[Primo Accesso] Il Porto[Free GdR] [Macro GdR]

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    Kiriani indispettiti

    II - Accesso negato



    No! Per l’amor dei Kami non chiudere! Scendo qui!

    Un sorrisetto beota gli si stampò sul viso, mentre proseguiva col suo discorso. Tutti a Konoha erano venuti a sapere dell’”incidente” in amministrazione: dal trattamento che aveva ricevuto, era sicuro che fargli notare che l’Hokage se la sarebbe probabilmente presa con chi ostacolava i suoi soldatini, soprattutto kiriani, avrebbe convinto il guardiano a fare qualche passo indietro lasciandolo passare.
    Si era sbagliato.
    Con una velocità ed una forza troppo superiori alle sue, richiuse la scatola, lasciando l’albino dentro a scalciare disperato, ansioso di uscirsene da lì.

    Stupido kiriano! Non ti è bastata la lezione del gorilla??

    Non che lui potesse far la predica sul rispettare qualcuno così com’era di norma fare. Youkai stesso adorava punzecchiare chiunque, anche le peggiori persone con cui farlo. Se non imparava in fretta come diventare invisibile e scomparire, non sarebbe probabilmente riuscito a sopravvivere ancora a lungo.
    Il fantasmino che lo seguiva dai tempi dell’incontro con Sanjuro lo fissò con i suoi enormi occhioni. Gli gironzolava intorno, quasi a volergli dimostrare come fosse in grado di passare attraverso le pareti della scatola.

    La fai facile tu! Non sono ancora così tanto morto, non li posso passare i muri! Tantomeno le assi di legno. ...HMPH!

    Un altro calcio a vuoto, senza riuscire a rompere la scatola. Il fantasmino andò a posarsi sulla sua testa, dov’era solito stare, nascondendosi nella chioma. Youkai sbuffò, cercando di riflettere.

    Ok, mandare te a chiedere aiuto non mi sembra una buona idea. E credo non mi ascolteresti nemmeno. Forse dovrei usare un altro tipo di fantasma. E’ l’unica cosa che posso fare…

    Attivò la sua tecnicaTecnica dell'Arma Fantasma
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Scimmia, Serpente, Tigre (3)
    L'utilizzatore può creare una copia corporea di un'arma presente entro 12 metri. Le armi copiate non hanno potenzialità offensive e svaniranno una volta compiuto un attacco inefficace. Può essere usata in combinazione con la 'Tecnica del Furto' spendendo uno slot tecnica base.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 5 / Consumo: ¼ Basso ogni 10 di potenza )
    [Unità Replicabili Massimi: 1 per Grado]

    [Da genin in su]
    , facendo apparire una torcia esattamente sopra la scatola. Non sapeva che Senji era andato direttamente da Yato a chiedere di lui, perciò tentò di attirare Yato stesso, o un qualsiasi passante, a porre attenzione a quella scatola, continuando a scalciare chiedendo di aprire. Una torcia che si agitava nell’aria avrebbe sicuramente attirato l’attenzione di qualcuno, e probabilmente terrorizzato a morte qualcun altro.
     
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    ~Post I
    Un freddoloso arrivo.



    Mi strofinai le mani cercando di riscaldarmi quel poco che potevo. Il freddo e il gelo stavano lentamente prendendo il sopravvento sulle mie estremità. Sbuffai, per quanto strano poteva sembrare mi sentivo distante da casa, da Oto. Purtroppo però all'Accademia questo non interessava. Quello che interessava ai piani alti era la mia figura professionale che mi era stata richiesta così a distanza dal Paese delle Risaie. Forse una mancanza di ninja o forse questioni più impellenti avevano portato a scegliere me, di un altro paese, per un incarico abbastanza secondario da non richiedere l'intervento di un ninja di grado superiore ma più che sufficiente per muovere due Genin.

    Esattamente, due genin. E quello era il mio pensiero fisso durante il viaggio verso Kiri. Fino a quel momento l'unica coppia che avevo formato era stata con Hebiko, di Oto. E nonostante molte similitudini non mi era mai risultato semplice o spontaneo collaborare, sfociando in diverse situazioni critiche. Sapevo che si chiamava Kitori ed era un genin di Kiri, sapevo che in certo senso mi era stato affidato visto la sua giovane esperienza nel campo. Sbuffai di nuovo. Le premesse non erano per niente positive.

    Scrollando la testa ritornai alla realtà, ovvero a quel forte, indimenticabile profumo da pesce morto del molo in cui ero sbarcato, tipico di qualunque porto a me conosciuto. Ma a parte per quel piccolo dettaglio mi trovavo, per la mia prima volta, a Kiri; centro nevralgico del Paese dell'Acqua. O per meglio dire della neve. Sicuramente era un giorno da ricordare.

    Mi guardai attorno e notai numerose persone, tutte quante trafilate nei lori impegni. Chi a raccogliere il pesce, chi a scambiare mercanzia. Di certo non c'era da annoiarsi. Mi diressi verso quello che sembrava una sorta di ingresso sorvegliato da alcuni Ninja. Avrebbero sicuramente notato il mio coprifronte di Oto. Con un cenno della testa mi avvicinai e anticipandoli presi a parlare:- Buongiorno, Genin Kato Yotsuki da Oto. Con chi devo parlare per entrare nel Villaggio?- domandai telegrafico. Avrebbero presto scoperto che non ero un tipo molto loquace.


    Piccola giocata introduttiva per entrare a Kiri con il mio PG e iniziare poi l'Add TS1 con RexDraco.
     
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    Chissà perché capitano tutte a me?

    Ero ancora completamente senza parole, guardando il guardiano di Kiri e quel povero idiota di Youkai che veniva chiuso dentro la scatola a forza. Nelle nebbie dello stordimento, due diverse idee si facevano strada: abbandonare il compaesano che quasi certamente era là per seguirmi (la scenata dell'Hokage che fingeva che fosse tutto un test non mi aveva convinto nemmeno per sbaglio) oppure soccorrerlo e rafforzare la mia fedeltà al Kage, almeno per messinscena. Quasi mi stupii di come la mia mente stesse ragionando a cose del genere nonostante lo shock...era certamente un segno di maturazione, dopo le terribile esperienze con le fenici e alla Colonna Evanescente. Non...no, io... Forse alle intenzioni non faceva capo un corretto collegamento con la bocca, tanto che non articolai nulla di convincente, almeno nell'immediato, ma mi costrinsi a chiudere la bocca, fare un respiro profondo e ricominciare.

    E' un mio compaesano di Konoha. E credo sia un po' ritardato. Spiegai, lasciando trasparire senza difficoltà tutta la mia irritazione per quella situazione. Credo volesse semplicemente seguirmi perché ha questa assurda convinzione di essere un mio caro amico, anche se di fatto non siamo che conoscenti. Mi avvicinai mentre una torcia fluttuante segnalava il barile esatto al cui interno si trovava il ragazzo coi capelli bianchi. Non credo che abbia con sé dei documenti ufficiali, ma posso garantire per lui e lo terrò d'occhio tutto il tempo. Siamo entrambi genin, non credo che costituisca un problema, almeno spero. Aggiunsi, regolando il respiro per rallentare le mie emozioni, e la loro manifestazione, quanto più possibile. Stavo scegliendo di aiutare Youkai allo scopo di ingannarlo, così da ingannare il Kage di rimando, o almeno lo speravo.

    Naturalmente lascerà tutte le armi esattamente come me e cercherò di non fargli combinare disastri...è un po' tocco, come dicevo. Avrei lasciato che fosse il Guardiano ad aprire il barile, sempre che acconsentisse, dato che la scelta era sua, e sua soltanto. Ignori pure ciò che dice, è praticamente innocuo. Rincarai la dose, aspettando il permesso di passare per entrambi, se fosse arrivato.


    SE Youkai fosse stato liberato, la mia prima azione sarebbe stata dargli uno scappellotto. Sei il solito seccatore. Non stai stare da solo? Ora seguimi, che devo cercare un maestro di spada. Poche parole a cui speravo non avrebbe replicato. Doveva tenere la bocca chiusa per stare al gioco, o al massimo scusarsi. Speravo solo che non fosse stupido fino al punto da far saltare la debole scusa che avevo accampato per giustificare la sua presenza. Sapevo bene che era là per me, ma avrei ribaltato il giovane albino per farne una MIA pedina inconsapevole.

    SE Youkai fosse rimasto incarcerato avrei fatto spallucce. Ci avevo provato. Vabbè, allora lo rimandi a Konoha, un po' di cibo e acqua magari lo aiuterebbero, ma lascio tutto al suo buon cuore. E grazie per le dritte sul maestro di spada. Mi sarei inchinato, dirigendomi verso il villaggio. Arrivederci.
     
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    Quando chiuse la scatola con il foglioso dentro non aspettò nemmeno qualche controrisposta o qualche azione efficace volta a fermarlo. Un po' gli dispiaceva lasciaro lì, ma non poteva permettersi di far correre al villaggio un rischio inutile, almeno non prima di essersi assicurato sull'identità di quel tizio. Anche per questo chiese spiegazioni a quello che sembrava essere il più intelligente dei due. Questi si limitò a dire che l'altro era un ritardato, senza effettive capacità di shinobi, e che pertanto non rappresentava nessuna minaccia. Aggiunse che quel tizio voleva "semplicemente seguirlo", il che era già strano visto che era nascosto in una scatola e ci era stato nascosto per tutto il viaggio probabilmente. Al più anche quando aveva parlato di Raizen e di missione che questo gli aveva assegnato. Asmodai ascoltò tutto il monologo di Yato con una santa pazienza, iniziando a formare una precisa idea su come, quando e perché. Anche collegando "probabilmente mi ha seguito" e "Raizen". Entrambi, però, sembravano innocui, anche se tutta quella storia gli puzzava di marcio. Perciò credette alle parole secondo cui lo scemo del villaggio di Konoha era venuto a Kiri per seguire colui che credeva essere amico, anche se quell'amico poteva essere pericolo, motivo per cui Raizen, che era un altro tipo strambo, poteva aver dato l'ordine di seguirlo perché non combinasse guai. Tra i due, però, quello che avrebbe potuto combinare qualche guaio era proprio il tizio nascosto nella scatola, per via della sua stupidità.
    «Capisco,» - sospirò Asmodai. - «Se è davvero così, allora puoi andare.» - Gli disse indicando il passaggio per il villaggio. - «Il tuo non-amico, però,» - voltandosi verso la barca l'Akuma vide che vi era apparsa sopra una torcia, quasi come se questo fosse servito a qualcosa, - «rimarrà qui con me un altro po'. » - L'Akuma, dunque, sarebbe stato chiaro: Yato poteva passare, ma senza il suo compagno di villaggio.

    Una volta che il primo genin della Foglia fosse sparito, Seinji si sarebbe rivolto anche all'altro, andando di nuovo verso la barca, salendo e aprendo la scatola per una seconda volta, buttando giù nel mare la torcia. - «Il tuo compagno di villaggio dice che sei solo uno scemo,» - spiegò. - «Magari è davvero così. Io non lo so. Però, ora o mi dici tutto sulla missione che ti ha dato il tuo Hokage, oppure te ne torni a casa.» - Fece una pausa. - «E lo sceglierò io il modo in cui viaggerai.»








    OT: Cube, di te si occuperò Ryuu.
     
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    III - Lo scemo del villaggio



    Per quanto la chiusura della scatola gli impediva di uscire, i suoni riuscivano benissimo ad entrarci, e l’albino non mancò di farlo notare.

    Va che vi sento, eh!!

    Forse le parole di Yato lo avrebbero aiutato a liberarsi da quella situazione scomoda, ma quando finalmente riuscì a rivedere la luce, notò come l’Akuma aveva tutta l’intenzione di trattenerlo ancora un po’. Uscendo di corsa, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo, non si allontanò troppo da quella posizione, pur volendo prima assicurarsi che Yato restasse nei paraggi. Ora non era solamente il tenerlo d’occhio, ma avere una sorta di alleato col quale liberarsi da quella situazione nel quale si era infilato (da solo).

    Ey! Yato! Aspettami eh!!

    Lo richiamò con un’ansia visibile, lasciando intendere come avesse bisogno di qualcuno di familiare accanto, per quanto fossero solo conoscenti.

    Non sono a mio agio con gli sconosciuti.

    Non era del tutto sincero. Stare con uno sconosciuto non gli faceva ne caldo ne freddo, ma che non si trovasse a suo agio, quella era la verità. Data la situazione, temeva ovviamente di essere scoperto, e la cosa non faceva che agitarlo, ma usando le giuste motivazioni poteva portare la cosa a suo vantaggio.
    Se Yato fosse rimasto ben visibile si sarebbe calmato. Avrebbe risposto al dubbio del guardiano con un buffo sorrisetto:

    Non lo so.

    Probabilmente ci sarebbe stato un momento di incomprensione, ma si sarebbe presto corretto.

    Raizen mi ha solo detto di andare da Itai, da solo, e che lui avrebbe già saputo cosa fare. Ha detto che in questo modo si sarebbe mantenuta la massima segretezza. Probabilmente è una cosa tra Kage. Non posso rivelarti altro. Letteralmente, non so altro.

    Dondolò sui suoi piedi avanti e indietro, portando le mani dietro la schiena, insicuro sul dafarsi. Forse doveva approfittare dei precedenti commenti fatti da Yato, in fondo fare lo stupido gli riusciva naturale.

    Forse non avrei dovuto nascondermi in quella scatola… Ma c’era tutta quella gente sulla nave! Mi mettevano ansia. Perlomeno c’era anche Yato, hai idea di quante navi ho visto partire prima di trovare un amico su una di esse?? Solo che era circondato da kiriani, non mi andava che mi vedesse tutta quella gente.

    Gesticolava animatamente, chiudendosi infine in sé stesso, e guardandosi attorno come se temesse che qualcuno lo stesse osservando. Si avvicinò a Senji in modo da sussurrargli la sua teoria:

    Lo sai, dicono che ci siano un mucchio di nukenin che non aspettano altro che qualche ninja faccia una mossa falsa e ZAC! Gli rubano l’identità. Non mi va a genio che troppa gente mi veda, questi si nascondono dietro ogni angolo. Magari hanno visto quanto sono attraente e vogliono proprio me!!

    Teorie complottiste. Non c’era di meglio per dimostrargli che Yato poteva aver ragione sul suo conto, lasciando quindi automaticamente intendere che poteva essere fastidioso ma innocuo.
    Rimase al suo posto, dritto in piedi, mani dietro la schiena, guardandosi attorno di tanto in tanto. Non avrebbe fatto storie nel dover lasciare le sue armi, ed eventualmente il suo nome. Non aveva nulla da nascondere, anzi, se Senji avesse riconosciuto il suo nome avrebbe potuto dargli qualche indizio sul suo passato. Purtroppo ancora non sapeva che con quel nome non avrebbe scoperto mai nulla sul suo conto.
     
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    Nuovo arrivo da Oto

    Il ragazzo dagli occhi verdi


    Un'altra giornata al porto era appena iniziata, e l'aria fresca del mattino era un toccasana per il pimpante genin, pronto per un'altra sessione di lavoro. Peccato che avesse sbagliato luogo e si fosse presentato alle mura ad ovest.
    Non era la prima volta che succedeva, quindi si ritrovò per l'ennesima volta a dover correre all'impazzata tra le strade del villaggio, buttando per aria il tavolino da gioco di un paio di vecchietti, quasi investendo una bambina ed inciampando nella bancarella di frutta del mercato principale, ma rimettendosi subito in piedi con una capriola. Non poteva permettersi di rallentare, essendo già abbastanza ritardo per il suo turno di guardia, e impiegando quindi tutte le sue energie in quella sfrenata corsa. Il problema è che aveva preso un tale sprint da non essere più capace di fermarsi, e se ne rese conto nel momento in cui entrò nella zona portuale e non riuscì a rallentare la sua corsa.
    Furono brevi attimi di panico in cui le sue gambe tentarono invano di frenare il loro movimento, ma gli ci sarebbe voluto molto più spazio per rallentare abbastanza da fermarsi, ed aveva quasi raggiunto i moli; come se non bastasse, il leggero strato di ghiaccio che si era venuto a formare durante la notte in alcuni punti, andò a complicare ulteriormente la situazione, facendo slittare le suole dei suoi sandali per la mancanza di attrito e lanciandolo come un proiettile verso il mare.
    In un attimo di lucidità, compose immediatamente i tre sigilli per creare all'istante un suo clone al limite del molo, che prontamente allungò la mano per afferrare al volo prima che cadesse in acqua... ma caso volle che manco la presa, ottenendo come risultato un gran tuffo acrobatico per il suo originale.
    C'est la vie. Fece spallucce e andò a prendere il posto al molo dove i suoi sottoposti stavano controllando una nave appena attraccata. Uno di loro, non appena vide il clone di Ryuu avvicinarsi, lo indicò e riferì al ragazzo che era lui la persona che stava cercando. Forse non era stata la più formale delle entrate in scena, ma quantomeno non era arrivato con un grosso ritardo.
    Ryuu-kun, c'è questo ninja di otogakure che vorrebbe entrare al villaggio. Disse il minuto vecchietto che era di guardia da così tanti anni al molo, che ormai niente più lo impressionava.
    Ah, grazie! Rispose il ragazzo, avvicinandosi all'otese. Bella Oto, ci sono stato un paio di volte a fare l'esaminatore per degli studenti. Ma va bè, lasciamo stare, quanto hai intenzione di fermarti a Kiri? Solo in quel momento, il clone si rese conto che avesse davanti un ragazzo ben più grande di lui, decisamente con un fisico più adatto del suo a fare il ninja, ma ciò che lo colpì maggiormente, fu il suo insolito colore delle iridi e ne rimase quasi affascinato, non avendo mai visto dei simili occhi.
    Quel ragazzo, però, era arrivato lì per poter aver accesso al villaggio, quindi dopo che quest'ultimo ebbe risposto alla sua domanda, passò avanti con la solita procedura.
    Molto bene, devo chiederti di depositare tutte le tue armi nella cassa qui dietro. Indicandogli una cassa di legno levigato alle sue spalle ed attendendo che facesse come richiesto. Mi raccomando, anche rotoli e pergamene, se ne hai. Sai com'è, noi ninja ci nascondiamo di tutto. Disse, abbozzando un sorriso sul volto.
     
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    ~Post II
    Un freddoloso arrivo.





    Mi trovavo davanti al vecchio soldato, o per meglio dire semplicemente davanti ad un vecchio, che aspettavo chi di dovere per procedere all'entrata a Kiri. Il freddo pungente penetrava i vestiti e l'attesa si stava facendo sicuramente fastidiosa.

    Se non che il mio istinto mi suggerì di spostare lo sguardo. In lontananza notai uno strano movimento. Aguzzai la vista, serrando gli occhi. Un tizio si muoveva velocemente, molto di più di quanto avrebbe potuto un comune pescatore e realizzai che certamente si trattava di uno shinobi. Tuttavia non fu la sua corsa la cosa strana della faccenda ma tutto quello che seguì. Compresi subito che non sarebbe riuscito a fermarsi e in qualche maniera generò una copia di sé tentando l'impossibile. Infatti non riuscì ad evitare una sonora caduta in acqua.

    Scrollai la testa, sorridendo. Ero stato testimone di una scena decisamente singolare e inoltre per nulla al mondo avrei invidiato quel tipo, fradicio come era ed esposto al freddo polare del Paese. E mentre risaliva la battigia mi resi conto che si stava avvinando a me. Probabilmente era proprio il Ninja che stavo aspettando.

    La mia ipotesi si rivelò corretta e quando si presentò come lo shinobi di dogana ripetei le mie generalità per poi rispondere alle sue domande: - Diverse volte? Non è una cosa così comune. Oto non è mai stata un posto particolarmente ospitale. Comunque tornando al nostro discorso... precisamente a Kiri ho intenzione di rimanerci poco tempo, non più di qualche ora. Senza entrare nel dettaglio l'Accademia mi chiesto di unirmi con un certo Kitori Kenkichi, in una locanda di questo porto. Non so se lo conosce. Poi, giusto il tempo delle presentazioni e si parte per il Nord; a svolgere un incarico.- il tono era piatto, ma deciso. Il Ninja di Kiri avrebbe sicuramente notato che non ero un tipo loquace. In ogni caso rimasi in attesa di qualche eventuale domanda.

    Al termine della nostra conversazione seguii gli ordini del Ninja: depositare le armi e attrezzature. Erano le loro regole e per rispetto le avrei seguite. Consegnai al tizio tutto il mio equipaggiamento offensivo e di supporto. Mi fermai solo quando stavo per consegnare anche le protezioni: - Corpetti e parabraccia sono inclusi o esclusi?-

    A quel punto non mi rimaneva che chiedere un ultima cosa:- Giusto per sapere con chi ho avuto il piacere di parlare... Lei si chiama? Fare la conoscenza con nuovi colleghi è sempre un evento interessante.- ero sincero. Magari un giorno, chissà, l'avrei sfidato.

    Del resto l'aria del tizio tosto ce l'aveva.
     
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    Uscito dalla scatola il tizio si mise a gridare a Yato di aspettarlo, ma tanto che il primo foglioso era già bello e andato, non gli rimaneva che restare un po' in compagnia del fastidioso come una pulce Seinji Akuma, il quale stava ringraziando tutti i santi di aver trovato un foglioso si cui sfogare tutto il suo rancore. Se poi era così idiota da porgergli quella possibilità su un piatto d'argento, la cosa non poteva che renderlo ancora più felice. Così ascoltò che il piccolo, - quasi gli dispiaceva, - non era a suo agio con gli sconosciuti e gli venne un'altra volta una pazza voglia di chiuderlo nella scatola e rimandarlo a Konoha da quel pirla di un Raizen. Ascoltò il resto con un'incredulità sufficiente per ipotizzare due cose: la prima era che la missione era ipersegreta (ma davvero allo scemo del villaggio, come Yato lo aveva descritto, Raizen avrebbe affidato una missione iper-segreta?), la seconda, quelal più probabile, era che quel tizio gli stesse mentendo. Fu anche per questo che Seinji annuì convinto, ovviamente mentendo, salvo poi tirare la sua versione dei fatti. Che, ovviamente, non sarebbe stata per niente piacevole al caro rappresentante del Villaggio della Foglia. - «Secondo me mi stai raccontando cazzate,» - disse convinto. - «Che Raizen non sia tra i ninja più intelligenti del continente è risaputo. Del resto è solo un mucchio di muscoli, ossa e chakra. che però abbia mandato proprio te,» - e accentuò quell'ultima parola guardando il nuovo arrivato, - «da Itai, mi sembra una cosa alquanto strana. Per questo faremo così,» - spiegò Asmodai. - «ti porterò io da Itai.» - Sentenziò alla fine con un tono che non lasciava spazio alle obiezioni o ai dubbi. - «La armi le lasci qua come tutti e da Itai vedremo cosa fare.» - Era chiaro, quindi. Dopo le sue parole avrebbe accompagnato il tizio verso l'ufficio situato vicino al molo, dove il genin avrebbe lasciato tutte, - ma proprio tutte, - le proprie armi. Quindi Asmodai avrebbe lanciato un'occhiata verso l'interno, avvalendosi dell'aiuto di uno dei suoi collaboratori per continuare il turno.

    In compenso avrebbe preso il genin sotto un braccio e lo avrebbe portato all'interno di Kiri. Sarebbero andati da Itai insieme, proprio come detto, ma in compenso, una volta che avrebbero bussato alla porta, non avrebbero trovato nessuna voce ad accoglierli. Pertanto Seinji Akuma avrebbe guardato il genin negli occhi.
    «Itai non c'è,» - avrebbe detto Seinji. - «Raizen non lo sapeva?» - avrebbe chiesto quindi. - «In ogni caso, credo che tu debba aspettare il Mizukage. Io però non posso stare con te, in quanto mi aspetta il lavoro al porto. Ti lascio da solo, ma MIRACOMMANDO, non un passo sbagliato sennò ti sbatto in Prigione. E...» - sottolineò quindi, - «Ricordati che io ti osservo.» - A quest'ultima nota la conoscenza di Asmodai Akuma e Youkai comesicchiama di Konoha si sarebbe interrotta e il guardiano sarebbe tornato al suo lavoro, sapendo di già che difficilmente quel tizio sarebbe rimasto davanti la porta del Mizukage ad aspettarlo.
    Probabilmente sarebbe andato a cercare il suo compaesano, che a sua volta cercava un maestro di spada.



     
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    Nuovo arrivo da Oto

    Cordiali saluti


    Il ragazzo, nonostante l'aspetto leggermente serioso e cupo, si dimostrò abbastanza cordiale e collaborativo, rispondendo senza troppe cerimonie alle domande del guardiano.
    Senza entrare nel dettaglio l'Accademia mi chiesto di unirmi con un certo Kitori Kenkichi, in una locanda di questo porto. Non so se lo conosce. Poi, giusto il tempo delle presentazioni e si parte per il Nord; a svolgere un incarico.
    Ryuu rimase un attimo perplesso, riguardo al tempo di permanenza del nuovo arrivato, ma poi, intuì che avrebbe dovuto sicuramente trattarsi di una missione ufficiale da svolgere, come gliene erano capitate tante anche a lui.
    Mh no, il nome non mi dice niente. Bè, il nome del suo clan è molto famoso, ma io comunque non ne conosco. Fece un sorriso un po' imbarazzato, per poi riprendere subito. Una locanda, però c'è. E' poco più avanti.
    Quando arrivò il tempo del deposito delle armi, il genin attese con pazienza che l'otese concludesse quella fase, mentre dal molo arrivò con molta lentezza il suo originale, tutto fradicio, infreddolito e tremolante per la brusca caduta in acqua. Il suo sguardo dolorante era contemporaneamente infuriato, mentre fissava il suo innocente clone.
    Avresti dovuto...prendermi. Già, avrei dovuto. Ma non ce l'ho fatta, che ci posso fare, è colpa tua se non ho i riflessi pronti.
    Gli occhi del Ryuu originale erano visibilmente intrisi di odio, ma sembrava comunque così esasperato da non voler continuare neanche la discussione col suo clone, abbandonando la sfida verbale ed avviandosi verso il molo 1.
    Vado ad asciugarmi.
    Quando il ninja straniero ebbe finito di posare le armi nel baule, fece una domanda a cui il genin , molto semplicemente rispose Nha, lasciali pure, non è importante.
    Subito dopo, però, sarebbe dovuta arrivare la fase della perquisizione, che il Mizukiyo giustificò dicendo che purtroppo era obbligato a farlo, essendo suo dovere accertarsi che le nuove persone arrivate a Kiri fossero disarmate; se il perquisito non avesse avuto da ridire, il guardiano si sarebbe spicciato in quattro e quattr'otto, tastando velocemente arti e busto in cerca di qualche arma. Il problema sarebbe sopraggiunto se non avesse avuto molta voglia di farsi mettere le mani addosso.
    Se fosse andato tutto liscio, una volta finito tutto, il ninja era libero di entrare a suo piacimento nel villaggio, ma prima volle spillare molto gentilmente al guardiano del porto, il nome di colui che l'aveva ricevuto. Ryuu rimase sorpreso, dato che non era facile trovare gente così socievole e per bene che passavano per il porto, eppure quella era la prova che non si poteva fare di tutta l'erba un fascio.
    Ah certo, scusami. Io mi chiamo Ryuu Mizukiyo. Mi ha fatto piacere conoscerti, ora puoi anche entrare senza problemi. Spero che tornerai a trovarci.
    E con un bel sorriso stampato in volto gli diede il permesso di accedere a Kiri, rimettendosi poi al lavoro.
     
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    Un freddoloso arrivo.




    Quando il ninja di Kiri mi rispose che non conosceva la persona per la quale mi ero spostato fino a quel momento... Per la quale avevo attraversato diversi paesi, preso un traghetto e oltrettutto sorbito tutto quel freddo rimasi abbastanza di stucco. In cuor mio speravo che l'Accademia non avesse commesso un errore. Ma era abbastanza inutile preoccuparsi. Da lì a poco l'avrei scoperto.

    In seguito alla mia seconda domanda sulle protezioni ottenni una risposta affermativa e fui decisamente contento. Mi ero risparmiato la fatica di togliermi i vestiti, rimuovere le protezioni e rimettermi i vestiti sotto quel vento gelido.

    Infine giunse una richiesta insolita come non ne sentivo da tempo. O meglio la cui memoria andava ai miei trascorsi nei bassifondi del Paese delle Cascate, quando entravo nei locali più malfamati. Il Ninja voleva perquisirmi. Il che mi fece abbastanza strano come cosa. Ma non negai il gesto e alzando le braccia permisi l'operazione. Tuttavia non mi trattenni nel commentare la cosa:- Decisamente particolare. Del resto sappiamo bene entrambi che il vero potere si nasconde nel ninja stesso. No?-

    Al termine mi resi conto che ormai avevo superato tutte le loro perquisizioni. Come da me domandato il ninja ebbe modo di presentarsi. Accennai una sorta di saluto con la testa, annuendo e ricambiando la presentazione.

    Era arrivato il momento di andare, incrociai lo sguardo dello shinobi di Kiri:- Ci rivedremo, ne sono certo. Fino ad allora buon lavoro!-
     
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    Prendere una barca a Kiri non era così facile come si sarebbe potuto pensare a prima vista: quel villaggio sembrava non solo lontano, ma anche maledetto. Situato sull'isola di un arcipelago nel Paese dell'Acqua, Kiri per molto tempo è stato uno di quei villaggi che si sono attirati un gran ventaglio di attenzioni... eppure è quasi sempre riuscito a mantenere intatto il proprio carattere e le proprie tradizioni. Non solo: sembrava anche che fosse capace di nascondere tutti i propri segreti meglio di qualsiasi altro. Per questo Tasaki ebbe una difficoltà enorme nel trovare delle valide informazioni sul clan Akuma, il quale sembrava essere portatore di una delle tecniche segrete più particolari di tutto il Continente ninja. A quel punto, però, al neo-ninja di Oto non interessavano tanto le tecniche proibite di Kiri, quanto le informazioni su un ninja in particolare: Seinji Akuma. Era lì? Che fine aveva fatto? E, soprattutto, chi diavolo era? In cerca di risposte, il chunin otese pensò se fosse il caso di togliersi il coprifronte oppure no. Alla fine dei conti, pur essendo vero che Oto e Kiri erano dei villaggi alleati e quindi ben disposti l'uno verso l'altro (almeno in teoria...), era anche vero che esistevano tantissimi screzi tra quei villaggi. Per dirla brevemente, insomma, non erano affatto così uniti come poteva sembrare a prima vista, il che a sua volta poteva creare numerosi problemi. Tra le due scelte, - con il coprifronte oppure senza, - aveva preferito la prima, perché in quel modo pensava di poter avere più possibilità. Se fosse stato vero non lo sapeva ancora, così come non sapevo se fosse riuscito in qualche modo ad accedere al villaggio prima e al quartiere degli Akuma poi. Quello era sapeva era che aveva comunque avvisato del suo viaggio Kato e Febh Yakushi: entrambi erano a conoscenza di quella sua piccola avventura, per così dire. Certo, al secondo aveva ben pensato di lasciare soltanto un foglio; al primo, invece, gli aveva parlato di tutto ciò che riguardava il suo piccolo viaggio. La cosa che aveva nascosto era relativa alle vere motivazioni: non lo sapeva nessuno a Oto che Tasaki Moyo cercava delle informazioni su tutto ciò che riguardava Seinji Akuma e la sua vita. Quello non lo avrebbe detto nemmeno ai guardiani, qualora glie lo avessero chiesto... Oppure avrebbe detto qualcosa di diverso: era tutto ancora da vedere.

    In ogni caso, quando finalmente la barca toccò le sponde dell'isola di Kiri, Tasaki fece un sospiro di sollievo. Quel viaggio si era rivelato particolarmente lungo e tortuoso; non gli piaceva il mare e anche gli abitanti di Kiri difficilmente gli sarebbero piaciuti. Per questo assunse un'aria abbastanza solitaria, di colui che non aveva il bisogno di parlare né con gli abitanti, né con i guardiani, anche se con questi avrebbe comunque dovuto dialogare, a malincuore. Sapeva anche che per il tempo della sua permanenza a Kiri lo avrebbero privato di tutto il suo equipaggiamento: probabilmente era necessario affinché i ninja locali potessero stare tranquilli. Ma non era nelle sue intenzioni provare a uccidere qualcuno quel giorno: voleva solo svolgere un viaggio pacifico. Voleva solo avere le informazioni di cui aveva bisogno per capire di più su quel nome che aveva conosciuto ad Ame.

    Sceso dalla barca con cui era giunto a Kiri, Tasaki Moyo con le sue due spade procedette verso il punto d'ingresso sull'isola a passo abbastanza lento: tutto ciò che voleva era semplicemente gustarsi gli ambienti intorno. Non erano dei paesaggi che gli piacevano, ma doveva dire che avevano un proprio charme particolare. Del resto, era anche pronto a scommettere che tutti i villaggi erano "particolari" sotto quel punto di vista: ognuno di loro aveva un fascino straordinario, bisogna solo saperlo apprezzare.

    Quando, invece, giunse vicino al punto d'ingresso nella città, attese che fosse arrivato il suo turno e si presentò: - «Tasaki Moyo, ninja di Oto,» – tolse le spade da dietro la schiena. - «Immagino di non poter entrare a Kiri con queste, giusto?»





    Vitalità: 14 leggere
    Chakra: 60 bassi
    Chakra temporaneo: ///
    Equip.: Katana: 2/2 (nelle mani)
    Tonico di Recupero Medio: 2/2
    Tonico di Ripristino Medio: 2/2
    Shuriken Gigante: 1/1 (dietro la schiena)
    Veleno debilitante B2: 2 dosi su una katana, 2 sull'altra katana e 1 sul shuriken

    Status: ///

    Attese:

    Slot Azione:
    I – ///
    II – ///
    III – ///
    IV (Bonus Agilità) – ///

    Slot Difesa:
    I - ///
    II - ///
    III - ///

    Slot Tecnica:
    I – ///
    II – ///
    III (Bonus Intuito) – ///



    Slot Gratuito: ///
     
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    Al porto di Kiri


    I

    La nebbia quel giorno era particolarmente fitta. L'umidità nell'aria, quando si apriva o chiudeva una delle porte della guardiola, vorticava illuminata dalla luce tremolante delle candele. In quei giorni, data la carenza di personale e la moria di visitatori del villaggio, mi era stato affidato l'incarico di controllare l'ingresso del porto, malgrado ciò non rientrasse nelle mie competenze. Non mi lamentai per nulla, sebbene al ruolo di guardiano avrei preferito partecipare a qualche missione della mia unità ma, e non mi stancavo di ripetermelo, ero stato accettato da poco nelle squadre speciali e avrei dovuto farne di gavetta prima di poter ambire a incarichi più interessanti.
    La notizia che stesse per arrivare un ninja mi arrivò con qualche minuto di anticipo, decisi di occuparmene personalmente per sconfiggere la noia di quelle ore. Alzai il cappuccio del mantello quando la brezza marina e la nebbia mi avvolsero.
    La figura che lentamente avanzava verso l'entrata della città, prese piano piano forma: era alto circa un metro e novanta, forse poco meno, sembrava aver superato i venticinque anni da un po' e aveva i capelli scuri piuttosto corti. Si presentò come ninja di Oto e disse il suo nome.
    Benvenuto a Kiri, Takai Moyo di Oto dissi con voce tranquilla lasciandomi, in un balzo, cadere dalle mura e atterrando a tre metri da lui Vedo che conosci la procedura dei villaggi accademici anche se, diciamocelo, un ninja è esso stesso un arma e non i pezzi di metallo che si porta dietro feci qualche passo verso di lui per poter veredere con più chiarezza i lineamenti del volto Malgrado questo, ti dovrò chiedere di lasciare anche lo shuriken gigante ed evenutali altre armi o elementi dannosi per il benessere dei miei compaesani.
    Feci un cenno ed una guardia, dall'aspetto rude, si avvicinò a prendere in consegna le armi, dopo di che continuai Ovviamente ti verranno restituite una volta che sarai uscito dal villaggio la guardia, con eventualmente le armi dell'accademico, attendeva dietro di me a circa tre metri di distanza Bene. Ora devo passare ai convenevoli dissi a mezza voce tra me e me, per poi continuare Io sono Youshi Tokugawa, genin di Kiri e, ad occasione, guardiano delle mura. Cosa spinge un ninja di Oto ad affrontare una lunga navigata qui nel sud del continente?
    Bada bene, senza il mio permesso non potrai varcare questa soglia, sii sincero e convincente, altrimenti le tue armi ti verranno riconsegnato ed il permesso negato

    Quindi attesi in silenzio non staccando lo sguardo dai suoi occhi e lineamenti, pronto a trovare qualsiasi indizio che potesse tradire sue eventuali menzogne


    Chakra: 40/40
    Vitalità: 13/13
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 400
    Velocità:  425
    Resistenza: 350
    Riflessi: 425
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 400
    Agilità: 400
    Intuito: 400
    Precisione: 475
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Fumogeno × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Lancia Spiedi × 2
    • Coltelli da Lancio × 3
    • Bomba Specchio × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 1
    • Veleno del Dolore C4 (5 dosi) × 1
    • Parabraccia in Cuoio × 1
    • Spiedi × 9
    • Cartabomba I × 1

    Note
    ///
     
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    Il guardiano di Kiri si mostrò subito abbastanza piacevole nelle parole e nei gesti. Diede il benvenuto al nuovo arrivato, che restò piacevolmente sorpreso considerando come l'ultima volta lo avevano accolto a Oto. Alle parole del guardiano fece un cenno affermativo con il capo: conosceva le procedura dei villaggi accademici abbastanza bene. Disse – «Uhu.» – Abbastanza disinteressato quando il tipo davanti gli diceva che il ninja non era di certo un pezzo di metallo, ma egli stesso un arma. In effetti, non poteva proprio comprendere il motivo per cui gli toglievano le armi. Non sapeva dell'esistenza di tecniche che permettevano di creare armi con il chakra? O forse non glie l'aveva detto? Beh, alla fine dei conti era solo un genin: era normale che non sapesse le cose. Ma il resto della gente nel suo villaggio? Il Mizukage? O la Mizukage? - «Certo,» – rispose con il suo solito tono pacato e tranquillo mentre si toglieva tutto ciò che aveva: tonici, shuriken, katane. Avrebbe deposto tutto, fornendo il suo equipaggiamento a quel tipo che faceva da guardiano. - «Beh, anche se non me li restituirete, poco importa: queste armi non hanno niente di speciale.» – Ed era proprio così: un ammasso di ferraglia inutile con dei tonici che si potevano trovare facilmente praticamente ovunque. Non aveva alcuna importanza quella roba: se avessero deciso di rubargliela, se ne sarebbe presa una nuova. - «I miei motivi sono basilarmente accademici, » – disse Tasaki con un tono abbastanza calmo. Il suo viso era sempre, - o quasi, - il viso di un ideale giocatori a Shoji: non c'era alcuna emozione. Mai. - «Voglio scoprire meglio il mondo in cui vivo, Tokugawa-san e inizio proprio da Kiri. Ho intenzione di scoprire meglio le tradizioni di questo villaggio, la sua cultura, le abitudini della popolazione, capire quali sono le particolarità dei suoi ninja e, possibilmente, ricercare un shinobi in particolare con cui fare conoscenza. » – Pronunciò tutto senza far nascere in sé alcuna emozione. Ciò che diceva era sostanzialmente vero: voleva conoscere il villaggio meglio, ma anche vedere se fosse riuscito a incontrare Seinji Akuma. La cosa gli sembrava abbastanza difficile, ma doveva almeno fare un tentativo.

     
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    Al porto di Kiri


    II

    Sorrisi leggermente facendo un gesto alla guardia che si allontanò con le armi di Takai, rivolsi lo sguardo verso di lui e con voce asciutta aggiunsi Certo, questo avvalora la mia tesi, comunque sia ti assicuro che le ritroverai. Sarei stato molto fortunato se avessi trovato un ninja che possedesse qualche arma leggendaria, la maggior parte di noi aveva armi comuni dopotutto.
    Feci un piccolo cenno di assenso ascoltando le sue parole, a mia volta, prima che diventassi genin, avevo girato per i villaggi accademici a scoprirne le bellezze e le tradizioni, era una cosa normale che in molti ninja avevano fatto. Continuò a parlare in maniera piatta, priva di emozioni così come il suo volto ed io, a mia volta, lo guardavo senza lasciare trasparire nulla se non, alle sue ultime parole, una leggera curvatura del sopracciglio.
    Capisco perfettamente i motivi che ti portano a visitare Kiri, a mia volta viaggiai per i villaggi accademici feci una piccola pausa cercando di rimembrare il nome Alle porte di Oto, conobbi Kate o forse Kato. Chunin del suono. E' ancora in servizio? domandai con fare disinteressato, facendo due passi a lato della strada invitando il ninja a fare lo stesso per non intralciare la gente che passava e poter parlare con più tranquillità.
    Poi ripresi, con calma Quindi non ti interessa solo il mondo con cui cuciniamo il pesce o altre nostre tradizioni. Prego, dimmi chi cerchi potrei esserti d'aiuto o meglio indirizzarti nella tua ricerca alzai lo sguardo verso il sole filtrato dalla nebbia Per quanto desideri intrattenerti qua a Kiri, Takai ninja del suono? domandai, infine, riabbassando lo sguardo innaturalmente freddo e severo per un ragazzo di quindici anni.
     
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    La tesi del giovane kiriano era senz'altro giusta: non c'era nemmeno da discuterci molto. Non erano le armi a fare il ninja; era il ninja stesso che era un'arma. Quando lo disse, Tasaki non fece altro che fare un cenno affermativo con il capo. Discuterci sarebbe stata una perdita di tempo: per questo semplicemente fece ciò che chiedeva di fare il genin kiriano. Nel mentre, questi gli parlava di Kato... O almeno diceva di averlo conosciuto molti anni prima. Che Kato fosse in servizio, non c'era alcun dubbio. O almeno lo era quando Tasaki gli aveva parlato del suo viaggio verso Kiri. - «Sì, è in servizio,» – rispose senza lasciar trasparire alcun dubbio. - «Anche se ultimamente sembra un po' occupato: i lavori da fare sono sempre tantissimi.» – Per quanto riguarda il pesce, scosse il capo. Non era un cuoco e non gli interessava nulla del cibo kiriano: o meglio, non era la sola cosa che gli interessava. - «Diciamo che il mio interesse verso la gastronomia kiriana è solo una parte del mio interesse generale verso la cultura del tuo villaggio. Non sono un cuoco, se è questo che chiedi. – Una volta che gli ebbe finalmente dato tutto l'equipaggiamento, sospirò leggermente. La burocrazia era terminata lì? A quanto pare le domande non sembravano terminate. - «Sto cercando un ninja del clan Akuma, di nome Seinji,» – disse tranquillo. - «Ma non credo che tu possa aiutarmi: per quanto ne so quel ninja ha alle spalle una storia abbastanza difficile. » – Infine, la risposta all'ultima domanda: - «Penso non più di 1 o 2 settimane. Vedremo. » – Poi guardò il villaggio alle spalle del ninja. - «Posso?» – Indicò il villaggio con un cenno del capo. Non aveva ancora elaborato una precisa strategia, ma alla fine, dopo aver preso la stanza in un albergo locale, ci avrebbe pensato: gettarsi nel clan degli Akuma subito oppure attendere un po'?
     
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129 replies since 1/11/2008, 17:10   3065 views
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