Giallo: Il tesoro di villa Wazarashi

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  1. Shu della sabbia rossa
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    SPOILER (click to view)
    narrato
    Indicazioni del master. Non sono da considerare come parte della narrazione ma solo come indicazioni di gioco.



    Giallo: Il tesoro di villa Wazarashi
    post di presentazione



    Il signor Wazarashi era impaziente. La squadra di shinobi e quella dei detective stavano arrivando. Chissà chi sarebbe riuscito per primo a scoprire l'ubicazione del tesoro del suo defunto padre. Aveva scelto il miglior detective sulla piazza ma purtroppo l'accademia ninja aveva sottovalutato il grado della missione e aveva scelto di inviare solo due genin e due studenti. Per di più uno dei genin era stato promosso recentemente. Koguro Wazarashi sperava veramente che fossero stati sufficienti per questa missione, anche se lo subitava. Come persona abituata al lusso e al massimo era sempre abituato ad avere il meglio e quindi si stupiva che la missione non avesse attirato l'interesse di Kage e Jonin dei vari villaggi. Ma ormai era troppo tardi per recriminare. Doveva solo sperare in bene. Non pensava che gli shinobi avessero avuto problemi a trovare quel posto, aveva inviato il suo fido maggiordomo all'accademia ninja, dove aveva chiesto ai detective di accompagnarlo. Dopotutto l'accademia era un punto di riferimento per tutte le grandi terre e quindi anche loro sapevano dove si trovasse.

    Tooy Kazuma, Koji Ryushi e Killua Mikawa riceveranno la seguente lettera:

    CITAZIONE
    Gentile Shinobi, è stato accettato per la quest di ricerca del tesoro di villa Wazarashi. La invitiamo a trovarsi tra due giorni alle 06:00 di mattina davanti all'accademia ninja per intraprendere il viaggio verso la dimora del signor Wazarashi, nel paese del fuoco. Le auguriamo buona missione e buon viaggio. I membri della missione saranno gli shinobi Tooy Kazuma, Koji Ryushi e Killua Mikawa mentre il capogruppo sarà Ryuko Shinshi.

    L'accademia


    Ryuko Shinshi riceverà invece questa missiva:
    CITAZIONE
    Gentile shinobi Ryuko Shinshi, è stato scelto per guidare un gruppo di shinobi: Tooy Kazuma, Koji Ryushi e Killua Mikawa. La vostra missione sarà recuperare un tesoro nascosto all'interno della villa di Koguro Wazarashi. Sappiamo che ha incontrato una missione con lo stesso nome nella sua precedente missione ma dobbiamo informarla che questo è solo un caso di omonimia. Ci chiediamo come sia possibile ma a quanto pare i due non sono imparentati neppure alla lontana. Tornando alla missione dovrà incontrarsi con i suoi compagni tra due giorni alle 06:00 di marrina davanti all'accademia ninja. Sarete accompagnati dal maggiordomo del signor Wazarashi, Wakashimazu Sururidachi. Le auguriamo buon viaggio.

    L'accademia


    [...di fronte all'accademia, due giorni dopo...]



    Dopo il loro arrivo gli shinobi avrebbero dovuto aspettare mezz'ora, tutto il tempo di conoscersi, prima dell'arrivo dei detective e del maggiordomo. La prima persona a spuntare dalla strada dell'accademia sarebbe stato un bambino, non dimostrava più di dieci anni ed era vestito con una maglietta, una giacca e dei pantaloni comunissimi, oltre a delle scarpe da ginnastica. Immagine di riferimento
    Lo avrebbero sentito urlare:

    Forza Ran, sbrigati che siamo in ritardo.


    Pochi secondi dopo avrebbero visto spuntare una giovane ragazza, vestita con una maglia e dei pantaloni neri molto comodi. Immagine di riferimento

    Aspettami Conan, insomma, non scappare!!



    Lo avrebbe rincorso fino ad acchiapparlo ma sarebbe rimasta senza fiato. Poco dopo avrebbero visto due uomini, uno vestito molto elegante mentre l'altro vestito con dei vestiti casual. Il primo aveva indubbiamente l'aria da maggiordomo mentre il secondo sembrava essere semplicemente una persona poco seria. immagine di riferimento

    Sarebbero giunti tutti più o meno insieme e il maggiordomo si sarebbe presentato agli shinobi. Aveva un tono di voce decisamente spettrale, da mettere i brividi, decisamente fuori posto in quella giornata di sole.

    Buonasera, voi dovreste essere i cosidetti shinobi. Vi prego di farmi vedere le lettere che vi sono state inviate come prova della vostra buona volontà. Inoltre vorrei sapere chi di voi è Ryuko Shinshi.

    Una volta informato dell'identità di Ryuko avrebbe risposto:

    Molto bene. Da ora in poi se volete qualcosa è meglio che venga solo lei a chiedermela visto che se ci fossero quattro persone che mi disturbassero nella mia vita quotidiana ne sarei decisamente contrariato. Ah già, questi sono il signor Muori Kogoro, sua figlia Ran e il piccolo Conan Edogawa. Spero che non vi arrechino disturbo. Ma se anche fosse così è un ordine del signor Wazarashi che essi ci accompagnino quindi in realtà la vostra opinione non è importante. Se volete potete parlare e presentarvi ma tra dieci minuti ripartiremo. Siamo già in ritardo.

    Disse con un tono che non ammetteva repliche. Gli shinobi ovviamente non potevano sapere chi fossero i loro nuovi compagni e quale scopo avessero e di sicuro loro non glielo avrebbero rivelato. Allo scadere dei dieci minuti il maggiordomo li avrebbe invitati a partire, con il suo solito tono di parole. I tre "accompagnatori" lo avrebbero seguito senza fiatare.


     
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  2. *Hysoka*
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    La nebbia rendeva indistinguibile l'ammasso nero. Il rapace planò dolcemente nelle vicinanze dei confusi contorni che sembravano rappresentare un maniero arroccato. Mistero come facesse ad orientarsi. Ad una zampa, una missiva. Non era difficile immaginare chi fosse il mandante. Ogni volta che vedeva quel volatile, Ryuko aveva lo sconsiderato impulso di strappargli una ad una le soffici piume, quindi rispedire la carcassa al mittente. Quali colpe aveva il messo dell'Accademia? Nessuna. Ambasciator non porta pena, dicevano. Resistette all'irrefrenabile malevola tentazione. Lesse la lettera, non pieno di disinteresse. Come era probabile, era stato accettato per la missione di un certo Wazarashi e qualcos'altro, e non solo: era il capogruppo. Il nome dei suoi neocompagni non gli diceva niente, solo il cognome Mikawa forse lo rimandava ad una abilità piuttosto particolare. Un otese, dunque. Wazarashi non era il nome di un archeologo legato al suo unico fallimento, e lo Shynshi non se ne stupì. Prese il suo equipaggiamento e partì alla volta dell'Accademia. L'appuntamento era proprio di fronte al massiccio, odioso complesso. Quanto era insignificante, riflettè Ryuko. L'emblema dell'ipocrisia. Il monumento che suggellava la volontà dei Villaggi di pace. Aspettò che arrivassero i suoi compagni. Avrebbero incontrato una figura snella, alta all'incirca un metro e ottanta, dalla pelle quasi bianca e dai capelli del medesimo colore.
    Sarebbero stati gli shinobi all'altezza della sue elevate aspettative? Da vedere.
    Una volta che tutti fossero arrivati, si sarebbe presentato. Lo sguardo guizzava da un volto all'altro. Nei suoi occhi neri albergava una luce indecifrabile. La voce era rilassata ma grave, per un quindicenne.

    Buongiorno, sono Ryuko Shynshi, genin di Kiri. Sarò il vostro capogruppo. Per la vostra incolumità vi consiglio di seguire le mie indicazioni. Gradirei che mi diceste nomi e attitudini, sia psichiche che fisiche. Per qualsiasi cosa, non avete che da chiedere.

    Avrebbe così terminato la sua poco eloquente presentazione, stando a sentire ogni cosa uscita dalla bocca dei compagni. Non avrebbe fatto lo stesso errore dell'altra volta, quando se ne era fregato altamente degli altri. Ora era un leader e doveva prendere la cosa sul serio. Era stranamente incuriosito, considerata la sua indole, su ciò che erano in grado di fare i suoi coetanei. In fin dei conti, non aveva mai avuto la possibilità di cimentarsi con persone del suo stesso livello, o almeno etichettate come tali. Ryuko sperava che i compagni avessero abbastanza materia grigia per risolvere gli enigmi che la missione sicuramente aveva.
    Terminati i convenevoli, spuntarono un bambino, seguito da una ragazza e due uomini. Il signore più elegante era certamente il maggiordomo, congetturò Ryuko. Proprio quest'ultimo chiese chi fosse il capogruppo. Il kiriano fece un passo avanti, mostrando la missiva. Si accorse del "buona sera", che era grossolanamente un anacronismo. Non sembrava una persona che sprizzava vitalità da tutti i pori, effettivamente. E il saluto tetro lo confermava.

    Sono io.

    Ascoltò il monito pronunciato con tono perentorio, cosa che lo fece sorridere, poi osservò gli altri tre accompagnatori. Se fossero rimasti in silenzio, così come stavano facendo, non avrebbero dato certamente nessun fastidio.

    Possiamo partire anche ora.

    Avrebbe dunque seguito lo spettrale figuro. Una nuova avventura spalancava le sue porte dinanzi a lui.

     
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  3. Heleon
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    Prima Di Partire
    SPOILER (click to view)
    -Pensato-
    "Parlato"
    "Parlato Altrui"
    Narrato


    Post Presentazione



    Ero appena tornato a casa dopo una lunga giornata di allenamento all'accademia e in testa mia non vedevo l'ora di sdraiarmi sul letto e rilassarmi un pò...ma mentre mi trovavo nella mia camera,notai qualcosa planare sul davanzale della finestra.
    Mi avvicinai ad esso per capire di cosa si trattasse,e quando arrivai davanti alla finestra vidi un piccolo rapace con un biglietto legato alla zampa.
    Una volta preso il biglietto,allungai la mano verso il rapace nel tentativo di accarezzarlo,ma giunto a pochi centimetri,il volatile si diede uno slancio e riprese il volo.
    Rimasi per un pò a vedere quell'animale sparire all'orizzonte,dopodichè mi andai a sedere sul letto e diedi un'occhiata a quel biglietto...

    CITAZIONE
    Gentile Shinobi, è stato accettato per la quest di ricerca del tesoro di villa Wazarashi. La invitiamo a trovarsi tra due giorni alle 06:00 di mattina davanti all'accademia ninja per intraprendere il viaggio verso la dimora del signor Wazarashi, nel paese del fuoco. Le auguriamo buona missione e buon viaggio. I membri della missione saranno gli shinobi Tooy Kazuma, Koji Ryushi e Killua Mikawa mentre il capogruppo sarà Ryuko Shinshi.

    L'accademia

    A quanto pare l'accademia mi aveva scelto per una quest alla quale avevo fatto domanda di partecipazione...e da quello che vedevo non ero l'unico,infatti insieme a me avrebbero fatto parte altri tre shinobi a me sconosciuti...tutto sommato la cosa mi interessava,quindi decisi che tra due giorni mi sarei recato davanti all'accademia come era stato prestabilito.

    [.....]


    Quella mattina mi sveglia abbastanza presto in modo da potere preparare l'attrezzatura,dopodichè mi incamminai verso il luogo d'incontro...ma come al solito mi persi tra le vie della città e fui costretto a chiedere indicazioni.
    Giunto davanti all'accademia trovai solo una persona ad attendermi...sicuramente doveva essere il capogruppo e me ne diede conferma quando disse:

    "Buongiorno, sono Ryuko Shynshi, genin di Kiri. Sarò il vostro capogruppo. Per la vostra incolumità vi consiglio di seguire le mie indicazioni. Gradirei che mi diceste nomi e attitudini, sia psichiche che fisiche. Per qualsiasi cosa, non avete che da chiedere."

    Quando ebbe terminato col discorso gli accennai un sorriso e mi presentai dicendo

    "Haloa...sono Tooy Kazuma,shinobi di Konoha ex kiriano...se vuoi sapere qualcosa riguardo a me posso dirti che sono abile ad usare le arti illusorie e che una volta tolti i pesi che porto alle caviglie non mi ferma più nessuno hehe..."

    Terminate le presentazioni aspettammo che anche gli altri shinobi si presentassero...dopodichè avremmo dovuto attendere una persona che ci avrebbe guidato fino alla residenza del signor Wazarashi...
    Dopo che fummo tutti presenti vidi arrivare un gruppo composto da quattro persone...a primo impatto rimasi un pò perplesso da quello che vidi,un bambino,una ragazza,e due adulti...chissà chi erano.
    Uno di loro era sicuramente il maggiordomo,lo si capiva dal suo abbigliamento molto elegante,ma gli altri tre cosa erano venuti a fare???
    Giunti a pochi metri da noi si fermarono e il maggiordomo volle vedere le missive e volle sapere chi era il nostro capogruppo.
    Non riuscivo a darmi pace...volevo assolutamente sapere chi erano quei tre che dovevano venire con noi,quindi mi rivolsi a loro dicendo:

    "Scusate,per fare il nostro lavoro dovremmo essere a conoscenza di chi ci sta intorno...quindi se non vi dispiace vorrei sapere qualcosa in più su di voi..."

    Speravo che mi avessero dato una risposta concreta,ma sinceramente non mi sarei aspettato grandi cose.
    Una volta terminato,il cameriere ci invitò a seguirlo verso la dimora del signor Wazarashi...chissà cosa mi avrebbe atteso una volta giunti a destinazione.
     
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  4. Shu della sabbia rossa
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    Giallo: Il tesoro di villa Wazarashi
    post di introduzione per il pg Kanda Kakita



    Quel giorno la routine quotidiana dello shinobi di kiri sarebbe stata interrotta. Il suo mentore o la figura più vicina ad esso avrebbe interrotto il suo allenamento quotidiano per informarlo di una cosa grave.

    Kanda, recentemente l'accademia ha approvato una missione ma uno shinobi codardo, Koji Ryushi, non si è presentato e l'accademia ha scelto te come suo sostituto a causa delle tue buone capacità analitiche e perché dovrebbe arrivare anche uno shinobi che tu conosci già, un certo Killua Mikawa. Il capogruppo designato è un certo Ryuko Shinshi. La tua missione ti sarà spiegata da lui. Ora va Kanda, e porta onore al nome dei Kakita. Porta con te questa lettera dell'accademia e non dovrebbero esserci problemi.

    CITAZIONE
    A Kanda Kakita
    E' stato scelto per partecipare ad una missione di recupero in sostituzione di un altro shinobi che non si può presentare. Ci rendiamo conto che è una cosa improvvisa ma si deve trovare alle 06:00 di domani mattina davanti all'accademia, dove incontrerà i suoi compagni di missione, Tooy Kazuma e Killua Mikawa, oltre al capogruppo, Ryuko Shinshi.

    Stava a lui adesso scegliere se accettare la missione e dirigersi all'accademia.

     
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  5. | Killua |
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    What's?!
    Presentation...Act Zero.



    Muovevo le gambe, sollevavo i piedi avanzando con ritmo cadenzato quasi stessi volteggiando. Il mio nemico guardava immobile la mia esile e minuta figura scagliarsi danzando verso di lui. Incanto da movimenti così sinuosi, sembrava quasi essere stato ipnotizzato. Leggevo nei suoi occhi verde acqua, limpidi e così cristallini, una certa tensione ammirevole e quasi una scintilla di paura nei miei confronti. Per me era facile estrarre le informazioni che volevo dal mio avversario: mi bastava guardarlo negli occhi - che schivavano i miei - per capire che non era in grado di sostenere il mio sguardo freddo e glaciale. Gli occhi sono un tramite importante tra la persona e coloro che la circondano: chi ha rispetto e coraggio - oltre ad una buona dose di sfrontatezza, sa che abbassare lo sguardo di fronte all'avversario significa temere l'altro. E questo mi facilitava il gioco.
    Ora dovevo solo giocare di velocità.
    L'addome alto si contrasse, energia iniziò ad affluire dal mio centro vitale, il sistema circolatorio iniziò a trasportare il chakra[ Un basso - 10 p. C. ] - la sacrale energia - verso i miei polpacci, che all'afflusso energetico risposero con velocissime contrazioni.
    [ Vel. 150 » 187.5 ]
    Mi abbassai di scatto e raggiunsi come un lampo le gambe del mio avversario, provando a sferzarlo con una spazzata orizzontale da destra verso sinistra all'altezza del ginocchio, puntellando le mani al suolo per bloccarmi e creare la rotazione del corpo al fine di portare il colpo.
    Fu relativamente facile per il mio avversario schivare quel colpo.
    Gli bastò saltare di un metro e più verso l'alto per evitare che le sue cosce finissero lontane dal resto del corpo. Ma l'avevo previsto: anzi avevo voluto che facesse così, perché avevo bisogno di testare nuove tecniche, nuove evoluzioni, nuovi stili di lotta.
    Stavo per spiccare a mia volta un salto, l'avrei preso a calci per bene anche in volo, dimostrando come sia possibile, attraverso una torsione, effettuare un doppio colpo.
    Ma a quanto pare la giornata - e con esso il duello - dovevano finire in un altro modo.

    "KILLUA!"

    Una voce tonante mi tramortì, facendomi perdere la concentrazione. Caddi straniato al suolo: avevo già riconosciuto il suo possessore.

    « Nonno! Mi dici che diavolo vuoi? Non vedi che mi sto allenando? »

    Ero semplicemente furioso. Odiavo quanto mi interrompevano durante gli allenamenti, perché rappresentavano un momento di alienazione dalla routine quotidiana, un momento di vita particolarmente ghiotto, soprattutto per un bambino della mia età.

    "Gashi, puoi andare"

    Il nonno si rivolse al ragazzo che si allenava con me, che si congedò con un inchino. Era di cinque anni più grande del sottoscritto e la sua famiglia lavorava presso la Dimora Mikawa da molti più anni di quanti ne avevo.
    Quando fummo soli, il nonno mi lanciò una busta. Era immacolata, di un bianco cartaceo veramente abbagliante ai raggi del sole. Inoltre era vergata con una sinuosa calligrafia che ricordava quella di Shinodari. Mi piaceva quel tipo di stile: dava un tocco di austerità e formalità alla "cosa". Ho scritto "cosa" per ero ancora ignaro del contenuto della busta e per evitare altre domande inutili, mi decisi ad aprirla. Senza fretta, ma con malcelata curiosità.



    CITAZIONE

    Gentile Shinobi, è stato accettato per la quest di ricerca del tesoro di villa Wazarashi. La invitiamo a trovarsi tra due giorni alle 06:00 di mattina davanti all'accademia ninja per intraprendere il viaggio verso la dimora del signor Wazarashi, nel paese del fuoco. Le auguriamo buona missione e buon viaggio. I membri della missione saranno gli shinobi Tooy Kazuma, Koji Ryushi e Killua Mikawa mentre il capogruppo sarà Ryuko Shinshi.



    L'Accademia


    Il capo si inclinò leggermente sulla destra per l'incredulità. Ancora un'altra missione!

    « Nonno, starò fuori per un po' di tempo. Sono Genin da poco e già sono richiesto. »

    Il nonno mi guardò grave.

    "Non fare lo sbruffone, Killua. Porta sempre con orgoglio il nome dei Mikawa, ma mai con vanità. "

    Lo fissai contrito, naturalmente acciaccato da quella sua saggezza che mi colpiva sempre in ogni mio momento di vanagloria.

    « Hai ragione. »



    After Two Days.
    Presentation...Act Zero.




    H -demia. Acca-demia, scusate. Accademia: il simbolo del Governo Mondiale, della pace tra i Villaggi - o meglio aggiungere - della volontà di pace. Non tutti erano propensi a questi accordi, e le guerre erano sempre comode ai trafficanti di armi, che vedevano negli scontri e nelle magagne dei grandi paesi l'opportunità di far denaro a palate con le loro forniture.
    Fatto sta che ora dovevo presentarmi di fronte a quell'edificio che puzzava di monotonia: tutte quelle persone che puntualmente ogni mattina si recavano come formiche verso la propria postazione di lavoro. Un vero e proprio degrado, ma soprattutto un edificio inutile, perché presto i paesi sarebbero tornati in guerra. Le macchinose belliche armi erano pronte dietro le mura di ognuno e presto avrebbero sferragliato per i campi di battaglia, seminando morte e distruzione e decidendo così il più forte, l'unico paese destinato al dominio del continente.
    Quando giunsi nella piazzetta antistante l'edificio, la squadra era già tutta lì. Feci un cenno ai due che non conoscevo, appena arrivato davanti a loro.

    « Killua Mikawa Zaoldyeck, piacere di fare la vostra conoscenza. »

    Mi presentai davanti a loro. Poi mi rivolsi al giovane kiriano con cui già avevo avuto a che fare ben due volte: Kanda Kakita.

    « È un piacere essere di nuovo in squadra. Speriamo che stavolta andrà meglio. »

    Gli dissi sorridendo e porgendogli la mano destra, in segno di saluto. Incrociai le braccia al petto e guardai il capogruppo che, con aria gelida, decise di dare prova del suo comando:

    "Buongiorno, sono Ryuko Shynshi, genin di Kiri. Sarò il vostro capogruppo. Per la vostra incolumità vi consiglio di seguire le mie indicazioni. Gradirei che mi diceste nomi e attitudini, sia psichiche che fisiche. Per qualsiasi cosa, non avete che da chiedere."

    Prima parlò il giovane ninja di Konoha. Poi tutti guardarono me.

    « Non sarò d'intralcio: le basti sapere questo, capogruppo. »

    Un tono deciso, ma calmo. Un timbro fermo, ma giovale. Sicurezza, questa la caratteristica che dovevo esprimere per poter essere d'aiuto. Le mie capacità le avrebbero scoperte con il tempo. Non volevo essere o sembrare misterioso, ma desideravo lasciare un alone di mistero per evitare domande molto personali.
    Dopo una mezz'ora, alcune figure emersero da una stradina laterale, uscendo alla scoperto con fare rapido di chi, evidentemente, è in ritardo.
    Un ragazzino, all'incirca della mia età, era seguito a ruota da una giovane ragazza, abbastanza alta e dai lunghi capelli corvini. Poco dopo tenevano il passo due uomini: una specie di pinguino ed un tizio dall'aria più da idiota che da duro - quel che voleva sembrare.
    Il gruppetto raggiunse e si unì al nostro, ed il pinguino volle informarsi dell'identità del capogruppo, Ryuko Shinshi. A quanto pare erano venuti a prelevarci per poter assolvere il compito assegnatoci dall'Accademia.

    - Secondo me sarà una seccatura.

    Misi le mani in tasca e mi avviai dietro la folla, leggermente in disparte, ma mai lasciano che mi perdessero di vista. Tenevo il passo del gruppo, con aria silenziosa: il primo passo era sempre osservare.

     
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  6. Squall Uchiha
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    Il Tesoro di Villa Wazarashi
    Provvida Sventura
    1/?



    I passi del Kakita risuonavano sul pavimento in legno, mentre si preparava per il suo allenamento quotidiano.
    Seduto sulla superficie del dojo, ultimava i preparativi assicurandosi le fasce ai polsi.
    Si alzò, con calma e serenità, come se il tempo fosse congelato in quel luogo che appariva un paradiso per ogni appassionato di combattimento: oltre ai vari strumenti di allenamento posizionati dal ninja, erano presenti numerosi tipi di spade sulle mura, e molti rotoli con varie scritte inneggianti alla forza e alla lealtà.
    Quello era il luogo dove Kanda era cresciuto, e dove si allenava ogni giorno.
    Provava e riprovava, dopo l'allenamento di routine, ad impugnare le katane di famiglia, che apparivano ai suoi occhi come un sogno da realizzare: avrebbe voluto incrociare quella lama con un vero avversario, e far scorrere del caldo sangue con quel ferro luminoso.


    Un giorno potrò portarti con me, Mugen.

    Quella era la sua katana, quella che gli era stata affidata sin dalla nascita.
    Spesso si immaginava mentre combatteva con moltissimi avversari, armato della sua sola spada. Nessuno riusciva a sopraffarlo, era lui il migliore.. lui e la sua Mugen.

    Quella mattina però stava utilizzando semplicemente le nuove abilità ed il nuovo equipaggiamento che il grado acquisito gli permettevano.
    Scattava rapidamente fra un fantoccio e l'altro, lanciando e tagliando, fino ad averli colpiti tutti.
    Si fermò al centro, una sola goccia di sudore a manifestare la sua apparente stanchezza, aveva appena iniziato e si apprestava a riniziare, quando sentì dei passi avvicinarsi.
    Immediatamente recueperò la sua compostezza, capendo che il suo allenamento, per oggi, si sarebbe concluso lì.
    Chiunque sapeva infatti che non voleva essere disturbato, dunque doveva essere importante.
    Kanda attese dunque, reindossando la lunga tunica elegante che si era tolto per muoversi più agevolmente, che l'ospite inaspettato arrivasse, non con aria scocciata di chi viene disturbato, ma con la curiosità di chi vuole sapere il perchè dell'evento.

    Una figura autoritaria entrò dalla porta, e salutò il Kakita, che a sua volta si inchinò verso la figura in segno di rispetto.


    Salve, Padre. Ci sono notizie?

    Kanda provava un profondo rispetto verso il padre che da sempre lo aveva cresciuto sulla sua strada di grande ninja, era normale dunque che si rivolgesse a lui in questo modo.
    Il padre lo informò di una missione a cui era stato chiamato, a causa di un ritiro di uno dei componenti della squadra. la mente del giovane fu colpita prevalentemente da due elementi: il motivo per cui era stato scelto, e l'attributo con cui era statod efinito il ninja.


    Codardo... Può un ninja che viene definito così, essere veramente un ninja?

    Nella mente del Kakita il ninja era una figura eroica, che combatteva per l'onore e la gloria, dunque non poteva pensare ad un ninja che si ritirasse da una missione per codardia, ed era ben contento di prendere il suo posto: avrebbe così potuto dimostrare la sua superiorità.
    Il padre concluse poi il suo discorso consegnandogli una lettera e lasciandolo con un comando che Kanda sarebbe stato ben felice di compiere.


    Lo farò padre. Il mio nome non sarà macchiato.

    Partì dunque il ninja dopo aver salutato suo padre, sempre con riverenze.

    Raggiunse l'Accademia per l'orario richiesto, sicuramente la squadra sarebbe già arrivata, visto che era stata avvertita prima di lui, ed infatti vide un gruppetto di gente davanti all'Accademia.
    Arrivato, notò che conosceva due dei tre componenti del gruppo: Tooy era stato suo compagno nei due corsi con Oneru, mentre aveva affrontato la sua ultima missione con Killua.
    Il restante membro doveva essere sicuramente il capogruppo, quel Ryuko Shynshi che aveva nominato il padre.
    Si presentò dunque subito a lui, per poi salutare coloro che già lo conoscevano con un semplice gesto.


    Salve, sono Kanda Kakita. Tu devi essere Ryuko Shynshi.. piacere di conoscerti.

    Il Mikawa si fece avanti e lo salutò, augurandosi di trovare uan missione migliore dell'ultima affrontata che, effettivamente, era stato tutto meno che entusiasmante.

    Il piacere è anche mio. Spero di potermi mettere alla prova in questa missione.

    Successivamente il caposquadra rivolse una richiesta al gruppo, avrebbero dovuto esporre i loro punti di forza per permettergli di organizzare la squadra.
    Ascoltò le presentazioni degli altri due ninja, e decise di aprirsi, senza nascondere molto.
    D'altronde lo conoscevano quasi tutti, e il capogruppo sarebbe stato abbastanza intelligente da carpire da solo le sue qualità in poco tempo.


    Come indicato dal mio cognome, prediligo il combattimento corpo a corpo.
    Per quanto riguarda le abilità mentali, mi reputo capace di affrontare qualsiasi tipo di enigma.


    Infine, emersero da poco lontano delle figure che si dirigevano verso di loro, Kanda si limitò ad aspettarle senza interrogarsi troppo su chi potessero essere.
    Non sapeva quale fosse il luogo della missione nè quale fosse lo scopo poichè non erano scritte nella lettera che gli era arrivata, probabilmente a causa della fretta con cui era stata spedita, e quindi non potè nemmeno riflettere su quei personaggi.
    E si limitò ad osservare la scena della figura oscura che chiedeva l'identità del loro capogruppo. Ancora una cosa che non lo riguardava.
    Finalmente giunse una richiesta a cui poteva partecipare, anche se fu perentorio come altri del suo gruppo.


    Preferisco anch'io non perdere tempo.

    Si unì quindi alla partenza seguendo il gruppo senza mischiarsi in discorsi di sorta, avrebbe ascoltato ed osservato cercando di capire cosa lo aspettasse una volta giunto a destinazione.

     
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  7. Shu della sabbia rossa
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    Giallo: il tesoro di villa Wazarashi
    Primo post attivo: notte nel bosco



    I ninja, il maggiordomo e i tre "infiltrati" cominciarono a viaggiare diretti verso la villa del Wazarashi. Dovevano viaggiare a piedi dato che la villa era situata in montagna. Dopo poco tempo Ryuko si sarebbe accorto che una piccola figura lo stava osservando da vicino da qualche tempo: era il giovane Conan. Giusto il tempo di accorgersi della sua presenza che il ragazzino avrebbe tirato il mantello per attirare l'attenzione dello shinobi:

    Ma è vero che voi quattro siete degli shinobi? E perché indossate quasi tutti quei lunghi mantelli? Dovete nascondere qualcosa?

    Dopo un'eventuale risposta del volto ufficiale del gruppo il ragazzo sarebbe stato afferrato per la testa da Kogoro che gli avrebbe detto:
    "Insomma la vuoi smettere di importunare questi tipi? Sta zitto e risparmia il fiato per camminare"

    Subito dopo Ran avrebbe chiesto scusa per il comportamento di Conan dicendo che era un bambino e che, come tutti i bambini, era decisamente curioso. Continuarono tutti a camminare anche se poco dopo Conan si avvicinò al Mikawa chiedendogli se voleva fare qualcosa per passare il tempo. Qualcosa tipo un gioco.

    In ogni caso dopo qualche ora di viaggio piuttosto noioso durante il quale gli shinobi avrebbero potuto interagire con i detective (anche se loro ancora non lo sapevano) o con il maggiordomo si sarebbero tutti fermati per un pranzo frugale durante il quale l'unica cosa degna di nota sarebbe stata la voce di Kogoro che si lamentava per la mancanza di alcolici e Ran che parlava del più e del meno con Conan accennando ad una loro amica, una certa Sonoko, che di sicuro non si sarebbe divertita se fosse venuta. Delle notizie poco importanti e piuttosto inutili. Subito dopo il pasto il maggiordomo avrebbe detto a tutti di sbrigarsi e li avrebbe informati che sarebbero arrivati l'indomani mattina. Difficile dire la reazione che avrebbe suscitato negli shinobi. I loro compagni tuttavia sarebbero stati decisamente giù di corda. Decisamente non erano allenati come i ninja. Il maggiordomo invece non sarebbe sembrato preoccupato. A dire il vero non sarebbe sembrato nulla, neppure stanco. Chissà qual'era il suo segreto. Il viaggio sarebbe continuato fino al tramonto tuttavia fin dalle quattro del pomeriggio il gruppo avrebbe dovuto proseguire all'interno di un bosco. Alla fine sarebbero stati tutti stremati e, dopo aver preparato le tende e dopo una frugale cena sarebbero andati a dormire. A quanto pareva il giorno dopo sarebbero dovuti arrivare alla villa.
    Le tende sarebbero state tre: una per il maggiordomo, una per Ran e una per gli shinobi e i due detective. Prima di andare a letto Kogoro avrebbe messo in chiaro che non sarebbe convenuto loro andare a fare una visita notturna a Ran. Non avrebbe specificato perché, anche se sembrava abbastanza evidente. A notte fonda Ryuko, l'unico con un udito sviluppato, avrebbe sentito dei rumori. Se si fosse svegliato avrebbe potuto vedere, grazie alla luce della luna e alla sua vista sviluppata per vedere in condizioni di scarsità di luce che Kogoro non era nelle sua "branda". Chiunque avrebbe potuto udire le voci una volta sveglio e chiunque avesse avuto una vista adattata alla penombra avrebbe potuto vedere che l'uomo non era a letto.

    [Se non si fosse capito si sveglia solo Ryuko. A lui decidere se svegliare gli altri o meno]

    "Siamo stanchi di questa messinscena. Quando sapremo perché siamo stati chiamati e perché quegli shinobi sono qui?"

    "Abbia pazienza signor Kogoro. Non si preoccupi. Domani quando saremo alla villa le sarà tutto più chiaro. Il mio padrone mi ha ordinato di non rivelare nulla infatti i ninja non conoscono la sua vera identità"

    "Com'è possibile? Io sono il grande Mouri Kogoro, il famoso detective AHAHAHAHAHAH"

    Una risata fragorosa che avrebbe "portato" nello stato di dormiveglia tutti coloro che stavano dormendo. Subito dopo avrebbero sentito il maggiordomo spingerlo dentro e tornare nella sua tenda. Nel frattempo anche Conan si sarebbe svegliato.

     
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  8. *Hysoka*
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    Ryuko ascoltò con attenzione le presentazioni dei compagni. Un ninja di Konoha, uno del Suono e uno della Nebbia. Quest'ultimo era un Kakita: Ryuko conosceva Zubera, collega alle mura di Kiri che gli aveva insegnato come doveva comportarsi un Guardiano. Chissà se i due si conoscevano o meno. Il Mikawa, invece, ostentò grande sicurezza di sè: alla sua affermazione Ryuko non ribattè ma gli sorrise enigmaticamente. Se era un ninja sveglio, buon per lui. Ma se era un bambino che si pavoneggiava, ne avrebbe pagato le conseguenze. Il problema era che non doveva solo non essere d'intralcio, ma collaborare. Ryuko non aveva bisogno di un elemento neutro nel suo gruppo: tanto valeva che si desse da fare. Altrimenti? Gli avrebbe tolto tanto di quel sangue che sarebbe stato incapace di utilizzare l'abilità del suo clan.
    Ciò che lo colpì di più di quel ragazzo, però, fu il suo aspetto fisico, del tutto simile al suo, o quasi. Poi il ninja della Foglia. Forse sarebbe stato meglio per lui non citare il tradimento di Kiri, vista l'indole dello Shynshi, ma questo non poteva saperlo. Sembrava un ragazzo spensierato e il suo stile di combattimento era un ibrido fra combattente da corpo a corpo e utilizzatore di arti illusorie. Ryuko notò che il Kakita e il Mikawa si conoscevano già, avevano già svolto una missione insieme, il che non poteva che essere una buona notizia.

    Camminava tranquillo seguendo il maggiordomo, la mente sgombra da qualsivoglia problema. Era in uno status molto prossimo alla felicità, soddisfatto insomma: il team di cui era leader sembrava discreto e ora molto placidamente si stava dirigendo per portare a termine una missione che richiedeva un utilizzo massiccio di materia grigia.
    Fin da piccolo a Ryuko gli enigmi erano sempre piaciuti e trovava rilassante risolverli. Non c'era da meravigliarsi dunque se era - una delle poche volte in vita sua, rilassato, benchè non prendesse sotto gamba l'incarico assegnatogli. Sapeva che sarebbe stato opportuno conoscere meglio i suoi compagni, e non fare loro solo la canonica domanda, più che per formalità che per reale interesse. Ma non era colpa sua. Quali argomenti poteva tirar fuori per cementificare il neonato team? Era una persona che con le parole ci sapeva fare, certamente, ma non quando per ciò si intendeva relazionarsi con il prossimo. Era vuoto di argomenti ed era sicuro che i suoi interessi - si fa per dire, circa una manciata - non coincidevano, di sicuro, nemmeno marginalmente con quelli dei suoi compagni. Come fare? Ryuko sbuffò.

    Si accorse che qualcuno gli stava tirando il mantello. Si girò e vide una piccola figura, Conan, porgli una domanda piuttosto insolita. Ryuko, sopreso da tanta curiosità, sorrise lievemente rispondendo al ragazzino. Quell'intervento, contrariamente a quanto si potesse pensare, non lo aveva infastidito.

    § Si, siamo ninja. Di solito usiamo i mantelli per nascondere le armi e impedire al nemico di vedere in anticipo quale arte magica o illusoria stiamo utilizzando. §

    Visione piuttosto semplicistica della faccenda, ma Ryuko era sicuro che il ragazzo non avrebbe ribattuto, anche perchè Kogoro lo allontanò da lui prima che potesse continuare. Era sicuro in ogni caso che Conan sarebbe rimasto stupefatto, lo stesso stupore che mostrano i bambini nei confronti di ciò che emana mistero.
    Volente o nolente, quel ragazzo gli era già diventato simpatico, vuoi per la vivace luce dei suoi occhi, vuoi per la curiosità che lo animava. Poco dopo la ragazza, Ran, si scusò per il suo comportamento infantile. Ryuko rispose che non si doveva preoccupare e che poteva comunque fare tutte le domande che voleva, ciò non lo infastidiva minimamente. Dopo una manciata di ore di viaggio, il gruppo si fermò per pranzo. Sarebbero arrivati domani mattina, a detta del maggiordomo. Continuarono il cammino, fino a che non sopraggiunse la sera e si accamparono. Montarono le tende. Durante tutto il tempo, Ryuko avrebbe tenuto le orecchie bene aperte, sebbene ciò che tutti si dissero aveva ben poco di interessante. Comunque le chiacchiere, da parte del suo team, non erano molte: questo era un bene, oppure un male?
    Dopo aver piantato le tre tende e fatto una modesta cena, tutti furono abbracciati da un sonno ristoratore. A notte fonda, Ryuko fu svegliato da strani rumori, ma non erano belve selvatiche o altro: sporse la testa fuori dalla tenda, attento a non farsi vedere e ancor di più a non provocare rumori sospetti. Kogoro, il tipo che non sembrava molto sveglio ed il maggiordomo stavano discutendo. Perchè farlo a quell'ora di notte? Ryuko tese le orecchie. Dal breve scambio di battute notturno, Ryuko riuscì a capire che Kogoro era un famoso detective e che il mandante non aveva messo al corrente di questo gli shinobi. Fece immediatamente due più due. Quella cosa lo infastidì profondamente, tanto che non chiuse occhio per il resto della notte. Non appena i suoi compagni si sarebbero svegliati, Ryuko si sarebbe comportato normalmente, chiedendo se avessero dormito bene per "rompere il ghiaccio". Aveva riflettuto a lungo durante la notte ed aveva deciso di non dire nulla, almeno per il momento, dell'accaduto. Il fatto che Wazarashi non contasse molto sulle capacità degli shinobi ma che avesse richiamato ulteriori investigatori gli aveva fatto svanire il buon umore del giorno prima.
    Al massimo, ne avrebbe discusso con il diretto interessato quando i tempi sarebbero stati maturi.

     
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  9. Squall Uchiha
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    Il Tesoro di Villa Wazarashi
    Inizio Posticipato
    2/?



    Il gruppo decise quindi di iniziare quel viaggio che li avrebbe portati nel luogo della loro futura missione.
    Altro tempo da perdere, in un viaggio che si prospettava lungo e silenzioso, privo di eventi o di qualsivoglia utile informazione per il proseguimento della missione.
    Ma nonostante questo il Kakita non aveva la mente rilassata, tutt'altro.
    I suoi pensieri vibravano, incontenibili, alla ricerca di una qualche apertura nella personalità di quelle ignote figure che si erano accodate al gruppo formato dagli shinobi.
    La curiosità, e la sete di conoscenza erano forti, ma non tali da farlo sgarrare in qualsivoglia comportamento, si limitò, come sempre, a camminare con le braccia lungo i fianchi, e con un passo deciso, facendo ondeggiare la preziosa veste nera che copriva le sue gambe fino alle ginocchia.

    Il cammino proseguiva lentamente, evidentemente rallentato da persone poco adatte a questo genere di avventura.
    Chinò un attimo il capo, entrambe le mani nelle tasche laterali, la lunga coda di capelli si abbattè sulla spalla sinistra del kiriano, mentre cercava di occupare il tempo tormentandosi gioiosamente con mille pensieri.
    Il suo sguardo si posò lentamente su Tooy, mentre ripercorreva le scene del suo brillante addestramento con Oneru. Un sorriso di soddisfazione comparse sul suo volto al ricordo di quella personalità sadica che apprezzava per motivi ignoti persino a sè stesso.
    Poi passò a ricordare le sue esperienze che riguardavano l'otese sanguinario dei Mikawa: ricordò quindi la deludente missione del Vaso di Pandora che cercava sempre di rimuovere dalla sua mente.
    Successivamente posò i lumi sul caposquadra, e, ancora una volta sorrise a sè stesso.
    Un sorriso inutile, ma spontaneo, che rivelava sicurezza e contentezza, derivanti dall'unico fatto di avere come caposquadra ua personalità decisa e capace.
    Poteva dire di fidarsi di lui.

    Mentre osservava la situazione si accorse che uno dei tre personaggi si avvicinava a Ryuko: era il bambino, che si stava avvicinando probabilmente spinto dalla curiosità che anima tutti i suoi coetanei.
    Nonostante il kiriano sapesse che non sarebbe stato di alcun pericolo, la mano destra si era appoggiata all'impugnatura della wakizashi, ancora ansiosa di essere utilizzata, con un gesto che era rimasto nascosto ai presenti vista la lunga veste che copriva l'equipaggiamento del Kakita.
    Kanda rimase in quell'atteggiamento di falso allarme consapevole finchè non fecero la pausa per il pranzo.
    Una volta fermati, il Kakita partecipò silenziosamente alla breve sosta, ascoltando con discrezione ciò che giungeva al suo orecchio, anche se era sicuro che sarebbro stati argomenti poco interessanti.

    Immediatamente ripartirono e, come annunciato, si fermarono nuovamente all'incombenza della sera, che li costrinse a sostare per la notte.
    Montarono quindi le tende e, dopo una cena rapida e simile al pranzo, si coricarono sui giacigli predisposti nella tenda adibita agli shinobi.
    Il luogo era talmente sicuro che nessuno si era curato di stabilire dei turni di sorveglianza, dunque il Kakita si sentì libero di lasciarsi prendere dal sonno senza indugi.

    La notte fu tranquilla, e al risveglio si ricongiunse con i propri compagni alla luce del nuovo sole.
    Il gruppo non era molto legato, e fu appprezzabile il tentativo del caposqiadra, che rivolse una domanda generica ai ninja, chiedendo loro se avessero dormito bene.
    Kanda non si scompose molto, ma non fu nemmeno restio ad affrontare una conversazione, il fatto che non amasse discorsi inutili, non lo rendeva asociale: e rispose dunque con una risposta semplice, come richiedeva la domanda semplice, quasi retorica, che gli era stata posta.


    Nessun problema. Ci sono stati dei rumori, ma credo che non ci sia da stupirsi di qualche suono notturno se ci si accampa no?

     
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  10. | Killua |
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    Travel & Games.
    Wazarashi Quest...First Act.



    Il gruppo di shinobi proseguiva dietro il maggiordomo ed insieme a quelle tre figure misteriose, di cui non riuscivo a comprendere l'utilità. Familiari, forse?
    Gente venuta per rubare questo misterioso tesoro al cui ritrovamento eravamo addetti? Cosa poteva impedirmi di ucciderli tutti e tre, anzi tutti e quattro, e mettere fine alla storia, così in un baleno.
    - Ma cosa vado pensando? Forse è quel maggiordomo che suscita in me questi pensieri.
    E di fatti era così: non mi fidavo di quella figura, nè mi sarei fidato anche se Shinodari in persona mi avrebbe assicurato la sua lealtà. Ultimamente, dopo le numerose ore di addestramento passate in compagnia del Colosso di Otogakure, mi sentivo sempre più schivo e sempre meno fiducioso nei riguardi del prossimo. Non compievo mai il passo più lungo della gamba.

    Una cosa che mi colpì fu la curiosità del giovane ragazzino che accompagnava l'idiota e la ragazza. Conan era il suo nome, da quel che avevo udito prima.

    "Ma è vero che voi quattro siete degli shinobi? E perché indossate quasi tutti quei lunghi mantelli? Dovete nascondere qualcosa?
    "

    Il caposquadra, Ryuko, si degnò di rispondergli, ma con una certa noncuranza, visto il rimprovero che l'idiota subito indirizzò al ragazzino.
    - È un tipetto perspicace. Meglio tenerlo d'occhio o potrebbe farsi male.
    Mentre Ran, la giovane ragazza del gruppo, chiedeva scusa allo Shynshi per il comportamento di Conan, quest'ultimo mi si avvicinò, chiedendomi di fare un gioco insieme per passare il tempo. Guardai il ragazzino e la mia mente geniale ebbe un lampo di genio, un'idea sublime e malvagia al tempo stesso.

    « D'accordo. Mettiamoci dietro alla fila però, così non diamo fastidio agli altri. »

    Dissi sorridendo e lasciando che tutti ci superassero, in modo da rimanere dietro, ad una quindicina di metri di distanza, senza essere disturbati o uditi e senza tra l'alto perderci o distaccarci dal gruppo. La scenetta che stavo per recitare avrebbe mostrato a chiunque si voltasse per tenerci d'occhio solo due ragazzini che giocavano allegramente nella spensieratezza della loro età.

    « Facciamo un gioco di riflessi ed abilità. Saliremo la montagna saltellando or su un piede, or sull'altro o su entrambi a ritmi diversi, ti va? Così ci esercitiamo anche nello sviluppo della resistenza, lo sai? »

    E senza aspettare una risposta, avrei cominciato a mostrare al ragazzo come fare. Era un gioco soprattutto di resistenza e anche di concentrazione, cosa che poteva distarlo e farlo cadere nella mia trappola psicologica. Poteva rivelarsi una fonte di informazioni molto utile, nonché un prezioso alleato.

    Saltellando, dopo un po', incominciai a ciarlare allegramente.

    « Allora, Conan, da che paese venite? Perché siete venuti qui? Conoscete il signor Wazarashi, per caso?»

    Intuendo già la domanda del ragazzino, mi affrettai a rispondere, anche per evitare una mia cattiva presentazione. Mio nonno ci teneva alle buone maniere, e non potevo certo deluderlo.

    « Io vengo dalle Risaie, dal villaggio di Otogakure. E mi chiamo Killua, comunque. Piacere di conoscerti. »

    Saltellavo a tempo, tenendo il passo del ragazzino in modo da non affaticarlo troppo. Attesa la sua risposta, mi sarei nuovamente rivolto verso di lui con un tono infantile e sereno, nonché con un mezzo sorriso stampato in fronte.

    « Che cosa ci fai qui, insieme a Ran e a quell'uomo lì? Cioè, non prenderla a male, ma mi dà l'impressione di un idiota. Mi sbaglio, forse? »

    Un grosso sorriso mi si dipinse sul volto. Cercavo informazioni circa la loro identità ed il loro ruolo in quella situazione, e sapevo che il ragazzino avrebbe parlato. Se si fosse dimostrato così in gamba da eludere le mie domande, allora non era quello che voleva apparire.
    Saltellavo tranquillo, senza preoccuparmi della pendenza della strada che aumentava costantemente. Non era uno sforzo per me, anzi procedevo come se stessi camminando in pianura. Ma i tre "civili" non erano della stessa tempra di noi shinobi e quindi dovemmo sostare per un po'.
    Riprendendo a parlare con il ragazzino, avrei dialogato del più e del meno, su giochi, luoghi, interessi, senza per altro rivelarmi troppo o rivelare qualcosa sulla squadra che fosse dannosa per la riuscita della missione. Nel frattempo cercavo sempre nuove notizie.

    « Che cosa dovete fare voi alla villa? Io non so nemmeno perché siamo stati chiamati in verità. »

    E così sarebbe passato il pomeriggio, finché verso sera il maggiordomo non avrebbe interrotto il viaggio con la sosta notturna.
    In poco tempo furono montate le tende, acceso il fuoco e messo a cucinare. Poi tutti a nanna. Mi accucciai nel mio angolo tranquillo, deciso l'indomani, di fronte a qualche sviluppo a raccontare le informazioni apprese al capogruppo.
    Sonnecchiavo tranquillo, quando un rumore scosse la mia attenzione. Gli occhi si spalancarono e i sensi si acuirono alla ricerca disperata di indizi fondamentali.
    Da quello che riuscii a percepire, il rumore era stato provocato da due uomini che parlavano nella tenda vicina.

    -Probabilmente sono l'idiota e il maggiordomo. Cosa avranno da ciarlare?

    Rimasi in dormiveglia, cercando di capire qualcosa, ma soprattutto per osservare qualche altro strano fenomeno notturno. Era vero che il fuoco accesso allontanava le bestie feroci, ma nulla poteva impedire un attacco al gruppo.
    Vigile come una sentinella, questa la parola d'ordine.

     
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  11. Heleon
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    Durante il viaggio
    SPOILER (click to view)
    -Pensato-
    "Parlato"
    "Parlato Altrui"
    Narrato


    1° Post Attivo



    Non perdemmo altro tempo,avevamo deciso di poter dare inizio alla missione,quindi ci incamminammo verso casa Wazarashi seguendo il maggiordomo e gli altri tre.
    Durante il viaggio il mio sguardo era rivolto sempre verso quelle tre persone...non riuscivo a capire cosa fossero venuti a fare con noi,e il perchè di tutta quella strana scena per nascondere le loro identità.
    Ma il silenzio del viaggio venne interrotto quando il mocciosetto si rivolse al caposquadra chiedendogli:

    "Ma è vero che voi quattro siete degli shinobi? E perché indossate quasi tutti quei lunghi mantelli? Dovete nascondere qualcosa?"

    Fissai quel marmocchio per un pò...tutta quella curiosità nei nostri confronti mi faceva innervosire,ma infondo era un bambino a domandarlo e si sa che la curiosità dei bambini non ha limite.
    Da dietro al gruppo udi chiaramente la risposta che il capitano Ryuko diede al ragazzino seguita da un lieve sorriso...a quanto pare la vicinanza di qui tre non gli causava alcun fastidio.
    Il viaggio fu abbastanza noioso e per nostra fortuna non incontrammo alcun problema,ma mentre proseguivamo mi voltai dietro e vidi il piccolo Conan fare uno strano gioco con Killua.

    -Eheh non è una brutta idea-

    Continuammo il viaggio finchè il maggiordomo non decise di fermarsi a fare un pranzo veloce,e in quel piccolo lasso di tempo mi sdraiai sotto un'albero in modo da rilassarmi un pò.
    Da lontano mi limitavo ad ascoltare i discorsi dei ragazzi e quando fu ora di partire il maggiordomo ci fece un cenno e ci disse di preparare l'attrezzatura.
    Continuammo il viaggio fino al calar del sole,dopodichè fummo costretti a fermarci nuovamente per la notte e con l'aiuto dei miei compagni montai tre tende,una per la ragazza,una per il maggiordomo e un'altra per tutti noi ragazzi e l signor Kogoro.
    Mangia velocemente e rischiai pure di stozzarmi per la troppa velocità,e quando tutti terminammo il pasto andammo in tenda senza neanche stabilire dei turni di guardi,sicuramente il capogruppo non riteneva quella zona un posto pericoloso.
    Durante la notte non feci caso a eventuali rumori e alle prime luci del solo mi alzai e mi prepararmi per ripartire...

    -Oggi mi aspetta una lunga giornata!-
     
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  12. Shu della sabbia rossa
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    Giallo: Il tesoro di villa Wazarashi
    Secondo post attivo: Detective e Tesori



    § Si, siamo ninja. Di solito usiamo i mantelli per nascondere le armi e impedire al nemico di vedere in anticipo quale arte magica o illusoria stiamo utilizzando. §

    Uaooooooooooooo

    Rispose Conan a Ryuko, ma prima che potesse fare qualche altra domanda Kogoro lo afferrò, con gli esiti che tutti conosciamo.

    Accettò di buon grado il gioco di Killua e riuscì, anche se a fatica, a reggere il ritmo.

    Certo che voi ninja siete veramente forti...

    Esordì il bambino poco prima della domanda di Killua:

    « Allora, Conan, da che paese venite? Perché siete venuti qui? Conoscete il signor Wazarashi, per caso?»

    « Io vengo dalle Risaie, dal villaggio di Otogakure. E mi chiamo Killua, comunque. Piacere di conoscerti. »


    Noi veniamo da una grande città ad ovest, Tokyo però non conosco questo Wazarashi... è venuto il maggiordomo a casa nostra chiedendo il nostro aiuto per qualcosa, ma non sappiamo cosa... Ran dice che il padre di Wazarashi era un amico di un amico di Kogoro che gli ha chiesto di aiutarlo o qualcosa del genere... piuttosto dov'è questo villaggio di Oto? E poi non è un nome strano per un villaggio?

    Dopo la risposta e la successiva domanda di Killua, Conan avrebbe parlato nel seguente modo:

    Kogoro è veramente uno stupido. Però a volte si addormenta e diventa intelligentissimo anche se dopo non si ricorda nulla... lo chiamano trance ma non so che cosa voglia dire. Tu invece perché sei qui insieme a questi altri tre brutti ceffi? Soprattutto quello li mi sembra molto strano...

    disse indicando il Kakita.

    [...la mattina dopo...]



    Conan sarebbe uscito dalla tenda per andare a lavarsi e per mangiare. Gli shinobi avrebbero quindi avuto cinque minuti da soli per pensare e scambiarsi le loro idee. Alla fine della colazione sarebbero andati avanti e, dopo cinque minuti, avrebbero visto la villa di Wazarashi. Distava circa un kilometro, in cima ad una piccola altura. La villa meritava decisamente il suo nome, era decisamente grande ed era un edificio a quattro piani. Finita la salita sarebbero arrivati di fronte al portone dove li avrebbe accolti una giovane signorina, di circa 20 anni. All'arrivo di tutti avrebbe eseguito un inchino.

    Sururidachi-san, Kogoro-san, Ran-san, Conan-san, Ryuko-san, Kanda-san, Tooy-san, Killua-san. Koguro-sama vi sta aspettando insieme al suo ospite, Shiraki-sama. Vi pregherei di non farli aspettare.

    Subito Kogoro si sarebbe avvicinato chiedendole come si chiamasse e se quella sera fosse impegnata. La ragazza arrossì vistosamente, persino l'impassibile maggiordomo si accorse del cambiamento nella sua figura...

    Mi chiamo Myria, Kogoro-san, Myria Kurai

    Subito dopo Ran si sarebbe intromessa tra i due domandando perdono per la condotta del padre e trascinandolo letteralmente dentro la villa tenendolo per un orecchio.

    Gli shinobi entrarono, anche se avrebbero avuto il tempo per far qualcosa se avessero voluto (comunque sia Myria che il maggiordomo li avrebbero aspettati). Una volta entrati sarebbero stati condotti nella sala da pranzodove avrebbero incontrato due uomini, uno sulla cinquantina, l'altro sulla quarantina anche se chi avesse avuto una vista migliorata avrebbe potuto notare alcune rughe e i segni di operazioni di tipo estetico. Quest'ultimo si avvicinò a loro e salutò con grande fervore Kogoro e compagni mentre saluto con molto meno calore gli shinobi. Quell'uomo si presentò come Koguro Wazarashi e fece sedere tutti a tavola per spiegare la situazione. Sopra il camino avrebbero potuto notare un grande quadro di un uomo che sembrava avere ottant'anni con sotto una targhetta con incisa la seguente frase:

    "Il mio tesoro, è un grandissimo tesoro. Cercatelo pure se volete, trovatelo. Chissà se uno di voi ce la farà"



    Una volta tutti seduti a tavola (ad eccezione del maggiordomo e della cameriera che sarebbero rimasti in piedi) Koguro avrebbe cominciato il suo discorso:

    Ringrazio tutti di essere qui. Innanzitutto vi rivelerò le rispettive identità che vi sono rimaste ignote a vicenda fino a questo momento. Kogoro è un famoso detective, si dice che sia uno degli uomini più intelligenti del paese mentre questi quattro sono Shinobi dell'accademia. Siete stati convocati qui per aiutarmi. Mio padre, che potete ammirare in questo quadro che si trova alle mie spalle, è morto recentemente lasciandomi in eredità questa casa tuttavia io so che lui mi ha lasciato anche qualcos'altro. Un tesoro. Il vostro compito è ritrovarlo. Il vincitore riceverà parte dello stesso.

    Dopo il Wazarashi sarebbe stato il turno di Shiraki Tonzen:

    Ben detto Koguro. Sappiamo che si trova in qualche parte all'interno del territorio della casa ma non sappiamo dove. Tuttavia c'è tempo per pensare al tesoro non scapperà mica dopotutto. Adesso riposatevi, mangiate e lavatevi. Sono convinto che non sia stato piacevole per voi camminare per un intero giorno, vero?

    Subito dopo Myria avrebbe guidato i Detective verso l'ala est mentre il maggiordomo avrebbe condotto i Ninja nell'ala ovest. Non avrebbe risposto a nessuna delle loro domande. A ciascuno di loro era stata assegnata una stanza personale. Dopo la doccia (che a causa del sudore e della fatica accumulata tutti avrebbero fatto anche a causa della pressione causata su di loro dal maggiordomo) Ryuko avrebbe trovato nella sua stanza Tonzen che lo avrebbe avvisato di non fidarsi di Wazarashi e di non sottovalutare i detectives. Gli avrebbe successivamente chiesto se ritenesse le sue capacità analitiche ad un livello sufficiente e se si fidasse dei membri del suo gruppo. Se lo shinobi gli avrebbe chiesto il perché di quelle domande lui avrebbe risposto che lui controllava sempre i suoi investimenti, mentre non avrebbe dato chiarimenti sulla sua prima affermazione. Killua invece avrebbe trovato il piccolo Conan che gli avrebbe chiesto di andare ad esplorare la casa. Il ninja del suono sapeva che entro poco si sarebbero tutti dovuti trovare nella sala da pranzo... avrebbe accettato l'offerta del piccolo detective oppure no?
     
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  13. *Hysoka*
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    Durante il viaggio, il kiriano notò con piacere che Conan, il ragazzino curioso, e Killua stavano facendo discutendo: era un buon metodo per trascorrere in compagnia il tempo del viaggio, ma qualcosa diceva allo Shynshi che Killua non lo faceva certamente perchè si annoiasse. Aveva un secondo fine. Sembrava attivo quel ragazzo.


    § Certo, siamo pur sempre in una terra selvaggia. §



    Ryuko così rispose all'affermazione del compaesano, aiutato dalla sua particolare abilità che lo rendeva bravo a mentire [Interpretazione] o meglio a occultare informazioni che sarebbe stato meglio non rivelare, non in quel momento perlomeno.

    Il mattino dopo il quartetto ebbe tempo di discutere, lontano da orecchie indiscrete. Era indeciso se avvisarli o meno sul discorso notturno fra Kogoro e il pinguino. Decise di rimandare: dopotutto non era un argomento di estrema importanza. Avrebbe atteso che la faccenda gli fosse più chiara prima di dare informazioni superflue al suo team.
    Il gruppo si mise in marcia e dopo poco tempo iniziarono ad intravedere una collinetta sulla quale era arroccata una villa, la Villa Wazarashi, loro meta. Il mandante doveva passarsela decisamente bene. Ryuko inumidì le labbra con la lingua, pensando alla sua ricompensa.
    Era una struttura massiccia, un edificio di ben quattro piani. Superata la salita, davanti al portone una ragazza li avvisò che non dovevano far attendere i mandanti. Ryuko notò il suffisso che la serva diede a Kogoro, il "famoso detective". Certo che se un detective abile era tanto stupido, c'era da preoccuparsi seriamente sui suoi pari. Il quadro iniziava a farsi meno complesso: Wazarashi aveva una più alta opinione di Kogoro del gruppo di shinobi. Ne conseguiva che riponeva più fiducia in quel tizio. Essendo Ryuko il capogruppo, normalmente ci sarebbe rimasto male o, quantomeno, offeso. Invece non gliene poteva importare di meno. Si sarebbe ricreduto. Certo, non conosceva le capacità del proprio team. Ma conosceva le sue, e sarebbero bastate per assicurargli il buon esito della missione. Ciò non significava però che i suoi compagni non dovessero impegnarsi. Sarebbero stati problemi se non l'avessero fatto.
    Come ennesimo esempio della stupidità del "detective" - non che ce ne fosse bisogno, egli corteggiò la ragazza che aveva accorto loro. Ran, come al solito, si scusò per il comportamento del padre.
    Furono tutti condotti nella sala da pranzo, dove Wazarashi e Shiraki porsero loro il benvenuto. E - quasi come immaginava Ryuko, non allo stesso modo. Dopo il discorso del padrone di casa, si capì che non solo avrebbero dovuto trovare il tesoro, ma anche fare a gara con il detective per accaparrarsi parte dello stesso come ricompensa. Poi parlò l'altro, Shiraki. Ryuko si chiese chi fosse e che rapporto di parentela avesse con Wazarashi. Quest'ultimo consigliò loro di andare a ristorarsi. Infine la missione avrebbe potuto avere inizio.
    Il maggiordomo condusse gli shinobi nelle loro stanze: Ryuko avrebbe voluto porre qualche domanda al maggiordomo, ma considerata la sua natura schiva, concluse che non avrebbe potuto cavare un ragno dal buco. Dopo una doccia, rigorosamente ghiacciata, resa anche obbligatoria dalle insistenze, il ninja di kiri tornò come nuovo. Con grande sorpresa, nella sua stanza vide Tonzen, l'individuo di cui non conosceva la provenienza. Con enigmatiche parole lo avvisò che avrebbe fatto meglio a non sottovalutare i detectives e a non fidarsi di Wazarashi. Capì poco del secondo monito, principalmente per un motivi. Come faceva a non fidarsi del mandante della missione stessa. E poi, come pretendeva che Ryuko si fidasse di un estraneo. Poi chiese se facesse affidamento sulle sue capacità e su quelle del suo gruppo. Il tono fu glaciale e grave, anche se la situazione non lo richiedeva.

    § Lei non si preoccupi. Io ed il mio gruppo faremo il nostro dovere. §



    Poche parole, dopotutto. Sarebbero stati i fatti a parlare per lo Shynshi, che, turbato, rimuginava intanto su quanto Shiraki gli aveva appena detto.

     
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  14. Squall Uchiha
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    Il Tesoro di Villa Wazarashi
    L'Atteso Arrivo
    3/?



    Venne dunque il mattino.
    Al suo risveglio lo shinobi fu accolto da un leggero rumore di vita selvaggia che gli accarezzava dolcemente l'orecchio, pregandolo quasi di ritornare ad avvolgersi per riposare ancora; il Kakita ovviamente lo ignorò, alzandosi senza il minimo cenno di dissenso o di mancato riposo, era pronto per partire ed affrontare la missione.
    Gli bastò dunque rispettare quella routine mattutina che generalmente accomuna ogni essere umano che si rispetti, partecipare silenziosamente ma attentamente alla colazione, che si rivelò comunque nel complesso tranquilla, e ripartire insieme al gruppo.
    Il maggiordomo continuava a tenere la testa del gruppo, mentre i due filoni risultavano ormai ben divisi, nonostante prima Kanda avesse notato che l'otese si era messo apparentemente a giocare col suo coetaneo, e il gruppo proseguì per la sua strada per un brevissimo lasso di tempo, prima che il Kakita, insieme a tutti gli altri, riuscisse a scorgere quella che, probabilmente, era la loro destinazione: in cima a quella salita che stavano percorrendo si trovava questo edificio imponente, una villa dunque, dall'aspetto di grande magnificenza, che sicuramente caratterizzava anche i suoi possessori, e di un altezza non indifferente che tradiva la struttura interna facendo supporre la presenza di ben quattro piani.

    Quando arrivarono di fronte al portone, che seguiva le forme e dimensioni della facciata, furono accolti da una giovane ragazza che li accolse formalmente, mancando però di accortezza nel saluto al nobile Kakita: era infatti piuttosto scortese chiamare per nome, nonostante si fosse salvata con l'aggiunta dell'onorifico, qualcuno che non si era mai visto prima; nonostante il suono del suo nome pronunciato da un estranea avesse disturbato i suoi sensi, Kanda non fece niente e si limitò, come gli altri, a rispondere gentilmente al saluto.
    Osservò una scena che, nonostante avesse conosciuto quei personaggi da poco, sembrava aver visto per anni ed anni; ormai aveva capito la personalità di due su tre di quelle misteriose figure che li accompagnavano fin dall'inizio: l'uomo sembrava un idiota a tutti gli effetti, oltre che dal suo aspetto, era facilmente desumibile dai pochi discorsi che aveva pronunciato e dai suoi atteggiamenti, mentre la ragazza era responsabie ed intelligente, sicuramente molto più del padre.

    Una volta entrati, si diressero, guidati dal maggiordomo, nella sala da pranzo: gli occhi dello shinobi si persero nella prospettiva dell'enorme sala, condotti dalle decorazioni proprie di ogni villa nobile, fino ad arrivare al fiammeggiante camino, i cui flutti sembravano voler abbandonare il loro luogo per spargersi in tutta la sala, e fermarsi su un grande ritratto che probabilmente raffigurava l'originale possessore della villa, dipinto con un espressione di sfida ma di imponenza allo stesso tempo, come a dirti che non saresti mai riuscito a batterlo al suo gioco.
    A giustificare l'espressione dell'uomo appariva incisa nella targhetta sottostante una scritta che alludeva alla presenza di un tesoro, e che invitava i presenti a trovarlo con parole che retoricamente indicavano che era un'impresa impossibile da raggiungere; questo infiammò l'ingegno del Kakita: la sua mente iniziò a lavorare ripensando ad ogni dettaglio osservato e conservando tutte le informazioni in attesa di essere riprese velocemente per essere collegate a qualsiasi nuovo indizio, quello era il suo forte e quello avrebbe fatto.

    Nella grande sala che il ninja si era limitato ad osservare velocemente, li aspettavano due signori: il primo tradiva un'età maggiore rispetto al secondo, che successivamente si rivelò essere Wazarashi, infatti, il ninja stimò che fra i due dovesse esserci almeno una decina d'anni di differenza, anche se il più giovane nascondeva sicuramente qualche segreto.
    Durante i saluti Kanda notò due cose a proposito del signor Wazarashi: sembrava essere in buoni rapporti con il trio che aveva accompagnato gli shinobi, quindi doveva essere stato lui quindi a contattarli; inoltre il suo volto, che non riuscì a nascondere segni che risultarono evidenti alla vista migliorata del kiriano, presentava segni cicatrizzati di qualche operazione.
    Dopo aver metabolizzato queste informazioni, che potevano essere inutili come fondamentali per la buona riuscita della missione, il Kakita ascoltò il discorso di presentazione del padrone della villa, che finalmente svelò un po' di carte che fino ad allora erano state tenute nascoste.
    Un tesoro da trovare per poterne guadagnare una parte, anche se al kiriano interessava sicuramente il processo di ritrovamento, la sfida intrinseca del battersi contro qualcosa che sembra introvabile ma che si nasconde in realtà talmente vicino che puoi sentirlo nell'aria, pulsare come ad invitarti a scovarlo.
    Detective, dunque, e chi altri? Ovviamente per trovare un'eredità ci si rivolge a detective privati, specialmente se sono amici di famiglia; Kanda però nutriva qualche dubbio a proposito dell'effettiva bravura di quel tanto decantato detective Kogoro, probabilmente aveva una fama troppo grande per lui, poteva dirlo grazie al suo infallibile istinto nell'inquadrare le persone dopo pochi indizi della loro personalità.

    Successivamente fu il turno dell'altro uomo che il Kakita aveva potuto osservare prima; aspettava ansioso l'inizio del suo discorso poichè, se l'altro uomo faceva trapelare dal suo aspetto qualche indicazione, lui sembrava più enigmatico, e fino ad ora non aveva suggerito nessuna particolare caratteristica.
    L'uomo allungò con poche parole il discorso del suo predecessore, alludendo al solito tesoro, dicendo che si trovava nel territorio della casa, evidentemente poteva essere anche all'esterno, anche se Kanda si aspettava di trovarlo dentro le labirintiche stanze di quella villa. Anzi più che aspettarselo lo sperava, trovare un prestigioso tesoro scavando una misera buca era compito di minatori e non di risolutori di enigmi.
    Su consiglio di Tonzen i ninja si diressero con il maggiordomo alle loro stanze, singole stavolta, dunque completa libertà almeno all'interno delle ristrette, per quanto potessero essere ristretta una stanza di una villa di quattro piani, mura personali.
    Ultimata la doccia rapida ed efficace e recuperate le vesti con annesso equipaggiamento, il Kakita uscì dalla sua stanza senza nascondere le proprie azioni: non era il momento di rimanere in camera, ma nemmeno di agire nell'ombra, si sarebbe dunque limitato a percorrere il percorso che lo aveva portato alla camera, solo in senso contrario, sperando di incontrare qualcuno o, nel peggiore dei casi, di ritornare alla sala da pranzo per attendere il ritorno dei suoi compagni.

     
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  15. | Killua |
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    The Mistery House.
    Wazarashi Quest...Second Act.



    Ambarapacicicocò, tre civette sul comò!Continuavamo il giovane Conan ed io a giocare su per la ripida salita. Il ragazzino non era allenato quanto me, eppure riusciva sostanzialmente a tenere il passo; cosa che non mi insospettì affatto. Ciò che mi preoccupava era l'arguzia del bambino che rispose alle mie domande usando quella innocenza tipica della nostra età. Tuttavia il contenuto delle sue risposte mi turbò ancor di più della sua attitudine.

    "Noi veniamo da una grande città ad ovest, Tokyo però non conosco questo Wazarashi... è venuto il maggiordomo a casa nostra chiedendo il nostro aiuto per qualcosa, ma non sappiamo cosa... Ran dice che il padre di Wazarashi era un amico di un amico di Kogoro che gli ha chiesto di aiutarlo o qualcosa del genere... piuttosto dov'è questo villaggio di Oto? E poi non è un nome strano per un villaggio?
    "

    Risi con gusto, innocentemente.

    « È un po' lontano da qui e ti assicuro che non lo definiresti proprio un bel luogo. Ma resta casa mia. »

    "Kogoro è veramente uno stupido. Però a volte si addormenta e diventa intelligentissimo anche se dopo non si ricorda nulla... lo chiamano trance ma non so che cosa voglia dire. Tu invece perché sei qui insieme a questi altri tre brutti ceffi? Soprattutto quello li mi sembra molto strano..."

    Risi anche questa volta, anche se la mia mente lavorava spedita: era il momento di analizzare quanto il giovane mi stava lasciando intendere. "Trance", questo lo stadio di trasmutazione dell'anima verso un regno ultraterreno in cui si viene illuminati da luce divina: l'uomo diventa perfezione, si astrae, si idealizza fino a raggiungere una fisionomia illuminata. L'amnesia viene dal ritorno dell'uomo in sè, nella costrizione finita della sua natura. L'esperienza "samadhi" , lo stadio più alto della conoscenza, della fusione con l' Assoluto.

    - Conoscendo questa sua abilità per visione degli altri, egli deve averne fatto una professione. Un investigatore dunque...uhm...tuttavia questa storia mi puzza.

    « Se fossi in te mi preoccuperei parecchio!Sono tutti assassini specializzati, inviati qui per compiere una missione voluta da Wazarashi. Non irritarli o potrebbero ucciderti! Pensa che colui che hai indicato lo chiamano lo "Squartatore di Bambini"!Stai attento e fai il bravo... »

    Diabolicamente divertente!Dentro me la ridevo a crepapelle mentre ceravo di spaventare a morte il bambino, ma almeno così avrebbe evitato di dare fastidio agli altri, dando loro modo di svolgere la missione senza intralci. Differentemente, avrei invece approfondito il rapporto d'amicizia con il giovane Conan così da ricevere informazioni e passare inosservato per la giovane età, diventando così investigatore e spia allo stesso tempo.

    [...]


    Giunti alla villa dopo la colazione, la situazione sembrò evolversi. Si avvertiva dalla tensione palpitante che permeava l'aere, qualcosa di indescrivibilmente adrenalinico.
    Una giovane donna attendeva il nostro arrivo con inflessibile pazienza, e dopo averci salutati tutti ci invitò ad entrare, seguita dal maggiordomo, facendo da guida nei meandri della vasta casa.
    Dimenticavo che la mia supposizione era corretta: Kogoro era un idiota. Mi bastò osservare il suo comportamento di fronte alla giovane inserviente Myria per capire quanto vuota fosse la sua scatola cranica, o meglio, per capire il solo unico pensiero che affliggeva quella piccola materia grigia.

    Entrati nella sala da pranzo, ci trovammo di fronte due uomini, il primo in posizione più avanzata, sulla cinquantina, mentre l'altro, leggermente arretrato, sulla quarantina. Le mie iridi si fermarono su quest'ultimo volto. Le mie pupille, ridotte a fessure per la molta luce che penetrava dalle grandi finestra, notarono alcuni ritocchi facciali, segni evidenti di manomissioni estetiche.

    - Non è così vecchio da dover ricorrere alla chirurgia estetica per sentirsi giovane...uhm

    Fatto sta che egli si presentò come Koguro Wazarashi, mandante della missione e proprietario della villa nella quale ci trovavamo. Salutò con grande piacere il signor Kogoro e la famiglia, mentre - almeno questo il mio avviso - rimase particolarmente freddo nei nostri confronti, anche se ci salutò con dovuto rispetto. Sedutosi a capotavola, iniziò il suo discorso con carisma:

    "Ringrazio tutti di essere qui. Innanzitutto vi rivelerò le rispettive identità che vi sono rimaste ignote a vicenda fino a questo momento. Kogoro è un famoso detective, si dice che sia uno degli uomini più intelligenti del paese mentre questi quattro sono Shinobi dell'accademia. Siete stati convocati qui per aiutarmi. Mio padre, che potete ammirare in questo quadro che si trova alle mie spalle, è morto recentemente lasciandomi in eredità questa casa tuttavia io so che lui mi ha lasciato anche qualcos'altro. Un tesoro. Il vostro compito è ritrovarlo. Il vincitore riceverà parte dello stesso."

    Come avevo immaginato, Kogoro era un detective. Dopo intervenne il signore più anziano, che ancora non avevo intuito chi veramente fosse.

    "Ben detto Koguro. Sappiamo che si trova in qualche parte all'interno del territorio della casa ma non sappiamo dove. Tuttavia c'è tempo per pensare al tesoro non scapperà mica dopotutto. Adesso riposatevi, mangiate e lavatevi. Sono convinto che non sia stato piacevole per voi camminare per un intero giorno, vero?"

    Ci congedammo e il maggiordomo ci condusse verso l'ala ovest del palazzo, mentre nel verso opposto furono condotti i detective.
    Una bella doccia rigenerate fu quello che mi ci volle per recuperare un po' di energie e soprattutto riordinare un po' le idee. Due squadra di investigazione, un solo tesoro ed una villa enorme, due mandanti, un maggiordomo ed una domestica erano gli elementi che cercavo di collegare tra di loro al fine di scoprire qualche sottigliezza dai loro atteggiamenti o dalle loro azioni. Niente più che di quei ritocchi estetici.
    Quando uscii dalla doccia, sentii bussare alla mia porta. Era Conan: chiedeva che facessimo un giro per la casa.

    « Mentre mi butto qualcosa addosso ed arrivo...»

    Gli sussurrai. Un giretto per la villa dei misteri non era affatto male, soprattutto prima di pranzo. Avremmo stimolato l'appetito... .

     
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52 replies since 9/2/2009, 17:15   1066 views
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