Palazzo del Mizukage

[Amministrativo]

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  1. -< Etsuko >-
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    Non fiatai… non avevo più la forza di farlo, ascoltai passivo i rimproveri di Itai e improvvise come flash, le immagini mi passarono davanti agli occhi.

    *per il bene di Kiri allora…*

    Avevamo rinsaldato la nostra amicizia un tempo per l’ideale che ci accomunava, il bene e la salvezza dei nostri cari, il bene e la salvezza del villaggio della nebbia.
    Cosa era cambiato da allora ad oggi?
    “NIENTE”
    Fu questa l’unica risposta che riuscì a darmi…
    Eh si… niente era davvero mutato, se non il fatto che
    Fossi DELUSO
    Ma non da Kiri… o da Itai… o dallo stesso Mizukage, ma certo adesso era chiaro…
    Ero deluso, deluso per chi quel posto aveva deciso di abbandonarlo, Fujiko, senji erano la goccia che avevano fatto traboccare il vaso, la punta di un iceberg che ora non esisteva più… come nullo adesso era il mio Ego.
    Avevo perduto tutto, tutto per un errore di valutazione, non avevo mai smesso di credere in Kiri e non mi ci ritrovavo nelle idee di Senji… che adesso, avevo riscoperto un folle…
    Il Mizukage non aveva capito questo, il mio pensiero, sin da quando ero stato studente, non era mutato, non avevo mai visto di buon occhio l’accademia, ma d’altra parte ero stato più volte Sensei per quella e più volte avevo rischiato la morte per il bene accademico.
    Ero contrario all’idea che Kiri fosse sottoposta a tale sistema e non ne fosse a capo…
    L’accostamento dei due pensieri, mi aveva ancor di più offeso più di quanto fosse stato pronunciato in quella stanza.
    Rilasciai il chakra, rilassai il pugno…
    Tesi la mano ad Itai…

    Aiutami ad alzarmi…

    La mia voce era tornata sicura, quella dell’uomo che non avrebbe dovuto sapere più di quanto aveva già saputo, l’uomo che non avrebbe dovuto chiedere nulla, pur non possedendo più nulla…
    M rimisi in piedi e a rincarare la dose ci pensò Shiltar.
    Ascoltai in silenzio, non avevo davvero nulla da dire… parlò pure di Yashimata… pure lui a cui durante l’ultima riunione di Kiri avevo promesso vendetta…
    Ed ora incassai pure quelle accuse.
    Avrei mai potuto dimenticare quel giorno?
    Di certo non l’avrebbe dimenticato Senji… quelle ferite al volto erano quasi irreversibili, sarebbe rimasto sfregiato a vita.
    Ma forse quello che tra i due avrebbe accusato il colpo in futuro, sarei stato io,
    le mie ferite erano ben più profonde e dolorose sebbene meno visibili e decisamente sarebbe stato impossibile risanarle.

    Posso andare adesso?

    Le uniche parole che trovai il coraggio di pronunciare…

    Nessuna parvenza di uomo era rimasta, come un automa, lo sguardo perso nel vuoto, così come la fiducia dei miei vecchi amici.
    Chi ero, cosa sarei diventato, cosa sarei potuto essere?

     
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