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-Max.
Se si presentava un morto mesi dopo alle mura di Kiri, ebbene, era assai probabile che quello non fosse veramente mai morto. Io, d’altro canto, avevo dato adito a quell’ipotesi, spingendola, perché se avessero saputo che era vivo l’avrebbero cercato e quasi sicuramente, non trovandolo, dichiarato traditore e Nukenin. Era tornato ed era vivo, anche se non sapevo quanti problemi avesse ancora con Isonade.
È lui, restituitegli le armi. Sentenziai infine, avvicinandomi a Ryo. Gli misi una mano sulla spalla e sorrisi, conducendolo fuori da quella stanza. Una guardia portò le armi e le depositò a terra, al suo fianco. Aspettai che Ryo le sistemasse e quindi, gli indicai la scala che conduceva al piano superiore. Lì, al contrario del primo piano, l’arredamento era più piacevole: si trattava di una sala adatta a chi volesse restare nei paraggi delle mura per riposare.
Dovrai raccontarmi un po’ di cose, ma vedo che sei ancora vivo e con tutti e quattro gli arti attaccati, quindi suppongo che stai bene.
Come te la sei passata?
Come te la passi con il tuo compagno di giochi?Gli chiesi. Nessuno ci avrebbe ascoltati lì e se qualcuno fosse salito me ne sarei accorto. Immaginavo che lui voleva tenere il segreto, anche se, volente o nolente, a qualcuno l’avrebbe dovuto svelare. Inoltre, se lui aveva ancora problemi nel gestire Isonade, bisognava risolverlo. Se la simbiosi non era perfetta c’era solamente un minimo vantaggio e tanta odio e rabbia. Doveva prendere meno intenti violenti del demone e più chakra per divenire più potente e soprattutto, per non lasciarlo andare ogni qualvolta succedeva qualcosa.
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