Palazzo del Mizukage

[Amministrativo]

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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    No, non potete farlo…

    Risposi in uno scatto d’ira e fu allora che le parole vennero fuori senza che ne potessi controllare l’impeto.

    Ho dato l’anima per l’ospedale e voi lo sapete Shiltar Sama
    Continuai…
    Precludete a me l’accesso di stanze che io stesso ho costruito…
    M limitate nel mio lavoro di medico e di ricerca,
    i miei laboratori il sangue versato per questo villaggio…
    mi private dell’unica ragione che mi spingeva a restare, a lottare…


    le unghie premevano così violentemente suo palmi da procurarne l’escoriazione…
    schizzi di sangue della tortura del mio fratello Akuma mi macchiarono il viso,
    parevano lacrime, le stesse che in quel momento avrei volentieri versato.
    Che senso aveva adesso la mia vita li?

    Non sarò più un medico dell’ospedale dunque…
    E non farò la stessa fine del mio fratello Akuma…
    Non con le stesse modalità


    Mi inginocchiai

    Mi assumo tutte le conseguenze di quello che sto per fare, una lacrima scese sul volto sino a bagnare il pavimento del palazzo di Kiri…
    L’ultima lacrima che avrei versato da vivo forse o forse l’ultima che avrei versato lì.

    Vi chiedo che mi venga concessa la possibilità di abbandonare il villaggio, non sopporterei l’onta del disonore che mi avete appena donato.
    Non un così pesante macigno…
    Non so che ne sarà di me, ne dove andrò, ma qui… non posso sicuramente più restare.


    Mi aspettavo un simile trattamento di quello riservato a Senji, così mi preparai a impastare il chakra… finchè avrei potuto, il bisturi era pronto…
    Questa volta l’avrei usato su di me…
    Per l’ultima volta.


     
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    La via facile



    Ascoltai attentamente tutte le parole di Shiltar. Il suo punto di vista era perfettamente logico e condivisibile, le sue argomentazioni salde: doveva governare un villaggio. Doveva fare ciò che era giusto per mantenere in sicurezza i suoi cittadini, non doveva assolutamente tener conto delle nostalgie di pochi individui, quando la Nebbia era "gloriosa". Quando mai Kiri ha avuto vera gloria dopotutto? Quando mandava i suoi figli al macello per permettere solo ai più forti di sopravvivere? L'Accademia faceva bene al villaggio. Era un dato di fatto ed Etsuko e Seinji non potevano far nulla per impedire che Kiri rimanesse legata a tale istituzione.



    Ma l'Accademia faceva bene ai singoli? Ciò che era successo a Seinji non era forse il risultato della sua reazione all'esistenza dell'accademia? La punizione di Etsuko, più che adeguata, avrebbe fatto sicuramente bruciato nel suo animo tremendamente. E per me? Ayame poteva essere salvata solo da Etsuko, probabilmente. E lui decideva di tradire la ia fiducia e quella del villaggio in maniera così leggera, per un motivo del tutto inconsistente. Non sapevo bene a cosa mi avrebbe portato la scelta di non uccidere Seinji seduta stante e far finta che Etsuko non centrasse nulla. Perché se Etsuko era lì era per mia scelta. Avrei potuto mentire riguardo Seinji. Dire qualsiasi cosa ed Etsuko sarebbe stato al sicuro.



    Ma era giusto che pagasse per i suoi errori secondo la legge di Kiri. Anche se a farne le spese sarebbe stata altra gente.



    Non distolsi lo sguardo quando Shiltar distrusse vista e lingua di Seinji. Ero certo che avrebbe fatto qualcosa del genere per punirlo. L'avrebbe probabilmente lasciato andare, inerme, senza più il dono della parola e quello della vista era più verme che uomo. Una tortura perpetua, peggiore di una semplice condanna a morte: signori e signori, Shiltar Kaguya, Mizukage di Kiri e la sua indole genialmente sanguinaria. Non dissi o feci nulla finché Etsuko, disperato per la sua punizione non iniziò a pensare di fare qualcosa di stupido. Così agii d'istinto, stanco di vedere certi atteggiamenti



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    Fermo! la mia mano si mosse quanto velocemente mi era concesso fino a cercare di bloccare un braccio di Etsuko Smettila! Smettila di cianciare di disonore, di voler dire di volertene andare da Kiri avevo voglia di spaccargli la faccia, ma mi limitai a urlare quanto avevo da dirgli col tono più sincero possibile Possibile che tu non lo capisca? L'onore perduto può essere recuperato. Agli errori c'è una soluzione. Etsuko, smettila di comportarti come un bambino! spinsi via il braccio di Etsuko con tutta la mia forza Vuoi abbandonare Kiri? Non ricordi cosa dicemmo Etsuko? Noi dovevamo PROTEGGERLO questo villaggio, non TRADIRLO! Non hai nessuno di importante che ti aspetta a casa? Vuoi lasciare tutto per... un titolo? Per il tuo lavoro. abbassai il tono di voce, sebbene non di molto Abbandonare tutto quando le cose peggiorano è troppo facile, Etsuko. Riconquista ciò che hai perso e dimostra che il Mizukage si sbaglia Etsuko... Puoi farlo le ultime parole erano più simili a un ruggito che altro.



    Sapevo bene come si sentiva. Ed io avevo commesso l'errore di lasciarmi tutto alle spalle. Ero stato debole e avevo lasciato Konoha alle spalle tanto tempo fa perché non volevo accettare la realtà di essere un rinnegato del mio clan, incapace di apprenderne i segreti, perché i miei amici stavano morendo per quel villaggio. Etsuko non poteva arrendersi così, senza provare a rimediare ai suoi errori. Accettare la deprivazione e poi abbandonare frignando tutto era un comportamento irresponsabile che semplicemente, mi dava il voltastomaco.



    E perché, tutto sommato, non volevo che Etsuko andasse via.




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    ...improvvise



    × Off-Game ×


    × Legenda
    Narrazione
    °Pensieri°
    «Dialoghi»


    Durante gli istanti in cui il Mizukage tentò di rispondere, rimasi in silenzio ad osservarlo. Fiero di me, come sempre. Avevo sfidato apertamente il Mizukage, esponendogli i miei punti di vista, e facendogli capire i motivi che mi hanno portato al distacco da quel villaggio. Poco male, in fondo. Volli quasi dirgli che era estremamente noioso sentirlo parlare; oltre, ovviamente, all'insensatezza delle sue parole. Parole che mi sembravano le parole di un folle protezionista, di uno che non desiderava nemmeno rendere Grande quel villaggio, ma il cui unico scopo era quello di balzare qua e la instaurando diplomazia con shinobi che rasentavano il livello di bestiame (Suna è un bel villaggio? Divertente litigare con Oto? Bha!) e da cui, ne ero sempre più certo, bisognava distaccarci per poter avere un futuro. Alla fin dei conti, sarebbero stati proprio quei villaggi a mandarci tutti nel baratro. Volli rispondergli anche quando parlò di ninja kiriani, ma mi astenni (non era, in fondo, colpa proprio sua e dell'amministrazione se non crescevano piccoli ninja nella Nebbia?). Per non parlare dei "singoli attentati" e "dei bei tempi andati". E di nuovo la colpa che "i bei tempi andati" non v'erano più "belli" ricadeva su di lui. In fondo, chi se non lui, il Mizukage, dovevo prendersi le proprie responsabilità?..

    °Sì, è proprio un disastro.°

    Poi disse che non sarai mai stato dall'altra parte del tavolo per poter prendere le decisioni. Sorrisi a una tale affermazione: chi mai poteva dirlo? Amavo il mio villaggio più di quanto lui potesse credere. Lui, che l'aveva portato in rovina, nel dimenticatoio, con le sue scelte perbeniste e deboli. Mi chiedevo solo come un tale fosse riuscito a diventare Mizukage... se scendeva a patti con chiunque.
    Quindi passò alle punizioni. Davvero pensava ancora che lo obedissi? Davvero pensava ancora che fossimo tutti un'allegra famiglia felice?Sorrisi, non potei far altro. A Etsuko fu tolto il posto in Ospedale, ed egli fu dimesso dall'incarico della Mano Bianca di Kiri. Mi dispiaceva per lui, ma speravo con tutto me stesso che egli rifiutasse la loro autorità proprio come l'aveva rifiutata io: inutile e inesistente.
    Poi venne il mio turno. Lo guardai negli occhi.
    Un po' di parti?


    «Puoi tagliarmi via ciò che vuoi. Ciò che non mi toglierai mai, è il mio spirito, ed è lo spirito di coloro che abbracciano l'idea di un villaggio forte, sano e splendete.»

    Poi successe tutto in un attimo: lui mi tagliò via gli occhi (mi ero già preparato a quell'evenienza, la cecità non mi spaventava affatto), e mi tagliò anche via la lingua - probabilmente pensava che ciò avrebbe, in quache modo, abbattuto la mia voglia di vederlo lontano da quella carica.
    Alla fine, successe un altro casino: Etsuko cominciò a disperarsi perché il Traditore gli aveva tolto la carica. Avrei cercato di consolarlo, se avessi avuto con cosa farlo, ma altro non potei fare. Rimasi lì inerme, con un ghigno stampato sul volto.
    Gli occhi e la lingua non erano un problema: ad Ame me li avrebbe rimessi apposto entrambi e sarei tornato come prima. Il problema era il dolore di Etsuko... stava forse per suicidarsi? Perché farlo?
    Poi sentii le parole di Itai... Parlava di onore. Lui. Lui che avevo tradito tutto ciò che aveva di caro parlava di onore.
    Risi di nuovo.
    Sarei già andato via se non fossi ancora bloccato dalla tecnica del Nara. Così, inerme, aspettai che i due giustizieri mi liberassero le mani. Avrei finalmente riavuto la mia libertà, e forse dopo anche la vista.

     
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    Shiltar doveva ammetterlo a se stesso: non si aspettava quelle reazioni. Aveva sopravvalutato ambo gli Akuma.

    Da una parte Etsuko si lagnava della punizione subita, e quello ancora il Mizukage se lo poteva aspettare, dicendo di non poter vivere con quell'onta e di voler abbandonare Kiri, con Itai che cercava di spingerlo a ripensarci, dall'altra, Seinji rideva, o almeno ci provava senza più una lingua ed un bel pò di sangue in bocca, così, il Mizukage interruppe le cure alle ferite dell'altro ed estrasse di nuovo una lama ossea dal palmo sinistro, ricoperta di nuovo dal bisturi di chakra.
    "Parlate tanto di onore, ma sembrate non capire che l'onore non è nel singolo che si erge per i propri ideali, o il proprio ego, ma nel saper piegare il proprio ego al bene comune, se veramente quello che v'interessa è Kiri.
    Se invece, vi piace ridere beffardi come degli odioti, allora, Etsuko, guarda bene quale è la vera punizione."
    , affermò secco il Kaguya, mentre la lama ossea affondava nella mascella di Seinji risalendo da dietro l'orecchio destro, recidendo lo stesso assieme al nervo acustico e continuando poi lungo la guancia, sotto l'occhio, fino a tagliare di netto naso e labbro superiore, assieme forse a qualche dente, per poi tornare sotto la mascella destra, portandosi via anche un buon pezzo di guancia e, di fatto, rendendolo mezzo sordo e del tutto deturpato nel volto.
    "Tu parli di quanto hai fatto per l'ospedale, ma vogliamo parlare di quanto hai fatto per un aperto traditore, che aveva abbandonato il villaggio, per le sue masturbazioni mentali che lo avrebbero visto alzarsi per il bene di Kiri contro l'orrore della pace con gli altri villaggi e l'infezione degli stessi?", domandò mentre, agitando la mano sinistra, per sottolineare quanto stupida e pomposa fosse l'idea di Seinji agli occhi di Shiltar.
    "Tra lui e Yashimata l'unica differenza è che il secondo ha il coraggio delle proprie azioni e, di fatto, fa qualcosa contro l'Accademia con concezione di causa, questo imbecille senza più una faccia con cui ti definisci fratello, parla senza avere un'idea dei fatti del mondo.
    E tu aiuti lui... avrei apprezzato parlassi di onte ed onore se avessi aiutato Yashimata, o Hayate, o chissà quale altro traditore della Nebbia, non questo... rifiuto."
    , osservò il Mizukage, ormai un pò saturo dell'idiozie che doveva sentire.
    "Itai ti ha dato un buon suggerimento, cercare di riconquistare ciò che hai perso, perché spero che tu non avessi immaginato, una volta arrivato qui a confessare il tuo supporto a Seinji e, soprattutto, il tuo personalissimo punto di vista sul restare a Kiri, che ti avrei lasciato a capo di una delle squadre speciali... a quel punto potevo veramente rendere Seinji amministratore.
    Non è una questione di onore, Etsuko, è una questione di cosa si è pronti a fare per Kiri. Io sopporto le dinamiche politiche dell'Accademia, per difendere un villaggio che da solo non avrebbe come resistere, e sospetto che nessuno degli altri tre paesi ce la farebbe egualmente da solo. Anche tu devi chiederti cosa sei pronto a fare per il villaggio: talune volte, si tratta di ingoiare il proprio orgoglio e trattenere le proprie azioni, come feci la prima volta che il tuo fratello qui fu riportato indietro da tre sunesi... dato che il perfetto kiriano qui presente non è stato capace nemmeno di reggere il confronto con una ragazzina sunese, tanto è perfetto, capace e libero da interazioni con l'esterno."
    , spiegò ancora una volta, ora più calmo, Shiltar.
    "In compenso, se tu non lo avessi aiutato a tentare di nuovo la fuga, non avrei avuto alcuna motivazione per punirlo sul serio.", concluse, sorridendo nel vedere ciò che aveva lasciato intatto del viso di Seinji, pronto a renderlo completamente sordo e scarnificato sul volto, se l'altro avesse continuato a ridere... seppur, probabilmente con tutte quelle ferite al volto, ormai sarebbe anche potuto essere bello che svenuto.
     
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    Non fiatai… non avevo più la forza di farlo, ascoltai passivo i rimproveri di Itai e improvvise come flash, le immagini mi passarono davanti agli occhi.

    *per il bene di Kiri allora…*

    Avevamo rinsaldato la nostra amicizia un tempo per l’ideale che ci accomunava, il bene e la salvezza dei nostri cari, il bene e la salvezza del villaggio della nebbia.
    Cosa era cambiato da allora ad oggi?
    “NIENTE”
    Fu questa l’unica risposta che riuscì a darmi…
    Eh si… niente era davvero mutato, se non il fatto che
    Fossi DELUSO
    Ma non da Kiri… o da Itai… o dallo stesso Mizukage, ma certo adesso era chiaro…
    Ero deluso, deluso per chi quel posto aveva deciso di abbandonarlo, Fujiko, senji erano la goccia che avevano fatto traboccare il vaso, la punta di un iceberg che ora non esisteva più… come nullo adesso era il mio Ego.
    Avevo perduto tutto, tutto per un errore di valutazione, non avevo mai smesso di credere in Kiri e non mi ci ritrovavo nelle idee di Senji… che adesso, avevo riscoperto un folle…
    Il Mizukage non aveva capito questo, il mio pensiero, sin da quando ero stato studente, non era mutato, non avevo mai visto di buon occhio l’accademia, ma d’altra parte ero stato più volte Sensei per quella e più volte avevo rischiato la morte per il bene accademico.
    Ero contrario all’idea che Kiri fosse sottoposta a tale sistema e non ne fosse a capo…
    L’accostamento dei due pensieri, mi aveva ancor di più offeso più di quanto fosse stato pronunciato in quella stanza.
    Rilasciai il chakra, rilassai il pugno…
    Tesi la mano ad Itai…

    Aiutami ad alzarmi…

    La mia voce era tornata sicura, quella dell’uomo che non avrebbe dovuto sapere più di quanto aveva già saputo, l’uomo che non avrebbe dovuto chiedere nulla, pur non possedendo più nulla…
    M rimisi in piedi e a rincarare la dose ci pensò Shiltar.
    Ascoltai in silenzio, non avevo davvero nulla da dire… parlò pure di Yashimata… pure lui a cui durante l’ultima riunione di Kiri avevo promesso vendetta…
    Ed ora incassai pure quelle accuse.
    Avrei mai potuto dimenticare quel giorno?
    Di certo non l’avrebbe dimenticato Senji… quelle ferite al volto erano quasi irreversibili, sarebbe rimasto sfregiato a vita.
    Ma forse quello che tra i due avrebbe accusato il colpo in futuro, sarei stato io,
    le mie ferite erano ben più profonde e dolorose sebbene meno visibili e decisamente sarebbe stato impossibile risanarle.

    Posso andare adesso?

    Le uniche parole che trovai il coraggio di pronunciare…

    Nessuna parvenza di uomo era rimasta, come un automa, lo sguardo perso nel vuoto, così come la fiducia dei miei vecchi amici.
    Chi ero, cosa sarei diventato, cosa sarei potuto essere?

     
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    Alcune cose richiedono un po' di coraggio per essere fatte. Prima o dopo è altresì necessario mettere da parte il proprio desiderio di far nulla e crogiolarsi nella beatitudine dell'aver ottenuto un risultato e puntare a qualcosa di nuovo e sempre più complicato e irraggiungibile, apparentemente, per le proprie capacità, solo questo è modo e maniera di migliorarsi. L'aveva deciso mio Nonno ed io non avevo potuto altro che dare il mio consenso a tali e sagge parole, ma quanto avrei davvero potuto fare per Kiri? Le mie idee era tutt'altro che ordinarie e spesso risultavano frutto di letture approfondite e machiavelliche dei libri scritti e redatti da gradi autori esperti di Bushido e di genio militare.. chissà perché mi era balenato per la mente di andare dal Mizukage per discutere proprio di quelle cose, io, a soli sedici anni e qualcosa (tirando molto la corda arrivavo a diciassette) stavo per esporre le mie opinioni su quanto Kiri facesse.. sostanzialmente schifo.

    Dal mio punto di vista non c'era speranza per quel mio amato villaggio di sopravvivere più di ventiquattro ore se l'avessero attaccato.. o meglio, se l'avessi attaccato io, ma tra mille altre ipotesi mi era venuto in mente che ai Ninja non frega sostanzialmente niente di quello che dicono i più piccoli, i meno esperti, alla fine loro.. per meglio dire noi, avevamo come unico scopo quello di uccidere o essere uccisi, perché preoccuparsi se con un trabocco appestano mezza città da mezzo chilometro di distanza? Siamo un'isola priva di rifornimenti ausiliari, senza un piano d'emergenza e con le difese decisamente inadeguate ad affrontare anche un peschereccio armato di arpioni e guidato da un Ubriaco sunese che del mare ha visto solo cartoline e coupon turistici. Soffiai sbuffando mentre raggiungevo le porte del palazzo del Mizukage, un esempio lampante di pessimo gusto architettonico, tattico e.. un pugno in un occhi alla fruibilità di qualsiasi cosa. Ma quello era il mio gusto personalissimo e potevo, anzi, dovevo risparmiarmelo per menti culturalmente e artisticamente più affini al mio livello che non a quello dei militari.

    Per l'occasione mi ero messa in ghingheri: Una giacca a vento giallo fosforescente, una gonna al ginocchio arancione, calze arcobaleno e stivaletti giallo limone, il tutto a fare da catarifrangente alla luce solare di metà mattino. Superati i vari laghetti e stando ben distante da quelli che parevano coccodrilli o lucertole di dubbia grandezza, bussai con forza al portone d'ingresso aspettando che qualcuno si degnasse di aprirmi e chiedermi le credenziali. - Buon giorno, il mio Nome è Haru Kenchiki, vorrei chiedere una breve udienza al Mizukage per parlare di alcune perplessità che ho riscontrato nel villaggio. - Ovviamente non mi andava di scendere in dettagli sull'uscio di una casa, se poi casa poteva chiamarsi quella massa di lugubredine ammassata in giro.

    Ovviamente la questione è extempora e non vuole ledere la giocata già presente. ^^


     
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    Sei come lui



    Aiutai Etsuko quando mi chiese di alzarsi, ma non riuscii più a capire che cosa accadeva in quella stanza. Seinji si rifiutava di accettare la sua giusta ma crudele punizione. Non credevo ci sarebbe mai riuscito dopotutto. Lui credeva i kiriani i migliori del mondo e si credeva il migliore dei kiriani. Migliore, nello spirito, persino nel corpo. Nella sua mente assolutamente distorta doveva provare piacere per la barbara tortura che stava subendo. E quella risata parve non piacere affatto al Mizukage.



    Affatto.



    Sempre con il bisturi di chakra iniziò un'operazione così disgustosa che fui costretto a distogliere lo sguardo. Io avevo fracassato così tanti cranii che quel sangue non avrebbe dovuto sicuramente impressionarmi. E non lo fece, in effetti. Era la tremenda consapevolezza di ciò che stava facendo a Seinji a scuotermi. Gli aveva tolto la vista, la possibilità di proferire parola e adesso anche la possibilità di sentire. Seinji Akuma era un morto che camminava, un uomo tagliato fuori dalla realtà, capace di vivere solo nelle finzioni create dalla sua mente. In poche parole povere, all'incirca la sua vecchia vita.



    Ma era necessario? Non ne avevo idea. Vedendo il volto sfigurato di Seinji e la consapevolezza che alla fin fine aveva dovuto fare ciò che aveva fatto per via dell'arroganza di Etsuko, sentii il mio cuore riempirsi di compassione. Una compassione sanguinaria perché il mio più grande desiderio era tagliargli la gola e porre fine alle sue sofferenze per sempre. Ma dubitavo che il Mizukage si fosse impegnato così tanto solamente per concedergli una facile morte. Se così fosse, in effetti, non avrei parlato e avrei atteso il semplice svoglimento delle cose. Ero certo che Shiltar volesse lasciarlo vivere in quelle condizioni.
    Shiltar, uccidilo... perché ero così scosso? Non vale la pena lasciarlo vivere aggiunsi poi con un tono che non sembrava il mio. Ero sempre più sicuro e arrogante, ma ciò a cui stavo assistendo mi aveva scosso nel profondo.



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    Indipendentemente dalla risposta di Shiltar avrei fatto un passo indietro lasciandomi cadere pesantemente sulla sedia che mi aveva indicato prima il Mizukage. Le gambe forse non mi avrebbero retto. Così chiusi gli occhi per un istante, riflettendo sul perché mi sentivo così. Non avevo fatto nulla dopotutto. Anzi, il mio comportamento era stato esemplare: avevo catturato un traditore e avevo permesso che venisse svelato un suo complice. Ma le conseguenze su di me sarebbero stati più pesanti. Etsuko era forse l'unico in grado di curare Ayame, questo l'avevo capito sin da subito, ma Seinji... Perché mi sentivo così vedendo la sua punizione?



    Quando la risposta giunse, quasi fulminandomi uscii dallo studio senza dire una parola, accasciandomi quasi esanime di fianco alla porta. Cercai di togliere il tanfo del sangue di Seinji dalle mie narici respirando affannosamente mentre la sensazione divenne parole e le parole furono pronunciate da chi meno me l'aspettavo. Erano mesi che quella voce non si faceva sentire.



    Tu sei come lui

    Tu sei come lui



    Con l'esperienza passata riuscii a non urlare a squarciagola la risposta e la tenni per me, tagliandomi fuori dal contatto con Kaku. Ma aveva ragione, perché Kaku era quello che mi capiva meglio di tutti, eccetto Ayame. Io ero come Seinji. Un traditore. Se ci fosse stato Xander al posto di Shiltar e io al posto di Seinji avrei potuto subire lo stesso trattamento. Avevo commesso io suoi stessi errori ma per ragioni differenti. Non ero migliore di lui. Mi rialzai e uscii da palazzo, con la mente affollata di molte domande. Speravo di entrare lì dentro con Seinji e uscire con un senso di soddisfazione addosso. Invece la mia mente era affollata da una serie di domande alle quali avrei potuto trovare risposta solamente vivendo.



    Ayame ce l'avrebbe fatta? Che cosa avrei fallto altrimenti? Che futuro avevo a Kiri, adeso che avevo scrutato - per la prima volta, dopo quasi cinque anni - i miei errori? Avevo vissuto una vita nella presunzione di aver fatto la cosa giusta quando in realtà, probabilmente, avevo iniziato a sbagliare quando avevo messo piede in quel carro per sgusciare via da Konoha una volta per tutte.





    Edited by -Max - 4/10/2012, 10:15
     
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    La Punizione di Seinji

    Etsuko dopo aver sentito le parole del Jinchuuriki chiese aiuto allo stesso per alzarsi, ma alle parole del Mizukage parve, più che altro, apatico, o quanto meno impersonale, mentre semplicemente chiedeva di potersene andare.
    "Certo, puoi andare.", gli rispose semplicemente il Kaguya, scuotendo la testa a quello che sembrava essere qualcuno che non aveva capito esattamente cosa aveva cercato di spiegargli.

    Il Jinchuuriki, dal canto suo, diede un suggerimento che il Mizukage non condivideva: "Al contrario, Itai, proprio ora la sua vita ha valore: lui è un esempio di ciò che succede a tradire Kiri. E poi gli sto dando una mano a dimostrare che è superiore a tutti gli altri come va blaterando, se riuscirà a diventare un pericolo per il villaggio, o per l'intera Accademia così, bé, non si potrà che complimentarci con lui.", rispose secco.

    Ad ogni modo, entrambi si mossero per uscire e fu a quel punto che il Mizukage stesso prese Seinji per l'orecchio restante, e per una manciata di capelli, e se lo tirò dietro, conducendolo di forza fino all'esterno del Palazzo, ordinando, nel frattempo, ad un impiegato all'interno dello stesso, "Recupera quello che c'é sul pavimento e mettilo in dei barattoli, poi spediscili alle mura e riferisci che ordino che siano esposti ben in vista sulle stesse.".

    Quando il Kaguya ed il suo prigioniero fossero stati all'esterno del Palazzo, Shiltar avrebbe morso un proprio dito per poi evocare una delle sue fenici, Karura, che, con le sue massicce dimensioni era comunque forse un bel pò più piccola della dragonessa di Itai, e di molte altre fenici [10 SD - En. Blu].
    "Shiltar-sama, a cosa debbo questa evocazione?", avrebbe chiesto il rapace mitologico, prima di vedere il volto martoriato dell'altro individuo, "Portalo fino alla costa del Paese del Thé e gettalo sulla spiaggia, non liberargli le mani per nessun motivo. Poi puoi anche tornare al vostro vulcano.", affermò semplicemente il Kaguya e l'animale, per quanto un pò disgustata, fece come ordinatogli, afferrando con una zampa il corpo di Seinji e sollevandosi in volo assieme allo stesso, dirigendosi fuori da Kiri.

    Qualche giorno dopo...

    Quando un impiegato andò ad aprire alla porta del Palazzo e si trovò davanti una giovane kunoichi, giacché diceva di voler parlare con Mizukage su alcune perplessità ed aveva il cognome di uno dei clan della Nebbia più noti, e la vide poi vestita con colori decisamente troppo allegri per gli standard del Mizukage stesso, apparve probabilmente perplesso, "Va bene, Kenchiki-san, entri pure...", disse l'impiegato, facendo strada a quella che gli sembrava più una ragazzina che s'era vestita sotto allucinogeni.
    L'impiegato la guidò attraverso il Palazzo dal mobilio d'ossa, fino alla porta della sala del Mizukage, a cui bussò ed al successivo "Avanti.", introdusse la giovane kunoichi con poche, veloci parole: "Mizukage-sama, questa kunoichi del clan Kenchiki ha chiesto udienza.", andandosene poco dopo.

    Haru, a quel punto, avrebbe potuto osservare Shiltar Kaguya, seduto sulla propria poltrona d'ossa, al di là del tavolo d'ossa su cui si trovavano diversi documenti, con alle proprie spalle, poggiata al muro, la massiccia Falce di Luna.
    Il Mizukage era vestito piuttosto semplicemente: casatta senza maniche blu e bianca con annesso pantalone (e connesso set di cicatrici in bella vista sulle braccia), ma di certo la cosa che probabilmente sarebbe più risaltata era lo sguardo palesamente perplesso di Shiltar che, raramente, aveva visto gente vestire con colori così accesi, soprattutto nel suo palazzo e stava già riflettendo sul renderlo proibito.
    "Dimmi pure.", esordì dopo qualche istante in cui s'era, appunto, perso in quelle riflessioni cromatiche.
     
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    Hereafter
    The Bone Throne



    Il palazzo del Mizukage non prometteva bene nemmeno dall'interno, per i miei gusti era troppo spazioso, oltre che brutalmente lugubre e inquietante con quella ricorrente permanenza delle ossa in ogni dove: sembrava d'essere finiti all'interno di un brutto film horror dove il protagonista deve camminare in un lungo corridoio accompagnato dalla comparsa di turno (in questo caso quel malcapitato lavoratore) sino ad arrivare alla fonte del male supremo, seduta in una specie di calma assoluta dietro una scrivania uscita, nel vero senso della parola, dall'intestino di qualcuno. - Buongiorno Mizukage-Sama, io sono Haru Kenchiki, lieta di fare la vostra conoscenza. - Avrei preferito mettermi comoda, invece di restare in piedi come uno stoccafisso a far mostra di colore in quella sala spettrale, ma tant'era, quindi decisi di prendere in mano la situazione ed esporre le mie idee in modo da avere, chiaro e veloce, il punto di vista del mio Kage. Male che fosse andata avrei entato fortuna altrove, in un altro tempo, un altro luogo.

    - Passo subito a dire quello che mi è risultato più lampante dopo essere stata in accademia ed aver affrontato il corso Genin. - Breve pausa riflessiva. - Kiri è sostanzialmente male organizzata, scarsamente difesa, tatticamente carente, priva di rifornimenti, basi ausiliarie, e fa affidamento solamente sui ninja per difendersi da un numero sempre più crescente di nemici. Le nostre mura sono inefficienti, indifendibili e costruite da quello che sembra un architetto militare cresciuto con problemi di priapismo, visto che tende tutto ad andare verso l'alto.. ma tornando in tema, non abbiamo una difesa navale che possa considerarsi tale, e non parlo di scontri navali, parlo di vere e proprie difese statiche che impediscano ai nemici di raggiungere le coste.. oh.. le coste! Quella è la parte più ridicola di Kiri, le coste devono essere completamente ridisegnate se vogliamo essere davvero sicuri di avere una città inespugnabile. - La cosa mi stava prendendo più del previsto, ma di questo non mi importava granché, la mia logica continuava ad essere ineccepibilmente limpida all'interno della mia testolina bionda, e questo mi avrebbe impedito di non trovare argomenti sufficientemente interessanti. - Anche il disegno delle strutture del villaggio è ridicolo, questo posto dovrebbe essere trasformato in una roccaforte o qualcosa di simile.. per non parlare della mancanza di gallerie di stoccaggio, piani d'evacuazione, rifugi per i civili.. Ho parlato con diversi Ninja, tra cui mio nonno, e tutti sono prettamente convinti che basteranno quattro gatti a sparare Ninjutsu per proteggere tutta l'isola.. ma attualmente Kiri è solo una tomba pronta ad essere riempita. - Una frase del ricco carico emozionale. No, ovviamente no, era una frase volutamente denigratoria, perché se avessi dovuto figurarmi Kiri in guerra la scena sarebbe stata quella di una gigantesca pietra tombale schiaffata sul cucuzzolo più alto del paese con scritto "Fummo Poco Furbi".

    - Ma.. potrei avere qualche idea per rimediare a questo disastroso sistema, ammesso che vossia voglia sentirla, in caso contrario presuppongo di abbandonare l'idea e tornare a casa sperando che i Kami non vogliano far piovere sangue sulla città.. -
    Oh, ed era vero, se mi avesse rifiutata non avrei certo perso tempo a rendere più sicuro un villaggio il cui leader ignora le più basilari norme militari!

     
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    Richiusi l’uscio dietro di me, non mi occupai del Nara che poco prima di me aveva lasciato l’ufficio ne di Senji che era stato sbattuto fuori e trasportato chissà dove da una delle evocazioni del Kage, tutto quello che in quel momento desideravo, l’avevo già…
    RIMANERE SOLO
    (…)
    E poi ci sono quelle giornate in cui l’unica cosa che desideri è che abbiano termine.
    Ero da poco uscito dal palazzo del Mizukage e la sensazione di claustrofobia che mi aveva scosso si stava leggermente affievolendo, l’aria fresca di Kiri mi era d’aiuto.
    Avevo vagato inutilmente per le strade del villaggio, tra i volti anonimi di gente, conosciuta e non, eppur quel cammino non mi era di peso come se le gambe si muovessero da sole, spinte da una volontà non cosciente. A Flash ripercorrevo uno ad uno gli eventi appena vissuti e sempre più mi chiedevo come fosse potuto succedere.
    Avevo compreso “tutte” le parole che aveva pronunciato Shiltar e il mio non rispondere era una dichiarazione di colpevolezza più che un atteggiamento di arroganza. Non potevo dire nulla a mia discolpa, avevo sbagliato ne ero consapevole, ma me ne ero accorto troppo tardi. Preso com’ero forse da un atteggiamento derivante da un a metà malcelato sentimento di rivendicazione e smania di grandezza.
    Ed ora avevo avuto quello che meritavo.
    Mi ero ritrovato sulla scogliera di Kiri, sull’orlo di un baratro profondo più di 20 metri, sotto gli spuntoni di roccia, bagnati dalla spuma della risacca erano così invitanti e per la seconda volta in quella giornata pensai a quella soluzione.
    Ma gli occhi di Itai, mi si pararono ancora una volta alla vista e la sua voce rimbombò come tuoni nelle orecchie, frutto non della realtà, ma dell’elaborazione della mia stessa volontà.
    “Non poteva finire così”
    Avevo abbandonato i miei propositi da suicida a mi ero diretto nel quartiere Akuma.
    Avevo preso parte delle decisioni sull’immediato futuro, ma le avrei attuate all’indomani mattina.
    Ora finalmente, dopo 4 ore di ininterrotto movimento, decisi di essere stanco.
    Avevo voglia di dormire…



    continua in casa Akuma

     
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    Trovarsi quella ragazzina nel proprio ufficio era, già di per se stesso, una sorpresa: quando era stato lui genin, non aveva mai chiesto udienza alla Mizukage... anche perché ai tempi non ce n'era nemmeno una veramente presente al villaggio.
    Ora, invece, questa Haru Kenchiki, in piedi (sia perché un pò la sorpresa, un pò l'abitudine di gente che si siede autonomamente lo avevano completamente fatto soprassedere sull'invitarla ad accomodarsi), enumerando il suo punto di vista su diversi problemi tattici di Kiri.
    Shiltar sull'ipotesi che l'architetto che aveva costruito le mura soffrisse di Priapismo, sorrise: probabilmente era vero che Godsan, nel corpo di Fujiko, aveva avuto anche un problema di quel genere, oltre a tanti altri, dalle coste, che secondo la ragazzina erano una specie di inferno, al villaggio che, a dire di quella specie di piccolo arcobaleno parlante su gambe, era una promettente fossa comune.
    Alla fine del monologo sulle mancanze che aveva visto, la kunoichi disse che aveva anche qualche idea su come sistemare la cosa, semmai il Mizukage avesse voluto ascoltare.

    La prima reazione di Shiltar fu d'indicare una delle due sedie d'ossa che si trovavano vicino alla kunoichi, dal suo lato di quel tavolo d'ossa, "Prego accomodati pure.", gli avrebbe detto.
    Non era cosa di tutti i giorni che qualche kunoichi spuntasse così, dal nulla quasi, ad enumerare tutti i difetti strategici del villaggio, ma già da alcuni giorni, l'idea che in quel suo palazzo il Mizukage si fosse fatto sordo alle opinioni degli altri gli era sorta, e non tanto per quel completo idiota a cui aveva dissezionato la faccia, ma più che altro per le altre due persone di cui aveva sentito le lamentele, nel caso di Etsuko, o le aveva lette, nel caso delle ultime parole di Godsan.
    In quei due casi, però, si trattava, per come la vedeva il Mizukage, di critiche che nascevano da un mal riposto orgoglio, questa ragazzina che ora era davanti al Kaguya, invece, sembrava che avesse dei pareri più dettati da delle basi tattiche e militari.
    "Dimmi pure cosa suggeriresti di fare per migliorare a tutti questi difetti strutturali.", avrebbe invitato il Mizukage, "Considera, comunque, che Kiri non ha risorse monetarie illimitate per sconvolgere di nuovo tutte le sue strutture interne ed esterne, e, ad onor di cronaca, qualche galleria sotterranea già c'é, solo che sono mal utilizzate per ora.", volle precisare, memore di quanto Godsan/Fujiko, appunto, aveva in precedenza sconvolto le strutture del villaggio, e delle gallerie che Etsuko stesso aveva fatto usare a Seinji per tentare la fuga.
    Forse dalle loro idee ed azioni passate si sarebbe potuto ricavare qualcosa di buono anche adesso.
     
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    L'invito a prendere posto a sedere su quella che pareva una poltrona tutt'altro che rassicurante mi fece capire che il Mizukage, sebbene forse un pochino eccentrico, era una persona disposta al dialogo e questo allontanò la mia idea di fuggire a gambe levate prima d'essere uccisa da una salva infinita di schegge d'osso. - Grazie. - Presi posto accavallando le gambe e mettendomi più comoda possibile mentre ascoltavo quello che il Kaguya aveva da dirmi in relazione alle mie critiche. - Non avevo sentito parlare di tunnel utilizzati.. ma è anche vero che molti abitanti di Kiri vivono nelle coste e sono poco avvezzi a conoscere cosa c'è all'interno, o sotto, la cittadina. - Dovevo partire da qualcosa che non costasse eccessivamente, i problemi monetari e finanziari di Kiri erano a dir poco una cosa a cui non avevo fatto caso, ma c'era una speranza anche da quel punto di vista per quanto mi riguardava. - Allora, Kaguya-Sama, precisiamo che io vengo da una famiglia di origini umili e ho studiato tutto quello che potevo sotto gli insegnamenti di mio nonno intervallandolo al lavoro nei pescherecci, quindi prenda le mie idee come frutto di uno studio accurato e teoretico. - Mi schiarì la voce. - Non avevo pensato, da subito, ai problemi economici di Kiri ma c'è una soluzione anche a questo, le nostre mura sono altissime e non credo ci servano essendo già circondati dal mare e pressoché isolati dall'esterno.. per farle un paragone, sono utili come costruire un muro di carta pesta attorno ad un castello circondato da un mare di lava, la mia idea sarebbe di portarle ad una altezza approssimativa di quindici o venti metri ma di cambiarne la forma e lo spessore. In accordo con quanto ho letto, riferito alla possibilità di un assedio, la forma circolare o perpendicolare offre solo una superficie amplia dove i proiettili nemici possono impattare, il mio suggerimento è quello di realizzare una struttura formata di segmenti pressoché identici ma che cambi costantemente andamento, in modo da impedire a uomini e mezzi di arrampicarcisi o demolirle facilmente. - Avevo fatto anche un disegnino, nel caso il tutto fosse stato insufficiente. - Inoltre il mio consiglio più grande riferito alle mura era quello di spostarle verso la costa, fortificandola direttamente a pochi metri dal mare, non tanto per avere più spazio all'interno delle mura, ma per impedire lo sbarco di grosse quantità di nemici e, allo stesso tempo, poter usare le difese poste sulle mura come armi d'offesa contro le navi in avvicinamento. Lei ci pensi bene, so che nel caso di un attacco diretto arriveranno dei Ninja, e se sbarcano non sarà possibile sfruttare le potenza difensiva di grandi bastioni, ma finché sono in barca, o in aria, sono alla mercé delle nostre difese e, anche ammesso che riescano a sbarcare, non avranno lo spazio sufficiente a stabilire una testa di ponte nell'isola. - Il tutto era ovviamente contornato da gesti e quant'altro fosse in mio potere per raffigurare idealmente come avrebbe dovuto svolgersi un assedio navale. - Poi le priorità dovrebbero essere quelle di creare un sistema di pozzi artesiani interni alla città e sistemare le gallerie per creare un complesso sotterraneo da dove lei possa gestire in sicurezza operazioni belliche in superficie.. io non voglio offendere, ma questo palazzo è uno specchio per allodole per chiunque voli sopra la città e si diverta a scaricare tonnellate di esplosivo. - Non sapevo che il Kage avesse attualmente una famiglia, era la prima volta che mi interessavo di politica e parlavo con un membro attivo del governo di Kiri, ma una situazione del genere era da prendere in considerazione, almeno in teoria. - Poi ci sarebbero molte altre cose, ma queste due sono le meno costose perché si può lavorare con e su materiale preesistente, risparmiando il trasporto via mare e, ovviamente, scavando sotto terra per fare il Bunker otterremo la pietra per rinforzare le mura. - Economicamente sostenibile e più facile da fare rispetto al costruire ex novo tutte le fondazioni per le mura. Per il resto ci sarebbero voluti molti più soldi e materiali, di cui attualmente Kiri non poteva disporre, almeno per i miei calcoli.

    Sospirai appena, tentennando sull'idea che mi era venuta in mente già da tempo ma che non avevo mai trovato fondamento per applicare. - Abbiamo bisogno di una colonia sulla terra ferma.. che possa garantirci un afflusso costante di cibo e materie da costruzioni, l'ideale sarebbe una cava di ferro e pietra lungo la costa della terraferma, se avessi i permessi di vostra signoria, potrei autofinanziare questo progetto.. - Era solo una idea, ma mi serviva comunque un parere superiore ed il benestare del mio Kage. Poi.. a lungo termine questo ci avrebbe garantito anche altri fattori positivi. - Pensateci.. a lungo termine questo permetterebbe a Kiri di essere indipendente.. persino dai Daymio. -

     
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    continua da Qui



    Come da richiesta l’inserviente consegnò la lettera direttamente al messo dell’ospedale, che nel corso della mattinata la recapitò ove era diretta…
    Il Palazzo Del Mizukage.
    La lettera portava in vista lo stemma Akuma e quando qualcuno l’avrebbe aperta… avrebbe trovato tali parole



    CITAZIONE

    Io, Etsuko Akuma, presento le mie formali dimissioni come primario dell’ospedale.
    Spero che le mie azioni non vengano fraintese e ne colte come mancanza di passione e rispetto per il lavoro sin ora svolto. Ma mi trovo in condizioni tali da non poterlo più svolgere al meglio. Ergo preferisco che tale carica sia ricoperta, per il bene dell’ospedale, dei pazienti e di Kiri tutta, da chi al posto mio agirà in modo più giudizioso mantenendo la piena facoltà di tutte le aree dell’ospedale stesso.
    Il mio incarico termina così oggi stesso. Rimarrò in ogni caso a disposizione per eventuali consulti o necessità improvvise, per la passione che mi lega al mio lavoro.
    Grazie per il servizio prestatomi

    Mi voglio scusare e ne approfitto per tale occasione, visto che son più capace con le lettere che con le parole, per scusarmi con lei Shiltar Sama, per la delusione che posso averle provocato, ma soprattutto per la stupidità che mi ha spinto ad agire in questo modo.
    Spero che non legga in queste righe una ripicca da parte mia, non sto abbandonando il mio lavoro, anzi mi sto mettendo in condizione di poterlo esercitare al meglio.
    Chiedo inoltre che il laboratorio di ricerca venga chiuso fino a data da destinarsi, ci sono anni di ricerche lì dentro e comunque nessuno che al momento potrebbe portarle avanti.

    Etsuko Akuma


    La seconda parte era una aggiunta apposita alla lettera indirizzata al Mizukage

     
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    La piccola Stratega

    Shiltar rimase ad ascoltare tutte le spiegazioni della giovane kunoichi che si trovava davanti e che, malgrado avesse lei stesso spiegato che i suoi progetti provenivano principalmente da conoscenze teoriche, non lesinava certo in gesticolare ed in piani su come sistemare al meglio le strutture del villaggio per la difesa.
    In primis Haru suggeriva un drastico cambiamento alle Mura, le stesse per cui Fujiko aveva tanto fatto lavorare e che, a detta della giovane Kenkichi erano bellicamente poco utili e, in effetti, i suoi suggerimenti per migliorarle non erano affatto male, anche se a Shiltar venne in mente un'idea leggermente diversa in quel senso; ad ogni modo, prima di proporla, la lasciò parlare.
    Quando quella ebbe finito, dopo un suggerimento sull'uso della terra ferma per i rifornimenti, fu Shiltar a prendere la parola.

    "L'idea sulle Mura, mi piace. Anzi, considerando i problemi di priapismo della precedente amministrazione, direi che, anziché spostarle, si potranno anche creare due barriere murarie, una esterna come suggerisci tu, ed una interna, di fatto non spostando le fondamenta di queste, per una maggiore protezione dei civili.
    Sui pozzi artesiani, quelli non sono difficili da creare, ho un intero lago sotterraneo, appunto sotto il Palazzo, dove allevo i miei coccodrilli, da lì l'acqua potrò essere utilizzabile, in più possono farvi passare anche i miei coccodrilli per supportare il villaggio, eventualmente, da lì.
    I bunker, per i civili, possono servire, ma già ti avviso che io non me ne andrei nelle barricate a guidare le azioni da sottoterra... allo più lo potrei far fare ai consiglieri militari..."
    , affermò, scrutando poi con occhio critico quella specie di arcobaleno iperattivo con i capelli biondi e delle buone idee belliche.
    "Ad ogni modo, giovane Kenkichi, le tue idee sono buone; vedrò di mettere in atto i meccanismi burocratici di Kiri: per ora siamo anche senza amministratrice, e finché il successore non sarà stato eletto, le cose andranno un pò a rilento, ma inizieremo a lavorarci al più presto e, in generale, se ti può interessare, potrei metterti a supervisione del lavoro di organizzazione di queste mura difensive... in fondo avresti più conoscenze teoriche di un qualsiasi muratore, di certo, e chissà che tu non possa anche diventare, un giorno, un consigliere militare.", aggiunse con tono parzialmente scherzoso, ma non per questo accennando realmente a quel particolare aspetto, il Mizukage; in fondo, con Godsan morto ed Etsuko chiaramente meno legato alla politica del villaggio, c'era sempre bisogno di nuovi ninja kiriani che entravano nella "vita" del villaggio senza malsane idee xenofobe.
    "Sul rendersi indipendenti, Kiri già interagisce, seppur leggermente, con vari villaggi sulle isole dell'Arcipelago che compone il Paese dell'Acqua, decisamente meglio che interagire con la terraferma: con alcuni facciamo scambi commerciali, altri ci offrono delle tassazioni, insomma, abbiamo il nostro modo per restare indipendenti, possibilmente sempre di più a lungo andare. Considerando poi che la terraferma è più distante delle isole, penso sia molto meglio così.", volle spiegarle, principalmente per dimostrare che non è che Kiri veniva gestita male come pareva pensare l'altra.
    "Ad ogni modo, altri piani a breve o lungo termine per il villaggio? Così per farmi un'idea...", aggiunse.

    La Missiva - Qualche giorno dopo

    Quando, mentre stava lavorando a come far attuare tutti i progetti proposti dalla giovane Kenkichi, il Mizukage ricevette la missiva di Etsuko, non ne fu eccessivamente stupito: in fondo lui stesso aveva fatto declassare l'altro, dal ruolo di Primario, gli avrebbe lasciato chiuso il "laboratorio" come lo chiamava, anche se probabilmente ne avrebbe sfruttato le gallerie per i progetti di miglioramento di Kiri, quando fossero partiti.

    --------------

    OT: Leggete: In GDR quando organizziamo per bene il macrogdr/ryo li attiviamo, per ora li mettiamo in progetto per Kiri :sisi: /OT
     
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    Le idee le Kage non discostavano molto dalle mie, al che mi venne spontaneo domandarmi il motivo per cui non le avesse messe in atto prima, ma la problematica situazione amministrativa ed il conseguente decesso dell'unica amministratrice, di cui ero venuta a sapere solo da pochi giorni, mi fece lasciar decadere il discorso. - L'idea di formare due cinte murarie è ottimale, e non ci impedirebbe comunque di recuperare il materiale dalle prime dovendo comunque renderle più efficaci. - E questo punto era andato a buon fine, adesso c'era la situazione dei pozzi artesiani che sembravano già aver riscontrato un certo successo ed i Bunker per i civili sembravano sulla buona strada, per quanto lui stesso non ci sarebbe mai voluto andare, la mia priorità era proteggere la popolazione. - Sono d'accordo, indipendentemente dalle sue scelte militari, il mio primo pensiero era la tutela dei civili, ma per quello c'è tempo. - Sulla questione delle gestioni extraterritoriali mi storceva un po' il naso l'idea di avere solo altre isole come piazzeforti e per giunta lontane dal controllo diretto di Kiri. - So di non poter criticare, politicamente parlando, ma temo che a lungo andare la mancanza di una presenza Kiriana sulle coste ci taglierà fuori dal mondo e, per quanto possa sembrare opportuno rintanarci qua, lontano dai problemi accademici, suggerirei di fare un pensiero sul creare una colonia in territorio neutrale, mi farà sapere in seguito dopo aver discusso con i suoi consiglieri. - Per la questione di un eventuale impiego come supervisore delle infrastrutture la cosa mi piaceva assai, avrei potuto iniziare una brillante carriera facendomi le ossa con un lavoro piuttosto umile ma di cui era sicura saper fare correttamente anche i minimi dettagli ed ero entusiasta all'idea di una simile opportunità.

    - Beh a dire il vero ci sono alcune cose a breve termine, come la creazione di un sistema di fortilizi marini a tre chilometri dalla costa, il progetto che avevo in mente prevede la creazione di sei isole artificiali su cui costruire dei bastioni di modesta grandezza con lo scopo di fornire avvistamento tattico. Le mura possono garantire poca visibilità, specie col nuovo progetto che le renderà meno alte, e con queste sei torri sono in grado di coprire un campo visivo pari a 360° attorno all'isola, ogni torre sarà dotata di un sistema di comunicazione elettrico e fisico, leggasi un braciere, da accendere in caso d'allarme. Semplice ed efficace come soluzione. - Poi, cercando di esprimere anche qualche piano a lunga durata, buttai giù l'idea più pesante che mi era sovvenuta durante le mie machiavelliche idealizzazioni. - Sto per partire alla volta di Suna, vorrei apprendere al meglio le tecniche di meccanica del Vento per poterle riproporre su armi statiche da posizionare lungo le mura, ci sono svariati meccanismi ancora in fase sperimentale, ma non ho le conoscenze per portali avanti in maniera empirica, oltre a questo direi che Kiri sta soffrendo un po' per colpa della crisi che si è scatenata dopo gli eventi del paese di Taki.. un Riarmo effettivo potrebbe essere la scelta vincente, ed avrei piacere a sapere che Kiri dorme nelle braccia sicure di un esercito regolare, non solo di Ninja, ma qui siamo già a livelli molto più avanzati di progetto ed avevo già incluso una colonia per l'importazione di metallo. - Sospirai. C'era qualcosa che mi avrebbe impedito di fare ogni cosa, ed era il tempo stesso, nella mia ideologia Kiri avrebbe potuto essere una Nazione forte e sicura ma non doveva isolarsi in mezzo al mare. Ma, sfortunatamente, la decisione non spettava a me. - Comunque.. sarà un pò fantasiosa come ipotesi, ma storicamente parlando, colui che governa sopra più popoli dalle diverse culture non dovrebbe chiamarsi Kage, ma Kōtei. - Sorrisi, in un misto di ammirazione futura e nazionalismo patriottico ostentato ma non sgarbato.


     
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