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Perfettamente mimetizzato in mezzo alle abitazioni dei cittadini di Kiri, si trova un piccolo edificio [14 Slot Dimensionali] il cui anonimato cela però un fine che va ben oltre l'apparenza. La casa è semplice, quasi povera, in pieno contrasto con le persone - o meglio le loro azioni - che la abitano.. -
Sakon.
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[Qualche tempo prima]
Sakon se ne stava disteso supino sul freddo parquet della sala da pranzo. Sul volto emaciato faceva capolino una corta barba incolta di colore platino, che lo faceva apparire molto più vecchio di quello che realmente era. Fra le labbra scure ardeva una sigaretta giunta ormai al filtro.
All'improvviso, bussarono alla porta. Pff! sbuffò il Nukenin mentre si alzava con un balzo e andava ad aprire la porta con la medesima lena. Oltre l'ingresso si trovava un uomo che era la copia sputata di Sakon, forse appena meno trascurato. Era ora, cazzo! Si può sapere perché c'hai messo tanto? i due gemelli si sedettero per terra, il nuovo entrato sfilò una sigaretta dal pacchetto che si trovava sul pavimento. Datti una calmata. annunciò Ukon mentre si accendeva la paglia. Non dirmi quello che devo fare, cazzo! protestò invece quell'altro, ma poi seguì il consiglio del fratello. Va bene, sono calmo. Ora dimmi cosa hai scoperto! gli occhi di Sakon, però, trasudavano la consueta frenesia. Sembra che qualcosa si stia muovendo. Un gruppo di Nukenin è stato attaccato e la loro vaporiera rubata. Ukon fumava la sigaretta con la medesima pacatezza con cui parlava. E' lui, dev'essere lui! lo sguardo del fratello più anziano si era fatto ora quasi delirante. Sta tornado! Dapaisu sta tornando!
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