Operazione Ninfa

Indagine - Livello C+

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  1. Fujiko M.
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    Era martedì. Lo ricordava bene l'impiegato che aveva preparato le carte burocratiche per l'Operazione Ninfa: operazione tanto singolare quanto insolita. Le notizie che ricevette il giovedì successivo furono a dir poco assurde. Qualcuno avrebbe pagato, e anche caro!
    Ma cosa successe?


    [...]


    Martedì ore 10.35 - Ufficio Missioni Accademico

    I quattro giovani erano stati chiamati in prima istanza per formare la squadra che sarebbe partita immediatamente.
    I tre dirigenti, tutti sulla mezza età, controllavano le loro copie di carte in merito alla missione che subito avrebbero esposto. Il rumore stropiccioso del foglio tra le dita delle mani poteva aumentare la tensione tra i ragazzi che ancora non sapevano cosa li attendeva.

    « Signori » avrebbe preso la parola la ragazza bionda, nonchè delegata alle missioni diplomatiche.
    In quel frangente però il suo ruolo era in sostituzione al collega ammalato. « Sebbene non si tratti di nulla di così...diplomatico, essendo esso il mio settore, sono a comunicarvi, assieme ai colleghi, quale sarà la vostra missione odierna. »

    La ragazza dagli occhi azzurri diede un'ultima occhiata al suo foglio.

    « Dovrete recarvi nel Villaggio di Ghei, a nord di qui. Vi saranno date le indicazioni a spiegazione ultimata. Il reggente di tale Villaggio ci ha richiesto che voi indaghiate su alcuni strani casi. Pare, così ci è stato riferito, ma se non fossimo convinti della loro buona fede come Villaggio non avremmo preso in considerazione la richiesta, che stiano cercando di boicottare il loro...come dire... » si sforzò di non ridere « ...commercio. Arrivati al Villaggio il vostro contatto sarà direttamente il reggente che vi attende nella sua residenza. E' da lui che giunge, come avete capito, la missione. »

    La donna concluse di parlare.

    « Per essere un po' più precisi, nel caso non lo sappiate, » riprese in mano il discorso il dipendente alla sua sinistra « il Villaggio di Ghei, o meglio conosciuto come il Villaggio Gaio, non sopravvive di nessuna delle normali attività commerciali. Diciamo che riceve il sostentamento in maniera molto particolare. Ma lo vedrete di persona » cercò di chiudere il discorso in fretta senza ridere pure lui. « Da quello che sappiamo, inoltre, non dovreste aver problemi lungo il percorso e nel Villaggio stesso non essendo esso, una potenza militare anche di rango minore. »

    Fu l'ultimo dei tre a concludere il tutto.

    « Ricordate che la buona riuscita della missione dipende solo da voi. Operazione Ninfa, questo il suo nome, non è una missione dai tratti normali. Abbiate riguardo per il Villaggio e soprattutto per voi stessi. Buona fortuna! » esclamò infine, forse il più saggio di loro.

    Alla squadra vennero consegnati alcuni fogli circa le poche direttive che già sapevano e le indicazioni per raggiungere la residenza nel Villaggio.

    Bussarono alla porta. Entrò una segretaria con alcune carte.

    « Scusate... » rivolta ai dipendenti « la riunione delle 11 è prossima. Scusate ancora » disse togliendo il disturbo ed uscendo dalla sala.

    Shin Hyuga, Sori Hyuga, Yari Yakushi e Kaien Shiba potevano andare. La missione era tutta loro.


    [...]


    Martedì ore 11.05 - Sala Accademica

    I tre dipendenti, non appena la squadra fosse partita per la missione, si sarebbero diretti in una sala dell'Accademia poco più in là dove ad attenderli vi erano già altre quattro persone.

    « Scusate l'attesa » si giustificò la donna non appena entrata.
    Andò a sedersi stavolta nella sedia più in là, lasciando spazio ai suoi colleghi. Seduta, si sistemò la lunga gonna blu.

    « La missione che vi viene affidata è piuttosto problematica. Il Villaggio di Ghei, vivace cittadina a nord dell'Accademia situata a pochi chilometri dal mare, pare avere alcuni problemi. A noi non sono stati segnalati ma il Capo villaggio ci ha esortato un nostro intervento. Dovrete cercare di investigare su alcuni aspetti poco chiari che stanno riguardando gli interi abitanti. In sostanza non si sentono più sicuri di quello che è il loro essere, cioè l'essere abitanti di tal paese. »

    « Sebbene la missione possa esser oggettivamente facile, ci terrei a chiedervi la massima accortezza. All'uscita la nostra segretaria Karin vi darà le istruzioni su come arrivare al Villaggio. Partirete stasera, prima del calar del sole. Dovreste giungere l'indomani mattina. Il nostro contatto è direttamente il Capo Villaggio. In bocca al lupo! »

    Non ci sarebbe stato nulla da aggiungere per Drake Jo Ryouji, Akarui To Kurai, Ao Yotsuki e Kuro Jaku.


    [...]


    La prima squadra sarebbe partita subito di modo che nelle migliori delle ipotesi sarebbe arrivata alla sera. La strada era indicata [H2-F14-F11-F12] ma l'unica forzatura richiesta era che entrassero dal lato nord del Villaggio. Lì, diceva il foglio, la strada era più sicura.
    Fossero arrivati la sera potevano optare per cercare un posto caldo dove dormire e magari mangiare.
    Avessero optato per dormire lungo il cammino ed arrivare la mattina, sarebbero potuti andare direttamente verso la Residenza chiamata "Leville".


    [...]


    La seconda squadra, partendo la sera [H2-F14-F11-F12], sarebbe giunta al più per la prima metà del pomeriggio. Potevano così decidere se saziarsi le pance o raggiungere la Residenza chiamata "Leville" arrivando, a dispetto dell'altra squadra, dall'ingresso sud, la via più diretta ed intuitiva.



    Edited by Cougar™ - 15/4/2011, 14:44
     
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  2. sweethinata
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    Post di Presentazione 1/2



    Era furiosa.
    Decisamente furibonda.

    Camminava con passo felpato e deciso verso l’entrata dell’Accademia. Aveva uno sguardo serio e accigliato, ed emanava una tale aurea densa di tensione intorno a sé, che avrebbe potuto incenerire chiunque con il solo sguardo.

    Non è possibile, non è assolutamente possibile . . .Ma dico . . argh!


    Una cospicua quantità di insulti e epiteti poco signorili le colmarono la mente.

    Era in collera.

    Se avesse potuto avere un collo da strangolare all’istante, lo avrebbe fatto senza pensarci su due volte, e come se non bastasse il motivo della sua irritazione era proprio lì dinnanzi a lei.

    L’Accademia.

    Un perfetto centro burocratico. Fin troppo burocratico, fin troppo efficiente.
    La velocità in cui essa riesce a reclutare ninja da mandare nelle più svariate missione è davvero allucinante.

    Hai un problema? L’Accademia te lo risolverà in un battibaleno. E al diavolo le esigenze personali di ognuno dei suoi sottoposti.

    E va bene, quella missiva così inaspettata e repentina che la convocava con massima urgenza in Accademia le aveva decisamente rovinato i progetti per i giorni futuri.
    Decisivamente quella missione era arrivata nel momento meno opportuno.

    Quello stesso giorno lei e Shika sarebbero dovuto andare a far visita al povero Keita, ancora convalescente da quel brutto incidente durante l’ultima missione intrapresa da tutte e tre assieme, inoltre avrebbe potuto cogliere l’occasione per esporre a Shika di alcuni sue personali problematiche prettamente confidenziali. In programma ci sarebbe stata una visita anche a Shiraki, ma a quanto pareva il fratellone aveva avuto un impegno improvviso. . . un certo incontro con un altro esponente del Clan . . .insomma questione che lei trovava alquanto inutile e superficiali.

    E lasciare Shiraki, solo, nello stato in cui era, dopo tutto quello che era successo, le pesava molto.

    Ma perché proprio ora?!?! Sbottò improvvisamente.

    Aveva lasciato Konoha con infinito rammarico. Se non fosse stato per il suo inappellabile senso del dovere, avrebbe rifiutato volentieri quella richiesta.

    Ma il dovere è il dovere.

    Era appena giunta davanti alla porta della sala in cui si sarebbe svolta la riunione.

    Sospirò e con decisione aprì la porta e vi entrò.

    Se ne stava lì in piedi, in una elegante e composta postura, intenta ad osservare attentamente i membri della commissione, che ad uno ad uno prendevano posto sulle loro sedie.
    Indossava un vestito in completo stile cinese, completamente nero con una fantasia di bianche farfalle come decorazione sulla parte terminante di esso. Era fatto di un tessuto particolare morbido sulla pelle, che le permetteva di muoversi con agilità e senza costruzioni, che si aderiva perfettamente alle linee del suo longilineo corpo, evidenziando così le sue curve femminili, inoltre era costituito da un materiale imperniabile alle rigidità di un potenziale clima ostile. Non presentava scollature, bensì la stoffa le fasciava perfettamente il collo e le voluttuose spalle per scender giù giù fino ai fianchi. Sul lato sinistro, una serie di bottoncini chiudevano il vestito fino all’altezza del basso ventre, da lì, quest’ultimo, si sarebbe adagiato su fianchi per poi scendere come un’ampia gonna completamente aperta sul parte anteriore, rendendo così visibile la parte interna del vestito stesso, rivestita da una stoffa d’un blu cobalto. Indossava un paio di pantaloncini neri che lasciavano scoperte le lunghe gambe. Un paio di stivali comodi alti fin sotto al ginocchio completavano il suo vestiario. Aveva con sé tutto il suo equipaggiamento, posizionato come era solita portarlo. Per questa volta aveva deciso di raccogliere i lunghi capelli corvini in un’alta coda e lasciare che le ciocche le scendessero sulle spalle.

    Ferma , immobile, esaminava fin nei più piccoli dettagli i volti e le espressioni dei commissari mentre il primo di essi prese la parola.

    Una ragazza dai capelli color grano parlò per prima:

    CITAZIONE
    Signori sebbene non si tratti di nulla di così...diplomatico, essendo esso il mio settore, sono a comunicarvi, assieme ai colleghi, quale sarà la vostra missione odierna.

    Sori ascoltava attentamente.

    CITAZIONE
    Dovrete recarvi nel Villaggio di Ghei,

    il sopracciglio della kunoichi si alzò leggermente mentre sul suo viso si dipinse un’espressione abbastanza basita

    Che cosa???

    A stento credeva a ciò che aveva appena udito
    No dico, esiste davvero un Villaggio con tale nome?

    CITAZIONE
    a nord di qui. Vi saranno date le indicazioni a spiegazione ultimata. Il reggente di tale Villaggio ci ha richiesto che voi indaghiate su alcuni strani casi. Pare, così ci è stato riferito, ma se non fossimo convinti della loro buona fede come Villaggio non avremmo preso in considerazione la richiesta, che stiano cercando di boicottare il loro...come dire...

    Sembrava trattenere una certa ilarità .

    Se è uno scherzo giuro . . . strinse le labbra e si morse la lingua, cercando di rimane calma.

    CITAZIONE
    ....commercio.

    Capirai che commerciano questi?!?!

    A h questo era troppo. Sembrava una presa per i fondelli. Era totalmente indignata che restò senza fiato. La sua collera stava aumentando in modo esponenziale seppur esternamente non lasciò trapelare alcun segno di irritazione.

    Gli occhi color grigio perla si fecero glaciali mentre fissavano i volti degli addetti.

    CITAZIONE
    Arrivati al Villaggio il vostro contatto sarà direttamente il reggente che vi attende nella sua residenza. E' da lui che giunge, come avete capito, la missione.
    Per essere un po' più precisi, nel caso non lo sappiate il Villaggio di Ghei, o meglio conosciuto come il Villaggio Gaio, non sopravvive di nessuna delle normali attività commerciali. Diciamo che riceve il sostentamento in maniera molto particolare. Ma lo vedrete di persona Da quello che sappiamo, inoltre, non dovreste aver problemi lungo il percorso e nel Villaggio stesso non essendo esso, una potenza militare anche di rango minore.
    Ricordate che la buona riuscita della missione dipende solo da voi. Operazione Ninfa, questo il suo nome, non è una missione dai tratti normali. Abbiate riguardo per il Villaggio e soprattutto per voi stessi. Buona fortuna!

    Subito dopo le fu consegnato un foglio. Poche righe riassumevano alcune informazioni per raggiungere il Villaggio.

    Stava cercando di raccogliere tutta la calma possibile per chiedere con dovuta cortesia altre informazioni più specifiche quando sentì bussare alla porta. Entrò in fretta e furia una segretaria che consegnò delle pratiche agli addetti i quali si liquidarono in un batter baleno.

    A Sori non rimase altro che girare i tacchi e uscire di gran fretta da quella sala, anzi dall’Accademia stessa. Senza guardare nessuno se ne andò da lì.

    Era in un tumulto di ira, indignazione e perplessità. Aveva bisogno di una bella boccata di aria fresca per potersi placare.

    Respirò a pieni polmoni la fresca aria della mattina; pian piano la calma dentro di lei tornò.

    Non appena i suoi colleghi la raggiunsero fuori dall’Accademia si voltò e prima che qualcuno proferisse parola intervenne:

    Shin, ben trovato.
    Disse con tono un po’ distaccato mentre fece cenno con il capo in segno di saluto.

    Poi guardò gli altri due e si presentò:

    Sori Hyuga, kunoichi di Konoha.Piacere di fare la vostra conoscenza


    Aspettò le reciproche presentazioni ed eventuali domande poi, se nessuno avesse avuto obiezioni disse:

    Meglio incamminarsi. Dovremmo sbrigarci, è molto più saggio arrivare in prossimità del Villaggio prima che faccia buio.

    Lasciò che Shin precedesse il gruppo seguito da i due nuovi collegi e infine lei.

    Lì guardò prendere il cammino.

    Sospirò e li seguì.

    Era l’inizio di una nuova missione, e che missione!!!

    Il suo instinto femminile le stava dicendo che quella missione sarebbe stata densa di colpi di scena . . . e che colpi^^



     
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  3. The_Drake
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    ~ Operazione Ninfa ~ Iniziamo... ~



    Sala accademica, circa le 10.30 del mattino: come al solito l'edificio era affollato anche verso l'ora di pranzo; un ragazzo seduto su una panchina vicino al luogo di ritrovo per la sua Missione: ingaggiato pochi giorni prima.
    la sua postura era inusuale, praticamente sbilenza e annoiata, tanto che le persone passando lo osservavano male o sussurrando: poco importava al giovane, tanto era comunque al centro dell'attenzione.
    capelli azzurrini spinosi, vestiti civili bianchi e neri e nessun tipo di arma apparta il solito contenuto della sacca porta oggetti; era camibato da quando era nei Senju, in cui la perfezione era di obbligo.
    Notare i suoi compagni, eventuali, di squadra era difficile nelle persone attorno, anche se il loco si stava sempre più spopolando.
    Infine una donna entrò dalla porta: in tutto erano in 3.


    § Interessante: un'intero paese messo in ginocchio...sarà la solita mafia di quartiere che è diventata troppo forte o qualche ninja che ha messo sù una banda §

    - Non si preoccupi... -


    Solo allora con un fugace movimento di sguardi, notò che oltre a lui si erano avvicinate altre 4 persone: un Foglioso come lui, due di Kiri; nessuno di loro conosciuto dall'Eremita.
    Drake aveva tutto quello che gli serviva per partire la sera stessa, però, prima avrebbe dovuto conoscere i suoi compagni e decidere alcune cose.
    Si girò verso di questi, poco dopo aver ricevuto i dati alla segretaria Karin sul luogo, per parlare in generale a tutti.


    image
    - Direi che la Missione è chiara...però prima di iniziare direi che sarebbe bene presentarsi.
    Sono Drake Jo Ryouji, Chunin della Foglia...nulla di più... -


    Aspettò la presentazione degli altri partecipanti per poi replicare con un saluto, mediante un cenno di viso: solo infine decise di mettere le carte in tavola.

    - Per una missione, serve un capo-gruppo...essendo, come ho capito, il più alto di rango direi che tale compito spetta a me.
    Se non avete nulla da obiettare avrei qualche specificazione del caso: dobbiamo partire stasera, la meta è semplice, per arrivare domani mattina...ora come ora è ancora mezzo giorno.
    Direi di prepararci tutti e di ritrovarsi nuovamente qua verso le 8 di questa sera. -


    Il Chunin deti gli ordini, si aspettò che tutti rigassero dritti: lui doveva prendersi l'equipaggiamento e prepararsi psicologicamente.

    [...]


    Alle 20.00 in punto il ragazzo si fece trovare davanti ai portoni dell'Accademia: pronto per il viaggio che attendeva i quattro.
    Quando ci furono tutti, la missione potè ufficialmente partire.
    Il viaggio avrebbe portato i quattro lungo sentieri vicino al mare, che distaccava le regioni del Fuoco, Vento e Suono da quelle della Nebbia: insomma i sentieri si intercambiavano da porti a scogliere a foreste a paludi poco abitate.
    Lungo il viaggio notturno del gruppo, Drake diede delle disposizioni abbastanza precise su come agire.


    - La disposizione sarà a rombo: io in testa, i due kiriani, Ao sulla destra e Kuro sulla sinistra, alla fine a chiudere voglio Akarui.
    Disposti così potremmo viaggiare tranquilli anche in caso di attacco.
    Faremo una pausa per recuperare le forze e dormire, a circa metà viaggio.
    Forza abbiamo parecchia strada da fare...gambe in spalla!--


    Il viaggio veniva portato con una corsa non troppo spedita, in modo da non far stancare troppo i partecipanti, anche se la pausa sarebbe arrivata dopo circa 8 ore di cammino, verso le 4 del mattino seguente.
    Per riposare sarebbe bastato uno spiazzo: data l'ora era impossibile trovare qualche bottega o chiosco aperto; i turni di guardia sarebbero stati equi.


    - Primi a riposare, Kuro e Akarui...secondi saremo io e Ao.
    Direi che 2 ore di sonno e riposo a testa possono bastare: così arriveremo giusto in tempo...più o meno.. -


    Insomma, l'arrivo alla città madre, Villaggio di Ghei, fù previsto per l'una del pomeriggio circa: la cosa essenziale, chiesta dalla Missione, era di dirigersi verso la residenza "Leville": sembrava che il capo villaggio si sarebbe trovato lì per ulteriori informazioni.
    Drake sapeva che il viaggio poteva essere abbastanza lungo e noioso, così decise di tagliare corto.


    - Ragazzi...propongo di dirigerci verso la residenza Leville...per incontrare il capo villaggio: lì credo che potremmo chiedere un pranzo o qualcosa del genere.
    Tanto finchè non metto qualcosa sotto i denti, da quel posto non mi scollo... -


    Sarebbe bastato chiedere qualche informazione attorno e nello stesso paese e considerando l'ora, non c'era il pericolo di non trovare nessuno.
    Erano pur sempre quattro ninja e qualcosa sapevano farla pure loro: chiedere una cartina del luogo o magari una sommaria indicazione, sarebbe bastata.


    § Ora come ora sembra abbastanza tranquillo...speriamo di trovare questo maledetto posto: cazzo ho fame! §
     
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  4. Kaien Shiba
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    Convocazione




    La solita calda giornata a Suna. Avevo appena chiuso il bar, salutato i miei compagni e tornai nella mia umile dimora. Da quando i miei mi avevano sbattuto fuori di casa, ne avevo trovata una economica al centro del mercato. Mi rilassava molto sentire il gran fracasso delle persone. Arrivato davanti a casa, aprì la cassa delle lettere per vedere se c'era qualcosa. Presi una busta giallastra per portarla in casa e leggerla. Il mittente? La solita accademia.

    CITAZIONE
    Caro signor Kaien Shiba,
    è stato convocato, insieme ad altri shinobi, per una missione di livello C+ al villaggio Ghai. Il ritrovo è fissato a martedì alle 10.30 all'ufficio missioni accademico, all'accademia. La aspettiamo.

    Non avevo mai partecipato a missioni da allora. Ma infine ero un genin e dovevo pur far qualcosa a livello accademico. Due giorni dopo dovevo essere all'accademia, quindi dovevo partire il giorno dopo, il lunedì ; che noia!!!!!

    Il giorno dopo...



    Era mattina a Suna e già cominciavo a sudare. Bisogna dire che a volte quel continuo caldo dava un po' fastidio. Ma noi sunesi c'eravamo nati e cresciuti e quindi eravamo abituati. Avevo preso tutto l'equipaggiamento e una piccola sacca con dentro qualche vivero e qualche vestito un po' più pesante di quello che avevo addosso. Il viaggio durò un giorno intero, avevo dormito circa sei ore. Ma ora mi trovavo davanti all'ufficio missioni accademiche e dovevo solo entrare per sapere i dettagli della mia quest. Quando entrai vidi che ero il secondo: aspettato qualche minuto arrivarono tutti. Erano in tre, con me quattro, due shibobi e una bella kunoichi. Non sapevo proprio come fare a trattenermi da cosi tanta bella mercanzia. Mi sedetti vicino a lei per riuscire a vederla meglio. A volte facevo finta di stiracchiarmi così da poter vedere meglio il suo seno. Quanto ero porco!!!!! Ma anche le dirigenti non mi dispiacevano affatto anzi, non erano affatto male. Ma ora era il momento si stare attento e capire i dettagli della missione


    « Signori,Sebbene non si tratti di nulla di così...diplomatico, essendo esso il mio settore, sono a comunicarvi, assieme ai colleghi, quale sarà la vostra missione odierna.Dovrete recarvi nel Villaggio di Ghei, a nord di qui. Vi saranno date le indicazioni a spiegazione ultimata. Il reggente di tale Villaggio ci ha richiesto che voi indaghiate su alcuni strani casi. Pare, così ci è stato riferito, ma se non fossimo convinti della loro buona fede come Villaggio non avremmo preso in considerazione la richiesta, che stiano cercando di boicottare il loro...come dire... « ...commercio. Arrivati al Villaggio il vostro contatto sarà direttamente il reggente che vi attende nella sua residenza. E' da lui che giunge, come avete capito, la missione. »
    »


    E altri blablabla dei dirigenti ai quali prestai poca attenzione. La cosa decisamente curiosa, che mi dava persino fastidio, è che tutti e tre i dirigenti, per non si sa quale motivo, si trattenevano dal ridere: ma per cosa? Cominciai a guardarmi intorno ma non vidi niente, allora presi lo specchietto per vedermi in faccia ma non avevo niente di strano. Con questo continuo pensiero in testa ascoltai il resto.
    Operazione ninfa, ecco come si chiamava questa missione. Non sapevo gran che del villaggio Ghai/Gaio, anzi non sapevo nemmeno esistesse. Ma capii solo che non era un villaggio normale perché l'economia del paese non era basata sulle guerre o sulla mercanzia, o meglio non della classica mercanzia. Ma non sapevamo quale. Comunque anche se l'ultimo signore non ci diceva che quella era una missione "non è una missione dai tratti normali" non mi faceva un dispiacere: mi aveva fatto venir una leggera paura. Prima di andar via ci diedero un foglio con su una mappetta e delle misere indicazioni. Usciti i quattro si ritrovarono insieme, pronti a partire. Ma prima di tutto mi presentai.


    Salve a tutti compagni, io sono Kaien Shiba genin di suna, piacere!

    Accennai un sorriso. Non potevo presentarmi con una faccia da arrogante; cosa che infine non ero. Aspettai tutte le presentazioni per scoprire di essere compagno di due konohani Hyuga (la ragazza era una dei due) e un otese. Tutti genin ma forse anche più forti di me. Ma questo non lo volevo ancora dimostrare. Vide che la kunoichi, Sori questo era il suo nome, conosceva l'altro Hyuga. Lo fece passare per primo e vide che Sori lo considerava superiore. Lo considerava un capo. Ed è quello che feci anch'io. Mi misi dietro alla kunoichi(più per guardarle il sedere che altro) e continuammo la strada fino alla sera. In qualunque posto ci fermammo per dormire a me andava bene.


    La mattina seguente...



    Eravamo tutti e quattro svegli per dirigerci alla villa indicata dal foglio: la villa Leville
     
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  5. ~Shiro
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    Operazione Ninfa - Post 1



    - Non ci voglio andare in missione! -

    Guardai la vecchia Ogen in cagnesco. Mi aveva convocato di mattina presto e, senza nessun preavviso, mi aveva avvertito che sarei dovuto partire subito per partecipare ad una missione accademica.
    Lei ignorò le mie lamentele, come al solito, cosa che mi fece arrabbiare ancora di più.


    - Se vuoi così tanto la ricompensa per questa missione, perchè non ci vai tu?? O sei troppo vecchia? -

    Un sibilo e mi trovai un Kunai piantato vicino alla testa, sulla parete alle mie spalle. Ovviamente se non fossi dovuto partire per la missione non avrebbe mai mancato il bersaglio, però dovevo essere intero per eseguire quel compito.
    Rimasi comunque a guardare la vecchia in modo ostile, ma non potevo fare molto di più, alla fine avrei dovuto obbedire. Decisi quindi di alzarmi, se dovevo partire era meglio farlo subito, quindi senza dire nulla mi andai a preparare.


    [...]



    Il viaggio per arrivare all'Accademia non fu molto difficile, non incontrai nessuno a parte un mercante. Una volta davanti all'Accademia però vidi sempre più gente, probabilmente quasi tutti Ninja, ma la cosa ormai non mi stupiva più. Entrai nell'edificio e mi diressi subito verso la stanza dove ci avrebbero esposto la missione. Ero stato così precipitoso che non mi ero fatto dire nessun dettaglio dalla vecchia Ogen.
    Una volta dentro la stanza, vidi che, come al solito, c'era già gente dentro ad aspettarmi. C'erano quattro persone che avevano l'aria di impiegati con dei fogli in mano, poi altri due che probabilmente erano gli altri Shinobi a cui avevano affidato la missione insieme a me. Uno dei due era un ragazzo dall'aria piuttosto comune, l'unica cosa che lo caratterizzava era un'interesse piuttosto palese per la Kunoichi che sarebbe stata la nostra compagna di missione. In effetti non gli si poteva dare torto, infatti la ragazza era davvero molto affascinante, ad eccezione degli occhi completamente bianchi che avevano un'aria piuttosto inquietante. Tuttavia non ero l'ultimo, infatti dopo di me arrivò un altro ragazzo che aveva anch'esso gli occhi completamente bianchi. Cominciavo già a chiedermi che stranezza fosse quella, quando una degli impiegati cominciò a spiegare la missione e ogni pensiero riguardo a quegli occhi perse di interesse. Infatti non appena sentii il nome del luogo dove dovevamo dirigerci, il Villaggio di Ghei, assunsi un'aria esterrefatta. Mi girai per vedere l'aria degli altri compagni, notando che anche la Kunoichi sembrava piuttosto stupita. Poi notai una certa ilarità nascosta in modo poco convincente tra i vari impiegati. Comunque loro continuarono nell'esposizione della missione, quindi non mi restava che ascoltarli. Infine ci furono consegnati dei fogli, dove venivano riassunte le informazioni che ci avevano appena spiegato e dove si trovavano le istruzioni per raggiungere quel Villaggio dal nome così improbabile, e fummo obbligati ad uscire dalla stanza in modo sbrigativo.
    Una volta fuori dall'edificio ci fermammo tutti quanti e la Kunoichi andò dal Ninja ultimo arrivato e lo salutò. La cosa non mi stupì molto, infatti era piuttosto probabile che si conoscessero, avevano entrambi quegli occhi così strani, forse erano parenti...
    Poi la ragazza si presentò come Sori Hyuuga e l'altro ragazzo arrivato prima di me si presentò come Kaien Shiba. Erano entrambi genin come me, anche se la prima era di Konoha e il secondo di Suna. Quindi, vedendo che l'altro dagli occhi bianchi ancora non parlava, mi presentai anche io, con tono piuttosto svogliato.


    - Io sono Yari, sono di Oto. -

    Non fui molto esplicativo, me ne resi conto anche io, quindi decisi di aggiungere anche io mio grado.

    - Ah, sono anche io un Genin... -

    Quindi attesi che anche l'altro si presentasse. Fu poi di nuovo la ragazza di Konoha che parlò di nuovo per prima, proponendo di incamminarci. Io feci un cenno di assenso con la testa. Una volta cominciati a camminare vidi che sia la Kunoichi che il Sunese si erano messi dietro il ragazzo di nome Shin, quasi volessero eleggerlo come capo. Io invece me ne fregai e mi misi affianco a quel tipo dagli occhi così strani.

     
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  6. Z e r o.
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    C'è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo, con la prime gocce sul tetto in legno della casa mi sciolgo, tutte le preoccupazioni di quei giorni si fecero sentire in quel momento. Lungo le guance, lacrime che come aratri scendevano fino al mento, solo a quel punto le asciugai. Mi strinsi nelle coperte che non mi scaldavano lasciando perdere lo sguardo fuori dalla finestra.
    Un ultimo sguardo e poi buio.

    [...]


    Mi annotai le parole della segretaria e dei suoi compagni, mi dava una strana sensazione, era la mia prima missione, di livello C, ero agitato, avevo paura di fare qualcosa di sbagliato e sopratutto, avevo paura di morire. Lo sapevo benissimo, che le possibilità di morire nelle missioni di livello C, sono bassisime ma chi l'avrebbe potuto immaginare?
    Quello, che si autodefinì capo team, diede delle direttive molto semplici, dopo essersi presentato e averci chiesto i nostri nomi, disse che ci saremo visti alle 20.00
    Mi presentai con un leggero sorriso, appena tirato, poi dopo aver ascoltato i nomi degli altri membri del gruppo mi sarei diretto verso casa a ritirare l'equipaggiamento.
    Nel mio gruppo c'era anche Ao, che avevo conosciuto durante il mio corso genin, finito qualche giorno prima, era un tipo simpatico e sicuramente un ottimo combattente, tant'è che grazie ad un suo unico attacco, Kioka, si fù ritirato.
    Raggiunsi il capo Team, Drake, era un chunin della foglia e io un semplice studente, forse, sarei riuscito a diventare genin, ma il grado chunin era distante come un orizzonte utopico che si allontana sempre di più per ogni passo verso di esso.
    Quando il resto dei membri del team, Akarui e Ao, ci raggiunsero, partimmo, disponendoci a rombo; io e Ao sui lati mentre Drake e Akarui d'avanti e dietro, saremo stati più coperti e inoltre, il genin dietro e il chunin d'avanti, sarebbero riusciti a proteggere gli anelli deboli della catena, i due studenti.
    Cercai di stare più attento possibile sull'ambiente che mi circondava, sebbene, mi riconoscessi nell'essere il lato debole della catena, volevo rendermi utile e non essere solo un peso.
    Quindi lasciai che il corpo rimanesse in tensione, pronto a scattare in caso di un attacco, cosa difficilmente probabile per numerosi motivi:
    1. La missione era di tipo Indagativo, di conseguenza, i "cattivi", non sapevano neancora che stavamo sulle loro tracce
    2. Siamo ancora in una zona relativamente tranquilla.
    3. Non lo so, mi piaceva solo pensare ad un terzo punto.
    Sorrisi leggermente scostandomi i capelli, durante la marcia preferii rimanere in silenzio, meno rumore facevamo meno qualcuno avrebbe potuto sentirci.
    La corsa mi aveva sfiancato, erano da 8 ore che correvamo in formazione, finalmente il sensei alzò il braccio e ci fermammo, in un piccolo spiazzo, i primi a riposare fummo io e Akarui, il genin di Konoha.
    Quando ci svegliarono, Drake e Ao, mi alzai senza protestare, ero abituato a svegliarmi presto, quando mi alzavo per andare a fare la carità, sulle strade di Kiri, i miei genitori mi svegliavano alle 4.30 a calci.
    Quindi dopo essermi leggermente spostato dal mio giaciglio, mi sedetti vicino ad Akarui, dopo una decina di minuti dissi:

    «Sei genin, giusto? Dopo aver aggiunto un sorriso continuai«Con che punteggio sei stato promosso? Io devo ancora diventarlo, fra poco parteciperò agli esami, incrociamo le dita
    Sorrisi.

     
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  7. Ao Yotsuki
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    Operazione Ninfa...
    «Ma cosa cazzo...?»


    Sveglia presto per aprire la locanda e attendere i corrieri carichi di liquori, spezie, pesce tutto ciò che , insomma, sarebbe servito e mi avrebbe aiutato a portare avanti il lavoro nella locanda. Di solito era Sanji, il cuoco, ad occuparsene ma quella mattina, mio malgrado, toccò a me sgobbare.

    Vorrei davvero non essermi svegliato quella mattina.
    Insieme a spezie, pesce fresco e alcoolici di ogni genere e tipo arrivò anche un rotolo di pergamena. Di solito le lettere arrivavano a casa ma quella non era una lettera come tutte le altre, recava infatti il sigillo dell'accademia. °Che cazzo vogliono questi adesso...° Pensai oltremodo scazzato, data anche l'ora che avrei preferito riservare ai miei sogni di ricchezza e relax.
    Ruppi il sigillo in cera e srotolai la pergamena curioso, ma neanche tanto, di sapere cosa volevano quei noiosi burocrati accademici.

    Al signor Yotsuki,
    In seguito alla sua richiesta di assegnazione di una missione il consiglio accademico ha deciso di affidarle, insieme ad altri 3 colleghi, una missione di livello C+.
    I dettagli della missione verranno discussi in sede accademica.
    La preghiamo di recarsi in accademia alle ore 11.05 am.
    Distinti saluti.


    «COSA?! - urlai spalancando gli occhi incredulo - COME DA ME RICHIESTO COSA?! CHI CAZZO HA MAI FATTO RICHIESTA DI NIENTE!» Ero davvero furioso, non sapevo più contro chi cazzo infuriarmi, ero diventato così nero in volto che persino i corrieri si bloccarono un attimo spaventati dalle mie urla, per loro inspiegabili, forse pensando che mi riferissi a merci non richieste.
    Respirai un attimo, per riprendermi e cercare di non sembrare più pazzo di quanto già non fossi. °Andrò all'accademia e spiegherò che non ho fatto nessuna richiesta! Cazzo ho risistemato la locanda proprio per non vivere, ne fare, missioni e ora questi le ne assegnano una?! Ma porca....°

    La giornata era davvero iniziata male.
    Fortuna che a quell'ora sapevo a chi chiedere un passaggio per il continente. Una volta finito lo scarico merci entrai subito per prendere una bottiglia del miglior Sake che avessi e lo avvolsi in dei panni puliti, dopo di che chiusa la locanda, mi sarei recato al porto.

    Come previsto la sua nave era li, maestosa e nera, capace di incutere paura al solo sguardo. Non persi tempo dunque e salii sul possente vascello, in cerca di una figura a me familiare.
    «SUZUME!» Urlai con tono sicuro per attirare la sua attenzione. «CAPITAN Suzume! Non vedi il cappello moz...- si fermo fissandomi un momento - Ohilà Yotsuki, qual buon vento...- si fermò un attimo portando un dito alle labbra e iniziando a fissare il vuoto, il suo modo di pensare - spero non vento di guai!» Il suo modo di gesticolare era altero e inquietante a volte, sembrava non essere per nulla coordinato, tuttavia si parlava di lui come un grande pira...mercante. «Niente guai vecchio mio, solo del buon Sake...» Srotolai i panni mostrando la bottiglia, i suoi occhi si illuminarono, ma quando fu sul punto di afferrarla la tirai a me «...e un passaggio...» Con un rapido scatto vidi la mia bottiglia di sake scomparire dalle mie mani, quando si trattava di sake sembrava non potesse fermarlo nessuno. Almeno aveva approvato.
    «Andiamo Gente! Cazzate la Randa, mollate il pappafico! Si Parte!»
    «Che stai facendo? Il capitano dà gli ordini…Mia la nave, io capitano!»
    «Ma mio l'alcool...»
    «Allora tu...Alcoolizzato!»
    E finalmente si partì per il continente...

    Il viaggio fu stranamente veloce, in poche ore avevamo già attraccato al porto.
    Durante il viaggio il capitano sembrò essere al settimo cielo una volta scoperto che la locanda di kiri era stata riaperta dal sottoscritto, strappandomi la promessa di offrirgli del sake una volta ogni tanto. In cambio di un passaggio era il minimo che potessi fare.
    Un cenno del capo, uno scambio di saluti e la promessa di bere insieme la prossima volta.
    Si riprende verso l'accademia.

    [...]


    Non avevo mai visitato l'accademia, non che mi interessasse più di tanto, ma stranamente non mi persi, riuscendo, dopo aver chiesto informazioni, a raggiungere la sala dove avrei ricevuto spiegazioni per la missione che, comunque avrei rifiutato a priori.
    Entrai nella stanza, c'era già un ninja che di sicuro non passava inosservato: capelli azzurri, molto spinosi, sembrava un riccio e aveva la faccia di chi, come me, non avesse intenzione di partecipare alla missione, ma forse era solo una mia impressione.
    Feci solo un cenno del capo senza proferire parola. Quella mattina non avevo alcuna intenzione di parlare con nessuno, ero ancora furioso per l'errore burocratico accademico, forse per via del mio cognome, molto comune in quel di Oto, per quanto potessi saperne allora.
    Subito dopo entrò un giovane dal volto famigliare e, forse, unica faccia amica. Con lui almeno sarei stato gentile. «Ehi Kuro! E' da un botto che non ci si vede! - lo salutai abbozzando un sorriso e porgendogli la mano - Anche tu sei stato incastrato dall'accademia?»

    <...>


    Attendevamo ancora, infondo era ancora presto, quando ad un certo punto la porta si aprì ed entrò un altro giovane, di sicuro un altro ninja, la lettera infondo ne citava 3.
    Non fui molto contento di vederlo, proprio perché, quel volto, portava a me ricordi di una sfaticata assurda, per la quale, giurai, mi sarei vendicato. «BRUTTA MERDA! - urlai senza mezzi termini verso il nuovo arrivato - CHE CAZZO CI FAI QUI MALEDETTO STRONZO!» Rancore, rabbia e odio erano tutte rivolte verso quello stupido ragazzo che, tempo addietro, mi aveva fatto credere di esser chi non era, ovvero il padrone della locanda Last Resort, facendomi sgobbare al posto suo, per rimettere a posto il locale dopo una rissa furibonda.

    <...>


    Finalmente, con un po' di ritardo, entrarono quelli che sembravano esser gli addetti alle assegnazioni delle missioni. Sfortunatamente la presenza di quel maledetto bugiardo mi aveva distratto e, di conseguenza, avevo dimenticato il perché del mio arrivo in accademia: rifiutare la missione.

    «Scusate l'attesa» disse l'unica donna del gruppo di tre delegati dell'accademia, sedendosi.
    « La missione che vi viene affidata è piuttosto problematica. Il Villaggio di Ghei, vivace cittadina a nord dell'Accademia situata a pochi chilometri dal mare, pare avere alcuni problemi. A noi non sono stati segnalati ma il Capo villaggio ci ha esortato un nostro intervento. Dovrete cercare di investigare su alcuni aspetti poco chiari che stanno riguardando gli interi abitanti. In sostanza non si sentono più sicuri di quello che è il loro essere, cioè l'essere abitanti di tal paese. » Villaggio di...Ghei? Il secondo delegato era stato chiaro nel pronunciare quel nome ma, almeno all'inizio, non mi venne davvero alcuna associazione a quel nome, nonostante ce ne fosse una che davvero mi preoccupava. « Sebbene la missione possa esser oggettivamente facile, ci terrei a chiedervi la massima accortezza. All'uscita la nostra segretaria Karin vi darà le istruzioni su come arrivare al Villaggio. Partirete stasera, prima del calar del sole. Dovreste giungere l'indomani mattina. Il nostro contatto è direttamente il Capo Villaggio. In bocca al lupo! » Concluse il terzo delegato, congedandoci.

    Tutto sommato, nonostante il nome preoccupante del villaggio, la missione sembrava esser facile e, forse, sarebbe stata anche divertente, data la sua impronta investigativa che, devo ammettere, mi intrigava abbastanza.
    Uscimmo per raccogliere le istruzioni per raggiungere il villaggio, dopo di che il ninja dalla chioma celeste iniziò a parlare. Mi ero davvero dimenticato ci fosse anche lui. «Direi che la Missione è chiara...però prima di iniziare direi che sarebbe bene presentarsi.
    Sono Drake Jo Ryouji, Chunin della Foglia...nulla di più... »
    Un altro Foglioso, che seccatura!
    Almeno il numero era equilibrato, due Fogliosi, due Kiriani. «Ao Yotsuki di Kiri...» borbottai, pensieroso e ancora molto incazzato.
    Finite le presentazioni, e finalmente scoperto il vero nome del bugiardo testa di fallo che aveva osato ingannarmi, Akarui, ci muovemmo. Il Chunin aveva ancora qualcosa da dire, cazzo quanto parlava, mi vien mal di testa solo a pensarci.
    «Per una missione, serve un capo-gruppo...essendo, come ho capito, il più alto di rango direi che tale compito spetta a me.
    Se non avete nulla da obiettare avrei qualche specificazione del caso: dobbiamo partire stasera, la meta è semplice, per arrivare domani mattina...ora come ora è ancora mezzo giorno.
    Direi di prepararci tutti e di ritrovarsi nuovamente qua verso le 8 di questa sera.»

    Senza proferire parola, ascoltando passivamente, non appena finì di parlare feci un cenno a tutti con la mano, dopo di che me ne andai.

    [...]


    Era praticamente ora di pranzo e il mio stomaco iniziava a brontolare.
    Non avevo avuto neanche il tempo di fare colazione e se avessi voluto partecipare al meglio alla missione, avrei comunque dovuto mettere qualcosa sotto i denti. Ritornare a Kiri era improponibile, ci avrei messo troppo, quindi scelsi di recarmi nel ristorante più vicino.
    Non fu difficile trovarne uno, entrai salutando cordialmente il cuoco e ordinai una buona porzione di ramen caldo che, di sicuro, avrebbe fatto tacere il mio stomaco, bloccandone i crampi.

    [...]


    Non appena furono arrivati tutti ai portoni dell'accademia all'orario stabilito, il viaggio iniziò.
    Sarebbe stato di sicuro un lungo viaggio e il fatto che dovessimo viaggiare di notte non mi andava molto a genio °La notte è fatta per tre motivi: bere, dormire, scop...non per saltare di albero in albero, ne per viaggiare...che odio...° pensai stanco e seccato per non esser riuscito, anzi aver dimenticato, ad cancellare la mia partecipazione alla missione, ma ormai il danno era fatto.

    «La disposizione sarà a rombo: io in testa, i due kiriani, Ao sulla destra e Kuro sulla sinistra, alla fine a chiudere voglio Akarui.Disposti così potremmo viaggiare tranquilli anche in caso di attacco.Faremo una pausa per recuperare le forze e dormire, a circa metà viaggio.
    Forza abbiamo parecchia strada da fare...gambe in spalla!»
    A quanto pare il Chunin della foglia si sentiva a suo agio nel ruolo di capo e si divertiva parecchio a dare gli ordini senza interpellare nessuno. Poco importava, avrei fatto come chiedeva, a che pro ribattere o dare pareri, solo fatica sprecata e, per il lungo viaggio che ci attendeva, avrei dovuto conservare più energie possibili.

    Dopo otto ore di viaggio, ormai mattino nonostante il sole non fosse ancora sorto, ci fermammo per riposare, ne avevamo un po' tutti bisogno infondo.
    Appena fermi mi sedetti a terra, finalmente le mie gambe imploranti pietà per lo sforzo continuo mi ringraziarono. Tuttavia non feci neanche in tempo a stendermi che la voce del Foglioso risuonò di nuovo nella mia testa «Primi a riposare, Kuro e Akarui...secondi saremo io e Ao.
    Direi che 2 ore di sonno e riposo a testa possono bastare: così arriveremo giusto in tempo...più o meno.. »
    . Sarai anche chunin ma hai rotto proprio il cazzo °Sto iniziando ad odiarti più di quella merda di Akarui...rotto in culo...°.

    L'arrivo fu stimato per l'una di quel giorno, ed era anche ora, iniziavo a stancarmi di di viaggiare a tal punto da rinunciare alla missione e tornare a casa! Ma forse sarebbe stato considerato come un atto di tradimento, meglio non rischiare.
    Non proferii parola durante il viaggio, non mi interessava parlare, ne tanto meno discutere con nessuno, tanto meno di nuovo con Akarui, con il quale avevo parlato abbastanza. Non vedevo l'ora di arrivare al villaggio e riposare, sempre se ci avessero fatto riposare.
    «Ragazzi...propongo di dirigerci verso la residenza Leville...per incontrare il capo villaggio: lì credo che potremmo chiedere un pranzo o qualcosa del genere.
    Tanto finchè non metto qualcosa sotto i denti, da quel posto non mi scollo...»

    °Finalmente inizia a dire qualcosa di sensato...ed era anche ora....°

     
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  8. scroccodile-dundee
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    Come Hyuga bisognava conoscere bene il significato di Yin e Yang, o almeno questo era ciò che volevo. Apprendere le armi dei miei avi senza conoscere cosa si celasse dietro era qualcosa che non volevo assolutamente fare, la mia sete di conoscenza valicava ogni confine.

    Yin e Yang, dovessi scegliere quella mattina era decisamente Yin. Convocato dall'accademia, in un giorno in cui ero terribilmente incazzato, mai come allora. Era un'arrabbiatura che nasce dentro, senza un motivo, ma che ti avrebbe fatto spaccare in due ogni cosa. Bah, almeno andare in missione avrebbe servito a calmare i miei nervi, al massimo me la sarei presa con qualche studentello di passaggio. Non vivere più a Konoha, ma essere sempre reperibile, bel modo di staccarsi dal villaggio. Assurdo, con tutti gli animali del mondo proprio i Falchi dovevano utilizzare come messaggeri, così che avevo deciso di lasciare il piccolo Takachi a Konoha per un po', in modo che potesse portarmi gli ordini dell'Accademia in "tempo reale". Dunque ero arrivato sul posto, il solito posto, pronto ad eseguire nuovamente gli ordini, staccandomi dai miei allenamenti e ricerche quotidiane.



    [...]


    Mi trovavo nella sala dove frequentemente ci venivano impartiti gli ordini, in compagnia di altri 3 shinobi come me. Mi sorprese scoprire come uno di essi fosse niente meno che Sori, gli altri due non li avevo mai visti. La ragazza bionda inizio a parlare, mentre io cercavo di stare il più attento possibile, mentre dal basso partiva uno stimolo inarrestabile.



    « Cazzo proprio ora devo andare al bagno? Dai Shin resisti »


    Cercai di mantenere la calma, stringendo le gambe e le palle, ascoltando la storia della biondina. Più parlava, più mi pareva assurdo, più capivo che ci saremmo divertiti un mondo, più mi veniva da pisciare. Ormai ero al limite, non ce la facevo più. Attesi che ci dessero l'ordine di andare, in modo da avviarmi, ma verso altre mete. Le informazioni che di diedero furono ben poche, o forse ero io che badavo ad altro, ma appena udì le parole "Buona Fortuna" mi precipitai di corsa verso la porta, aprendola di colpo.

    Sorpresa, quasi spaventata, una donna stava per entrare in stanza. « Permesso! Ho fretta! »

    E di corsa, molto velocemente, anche per uno Hyuga! « PISTAAAH!! Oh, il bagno! »

    Mi slacciai i pantaloni ancor prima di entrare, andando poi in quello che mi pareva il paradiso, dove scaturì una sensazione di beatitudine assoluta.



    « Madonna, non ce la facevo più! Era da onibyoku Zan che non la facevo! Beh, direi di andare dagli altri, ma lavarsi le mani è superfluo.»


    Uscì a passo veloce, gli altri probabilmente mi stavano aspettando fuori. Mi scrollai le mani il meno possibile e come arrivai in mezzo a loro, vedendo i loro volti, feci un gesto di amicizia nei confronti del ninja che si presentò come ninja di Suna, cioè appoggiai una mano sulla sua spalla, e l'altra sulla sua testa, per poi parlare.

    « Bene ragazzi, direi che è tutto pronto. Ah Kaien, dimenticavo, ho appena fatto pipì ma non funzionava il rubinetto. » Lo guardai con un sorriso ironico, avvicinandomi poi lentamente alla fontanella che c'era nel cortile. Mi sciacquai le mani con fare tranzollo, per poi ascuigarmi sui miei stessi pantaloni, per poi passarmi una mano trai capelli ed indirizzare un saluto a Sori.



    « Il tempo degli scherzi è finito, ora si fa sul serio. Bene, Sori, direi che è il momento di portare alto lo stendardo degli Hyuga. Bene, io direi di prendercela comoda, arriveremo al villaggio domattina e questo è un ordine. Per il posto dove riposare, non fatevi problemi, troverò io qualcosa di buono. Bene, direi di incamminarci. Ike! »



    Sori mi lasciò andare in testa, come a riconoscere il mio essere capitano, mentre quel ragazzo pelato, Yari, si mise affianco a me, senza nessuno schema.



    « Ah, altra cosa, la disposizione da tenere è la seguente: Tu Yari, in testa al gruppo. Dietro di lui toccherà a Sori, essendo il nostro medico dovremmo prenderci cura di lei, e quando dico prenderci mi riferisco a me, ed infine tu, Kaien. Te la senti? Bene, se non ci sono obiezioni direi di partire. »

    [...]


    Il viaggio si svolgeva con tranquillità, non volevo imprimere una marcia troppo sostenuta, in quanto se ci era stata la possibilità di arrivare al mattino era bene sfruttarla ed essere riposati.

    Nessuna difficoltà o imprevisto accadde, ed io potei tranquillamente spendere del tempo a fare delle chiacchere con Sori-chan o con gli altri due. A parte gli scherzi iniziali, fare amicizia con gli shinobi con cui si lavora porta sempre un beneficio al team, dunque cercai di mostrarmi il più cordiale possibile, soprattutto con Kaien, con il quale avevo un po' esagerato.



    « Bene ragazzi, direi che è l'ora di riposare un po' per poi riprendere il viaggio. Questo spiazzo è perfetto, fatevi indietro. »


    Guardai Sori sorridendo, per poi tagliarmi leggermente il dito con un Kunai.

    « Ninpou: Kuchiyose! » Probabilmente conosceva quella tecnica, ma di sicuro non quella variante. Una nuvola di fumo si alzò d'innanzi a noi, e al momento della sua scomparsa non c'era un animale, come si poteva supporre, ma un enorme casa. Aveva delle sembianze strane, ma senza indugiare aprì la porta, mostrando agli altri che era stata preparata da me per ospitare, con anche dei letti, fino a 5 persone.


    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE
    Takanpou: Taka Ie Kuchiyose no Jutsu
    Villagio: Onibyoku Zan
    Posizioni Magiche: Una
    Questa tecnica è una variante della tecnica del richiamo. Invece di evocare un falco comune si evocherà un falco trasformato in un edificio a scelta, a descrizione dell'utilizzatore, e in base allo spazio a disposizione. Questo non potrà muoversi e se l'edificio subisce un danno pari o superiore a 70 verrà istantaneamente rialsciato come se fosse eseguito il pareggio.
    Dal grado Jounin D è possibile combinarlo con il Jutsu "Stomaco del Falco". Non sarà possibile utilizzare questo Jutsu come strumento puramente offensivo o difensivo durante combattimenti.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 4 / Consumo: MedioAlto)



    « Bene ragazzi, buonanotte, una volta chiusa la casa possiamo dormire tutti insieme, tanto in caso di attacco riuscirei a svegliarmi in tempo, eppoi la casa reggerebbe a molti attacchi. Ah, io fossi in voi non ci proverei con Sori, è molto più forte di voi due messi insieme. Beh, buonanotte »


    [...]


    Dormimmo, dormimmo bene, per qualche ora, per poi avviarci, lasciando tornare nella sua dimensione quella casa, nel percorrere i chilometri che mancavono sino alla nostra meta, per poi raggiungerla. Ed eccoci la, residenza Leville.



    « Che il divertimento abbia inizio »



    Edited by scroccodile-dundee - 20/3/2010, 11:34
     
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  9. Akarui
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    Operazione Ninfa.

    Vecchie conoscenze.
    Prologo.



    Una volta tanto eviterò di cominciare il mio racconto dal 1518, annoiandovi con la storia della mia vita come faccio di solito. Vi basti sapere che ero stato convocato a missione, senza alcun interesse rispetto al come, al dove ed al quando avessi ricevuto la convocazione...anche perché al momento ho davvero così sonno che ho ricordi quasi confusi di come mi fosse arrivata quella comunicazione. Ricordo solo che la mattina, recatomi in Accademia, ero assonnato e leggermente in ritardo...normale amministrazione insomma.

    Erano circa le 11 di un Martedì mattina e, dopo un viaggio in fretta e furia verso l'Accademia, raggiunta la meta, vagavo cercando la Sala in cui l'incontro era stato fissato, sbadigliando copiosamente e stiracchiandomi un po'. Individuata la Sala, prima di entrarvi mi recai in un bagno per sciacquarmi un po' la faccia per essere presentabile e l'acqua fredda riuscì almeno in parte nel suo scopo. Tornato alla porta mi decisi finalmente a varcarla, nella speranza di non trovarla vuota o nel bel mezzo delle spiegazioni di un qualche dipendente dell'Accademia già in corso. Fortunatamente c'erano solo quelli che sarebbero stati i miei compagni.

    Il primo era un riccio azzurro dallo sguardo annoiato. Il secondo era un ragazzino, malgrado l'altezza aveva i lineamenti dolci, quasi fosse un bambino. Il terzo...sì, in quel momento sgranai vistosamente gli occhi, se ci ripenso credo che per un istante fossero venute addirittura in fuori come nei cartoni animati.

    » Oh cazzo...oooh cazzo! «


    Era quel ragazzo che si era presentato al Last Resort tempo fa, che avevo lasciato in preda a Leo dopo la rissa nel locale in modo che potesse sistemare i casini combinati. Aveva ben donde ad essere incazzato con me, l'avevo giusto un po' raggirato...ma in fondo non ero stato certo io a combinare quel casino! La missione cominciava bene, avrei dovuto passare le nottate stando attento che nessuno attentasse alla mia vita. Ottimo.

    « Ehm... »


    Riuscii ad abbozzare un sorriso cercando di trovare le parole per spiegarmi, ma non feci in tempo dato che gli impiegati fecero il loro ingresso nella sala. Avevo un po' di tempo per pensare.

    [...]


    La missione, per come ci era stata presentata dagli addetti, non sembrava dover presentare troppe complicazioni, anche se effettivamente non erano stati così chiari nel delineare la missione, fornendoci maggiori informazioni e rimandandoci direttamente al cliente della missione. Ed il nome di quel Villaggio non so perché ma mi metteva timore addosso. Ma era arrivato il momento delle presentazioni.

    Vediamo un po': un Chunin di Konoha di nome Drake e due ninja di Kiri, Kuro ed Ao, al quale ancora non ero riuscito a dare spiegazioni o porgere le mie scuse come mi ero ripromesso di fare se mai l'avessi incontrato nuovamente.

    « Akarui To Kurai, Konoha anche io... »


    Dissi sorridendo quasi imbarazzato verso Ao nel rivelare il mio vero nome. Drake parve prendere il comando, cosa che effettivamente per ora non mi tangeva: era il più alto in grado e non aveva dato ordini stratosferici, quindi per ora poteva andare bene così. Dato che avevo tutto l'occorrente con me, dopo la divisione del gruppo la mia unica meta sarebbe stato un posto dove mangiare qualcosa, lo stomaco cominciava a gorgogliare copiosamente.

    [...]


    Eccolo, un ristorantino niente male nei pressi dell'Accademia da cui proveniva un ottimo odore. Entrato, con il classico rumore di campanelli posti in quei ristoranti, mi diressi subito verso il bancone per ordinare.

    « Buongiorno, vorrei ordinare una porzione di Ramen abbondante e se è possibile degli Haso Maki e dei Dorayaki, la ringrazio. »


    Seduto al bancone scrutavo i presenti e mi resi conto che quel giorno la fortuna non era dalla mia...o forse sì? Seduto ad un tavolo, in attesa, c'era Ao. Probabilmente sarebbe stato il momento migliore per chiarirsi prima di dover affrontare una missione insieme.

    « Mi scusi, appena è pronto mi dia anche ciò che ha ordinato quel ragazzo, le lascio i soldi per pagare entrambi i pasti, la ringrazio. »


    Non ero un cuoco eccezionale forse, ma avrei avuto una gran carriera come cameriere. Dopo aver lasciato sul bancone il conto pagato per entrambi - sì, stranamente avevo soldi sufficenti - mi diressi verso il tavolo di Ao. Già mi vedevo con tutte le scodelle di brodo bollente rovesciate sulla testa, ma tanto valeva provare.

    « Ehilà, è libero? Anche perché non vorrei che il tuo Ramen si raffreddasse. »


    Sì, stavo davvero rischiando di farmi fare del male, ma tanto valeva provarci.

    [...]


    Appena arrivato, ovviamente per ultimo, il viaggio potè cominciare. Da qui, il nostro capogruppo
    iniziò a comportarsi come davvero non era di mio gradimento. Senza troppo convenevoli, la quale cosa era giusta, ci diede una disposizione, cosa ancora giusta. Ma su che basi? Cosa sapeva di noi, delle nostre capacità per disporci così? Magari perché, essendo io e lui a prima vista i due più forti del gruppo, avremmo potuto reggere attacchi frontali o alle spalle. Ma non mi stava bene che si agisse senza una logica precisa. Ma vabbè, ancora non avevo motivazioni sufficenti per sbottare, magari si trattava di un genio che ci aveva disposto dopo essersi documentato in segreto su di noi, o dopo una semplice occhiata...o un semplice egocentrico con manie di superiorità.

    Il viaggio procedette in maniera spedita e senza intoppi. In fondo, ancora la missione non aveva avuto un reale inizio, dovevamo dirigerci solo dal Capo Villaggio per capire di cosa si trattasse realmente la faccenda. Ciò che suscitò sul viso dei miei compagni non poca stizza fu l'ennesimo ordine dato da Drake. Anzi, imposto. Speravo per lui che questo atteggiamento non durasse per tutta la missione, altrimenti non so quanta strada avrebbe potuto fare come capo squadra nella vita.

    Eravamo divisi in turni, due ore di sonno a testa. Non troppo diverso dal numero di ore di sonno che di solito colleziono ogni notte della mia vita. Quindi, tra una mezzoretta per addormentarmi, finii per dormire circa un'ora e mezza e svegliarmi quando ancora non era sorto il sole credo, in compagnia di Kuro e di un mio sonoro sbadiglio.

    Il ragazzino mi rivolse la parola. Parole che riuscirono a toccare un tasto dolente e malinconico al contempo.

    « Teoricamente sono un Genin... »


    Non mi dilungai troppo sulla risposta, non dando spiegazioni su quel "teoricamente" lasciato lì, come se volessi lasciare intendere qualcosa. Poi ripresi a parlare sorridendo, con un sorriso malinconico e rassicurante.

    « Ventuno su ventuno, miglior Genin della mia sessione di esami a pari merito con la mia migliore amica...Ormai sono passati un po' di anni, credo lei sia addirittura Jonin e di essere diventato Genin prima che il nostro caposquadra diventasse Studente. Vedi? Devi essere tranquillo, i voti spesso sono soltanto voti su un pezzo di carta, quanto vali si inizia a vedere dopo. Inoltre, so che voi nuove generazioni venite formati più sul campo, i tempi di oggi stanno ricominciando a diventare un po' agitati...Ai miei tempi si passavano ore in Aula a prendere appunti da grandi lavagne impolverate, esercitandosi più su carta che con Kunai e Shuriken. L'importante è essere sempre disponibili, per l'Accademia e per il proprio Villaggio e vedrai che così andrà tutto bene. Ora riprendiamo a fare la guardia. »


    Un grande sorriso rivolto a Kuro, poi ripresi davvero a fare attenzione, come se quella chiacchierata mi avesse rinvigorito e dato la spinta ad impegnarmi di più. Cazzo però, parlavo davvero come un vecchio a volte.

    [...]


    Passata anche la nottata senza troppi intoppi, tranne qualche scoiattolo mattutino e qualche grillo canterino, il viaggio riprese di buona lena e finalmente Drake diede una direttiva che fece contenti tutti, primo tra tutti il mio stomaco: dirigerci subito alla residenza dove avremmo dovuto incontrare il capo villaggio e dove avremmo potuto consumare un pasto.

    In quel momento, quattro Ninja viaggiavano accomunati da due cose: una Missione e la loro immensa fame.

     
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  10. Fujiko M.
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    ATTENZIONE!
    Il racconto che segue potrebbe contenere scene di sesso o non adatte ai minori di 18 anni.



    Squadra A

    La notte era passata tranquilla. L'indomani, lungo il percorso, il Villaggio di Ghei si palesava davanti ai loro occhi, senza alcuna barriera. Le indicazioni parlavano però di aggirarlo giungendo dal lato nord. Le case erano molto semplici e si intravedeva già da lontano una certa linearità tra i vari quartieri. Quello che più contraddistingueva, nelle forme, quel ridente villaggio, era la circolarità nel quale era edificato.

    Una semplice arcata si sarebbe presentata indicante a lettere inequivocabili "Da qui si entra dall'alto". Poco più in basso una piccola targhetta recante "Settore 6".

    Non vi era nessuno ad attenderli a quell'ora del mattino. In giro non si vedeva faccia alcuna e pareva regnare una pace ordinata nonostante le vie fossero vuote. I panni lungo i fili appesi ai muri delle case indicavano che c'era senz'altro qualcuno, che probabilmente ora dormiva. Nonostante ciò, molto in lontananza - se qualcuno avesse avuto l'udito sviluppato - si sarebbe sentito qualche nota musicale o meglio del gran baccano.

    Il Settore 6 era molto ordinato e ben tenuto. In tutta la zona non vi era sporcizia alcuna; anzi, molto più facilmente avrebbero assaporato odore di pulito. Vi erano, oltre alle case, normali negozi ed attività. A quell'ora del mattino però erano ancora chiusi ad eccezione dei forni che però erano più all'interno.

    La strada lungo la quale si erano incamminati portava, districandosi con diverse curve, verso il centro del quartiere per poi imboccare una seconda strada, sempre principale, sino al centro del Villaggio dove si affacciava una quadrata e a due piani villa gialla in stile classico. Un cortile ricco di ogni verde la circondava e zampillanti fontane erano già in attività. Un cartello lungo il loro lato indicava che quella era la residenza che cercavano.

    Sarebbero potuti entrare, accolti da due guardie in tenuta estiva, maglietta rossa a maniche corte e pantaloncini blu con una riga bianca verticale.

    « Salve! Desiderate? » avrebbe chiesto la guardia di sinistra mettendo avanti la mano in segno di fermo.
    Quando questi avessero spiegato il motivo li avrebbero fatti accomodare non prima che la guardia di destra fosse entrata ad avvisare; poi, tornata indietro, avrebbe permesso loro l'accesso.

    « Sempre dritti. E benvenuti a Residenza Leville! »

    Procedettero per l'ampio corridoio arricchito di dipinti raffiguranti profili di uomini, forse importanti, accompagnati da graziose fanciulle. Di tanto in tanto potevano notare che il corridoio aveva delle porte piuttosto grandi, ma tutte chiuse. Provando ad ascoltare al di là non avrebbero udito nulla.
    Alla fine del corridoio, una porta, ancora più grande era chiusa davanti a loro.

    Non gli era stata data indicazione più precisa dalla guardia. Stava a loro decidere come entrare.
    In ogni caso, la porta si sarebbe aperta semplicemente spingendola con una leggera forza che di certo agli shinobi non mancava.
    Quello che si sarebbe profilato davanti ai loro occhi avrebbe avuto però dell'incredibile.

    Un ampio salone pieno di ogni eleganza e regalità. Una piscina attraversava tutti e quattro i lati e al loro interno vi erano diverse ragazze nude intente nel lavarsi o più semplicemente divertirsi.
    Un piccolo ponticello attraversava la piscina portando al centro del salone dove un rialzo a mo' di trono dava giovamento ad un signore, non troppo giovane, sulla mezza età, con un corpo poco fuori forma e nudo.
    Attorno a lui c'erano quattro ragazze giovani, una mora, una bionda, una rossa e una castana anch'esse svestite.
    Era il sogno erotico di ogni uomo data la perfezione di quei corpi sinuosi e lucenti di creme di bellezza ed olii profumati.
    A turno, tutte e quattro, intrattenevano amorevolmente il signore in vistosa e gaudia postura di piacere.

    Accortisi, dalle prime voci delle fanciulle, tutti si ricomposero alla meglio.

    « Tranquille, tranquille! Sono gli ospiti! » rassicurò il signore. « Potevate almeno bussare, lorsignori. Ad ogni modo benvenuti a Residenza Leville e ancor di più ben arrivati a Ghei! » li accolse mentre le ragazze di prima, ora coperte da lenzuoli bianchi di lino si riaffaccendavano in effusioni varie.

    « Io sono Go Goro, padrone della Residenza e ufficialmente rappresentante del Villaggio. Voi dovreste essere la squadra che ho richiesto alla vostra Accademia. » disse « E vedo che non avete perso tempo, avete portato una giovane promessa » indicando con l'indice destro in mezzo al gruppo.

    Forse non avrebbero capito che si riferiva a Sori.

    « Bene bene! Avete già fatto colazione? »

    Nel caso avessero risposto negativamente li avrebbe invitati a banchettare con lui in una sala apposita dove avrebbero continuato a parlare; diversamente li avrebbe informati seduta stante.

    [...]



    Squadra B

    La notte era passata tranquilla. L'indomani, lungo il percorso, il Villaggio di Ghei si palesava davanti ai loro occhi, senza alcuna barriera. Quello che più contraddistingueva, nelle forme, quel ridente villaggio, era la circolarità nel quale era edificato.

    Una semplice arcata si sarebbe presentata indicante a lettere inequivocabili "Da qui si entra dal basso". Poco più in giù una piccola targhetta recante "Settore 9".

    Era quasi ora di pranzo e lungo la strada, sin dall'ingresso, poterono osservare come vi fosse accaduto qualcosa. Molto sicuramente una festa dati i molti coriandoli e alcune leccornie cadute qua e là. Già dall'esterno, comunque, potevano udire una sorta di concerto che cresceva d'intensità man mano che si addentravano nelle vie del Villaggio.
    Forse spinti da quella musica, forse dalla strada principale, giunsero in una piazza dove un gruppo di cantanti e ballerini si prodigava in un concerto.
    Sotto al palco numerosi cittadini vestiti in maniera molto provocante o addirittura qualcuno/a senza addosso indumenti.

    Neanche il tempo di capacitarsi della situazione che quattro statuarie bionde donne - ognuna più alta e muscolosa degli shinobi - comunque dalla notevole bellezza si accapparrarono i quattro malcapitati trascinandoli in una movimentata e ricca ballad a suon di rock e pop che in quel momento imperversava nella piazza.
    Tra movimenti sensuali e vestiti succinti era difficile resistere anche per chi aveva gusti un po' troppo sopraffini giacchè le loro agili mani sapevano dove muoversi.

    Avrebbero dovuto trovare il modo di districarsi da soli da quell'imbarazzante quanto provocante situazione. Certo era che attirare l'attenzione poteva esser rischioso sin da subito per degli stranieri.

    Una volta scappati - letteralmente - le donne avrebbero provato ad inseguirli ormai invaghite e piene di alcool com'erano alla ricerca di una disperata conquista.

    Correndo tra le strade verso il centro del Villaggio, volenti o nolenti si arrivava alla Residenza Leville.

    Ancora una volta, un cartello li avrebbe avvisati mentre delle donne non vi era più traccia.
    Anche a quell'ora le solite due guardie, ormai prossime al cambio del turno, stavano davanti all'ingresso principale di Leville, una villa gialla su due piani accerchiata da un grazioso e curato giardino ricco di fontane.

    La solita tiritera all'ingresso.

    « Altolà stranieri...a giudicare da come vestite. Chi siete? »

    Attese spiegazioni la guardia di sinistra e dopo le presentazioni nuovamente quella di destra sarebbe andata ad avvisare chi di dovere.
    Tornando, li avrebbero lasciati proseguire.

    Quel corridoio aveva già avuto diversi ospiti quella mattina ma di loro non vi era più traccia. I dipinti erano al loro posto e le porte laterali sempre chiuse. Ascoltando attraverso, stavolta avrebbero potuto udire dei piccoli schiamazzi allegri di voci femminili in una delle porte sulla metà destra, mentre nella penultima di sinistra alcuni equivoci versi, come dei gemiti e dei rantolii, sempre di donna.

    La porta principale era chiusa e stavolta, spingendola, non si sarebbe aperta. Avrebbero dovuto bussare ma nessuna risposta sarebbe giunta. Però, dalla porta di destra, l'ultima del corridoio, giunse un rumore di chiave e quell'ingresso si aprì.
    Apparve un uomo vestito come un cicerone, di bianco e di rosso, che li accolse.

    « Salve, seguitemi, prego... »

    Rientrò nella stanza che era tutto sommato di modeste dimensioni. La mobilia in legno era molto raffinata. Non vi erano specchi ma quadri di paesaggi attorno a Leville. Oltre a quel bizzarro uomo vi era una donna rossa distesa su un comodo letto. Anche lei vestita di bianco e fasciata in vita da una fascia azzurro cobalto.
    Lui, di sedette al suo fianco iniziando a parlare mentre lei, tiratasi su gli massaggiò le spalle.

    « Ben arrivati a Leville e anche a Ghei. Mi chiamo Go Goro, signore di Leville e responsabile del Villaggio. Spero abbiate avuto un facile viaggio, voi dell'Accademia, giusto? » si accertò. « Scusate se non vi faccio accomodare ma come vedete non ho sedie e mi trovo leggermente indaffarato in una seduta rilassante » spiegò facendo l'occhiolino.

    La ragazza rossa - la stessa che avevano visto quelli della Squadra A - da canto suo rispose con un massaggio più vigoroso lungo la schiena giù sino ai glutei. Il viso di lei aveva assunto un'espressione di sensuale provocazione. Ancora una volta le mani si spostarono in avanti lungo le coscie grosse di Goro per poi provocargli una piacevole reazione insinuandosi al loro interno.
    La maschera di piacere di Go fu breve siccome si ricordò dei presenti.

    « Ah-aaw...scusate. Bene, dicevo...avete già pranzato vero? »

     
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  11. Kaien Shiba
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    Il paese del piacere. E che piacere!




    Era mattina ed era passata non più di un' ora da quando io e il gruppo eravamo svegli. Quello che ormai era il capogruppo aveva materializzato una casa in legno con una particolare Ninpou. Io non conoscevo tecniche simili e probabilmente richiedevano una grande quantità di chakra per essere utilizzate.

    Il viaggio verso il paese di Ghei on aveva avuto grandi intoppi, tranne che a me scappava una pisciarella assurda. Ogni dieci minuti dovevo fermarmi per pisciare. Si vedeva che Ghei non era un paese militare visto che non aveva nessun tipo di mura difensive. Un unico cartello che diceva di aggirarlo per arrivare al lato nord del villaggio. Non c'era anima viva in giro, ma per il semplice motivo che era veramente presto. Sembrava strano anche per me andare in giro a quell'ora del mattino.

    Camminavamo tranquilli per le vie di Ghei, a quanto pareva un villaggio particolarmente tranquillo. Dopo qualche minuto di cammino arrivammo davanti alla villa Leville: una bella villa quadrata e gialla, con un giardino degno di un re con la natura che spuntava da ogni parte. Direi che chiunque abitasse li dentro era più ricco di me anzi, forse di tutti e quanti messi assieme. Due guardie vestite con abbigliamento estivo bloccavano la porta per entrare. Quando arrivammo davanti a loro la guardia di destra mise davanti a noi il suo braccio per poi parlare -Salve! Desiderate?-

    Guardai i miei compagni per fargli capire che ci pensavo io -Salve buon signore, l'accademia ci ha mandati qui per una missione e ha detto a noi di andare alla ville Leville. Lei per caso ne è al corrente? La guardia spostò la mano e andò ad avvisare per poi farci entrare -Sempre dritti. E benvenuti a Residenza Leville!-

    Un lungo corridoio con numerose stanze sia a destra sia a sinistra. Ma la nostra meta era l'ultima stanza centrale. Quella col grande portone. Osservai un attimo la grande porta per poi rivolgermi a i miei compagni-Allora che si fa?...apriamo? La risposta era ovvia, ma fare un po' di chiacchiere con i compagni non fa mai male. Una leggera spinta da parte di tutti e la porta si aprì; poi il paradiso. Un ampio salone con donne nude da ogni parte.

    A destra donne nude, a sinistra donne nude a d'avanti donne nude °Ma, questo, è, un, SOGNO!!!! Non ero mai stato così tanto felice in vita mia. Mi diressi verso la piscina con numerose donne perfette nude. Mi tuffai in acqua con tutti i vestiti addosso, ma ora quel particolare era minimo. Il mio più grande sogno erotico si stava realizzando e la mia parte da maniaco stava conquistando il mio corpo. In acqua mi avvicinai alla ragazza più vicina per poi cominciare a flirtare Ehi bellezza, per caso ti interessa un giovane shinobi gentile e dotato? Perchè tu mi interessi molto. Ora si che forse avevo oltre passato il limite, ma poco importava. Sori era passata in secondo piano.

    Ma poi accorsi anche di un signore sulla quarantina seduto su un trono circondato da innumerevoli ragazze, anch'esse nude. Aveva una faccia beata dipinta sul volto, e come dargli torto. Quando le fanciulle si accorsero di noi, si ricomposero ma il loro "capo" le tranquillizzò. Il signore ci diede il benvenuto per poi presentarsi -Io sono Go Goro, padrone della Residenza e ufficialmente rappresentante del Villaggio. Voi dovreste essere la squadra che ho richiesto alla vostra Accademia. E vedo che non avete perso tempo, avete portato una giovane promessa- Si vedeva che quel Go Goro aveva buon'occhio. Come non dargli torto che Sori era una giovane promessa, me ne ero accorto subito io.

    -Bene bene! Avete già fatto colazione?- Io vergognato risposi: -Eee, no. Appena svegliati ci siamo diretti qua. Non è che ha qualcosa da mangiare?- Con segno di seguirlo, ci diresse verso un banchetto di tutto rispetto.

    °Questo si che è il paradiso°
     
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  12. The_Drake
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    ~ Operazione Ninfa ~ Meno male che era Ghei... ~



    All'entrata della città di Ghei non c'erano grossi dubbi su quello che stava succedendo o era successo: festoni e altro erano buttati a terra nelle strade, segno che forse era capitato qualcosa di grosso.
    Drake non si scompose più di tanto, considerando che man mano che i 4 si muovevano per le strade, un suono di festa si avvicinava: le previsioni erano giuste.
    Davanti a loro apparve uno spettacolo al limite del surreale.
    Danzatori, suonatori e cantori, contornati da gente comune, si destreggiavano in quello che doveva essere una celebrazione in pieno stile: anche se erano nella strada principale, questo non doveva creare disagio alla popolazione.
    Dal gruppo si potevano vedere donne con abiti succinti e altri senza nessun'abito a coprirli; la faccia perplessa di Drake nel vedere quello scenario, non potè frenare la sua lingua, andando a parlare al gruppetto di compagni.


    - Ma questi ci sono!? Oh ci fanno!? -


    image
    Nello stesso momento 4 ragazze, tutte bionde e dalla stretta possente, si misero in mezzo al gruppo, iniziando una sorta di corteggiamento; era impossibile levarle se non spingendole con tutta la forza o divincolandosi velocemente.
    Le mani delle ragazze erano agili e sembravano sapere dove toccare per procurare piacere al sesso opposto.
    Una gocciolina di sangue scesa dal naso di Jo, riportandolo alla normalità, insieme ad un kunai, auto tirato sulla fronte, che gli ricordò che non era in quella città per divertirsi, ma per una missione; poi che figura ci avrebbe fatto se, proprio lui, il capo squadra, avesse fallito in quella semplice tappa?
    Rapidamente, cercò di raccattare gli altri 3 membri: in caso fossero sotto le malie delle biondone, gli avrebbe rapidamente scossi dicendo, una semplice frase; sperando che non ci fossero amanti del genere.


    - Oh MIO DIO! SONO DEI TRANS!!! -


    Sperava che questo, bastasse per smuovere le acque: un rapido movimento di braccia e di bacino e si divincolò dall'abbraccio della forzuta, per poi prendere a correre a velocità costante lungo la via principale; ovviamente qualche volta si sarebbe girato per controllare che gli altri 3 gli stessero dietro.

    - Forza ragazzi! Prima le seminiamo e prima non potremmo incorrere nei loro "cosi"! -


    Rapidamente proseguì lungo il tragitto, cercando di cercare con lo sguardo la villa "Leville", in modo che potessero rifugiarsi all'interno.
    Finchè dopo innumerevoli cambi di via e rapidi spostamenti, l'occhio di Jo cadde su un cartello che indicava la direzione per la residenza principale; la casa del sindaco o amministratore di quel paese.
    Rapido fece cenno del cartello al resto del gruppo.


    - Ragazzi ecco un'indicazione! Credo che le bionde si siano dileguate...possiamo continuare tranquilli.
    Guarda che cazzo di posto dovevamo trovare: eppure i mandanti sembravano persone serie...potevano dirci qualcosa su questi strani modi di festeggiare! -


    Due guardie ai cancelli del loco avrebbero chiesto le solite e giuste generalità: strano ma vero sembravano serie non strambe come tutto il resto.
    Rapide Jo prese parola per tutti, dando le prime nozioni sulla squadra; non aggiunse nomi e cognimi, considerando che non sembrava il caso.


    - Siamo i 4 shinobi scelti dall'Accademia per una missione qua nel villaggio di Ghei...dobbiamo incontrare l'Amministratore. -


    I due andarono a chiamare chi di dovere, prima di far entrare il gruppetto.
    Il corriodio che si presentò davanti ai ninja era contornato di porte: tutto normale se non fosse che da dentro le camere arrivavano rumori abbastanza equivoci e ovvi; un paese di pervertiti.
    Drake cercò di fare finta di non sentire e continuò la sua camminata, lenta considerando che non sapeva dove andare, verso il fondo del passaggio; si guardava attorno e prima che arrivasse in fondo, una porta si apri.
    Un uomo apparve davanti a Ryouji, vestito con fare regale e fuori dal comune per uno shinobi della Foglia: insomma a prima vista sembrava un cameriere o altro.


    CITAZIONE
    « Ben arrivati a Leville e anche a Ghei. Mi chiamo Go Goro, signore di Leville e responsabile del Villaggio. Spero abbiate avuto un facile viaggio, voi dell'Accademia, giusto? »
    « Scusate se non vi faccio accomodare ma come vedete non ho sedie e mi trovo leggermente indaffarato in una seduta rilassante »

    § Se non arriva al dunque lo picchio... §


    Con la solita faccia perplessa e con i suoi pensieri, guardò la scena del massaggio, ovviamente erotico, fatto da una giovane donna, fortunatamente vestita, sul letto.
    Cercando di trattanersi dal scuotere e percuotere il maniaco amministratore, considerando che vedendo la gente poteva pure procurargli piacere, cercò di passare altro e procurarsi della successiva domanda.


    CITAZIONE
    « Ah-aaw...scusate. Bene, dicevo...avete già pranzato vero? »

    - No, ci hanno ingaggiato alla sera dicendo di essere qua il più presto possibile nella mattinata...direi che potremmo sfruttare questo momento per parlare della missione, mentre noi recuperiamo le forze, no!? -


    Guardò i suoi compagni mentre parlava, cercando di avere un loro consenso da tutto ciò, considerando che lo stomaco di Drake iniziò a brontolare più del gracidio delle rane del monte Myoboku.
    Infatti i quattro oltre al fatto che dovessero agire per fermare questi problemi del villaggio, non avevano grossi dati su cosa fare.
     
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  13. ~Shiro
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    Il ragazzo con gli occhi bianchi mi andò subito a genio, molto stranamente. Prima scelse il Sunese per uno scherzo piuttosto tipico, ma sempre apprezzabile, usandolo come asciugamano dopo esser andato al bagno, poi mi mise davanti a tutto il gruppo nell'ordine di marcia. E quella fu una mossa molto astuta, infatti nonostante io odiassi ricevere ordini, darmi il ruolo di avanscoperta (o almeno io così l'avevo pensato) era una buona compensazione per il mio ego al fatto di dover obbedire a qualcuno.
    Il viaggio proseguì in modo piuttosto tranquillo, vidi il ragazzo con gli occhi bianchi che si comportava in modo socievole con un pò tutti. Quando mi fu vicino mi girai verso di lui con aria dubbiosa.


    - Tu ti chiami Shin, giusto? Prima non ti sei presentato. -

    Feci una piccola pausa, per sentire la sua risposta, quindi proseguii con tono incuriosito.

    - Ma te e quella ragazza, siete parenti per caso? Come mai avete tutti e due gli occhi bianchi? -

    La mia domanda ovviamente era posta senza secondi fini, non sapevo che quella strana particolarità era legata ad una forte Kekkei Genkai di Konoha. Non mi ricordavo molto delle spiegazioni che ci aveva fatto il mio vecchio Sensei Amanimaru al corso Genin e soprattutto non ero così sveglio per pensarci. Comunque rimasi ad ascoltare attentamente la risposta di Shin, quindi proseguii il viaggio in silenzio a meno che non avessi ricevuto domande da qualcuno.

    [...]



    Il resto del viaggio fu privo di problemi, l'unica particolarità fu il luogo dove dormimmo tutti quanti, uno strano edificio evocato da Shin. Arrivammo al Villaggio Ghei in poco tempo e seguimmo le indicazioni dateci con precisione. Il villaggio sembrava un posto molto tranquillo, ma forse era solo per l'ora del giorno in cui eravamo arrivati. Arrivammo facilmente a Villa Leville, all'entrata trovammo una guardia che ci chiese le nostre intenzioni in modo pacato. Fu il Sunese a rispondere, e la cosa mi meravigliò, ma riuscimmo comunque ad entrare. ci trovammo in un lungo corridoio, sulle pareti del quale trovammo vari quadri e alcune porte chiuse. Al termine di questo trovammo un altro portone, sempre chiuso. Fu di nuovo il Sunese a parlare, per chiedere cosa fare. Io scrollai le spalle, senza dire nulla, ma alla fine scoprimmo che per aprire la porta bastava spingere. Una volta aperta però mi trovai di fronte al paradiso.
    Un'enorme piscina lungo tutto il perimetro, un ponticello che portava dall'entrata ad una specie di isoletta nel centro. Ma il bello non era quello. Il bello era la grande quantità di ragazze nude che si stavano divertendo in quell'enorme e particolarissima sala.





    Non feci per niente caso all'uomo al centro contornato da tre bellissime donne. Sul mio viso comparve un'espressione quasi famelica, non mi rimaneva che una cosa da fare. Con un gesto secco mi strappai letteralmente di dosso la maglietta, quindi scattai verso l'acqua.
    Se qualcuno mi avesse bloccato avrei cominciato a dibattermi per liberarmi.
    Ma se nessuno l'avesse fatto mi sarei tuffato nella piscina, urlante.


    - PARADISO ARRIVOOOOOOOOOO -

    La mia entrata in acqua avrebbe fatto sicuramente un grosso spruzzo, quindi mi sarei diretto verso una ragazza mora con capelli lunghissimi, ma soprattutto con un seno perfetto. Lei probabilmente avrebbe provato a fuggire o a bloccarmi, ma nell'eventualità che fossi riuscito a raggiungerla e nessuno mi avesse bloccato prima, mi sarei letteralmente tuffato nel suo seno.

    - Che bello... -

    Un espressione di pura beatitudine si sarebbe dipinta sul mio volto, ero davvero al settimo cielo.

    [...]



    Non appena la situazione fu portata alla normalità, ci trovammo davanti al proprietario del palazzo, l'uomo che ci aveva commissionato la missione. Si chiamava Go Goro ed era il rappresentante del Villaggio. Ci chiese se avessimo fatto colazione, al che io in modo sfacciato fece segno di no con la testa.

     
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  14. Ao Yotsuki
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    Rabbia e Spiegazioni


    Mi sedetti al tavolo più lontano e più in disparte attendendo che la mia ordinazione mi fosse recapitata.
    Ero stanco e alquanto scazzato della situazione; avevo dimenticato di far presente ai burocrati del loro errore nel convocarmi per una missione che, mio malgrado, mi era stata comunque affibbiata.
    Il colmo poi della situazione fu la presenza di quel falso foglioso di nome Akarui che, tempo addietro, aveva finto di essere il proprietario del Last Resort, incolpandomi della distruzione della suddetta locanda. Fosse stato per me l'avrei ucciso all'istante o quantomeno, avrei preparato per lui una vendetta con i fiocchi.

    Ma la giornata era lungi dall'andare liscia dopo quei pochi, ma snervanti, avvenimenti; naturalmente qualcuno o qualcosa lassù voleva farmi crollare i nervi e, devo ammettere che ci stava riuscendo.«Ehilà, è libero? Anche perché non vorrei che il tuo Ramen si raffreddasse.»
    Perché io mi domando, perché? Voleva morire? Era un masochista incallito? Uno stupido?
    Si avvicinò con fare molto indifferente, come se non me ne avesse fatte passare di tutti i colori, portandomi anche la mia porzione di ramen, forse voleva scusarsi?

    Feci un cenno con la mancina, guardandolo bieco mentre, con la destra, estraevo il cellulare componendo velocemente dei tasti.
    Mandai un messaggio a Sanji, il cuoco.
    Quella mattina infatti, preso dalla fretta di cancellare la mia partecipazione alla missione non avevo preso il mio equipaggiamento, conscio che non mi sarebbe servito: Sanji avrebbe dovuto sbrigarsi e portarmelo alla svelta.
    Intanto afferrai la mia porzione di Ramen e senza parlare ne dar conto al mio "amico", iniziai a mangiare. Aveva molte cose da spiegarmi e se voleva farsi perdonare, cosa che non sarebbe accaduta se non dopo una scazzottata, avrebbe dovuto iniziare a spiegare i vari "malintesi".

    Il villaggio di Ghei



    Il viaggio era filato liscio e la destinazione era prossima al sopraggiungere.
    Le poche ore di sonno forse erano servite a qualcosa, ero meno incazzato e intollerante di prima ma questo non voleva di certo dire che la situazione mi piacesse né tanto meno che quel Drake mi andasse a genio.
    Una volta svegli continuò a dare ordini dall'alto del suo Chunin-piedistallo il che, oltre che ad essere fastidioso, era anche una enorme seccatura e, a quanto avevo capito, non ero l'unico ad essermi stufato di quell'atteggiamento.

    Dopo altre ore di viaggio finalmente si poteva vedere quello che doveva essere, si sperava, il villaggio di Ghei. La conformazione delle mura faceva ben intuire la circolarità del villaggio, particolarità comune di un po' tutti i villaggi che avevo visto sin ora. Varcate le mura, marchiate da una singolare scritta Da qui si entra dal basso - settore 9, imboccammo la strada principale.
    Le strade erano deserte, ma sembrava che vi fosse stata una parata o vi fosse in atto una festa. Una miriade di coriandoli e cibo sparso per terra faceva intuire che, nel particolare villaggio, fosse davvero ogni giorno festa. Questa convinzione venne anche sottolineata e confermata da un lontano suono di musica e urla di gioia, festose e allegre; la festa non era ancora finita e, dal disordine, doveva andare avanti da un bel po' di giorni. «Be' a quanto pare siamo giunti nel bel mezzo di una festa...ma, non eravamo qui per risolvere un problema interno?» Non era una domanda che richiedeva una risposta, bensì una costatazione ironica e, soprattutto, incredula.

    Procedendo ancora per la via, giungemmo in una piazza, quella principale a quanto si poteva notare. La gente ballava e cantava a ritmo di una musica che, alle mie orecchie, era fastidiosa e insopportabile quanto la vista di corpi nudi che si strusciavano l'uno con l'altro. Fino a quando fossero stati solo nudi femminili non ci sarebbero stati problemi, tuttavia una buona parte sembravano essere maschili, il che, diciamocelo, non era un bel vedere.

    Neanche il tempo di riordinare le idee che quattro veneri bionde, provocanti e dai fisici perfetti, iniziarono a volteggiare intorno a noi, come sirene ammaliatrici, pronti a soddisfare qualunque nostro desiderio, come resistere a tale richiamo, mentre le mani delle giovani donne sapevano di sicuro dove andare a parare? Le donne erano muscolose e alte, il che fece sorgere, almeno in me, un po' di dubbi sulla loro sedicente femminilità; dubbi che subito vennero confermati dalla voce di Papà foglioso che con un secco «Oh MIO DIO! SONO DEI TRANS!!!» mi convinse ad agire e a tentare di districarmi dalle braccia della bionda donnona senza ingaggiare alcun tipo di lotta, ma semplicemente fuggendo, cercando di raggiungere Leville nel più breve tempo possibile.

    Dopo molti minuti di corsa, e evitate le nostre inseguitrici, un indicazione ci mostrò finalmente l'entrata della nostra agoniata e sofferta meta. «Ragazzi ecco un'indicazione! Credo che le bionde si siano dileguate...possiamo continuare tranquilli. Guarda che cazzo di posto dovevamo trovare: eppure i mandanti sembravano persone serie...potevano dirci qualcosa su questi strani modi di festeggiare!» «L'apparenza inganna...ne abbiamo avuto un lampante esempio poco fa...almeno tra i festeggiamenti e tutto il resto sarà più facile passare inosservati...non trovate?»

    Arrivanti dinanzi all'entrata della residenza l'accoglienza non fu delle migliori; due guardie armate infatti ci intimarono di fermarci chiedendo chi fossimo e, ancora una volta, fu il nostro capo squadra a parlare introducendoci. Io mi limitai semplicemente a mostrare il la mia cinta, scostando il mantello nero, che riportava il simbolo del mio villaggio, sfoggiandolo come segno distintivo per convincere le guardie che ciò che affermava il riccio azzurro fosse vero. Dopo un po' di titubanza una delle due guardie si dileguò, andando ad avvisare colui che doveva essere l'amministratore del villaggio, nonché padrone della residenza. Una volta tornata, lasciò libero il passaggio, lasciandoci entrare.

    L'austerità del luogo mi colpì subito, elegante ordinato e, a giudicare da ciò che potevo sentire, era un luogo molto molto particolare. Equivoci versi facevano da sottofondo alla nostra avanzata che da li a poco sarebbe terminata. «Ragazzi...non so' voi ma ho la strana sensazione che questo sia un bordello di alta classe...» accennai un sorriso prima di continuare «Mi sa che non verremo ripagati in denaro questa volta...» il mio sarcasmo, però, venne subito taciuto da un rumore di ingranaggi, di una serratura, proveniente dall'ultima porta a destra del corridoio. Da essa spuntò un uomo in toga, bianca e rossa, alquanto ambiguo che, con voce rassicurante e accogliente ci invitò a seguirlo.

    La stanza era di dimensioni modeste, ma compensava la sua grandezza con la sfarzosità delle suppellettili e dei quadri, nonché con la presenza di una stupenda donna, anch'ella avvolta da una bianca veste che, una volta che l'ambigua figura iniziò a parlare, si diede da fare per massaggiare al meglio il suo Cliente? «Ben arrivati a Leville e anche a Ghei. Mi chiamo Go Goro, signore di Leville e responsabile del Villaggio. Spero abbiate avuto un facile viaggio, voi dell'Accademia, giusto?» un lieve cenno del capo da parte mia, mentre mi guardavo intorno, cercando di studiare al meglio la stanza, solo per precauzione «Scusate se non vi faccio accomodare ma come vedete non ho sedie e mi trovo leggermente indaffarato in una seduta rilassante» si capì subito a cosa facesse riferimento, mentre la donna energicamente lo massaggiava in punti poco comuni.
    Ripresosi subito dal dubbio attimo di piacere, forse ricordatosi di non esser solo, l'amministratore del villaggio chiese gentilmente se avessimo mangiato; naturalmente, prima che qualcuno potesse parlare, fu subito Drake a parlare, ma ormai era cosa nota e non mi infastidiva più «No, ci hanno ingaggiato alla sera dicendo di essere qua il più presto possibile nella mattinata...direi che potremmo sfruttare questo momento per parlare della missione, mentre noi recuperiamo le forze, no!?»
    Da parte mia non vi erano problemi, infatti guardando Drake negli occhi, feci un cenno con la testa significante un Perché no, tuttavia, avevo un po' di dubbi che volevo fossero cancellati e la pazienza, ahimè, non è mai stata una delle mie doti migliori.

    «Prima di accomodarci per "recuperare le forze" avrei alcune domande da porle. Semplici curiosità che, comunque, stanno alla base della nostra missione.» feci una pausa, in modo tale che l'austero capo del villaggio, si rendesse conto che stessi parlando con lui. «Alla nostra convocazione la situazione ci è stata presentata come problematica e ci è stato detto che la sicurezza del villaggio, e dei suoi abitanti, non era più sicura al 100%; tuttavia dalla grande baldoria a cui abbiamo assistito sembra che gli abitanti siano fin troppo allegri e anche voi, da responsabile del villaggio siate fin troppo rilassato e poco preoccupato degli accadimenti che, a noi ancora sconosciuti, hanno richiesto la nostra presenza qui nel vostro villaggio.» Scavalcando del tutto la posizione del capo squadra, cosa di cui forse più tardi me ne sarei pentito, ma ero davvero stanco che fosse solo lui a parlare. «Ergo a cosa dobbiamo la nostra convocazione?»
     
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  15. Z e r o.
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    « Ventuno su ventuno, miglior Genin della mia sessione di esami a pari merito con la mia migliore amica...Ormai sono passati un po' di anni, credo lei sia addirittura Jonin e di essere diventato Genin prima che il nostro caposquadra diventasse Studente. Vedi? Devi essere tranquillo, i voti spesso sono soltanto voti su un pezzo di carta, quanto vali si inizia a vedere dopo. Inoltre, so che voi nuove generazioni venite formati più sul campo, i tempi di oggi stanno ricominciando a diventare un po' agitati...Ai miei tempi si passavano ore in Aula a prendere appunti da grandi lavagne impolverate, esercitandosi più su carta che con Kunai e Shuriken. L'importante è essere sempre disponibili, per l'Accademia e per il proprio Villaggio e vedrai che così andrà tutto bene. Ora riprendiamo a fare la guardia. »

    Lo ascoltai assorto, eravamo in una radura, io, Akarui, Ao e il mio caposquadra un certo Drake. Tirai un respiro di sollievo, sommessamente, uno dei ninja più promettenti dei 5 villaggi ha passato una vita sabbatica, addirittura certi suoi compagni di corso ora sono jounin, mentre lui è ancora genin. Forse, se si fosse fatto una inchiesta, si sarebbe scoperto che la maggior parte dei best genin, si sono fermati a quel grado, forse perché, a differenza di coloro che sono passati mediocremente hanno già ricevuto soddisfazioni, che non li hanno spinti a spingersi oltre, mentre se supponiamo che il mio sensei fosse passato come me con la riserva, ha dato un colpo di reni velocizzando la sua promozione, per far vedere a tutti che è capace di spingersi oltre, anche se l'esame fosse andato male.
    Sospirai, alzai le spalle e le riabbassai. Poi ritornai a concentrarmi verso il fogliame. Immobile.

    [...]


    La città si presenta in modo molto affascinante, a mio dire, mi lascio sospingere all'interno della città, la musica nell'aria si faceva materia, il fumo stuzzicava le mie narici e i battiti dei tamburi sempre più forti nei miei timpani. Cerco di svegliarmi mentre una ragazza bionda, alta, più ragazzo che ragazza, se non fosse per quelle due grandi, obese e invoglianti tette, inizia a strusciarsi su di me, sa dove mettere le mani; mi desto quando un urlo superò il vociare dei tamburi, insistenti. OH MIO DIO SONO DEI TRANS!
    Mio dio!
    Cercai di allontanarla, cerco di spingerla via, ma con le sue braccia forti, e che schifo, mi teneva avvinghiata a lui o lei, questo era ancora da chiarirsi. Volevo fermare tutto, e tutti, spaccare prima la testa a quel coglione di batterista, e poi dire: Posso? Una piccola palpatina, e poi giudicare se erano maschi o femmine. Non era carino giudicarle asessuate, o meglio bisessuate, non mi permette di descrivere bene la situazione, ogni volta che mi dovrò riferire a lui-lei, dovrò sempre mettere la seconda opzione! Maledizione.
    Con questa punta di stizza, riesco finalmente ad allontanarmele, e seguire il resto del gruppo, un ultimo sguardo. Posso? No meglio di no, scappo.
    I miei compagni sono molto veloci, fatico a stargli indietro, accelerammo, non capivo perché scappare, bastava chiedere: Scusi, devo assicurarmi di una cosa...
    E le possibilità erano due:
    O erano dei maschi, e in quel caso ce la saremo dati a gambe.
    Oppure ci saremo fatti una gran scopata, scusate il termine, avrebbe fatto bene all'esito della missione, ci saremo rilassati e ci saremo liberati dallo stress.
    Decisione del capo team, paura del pacco, come dargli torto.
    Giungiamo all'ardita meta, azzo, bella, uno stile quasi ottocentesca, gialla, con numerose fontane: Leville.. Non ci lasciamo fermare dalle guardie e le superiamo dopo esserci presentati. Entriamo nella villa, quanto fuori tanto dentro, graziosa, tutto aveva un ordine preciso non come la mia vita caotica: primo tentativo di fuggita, bloccato, tagliata la mano, corso genin, secondo fuga, fermato da Itai, promozione a Genin. Tutto questo in poco meno di un mese, strano quante emozioni e cose nuove può provare un uomo, in un lasso di tempo così breve. Che schifo.
    Mi lasciai trasportare all'interno di una stanza, dalle medie dimensioni, quello che venne identificato come il capo del villaggio si presentò sotto il nome di Go Goro, mentre la sua accompagnatrice gli massaggiava le spalle; cercai di distogliere lo sguardo da quelle mani, così seducenti, sapeva benissimo dove e come mettere le mani, scrollai le spalle e mi dedicai a scrutare l'arredamento, cercando di cogliere più informazioni utili.
    Sarei partito semplicemente guardando se la stanza era in ordine, poi mi sarei spostato alla fattura, più o meno buona, dei mobili e vestiti nel caso fossi riuscito a vederli, e cercai la presenza di libri. Tutto queste informazioni mi sarebbero state utili se e quando avrei dovuto discutere con Go Goro, grazie a queste informazioni avrei capito se era un tipo colto, dai libri, se ordinato o fanfarone che lascia tutto per terra e la situazione finanziaria.


     
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55 replies since 9/3/2010, 22:55   1839 views
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