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Dapaisu.
Postumi
Una minuscola barca malridotta si affacciò, sospinta dalla dolce corrente, nelle acque della baia del Porto di Kiri. Sopra di essa si trovava un uomo apparentemente addormentato, coperto di cenci e con un jingasa a nascondergli il volto; rimase immobile mentre l'imbarcazione andava ad adagiarsi lungo uno dei numerosi moli. Non diede alcun segno di vita nemmeno al solerte arrivo delle Guardie. Solo quando una di queste ebbe intimato per la quarta volta - a voce sempre più alta - di rivelare la propria d'identità, l'uomo emise un secco grugnito. Una mano nodosa emerse lentamente dal cumolo di stracci e sollevò appena il cappello di paglia, permettendo così alla pattuglia portuale di scrutarne i lineamenti: barba sudicia e selvaggia, un grosso naso a patata e due occhi gonfi iniettati di sangue. Umpf? mugugnò destandosi. Vi pare il caso di svegliare così bruscamente un uomo ubriaco che dorme? borbottò piano e con evidente difficoltà, come se mettere insieme più di due parole fosse in quel momento un'impresa ardua. Datemi una mano a scendere. intimò. Le Guardie lo assecondarono, chiaramente perplesse, aiutandolo ad alzarsi in piedi e ad abbandonare la barchetta. L'uomo era bello in carne e la logora veste che indossava aveva diverse chiazze di sangue rappreso. Mandate un messaggio all'Amministratore, è urgente. Il vecchio ubriacone del suo Sensei ha bisogno di lui. articolò con un ultimo sforzo, prima di accasciarsi esanime sulla fredda pietra del Porto.
[Continua da qua].