Festa per i nuovi Sand Scorpions

[Free Gdr]

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  1. Deidara
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    " Veramente, quella della ragazza è la palla che abbiamo concordato per farti vincere... anzi: per dirla tutta, l'idea è tua...! "


    L'uscita di Tatsu cadde nell'indifferenza generale. La contraddizione che vi aveva inserito fece la sua parte nel convincere Deidara che era una gonfiatura, mentre Ai dal canto suo esibiva la sua solita faccia divertita, affatto scomposta da quelle accuse. La biondina però non era del tutto convinta, un po' perché Ai in effetti era un baro bello e buono, un po' perché comunque le rodeva un sacco aver perso. Tatsumaru insistette, fino a toccare un tasto abbastanza... delicato.
    CITAZIONE

    " Per come te la tiri sempre -Yagi- ti facevo più sveglia...!
    ...
    Normalmente ti fidi di scommettere con lei?!
    Uh uh uh... che coraggio...!

    Otonashi Ai...
    ...
    Archiviando i documenti del tuo passaggio a chunin, mi è caduto l'occhio su un qualcosa di particolare...
    La tua firma sulla liberatoria per l'esame chunin...
    ... E'... come dire...
    ...
    Strana...! "


    Mentre Tatsu parlava, un'aura strana prese il posto di quella costellata di spensieratezza e intrighi fra amiche di pochi istanti prima. Deidara divenne un blocco di ghiaccio, rallentando il passo e mutando l'espressione palesando una certa tensione, pensando velocemente ad una balla nella speranza che Ai l'assecondasse. Abituata com'era in questi casi a gestirsela da sola, non sapeva come rapportarsi alla sua complice che le aveva fornito la copertura perfetta durante quel casino che era stato l'esame Chunin. Ai però era un'attrice nata, e rimase perfettamente naturale senza scomporsi di un muscolo, ridacchiò solare e ribatté con una calma ed una naturalezza che non potevano certo appartenere a chi stava dispensando bugie grosse come edifici.

    « Ma è ovvio che quella firma sia strana, Tigre. Suvvia, non dirmi che non l'hai paragonata con un'altra firma fatta di mio pugno! »
    Deidara si scosse un istante, mentre la brunetta finiva la sua frase.
    « Infatti non sono stata certo io a scrivere il mio nome sui documenti di ammissione. » Puntò l'indice su Deidara « ... Bensì la biondina qui presente. E' sua la firma sulla mia richiesta. »
    Deidara sentì il mondo crollarle attorno. Barcollò visibilmente riprendendosi solo dopo un istante di panico, sbiancando in viso diventando più pallida di quanto già non fosse di suo. Gli occhi diventarono lucidi mentre si scagliava con foga sull'amica, alzando il tono.

    « AI!!!! Stà zitta!!! Non dirlo proprio a lui!!!!! A tutti, ma non a lui!!!! »
    La diabolica moretta ridacchiò soddisfatta, agitando una mano davanti a se ignara del fatto che Deidara era prontissima a saltarle alla gola da un momento all'altro.
    « Ma dai, Deidi, non dire cavolate, ormai non è più un problema. Lo sanno tutti, non c'è bisogno di nasconderlo. »
    « CHE COSA???? »
    Come sarebbe a dire che lo sanno tutti??? Cos'era quella faccia sorridente??? Ai era un Giuda?? Aveva spiattellato al mondo il suo segreto??? Perfino dopo che aveva fatto tutta quella fatica ed aveva perfino rischiato la vita???
    « Vedi, Tigre... » iniziò a parlare serena ignorando le escandescenze di Deidara « ... Come ben sai ci sono due metodi per diventare Chunin, la via lunga e la via breve. Intendiamoci: io sono una ragazza impegnata! » Poggiò una mano sul petto, socchiudendo gli occhi e dandosi arie da gran donna « non ho certo il tempo di stare dietro a sciocchi corsi. E poi, diciamocelo, ero già ben oltre il livello di un chunin ordinario ben da prima di iniziare quella selezione. » Ripresero a camminare con Deidara che sembrava sempre più confusa ad ogni frase di Ai. « ... Fin dall'inizio intendevo semplicemente far parte dei privatisti, ma Haruka si è opposta. Le missioni dei privatisti sono pericolose, spesso la gente ci lascia la pelle là dentro. Beh, nel periodo in cui ci sono state le iscrizioni mi è stata col fiato sul collo tutto il tempo, controllandomi. Non potevo praticamente muovermi, così ho chiesto a Deidara di spacciarsi per me e di firmare e consegnare il foglio al mio posto. L'ultimo giorno utile per le iscrizioni l'ho passato ad allenarmi con la Diavolessa, per farti capire quanto era soffocante. »
    La sua espressione divenne infastidita, e mosse la mano come a scacciare un brutto pensiero. Dietro di lei Deidara non si era affatto rilassata, era ancora tesa come una molla e non riusciva a star dietro su quanto detto dalla danzatrice mora.

    « Allora era questo...? »
    Disse infine, abbastanza vicina ad avere un mancamento.
    Ai le arruffò i capelli passandoci sopra una mano, facendola sbuffare.
    « Si, era questo, scusa per la piccola bugia. »
    Le fece l'occhiolino ma Deidara gonfiò le guance, sentendosi presa in giro.
    « Altro che impegnata. Te ne stai tutto il giorno in casa a non far niente. »
    Ai ridacchiò come se nulla fosse, prima di rivolgersi a Tatsu in tono allegro/canzonatore.
    « Se il nostro Sherlock non ha altre domande, vogliamo andare? »
    CITAZIONE

    Capisco quello che dice, Haruka-san. Io cerco di fare quello che posso, e per ora sembra anche che Deidara mi stia a sentire. Però io posso solo indicarle la via, non posso costringerla a seguirla, se ci sarà un cambiamento, dovrà essere anche lei a volerlo.


    Haruka sorrise, in un'espressione costruita ed enigmatica che poteva dirsi allo stesso tempo soddisfatta, intenerita, annoiata, sfiduciata o divertita. Allo stesso modo lo sguardo che regalò alla sua collega fu un qualcosa che poteva essere di puro cameratismo e di comprensione come anche derisorio, di compatimento. Il magnetismo di quella donna faceva si che fosse veramente arduo interpretarne i gesti, perfino per uno shinobi addestrato agli interrogatori. D'altronde non a caso la prima volta in cui Deidara era entrata in contatto con le danzatrici aveva appreso come la maggior parte delle loro missioni siano di infiltrazione e di spionaggio. Haruka era un'attrice nata, anche involontariamente e per puro charme riusciva a trasmettere con lo sguardo e con gli occhi solo ciò che voleva trasmettere... fino anche a comunicare tutto e niente qualora non intendesse trasmettere niente.

    « E' ancora una mocciosa. »
    Disse chiaro e tondo, sicura di ciò che stava dicendo.
    « Shaina-san, lei non può accettare che Deidara dipenda da lei per sempre, ma allo stesso modo non può dimenticare che ha ancora quindici anni ed è emotivamente vulnerabile, visti anche i suoi trascorsi di prima che diventasse una kunoichi. Sarebbe già un miracolo se Deidara sapesse veramente di volere un cambiamento o meno, figuriamoci attuarlo. Ma ora basta parlare di lavoro. »
    Il suo sorriso si illuminò impercettibilmente, ora sinceramente divertito.
    « Sono curiosa di vedere che hanno organizzato quelle disgraziate. »

    CITAZIONE

    Ciao Shaina. Lieto di rivederla, Haruka.
    Suppongo si sia fatto più tardi di quanto credessi, se siete qui. Però credevo Deidara sarebbe arrivata con vo-


    « Ehi, ma che ca...? MA CHE CAVOLO STA SUCCEDENDO QUI???? »

    Ah, ecco.


    Haruka inarcò un sopracciglio sottile, scoccando un'occhiata penetrante all'amministratore di Oto con un'espressione che aveva il sapore di un inusuale ed apparentemente immotivato compiacimento.

    « Il piacere di rivederla è mio, Amministratore Kabane. »
    Si avvicinò con i tacchi che mettevano in risalto la sua andatura, lasciando un bacio delicato sulla guancia destra dello shinobi, non in modo affettuoso e un po' eccessivo di Seira, bensì in maniera estremamente formale e composta, quasi regale nel suo essere perfettamente studiato in ogni movimento e gesto.
    « Diciamo che la volta scorsa non è successo niente, mh? »
    Aggiunse infine in un tono di voce più basso, prima di dileguarsi senza aggiungere altro, rivolgendosi alle sue sottoposte in tono autoritario.

    « Ai, metti giù Deidara, rischiate di farvi del male lungo le scale! »

    Finì che tutte le ragazze sparirono inghiottite dalle scale già visionate da Yami poco prima, abbandonando a se stessa la componente maschile della festa e non per pochi istanti, perché si sa che le ragazze quando bisogna prepararsi per una serata sono terribilmente narcisiste e Haruka, Seira, Ai e perfino la stessa Deidara sicuramente non sembravano tipe da risparmiarsi sul trucco e sui dettagli!
    Un solo elemento si discostò dal coro. L'undicenne Madoka, infatti, si era seduta sul piccolo scalino che dava verso una porta che portava a quelle che, anni prima, erano state le cucine del locale. Lì si era messa un po' annoiata a fissare un punto indefinito della sala con fare annoiato, finché non intervenne "mr.PetoTonante" Hoshizuku che guidato da sani istinti della giovane testa calda che era decise che Madoka era abbordabile.
    CITAZIONE

    -EHI TU!!.. si si tu con quegli abiti strani!.. che fai la da sola?.. vieni qua a fare quattro chiacchere!!!-


    Mai ci poteva essere approccio peggiore.
    Madoka adorava i suoi abiti in stile retrò, riteneva di avere un look tutto suo che rispecchiava divinamente la sua personalità così particolare, ma sopratutto con quei vestiti si riteneva invariabilmente e senza alcun dubbio carina. Definirla "abiti strani" con quel tono e quel volume fu decisamente una mossa poco saggia da parte del rosso, specie considerando che Madoka era pure di pessimo umore data l'esibizione disgraziata delle proprie grazie di un'oretta prima, oltretutto causata proprio dallo stesso Hoshi e dai suoi peti aspiratutto.

    « Madoka si domandava se il Rosso con la faccia da maniaco per caso non fosse un nobile con tenute di diverse centinaia di ettari al di fuori del paese del vento... »
    Iniziò con tono annoiato, proseguendo in tono chiaramente antipatico rifiutandosi di guardare in faccia il suo interlocutore.
    « Madoka sarebbe soddisfatta perfino se il Rosso con la faccia da maniaco fosse un principe ereditario, oppure il figlio del proprietario di un impero economico con un reddito annuo di svariate decine di milioni di Ryo. »
    Concluse infine in tono soddisfatto, sganciando l'ultima bomba sul morale e le speranze di Nanoshi.
    « ... Perché altrimenti povero Rosso con la faccia da maniaco, giacché nessuna ragazza giammai si degnerebbe mai di guardarlo anche solo per sbaglio, no-no. E sicuramente non la piccola Madoka, certo che no. »
    Scosse il capo tutta contenta, sollevando le braccia al soffitto stiracchiandosi come fanno i gatti, risistemandosi il cappellino che portava sui capelli lisci lunghi fin poco oltre le spalle e sbadigliò sonoramente, annoiata.

    A sua insaputa, alle spalle di tutti una creaturina prese a tirare con garbo i pantaloni di Hamano del clan Iga, sussurrando sommessamente una frase in tono delicato, gentile.

    image

    « Eeeehm... signore...? Ehm... Signore...? Sono qui... »
    Se Hamano si fosse semplicemente limitato a voltarsi non avrebbe trovato assolutamente niente! Dietro di lui soltanto il vuoto, mentre la vocina continuava a risuonare da molto più in basso, mentre la sua attenzione continuava ad essere richiamata gentilmente da un graziosissimo volpino cucciolo avvolto in un kimono bianco estivo a righe, su cui risaltava un semplice grembiule nero su cui vi era ricamata una luna crescente bianca.
    « Do-domando scusa... »
    Disse titubante quel piccolo volpino alto si e no mezzo metro.
    « Il mio papà chiedeva se potevate ritirare le porzioni di oden chiesto dalla signorina Otonashi. »
    Dopodiché, silenzio in aula.


    Mentre i maschietti affrontavano i capricci di Madoka e la comparsa di un cucciolo di volpe parlante vestito come un commesso di un chiosco, la brigata capeggiata da Ai e Deidara con al seguito Seira, Haruka, Shaina e Shinodari stava salendo le scale in legno abbastanza malridotte che palesemente davano verso l'appartamento sovrastante il locale. Anche senza una grande presenza di spirito, appariva ovvio come essendo quel locale la residenza di Deidara, il piano di sopra doveva essere per forza l'abitazione vera e propria. Ai aprì la porta e lo scenario che sarebbe comparso davanti agli occhi del gruppetto sarebbe stato quello di un salottino dall'aria trascurata e depressa, in cui l'aria era viziata e sapeva di chiuso e su mobili e pavimenti spiccava un certo alone di polvere, frutto di un mese di mancate pulizie. Deidara era abbastanza in imbarazzo per la situazione, ma anche stavolta fu Ai a prendere in mano le redini del gruppo, catturando l'attenzione generale.

    « Benissimo!! »
    Cinguettò allegramente estraendo dalla borsetta una coppia di piccoli rotoli.
    « Al piano di sopra ci sono il bagno e due camere, se desiderate. La camera con la porta sfondata è quella di Deidi, non ci fate troppo caso. »

    « Non è sfondata!!! »
    Protestò la biondina, senza troppa convinzione.
    « E' solo che... non ho ancora trovato il tempo di risistemare i cardini. »
    « Seh, seh. L'ha tirata giù perché il nano con i capelli rossi del piano di sotto le è entrato in camera mentre era nuda. »
    A quelle parole Deidara scattò su, rossa i viso. « Non è vero!!!!!! » Strepitò, mentre Haruka sbuffava contrariata, Seira sorrideva solare ed Ai rideva divertita, iniziando a srotolare i due rotoli ninja, attuando la tecnica del richiamo su di essi.

    In uno sbuffo di polveri, due armadi completi di tutto punto ed altrettanti paraventi in stile cinese dietro cui ci si poteva cambiare comparvero nel bel mezzo della sala, lasciando interdette Deidara e Seira e fra un largo sorriso soddisfatto da parte di Ai. Haruka, dal canto suo, inarcò un sopracciglio sottile palesando la sua disapprovazione per quello sfoggio di tecnica.

    « Ragazzina, quegli strumenti sono oggetti importanti, da ora in poi ti proibisco di usarli per scopi tanto frivoli. E poi, sono roba da Jonin. »
    Disse irritata, infilando una mano nella borsetta ed estraendone a sua volta un rotolo ninja che nel giro di qualche istante divenne un enorme armadio ancora più grande dei due richiamati da Ai. Della serie "predicare bene, razzolare male". Lo sguardo di Ai divenne fra il sorpreso e il divertito, poi avvicinandosi a Shaina proclamò a voce alta un "si mammina cara, farò la brava" che significava "lo so che è contro le regole, è per questo che lo faccio". Cinse le spalle all'amministratrice di suna squadrandola da capo a piedi con lo sguardo di una commessa di un negozio di vestiti d'alta moda, conducendola gentilmente verso l'armadio più vicino, commentando con tono critico.

    « Allora, sorellona -posso chiamarti sorella, vero?- che ti sei portata dietro? Dovrei avere qualcosina abbastanza valorizzante della tua misura, vediamo... »
    Deidara e Seira insorsero all'unisono.
    « Ai, non prendere troppa confidenza con la sensei!!! Gli onorifici, gli onorifici!!! » « Ai-chan, non provare a far indossare abiti troppo appariscenti alla signorina Amministratrice!!! Vero signorina Amministratrice??? »
    La procace danzatrice dai capelli ramati si interpose fra le due facendo da scudo a Shaina, proclamandosi suo difensore contro le attenzioni di Ai in modo quasi materno.
    « Aiuterò io la signorina Amministratrice a scegliere gli abiti!! Tu vai a prepararti. »
    « Ma smettila!! Scommetto che la sorellona è d'accordo con me, vero??? E poi tu non sei in grado di valorizzare bene un corpo femminile, è perché sei abituata ad avere queste tette enormi!!! » Così dicendo indicò in un gesto eloquente il petto della danzatrice dai capelli ramati, che si ritrasse, evidentemente memore da "eccessive confidenze" da parte di Ai circa le sue grazie. « Un corpo femminile va evidenziato, esibito quanto basta, altrimenti finisce che i maschietti non ti guardano! Giusto? »
    E guardò Shaina, come a chiederle di supportare la sua discutibilissima tesi.

    « Finitela! »
    Haruka fece capolino da dietro l'anta aperta dell'armadio, richiudendolo con tre tipi di capi diversi fra le mani.
    « La signorina Otori e la signorina Jaku avranno portato con se i loro vestiti. E comunque, Ai, non tutte hanno bisogno di "farsi guardare dai maschietti", come dici tu. »
    Ai sbuffò e di punto in bianco cambiò obbiettivo afferrando Deidara per un braccio e tirandosela dietro, cogliendola totalmente alla sprovvista.
    « Andiamo Deidara, è da un po' che non gioco a vestirti come le barbie. »
    Sorpresa e incapace di reagire o anche solo di protestare, Deidara si ritrovò davanti al secondo armadio da cui Ai ne estrasse con estrema sicurezza un abito bianco iperdiscinto che sembrava più un cosplay che un vestito da sera e nel giro di pochi istanti si ritrovarono entrambe dietro uno di quei paraventi in stile cinese, da cui provennero rumori di lotta e frasi inequivocabili.
    « Ma... ma... ma cos... No, aspe, quello no, aspetta, no, no!!!! »
    « Eddai, quanto rompi, è solo una prova!!! »
    « Si ma non lì!!! Aspetta, no, io quella roba non me la metto!!! »
    Iniziarono a volare abiti, mentre la lotta si faceva serrata.
    Ai sembrava divertirsi un mondo. Deidara un po' meno.

    « Ta-daaaaaaaaaaan!!!! <3 Non è adorabile??? »
    Sapeva benissimo che Deidara non sarebbe mai uscita dal paravento, rimediò spostando direttamente le ante lasciandola senza alcun riparo definibile come tale.
    La biondina rimase interdetta, ritrovandosi con tutti gli sguardi addosso, e nel giro di tre minuti diventò bianca, poi rossa, poi porpora.

    image

    « Ma...? »
    Abbassò lo sguardo rendendosi conto di che razza di abiti le aveva fatto indossare Ai. Tre nanosecondi più tardi si fiondò su per le scale per andare a nascondersi in camera, imbarazzata come mai nella sua vita.
    Ridacchiando evidentemente soddisfatta, Ai venne rimbeccata da Seira che ne uscì con un "mappovera Deidi!!!!" fissando malissimo la danzatrice brunetta autore del misfatto, che però non si scompose più di tanto e ribatté con un "ma guarda che si diverte anche lei!!" tutt'altro che realista.

    « Vabbeh ragazze, vi lascio così vi cambiate con calma. L'oden sarà qui a momenti, non fate aspettare i ragazzi là sotto, ok? »
    « Tu non ti cambi? »
    « Naaah, figurati. Tanto non mi interessano i tipi che stanno al piano di sotto, vado benissimo come sto. A dopo!! <3 »
    Detto ciò avrebbe aperto la porta ed avrebbe ridisceso le scale, con calma, sorridente e soddisfatta per il trambusto creato.
     
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