Sopravvivenza & Patriottismo

[Kiri] | [Energia][Talento]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    La squadra che non c'è

    Post |
    Primo



    Dolce far niente. Che sensazione di pace vero? La mattina ti alzi, tra le tue coperte calde, apri gli occhi alla luce tiepida del mattino. Respiri l' aria tiepida della primavera, ascolti gli uccelli cantare che dolcemente cullano un sonno che non riesce ad andarsene. Che meravigliosa la sensazione del dolce far niente, vero? Eppure a Kiri non era possibile: si sgobbava e l' ambiente era sempre così uggioso ed umido da togliere persino agli animali la voglia di cantare, se non per qualche sporadico corvo che gracchiava senza motivo. L' aria era sempre fredda e la luce grigia e pallida: qualcosa di abbastanza duro per mettere alla prova la pazienza di chiunque, sopratutto la mia.
    Io amavo il riposo, ero un Nara e non tradivo il mio sangue che quasi per imposizione genetica mi ordinava di cercare il massimo relax in ogni momento. Ma non mi era evidentemente concesso tutto ciò, perché ogni mattina io mi alzavo, facevo colazione ed andavo in Amministrazione. Qualche volte mi chiamava l' Accademia ed allora ero costretto ad andare sin laggiù per assolvere ai miei doveri. Non era raro che la mattina Yui dovesse letteralmente gettarmi giù dal letto e ricordarmi, poco delicatamente, che ero un Chunin. Si, un Chunin, nuove responsabilità, nuove missioni, più difficili e pericolose, nuove diavolerie accademiche. Passare di grado forse non era stata una buona idea.
    Anche quella mattina dormivo beatamente nel mio letto. A pancia in sotto abbracciavo quasi teneramente il cuscino mentre ronfavo beatamente. Una mano, piccola e leggera, dapprima mi accarezzò i capelli, per poi scendere sulla mia schiena. Mi rigirai nel letto, infastidito, mentre una risata cristallina mi giungeva alle orecchie. Aprii gli occhi e me li stropicciai guardando Yui appena sfuocata. Sbadigliai e mi issai controvoglia su, mentre lei scendeva agilmente dal letto. Mi stavo chiedendo se avessi fatto bene ad insegnarle le arti Ninja.
    « Dai Itai! Dobbiamo andare, è tardi! » mi disse lei, maledettamente allegra come ogni mattina. Brontolando mi rimisi in piedi e mi avviai traballante verso la cucina, che era già apparecchiata con la colazione. Sorrisi e guardai Yui sottecchi prima di voltarmi verso di lei e sbadigliare.
    « Ok, che mi devi chiedere? » dissi innocentemente, sapendo bene che c' era qualcosa che mi doveva dire, qualcosa che non mi piaceva. Primo perché Yui solitamente la mattina non aveva il tempo di preparare tutto ciò: polpette di riso, latte, caffè e chi più ne ha più ne metta, in secondo luogo perché ormai la conoscevo: per quanto fosse gentile con me sapevo bene fino a che punto si spingeva con le azioni gratuite senza motivo. Ed infatti sembrai cogliere nel segno, lei mi prese le mani e mi trascinò, senza difficoltà, sino su una sedia, dove mi sedetti. Lei si sedette in braccio a me e mi passò le braccia attorno al collo.
    « Oggi parto in missione. » quelle parole mi pietrificarono, ma l' unica reazione visibile fu solamente la mia richiesta senza parole. Con gli occhi, puntati nei suoi, le chiesi quanto doveva restare via.
    « Una settimana, non di più e non di meno. Purtroppo è di protezione, un tizio l' ha richiesta durante un convegno. » Yui sbadigliò, annoiandosi probabilmente al solo pensiero di dover fare quella missione. Sospirai appena e mi avvicinai, posando velocemente le mie labbra sulle sue per un veloce bacio.
    « Sta attenta, ok? » le dissi. Lei annuì e mi baciò nuovamente a sua volta prima di girarsi verso la tavola, rimanendo sempre in braccio a me. Guardò le cibarie e prese una polpetta di riso appena fatta, porgendomela.
    « Mangia dai, non vorrai gettare via tutto questo mangiare. » mi disse lei. Sorrisi, afferrando la polpetta ed addentandola: squisita, come al solito. Mentre mangiavo realizzai che quella settimana sarei restato da solo in casa e che alla fine sarei arrivato a metà settimana malinconico. E già, Yui mi aveva proprio assuefatto oramai.


    […]



    Un' ora dopo ero in Amministrazione. Camminavo pigramente, trascinandomi con lentezza sulle scale fino a raggiungere l' ufficio preposto a dare missioni come pane quotidiano degli shinobi. Vi entrai pigramente, sperando che non ci fosse nulla ma sapendo che ci sarebbero state almeno altre tre missioni in coda per me. Mi diressi verso un' impiegato libero, quello che mi sembrava meno secchione di tutti, e mi fermai davanti alla sua scrivania. Lui alzò lo sguardo e mi puntò gli occhi sul viso per un istante, abbassandoli nuovamente: la mia voglia di lavorare doveva essere evidente quanto il classico ago in un enorme pagliaio.
    « Desidera? » che domanda idiota. Lo fulminai con lo sguardo e mentre pensavo maldicenze risposi, con un tono pesantemente ironico.
    « No nulla, un permesso per non avere più missioni per i prossimi dieci anni. » dissi angelico, sempre con quel tono quasi scortese che non mi era proprio, ma che mi riusciva benissimo negli ambienti amministrativi (che odiavo profondamente).
    « Senta sono qui per lavorare, non per giocare. » sbottò l' impiegato.
    « Anche io, se non le dispiace. Che si fa in questo ufficio? Non vede che sono un Ninja? » dissi sospirando ed alzando lo sguardo al cielo, implorando mentalmente che qualche astratta divinità mi venisse in soccorso.
    « Lei chi è? » chiese con tono offeso l' impiegato, togliendomi qualche schiaffo dalle mani.
    « Itai Nara, Chunin. » dissi velocemente per evitare di soffermarmi troppo a pensare alla deficienza di quell' uomo. Lui prese, con una calma snervante, alcuni fascicoli dalla scrivania, fino a trovare quello con il nome su. Lo aprì quindi e prese alcuni fogli fino ad uno marchiato con una bella “C” rossa sopra. Una missione di grado C? Quindi mi avrebbero assegnato una squadra da comandare, era evidente che non potevo andare da solo.
    « Allora, per lei c'è una missione di eliminazione Nara-san. » togliere la vita a qualche spregiudicato criminale non era mai un problema per me, togliere la vita in generale non lo era a dire il vero, per quanto odiassi farlo.
    « La squadra? » chiesi quindi, notando che non continuava ed anzi, già mi passava il foglio. E lui fece l' errore di svelarmi la verità che concretizzò il dubbio che mi era sorto un istante prima.
    « Squadra? E' da solo Nara-san, riteniamo che lei possa sbrigarsela da solo. » restai in silenzio per circa cinque secondi prima di colpire con un pugno la scrivania. Un pugno abbastanza forte da far tremale la struttura di legno e far alzare qualche foglietto di carta attorno a me.
    « L' ultima volta che mi avete mandato da solo sono finito prima aggredito da dei predoni, poi in dei tunnel sotterranei e tanto per finire ho rischiato di crepare affogato! Datemi una squadra altrimenti da qui non mi muovo! » sbottai quindi a voce un po' alta. Avevo fatto formale protesta e dubitavo che il Mizukage non avesse nemmeno ascoltato le mie parole. Probabilmente era stato l' ennesimmo errore di quegli stupidi topi di biblioteca.
    « Il Mizukage ha deciso così Nara! Ed ora non dis... » la mia mano scattò e lo sollevò senza alcuno sforzo fino a portarlo davanti al mio viso. Dire che ero livido era poco.
    « Smettila con queste cazzate ti prego e lavora! Contatta il Mizukage se necessario ma almeno un altro nella mia squadra lo voglio, ok? E vedi di non farmi arrabbiare, non sono un bello spettacolo. » dopo quelle parole lo mollai quindi, spaventato. Avevo attirato l' attenzione di parecchia gente in quel momento e sicuramente qualcuno avrebbe avuto da ridire. Peggio per loro, non ero in vena di scherzi e quando non lo ero io sicuramente l' essere che avevo dentro di me gioiva come non mai.






     
    .
  2. Aokawa Ryo
        Like  
     
    .

    User deleted



    Fedeltà al Villaggio


    Basta! Non ne potevo più!
    Da quando ero diventato Genin, ero stato costretto a recarmi saltuariamente all'amministrazione di Kiri per compilare alcune scartoffie circa la mia promozione. Mi muovevo come un automa, oramai! Dovevo porgere la mia firma, scrivere a chiare lettere l'indirizzo della mia abitazione e porre un numero dinanzi al grado che classificava le varie missioni. Pensavo che di questo passo mi avrebbero conosciuto meglio loro rispetto me medesimo. Già, vi erano dei giorni in cui non facevo niente, mentre altri li dedicavo completamente alle faccende burocratiche.. ma di questioni pratiche, come addestramenti o missioni, non si riusciva a scorgere neppure il profilo all'orizzonte!!!

    - Basta, basta, basta!!! Non ne posso più!!! -
    Sbottai fra me e me, continuando a compilare moduli. Vi era un viavai di gente quella mattina. Molti si erano recati lì e di tanto in tanto si vedevano alcuni ninja entrare, prendere un foglietto per iscriversi ad una missione, compilarlo e sparire nel nulla da cui erano venuti. Molti di loro sbottavano quando ricevevano una missione, altri annuivano pigramente.. che disgraziati! Io li invidiavo per ciò che facevano e loro si permettevano di sbuffare o di acconsentire accondiscendenti. Il prossimo che avrebbe fatto così dinanzi ai miei occhi, l'avrebbe pagata molto cara. Cioè.. è proprio vero che chi ha il pane non ha i denti e chi ha i denti non ha il pane!!! Ma ciò che successe dopo fu qualcosa di inimmaginabile, benché successe per davvero.
    Un ragazzo, sulla ventina, entrò nella sede amministrativa e cominciò a borbottare qualcosa contro l'impiegato circa una missione. Non avevo capito che tipologia di missione fosse, però parevano entrambi gli interlocutori molto scocciati e si lanciavano frecciatine a vicenda, finché il ninja non prese l'impiegato per il collo. Rimasi incredulo a quella visione, non pensavo che ci fossero dei ninja così... non riesco nemmeno a trovare un aggettivo per schernirli. Loro erano feccia, erano la feccia che impediva a Kiri di espandere la propria egemonia anche sugli altri paesi ninja. A quel punto, vedendo quell'orribile scena, non riuscii a raffreddare i miei bollenti spiriti ed esplosi.

    image
    « Ehy, biondino... »
    Lo ammonii minacciosamente. Nel frattempo lasciò cadere l'impiegato sulla propria sedia. Il mio sguardo si fece ancora più truce e tentai di fare incontrare i nostri sguardi. Ma chi diamine credeva di essere? Sopratutto, aveva minacciato un funzionario di Kiri, del mio villaggio... del nostro villaggio! L'ira offuscava la mia mente, non riuscivo a calmarmi.
    « Vedi di moderare i toni, altrimenti sarò costretto a darti una ripassatina di buone maniere. »
    Continuai a squadrare la sua figura, cercando di stuzzicarlo con minacce. In realtà non volevo picchiarlo, non ero il genere di tipo che risolveva tutto con la violenza, ma dovevo ammettere che certe volte il pestaggio era l'unica via e, quel ninja, probabilmente era stato viziato troppo da credersi il migliore, pensava di essere il primo della classe. Continuai a guardarlo, aspettando una sua replica...
     
    .
  3.     Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    Insolenza indomita

    Post |
    Secondo



    image
    Lento e pericoloso mi girai verso l' insulso moscerino che aveva osato riprendermi. Già dalla vocetta acuta avevo capito che si trattava di un moccioso o di un uomo castrato, dall' insolenza avevo capito che era inesperto, dal tono avevo capito che era schifosamente patriottico e dell' ignoranza avevo capito che era immensamente stupido. Il mio sguardo era fulminante, l' aria elettrica ed attorno a noi aleggiava un silenzio quasi spettrale. I quattro impiegati trattenevano il fiato ed i Ninja stavano a guardare, incerti se intervenire o meno, cercando di capire se io avrei avuto la maturità necessaria per evitare di cercare uno scontro contro un ragazzino e se lui avesse abbastanza cervello da cercare di non attaccarmi per quella mia sacrosanta sfuriata contro il rappresentante dell' indomita burocrazia kiriana. Quindi alzai un sopracciglio, ovviamente per niente spaventato dalle minacce, decisamente poco inquietanti, mentre l' impiegato sembrava ringraziare il cielo e probabilmente il suo coraggioso salvatore.
    « Mi levi una curiosità? » dissi in tono calmo, ma che lasciava tradire una nota di nervosismo, un acuto strozzato simbolo della mia pesante stizza verso quel moccioso.
    « Chi cazzo sei tu? » sbottai quindi poco gentilmente mentre la mia evidente irritazione caricava il chakra di Kaku mal trattenuto, risvegliandolo dal suo sonno. E puntuale il demone stuzzicò le mie emozioni, facendomi arrabbiare se possibile di più. L' impiegato, pur non sapendo che cosa mi portavo dentro si alzò e si frappose tra me ed il ragazzino, per qualche secondo almeno, prima che la mia mano lo scansasse senza alcun accenno di gentilezza.
    « Tu levati dalle palle e fa quello che ti ho chiesto. Ehi moccioso, smamma, prima che mi alteri ulteriormente. » dissi secco prima di voltarmi ed ignorare il ragazzino. Avrebbe anche potuto attaccarmi, ma di certo non sarebbe stata una bella esperienza per lui, decisamente.
    Ero certo che sarebbe rimasto con le mani in mano ed in caso contrario... Bé in caso contrario erano solo ed esclusivamente fattacci suoi.






     
    .
  4. Aokawa Ryo
        Like  
     
    .

    User deleted



    Il Signorino So-tutto-io


    Tutto successe troppo velocemente.
    Il tizio irato provò ad attaccarmi, disse qualche parola a vanvera e l'impiegato si frappose fra me e lui, onde evitare una rissa. Rimasi lì, un po' sbigottito per tutto il trambusto che stavo creando, senza, però, lasciarmi intimorire dalla figura del ragazzo in perenne stato di rabbia. Sembrava un cane o un animale poco intelligente.. non avevo paura di lui, non avevo paura del primo buffone che capitava a tiro. Pensava che comportandosi così gli altri lo avrebbero catalogato come "un fico", ma in realtà non era altro che un ragazzo con qualche turbamento avuto nell'infanzia e con chissà quali problemi. Problemi che a me non interessavano minimamente.

    image
    « Blablabla... »
    Lo schernii ad alta voce, non appena si girò cercando di non darmi altra attenzione. I miei muscoli erano tesi, pronti a scattare al primo segnale di rissa. Prima di continuare a parlare, aspettai che si girasse, in modo tale da dedicarmi ancora una volta completa attenzione.
    « Bravissimo oratore... ma sai fare solo questo? »
    Continuai a denigrarlo, cercando di stuzzicarlo e di fargli compiere qualche mossa avventata. Non avrebbe potuto uccidermi in quel luogo amministrativo, sapevo che se lo avrebbe fatto sarebbe stato sbattuto in prigione per il resto della sua vita e, a quel punto, la mia morte sarebbe valsa a qualcosa. Non poteva fare nulla, era con le mani legati, ed io, il grande Ryo, stavo per darli il colpo di grazia!
    « Bhé? Perché non mi fai vedere di cosa sei capace, signorino so-tutto-io? »
    Rimasi in allerta. Avevo scagliato la prima pietra e non avevo avuto paura di nascondere la mano, ma adesso.. come avrebbe reagito?
     
    .
  5.     Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    Il coraggio premiato (?)

    Post |
    Terzo



    Quasi all' improvviso la mia razionalità fosse tornata di botto, quasi mi fossi ricordato che non ero li per litigare e che avevo ben altro da fare quel giorno, smisi di pensare a quel ragazzino ed all' impiegato. D' altro canto l' Impiegato, ignorando il ragazzino, rilesse i dettagli della missione grattandosi poi il capo imbarazzato. La voce del fanciullo nel mentre mi giungeva quasi lontana e tanto per zittirlo, visto che si stava comportando come una mosca fastidiosa, mandai il chakra di Kaku alle mie mani, che tenevo in tasca. Queste, invisibili, vennero avvolte da un chakra dorato. Dietro di me la finestra era aperta e fuori dalla finestra c' era il tetro parco dell' amministrazione. Mi voltai un secondo per calcolare le distanze, quindi lasciai che il potere che avevo attivato attirasse un sasso dal parco li fuori e lo avvicinasse a folle velocità a me. Ma avevo fatto i conti con il caso, perché il sasso si sarebbe trovato sulla retta che congiungeva me ed il moccioso. Insomma, un sasso silenzioso e veloce [Velocità: 350] sarebbe sbucato dalla finestra ed avrebbe, quasi certamente, colpito il ragazzo sulla nuca. Avrebbe potuto fare ben poco, e quella bastava ed avanzava come punizione.
    « Ehm.. mi scuso Nara-san, aveva ragione. Rivedendo attentamente la missione, credo che almeno di un Genin con voi ci sia bisogno. » a quanto pareva lo stress da superlavoro aveva lasciato quell' uomo facendogli tornare un po' di razionalità. Sospirai di certo più compiaciuto di prima, mentre un' espressione più rilassata mi compariva in viso, sciogliendo la tensione nella stanza. Un Ninja che era li ad osservare la scena rise appena e si avvicinò a me, dandomi una pacca sulla spalla.
    « Dai Itai, non ti agitare, capita. » disse quindi il Ninja, ricevendo in risposta una scrollata di spalle quasi sconsolata.
    « Sempre a me? » dissi ironicamente disperato. Mi voltai verso il ragazzino quindi, quasi sicuramente colpito dal mio sasso e mi avvicinai a lui. Non ero stato proprio gentile, ma dopotutto quando ero nervoso, e quella mattina tra la partenza di Yui e quello stupido impiegato avevo tutti i sacrosanti motivi per esserlo.
    image
    « Hai coraggio ragazzino. Dimmi, sei Genin? » quindi attesi una risposta. Ovviamente se avesse mentito avrei chiesto all' impiegato che mi avrebbe risposto che in effetti era un Genin. Il Genin che cercavo.
    « Per quanto irritante, superbo ed un po' troppo imprudente tu possa essere, hai fegato, cosa che apprezzo un bel po'. Com'è che ti chiami? » chiesi quindi. Il ragazzino avrebbe notato un certo cambiamento nel mio tono di voce, certamente più gentile, anche se rimaneva comunque abbastanza fermo e sicuro. No, non avevo voglia di chiedere scusa a nessuno. Una volta ricevuta la risposta mi rivolsi verso l' impiegato, girando il capo verso di lui.
    « Lo voglio nella missione, credo non ci siano problemi. » l' impiegato fu celere stavolta a scuotere il capo in senso di diniego. No, non c' erano problemi, come credevo. E quindi, senza aspettare un non necessario consenso scrisse il nome del ragazzo sotto il mio sul foglio della missione, consegnandomelo. Lo presi e lo ripiegai, mettendolo in tasca, per poi puntare nuovamente gli occhi su di lui.
    « Se non l' hai capito ragazzo, sei in missione per ordine del Mizukage. Muoviti a prepararti e non protestare se non vuoi finire in prigione. » una cosa avevo capito già di lui: la sua insolenza l' avrebbe creduto al di sopra di quella decisione arrogandosi l' illegittimo diritto di non andarci. Ma in quanto Genin era un militare, in quanto tale sottostava agli ordini dei suoi superiori, ergo dei miei e del Mizukage, che vidimava tutte quelle missioni.








     
    .
  6. Aokawa Ryo
        Like  
     
    .

    User deleted



    Eseguire gli Ordini


    Silenzio, solo silenzio.
    Come se tutto il trambusto creato venisse inglobato in un immenso buco nero che ne carpisse il contenuto, la stanza si acquietò in un mesto sospiro che la trasformò in una cupola casta da cui non proveniva più alcun rumore. Il tempo si dilatò, gli istanti parevano minuti che non trascorrevano mai. Nessun movimento scandiva il trascorrere inesorabile del tempo, il grigio delle pareti pareva assorbire la vita a noi ninja colpevolizzati da un giudice inesistente. Poi divenne tutto nero per un istante, un altro effimero istante che trasformò il silenzio in dolore. Il dolore macchiò di rosso il tempo e finalmente tutto tornò alla normalità a cui ero abituato.

    « Ahiahiai, che dolore! Chi è stato a colpirmi alle spalle?! »
    Mi voltai, irato per il dolore, alla ricerca di un colpevole che non apparve. Prima ho detto che avevo scagliato la prima pietra e non avevo nascosto la mano, ora, però, era accaduto l'esatto opposto, benché la mia era una mera metafora mentre ora bisognava intendere il detto in maniera letterale, poiché non c'era il colpevole ma solo un sasso che mi aveva colpito alla nuca senza preavviso.
    - Ma chi diamine è stato?! -
    Considerai, guardandomi attorno, ma nessuno poteva essere stato in grado di fare ciò così velocemente. Rimasi ad osservare la situazione, mentre il biondino confabulava rammaricato con un altro ninja. Sicuramente stavano tramando qualcosa, ma ora come ora m'interessava più sapere chi era stato a compiere quel gesto improbo nei miei confronti e non sarei mai e poi mari riuscito a capire come era andata esattamente la dinamica della situazione e come un comune umano, o ninja di Kiri, era riuscito a manipolare la terra in modo così abile.
    Nel frattempo, con mio sommo stupore, il carattere dello Shinobi cangiò. Divenne più mite, più razionale, più umano insomma.
    image
    Rimasi sorpreso da questo cambiamento a tal punto che fui impreparato quando mi incalzò con una serie di domande, alcune retoriche altre no.
    « Io sono Ryo Aokawa, ultimo membro del medesimo clan, nonché uno dei più forti Genin di tutto il paese! Tu, invece, chi saresti? »
    Domandai, ma scortese come sempre, lo Shinobi si girò e chiese all'impiegato se ci fossero problemi di sorta se lo seguissi nella missione. Rimasi letteralmente a bocca aperta! Cioè.. dovevo partire per una missione, senza essere stato avvertito, con un ninja di cui non mi fidavo minimamente? Ma come si era permesso di scegliere me senza chiedermi prima se desiderassi prendere parte alle missione. Però, poi riflettei. Io, dal mio canto, non vedevo l'ora di compiere una missione sotto le vesti di Genin ed ora mi si parava un'opportunità che non potevo lasciarmi scappare.
    Puntualizzò sul fatto che non potevo rifiutare perché ordine dell'amministrazione e del Mizukage in persona. Lo guardai come se lo volessi sfidare, ma non c'era rabbia nei miei occhi, solo determinazione. Per un momento lasciai da parte tutte le diatribe che c'erano state fra noi, ora dovevo pensare solo alla missione ed a tenere d'occhio quel tizio piuttosto bizzarro. Ero pronto per la grande sfida, nonché mia prima sfida da Genin.

    « Eheh, al contrario tuo io non sbuffo o mi metto a polemizzare contro le decisioni del Mizukage. Ricorda: io sono uno Shinobi della Nebbia e non farò mai qualcosa che possa nuocere al mio villaggio! Va contro il mio credo ninja!!! »
    Esclamai, acceso dalla determinazione. Non vedevo l'ora di partire, dovevo passare solo per casa per prendere l'equipaggiamento e sarei stato pronto! Non sapevo di cosa si trattava il lavoro, per fortuna non ne avevo la più pallida idea, altrimenti difficilmente avrei accettato con tanta convinzione; ma ora non potevo tirarmi indietro. Ora dovevo mostrare a quel presuntuoso di che pasta era fatto il grande Ryo Aokawa!
     
    .
  7.     Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    Partenze

    Post |
    Quinto



    image
    Il ragazzo a quanto pare era anche abbastanza voglioso. Accettò di buon grado la missione, come dopotutto mi aspettavo che facesse. Un mezzo sorriso comparve sulle mie labbra quando lui, dimostrando quella che alla fine era tutta la sua inesperienza, pronunciò quelle parole. Io non discutevo gli ordini del Mizukage, io tentavo solo di riportare a casa la pelle ed a quanto pare era ancora troppo spaventato dalla figura del Kage per metterne in discussione un ordine per il proprio bene personale. Rispettavo Shiltar Kaguya e per questo motivo mi arrabbiavo con chi, a nome suo, organizzava maldestramente quelle missioni.
    « Io, al contrario di te, conosco i miei limiti e non mi faccio mandare in missioni che per me significherebbero la morte sicura ed il fallimento della missione. Ricorda che per il bene di Kiri le missioni oltre che farle devono avere successo. Ora fila a prepararti, tra venti minuti al cancello di Kiri. » dissi velocemente quelle parole tanto per mettere a tacere anche l' ultima fiamma dei suoi bollenti spiriti patriottici per lasciar spazio solo alla voglia di un neo Genin famelico di missioni.
    « Comunque io sono Itai Nara, membro mal riuscito di un clan di geni e di pigri. » dissi infine, per rivelare la mia identità. Quando lui fu fuori salutai i colleghi che entravano e quelli che c' erano per farsi assegnare alcune missioni e mi diressi verso casa mia.

    […]


    Tornai a casa e quando aprii la porta sentii che il suono delle cinghie che cigolavano si perse in un vuoto profondo che non mi piaceva. Per fortuna che probabilmente mi sarei dovuto assentare anche io qualche giorno, avrei sentito meno la mancanza di Yui. Entrai in camera da letto e mi sedetti un momento sul materasso, prima di stendermi direttamente. Notai quindi che sul mio cuscino c' era una lettera ripiegata su se stessa. L' aprii e dentro c' erano scritte poche parole. “Parto e torno presto. Sta attento lince. Ti amo, Yui” Sorrisi appena e me la misi in tasca prima di alzarmi e raccogliere, lentamente e senza poi tutta questa grande voglia ciò che mi serviva per quella missione che alla fine era un piccolo momento di battagliera pace.

    […]


    Venti minuti esatti dopo aver ordinato a Ryo di recarsi li intravedevo il cancello a qualche centinaia di metri da me, che mi dirigevo senza troppa fretta verso la struttura. Lui sarebbe dovuto essere già li ed io ci avrei messi due minuti circa ad arrivarci. Non ero di certo io quello che non si poteva permettere riardi dopotutto.









     
    .
  8. Aokawa Ryo
        Like  
     
    .

    User deleted



    Partenza!


    Non mi preoccupai molto della paternale che mi stava facendo quello Shinobi, ciò che diceva mi entrava per un orecchio ed usciva per l'altro. Ero troppo concentrato su quella nuova missione che non potevo perdere tempo con un ninja che, non credendo nelle sue potenzialità, si lasciava intimorire da docili missioni. Lo guardai con indifferenza, avendo la mente altrove, finché non pronunciò il suo nome rivelando tre verità con una sola affermazione.
    - Quindi è un traditore della foglia costui! -
    Cominciai a guardarlo storto. Odiavo i traditori, per cui odiavo anche lui. Già il nostro primo incontro non era stato dei migliori, ora ci mancava solamente che quel vigliacco fosse un traditore per completare il bel quadretto. Questa era una delle tre verità, l'altra era che egli fosse un fallito, per sua stessa ammissione, un esperimento mal riuscito del clan Nara. Infatti si vedeva che era un poco di buono e che aveva avuto dei turbamenti della psiche, per questo cambiava così velocemente carattere, risultando a volte aggressivo mentre altre volte docile come un agnellino.
    image
    La terza verità, probabilmente la più sconvolgente, era il suo nome. Itai. Già avevo avuto modo di sapere il suo nome, quando fui a contatto con due traditori, benché colpevoli di peccati diversi. Shinji, il ragazzo pluritraditore, disse che quei momenti gli ricordavano il combattimento fra Itai e Ishimaru. Forse, il mio accompagnatore poteva darmi qualche informazione in più sul suo conto, tanto per capire se fosse amico di quelle fecce che avevo incontrato lungo il mio cammino.

    « Uhmm... conosci un certo Ishimaru? »
    Domandai senza troppi ed inutili preamboli. Aspettai una risposta, prima di dirigermi verso casa per prendere le mie cose. Presto sarei partito per una missione in compagnia di un traditore vigliacco e scorbutico... non poteva andarmi peggio.

    [...]

    Raccolsi uno zaino, ci misi dentro qualche ricambio e un paio di magliette, presi tutto il mio equipaggiamento e mi preparai per partire. Sì, adesso ero pronto. La Wakizashi era posta sulla schiena, dove vi erano legati anche due Fuuma Shuriken. Nella triplice sacca posizionata all'altezza del quadricipite avevo messo tutte le armi e le varie bombe, fra cui spiccava un'effimera biglia color azzurro intenso le cui potenzialità erano conosciute ai soli Shinobi della Nebbia.
    Lanciai un'occhiata alla foto di famiglia, in cui appariva anche Ryo, ora traditore. Chissà cosa lo aveva spinto a compiere quel gesto sconsiderato. Forse, interagendo con il Nara l'avrei capito, anche se probabilmente non mi sarei mai riuscito a spiegare perché aveva agito così. Fissai la sua figura nella fotografia, un leggero sospiro e me ne andai, chiudendo la porta con così forza che il suo rumore sancì per me l'inizio della missione.

    [...]

    Giunsi alle mura del villaggio in perfetto orario. Mi guardai attorno, cercando la figura del Nara, ma non riuscii a scorgerla. Infatti, arrivò qualche secondo (o minuto?) dopo. Ero pronto per partire, forse partire in viaggio con un elemento che era il mio opposto caratterialmente, mi avrebbe permesso di capire particolari che ora non riuscivo a concepire. O, forse, non sarebbe cambiato niente e tutto sarebbe rimasto uguale, eccetto per un singolare evento che era destinato a mutare: sarei diventato a tutti gli effetti uno vero Shinobi della Nebbia!
     
    .
  9.     Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    Partenze

    Post |
    Quinto



    A quanto pareva ciò che li dicevo non sembrava colpirlo minimamente. Poco male, speravo solo che almeno in missione mi avrebbe risposto, visto che altrimenti mi sarei dovuto far sentire con metodi decisamente di scuola militare. Quasi pensasse a tutto a tutt' altro mi chiese informazioni di Ishimaru. Strinsi appena il pugno a sentire il nome del compagno scomparso e sospirai. Morto in missione, ucciso da un colpo di spada, da chi non si sa. E così tutti i sogni e la vita di un giovane Uchiha rinnegato erano andati in frantumi.
    « E' morto. » dissi solo, seccamente, chiudendo definitivamente quel discorso. Era stata la mia ultima, gravosa perdita, anche se questa volta avevo avuto la forza di non andarmene. Perché a Kiri avevo sempre avuto qualcuno affianco a me.

    […]


    Giunsi al cancello che io ero già arrivato, mi avvicinai alla guardia che stazionava li per regolare il flusso in ingresso ed in uscita dal villaggio. Presi il foglietto della missione dalla mia tasca e glie lo porsi, la guardia lo aprì e l' esaminò per qualche istante, leggendo le specifiche ed i nomi autorizzati a lasciare il Villaggio.
    « Sei Aokawa Ryo tu, no? » chiese l' uomo, attendendo risposta dal ragazzo. Ovviamente se avesse mentito lui l' avrebbe saputo, viste le sue ottime doti interpretative, sicuramente maggiori a quelle del ragazzino. La guardia mi porse il foglio e fece aprire il portone con un cenno della mano.
    « Buona fortuna Itai-san. » mi disse la guardia. Alzai la mano, imitando un simil saluto militare.
    « Grazie Gokudera-san, buona giornata. » risposi per poi uscire insieme al Genin fuori dalle mura di Kiri. Quando il portone si richiuse dietro di noi dinanzi ai nostri occhi vi erano solo due cose: nebbia e terra. Il vapore freddo, l' aerosol d' acqua che era la nebbia si fondeva con l' aria, rendendola pesante e quasi irrespirabile, la terra sembrava invisibile da li a cinquanta metri ed ogni passo sembrava di muoverlo verso l' ignoto.
    « Sei mai stato fuori Kiri? » chiesi quindi, sistemando meglio la mia sacca sulle spalle per iniziare la camminata. Mentre avanzavamo, con destinazione l' entroterra dell' isola, mi guardavo attorno: insomma, quella nebbia era si abituale ma abbastanza persistente che mi sembrava alquanto strana. Non credevo fosse opera umana, troppo estesa, ma probabilmente non faceva pensare a nulla di buono.
    « Ascolta, la missione è di eliminazione. Un ricco proprietario terriero ci ha commissionato l' omicidio di un suo concorrente. A quanto pare quest' uomo ha già ucciso tre o quattro dei contadini del nostro mittente. Potrebbero esserci altri Ninja però, quindi la missione può rivelarsi più complicata del previsto, ma niente di inaffrontabile. Non fare di testa tua e segui i miei ordini, su questo non transigo. » quelle erano le direttive della missione, non richiedeva poi un genio a capire che per uccidere l' uomo avremmo dovuto mettere fuori combattimento i Ninja che aveva assoldato. Circa dieci minuti di calmo viaggio il paesaggio affianco a me parve rischiararsi. Il banco di nebbia si rischiarò decisamente e la zona divenne più solare e luminosa, quasi fossimo usciti da quello spettrale mondo che era Kiri, anche se a dire il vero non era che a mezz' ora di cammino dietro di noi. Le coltivazioni di riso iniziarono ad essere visibili ai lati della strada ed ancora dopo qualche minuto, quando ormai la nebbia sembrava essere solo un ricordo sotto il sole tiepido della primavera si potevano vedere quelle che sembravano sterminate risaie. Ed a quanto pare proprio quel semplice ed innocente riso era la causa del sangue versato in quelle lande così tranquille.
    « La stoltezza degli uomini raggiunge limiti inimmaginabili Ryo. A furia di fare missioni ti troverai a servire le cause meno nobili che perseguono li interessi di chi le commissiona. Arriverai a disprezzare il genere umano se non saprai separare la vita dal lavoro. » dissi mentre la strada più grossa che percorrevamo si riduceva ad un sentiero tra le risaie. Proseguendo per altri pochi minuti ci trovammo al cospetto di una casa che era stata visibile anche da lontano per le sue dimensioni rispetto alle modeste casette contadine che spuntavano qui e li come funghi nel deserto. Arrivati davanti all' enorme portone della casa la mia mano colpì qualche volte il legno. Un' attesa di qualche secondo ed un uomo basso, calvo e ricurvo, con mani dalle dita lunga e decisamente vecchio e brutto aprì l' enorme battente, fissandoci con aria sospettosa.
    « Chi siete voi? » mi chiese scortesemente, mostrando tutta una serie di denti gialli.
    « I Ninja che avete chiesto. » risposi velocemente, porgendogli il foglio della missione. L' uomo, quindi, allungò le lunghe dita sulla carta e l' afferrò, leggendo le righe che sembravano sciogliere ogni dubbio.
    « Seguitemi. » disse solamente, prima di voltarsi e dirigersi dentro. Entrai insieme a Ryo e mi richiusi il portone alle spalle, seguendo il vecchietto che procedeva velocemente. Senza dire una parola quindi ci condusse in una stanza che rispetto l' arredamento scarno che avevamo incontrato in quella poco luminosa casa stonava. Il tappeto che ricopriva tutta la stanza era color rosso fuoco, vi erano parecchi mobili eccentrici e quasri che raffiguravano l' uomo che stava seduto sulla poltrona poco davanti a noi. Era un signore distinto sulla sessantina, con i capelli bianchi e molte rughe sul volto, osservava stancamente i suoi immensi campi fuori dalla finestra e forse contemplava il gesto che voleva far compiere a noi.
    « Ben arrivati Ninja, avanti sedetevi qui dinanzi a me. » l' uomo non distolse nemmeno lo sguardo dalla finestra. Quando noi ci avvicinammo e ci sedemmo l' uomo ci guardò stancamente.
    « Sapete, io e Tetsuo eravamo grandi amici da piccoli. E per denaro a cosa ci siamo ridotti? Ad ammazzarci... » quell' uomo sembrava molto deluso e sospirò pesantemente.
    « La casa di Tetsuo si trova a circa due chilometri ad est da qui. Non so darvi altre informazioni utili. » io annuii a quelle parole per poi alzarmi. Quell' incontro con il mandante era stato alquanto rapido.
    « Andiamo Ryo, non abbiamo bisogno di altre informazioni. » dissi quindi, prima di uscire da quella stanza e subito da quella casa.

    […]


    Una volta fuori guardai un attimo il sole, poi puntai lo sguardo ad Est. Due chilometri di cammino non erano molti, ma nemmeno così pochi da permetterci di perdere tempo. Quindi unii le mani, composi l' unico sigillo della tecnica della trasformazione prima e poi dalla terra creai altre due figure. Due cloni di me, teoricamente, ma che trasformati erano due contadini diversi, un uomo e una donna, con uno sguardo che meno particolare non si poteva. Io mi trasformai anche in un contadino, poco espressivo come quei due: l' ideale per passare in sordina
    « Henge come me Ryo, meglio non farci notare con la luce. » detto ciò, quando lui eseguì la Henge, iniziammo la camminata verso la meta. Avevo paura di un attacco da parte dei Ninja ed avevo tutto il diritto di averla.









    OT

    Ultimo post GDR, consideralo post id presentazione della verde *O*




     
    .
  10. Aokawa Ryo
        Like  
     
    .

    User deleted



    Non Voglio Uccidere!


    Era morto. Sì, quel ninja di nome Ishimaru era deceduto e, data la risposta di Itai, pareva essere un suo grande amico. Forse ero stato troppo invadente a chiedercelo, ma, comunque, non potevo neppure immaginarlo che avesse fatto una fine del genere.
    « Mi spiace. »
    Fu l'unica cosa che riuscii a dire per rincuorarlo, prima di andarmene a casa per prendere la mia roba. In qualche modo, potevo capire cosa si provasse a perdere una persona cara, anche a me era successo, quindi, benché fosse un traditore spocchioso, non riuscii a non provare un tremendo senso di dispiacere per ciò che aveva dovuto patire nella sua vita.

    [...]

    Una guardia m'apostrofò chiedendomi il nome non appena arrivò anche Itai.
    Risposi con un cenno piuttosto cordiale della testa, dopodiché uscii dalle mura. Era un'emozione strana varcare quelle mura che proteggevano il villaggio a cui doveva tanto, un'emozione che non riuscivo a spiegare se essa fosse positiva o negativa. Comunque, lasciai perdere questi pensieri non appena Itai mi domandò se ero mai stato fuori Kiri.

    « Uhm... un paio di volte. »
    Risposi mentre mi divertivo a colpire piccoli sassi con il piede, cercandoli di scagliarli sempre più lontano; ma, mentre la mia mente non era contaminati da sporchi pensieri, arrivò il fulmine a ciel sereno che mi folgorò. La missione era di eliminazione. Il mio compito era uccidere ed io non ero pronto per quel gesto brutale.

    image


    Il mio passo si fermò. La mia mente venne agguantata da antichi ricordi e da nuove memorie che non avevo mai vissuto prima d'ora. Tutto partì dal principio, dal punto in cui era partito tutto. La fuga di Ryu: mi aveva traumatizzato, i suoi omicidi mi avevano disgustato ed adesso dovevo diventare come lui, quando io disprezzavo uccidere in modo tale che il mio animo fosse candido quando lo avrei tirato fuori dal baratro in cui era caduto. Le sequenze di ricordi attraversarono in un secondo la mia carriera ninja: la mia prima missione in cui avevo disdegnato i miei compagni uccidere i propri nemici e, in un certo senso, disdegnavo me per non essere riuscito ad essere freddo come loro. Poi, il passato divenne presente. Itai Nara, questo era il nome del mio presente; mi stava conducendo in una strada da cui non sarei potuto tornare indietro tanto facilmente. In un certo senso era il mio Caronte che mi stava portando dal Signore dell'Inferno ed io non potevo fare altro che lamentarmi come un anima in pena, in cerca di redenzione per peccato che non avevo mai commesso. Infine arrivò uno dei possibili futuri. Ero un assassino, uno che uccideva la gente come fosse qualcosa di naturale. Neppure gli animali uccidono per divertimento, essi uccidono per la fama ma non per sanare il proprio istinto sanguinario. Ed io? Chi ero io per decretare chi doveva vivere e chi no? Non ero un Dio, ero un semplice ragazzo come tanti altri che voleva divenire un ninja... ma non tutti i ninja devono essere costretti ad uccidere. Ai primordi del mondo, Dio ci concesse il libero arbitrio. Ed ora mi vedevo come un oggetto nelle mani di una persona, usato e stra-abusato per compiere gesti che non volevo realizzare. Un burattino nelle mani di un burattinaio pazzo. E se la mia fedeltà a Kiri mi costringeva a uccidere, perchè dovevo tenere tanto ad un villaggio che non tiene a me? Perchè non è possibile salvare Ryu senza uccidere e senza tradire? Non riuscivo a parlare, non riuscivo ad esternare i miei timori al mio caposquadra. Ricordo solo che arrivammo dinanzi alla casa e che ad aspettarci ci fu un calvo signore che ci permise di entrare non appena ci identificammo.
    image
    Ero così immerso nei miei pensieri che non badai neppure al paesaggio al di fuori di Kiri né a cosa dicesse l'anziano signore mandante della missione. Ero in uno stato di coma ad occhi aperti, benché mi muovessi, la mia mente pareva essere caduto in un sonno senza risveglio. Solo quando uscimmo di casa e mi ordinò di trasformarmi, ritornai in me, conscio del fatto che se avessi compiuto quel gesto non sarei potuto tirare indietro. Dovevo andarmene ora oppure per me sarebbe stata la fine.

    « Senti, Itai-san, non posso fare ciò che richiede la missione. Non posso pagare un prezzo così alto. Non posso, mi dispiace veramente. »
    Sebbene mi dolesse molto dire quelle parole, le pronunciai con una lentezza che pareva quasi studiata. Marcavo ogni accento, le avevo pronunciate con una perfetta dizione. Rimasi lì, ad aspettare un responso dal traditore. Non avevo altro da dire, non riuscii neppure a scusarmi per avergli fatto perdere del tempo.
     
    .
  11.     Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    Gentilezza

    Post |
    Sesto



    Ryo si bloccò quando dissi che la missione era di eliminazione ed io, a dirla tutta, ne rimasi leggermente sorpreso. Iniziai, quasi senza volerlo, a guardare Ryo sotto nuovi occhi, perché per quanto fosse solamente un ragazzino presuntuoso, poco furbo e forse coraggioso, rimaneva pur sempre un ragazzino e per tanto, probabilmente incapace ancora di uccidere. Ma aveva scelto la via che non poteva prescindere dell' omicidio: uccidere era la vita di un Ninja, una buona parte delle sue missioni e senza il coraggio di uccidere non avrebbe mai e poi mai potuto andare avanti in quel mestiere. Era pazzia credere che con la forza di volontà e magari una buona dose di bonarietà si potesse far strada, erano tutte balle. C' erano i momenti in cui bisognava essere freddi, avere la mano ferma ed il coraggio di far penetrare una fredda lama nella pelle di una persona che nemmeno si conosceva.
    Mi arrestai pur' io quindi e mi voltai verso di lui, sospirando appena. Uccidere era una cosa deplorevole, ma non poteva più tornare indietro. Io non l' avrei permesso in primis, sopratutto ora, che quel ragazzo mi aveva rivelato la sua grande debolezza.
    « Sai cosa siamo noi Ryo? » chiesi quindi, sapendo che quel concetto non era di certo adatto ad un neo Genin. Solamente sul punto di diventare Chunin molti Ninja comprendevano chiaramente cosa voleva dire essere Ninja.
    « Siamo armi, non uomini. Tu puoi sentirti umano quanto vuoi, puoi amare, puoi odiare, puoi essere un uomo. Ma quando sei in missione sei l' arma in mano al committente. E se il committente ti comanda di uccidere, devi farlo. » mi fermai un attimo, per prendere una sigaretta dal paccetto ed infilarla tra le labbra, accendendola un istante dopo.
    « Ma ti capisco, sei giovane, il tuo cuore è tenero ed hai un sacco di buoni propositi. Ryo, se vuoi essere un Ninja devi affrontare queste cose. L' omicidio, materialmente parlando, lo compirò io. Ma se non va tutto secondo i piani e devi uccidere tu, trova il coraggio e farlo. » spirai il fumo dalla sigaretta e lo gettai fuori, dando le spalle e Ryo per poi voltare la testa e fargli un mezzo sorriso.
    « E' un po' come fare sesso per la prima volta. Sei spaventato, hai paura di sbagliare, ma quando l' hai fatto scopri che ti riesce anche abbastanza bene. » dopo quel paragone tirai avanti quindi, certo che quel ragazzo non avrebbe obiettato oltre. Non poteva e non doveva, aveva una missione ufficiale, rifiutarla di farla sarebbe significato tradire un villaggio che lui amava profondamente. E lo sapeva.

    […]


    Così tutti quanti sotto Henge, più le mie due copie, ci dirigemmo verso il palazzo di Tetsuo. Proseguimmo per circa mezz' ora tra le varie stradine, essenzialmente non parlando semplicemente perché farlo sarebbe stato rischioso. Arrivammo dinanzi al palazzo, dove molta gente lavorava ed ormai il sole era alto in cielo. Contadini erano chini sulle piante di riso, uomini entravano ed uscivano dal palazzo rivelando un' inaspettata vitalità.
    « Vieni, evitiamo di farci chiedere perché siamo qui e chi siamo. » chiesi quindi. Difatti molti contadini ci osservavano straniti, ma noi, senza farci troppi problemi, sfuggivamo dal loro sguardi, continuando a gironzolare attorno a quel palazzo. Osservavo le entrate e le uscite, osservavo la posizione delle finestre e per quanto mi era possibile lo memorizzavo, cercando di elaborare un piano utile allo scopo: infiltrarci ed uccidere il capo.
    « Agiremo quando calerà il sole ed i contadini andranno via, ok? Ora tie... » mi bloccai notando un uomo dinanzi a noi, enorme, alto due metri e dieci centimetri almeno con dimensioni, in larghezza e profondità a dir poco esagerate. Aveva la testa calva e gli occhi infossati, ma anche un viso giovane ed all' apparenza amichevole. Insomma, il tipo ingenuo perfetto per far crollare tutta una copertura.
    « Scusatemi, avrei bisogno di una mano con quei carri, dovrei entrarli nel palazzo. » il mio viso si illuminò.
    « Potete darmi una mano? » immediatamente, non senza teatralità, piegai avanti la schiena e posi una mano sul rene destro, lamentandomi appena con un tono che stava a significare “persona anziana dolorante”.
    « Ti darei una mano, ma ho la schiena a pezzi. Ma il mio amico è giovane ed aitante, ti aiuterà lui! » lanciai uno sguardo di nascosto a Ryo, sorridendogli. Io dovevo continuare a sorvegliare qui in giro. Quindi, veloce, mi allontanai, passando vicino a Ryo e mormorandogli qualcosa nell' orecchio.
    « Devo controllare qualcosa qui. Ti passo a prendere dopo. » quindi mi allontanai, lasciando l' enorme ragazzo e Ryo da soli.

    Il ragazzo quindi, affaticato ma decisamente più felice indicò a Ryo una serie di carri accatastati ad una centinaia di metri da li. Potendoli contare erano circa un ventina. Ed erano molto, molto pesanti, carichi di riso e decisamente poco utilizzabili se non con un grosso sforzo fisico.
    « Avanti, buon' uomo. I carri sono quelli, dieci io e dieci tu, fino al magazzino che dista da li circa... duecentocinquanta metri. » quindi il ragazzo si avvicinò ai carri, che andavano trainati a braccia. Erano proprio dieci, pesavano abbastanza da rendere quell' esercizio così faticoso da costringere Ryo a spingersi oltre il suo limite per evitare di far insospettire l' enorme ragazzo. Ed era ora di iniziare, perché subito dopo il ragazzo andò verso il primo carro e con una grande energia iniziò a trainarlo. C' era molto, davvero molto da fare per Ryo.









    OT

    Prova di forza.
    Orsù, traina, traina :zxc:


     
    .
  12. Aokawa Ryo
        Like  
     
    .

    User deleted



    Il Valore della Vita


    Sai cosa siamo?
    Certo! Siamo uomini, essere pensanti in grado di provare emozioni, in grado di vivere, di gioire, di odiare. E non c'è un uomo migliore di un altro, non c'è un uomo che ha la licenza di uccidere un membro della propria specie per un lavoro. La natura ci ha donato di un'intelligenza, sfruttiamola! Perché questo genocidio? Perché tutta questa sofferenza? Pretendo una risposta logica, lineare, razionale che è in grado di convincermi altrimenti rimarrò sempre della mia idea. Che noi siamo uomini, non armi. Noi viviamo, non dobbiamo uccidere.
    Noi siamo la linfa di questo mondo, dovremmo collaborare anziché ucciderci a vicenda per il potere o per mero guadagno personale. Chi uccide perde il proprio status di un uomo, diventa feccia, un assassino, un essere inferiore persino agli animali.
    Evidentemente non tutti la pensavano in questo modo: fra questi c'era Itai Nara, Chunin della Nebbia che mi aveva preso con
    image
    sé in una missione di eliminazione e, mio malgrado, non potevo né volevo contrastare le decisioni del Mizukage; ma al contempo non volevo uccidere per far godere uno stupido signorotto.
    Cosa dovevo fare?

    « Uhm... d'accordo... »
    Accettai. Non avevo altra scelta, ma al momento era inutile fasciarsi la testa prima che si rompa. Potevano succedere tante cose, poteva essere che Itai si riguardasse e non commettesse quel gesto. Potevano succedere tante cose per prevedere l'evento, al momento era meglio lasciarsi trasportare atono dal corso degli eventi.

    [...]

    Trasformati procedemmo lungo il cammino prefissato, mentre sguardi non troppo discreti ci osservavano. Io avevo assunto l'aspetto di un uomo, sulla trentina, con muscoli piuttosto sviluppati. Continuammo il cammino, giravamo attorno al castello per vedere possibili entrare per l'irruzione e possibili uscite per scappare. Avremmo agito di notte, o almeno questo era il piano finché un contadino non ci fermò. Era alto, ben piazzato, calvo e molto, molto muscoloso. Lo guardai dal basso verso l'alto e per un istante la mia bocca rimase aperta. Soffriva forse di gigantismo?!
    Ci chiese aiuto per portare dei carri, io mi aspettavo che Itai rifiutasse e il mio pensiero trovò verità quando quello fece finta di non aver il fisico per fare certe cose... ma poi accade l'imprevedibile.

    - Aspetta, cosa diamine sta facendo?! -
    Pensai preoccupato quando Itai assegnò a me il compito di aiutarlo. Mi sussurrò qualcosa all'orecchio prima di scomparire. Forse, faceva parte tutto del suo piano ed io ero una pedina importante per la sua riuscita. L'omone mi spiegò dove dovevamo portare i carri e quanti ne dovevo portare. Sembravano piuttosto pesanti a una prima occhiata e la distanza non era da meno. Acconsentii con la testa prima di scrocchiare le dita, un rumore secco e freddo, e prepararmi a trascinare quei carri.
    Cominciai a trainare, ma il primo impatto fu spaventoso. Erano pesantissimi9! Molto di più di quanto avevo calcolato. L'uomo grosso mi menò un’occhiata, io ricambiai con uno sguardo deciso, sicuro della buona riuscita della prova. Dentro di me, invece, non sapevo cosa fare. Probabilmente mi sarei spezzato tutti i legamenti e mi sarebbe venuto il colpo della strega se avessi veramente tentato di portare quei carri pieni di riso. Nel frattempo, il contadino partì e procedeva con un passo abbastanza svelto e sicuro! Non potevo farmi battere da lui, questo fu l'unico pensiero che mi diede carica per tirare. Cominciai a spingere, sempre più e il carro cominciò a muoversi.

    « Oddio come cavolo pesano! »
    Sussurrai imbronciato ciò fra me e me, mentre il carro continuava a muoversi e il mio volto diveniva sempre più rosso per la fatica e per lo sforzo. Tutti i muscoli delle braccia erano in contrazione e non avevano un attimo di riposo. Continuai a trainare, sbuffando e digrignando i denti, finché non vidi l'uomo ritornare dal primo viaggio. Aveva già portato il primo barile alla meta, mentre io era ancora lì. Le energie divamparono in me e continuai a trainare, con velocità crescente. Dopo qualche minuto anch’io finii di portare il primo carico.
    Non rimasi a dormire sugli allori, anzi, con velocità sorprendente ritornai al punto di partenza. L'uomo aveva già cominciato a trainare e aveva fatto un buon terzo della strada, mentre io ancora non cominciavo. I muscoli ancora indolenziti per il riposo non ebbero tregua. Contraendo nuovamente ogni fibra del mio corpo, ripresi nell'arduo compito assegnatomi. Ogni tanto lasciavo la presa, rilassavo i muscoli per qualche secondo e poi continuavo la traversata. Alla fine del secondo traguardo, non tornai indietro con la velocità giovale che mi caratterizzava prima, ma a passo normale, facendo esercizi di stretching veloce per le braccia.
    - Brutto traditore di un Nara, mi avrà per caso preso per uno schiavo?! -
    Riflettei, mentre riprendevo a trainare il terzo carro. Anche l'omone pareva piuttosto stanco e ciò mi rinvigorì nuovamente. Avevo modo di oltrepassarlo se avessi continuato a trainare in quel modo degno di una bestia da soma! Chinai la testa, abbassai il baricentro e ripresi a trainare con maggior vigore. Bicipite, tricipite, trapezio e tutti gli altri muscoli, anche della schiena e delle spalle, si stavano contraendosi per aiutarmi in quell'ardua impresa. Continuai a spingere in questo modo fino all'ottavo barile circa, quando le forze cominciarono ad abbandonarmi completamente! Sentivo l'acido lattico cominciare a circolare nelle mie braccia semi-paralizzate per lo sforzo. Ansimavo vistosamente e avevo il volto dipinto di rosso, a tal punto che faceva contrasto con i capelli bicolore. Prima di trainare il nono carro, ripresi fiato e cercai le forze nei meandri del mio corpo, in modo tale che mi supportassero in questi ultimi viaggi. Pure l'uomo sembrava piuttosto stremato, ma al contrario mio aveva sempre un briciolo di forza inesauribile che lo portava a non fermarsi mai, benché il suo ritmo di trasporto si fosse dimezzato. Ripresi a tirare con indicibile forza e, condotto anche il nono
    image
    al suo traguardo, poggiai la schiena contro di questo e cominciai a sospirare. Gettai uno sguardo al cielo. Lavorando mi toglievo dalla mente il vero obiettivo di quella missione, ma, per quanto mi sforzassi, l'ombra della sua idea mi perseguitava sempre. Non sapevo cosa fare, come agire. Sapevo solamente che Kiri mi aveva ordinato di uccidere, senza preoccuparsi dei problemi che quest’atto avesse causato in me. Ripresi il cammino per portare anche il decimo, mentre l'omone aveva quasi terminato il suo lavoro. Ripresi, con l'ultimo briciolo di forze che mi rimase in corpo e portai a termine anche il mio lavoro. Ansimante e sconvolto per le ardue fatiche, cui ero stato sottoposto, ripresi fiato, con le braccia che penzolavano lungo le mie gambe. Ero stremato, ma ero estremamente orgoglioso di me per essere riuscito a portare a termine il lavoro che Itai mi aveva assegnato. Sentivo che ero in grado di fare tutto in quel momento, ero pieno di energie benché il mio corpo reclamasse a gran voce, la merita pausa.

    « Eheh, è stato un giochetto da ragazzi! »
    Esclamai con convinzione, prima di gettarmi al terreno per riprendere le forze. Ora non mi restava che aspettare il ritorno di Itai, che avrebbe dovuto utilizzare più di una scusa per giustificare il fatto che mi aveva usato come schiavo! Inoltre, ora ero così stanco che mi ci voleva solamente una bella dormita, come diamine avrei fatto a portare a termine la missione se riuscivo a malapena a utilizzare le braccia?
     
    .
  13.     Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    Nemici non dichiarati

    Post |
    Settimo



    Mentre Ryo faticava io mi ero allontanato con circospezione, continuando ad osservare il palazzo in tutta la sua imponenza. Avrei potuto passare ore ed ore a fissare tutte le artistiche rifiniture di quella magione, ma non erano cose che mi dovevano interessare. Fissare le finestre, fissare le porte, cercare di capire come infiltrarsi li dentro; era quello lo scopo di quella mia così attenta osservazione. Girai per tre o quattro volte attorno al palazzo, ragionando un piano e lanciando, quando mi era possibile, uno sguardo a Ryo.
    Poi lui finì di aiutare quell' uomo ed io, velocemente, mi diressi verso di lui. Era steso, esausto, sul terreno. Una volta vicino a lui mi sedetti al suo fianco, guardando le persone che lavoravano davanti a me. La gestione mafiosa dell' economia di quell' uomo aveva già ucciso quattro uomini ed ero certo che quella notte almeno un altro sarebbe morto. C' era fermento nell' aria, potevo quasi avvertirlo. Alcuni contadini paravano tra di loro sommessamente e smettevano quando mi avvicinavo, altri invece filavano dritto quando incrociavano me o qualsiasi altra persona che era li da poco. Era solo una sensazione, ma mi sembrava maledettamente veritiera.
    « Riposati, sei esausto. Stanotte non ci infiltreremo nel palazzo, ho paura che ci siano dei Ninja in giro. » dissi io quindi, lasciando Ryo a riposare per una ventina di minuti, restando li accanto a lui. Presi una sigaretta e la misi tra le labbra, accendendola e respirando piano il fumo.
    « Prima forse hai avuto l' impressione che io sia un Ninja senza troppi scrupoli o cuore. Per te essere Ninja ed essere uomini è la stessa cosa, vero? » dissi, gettando fuori del fumo dalla bocca, facendo cadere poi la cenere in eccesso dalla punta della sigaretta con un istintivo movimento delle dita.
    « Sai, fuori dalla mia vita di Ninja, diciamo quando non sono in missione, mi godo la vita come posso. Ho imparato a dividere le due cose. Sai, sono fidanzato, amo una ragazza e lei ama me. Ed è una cosa seria. Capisci, allora, che i Ninja sono uomini, sono uomini a tutti gli effetti. Ma essere Ninja è un mestiere, uccidere, rubare, spiare, proteggere, è ciò che dobbiamo saper fare. Se non lo facciamo, per paura o per principio, siamo come un muratore che non sa costruire un muro, come un falegname che non sa lavorare il legno o come un fabbro che non riesce a costruire nulla dal suo acciaio. Saremmo inutili. » quindi mi alzai, tendendogli la mano per aiutarlo a rialzarsi. Gettai la sigaretta, a metà a terra e la pestai e quando fummo tutti e due in piedi conclusi quel discorso.
    « Quando fai il Ninja, sentiti meno umano che puoi. Quando non lo fai, sii più uomo che puoi. E' l' unico consiglio che posso darti Ryo, poi devi essere tu a scegliere cosa fare della tua vita. » detto ciò indicai un casolare semi abbandonato che nessuno usava più, evidentemente da molto tempo.
    « Andiamo li ed aspettiamo li entro finché non farà buio. Quando farà buio usciamo. Ti viglio pronto a qualsiasi evenienza, ok? » dissi, dirigendomi verso il casolare. Stetti ben attento che nessuno potesse vedere che stavamo entrando ed una volta dentro mi avvicinai alla parete più lontana dalla porta e mi sedetti contro il muro. Il casolare era un monolocale vuoto, polveroso e completamente in legno. Le finestre erano rotte e probabilmente qualche topo aveva fatto di quel posto il proprio nido.
    image
    « Che schifo... » dissi sconsolato, prima di socchiudere gli occhi. Fissai per un momento il palazzo ed invitai Ryo ad avvicinarsi: era arrivato il momento di spiegargli come agire.
    « Mentre tu trainavi i carri io sono riuscito a formulare un piano per entrare in quel posto. Ovviamente dovremmo agire con il favore delle tenebre, ma non stasera. Primo, devo capire se ci sono guardie. Secondo, ho l' impressione che qualcuno andrà ad uccidere altri contadini del nostro mandante, stanotte. » quindi presi lo zaino che mi portavo dietro, ormai la Henge era sciolta da tempo per fortuna, e lo aprii, prendendo due porzioni di cibo in scatola, lanciandone una a Ryo, forse un po' troppo forte [Velocità: 200]. Se non l' avesse preso sicuramente gli sarebbe arrivato in faccia.
    « Ops, scusa. » dissi divertito, prima di tornare subito serio.
    « Tornando al piano. Domani sera, se ci sono guardie, dovremo trovare un modo per neutralizzarne qualcuna. Nessun omicidio, meno sangue spargiamo e meglio è. Prendiamo il posto delle guardie e scaliamo la parete orientale del muro del palazzo. Ci entriamo, andiamo nella stanza del vecchio e compiamo l' atto. Attento a non fare caos in qualsiasi modo, segui sempre quello che ti dico. Non so com'è il palazzo da dentro, non ti so dare istruzioni più precise. Dobbiamo entrare dalla terza finestra partendo da destra del lato est del palazzo, ok? » detto ciò aprii il mio cibo in scatola e con un cucchiaio che avevo nello zaino assaggiai il riso altamente industriale. Non era malaccio, ma era ben lontano dalle prelibatezze che riusciva a preparare Yui.
    « Sento già la mancanza dei fornelli. » dissi prima di ingoiare il boccone.

    […]



    La notte arrivò, tra noie varie, come quella principale di dover attendere quasi otto ore in quel casolare senza avere poi un granché da fare. Io pensai e ripensai al piano, cercando di perfezionarlo per quanto possibile, ma quando le tenebre giunsero non ci fu più molto da fare.
    « Andiamo. » dissi a Ryo uscendo poi dal casolare. Appena fuori io composi un unico sigillo e due copie di me comparvero, una alla destra ed una alla sinistra. Quindi queste partirono, una a destra ed una sinistra del palazzo, per osservare la situazione.
    « Sono Kagebunshin. Una volta dissolte tutto ciò che vedono e sentono si riversa su di me. E' il modo migliore di esplorare senza esporsi. Noi abbiamo altro da fare. » dissi mentre mi avvicinavo più al limite estremo di quelle terre, quasi volessi tornare in quelle del nostro mandate. Osservavo attentamente il territorio attorno a me, ma non sembrava esserci nulla Tornammo alla staccionata che divideva i due territori ed incrociai le braccia al petto, restando in attesa.
    « Occhi ed orecchie aperte, ok? Potrebbero arrivare dei Ninja » dissi quindi a Ryo, continuando ad osservare il territorio, sfruttando la luna crescente e la mia vista quasi perfetta al buio.

    […]



    Non so cosa accadde in quei momenti. Il mio udito percepì un rumore sottile ed io, mi voltai estraendo con quanta velocità avevo e forse anche di più [Velocità (+ Medio Basso + Maestria Base): 300->450], colpendo quel Kunai che era diretto verso di me da un punto non preciso, allontanandolo.
    « Ci attaccano! » esclamai quindi, continuando a cercare nell' ombra senza però trovar nulla. Altri sibili ed altri kunai ci attaccarono, questa volta da tutti e due i fronti, sia il mio che da quello di Ryo. Non erano velocissimi, almeno per me [Velocità: 200], ma a Ryo avrebbero causato qualche problema di troppo.
    « Scansane quanti ne puoi Ryo, o bloccali, vedi tu, ma non farti colpire. » dissi quindi, mentre, a gruppi di otto, quattro per me e quattro per il Genin, ci piovevano Kunai da luoghi imprecisati dell' ombra. Colpivano nelle zone più disparate, a volte in testa, a volte sulle spallo o sul ventre, ma erano estremamente precisi: bisognava broccarli o schivarli per evitare di essere colpiti. Ma purtroppo sapevo già che qualche graffio Ryo se lo sarebbe fatto.
    La pioggia sarebbe cessata solamente dopo venti scariche di Kunai: avevano usato in tutto centosessanta Kunai, ma quanti erano?





    OT

    Riflessi.
    Evita di farti crivellare di colpi, orsù x°D


     
    .
  14. Aokawa Ryo
        Like  
     
    .

    User deleted



    Attacco a Sorpresa


    Anf, Anf... sì, ero proprio esausto!
    Il mio carattere terribilmente immaturo, che a tratti poteva sembrare quasi superbo, non mi permetteva di ammettere che non ce la facevo più a muovere nemmeno un dito. Ansimavo vistosamente quando nessuno mi guardava e cercavo di controllarmi se alcuni contadini si giravano verso di me ad osservarmi. Non rimasi molto in quella situazione, poiché il mio mentore arrivò e si sedette vicino a me. Capii subito che c'era qualcosa che non andava, mi sembrava quasi che stavo ad imparando a conoscerlo. Era il tipico uomo che cercava di trasparire come un macho, un duro che non ha bisogno dell'aiuto di nessuno, ma in realtà era buono, quasi dolce. Aveva uno sguardo pensieroso, ma non gli domandai nulla. Stava a lui, se lo desiderava, farmi partecipe delle sue preoccupazioni. Se non lo faceva, aveva sicuramente qualche buon motivo. Mi permise di rimanere a riposare per qualche minuto e questa suo permesso venne seguito da una domanda. Mi aspettavo qualcosa del genere.


    « Ad essere sinceri, all'inizio non mi piacevi proprio. Sembravi il tipico sbruffone, però penso che mi sbagliavo. Pensavo che fossi un debole, poiché non volevi partire per la missione da solo, ma solo ora capisco... »


    Tratteni l'ultima frase per qualche secondo. Era difficile per me dire e pensare qualcosa del genere, però, tutto sommato, quello Shinobi era simpatico. Forse, fino ad oggi, ho sbagliato a classificare i traditori come delle fecce, sbagliavo a massificarli. Solo ora mi accorgevo di quanto razzista e chiuso di ideo ero stato. Stavo senza dubbio crescendo.


    « ... che l'unico debole qui in mezzo sono io.
    Sapevo che prima o poi sarei stato costretto a scegliere se continuare nella vita di ninja o rimanere un uomo, ma non riesco davvero a capacitarmi di quanto è malvagio questo mondo. Sono piccolo, immaturo, debole... solo oggi capisco quanto sono limitate le mie possibilità e, malgrado non sono altro che una formica fra tante altre formiche, non riesco ad essere come gli altri. Non riesco a nascondere completamente il mio lato umano. Fa parte di me stesso, capisci? Non posso cancellarmi, non ci riesco. »


    Singhiozzai un paio di volte, ma poi riuscii a trattenermi. Non volevo sembrare ancor più patetico di quello che ero, ora dovevo pensare alla missione. Intanto, ascoltavo e facevo miei i consigli che mi stava dando con tanta gentilezza, mentre l'olezzo di fumo penetrava nelle mie radici, facendomi dare due colpi di tosse. M'indicò una catapecchia: mi avrebbe esposto il suo piano lì dentro. Acconsentii, seguendolo con lo sguardo chino sul terreno. Era capitato in passato anche con Yari, uno Shinobi di Oto che fu mio compagno in una missione: mi disse che i ninja dovevano uccidere. I ninja sono nati come macchine da guerra a servizio di nobili. Nessuno scrupolo, nessuna umanità, nessuna libertà di pensiero. Dovevamo eseguire abietti ordini di crudeli signorotti che pensava solo al proprio profitto personale. Quando m'iscrissi in accademia ero giovane e pensavo che divenendo ninja avrei salvato mio fratello dal baratro senza fondo in cui era caduto. Avevo maturato idee, che oggi mi accorgo del loro essere erronee, mentre altre che reputavo ancora esatte, giuste, insindacabile: l'uomo non doveva avere il potere di uccidere e, per quanto tutti si sforzano di farmi credere il contrario, i ninja sono uomini a tutti gli effetti. Mi confidò le sue preoccupazioni in quel rustico posto. Era una topaia, in cui regnavano gli squittii dei topi e, di tanto in tanto, il vento che entrava furtivo nelle aperture della casa pareva emulare sinistri sussurri di morte.


    « Ahia! Fai più attenzione quando lanci le cose!!! »


    Esclamai piuttosto irato, mentre prendevo il cibo in scatole, lo aprii e cominciai a mangiarlo prendendo un cucchiaio che tenevo in borsa. Era disgustoso, nulla in confronto con le prelibatezze del mio villaggio. Continuai a mangiarlo, dovevo farlo se volevo tornare in forze per la missione. Intanto, ascoltavo il capo dire il piano ed acconsentivo con gesti del capo. Quando finii, mi abbandonai a me stesso, lasciandomi cadere sul sudicio pavimento. Non m'interessava che fosse sporco, volevo solamente riposarmi ora!


    - E' davvero compito di un ninja uccidere..? -


    Considerai fra me e me, prima di chiudere dolcemente gli occhi e cadere nel mondo dei sogni.


    [...]


    Stavo dormendo beatamente, stavo sognando di essere a casa a gustarmi il meritato riposo dopo la missione. Amavo dormire, era una delle cose che mi piaceva più fare. Dormire... liberare la mente ed annullarsi per qualche ore in modo da recare beneficio alla mente ed al corpo. Il dolce canto degli uccellini di fronte casa mia di solito fungeva da sveglia, ma questa volta a ricoprire questo ruolo fu un altro animale. Lo squittio di un topo mi fece balzare dal terreno e la vista di quell'animale mi fece ricordare dove ci trovavamo e cosa dovevo fare. Era quasi notte, avevo dormite per un bel po' di tempo.


    image

    « Ma che schifo! Voglio tornare a casa! »


    Il tono aveva assunto un carattere che pareva un misto fra lo scocciato e il lamentoso. Mentre stavo cercando di auto-convincermi che quel posto fosse il frutto di un brutto sogno, la voce seria del Nara mi fece tornare in me. Era l'ora di andare e di agire con il favore della notte. Uscimmo dal casolare (finalmente!!!) e Max creò due copie di sé in grado di trasmettere l'esperienza che maturano nella loro breve vita. Una mossa fantastica, degna di un Chunin o forse di un ninja dal rango superiore. Non avevo ancora ben capito di che grado accademico fosse quel traditore, ma ora come ore non m’importava granché. I miei sensi erano allerta, i miei muscoli tesi al massimo, pronti a partire al primo movimento. Rimasi così qualche minuto, che parvero ore che non trascorrevano mai, quando successe qualcosa che non avevamo previsto. Max si girò e colpì prontamente un kunai che era stato scagliato dal buio. Non capii bene cosa successe in quel momento, ma anche io sentii dei proiettili perforare l'arie. Dovevano essere tre o quattro; il mio corpo si mosse da solo, per fortuna miravano tutti al busto. Riuscii ad evitarli senza troppi problemi


    - Cazzo, ci stanno attaccando!!! -


    Pensai, mentre con la coda dell'occhio vidi che stavano attaccando anche Itai. Cercai di scorgere le figure tra le ombre, ma non ci riuscii. Cercai di avvicinarmi ad esse, ma un dolore acuto alla coscia destra fermò la mia avanzata. Muovendomi ero riuscito a schivare altre tre proiettili, ma uno era arrivato e mi aveva colpito. [Ferita Leggera] Non ero riuscito a prevederlo. Nel frattempo, Max non pareva avere molti problemi, ma per me era decisamente veloci. Un altra salva di kunai, con la coscia dolorante non riuscii a compiere una schivata a pieno regime perciò fui costretto e rantolare sul terreno alla mia destra, rilassando il muscolo della gamba ferita in modo tale che facessi una capriola laterale su me stesso e i proiettili passarono innocui sopra la mia testa. Però, non accennavano a finirla.


    « ITAI! »


    image

    Urlai contro il mio capo, cercando di attirare la sua attenzione. Non sapevo fino a che punto avrei retto quella situazione. Volevo continuare a parlare, ma non ebbi il tempo per farlo. Una nuova scarica di proiettili m’investì. Tentai di nuovo lo stesso movimento, rapido, veloce, imprevedibile, ma capirono che era quello il mio asso nella manica, perciò questa volta si fecero furbi. Mirarono in quella direzione e così un kunai mi colpì di striscio alla spalla destra mentre un altro mi sfiorò il fianco del medesimo lato. [Mezza Leggera x2] Non sapevo cosa fare, ero un insetto che barcollava nel buio. Estrassi un kunai e lo lanciai nel vuoto senza molte pretese, volevo fare qualcosa, volevo rendermi utile ma non potevo fare altro che resistere alle loro offensive. Un'altra scarica che previdi con l'udito mi permise una rapida schivata verso sinistra. Cambiai direzione perché ero sicuro che avrebbero puntato nuovamente al mio lato destro, decisamente messo peggio. Altre offensiva, una doppia che proveniva sia da dinanzi a me sia dalle mie spalle. Impastai una quantità di chakra pari ad un Basso per poi gettarmi a terra in modo da eludere gli attacchi. Si sentiva un rumore metallico nell'aria e pareva che tutto l'arena fosse piena di un'aria opprimente che mi nauseava. Non feci in tempo a rialzarmi completamente che mi attaccarono di nuovo. Un kunai mi prese di striscio alla spalla di sinistra. [Leggera] Lanciai nuovamente due Shuriken nel vuoto, nel frattempo che continuavano a prendermi come bersaglio da più lati. Impugnai con ambo le mani due kunai, come se mi servissero a qualcosa e fui costretto a impastare nuovamente del chakra, pari ad ½ Basso, per evitare le due offensive.


    « ITAI! »


    Urlai nuovamente il suo nome, ma per la scenda volta non riuscii a parlargli poiché ero alla prese con nuovi attacchi. Quei vigliacchi non avevano il coraggio di attaccarci a viso aperto, non sapevamo neppure quanti erano. La rabbia mi stava annebbiando la vista, non riuscivo a concentrarmi in quella situazione. Forse fu a causa di questo che non avvertii un'altro attacco in tempo e non riuscii a schivarlo completamente. Un kunai si era conficcato dietro alla schiena, sulla parte sinistra rispetto alla spina dorsale. [Ferita Leggera] Erano dannatamente veloci, ma mi stavo abituando a quel ritmo. Se rimanevo calmo sarei riuscito a schivare i restanti colpi, sperando che prima o poi finissero le munizioni. Il mio corpo si muoveva quasi da solo, riuscivo a prevedere i loro colpi con i sensi e a schivarli in tempo. I muscoli delle mie gambe si erano abituati alla velocità dei colpi, forse era il pericolo di morte che li rendeva più reattivi. Sinceramente, neppure in futuro mi spiegai come feci a sopravvivere in quella notte. La mia gamba sinistra venne colpita come quella destra ad inizio dell'offensiva. [Ferita Leggera] Avevo entrambe le gambe debilitate, ormai, non vedevo molte speranze di salvezza. Come se me la fossi tirata, non riuscii più a schivare la salva successiva come desideravo. Mi colpirono due di essi uno al fianco sinistro ed uno al ventre. [Ferita Leggera x2] I muscoli erano stanchi, debilitati, feriti. Non facevo in tempo a richiamare il chakra ogni volta per supportarmi nelle difese. Non ce la facevo più.


    « FAI QUALCOSA!!!!! »


    Urlai la terza ed ultima volta, con quanto più fiato avevo in corpo. Era la mia ultima possibilità di salvezza, stavo chiedendo aiuto e affidando la mia vita ad un traditore. Speravo che facesse qualcosa, speravo che mi traesse in salvo. Caddi sulle ginocchia, stremato. Aspettavo il verdetto finale da parte di coloro che ci avevano attaccato ma non pervenne nessun attacco. Incredulo, mi voltai in direzione del Nara...

     
    .
  15.     Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    S o p r a v v i v e n z a & P a t r i o t t i s m o

    P o s t - 0 8



    Iene assassine
    Corsa al chiaro di luna




    Seduto a terra con lui in quella landa affollata di contadini che ci guardavano male per la nostra pigrizia, ascoltai le sue parole che, a dire il vero, mi sorpresero un bel po'. La prima impressione che avevo avuto di lui era quella di un ragazzo testardo, casinista, con fin troppi pregiudizi uniti ad una buona dose di ignoranza di quel mondo velenoso come un serpente. L' ascoltai fino in fondo e compresi ciò che voleva dire e nonostante lui probabilmente non avesse accettato l' idea di dover uccidere, anche se di certo non pretendevo che fosse proprio quella missione a fargliela accettare, stava crescendo. Ci voleva una buona dose di maturità per accettare i propri limiti, per dire “io posso fare questo, oltre no”. Fare ciò che non è possibile non è coraggio, è stupidità. Fermarsi al proprio limite umano non è debolezza, ma saggezza. E lui lo stava capendo, aveva trovato i suoi limiti, li stava riconoscendo. Poi si sarebbero allargati con il passare del tempo, ma individuarli era qualcosa di essenziale per poterli riconoscere poi.
    « Ti capisco Ryo, capisco quanto è difficile. L' hai detto tu, sei piccolo, immaturo e debole. Ma se sei piccolo puoi crescere, se sei immaturo puoi maturare, se sei debole puoi diventare forte... » spirai un po' di fumo dalla mia inseparabile sigaretta e lo feci uscire dalle narici, poi mi alzai tendendogli la mano.
    « Quindi non preoccuparti, io sono stato come te, ho avuto i tuoi stessi dilemmi e per di più ero a capo di una missione quando li ho avuti. Sarà l' esperienza a farti capire come fare. » gettai la sigaretta per terra e la spensi con un piede. Ogni volta la gente che aveva un animo senza traccia di malvagità o pazzia aveva degli scrupoli quando si trattava di fare cose contro la loro stessa natura. Ma finché sei Ninja sei un' arma. E finché sei un' arma il tuo scopo di vivere è uccidere. La fredda lama mossa dal braccio di ricchi uomini e capi di stato: ecco che cos' erano i Ninja e Ryo l' avrebbe capito solamente vivendo nel mondo crudele e sanguinario che noi Shinobi stessi ci eravamo creati.

    […]


    La battaglia era dura ed io, grazie a veloci colpi di spada ed a schivate improvvise avevo scansato la pioggia che era caduta anche su di me. Ascoltavo i lamenti di Ryo che soffriva, cercando di evitare quella pioggia di metallo più veloce di lui che lo feriva quando lui stesso falliva nella difesa. Ma non potevo distrarmi nemmeno io, potei lasciare solamente il gravoso compito di salvarci a qualcun' altro. In un momento di distrazione composi un sigillo e dietro una siepe comparve la mia copia, assolutamente silenziosa e mimetizzata. Questa fece ciò che mentalmente le ordinai: richiamare a se il chakra di Kaku, potenziarsi per poi attaccare quei due uomini. L' ultima richiesta di Ryo coincise con il momento esatto durante il quale la copia terminò l' evocazione del demone, l' istante dopo quando lui si voltò verso di me notò chiaramente due versioni di me.
    Io, in carne ed ossa, ero quello di sempre, un po' spossato per il forte movimento. La copia sembrava più malvagia, meno umana ed un inquietante chakra dorato sembrava fuoriuscire dai suoi punti di fuga. Mi avvicinai subito a Ryo e gli passai uno dei miei tonici, che l' avrebbe completamente guarito e tornai a guardarmi attorno con una certa rapidità: chi ci aveva aggredito sembrava scomparso nell' ombra.
    « Dove cazzo stanno! » esclamai mentre le copia muoveva nervosamente la testa. Un rumore ad una decina di metri da me attirò il mio udito, io indicai e la copia, quasi felice dell' ordine scattò ad una velocità immane [Velocità (+Basso): 550->700] per scomparire nell' ombra.
    Ci furono i rumori di una colluttazione poi le informazioni che si riversarono nella mia mente mi fecero capire la copia era stata distrutta. Spalancai gli occhi e mi voltai verso di Ryo: non avevamo a che fare con un Ninja normale.
    « Ryo scappa! » dall' ombra sbucarono tre grosse iene. Sperai che Ryo avesse già iniziato a correre perché per quanto quelle iene non sembrassero un granché (e probabilmente si trattava di evocazioni) sembravano abbastanza veloci [Velocità: 200]. Ryo, se fosse partito esattamente quando glie l' avessi detto io avrebbe avuto pochi secondi di vantaggio per portare ad un distacco discreto che probabilmente sarebbe stato recuperato in pieno. Ma io mi fermai, mi lasciai travolgere dalle tre iene estraendo la spada. Una la mandai via, infilzandola nel cuore, ed un' altra riuscii a ferirla, mentre la terza fuggì. Corsi verso di lei con tutta la mia velocità, ci saltai sopra e l' afferrai gettandola a terra. Gentilmente lei mi morse un braccio, io gemetti di dolore prima di uccidere anche l' ultima iena, che sparì in uno sbuffo di fumo sotto di me. Solo una iena rincorreva Ryo e nemmeno troppo velocemente [Velocità: 162,5]. Ma evidentemente riusciva a rigenerarsi perché dopo circa cinquecento metri di inseguimento che si snodava tra i campi la velocità della iena aumentò ulteriormente [Velocità: 187,5]. Doveva cercare di non farsi mangiare Ryo e quella iena avrebbe provveduto a correre dietro il ragazzo a quella velocità decisamente elevata per almeno un chilometro, chilometro che tuttavia sarebbe significato circa un minuto e mezzo di corsa forsennata a quella velocità. Ed infine la iena sarebbe tornata in pieno possesso delle sue capacità motorie, riacquistando la sua velocità originaria per almeno due chilometri di serpeggiante corsa [Velocità: 200] che avrebbe portato Ryo nuovamente dal punto in cui era partito in quel letale sprint. Ma ad attenderlo ci sarebbero state sorprese, forse un po' sgradite. Ma la cosa decisamente buona era che dopo essere tornati alla base la iena sarebbe sparita, avendo abbondantemente esaurito il suo compito.



     
    .
38 replies since 15/4/2009, 14:42   1146 views
  Share  
.