei tre giunse, Atasuke potè percepirlo. Ne percepiva i passi e dal suono di questi, riconobbe il primo della triade: Sorai Uchiha, uno dei maggiori sostenitori della linea conservatrice del clan. Egli era infatti convinto che il clan dovesse rimanere saldo e legato alle tradizioni e non accettava di buon grado alcuna idea progressista o che potesse in qualche modo rischiare di “danneggiare” la tradizione. Inutile spendere parole su come poteva vedere Atasuke ed il suo passato familiare, in particolare per quanto era noto sul “deceduto” padre Sarutobi Uchiha, noto al clan come uno dei peggiori traditori esistenti.
    Alla vista di Atasuke infatti Sorai non trattenne uno sbuffo indispettito, prima di andarsi a sedere sulla sua sedia in attesa dei due colleghi.
    Il secondo ad entrare poco dopo fu Masakado, esperto jonin ed abile combattente. Egli ignorava fondamentalmente la storia di chi aveva davanti, limitandosi ad osservarne le abilità e quanto queste potessero tornare utili al clan. Come sempre indossava la sua maschera che lo rendeva simile ad un corvo e che raramente toglieva, limitandosi a mostrare il suo vero volto solo nel privato con la sua famiglia e nelle apparizioni pubbliche nel clan quando la situazione necessitava anche del suo volto espressivo.
    Egli non vedeva male il giovane Atasuke, anche se in effetti a volte aveva di che ridire sulle sue scelte forzatamente “buone”, ritenendo che il fine giutificava ogni mezzo ed era meglio perdere un uomo per assicurare il risultato, piuttosto che rischiare per salvare tutti.
    Ultima ad entrare ma non per importanza, fu Izumi Uchiha. Una delle donne più belle del clan, al punto che molti si chiedessero quale età ella avesse dimostrando a malapena vent'anni. Ella era gentile, pacata ed un esperta diplomatica. Tutte le sue decisioni potevano dirsi elaborate e ponderate fino all'ultimo dettaglio e come ogni donna aveva quella particolare sensibilità da renderla unica nel suo genere e particolarmente accorta.

    “Atasuke-san, qual buon vento ti porta nuovamente da noi?”

    «Izumi-sama, come sempre siete la più gentile, tuttavia lascerò a voi decidere se le mie sono buone nuove o meno»


    Le parole di lei erano gentili e cortesi, mentre con grazia si siedeva sulla sedia centrale delle tre. Atasuke continuava però a restare in seiza, senza aprire gli occhi con il capo lievemente chinato in avanti, in attesa di avere il permesso di proseguire con il discorso.

    “Non farci perdere tempo! Su, parla!”

    «Sorai-sama, sembra che il villaggio abbia localizzato Sasori Uchiha e vorrei riportarlo al villaggio»


    L'astio di Sorai vibrava nella sua voce, mentre di contro la calma e la pacatezza del maestro della Karyuuken gli tenevano testa, esponendo in breve ciò che aveva in mano. Da quel momento, l'ampia partita per la vita di Sasori aveva avuto inizio. Sarebbe riuscito a convincere il clan a mandarlo in missione?


    OT - Dunque questo è l'avvio :zxc: Ti ho lasciato una base più dettagliata ed ampia possibile sulla triade che controlla il clan. A te muoverli e vediamo se possiamo andare a salvare Sasori o se gli toccherà fare da se XD - /OT
     
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    I tre Uchiha non si scomposero tanto alla notizia di Atasuke, anzi rimasero così impassibili che probabilmente avrebbero persino deluso il giovane shinobi che si aspettava di portargli una notizia da prima pagina.
    Non sarebbe stato difficile riconoscere il passo di colui che gli aveva rubato lo scoop da sotto il naso: l’Hokage.
    Proveniva dallo stesso punto da cui erano arrivati i tre esponenti di maggior spicco del clan e fu proprio tra di loro che si sedette, dedicando a ad Atasuke un piccolo cenno del capo, probabilmente la sua presenza li era dovuta ad una nuova e più intensa azione sulla politica del villaggio.
    I tre infatti tornarono al loro consanguineo soltanto quando Raizen si fu accomodato e gli diede concesse di proseguire.
    Fu il corvo a parlare questa volta, probabilmente dando ulteriore motivazione del suo soprannome, visto che oltre la maschera la sua voce appariva stridula e quasi gracchiante seppur non mancasse di personalità.

    Atasuke-san.

    Chiamò a se la sua attenzione.

    L’Hokage ci aveva già tempestivamente informato della scoperta.

    Sospirò pesantemente, anche se il suo corpo non trasmetteva la stessa difficoltà emotiva che la voce tentava di passare.

    Tuttavia, il clan di comune accordo con L’hokage, non intende spendere risorse nel recupero di Sasori Uchiha.
    Si è dimostrato un ninja di scarso valore che fin troppe volte ha messo a rischio il villaggio e i segreti del suo clan, la prima volta la fortuna l’ha aiutato, ma ora il rischio è troppo elevato, si trova in territorio nemico da fin troppo tempo, territorio che abbiamo saputo non ha problemi a rubare i segreti dei clan sfruttando i trapianti se necessario.


    Pensare che il suo sangue era così puro… ma è improbabile che la sua linea non sia macchiato da qualche… accoppiamento… con persone esterne al clan.

    La prego Sorai-san.

    Il jonin disolse lo sguardo, intuendo che forse e sue parole non erano troppo gradite a quegli individui così libertini
    Questa volta fu Raizen ad emettere un piccolo suono, pareva avesse fatto schioccare lievemente le labbra mentre cercava di prendere parola.

    Per questo, Atasuke, non impiegheremo forza alcuna per riportarlo al villaggio.
    È una missione estremamente rischiosa che richiederebbe l’impiego di più persone per salvarne una che più di una volta si è dimostrata… inadatta.
    Ho forti ripensamenti addirittura sulla sua promozione a chunin.


    Un volto estremamente serio, su cui non era presente l’ironia o la tipica goliardia di Raizen.

    Se vorrai andare, per tua spontanea iniziativa potrai, ma nessun cittadino della foglia potrà partire con te.
    O meglio, potranno, ma solamente se prima parleranno con me per essere informati al 100% su tutta la situazione.
    Anche perché pare che le informazioni riguardo l’ultima posizione siano abbastanza vecchi e i prigionieri siano stati spostati.


    Tamburellò sul bracciolo della sedia.

    Ma non è certamente nelle corde del villaggio e nemmeno mie, impedire che una persona emotivamente legata ad un’altra sia ostacolata, per cui, eventuali volontari potranno partire, ma non più di 3 persone, tuoi diretti sottoposti esclusi, ma vorrò parlare anche con loro, sappilo.

    Chiusa nella sua posa raccolta, quasi timida, Izumi guardava un punto del tatami, senza proferir parola.
     
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  8. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
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    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    Uchiha – Salvate il Soldato Sasori 二

    ~Riunione Inconsulta~


    Atasuke rimase spiacevolmente sorpreso nel ritrovarsi l'Hokage davanti anche in quella sede. Per quanto egli fosse la guida della foglia, non gli piacque vederlo a presiedere anche nel consiglio interno del clan. Tuttavia, quale che fosse il motivo della sua presenza, Atasuke volle non dargli troppo peso. In quel momento ben altri problemi decisamente più importanti lo muovevano, tuttavia era ormai palese nella sua mente che il clan era debole. Da troppo tempo mancava un diretto leader e la gestione dei tre gli apparve quanto più indebolita.

    “Atasuke-san.”


    La voce roca di Masakado attirò lo sguardo di Atasuke che attendeva il momento più propizio per parlare.

    “L’Hokage ci aveva già tempestivamente informato della scoperta.”

    °E nessuno ha anche solo lontanamente pensato di andarlo a recuperare?°

    “Tuttavia, il clan di comune accordo con L’hokage, non intende spendere risorse nel recupero di Sasori Uchiha.
    Si è dimostrato un ninja di scarso valore che fin troppe volte ha messo a rischio il villaggio e i segreti del suo clan, la prima volta la fortuna l’ha aiutato, ma ora il rischio è troppo elevato, si trova in territorio nemico da fin troppo tempo, territorio che abbiamo saputo non ha problemi a rubare i segreti dei clan sfruttando i trapianti se necessario.”


    °Comune accordo... da quando il clan concorda le sue questioni interne con l'Hokage?°

    “Pensare che il suo sangue era così puro… ma è improbabile che la sua linea non sia macchiato da qualche… accoppiamento… con persone esterne al clan.”


    Alle parole di Sorai Atasuke si lasciò scappare un lieve sbuffo divertito, trovando quasi divertente come il vecchi, che a stento accettava lui nel clan, poteva accettare che le tradizioni del clan venissero letteralmente calpestate lasciando un esterno, seppure l'hokage, a presiedere a quella riunione interna.

    “Per questo, Atasuke, non impiegheremo forza alcuna per riportarlo al villaggio.
    È una missione estremamente rischiosa che richiederebbe l’impiego di più persone per salvarne una che più di una volta si è dimostrata… inadatta.
    Ho forti ripensamenti addirittura sulla sua promozione a chunin.”


    °Dunque se un elemento risulta inutile lo si lascia indietro... Gran bella politica... Credo che quasi tutti i passati Hokage si ribalterebbero nella tomba a sapere che questa è la nuova linea del villaggio°


    Continuò a tacere, limitandosi a tenere per se e par la sua mente ogni pensiero su quella situazione, sorprendendosi nel provare un tale disgusto su quanto stava accadendo.
    Non ricordava di essere mai stato tanto legato al clan da volerne difendere tradizioni ed unicità, tuttavia, in quel momento, in quella occasione, sentiva che troppe cose non andavano e la sua risolutezza nel voler cambiare le cose si fece addirittura più forte del solito.

    […]


    Quando anche l'Hokage ebbe terminato la sua imposizione, Atasuke levò lo sguardo, inquadrando tutti e quattro i presenti con uno sguardo calmo e gentile, anche se nella sua anima c'era un forte conflitto, generato da quella situazione.

    «Quindi è questa la situazione... Uno dei nostri è “inadatto” e la decisione del clan è di lasciarlo nelle mani del nemico...»


    Chiuse lentamente gli occhi, creando una piccolissima pausa, prima di spalancarli di colpo, puntando negli occhi Sorai, il quale potè vedere, senza sorpresa alcuna che le iridi di Atasuke erano divenute rosse e solcate dalle tre tomoe, segno del livello raggiunto nella padronanza dello sharingan.

    «Sorai-sama... Che cosa ne è della capacità combattiva del clan? Che ne è della nostra memorabile abilità nel combattimento? Quando abbiamo perso il nostro spirito, iniziando ad abbandonare i nostri fratelli nelle mani del nemico? Certo, potrebbero averlo torturato... potrebbero aver estirpato il suo potere per farlo loro... Tuttavia, sia che lo abbiano fatto, sia che non lo abbiano fatto... Una volta il clan non avrebbe esitato a spedire una squadra per recuperare uno dei nostri o ad assicurarsi che le nostre abilità non venissero condivise con altri, addirittuta meno puri del sottoscritto...»


    Concluse “ammettendo” il suo difetto genetico, avendo il sangue mischiato con quello di una Yamanaka, conscio del fatto che quel tipo di discorsi solitamente galvanizzava il vecchio Sorai, il quale per quanto potesse apprezzare o meno Atasuke, di certo sapendo quanto era stato fatti in merito alla sua famiglia, certamente avrebbe dato in escandescente al solo pensiero dello sharingan in mani altrui con il clan fermo a non fare nulla, lasciando Sasori in mano al nemico.
    Non contento, una volta ottenute o meno risposte da Sorai, Atasuke portò quindi il suo sguardo su Masakado, il corvo, riservandogli un trattamento non dissimile.

    «“Si è dimostrato un ninja di scarso valore che fin troppe volte ha messo a rischio il villaggio e i segreti del suo clan” E quindi vorreste realmente lasciarlo in mano al nemico? Non dico che Sasori sia un abile shinobi, non ne ho le prove e certo ha dato buone dimostrazioni del contrario facendosi prendere per ben due volte... Tuttavia: Non avevate forse la stessa opinione di me quando mi sono presentato al clan anni fa? Non ero forse un peso? Eppure, oggi sono qui, in questo giorno come molti altri davanti a voi, dimostrando che vi eravate sbagliati... Come Sorai stesso ha detto, il sangue di Sasori è forte, ma necessita della guida del clan per essere rimesso in sesto, inoltre non possiamo escludere l'eventualità che abbia ottenuto informazioni utili in prigionia... Forse lui potrebbe non valere la pena, ma avere ciò che può aver saputo sui suoi carcerieri... Inolre se fosse riuscito a proteggere le sue abilità certo avrà ottenuto molto dalla sua prigionia... e non mi sembra che questo sarebbe il primo caso nella storia in cui il carcerato risulta essere l'elemento più utile...»


    E concluse, lanciando l'amo all'Hokage, riportando alla mente proprio ciò che i due avevano fatto, facendosi catturare prima ed evadendo poi, ottenendo entrambi molto in termini di informazioni e non meno in termini di abilità.

    «E voi, Izumi-sama... Non avete aperto bocca su questa questione e noto che il vostro sguardo sembra puntare altrove... che cosa di preoccupa a tal punto? Non rammento occasione in cui siate rimasta talmente turbata da non dire nulla... Inoltre faccio fatica a credere che davvero voi siate concorde a lasciare uno del clan a se stesso in mano al nemico.»


    Ed a quel punto Atasuke rimase in silenzio, aspettandosi una risposta da parte del trio, prima di riprendere con le sue considerazioni.

    […]

    «Hokage-sama. Come voi stesso avete detto, non potrete impedirmi di partire, perchè ho tutta l'intenzione di riportare Sasori a casa... Inoltre avevo intenzione di richiedere l'aiuto di una sola persona. Per una missione di questo tipo, non servono molte persone, bastano anche solo due elementi di discreto livello ed un supporto medico... E Shizuka potrebbe fornirli entrambi, tuttavia, viste le vostre decisioni, credo procederò in solitaria, in questo modo, seppure con assenza di supporto eviteremo inutili perdite per il villaggio o per il clan»


    Accennò al trio, evitando di palesare la scelta che era stata fatta in passato, affidando la riabilitazione di Sasori a Shizuka, portando tra le varie cose la ragazza ad avvelenare Atasuke per rapire Sasori alla luce del sole allo scopo di metterlo alla prova.


    «Hokage-sama, se non vi spiace, vorrei parlare privatamente con il consiglio di questioni private ed interne al clan inerenti alla mia abitazione ed alcuni... come definirli... “scherzi” da parte di qualche simpaticone. Nulla di così importante da richiedere il vostro tempo e la vostra attenzione»


    Ed a quel punto, dopo un lungo e gentile sorriso, ed uno sguardo che ben lasciava intendere la sua intenzione di voler categoricamente rimanere solo con il trio del consiglio, avrebbe taciuto finchè l'Hokage non avesse gentilmente accolto la sua richiesta abbandonando la seduta, lasciando Atasuke da solo con i tre del consiglio.

    [...]


    Per tutto il tempo Atasuke continuò ad osservare i tre, cercando di carpirne le emozioni ed i sentimenti, cercando di leggere in loro il perchè di quella inaspettata ed alquanto particolare visita.

    «Da quando l'Hokage prende parte alle riunioni del clan?»


    Chiese quasi atono, come se quella fosse un'osservazione precisa, assolutamente scollegata da ogni forma di emozione.

    «In un clan dove nemmeno i nostri membri possono mettere piede nel nostro quartiere perchè macchiatisi della colpa di amare qualcuno di esterno... Ora facciamo partecipare un esterno addirittura alle riunioni? Anzi, lo lasciamo a presiedere?»


    Calcò maggiormente il tono sull'ultima domanda, non per inquisire, ma per rendere palese la sua richiesta di informazioni. Egli esigeva delle risposte e voleva sapere che direzione stava prendendo quella famiglia, che da troppo tempo vagava in mano a quei tre burocrati tanto diversi e tanto risoluti nelle loro posizioni, da diventare un problema per il clan stesso. Troppe teste troppo diverse stavano dividendo il clan poco alla volta in tre filoni distinti e non erano pochi i sostenitori delle due opposte fazioni principali. La prima, molto più tradizionalista che seguiva gli insegnamenti e le idee di Sorai, la seconda, molto più progressista e guerriera che voleva tornare agli antichi fasti, anche con mezzi nuovi, capitanata da Masakado.
    La terza, quella più “diplomatica” in cui Atasuke si rispecchiava maggiormente era rappresentata dalla bella Izumi, la quale però da tempo sembrava non più in grado di dominare ed imporsi sugli ultimi due, i quali stavano rapidamente prendendo potere e sostenitori all'interno del clan...



    OT - Visto che l'altro player interessato si è tirato indietro per sovraccarico, partirò solo io. Quindi, per il bene di sasori, visto che c'è l'OK direi che possiamo aprire la role ed in parallelo la piccola riunione privata tra Atasuke ed i tre :zxc: - /OT
     
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    Mentre Raizen parlava osservava Atasuke, si ritrovò ad alzare un sopracciglio per la sorpresa quando osservò nel suo volto un velo di rabbia, affatto difficile da percepire.
    Fu per questo che non parlò nuovamente, ma si limitò a cedere la parola, semplicemente tacendo, agli attuali reggenti del clan Uchiha.
    Fu la donna, colei aveva subito l’accusa più grande, quella d’accidia, a farsi portavoce del gruppo, dimenticando lo sguardo triste che aveva poco prima e stringendo le labbra in un espressione ben poco accomodante, a nessuno piaceva veder le sue parole fraintese e venir accusato per qualcosa che non aveva fatto ne l’intenzione di fare.

    Atasuke-san, il vostro analfabetismo è pari solo alla vostra sfacciataggine.
    Abbiate premura, per una volta, di dare alle parole il significato che hanno, e non di inventarvene uno di sana pianta, altrimenti saremmo costretti a prendere atto dell’inadeguatezza…


    Parola, quell’ultima, su cui pose un accento particolarmente pungente.

    …delle vostre capacità intellettive che se la memoria non mi inganna, già una volta vi hanno permesso di fallire la missione che guarda caso ha condotto l’amato con sanguigno nelle mani del nemico.
    Possibile un po’ di coinvolgimento emotivo?
    Sarebbe una spiacevole scoperta, il coinvolgimento emotivo porta ad azioni avventate, a congetture avventate che possono portare ad errori grossolani categorizzati come suicidio.
    La natura umana è fragile quando è il cuore a comandare.


    Pessima scelta quella di sfoderare gli artigli contro quella donna.
    Izumi Uchiha sospirò riacquisendo la calma, anche se di certo il suo sfogo non era poi così plateale come sarebbe potuto esserlo quello del Colosso.

    Come il nostro rispettabile Hokage ha detto il motivo non era di inadeguatezza. Per quanto il soggetto della diatriba si sia dimostrato tale non era questo il motivo del rifiuto.
    Il motivo era un altro: il rischio che la missione comporterebbe.
    Kumo, luogo in cui ci risulti essere Sasori, è un luogo del tutto inesplorato e quanto mai pericoloso senza un’ adeguata esplorazione che ci assicuri tratte sicuri, agganci e quant’altro una missione di recupero necessiti.
    Oppure spera di andare li, mettere nel sacco il necessario e tornare indietro?
    Avete letto male il mio viso se questa era la vostra intenzione, la decisione era dura, ma la matematica non è un opinione, due vite a rischio per una sono un rischio fin troppo elevato, non vi sembra?
    E se per caso vi venisse in mente di fare una scommessa valutate questo: state puntando su un cavallo zoppo, e zoppo non è Sasori, bensì la sorte che si presuppone debba accompagnare la vostra missione ad una rosea conclusione.


    E dopo aver spiegato ciò che le parole di Raizen già avevano esposto in maniera più che cristallina, per difendere il suo onore di persona giusta e corretta, tacque per permettere agli altri due di parlare.
    Fu il corvo il primo a interloquire, evidentemente che Sorai stesse cercando di mandare giù il groppo alla gola che l’insolenza di Atasuke gli aveva procurato.

    Atasuke-san… ribadirò le parole di Izumi-san esclusivamente per chiarire che le mie parole non erano che un attenta analisi dei fatti.
    Sasori è assente da quasi un anno, è davvero utile che qualcuno rimetta nuovamente la vita per trovarlo?
    Siamo realistici. Un tempo così lungo cosa comporta generalmente?


    Lasciò passare qualche secondo di modo che Atasuke potesse intendere che quella era una domanda retorica.

    Sarebbe come perdere una vecchia carrozza ed il ronzino che la trainava ed andare alla sua ricerca, nello stesso pericoloso dirupo, con una nuova carrozza ed un cavallo da tiro premiato in quattro fiere diverse.
    Stupido, no?
    Non siate così attaccato agli esempi sentendo per questo declassata la natura umana di Sasori, ma comprendete che si tratta di mettere su due piatti della bilancia due vite differenti, se entrambe hanno pari valore vanno considerati altri parametri: il nostro consanguineo risulterà svantaggiato dalla semplice logica, comprendete?


    Venne poi il momento di Sorai, pareva aver trovato la calma.

    Ah, e quando di preciso sarebbe accaduto, signor membro dell’alto consiglio?
    Con tutta la sua esperienza nel clan Uchiha da cui è entrato a far parte da una manciata d’anni a questa parte saprà sicuramente fornirmi un esempio della moltitudine di casi di recupero avvenuti in queste medesime condizioni.


    Strinse gli occhi, per quanto Izumi si fosse sentita colpita era Sorai quello ad essere stato leso più a fondo.

    Si fanno sempre delle stime riguardo i dispersi nelle missioni e le loro possibili condizioni, se queste sono in perdita allora il ninja si dichiara semplicemente disperso.
    Stupido moccioso.


    Non si sentì in grado di risparmiarsi quel complimento.

    Sai quanti shinobi avremmo perso se avremmo ragionato come te?
    Almeno il quintuplo! Tutti morti cercando dei cadaveri!
    Tsk!
    Hai poi pensato alla valenza dell’informazione?
    O ti sei preoccupato esclusivamente di leggere grossolanamente e poi fare l’eroe?
    Non si tratta soltanto di muscoli e valore, le battaglie si vincono col cervello.


    Venne poi il turno di Raizen, direttamente interpellato da Atasuke che, come suo solito non faceva a meno di passare in rassegna a tutti i presenti con le sue parole.

    Come gradisci, non posso che augurarti il meglio.
    Ma stai attento, le mura di Konoha non possono vantarsi di un numero troppo folto di guardiani.
    E non osare, al tuo ritorno, dire “ve l’avevo detto” potresti incappare seriamente in gravi ritorsioni, personali più che ufficiali.


    Si concesse un piccolo sorriso.

    Ci sono motivazioni dietro a queste scelte che non è possibile ignorare.
    E tutto ci porta a pensare che di Sasori non sia rimasto che il ricordo, come quando lo salvammo dall’isola degli abomini, non ci sono arrivate richieste di riscatto, solo voci di corridoio su uno dei nostri.
    Per cui, va con la consapevolezza di non trovare nulla, ma non tornare chiedendo squilli di tromba... questa è una tua missione.


    Annuì una singola volta prima di alzarsi e lasciare ai tre lo spazio che gli era stato richiesto.
    I tre fissarono il Guardiano per tutta la durata del suo silenzio, scoraggiandosi mano a mano che si prolungava e meravigliandosi infine della domanda.

    Ma che razza di domanda è?

    Chiese il corvo.
    Furono le sue labbra a parlare, ma quelle di Sorai e Izumi ne ricalcarono più di una parola, e l’espressione non fu da meno.

    Credi a me Atasuke…

    Ed era curioso notare che fosse sparito il tono formale.

    …chiedere all’Hokage di uscire è stata la scelta migliore che tu potessi fare in tutta la tua vita.

    Tuttavia fu il sospiro di Sorai a pretendere la parola.

    Atasuke, ragazzo, sarò gentile perché voglio che tu comprenda, al di fuori delle tua visionaria bontà che ti ha portato a richiedere l’autorizzazione per questa missione devi comprendere che tutte le azioni da noi intraprese hanno una storia, il villaggio ha una storia.
    La riassumerò in poche, pochissime parole.
    Prima che il concetto di villaggio nascesse nella mente del primo Hokage nessuno aveva mai concepito alleanze più grandi di un solo clan.
    E nessuno voleva concepirle, tutti fissati, convinti di essere i migliori in un mondo dove regnava la guerra e il caos, in cui ci si azzuffava per un fiume senza comprendere che quell’acqua avrebbe potuto dissetare tutti se ben gestita.
    Fino a che non vennero gettate le basi per la grande alleanza che fondò la foglia, il suo simbolo stesso, come saprai, è l’unione di due simboli distinti. Guardati attorno Atasuke, quanti clan sono stati riuniti nel nostro villaggio?
    Quante persone orgogliose hanno rinunciato alla loro totale indipendenza per aiutarsi a vicenda?


    Lo guardò a lungo, Sorai era un uomo di valore, la cui fedeltà al villaggio ed al suo clan erano indiscutibili, e dall’alto di tali ferree convinzioni aveva elaborato, che il clan non aveva nulla da nascondere o che non potesse essere deciso insieme a quello che era il leader del villaggio e che, a differenza dei suoi recenti predecessori, li reputava degni di considerazione.

    Molti Hokage hanno fallito nel tenere a bada i clan.
    Conosci la nostra storia Atasuke?
    La storia degli Uchiha?
    Come ti credi che sia stato possibile lo sterminio di un INTERO clan?


    I due reggenti più giovani tacevano, in un religioso silenzio.

    Credi davvero che fu un solo uomo a riuscire a sterminarci tutti?
    Un singolo uomo?
    In una notte non ne avrebbe avuto il tempo materiale!
    Donne, vecchi, bambini, civili e non… tutto il clan.
    Chi pensi abbia emanato quell’ordine?
    UNA sola persona poteva farlo, e quella persona ha il suo viso scolpito nella montagna, è il terzo.
    L’Hokage più magnanimo e benvoluto della foglia dopo il primo.
    Eppure ci ha sterminati, o stava per riuscirci quantomeno, persino lui ha fallito.
    Sai per cosa?
    Perché le nostre riunioni erano segrete.
    Perché potevamo nascondere, pianificare, credendo che nessuno ci avrebbe mai scoperto, credendo che una guerra civile vi avrebbe dato lustro e rispetto ora che i Senju andavano estinguendosi.
    È questo che vuoi Atasuke?
    Segreti?


    Il suo volto si era ingentilito, qualcosa di quel discorso ancora riusciva a scalfirgli il cuore, duro come il Guardiano sapeva che fosse.

    Per questa volta la tua mancanza passerà, l’ignoranza non è un male se si impara a colmare le lacune ed a sfruttare ciò che si è appreso.
    Tuttavia, mai più ti sarà concesso di chiamare, o definire l’Hokage un estraneo.
    Ma se hai compreso le mie parole avrai anche capito che un unico nodo lega tutte le corde che i clan rappresentano. Ed esso va protetto, rispettato ma soprattutto gli si deve fiducia, e dalle tue parole ne proviene così poca che quella goccia non basterebbe a dissetare una mosca.
    Ho letto nelle tue parole un filo di risentimento quando parlavi di colpe d’amore.
    Sai cos’ha fatto il Juudaime in tal proposito?


    Il Corvo e Izumi si guardarono per un istante, incerti.

    Dovresti, conosci l’erede dei Kobayashi e più di una volta di ho visto scambiare amichevoli parole con lei, se non altro conosci sicuramente sua madre, Heiko.
    Shinobi valorosa, un tempo, prima che il clan decidesse di cacciarla, senza fare a meno del solito disonore, perché amava il suo attuale marito.
    Ebbene, la prima cosa che l’Hokage fece fu di chiamare a riunione il clan ed imporre la sua ammissione allo stesso in quanto nessun tradimento o disonore era riscontrabile nell’amare una persona con cui non condividesse una seppur lieve linea di sangue.
    Non condivido questo pensiero, ma tanti giovani si, e a quanto pare tu stesso lo pensi.
    È forse tempo di evolversi quindi, è forse tempo di essere coerenti e maturare realmente Atasuke e comprendere che tra alleati non possono esistere segreti.
    I segreti portano sospetti, i sospetti indagini, le indagini fraintendimenti… e i fraintendimenti portano alla guerra.


    Su quell’ultima parola si fece grave la sua voce da anziano, dando un peso che solamente quelle rughe, scavate nella pelle dal peso dell’esperienza, sapevano dare.

    Il clan esiste, ma il clan e fedele al villaggio, e il villaggio ha un Hokage che lo rappresenta.
    Nessuna di queste cose è scindibile dalle altre.
    E fedeltà è anche questo, soprattutto questo.


    Terminò Izumi mentre indicava il posto in cui poco prima era seduto l’Hokage, l’uomo a cui il Daimyo aveva dato la sua fiducia.
     
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  10. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    Duello all'Ombra del Trono 三

    ~Uno Strano Sentore~


    Atasuke rimase sorpreso dalla furia dimostrata da Izumi e non gli ci volle molto a farsi due domande sul “perchè” di tale scatto d'ira. In fondo ella era da sempre stata la più edicata e diplomatica tra i tre, eppure, in qualche modo si sentiva offesa dalle sue parole, le quali altro non erano che una semplice constatazione di quanto era accaduto.
    Ella, tolto il saluto iniziale aveva taciuto per tutto il tempo, eppure, ora si sentiva sotto attacco per qualcosa che sembrava essere stato frainteso o maleinterpretato.
    Ad ogni modo, quello non era un punto che andava analizzato in quel momento, quindi Atasuke tacque, ascoltando ciò che i tre avevano da dire, aspettando infine le ultime parole dell'Hokage prima di rispondere.

    “Come gradisci, non posso che augurarti il meglio.
    Ma stai attento, le mura di Konoha non possono vantarsi di un numero troppo folto di guardiani.
    E non osare, al tuo ritorno, dire “ve l’avevo detto” potresti incappare seriamente in gravi ritorsioni, personali più che ufficiali.”


    «Non preoccupatevi, Hokage-sama, semmai queste parole saranno riservate per il clan... In fondo si dovrebbero ormai essere abituati a sentirmelo dire»


    Rispose, sorridendo di rimando all'Hokage, lanciando un ben chiaro messaggio al trio che tanto amabilmente aveva ben pensato di cercare di sminuirlo verbalmente in una specie di diatriba in cui Atasuke non voleva infilarsi, o almeno non in presenza di Raizen. Alcuni panni andavano lavati in casa.

    “Ci sono motivazioni dietro a queste scelte che non è possibile ignorare.
    E tutto ci porta a pensare che di Sasori non sia rimasto che il ricordo, come quando lo salvammo dall’isola degli abomini, non ci sono arrivate richieste di riscatto, solo voci di corridoio su uno dei nostri.
    Per cui, va con la consapevolezza di non trovare nulla, ma non tornare chiedendo squilli di tromba... questa è una tua missione.”


    «Non era mia intenzione avanzare alcuna richiesta su questo piano. Per il resto so più che bene che di Sasori potrebbe non essere rimasto nulla, eppure, ritengo che rinunciare in partenza sia un fallimento addirittura peggiore del non tentare nemmeno.»


    La sua voce era calma e pacata, anche se la gentilezza del tono non indeboliva in alcun modo la sua risolutezza nel voler compiere ciò che aveva in mente, sottolineando quasi, la piccola frecciata che aveva scoccato verso i tre con i quali già in passato si era trovato in disaccordo di vedute, ma mai come in quell'occasione.

    […]



    Ed a quel punto, fu proprio il corvo a parlare, dimostrando definitivamente che il clan aveva perso la sua originale spina dorsale.

    “Ma che razza di domanda è?”

    «Una domanda lecita visto che fino alla sua elezione Raizen non era tra gli shinobi preferiti dal clan ed appunto, come già detto, fino all'altro ieri gli accessi ai quartieri erano sigillati a chiunque ed oggi vedo un cambio radicale di rotta»


    Puntualizzò alla domanda posta dal corvo, lasciando poi che questi proseguisse con le sue parole, seguito dallo sproloquio di Sorai che si dimostrò stranamente gentile, visto il consueto astio che aveva verso Atasuke a causa del suo passato, seppure non potesse in alcun modo avere colpe nell'essere nato nella famiglia sbagliata.
    Lasciò che il flusso di parole proseguisse senza interromperlo, limitandosi a rispondere solo alla fine a ciò che gli era stato detto.

    «Parole, parole, parole ed ancora parole... Fedeltà al villaggio, giustizia, storia... Tante parole altisonanti, dai significati importanti... Peccato solo che siano fini a loro stesse»


    Le sue parole furono lapidarie e secche come un fulmine a ciel sereno.

    «Ma andiamo con ordine, dacchè per rispondere ad un tale fiume di parole, serve un ben più moderato ed organizzato sistema di chiuse in modo da analizzare ogni punto con la dovuta attenzione... Se realmente credete che la mia analfabetizzazione vada di pari passo con la mia sfacciataggine, vi ringrazio del complimento, evidentemente praticare al mio Dojo ed allenarmi anche nell'arte dello Shodo stia dando i suoi frutti su entrambi i campi...»


    Non diede tempo ai tre di ribattere in alcun modo, prima di puntare sul successivo punto, pronto a smontare le loro stesse parole, in modo da poter poi, alla fine di tutto, piazzare la sua prima mossa verso il clan.

    «In merito alla missione... Al momento sono il miglior inseguitore di Konoha. Nessuno meglio di me potrebbe tracciare la posizione di Sasori e/o dei suoi carcerieri, quindi si, l'idea di fondo rimane arrivare, trovarlo e portarlo via, sempre se ciò è ovviamente possibile... Per quanto riguarda il mio unico errore, ebbene si, caso vuole che sia stato in concomitanza del medesimo evento, ma se vogliamo parlare di “capacità intellettive” a questo punto mi chiedo: chi tra noi è maggiormente da biasimare? Io? Che da genin sottoposto al suddetto Sasori ho errato una volta con le conseguenze che conosciamo o qualcuno che più volte mi ha mandato in missione per conto del clan in quelle che molti hanno definito missioni suicide? O a questo punto devo dare reale credito alla teoria che fossero esecuzioni mascherate da missioni che sfortunatamente non hanno dato l'esito sperato? Nel dettaglio... devo forse rammentare a qualcuno come mai Shizuka Kobayashi può circolare nei quartieri del clan da un paio d'anni a questa parte? E beninteso, non sto mettendo in discussione voi, ma le vostre accuse nei miei confronti in merito a questa specifica faccenda»


    Egli infatti non aveva motivo alcuno di mettere in discussione le decisioni del clan da parecchio tempo a quella parte, dato che ogni volta il clan si era dimostrato particolarmente inadatto ed inefficiente davanti a molte scelte del passato e del presente. Tuttavia, mai prima di quella riunione aveva visto i tre tanto aggressivi verso di lui, segno che forse stavano iniziando a temere il possibile ritorno di un capoclan che potesse togliere loro il potere che si erano auto-affidati alla sparizione di Kaworu, l'ultimo capoclan eletto.

    «In merito al valore di Sasori, non ho nulla in mano a favore della sua vita, semplicemente perchè non lo conosco abbastanza, tuttavia, se gli era stato conferito il grado, certamente non è uno sprovveduto, men che meno un ronzino... Inoltre, Masakado-sama, non eravate forse voi il primo a ritenermi un “ronzino” fino a non molto tempo fa? Eppure oggi parlate addirittura di un Cavallo pluripremiato... Anche se immagino non vi riferiste comunque alla mia persona con quel termine, tuttavia questo non toglie valore alle mie parole, dato che nel nostro ambiente l'apparenza inganna, praticamente sempre, dunque perché dare per scontata una verità? Non si diceva che la vittoria si ottiene con intelligenza e non con la sola forza bruta?»


    Domandò, ovviamente senza aspettarsi risposta alcuna, dato che il suo discorso ancora non era terminato.

    «Passando oltre, Sorai-sama... Certo non sono membro del consiglio e non so, nella vostra passata segretezza, quanti shinobi siano stati persi, quanti recuperati e tutto il resto... tuttavia, immagino che voi sappiate, quanti ne avete mandati a dare la caccia a mio padre, visto che voi eravate tra coloro che hanno firmato l'inizio della caccia... Devo forse farvi un resoconto di quante risorse sono state impiegate nel corso degli anni o può bastarvi la vostra memoria?Siete proprio certo di potervi fare beffe di me dopo che voi per primo firmaste per la sua messa al bando e la relativa condanna a morte di oltre 20 Uchiha mandati all'inseguimento nell'arco dei passati diciotto anni prima del mio arrivo? Ed in questo cosa ci insegna la matematica? Sacrificarne 20 per ucciderne uno? Che cosa ci dice la “storia” in questo caso? Quelle venti vite erano forse tanto sacrificabili pur di prenderne una? Colpevole, al pari di Heiko di aver amato qualcuno di un altro clan? La scelta fatta in quel frangente era forse stata meglio ponderata? Certo ragionando a mio modo forse avremmo perso il quintuplo degli uomini, ma certo voi non avete ragionato meglio allora e questa non è che una delle vostre geniali pensate... Perché non dimenticatelo... io so che siete stato sempre voi il primo a spingere per la mia candidatura alle missioni peggiori nella speranza che non facessi ritorno»


    Ed egli lo sapeva, dato che con l'aumentare del suo grado e del favore all'interno del clan, aveva ottenuto poco alla volta accessi sempre maggiori alle zone del clan, fino ad un punto in cui poté, anche con la carica di guardiano, accedere ai vecchi registri delle missioni interne, dove, appunto, erano presenti tutte quelle in cui aveva partecipato e la prima firma delle peggiori era sempre il timbro di Sorai Uchiha.

    «Ma non soffermiamoci troppo su queste questioni secondarie, altrimenti sembrerebbe che tutto questo sia una mia forma di rancore verso di voi, cosa che in effetti non è, dato che sono ben altri i punti che maggiormente mi lasciano perplesso. La lezione di storia, ad esempio. Ebbene, ben conosco la storia del clan, prima e dopo il “tradimento” di Itachi Uchiha, ordinato dal Sandaime e conosco altrettanto bene ciò che il clan aveva intenzione di fare... Tuttavia, non è di storia che si parla, dacché a ben pensarci è da sempre stata l'arroganza del clan a creare il problema. La sua sete di potere ad aver fomentato la rivolta in gran segreto. Il “come” suddetta rivolta sia stata sedata è un'altra questione. Di certo non è partecipando alle nostre riunioni che l'Hokage ci può tenere sotto controllo, fermo restando che non è la nostra fedeltà al villaggio ad essere in discussione. Anche perchè se così fosse, eventuali traditori si aggregherebbero altrove, terrebbero comunque riunioni segrete al di fuori del consiglio e nulla cambierebbe. Ciò che mi fa dubitare è che appunto un alleato, seppur Hokage presieda le decisioni interne e ben chiaro, non è di fedeltà che si parla, ma di sottomissione»


    Chiuse lentamente gli occhi, prendendo un profondo respiro prima di procedere con l'ultima risposta che intendeva dare in quella giornata.

    «Izumi-sama, voi da sempre siete sempre stata la più gentile e di certo la più aperta al dialogo, dunque immagino capirete perchè mi rivolgo principalmente a voi ora che presiedete questa riunione, anche se le mie parole sono rivolte all'intera assemblea... Voi mi avete attaccato, più o meno giustamente ed io vi ho risposto per le rime. Tuttavia, voi sapete molto bene quanto io, pur essendo stato considerato, ed essendo tutt'ora considerato da alcuni un reietto solo per la linea di sangue da cui provengo, che la mia fedeltà a questo villaggio ed al clan è indiscussa. È per il clan e per il villaggio che ho fondato la Karyuuken, che addestro i nuovi guardiani e vigilo sullo stesso, ed allo stesso modo mi sono occupato e mi occupo di addestrare i nuovi rampolli del clan, talvolta anche aiutandoli a sviluppare la nostra abilità... Credo immaginerete quindi la mia preoccupazione, pur avendo fiducia in voi, nel vedere che il clan continua a non avere un capo, una guida diretta da seguire. Non credo sia una novità la scissione interna tra chi vede più favorvolmente una linea più innovativa e moderna e chi invece si ritiene legato alle tradizioni, senza contare della piccola fetta che invece vede del buono nel mezzo, cercando di tenere unito il clan... Da troppo tempo non abbiamo una guida ed ho ragione di credere che non solo io veda male un'intromissione troppo pesante, per quanto legittima dell'Hokage nelle decisioni interne.
    Da che mondo è mondo, l'Hokage decide per il villaggio ed al più convoca i capiclan, non entra nelle loro riunioni private influenzandole, ed attenzione: Dico private e non “Segrete” dunque non vogliate alterare le mie parole. Da che mondo e mondo, due alleati, non interferiscono direttamente con i rispettivi governi, al più decidono insieme o, in un caso come nel nostro villaggio, l'elemento di comando convoca i suoi alleati e decide per conto della totalità. Questa è la libertà che ogni clan ha sempre avuto e credo continui a meritare di avere, dunque credo comprenderete il motivo della mia reazione, oltre che quanto detto e domandato»


    Il suo tono era calmo e gentile, ed alla fine della sua esposizione i suoi occhi si spostarono, osservando a tutrno tutte e tre le figure con la dovuta calma e pazienza, prima di ritornare su Izumi.

    «Sono stato scortese? Probabile. Sono stato avventato? Forse. Sono stato Irrispettoso? Estremamente probabile. Sono stato stupido? Lascerò ai Kami decidere, tuttavia, voi mi conoscete. Sapete di cosa sono capace e di certo conoscete la mia fama nel clan ed al di fuori di esso e se l'Hokage è stato sufficentemente loquace come al solito, saprete anche che cosa lui pensa di me. Dunque io vi chiedo: Davvero siete convinti del fatto che io sia stato sciocco, avventato e che non abbia ben ragionato le mie mosse prima di presentarmi a voi?»


    E concluse, lasciando la palla in mano ai tre, ben conscio del fatto che quello non era che il primo dei passi da compiere. La domanda da porsi però era: quali passi avrebbero fatto i tre verso o contro di lui? Avrebbe ottenuto un supporto? O si sarebbe inimicato l'intero trio? Li avrebbe divisi definitivamente, o si sarebbero create delle alleanze?
    L'unica cosa certa era che il gioco aveva appena avuto inizio per mano di un chunin pronto per andare verso una missione forse folle, sciocca, inutile e suicida.

     
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    Al ribattere di Atasuke i tre ebbero reazioni differenti, Izumi delusa, Sorai indispettito e arrabbiato, mentre il corvo semplicemente si limitò a sospirare.

    Il miglior inseguitore?

    Chiese il più vecchio dei tre mentre il più nero si sorreggeva la fronte, imprecando qualcosa sottovoce.

    Non devi inseguirlo, non devi trovare le sue tracce.
    È sparito da un anno.


    Il corvo gli fece eco sulle ultime parole, nuovamente a mezza voce.

    Ma si, ma si.
    Atasuke san sarà così veloce da correre indietro nel tempo
    Mpft!


    L’ironia esternata da Masakado raggiunse picchi che solo lui tra i tre era in grado di toccare.

    Sai vero che non è di un inseguitore che si necessita?
    Senza contare che non penso le tue abilità possano eguagliare quelle di un jonin con un esperienza parecchio più ampia della tua.
    Non è sparito da un paio di giorni, anzi! Credi che in tutto questo lasso di tempo sia rimasto anche solo il ricordo delle sue tracce?
    Molto probabilmente ricorderai a fatica persino l’esatto punto in cui vi siete separati, e parli di inseguimento?
    Menomale che si era parlato di cervello, nemmeno ti è passato per l’anticamera dello stesso di utilizzarlo, la prima cosa che hai pensato è stata fiutare l’aria e correre veloce.
    Un buon inizio non c’è che dire.


    Alzò la mano, scostando chissà quale volontà di proseguire il discorso, lasciandolo cadere con arrendevolezza, come se continuare fosse inutile, probabilmente aveva intenzione di rammentare ad Atasuke che aveva specificato bene di non attaccarsi alle parole del suo esempio riguardo i cavalli, ma pensarono, evidentemente la natura di equino gli si confaceva.

    Continui a citare il passato, passato in cui abbiamo sbagliato Atasuke, passato da cui abbiamo appreso, al contrario di te.
    Vorrei inoltre farti notare che tuo padre è scappato, così come scappano i traditori. E tra un traditore che potrebbe avere l’intenzione di vendicarsi del suo villaggio cospirando contro di esso, e Sasori ci sono differenze ben marcate, nel caso di tuo padre si cercava di prevenire un problema futuro.
    Nel caso di Sasori si cerca di evitare che lo diventi.


    Ma il giovane aveva parlato decisamente più del dovuto, ed altre parole andavano sprecate per le sue orecchie ingorde ma senza fondo, golose di una verità che non riuscivano ad apprezzare.

    Missioni peggiori?
    Ma con quali dati affermi questo?
    Hai forse letto l’intero archivio per vedere a quali missioni sono stati assegnati gli altri?
    A te sono state assegnate missioni, come a tanti altri shinobi, se le hai trovate difficili, beh, colpa nostra che credevamo ti abbiamo sopravvalutato.
    Ti faremo servire il thè nel soggiorno del Daimyo la prossima volta.
    Bada bene Atasuke, il clan non autorizza niente, se arriva una richiesta dall’amministrazione possiamo esclusivamente accettare e monitorare i nostri consanguinei, ma non possiamo evitare che partano, eventualmente potremmo suggerire che le condizioni di un elemento non sono le migliori in quanto abbiamo con i nostri membri particolare affiatamento, facendo quindi notare che è meglio per quello shinobi non partecipare a date missioni, ma nel riguardo della sua salute, non per volontà o potere di opporsi a scelte dall’alto.
    E tu… beh, tu sei sempre stato in salute.
    Paradossalmente lo shinobi ha più potere su se stesso, potendo rifiutare l’incarico, ma a quanto vedo ti piace rischiare, per cui, con quale faccia tosta vieni a recriminare?


    Lo sguardo navigato di Sorai si soffermò sugli occhi di Atasuke con la leggerezza e la fermezza che solo l’esperienza maturata col tempo poteva conferirgli.

    Hai parlato di arroganza, lato negativo che hai ereditato pienamente, e non negartene, lo stai pienamente dimostrando.
    Ciò che non comprendi Atasuke, è che non ci sono decisioni interne, potresti forse definire decisione interna questa piccola diatriba, ma se l’Hokage non fosse stato presente, gli avremmo riferito della tua venuta, della tua decisione, della nostra e della tua posizione.
    Nuovamente, perché siamo alleati. Se capitasse un problema a te, e per qualche ragione il clan non potesse fronteggiarlo dovrebbe richiedere man forte al villaggio, a quel punto come motiveresti quel segreto?
    L’amministrazione avrebbe tutto il diritto di rimproverarci non perché messo in pericolo un Uchiha, bensì un ninja della foglia.
    Sai perché i capiclan hanno potere?
    Ma soprattutto sai che potere hanno?


    Attese qualche secondo prima di dare una risposta.

    Sociale.
    I capiclan sono i leader di una fetta, più o meno grande, del villaggio e da essa eletti. Non rispettare i loro consigli, le loro parole, comporta l’inimicarsi il clan se tale presa di posizione non è fondata o appoggiata da una maggioranza composta da figure che possono variare di volta in volta in base alle occasione.
    Per questo sono necessari degli accordi.


    Concluse seccamente.

    Così si comportano gli alleati.
    Questo sei o dovresti essere, prima di essere Uchiha, è una lezione che si cerca di insegnare agli studenti sin dal loro primo giorno, è evidente che non sia stato io ad assegnarti i tuoi studenti altrimenti avrei certamente tenuto conto di una mancanza che rasenta l’anarchia.


    Quando poi il discorso si spostò sulla sottomissione lo stupore si fece strada nel viso dei tre, Sorai diede una stretta di mascelle così vigorosa che per più di qualche secondo fu possibile vedere la forma dei muscoli della mandibola, fu il Corvo a posargli una mano sulla spalla, ed indurlo alla calma.
    Ma era chiaro dei loro volti che Atasuke aveva usato la peggior parola che potesse scegliere tra le infinite alternative.

    Mi domando cosa di “comune accordo” non ti sia chiaro.

    Il tono fino a quel momento cortese di Masakado era sparito uno ben più rigido veniva ora dedicato ad Atasuke.

    Sono più che convinto che nella lingua corrente rappresenti una decisione presa da due fazioni dopo una discussione atta a chiarire la tesi di entrambe, al fine di raggiungere un punto comune o rafforzare delle idee già presenti.
    L’unico sottomesso sei tu Atasuke.
    Ti sentii così infimo ed inferiore, così inconsciamente insicuro, da nutrire dubbi persino sulle persone che ti sfamano


    Fu in quel momento che Masakado si alzò, imponendo la sua presenza, il suo carisma, più che la sua stazza.

    C’è un solo governo al villaggio della foglia, Atasuke.
    I clan non hanno regole interne, perché non esiste un interno od un esterno fino a che siamo dentro alle mura.
    L’Hokage ha rispettato le nostre ragioni quanto le sue, ma ciò che più conta, e che l’alleanza che ci ha portato a fondare il villaggio della foglia gli concede dei poteri, tra i quali il levarsi sopra alle decisioni di chiunque all’interno delle mura poiché lui è il capo.
    LUI è l’ombra del fuoco.
    L’unico che non ha rispetto per le opinioni altrui sei tu Atasuke.
    E fino a che questo avviene col clan è tollerabile, perché il clan non ha potere di condanna verso questo tipo di atteggiamenti.
    Ma cercare di intaccare la leadership dell’Hokage, dubitare di esso… accusarci di sottomissione come se fossimo stati costretti a fare scelte vietate dalla legge, o a fare il male del nostro clan che vive ormai in pace… questo è ben diverso.
    Questo potrebbe portare a conseguenze ben più gravi.


    La mascherà si immobilizzò innaturalmente sul volto di Atasuke, lo stava fissando intensamente ed era strano notare come, nonostante l’immobilità trasudasse espressività a sufficienza da far trasparire le sue emozioni.

    Dimmi Atasuke, alla luce di questi discorsi, riporteresti interamente questo discorso all’Hokage?

    Immobili, tutti e tre, Atasuke era riuscito in qualcosa di molto complesso, farli andare d'accordo su qualcosa.
     
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  12. Asgharel
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    [QUOTE=Asgharel,19/4/2016, 22:26 ?t=3100872&st=15#entry591053120]

    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    Duello all'Ombra del Trono 四

    ~Uniti nel verso opposto~


    Unità. Questa era una cosa che Atasuke non vedeva da tempo nel clan, men che meno la vedeva all'interno di quel trio male assortito che si trovava davanti, anche se in quella particolare occasione, tutti e tre si dimostrarono uniti su un unico fronte: Cercare di sminuirlo e forse di distruggerlo.
    Tuttavia, seppure non gli fosse nuova questa loro intenzione di liberarsi della sua “fastidiosa presenza” mai prima di allora li aveva visti tanto aggressivi e tanto impertinenti, al punto che una piccola idea fece capolino nella sua mente, idea che tenne ben stretta, evitando che l'eventuale percezione di tale sospetto potesse in qualche modo venire a galla troppo presto, prima di confermare la sua ipotesi.
    Tornando però alle vuote parole del trio, Atasuke sorrise all'esternazione del corvo e della sua sarcastica battuta, senza lasciargli il piacere di godere di quella “vittoria”, dato che di vittoria in effetti non si trattava, o almeno non per la triade.

    «Oh, sfortunatamente il viaggio nel tempo non è ancora tra le mie abilità, ma spero quanto prima di terminare una tecnica adatta ad ottenere un simile risultato»


    Rispose egli sardonico, prima di ascoltare l'ennesima stupidaggine che veniva fuori dalla bocca del corvo.

    “[...] Menomale che si era parlato di cervello, nemmeno ti è passato per l’anticamera dello stesso di utilizzarlo, la prima cosa che hai pensato è stata fiutare l’aria e correre veloce.
    Un buon inizio non c’è che dire.”

    «Avventato come sempre nel gettare conclusioni Masakado-sama... Proprio perché un uomo parla di Inseguitore, tutti stupidamente pensano al gatto ed al topo che si inseguono... Un errore da studente, più che da Jonin del vostro rango... Un inseguitore non fiuta l'aria per mettersi a cercare... non siamo cani da tartufo. Inoltre le informazioni sull'ultima posizione, non mi risulta risalgano ad un anno fa e per quanto vecchie non mi risultano siano più vecchie di un mese, inoltre le tracce non sono solo rami spezzati ed impronte sul terreno, ma anche informazioni e tolto il fatto che di certo un sensitivo sarebbe la perfezione per questa caccia, ditemi allora quali altri “specialisti” sarebbero più adatti nel rintracciare uno dei nostri... davvero nessuna idea Masakado-sama? Che non sia forse proprio perché Inseguitori e sensitivi sono gli specialisti nel trovare qualcuno?»


    Evitò di ribattere inutilmente sulla questione dell'intelligenza dato che con quella stoccata aveva di fatto chiuso quel punto del discorso. Certo cercare tracce “classiche” non era di certo la via per rintracciare Sasori, ma l'unico modo per trovare qualcuno era, appunto, cercare le sue tracce, oppure percepirne la presenza, tuttavia, chi meglio di un inseguitore o un sensitivo potevano trovare qualcuno? Nessuno.

    “Continui a citare il passato, passato in cui abbiamo sbagliato Atasuke, passato da cui abbiamo appreso, al contrario di te.
    Vorrei inoltre farti notare che tuo padre è scappato, così come scappano i traditori. E tra un traditore che potrebbe avere l’intenzione di vendicarsi del suo villaggio cospirando contro di esso, e Sasori ci sono differenze ben marcate, nel caso di tuo padre si cercava di prevenire un problema futuro.
    Nel caso di Sasori si cerca di evitare che lo diventi. ”


    «Scappato... immagino dunque che uno qualsiasi di voi, braccato da entrambi i clan che minacciano di morte i vostri figli sarebbe rimasto nel villaggio senza porsi alcun problema... La differenza non esiste, se non nel fine della spedizione, inoltre Sarutobi è sempre rimasto fedele al villaggio e non insultiamo la nostra intelligenza a vicenda cercando di dire il contrario. Izumi-sama... per quanto le nostre vite siano nel presente ed i nostri sguardi vadano verso il fururo, non si può non tener conto del passato. Voi dite di aver appreso dai vostri errori, mentre io, povero mentecatto, continuo a non imparare, rimanendo immobile e sciocco... Eppure, dopo questi ormai cinque anni di permanenza nel clan, se c'è una cosa che continuo a vedere, sono gli stessi identici errori che si ripetono... Eppure, mi duole dirvelo con tanta platealità... Non sono io a compierli»


    Le sue parole erano gentili e per quanto non si fosse direttamente espresso nei confronti di nessuno, nessuno dei tre avrebbe di certo avuto problemi nell'intuire a chi fossero rivolte, specialmente i due antipodi che maggiormente continuavano a sottovalutare l'Uchiha, convinti di poterlo distruggere con sordidi trucchetti o con plateali esposizioni degne di un generale.
    Quando poi Sorai ebbe finito la sua altisonante e pomposa deviazione di discorso, Atasuke non si trattenne dal sorridere divertito, lasciandosi quasi sfuggire una gioiosa risata prima di proseguire.

    «Appunto come stavo dicendo... Gli errori si ripetono, ma sembra ironico non sia io a commetterli... Sorai-sama... Non vedo l'utilità di elencarvi una tonnellata di missioni consultate, ma mi limiterò a fare tre specifici casi che maggiormente possono esemplificare la questione: Eliminazione Sanjuro Tadashi, rango originale C, sotto vostra richiesta scritta, declassata rango D ed assegnata al sottoscritto, all'epoca: Studente. La missione era richiesta e prevista per un team di 4 genin e mi avete fatto andare da solo... Caverne Iteboshi, missione rango C+, previsti 1 chunin e 3 genin, sotto ennesima richiesta, assegnata al sottoscritto ed altri tre studenti, di cui due Uchiha nella lista degli “indesiderati”, entrambi colpevoli di essere nati dal ramo sbagliato e ultima... “Vendetta per XXX Uchiha” missione non registrata negli archivi nata da una disputa del suddetto, nipote di XXX Uchiha. Sul luogo un'imboscata tesa da misteriosi banditi che scapparono con la coda tra le gambe... ed indovinate a quale studente era stata assegnata? Ah si, a quello che come premio richiedette il pieno accesso ai quartieri per Shizuka Kobayashi... Davvero volete altri dati? Nel caso ho giusto pronto qualche fascicolo nel mio ufficio pronto per essere spedito...»


    Il tono era quieto ed il suo sguardo affilato ed attento. Se era la guerra che i tre volevano, Atasuke sarebbe stato pronto a dargliela.

    […]


    Atasuke tacque. Non diede alcuna risposta per alcuni secondi allo sproloquio del corvo, limitandosi ad osservarlo con sguardo quieto. La tensione delle sue parole era altissima, eppure, in tutta quella specie di minaccia, Atasuke rimase completamente calmo ed inflessibile.

    «Ma che razza di domanda è?»


    Rispose, spezzando il silenzio, sclegliendo con attenzione le sue parole, come aveva fatto fin dal primo scambio di domande.

    «Non sono io a guidare il clan, dunque non vedo come la mia opinione su questo punto possa in qualche modo avere una valenza... Voi, piuttosto, dovreste decidere se dire o meno tutto ciò all'Hokage»


    Il suo sguardo si fissò in quello di Masakado, passando ben oltre alla sua maschera di corvo, quasi a volerne scrutare addirittura l'anima, non solo l'espressione.

    «Nessuno, men che meno io ho provato anche solo lontanamente a mettere in dubbio la leadership dell'Hokage. Piuttosto la vostra è quella che metto in discussione. E non per la mia arroganza, non per una mia smania di potere, e gli dei abbiano pietà di questa stupidaggine, non per una mia presunta sottomissione o insicurezza e sapete il perchè?»


    Una domanda retorica, che ebbe una risposta pochi istanti dopo, senza che egli dovesse nemmeno levarsi dalla sua posizione, dato che lui non necessitava di imporsi fisicamente sulla scena, a differenza del corvo che evidentemente sentiva la sua posizione indebolita al punto tale da doversi alzare per ottenere l'importanza che credeva di meritare.

    «Perchè io non necessito di alzare la voce per impormi su di voi, principalmente perchè non ho neppure bisogno di impormi. Poichè nessuna accusa o minaccia è stata mossa, se non verso la mia persona, dunque mi chiedo il perchè di tanta ostilità da parte vostra, al punto che mi chiedo se non siete voi, piuttosto, a temere... Perchè a differenza dello stesso Hokage, e riportate tranquillamente queste mie parole al suo orecchio, io non ho bisogno di calcare la mano e richiedere ad ogni istante ed in ogni occasione prove di fedeltà ai miei sottoposti e non confondete la fiducia con stupidità, dacchè ben netta è la differenza.»


    La sua determinazione permeava ciascuna di quelle parole mentre i suoi occhi decisi continuavano a fissare l'uomo, che per ultimo lo aveva sfidato.

    «Ed allo stesso modo, ancora una volta sottolineo ai vostri occhi la differenza tra il rispetto delle altrui opinioni ed il porre delle questioni lecite. Forse nei miei modi posso essere apparso irrispettoso delle altrui opinioni... Ma come si può definire la vostra ultima esclamazione? I clan non hanno regole? Se davvero credete questo mentite a voi stesso. I clan hanno sempre avuto una legge, un codice interno e tutti i clan continuano ad averlo. Tutti sottostiamo alle leggi del villaggio della foglia ed il solo fatto che abbiate anche solo lontanamente pensato di mettermi in bocca parole non mie nel credere che questo non fosse vero, dimostra quanto sciocco state diventando, al punto di smentirvi da solo nel cercare di rimproverarmi. Da qui a dire che il clan non ha una regola... Da dove cominciare nel sottolineare quanto ciò sia stupido? Da sempre i clan hanno dato e tolto ai loro membri, regolandosi secondo la legge del villaggio e risolvendo le questioni interne appunto seguendo le proprie regole, sbagliando e non... Se invece intendete dire che il clan ora non ha una regola, così come non ha una guida, allora si, vi do ragione. Il clan non ha una guida e le continue diatribe tra voi e le vostre fazioni altro non fa che spezzarci.»


    Concluse, ponendo l'accento sull'ultima parola, elemento cardine del suo discorso.

    «Perchè è questo che vedo del clan. Un corpo spezzato, governato da tre teste che si mordono tra loro. L'una aggressiva che punta a colpire con forza anche a costo di sacrificarsi...»


    Disse guardando il corvo, prima di proseguire spostando il suo sguardo su Sorai ed infine, alla terza testa, puntando Izumi.

    «... L'altra ad azzannare qualsiasi cosa che non segua la tradizione o sia contro le antiche usanze e regole ed infine l'ultima che diplomaticamente cerca, invano, di fare da pacere tra le prime due, finendo per apparire quasi sottomessa... Voi volete sapere se riporterei questo discorso all'Hokage... Onestamente? Per non intaccare l'immagine del clan e del vostro discutibile potere, eviterei di gran lunga riportare le vostre inadeguatezze, a partire dall'ultima accusa. Troppo a lungo il clan è stato macchiato e troppo a lungo abbiamo vegetato senza unione, regole ed una direzione univoca, spezzandoci. Tuttavia, se questo fosse il mio compito o il mio ruolo, farei semplicemente il mio dovere, come d'altronde faccio ogni giorno insegnando ai miei allievi e comandando i miei ragazzi alle mura. E gli dei solo sanno quanto sia dedito ai miei compiti»


    Chiuse lentamente gli occhi, mantenendo quella sorta di aura pacifica prima di continuare.

    «Alla fine è servito uno sciocco ad unirvi, un arrogante ed insolente chunin per far si che le tre teste per una volta guardassero tutte e tre nella stessa direzione. Peccato solo che ancora una volta, le tre teste guardassero nell'opposta direzione, credendosi minacciate nel loro dominio e dimostrandosi non in grado di reggere, nemmeno ad uno sciocco, quando in realtà nessuna minaccia vi era mossa, fatto salvo per una implicita domanda che ancora non ha ricevuto risposta: Quando il clan avrà finalmente una nuova guida? Quando verrà eletto il nuovo capoclan?»


    E nuovamente il suo sguardo si posò sul trio, in attesa di risposte, non di nuovi inutili battibecchi.
     
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    I tre ascoltarono ancora Atasuke, ma non proferirono parola, nessun commento, si limitarono a fissarlo per poi scambiarsi un unico sguardo e un cenno di assenso.

    Fortunatamente, o sfortunatamente, però non sei praticamente nessuno all’interno di questo clan.
    La seduta è tolta, aggiornaci sui tuoi risultati, buona fortuna.


    Fu con quelle semplici parole che i tre tagliarono la discussione, uscendo dalla sala senza nemmeno voltarsi.
    Cosa Atasuke avesse smosso non era dato sapere, nemmeno se fosse positivo o negativo, certo era che i tre erano scossi, ma i risultati probabilmente si sarebbero potuti apprezzare solamente alla prossima riunione… se mai ci fosse stata.
    Quando il Guardiano avesse raccolto i cocci per recarsi all’esterno vi avrebbe trovato Raizen, intento ad aspettarlo, giocherellando un kunai mentre stava appoggiato allo stipite della porta, ben poco interessato alle discussioni che avvenivano all’interno della sala, da lui non udibili.
    Prese fiato quando vide Atasuke.

    Discussione appassionata a quanto pare.
    Ho sentito soltanto qualche stralcio grazie ai toni più alti.


    Fece spallucce, rimarcando uno scarso interesse.

    Comprendi perché sono stato qui?
    Di quei tre non ne salvi uno manco a legarlo.


    Parve pensarci qualche istante.

    O almeno, così si dice da dove vengo io… presente quando butti una fune a qualcuno che è finito giù da un dirupo no?
    Ecco, quando una persona è irrecuperabile si dice che pur legata ed in discesa non riesci a farla muovere per il verso giusto.


    Fece all’Uchiha un gesto con la testa, indicando l’uscita.

    Immagino avrai fretta, avviamoci.
    Non so di cosa abbiate parlato, ma spero tu abbia compreso il motivo del mio rifiuto.
    Lo dico per accertarmene, a questo punto non penso occorra discuterlo nuovamente.
    Certo è che mettere quei tre sullo stesso binario non è cosa da poco, a quel clan serve una sola testa, poco ma sicuro.
    È un po’ la stessa situazione di quando non avevamo un kage per il villaggio.


    Calciava qualche sasso mentre camminava, pur stando attento a non trasformarlo in un arma di distruzione di massa per qualche sfortunato passante.

    Anche se per il clan è un po’ più complesso, e non nascondo che i vostri occhi a rotella vi danno un po’ alla testa, siete un clan… spinoso.
    Ma spero di vedere qualcuno di fiducia alla sua guida, meglio di uno sconosciuto sbucato quasi fuori dal nulla.


    Non guardava direttamente Atasuke, gli dedicava solamente la coda dell’occhio, alzando maliziosamente il sopracciglio destro, il fianco che dava verso il Guardiano.

    Dici che se ne accorge?

    Bah, stiamo a vedere…
     
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  14. Asgharel
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    Duello all'Ombra del Trono 五

    ~Domande~


    Non vi furono risposte alle sue domande, ne vi furono segni particolari dai tre, ad eccezione del fatto che forse avevano trovato un accordo tra loro. Peccato solo che quell'accordo fosse, di fatto, il fatto di non avere delle risposte.
    Fu il corvo a parlare, chiudendo di fatto la seduta e sottolineando quanto Atasuke non fosse nessuno per il clan. Un dato che di fatto non era vero. Certo era che Atasuke non era tra i preferiti di tutto il clan. Certo era vero che forse non godeva del rispetto di tutti, tuttavia, non si poteva dire che non godesse di rispetto ed ammirazione da parte di almeno un terzo dello stesso, se non forse anche di più.
    Ad ogni modo, alle parole del corvo, Atasuke rispose con continua e ostentata compostezza, non tanto per farsi bello agli occhi dei tre, quanto piuttosto per non cadere in basso quanto loro, abbassandosi alla scortesia laddove non era richiesta ne meritata.

    «Avrete mie notizie al mio ritorno, non temete. Vi ringrazio per l'attenzione e per l'augurio. Possa Susanoo proteggere il nostro clan»


    E con un inchino salutò i tre che con fare alquanto discutibile abbandonarono la stanza ed Atasuke stesso, il quale, per ultimo, uscì dalla sala, noncurante di quanto accaduto. Non era il primo screzio che aveva con quei tre, ma di certo era stato il più aggressivo e non gli fu difficile porsi delle domande sul perché di tanto astio nei suoi confronti.
    Le domande di certo non cessarono poi quando “a sorpresa” l'Hokage si fece trovare giusto dietro alla porta d'ingresso dell'edificio, mentre con apparente noncuranza giocherellava con un kunai.

    “Discussione appassionata a quanto pare.
    Ho sentito soltanto qualche stralcio grazie ai toni più alti.”


    «Allora credo dovremo ringraziare Masakado-sama e Sorai-sama per i toni inopportunamente alti»


    Rispose con un sorriso ironico, fermandosi a parlare con il colosso che chiaramente voleva parlare con lui.
    Ascoltò con attenzione il particolare modo di dire enunciato dall'Hokage, chiedendosi come fosse possibile che entrambi venissero dallo stesso posto, eppure mai aveva sentito prima di quel detto. Cosa su cui sorvolò, limitandosi ad ipotizzare i diversi detti popolari con cui era cresciuto e dove, in effetti, ne conosceva di simili che esprimevano pressoché il medesimo concetto.
    I due si avviarono per il vialetto, incamminandosi verso l'uscita dal quartiere Uchiha, diretti forse verso il palazzo amministrativo o forse direttamente al gate, da dove Atasuke avrebbe ragguppato le sue cose e si sarebbe messo quanto prima in marcia per recuperare il compagno scomparso.

    “Immagino avrai fretta, avviamoci.
    Non so di cosa abbiate parlato, ma spero tu abbia compreso il motivo del mio rifiuto.
    Lo dico per accertarmene, a questo punto non penso occorra discuterlo nuovamente.
    Certo è che mettere quei tre sullo stesso binario non è cosa da poco, a quel clan serve una sola testa, poco ma sicuro.
    È un po’ la stessa situazione di quando non avevamo un kage per il villaggio.”


    «In effetti, ora che Sasori è stato trovato, proprio perché non è una notizia fresca, dovrò essere quanto più rapido possibile per non perdere le ultime tracce... In merito al rifiuto, comprendo. Dal punto di vista del villaggio, sprecare risorse per recuperare un solo elemento, sarebbe appunto uno spreco, ma già sapevo di questo, motivo per cui mi sono diretto al clan e non al palazzo amministrativo... Recuperare un membro del clan, è come recuperare un membro della famiglia. In fondo i clan sono, di fatto, delle grandi famiglie o almeno così dovrebbe essere ed è così, per alcuni almeno... Tuttavia, sembra che questo tipo di ideali siano stati sostituiti da qualcosa di più matematico, per così dire e mi duole ammetterlo che forse la situazione è anche peggiore della condizione precedente del villaggio»


    Rispose egli con tono parzialmente abbattuto. Mai avrebbe creduto di vedere la guida del clan così in basso e mai si sarebbe aspettato di sentire dentro di se così forte il desiderio di rimettere le cose a posto in quel clan che per tutto il tempo lo aveva rifiutato, osteggiandolo il più possibile.

    “Anche se per il clan è un po’ più complesso, e non nascondo che i vostri occhi a rotella vi danno un po’ alla testa, siete un clan… spinoso.
    Ma spero di vedere qualcuno di fiducia alla sua guida, meglio di uno sconosciuto sbucato quasi fuori dal nulla.”


    °Seriamente sta ammiccando? Oh dei... Mai mi sarei aspettato una cosa simile... Non da Raizen perlomeno...°

    «Vero, per il clan sfortunatamente l'elezione è una decisione interna e tolte eventualmente delle raccomandazioni, non si può intervenire dall'esterno. Non c'è un Daimyo a cui rivolgersi per essere eletti aggirando un sistema burocratico fallato e temo, vista la situazione, che non sarà semplice per nessuno salire al potere... Quei tre detengono il potere da troppo tempo e per troppo tempo sono stati prima sotto il comando di un capolcan... Non mi stupisce l'idea che stiano facendo di tutto per tenersi la loro posizione evitando di eleggere un nuovo capoclan al solo scopo di mantenere il loro prestigio...»


    Commentò, proseguendo con la camminata e fingendo di non aver notato i palesi ammiccamenti dell'Hokage.

    «Ad ogni modo, personalmente credo che non ci siano propriamente degli sconosciuti sbucati dal nulla come possibili candidati... Al momento gli unici Jonin del clan che avrebbero l'appoggio sufficente per un elezione sono i parenti di Shizuka, tuttavia, ben pochi approverebbero la loro elezione vista la storia di Heiko, non so se mi spiego... Per quanto abbiano accettato la tua decisione nel reintegrarla formalmente, non tutti hanno accettato realmente questa imposizione e credo che i tre ne approfitterebbero per smontare ogni possibile candidatura da quel ramo...»


    Le sue parole erano misurate e precise, avendo ben inteso dove probabilmente Raizen voleva andare a parare con il suo discorso ed i suoi ammiccamenti.

    «Per il resto c'è qualche jonin minore, nessuno di particolarmente spiccato per abilità, per essere un Uchiha si intende... e sulla base di questo Sorai Izumi e Masakado non hanno mai accettato alcuna candidatura o proposto qualcuno per sostituire il disperso Kaworu che per un lungo periodo ha governato il clan senza neppure essersi mai mostrato in giro... Il problema è che è da parecchio che non ci sono elezioni a Jonin... e tu mi pare che ne sappia qualcosa, dato che sei stato di fatto l'ultimo ed unico ad ottenere quel grado negli ultimi anni a Konoha...»


    Lasciò intendere ciò che andava inteso, sapendo che in uno scontro politico tra un Masakado di turno e Raizen, su una sua possibile elezione Jonin, certo avrebbe maggiormente pesato la parola dell'Hokage e non quella del corvo, che esplicitamente aveva dichiarato di non ritenere Atasuke al grado di un Jonin, come aveva già fatto in passato non ritenendolo un chunin, finchè, costretto dalgi eventi, dovette accettare la sua promozione, non potendo più remare contro di lui dopo che aveva salvato, assieme a Raizen e ad una manciata di ninja il villaggio dalla distruzione totale a causa della quasi liberazione del Gobi.

    «Ad ogni modo, immagino avrete una mezza idea su qualche nome fidato o mi sto sbagliando?»


    Chiese, più per cortesia che altro, essendo di fatto incuriosito sul quanto Raizen si stesse muovendo verso il clan Uchiha, nel bene o nel male.
     
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    Occasioni fumose







    Sulle prime parole di Atasuke, Raizen alzò un sopracciglio.

    Non sono aggiornate, non farci affidamento.

    Disse prima di farlo proseguire, sorridendo alla richiesta dell’Uchiha.

    Ti aspetti troppo dagli Uchiha ragazzo.
    Togligli gli occhi e gli togli tutto.


    Il Colosso non rispose alla Volpe, si limitò a sospirare.

    Beh, non che ti avessi richiesto aggiornamento sui pretendenti al posto di capoclan, ma vedrò di far tesoro delle informazioni, per le idee che avevo io a riguardo, beh...
    Probabilmente si, sono pensieri che vanno e che vengono Atasuke, bisogna saperli afferrare al momento opportuno, altrimenti le certezze diventano dubbi e i dubbi errori.


    Avrebbe detto con tono volutamente saccente, ma condito da un tono grave, tipico dei vecchi che parlavano per esperienza diretta.
    Pareva chiaro che stesse dicendo che chissà quale occasione poteva essere sfumata, quantomeno in quel momento.

    Beh, aspetto il tuo rapporto allora.
    Cerca di rientrare col bacino tutto d’un pezzo stavolta, altrimenti sarò costretto ad includere un bastone da passeggio nel tuo equipaggiamento basico.


    Ridacchiò per poi scomparire in una piccola nube elettrostatica, nessuna traccia, solo qualche piccolo scoppiettio e qualche scarica orfana che vagava nel vuoto prima di spegnersi disperdendosi nell’area.
     
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