Festa per i nuovi Sand Scorpions

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  1. Shinodari
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    Lo svolgersi degli eventi stava prendendo una piega del tutto inaspettata.
    Per un istante il tempo soggettivo e il tempo oggettivo smisero di correre paralleli.
    Fui presa dal vortice temporale generato da un susseguirsi di cause ed effetti.
    Tutto accade quando misi piede in quel magazzino, abitazione o quello che era.
    Mi ritrovai a pulire i pavimenti, aiutando Seira che sembrava sempre più in imbarazzo riguardo quella che doveva essere il luogo dove avremmo dovuto festeggiare.
    Ma se uno pensa che mettendo in ordine una stanza non possano succedere disastri, non aveva mai incontrato Hoshi.
    Il suo tornado spazzò via la polvere, intossicò qualcuno, sollevò la gonna di qualcun'altra e mise ancora una volta nei guai Yami.
    Una volta che Madoka se ne fu andata mi avvicinai a quest'ultimo, sogghignando.


    -Uhm.. forse avevi ragione tu dopotutto... gli occhiali ti sarebbero serviti, se li avessi messi per tempo... manca ancora qualcuna all'appello con cui non ti sei scontrato qui a Suna?-

    commentai, facendogli la linguaccia.

    Ma non attesi la riposta, svicolando tra due tavoli con la scusa di dare una pulita ad una delle sedie lontane da Yami.

    Le sorprese non erano finite.
    Nel tempo che Yami era stato a Suna aveva praticamente conosciuto tutta o quasi la popolazione femminile del villaggio.


    Per non parlare dello sguardo sorpreso della padrona dell'abitazione quando varcò la soglia.
    Che bello essere manipolati così.
    Sorrisi tra me; ormai non si poteva tornare indietro, tanto valeva prendere la cosa allegramente.

    Avevo salutato i nuovi arrivi, chi formalmente, chi elargendo un largo sorriso come nel caso di Tatsu e Shaina, però almeno per quelle prime fasi iniziali non ero stata per nulla loquace, anzi direi più muta di un pesce.
    Probabilmente le cose sarebbero cambiate di lì a poco, ma nel frattempo mi stavo godendo lo spettacolo.


    Giunse il momento di andare a cambiarci d'abito.
    Solo la piccola Madoka non ci seguì al piano di sopra.
    E forse fu la scelta più saggia.
    Non avevo fatto in tempo a guardarmi attorno che tutto assunse sfumature surreali.
    Rotoli usati per contenere armadi pieni di vestiario e paraventi dal gusto orientale, Ai che aveva preso di mira Shaina considerandola la sua personale bambola a cui far indossare questo o quell'abito, Seira che provava a dare il suo personale contributo, discorsi sul valorizzare le forme fisiche per essere guardate dai maschietti.
    Io guardavo ora l'una, ora l'altra, per soffermarmi anche su Shaina.
    Per fortuna Haruka sama riuscì a mettere un po' di ordine in quella baraonda di discorsi che stavano prendendo una strana piega e di abiti che probabilmente Shaina non avrebbe messo neanche a costo della sua vita.
    Purtroppo una vittima ci fu lo stesso: Deidara.
    Una volta che Ai comprese di non poter giocare con Shaina bambolina si sfogò su Deidara bambolina, e tra urla e minacce apparve una ragazzina in abiti succinti decisamente a disagio che nel giro di pochi minuti fuggì a razzo fuori dalla stanza.
    D'accordo, noi due non eravamo in buoni rapporti per via delle sue assurde gelosie nei confronti della mia amicizia con Shaina, ma vedendo quella scena, compresi che forse non era proprio tutta colpa sua se si ritrovava quel tipo di carattere.

    La tranquillità sembrò per il momento ritornare quando Ai ci lasciò da sole, restando con il suo attuale vestito, adducendo scuse come che l'oden stava arrivando, che non era il caso di lasciare i maschietti da soli lì sotto, e che tanto non c'era utilità nel cambiarsi d'abito visto che non gli in interessava nessuno.
    Non la conoscevo ancora abbastanza per capire se stesse dicendo la verità.


    image
    A questo punto tanto valeva cambiarsi.

    Scelsi uno dei paraventi e mi diressi con il mio zaino.

    Mi domandai perché avessi optato per un vestito così complicato da indossare vista la delicatezza dei ricami, ma in effetti era stato il primo che mi era capitato tra le mani mentre facevo rapidamente la valigia per recarmi a Suna.

    Imprecai contro i capelli che non volevano collaborare a restare legati in quella forma, mentre i nastrini cercavano di scappare da tutte le parti.

    Alla fine della battaglia, più o meno vittoriosa, rimisi nello zaino il vestito ormai liso dopo le pulizie ed uscii con aria allegra fuori dal paravento.

    Poi il mio sguardo si sarebbe voltato sull'amministratrice di Suna e se non si fosse ancora cambiata d'abito le avrei detto, assumendo un'aria angelica:


    -Shaina, forse, però, Ai non aveva tutto i torti. Se scopro che ti sei portata un abito d'addestramento, non uscirai da qui finché non avrai scelto un abbigliamento adatto all'occasione.-


















     
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