Palazzo del Mizukage

[Amministrativo]

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  1. leopolis
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    × Legenda
    Narrazione
    °Pensieri°
    «Dialoghi»


    Durante gli istanti in cui il Mizukage tentò di rispondere, rimasi in silenzio ad osservarlo. Fiero di me, come sempre. Avevo sfidato apertamente il Mizukage, esponendogli i miei punti di vista, e facendogli capire i motivi che mi hanno portato al distacco da quel villaggio. Poco male, in fondo. Volli quasi dirgli che era estremamente noioso sentirlo parlare; oltre, ovviamente, all'insensatezza delle sue parole. Parole che mi sembravano le parole di un folle protezionista, di uno che non desiderava nemmeno rendere Grande quel villaggio, ma il cui unico scopo era quello di balzare qua e la instaurando diplomazia con shinobi che rasentavano il livello di bestiame (Suna è un bel villaggio? Divertente litigare con Oto? Bha!) e da cui, ne ero sempre più certo, bisognava distaccarci per poter avere un futuro. Alla fin dei conti, sarebbero stati proprio quei villaggi a mandarci tutti nel baratro. Volli rispondergli anche quando parlò di ninja kiriani, ma mi astenni (non era, in fondo, colpa proprio sua e dell'amministrazione se non crescevano piccoli ninja nella Nebbia?). Per non parlare dei "singoli attentati" e "dei bei tempi andati". E di nuovo la colpa che "i bei tempi andati" non v'erano più "belli" ricadeva su di lui. In fondo, chi se non lui, il Mizukage, dovevo prendersi le proprie responsabilità?..

    °Sì, è proprio un disastro.°

    Poi disse che non sarai mai stato dall'altra parte del tavolo per poter prendere le decisioni. Sorrisi a una tale affermazione: chi mai poteva dirlo? Amavo il mio villaggio più di quanto lui potesse credere. Lui, che l'aveva portato in rovina, nel dimenticatoio, con le sue scelte perbeniste e deboli. Mi chiedevo solo come un tale fosse riuscito a diventare Mizukage... se scendeva a patti con chiunque.
    Quindi passò alle punizioni. Davvero pensava ancora che lo obedissi? Davvero pensava ancora che fossimo tutti un'allegra famiglia felice?Sorrisi, non potei far altro. A Etsuko fu tolto il posto in Ospedale, ed egli fu dimesso dall'incarico della Mano Bianca di Kiri. Mi dispiaceva per lui, ma speravo con tutto me stesso che egli rifiutasse la loro autorità proprio come l'aveva rifiutata io: inutile e inesistente.
    Poi venne il mio turno. Lo guardai negli occhi.
    Un po' di parti?


    «Puoi tagliarmi via ciò che vuoi. Ciò che non mi toglierai mai, è il mio spirito, ed è lo spirito di coloro che abbracciano l'idea di un villaggio forte, sano e splendete.»

    Poi successe tutto in un attimo: lui mi tagliò via gli occhi (mi ero già preparato a quell'evenienza, la cecità non mi spaventava affatto), e mi tagliò anche via la lingua - probabilmente pensava che ciò avrebbe, in quache modo, abbattuto la mia voglia di vederlo lontano da quella carica.
    Alla fine, successe un altro casino: Etsuko cominciò a disperarsi perché il Traditore gli aveva tolto la carica. Avrei cercato di consolarlo, se avessi avuto con cosa farlo, ma altro non potei fare. Rimasi lì inerme, con un ghigno stampato sul volto.
    Gli occhi e la lingua non erano un problema: ad Ame me li avrebbe rimessi apposto entrambi e sarei tornato come prima. Il problema era il dolore di Etsuko... stava forse per suicidarsi? Perché farlo?
    Poi sentii le parole di Itai... Parlava di onore. Lui. Lui che avevo tradito tutto ciò che aveva di caro parlava di onore.
    Risi di nuovo.
    Sarei già andato via se non fossi ancora bloccato dalla tecnica del Nara. Così, inerme, aspettai che i due giustizieri mi liberassero le mani. Avrei finalmente riavuto la mia libertà, e forse dopo anche la vista.

     
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220 replies since 5/10/2008, 19:33   4765 views
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