Viaggio nell'ombra

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    Falce dei Kaguya


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    "Non se ne parla minimamente...", queste le poche parole che, quella sera, Shiltar Kaguya stava dicendo all'uomo seduto dinanzi a lui nel suo ufficio.
    "Lei non capisce, Mizukage. Il mio maestro ha poche richieste e di norma non le propone, le impone. E questo caso è nella norma.", replicò l'altro, capelli corti ed ispidi ed un viso relativamente scurito.
    "L'ultima volta che ho lasciato fare ciò che il tuo maestro richiedeva, un genin del villaggio s'é rivelato essere un sociopatico, assassino e traditore. Spero capirai la mia diffidenza nell'affidarvi l'addestramento di un altro membro del mio villaggio, perché entri nel vostro clan.", lamentò il Kaguya.
    "Hayato Tokugawa non ha un clan. Alcuni dei suoi discepoli per rispetto, o forse per intimorire i nemici, hanno scelto di prendere per loro il suo cognome, un cognome che non è legato ad alcuna famiglia, proprio perché il mio maestro non ha mai avuto una famiglia.
    Il caso di Yashimata è stata una sfortunata incomprensione su cosa quel genin realmente volesse."
    , disse l'altro.
    "Possiamo chiamarla incomprensione, ma non cambia il fatto che non vi prenderete un altro genin del villaggio per fargli un lavaggio del cervello, o chissà cosa... E poi, perché mai dovreste avere libero accesso ad un qualsiasi genin che magari fa parte di un altro clan, o vi si vuole unire? Quale ragione avrei per concedervi questo trattamento di favore?", ribatté Shiltar.
    "Sia perché un villaggio ha sempre bisogno di assassini capaci, sia perché un altro discepolo del mio maestro, l'uomo che uno dei suoi predecessori aveva rilegato ad un minor ruolo, come gestore della voliera del villaggio.", spiegò l'altro.

    Il Kaguya guardò ancora una volta alla foto del ninja che quel discepolo del Jonin Hayato Tokugawa voleva "prendere" sotto l'ala del suo maestro, un'idea che decisamente non gradiva, sia per il precedente, sia perché, per quanto un sociopatico assassino possa sempre servire in un villaggio, non gli andava di averne uno.

    L'allievo del Tokugawa, però, interruppe i pensieri di Shiltar: "Veniamoci incontro, Mizukage: lei vuole che qualcuno liberi le grotte sotto il costone orientale dell'Isola ed il mio maestro vuole un nuovo discepolo.", disse con un sorriso.
    "Ok, spiegatemi come introdurre alle vostre arti questo genin e me ne occuperò io di avvicinarlo al Mondo delle Tenebre mentre ci occuperemo di questa disinfestazione...", sorrise beffardo Shiltar.
    "Non capisce... non è così che.", stava per obbiettare l'uomo, "No, è l'unico modo in cui si può fare.", tagliò corto il Kaguya.
    La discussione sarebbe stata ancora lunga...

    [...]

    Il "Lupo Ubriaco": non c'era ancora entrato e, per quanto i viaggi nel viale dei ricordi non facessero mai piacere al Kaguya, quella volta doveva fare una piccola eccezione per incontrare il proprietario di quella taverna.

    Il Mizukage, infatti, sarebbe entrato nella taverna e lì si sarebbe diretto verso il bancone, in cerca del genin a cui aveva dato, tempo addietro, le chiavi di quel luogo: Ao Yotsuki, se si ricordava bene il nome.
    Quando lo avesse visto, Shiltar gli avrebbe chiesto di sedersi in qualche punto più privato del bar, per parlare: "Ao, come vanno gli affari? Spero tutto bene, anche se, purtroppo, devo chiederti se vuoi allontanarti un pò da qui, per una missione.", avrebbe esordito.
    Se l'altro non si fosse opposto alla cosa, Shiltar avrebbe dato più particolari: "Un seguace di Hayato Tokugawa mi ha chiesto un genin per aggiungerlo al loro clan, per così dire, e come scusa c'era la necessità di ripulire, da non so cosa, delle grotte sul versante orientale dell'Isola.
    Alla fine, ho imposto loro che mi sarei occupato io di introdurre un genin a quel loro mondo, se fosse stato interessato, mentre risolvevamo questa piccola missione.
    Quindi, Ao, ti chiedo: vuoi tentare di acquisire il potere di una kinjutsu legata alle tenebre, anche se non so dirti esattamente di cosa tratti e legarti in questo modo ai Tokugawa?"
    , avrebbe chiesto infine al genin, attendendo una sua risposta, prima di iniziare la missione.

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    OT: Ok, questa è giusto l'introduzione. Puro gdr, a te il piacere del post :ahsi: /OT
     
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  2. Ao Yotsuki
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    Viaggio nell'ombra
    Una visita inaspettata...ma gradita...



    Quanto tempo era passato? Una settimana? Due? Il ragazzo non ne aveva idea. Ormai le giornate si susseguivano lente a Kiri, scandite solo dalla noiosissima routine ed dal continuo e ciclico sorgere e calare del sole. La locanda tuttavia continuava ad avere un costante aumento di clientela, forse dovuto anche al fatto che era l'unica a Kiri, e al giovane non poteva che far piacere anche perché ormai la trovava una valida valvola di sfogo e tenere occupata la mente lo aiutava a non sentire la noia ma, soprattutto, lo distoglieva dalla sua inattività come ninja.

    Non avrebbe mai pensato che la vita da ninja potesse piacergli così tanto: spionaggio, infiltrazioni ed eliminazioni di pericolosi criminali, sapevano renderlo felice come poche cose al mondo ed inoltre, sapeva, che ogni suo successo avrebbe dato quel qualcosa in più al suo villaggio, rendendolo orgoglioso di farne parte ed essere partecipe della sua crescita.
    Si, qualcosa era cambiato nel cuore di Ao Yotsuki, non sentiva più il male che aveva percepito tempo addietro, quel male del mondo che nessuno si occupava di eliminare ma che, riflettendo, si rese conto fosse solo lo sconforto di un suo "periodo no" che si manifestava troppo esageratamente. Ma molto più probabilmente era stato il suo contatto con i ninja di Kiri, con Fujiko in particolare, a far capire lui quanto per ogni singolo ninja fosse importante il proprio villaggio, con qualche eccezione naturalmente.

    Come ogni mattina, da quando il Mizukage gli aveva concesso il permesso di riaprirla, Ao si diresse verso la locanda per accogliere il corriere con la merce proveniente dal porto. Ormai, dopo gli avvenimenti con Fujiko, non aveva più problemi a contrattare con i mercanti, riuscendo a concludere le trattative senza lamentele, anzi, con un enorme sorriso da parte dei mercanti e di Ao stesso, il che era cosa rara.
    Dopo poche ore dallo scarico della merce arrivarono anche gli altri, i suoi amici, colleghi e compagni di vita che, insieme a lui, avevano preso a cuore le sorti della locanda, trovando l'uno nell'altro, una figura più simile ad un fratello o una sorella, anziché un capo o un collega.
    Tra gli schiamazzi e i litigi mattutini tra Sanji e Akira mi sentivo a casa e sperai che quel clima di amicizia non si sarebbe mai spezzato.
    La giornata continuò come al solito, clienti entravano e uscivano, trovando come Ao la locanda come una valvola di sfogo dal lavoro dallo stress o dai piccoli problemi quotidiani. La locanda ormai era questo ed Ao non poteva far altro che rallegrarsene.

    Intanto un uomo, dai capelli bianchi sebbene molto giovane, camminava per le vie di kiri, diretto alla locanda per parlare col gestore di questioni che, dal volto dell'uomo, non dovevano essere molto gradite ma che, suo malgrado e, a causa del suo ruolo, avrebbe dovuto riferire e, in seguito avrebbe dovuto risolvere. Una volta arrivato davanti alla Tana del Lupo Ubriaco vi entrò senza esitare.

    All'entrata di quell'uomo nella locanda calò il silenzio. Tutto sembrò fermarsi intorno alla figura albina mentre si avvicinava al bancone diretto verso il proprietario della locanda, intento a pulire i boccali di birra. Vedere quella persona tanto rispettata e forse anche temuta nella locanda aveva fatto preoccupare tutti all'interno della stessa, tutti meno che Ao che, alla vista del ninja, rispose con un ampio sorriso. « Salve Mizukage è un piacere rivederla... » Ma il capo del villaggio a quanto pare aveva fretta di parlare di questioni importati e a conferma di ciò chiese al locandiere di sedersi con lui in un posto riservato, avrebbero dovuto parlare di cose importanti. Il genin non se lo fece ripetere due volte, chiamò Sanji bussando alla porta della cucina, dando al cuoco il comando. La presenza del Mizukage era un onore ma, dopo la visita dell'amministratrice, avevano tutti capito che visite così illustri non avevano buone notizie con loro.

    "Ao, come vanno gli affari? Spero tutto bene, anche se, purtroppo, devo chiederti se vuoi allontanarti un pò da qui, per una missione." esordì il ninja, una volta che si fossero seduti. Ao da parte sua cercò di nascondere una risata all'idea che quella del Kage fosse soltanto una visita di piacere. Tuttavia il giovane non poteva rifiutare, nè dir di no al Kage che tanto benevolmente aveva concesso lui l'enorme regalo che era la locanda, ma non era solo questo; la noia di quei giorni finalmente si sarebbe infranta e, di sicuro, di netto. Il giovane acconsentì con un evidente segno di approvazione e chiese al Mizukage di continuare e esporre i dettagli della missione "Un seguace di Hayato Tokugawa mi ha chiesto un genin per aggiungerlo al loro clan, per così dire, e come scusa c'era la necessità di ripulire, da non so cosa, delle grotte sul versante orientale dell'Isola.
    Alla fine, ho imposto loro che mi sarei occupato io di introdurre un genin a quel loro mondo, se fosse stato interessato, mentre risolvevamo questa piccola missione.
    Quindi, Ao, ti chiedo: vuoi tentare di acquisire il potere di una kinjutsu legata alle tenebre, anche se non so dirti esattamente di cosa tratti e legarti in questo modo ai Tokugawa?"
    Gli occhi di Ao si spalancarono, facendo trasparire uno sguardo misto di stupore e di curiosità. Non solo il Kage stava chiedendo lui di partecipare ad una missione, gli proponeva anche di apprendere qualcosa che di sicuro andava oltre ogni sua immaginazione e questo lo incuriosiva troppo. « Mi faccia capire...oscure caverne da sgomberare, un clan che richiede un ninja ed una Kinjutsu misteriosa...cosa stiamo aspettando? »
    L'evidente sorriso entusiasta di Ao faceva intuire molto su quale fosse la sua risposta. La curiosità era uno dei suoi pregi migliori, ma anche uno dei suoi difetti.
     
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    Ao risultò decisamente sorpreso, in positivo, della richiesta del Mizukage e Shiltar non poté nascondere un sorriso divertito a quella reazione: la gioventù e la voglia d'esperienza dei genin... che ancora non sapevano quanto le missioni complicate potessero risultarlo ancora più del previsto.
    "Bene, allora fatti trovare pronto per, diciamo, le cinque di oggi pomeriggio e preparati anche psicologicamente: da quel che ho capito ci sarà parecchio da rischiare in questa missione, già solo per raggiungere questa fantomatica grotta.", spiegò a quel punto il Kaguya, lasciando all'altro modo di sistemarsi, giacché gli aveva lasciato ben tre ore di tempo.

    [...]

    All'ora indicata Shiltar si sarebbe fatto trovare all'esterno della taverna con un vestiario anche piuttosto leggero, almeno per quanto riguardava l'occupazione di spazio: la Falce d'Osso a tracolla e basta, era visibile, come armamentario, ed oltre quello poco più.
    Quando Ao lo avesse raggiunto, il Mizukage gli avrebbe fatto cenno di seguirlo e si sarebbero diretti verso l'uscita di Kiri e poi al fianco orientale dell'Isola dove il villaggio si trovava.
    Durante il viaggio, a meno di domande più dirette, Shiltar avrebbe esordito: "Come ti ho accennato qualche ora fa, questa kinjutsu di cui chiedono qualcuno venga in possesso è legata alle tenebre ed al clan Tokugawa, non so se lo hai mai sentito nominare.", avrebbe atteso un'eventuale risposta, positiva o negativa che fosse.
    "In realtà non è un vero e proprio clan, più correttamente è un gruppo di uomini e donne contraddistinti dal medesimo insegnante, uno shinobi che qualche anno fa, a seguito di una specie di patto d'alleanza fra l'Accademia ed un villaggio che dista un pò da qui, il villaggio della Rosa.
    Bravi ninja quelli della Rosa, ho affrontato uno di loro nel mio esame chunin, mai presi tanti pugni tutti assieme fino ad allora, con il livello che ora della mia abilità, non penso che mi debba più preoccupare dei pugni..."
    , accennò, prima di continuare sul punto focale, "Questo ninja, Hayato Tokugawa, è una sorta di ambasciatore, se così si può dire, oltre che un Jonin di alto livello, ed un sadico assassino, e ha offerto la sua abilità a chi volesse apprenderla, anche se, considerando i suoi metodi d'addestramento, non sono stati molti finora e, pure per questi metodi, ho pensato bene di saltare le sue torture perché tu potessi apprendere in modo più civile questa loro abilità.", spiegò ancora, prima che arrivassero sul versante dell'isola di loro interesse, un versante che dava su uno strapiombo in mare.

    "Da quel che mi è stato detto, risolvere l'infestazione di queste grotte avrebbe aiutato sia il villaggio, sia te ad acquisire tale abilità e comunque ci sono io qui, per ogni eventualità.", avrebbe assicurato il Mizukage con calma all'altro, indicandogli la grotta che, problema non da poco, era una trentina di metri più in basso nello strapiombo e non sembrava esserci un modo per raggiungerla "normalmente".
    "Come sei messo a controllo del chakra?", avrebbe chiesto Shiltar, guardandolo con un pò di titubanza, "Perché mi sa che qui i modi per scendere siano due, escludendo che tu abbia una corda di una trentina di metri dietro e che io estragga una colonna vertebrale di quelle dimensioni, cosa che comunque non è che straveda all'idea di fare.
    Le opzioni sono chakra adesivo, con un'ottima presa sulla parete, oppure dovrai sfruttare al meglio la tua agilità."
    .

    Se anche Ao avesse, però, provato ad usare il chakra adesivo in quella situazione, avrebbe scoperto che il suo controllo sullo stesso era decisamente troppo limitato per permettergli di fare di più che restare immobile per qualche secondo su qualche spigolo di quello strapiombo, quindi l'unica opzione che gli restava era sfruttare al meglio la propria agilità, incrementandola anche, se possibile.

    "C'é una specie di percorso, se guardi bene, fra gli spuntoni, sarà un pò scomodo da fare, ma penso che ce la potresti fare senza troppi problemi, in ogni caso, ti starò dietro per tutto il tragitto.", gli indicò il Mizukage che, al contrario di Ao, aveva un controllo sul proprio chakra adesivo più che soddisfacente per camminare in verticale su quello strapiombo.

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    Alla fine di quella strana via, su cui Ao sarebbe dovuto saltare, i due sarebbero arrivati all'ingresso della grotta, un luogo che, apparentemente, era descrivibile con una sola parola: "scuro".

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    OT: Ok, prova introduttiva che ti permetterà di incrementare l'agilità (in fondo l'abilità ha velocità ed agilità come bonus per una forza ridotta, almeno uno dovevi "sviluppartela" da solo, direi ^^
    Per quella strana cosa che noti al centro, la tabella, considera che | -> implica che lì non c'é dove appoggiarsi, mentre \ / - indicano uno spuntone di roccia (con relativa angolazione) su cui appoggiare il piede.
    Considera in orizzontale una distanza pari a 1 metro fra una colonna della tabella e la seguente, in verticale 4 metri circa fra una riga e l'altra della tabella./OT
     
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  4. Ao Yotsuki
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    Viaggio nell'ombra
    Diari, Grotte e...qui mi faccio male...



    Il Kage si congedò, divertito dall'esuberanza del locandiere, lasciandogli tre ore per prepararsi per l'imminente e misteriosa missione. Ao dal canto suo non attese che le tre ore scadessero per prepararsi e corse subito in cucina, seguito dagli altri, incuriositi dalla sua espressione e dalla sua fretta. « Non sembri per niente preoccupato, cosa ti ha detto? » Sanji fu il primo a chiedere, incuriosito, mentre gli altri guardavano con che velocità il ninja raccogliesse i suoi averi. « Non preoccupatevi, nulla di grave. Una piccola missione...non so' quanto mancherò ma sapete cosa fare in mia assenza...ora devo andare a casa, vi spiegherò al mio ritorno... » I suoi amici lo guardarono, chi più chi meno stupito, dalla sua fretta. « Ao porta questo con te! » Ao si girò appena in tempo per afferrare una bandana rossa lanciata da Aiko, seguito da un bracciale dallo stile etnico lanciata da Akira « Ti porteranno fortuna » dissero all'unisono, a differenza degli altri erano molto superstiziosi.

    [...]



    Fu puntuale, come anche il Mizukage e senza attender oltre si incamminarono verso le grotte misteriose. Ao era davvero incuriosito dalla missione, ma non sapeva come introdurre il discorso, inoltre non sapeva quanto le informazioni ricevute attraverso il diario della madre potessero esser esatte o quantomeno gradite. Fortunatamente fu Shiltar a parlare per primo "Come ti ho accennato qualche ora fa, questa kinjutsu di cui chiedono qualcuno venga in possesso è legata alle tenebre ed al clan Tokugawa, non so se lo hai mai sentito nominare." Un semplice movimento della testa, rispose negativamente al Kage che continuò "In realtà non è un vero e proprio clan, più correttamente è un gruppo di uomini e donne contraddistinti dal medesimo insegnante, uno shinobi che qualche anno fa, a seguito di una specie di patto d'alleanza fra l'Accademia ed un villaggio che dista un pò da qui, il villaggio della Rosa.
    Bravi ninja quelli della Rosa, ho affrontato uno di loro nel mio esame chunin, mai presi tanti pugni tutti assieme fino ad allora, con il livello che ora della mia abilità, non penso che mi debba più preoccupare dei pugni..."
    Annuì sorridendo all'ultima frase del Kage, domandandosi se fosse possibile prenderlo a pugni facilmente, riuscendo a rimanere vivi. "Questo ninja, Hayato Tokugawa, è una sorta di ambasciatore, se così si può dire, oltre che un Jonin di alto livello, ed un sadico assassino, e ha offerto la sua abilità a chi volesse apprenderla, anche se, considerando i suoi metodi d'addestramento, non sono stati molti finora e, pure per questi metodi, ho pensato bene di saltare le sue torture perché tu potessi apprendere in modo più civile questa loro abilità." « Beh la ringrazio...non so quanto avrei potuto sopportare torture e lavaggi del cervello...ma una cosa non capisco...non ho mai sentito parlare di ninja di Kiri che possiedano questa misteriosa abilità legata alle tenebre, ne ne conosco qualcuno...o meglio, conosco gli attuali ninja di Kiri ma non mi sembra che qualcuno di loro la possieda...ci sono stati ninja prima di me a possederla però...sono per caso morti? No, perché se già la locanda porta sfiga non voglio avere rogne... » Il suo tono fu prettamente ironico, che in un futuro fosse morto o meno quello sarebbe stato solo a causa della sua incompetenza e non di qualche superstizione.
    In men che non si dica eravamo arrivati ai limiti dell'isola, su di una altissima scogliera che dava a strapiombo sul mare. Uno spettacolo mozzafiato che lasciò Ao stupito, stupore accentuato da un piccolo particolare. "Da quel che mi è stato detto, risolvere l'infestazione di queste grotte avrebbe aiutato sia il villaggio, sia te ad acquisire tale abilità e comunque ci sono io qui, per ogni eventualità." Non si preoccupava dei pericoli, quelli li sapeva affrontare bene e infondo, un po' di difficoltà rendeva la cosa più eccitante, ma continuava ad esserci un piccolo problema « Ma...come diamine scendiamo? » Chiese forse troppo a bassa voce, ma a quanto pareva il Mizukage si era fatto lo stesso problema, non per lui ovviamente "Come sei messo a controllo del chakra?" il giovane ninja alzò le spalle in risposta, come per dire "Non abbastanza bene per questo", "Perché mi sa che qui i modi per scendere siano due, escludendo che tu abbia una corda di una trentina di metri dietro e che io estragga una colonna vertebrale di quelle dimensioni, cosa che comunque non è che straveda all'idea di fare.
    Le opzioni sono chakra adesivo, con un'ottima presa sulla parete, oppure dovrai sfruttare al meglio la tua agilità."
    Ovviamente Ao avrebbe dovuto far appello al suo coraggio e alla sua volontà per scendere in maniera creativa, sapeva di non essere abbastanza esperto da poter scendere la parete tramite il chakra, quindi avrebbe optato per qualche azione acrobatica alle quali, comunque non era estraneo. "C'é una specie di percorso, se guardi bene, fra gli spuntoni, sarà un pò scomodo da fare, ma penso che ce la potresti fare senza troppi problemi, in ogni caso, ti starò dietro per tutto il tragitto." Ao lo aveva notato, ma pensava che fosse davvero un'azione suicida, tuttavia far brutte figure davanti a Shiltar non era tra le opzioni opinabili.

    Trasse un profondo respiro, concentrandosi e cercando di memorizzare il percorso, non avrebbe avuto tempo per scegliere una volta lanciatosi nel vuoto, quindi aveva bisogno di scegliere subito il percorso da seguire. Quello più lungo sarebbe di sicuro stata la scelta migliore, non avrebbe rischiato per così poco.

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    Si lanciò senza perdere altro tempo, atterrando sulla sporgenza più vicina di fronte a lui; come si era ripromesso di fare avrebbe seguito il percorso pensato, senza ripensamenti. Di fronte a lui, 4 metri più sotto, uno spuntone di roccia eroso dal tempo e dall'acqua, sorgeva dalla parete, piegato verso sinistra, un ottimo appoggio che, facilmente se fosse stato abbastanza bravo nel darsi la spinta, lo avrebbe portato ad arrivare allo spuntone più esterno del percorso che si era prefissato, molto più in basso di quanto potesse sembrare.
    Atterrato sul primo spuntone subito si diede la spinta verso l'altro, molto più in basso. Purtroppo la fortuna non sembrava essere dalla parte del giovane kiriano, lo spuntone era eroso e molto più friabile di quanto sembrasse e, sottoposto alla forza prodotta dalla caduta del ninja, cedette quasi all'istante, lasciando Ao scioccato e spaventato.
    Fortunatamente ricordava che nella parte opposta, e poco più sotto, c'era un altro appoggio che, tuttavia, era davvero difficile da raggiungere. Prima che lo spuntone crollasse inesorabilmente Ao scattò in orizzontale procedendo verso l'interno del percorso. Vedendo con la coda dell'occhio l'appoggio, attivò il chakra adesivo sotto i piedi, strisciando sulla parete per rallentarsi fino a trovarsi sopra la sporgenza orizzontale. Continuando a mantenere il chakra attivo si lasciò scivolare sulla parete friabile fino ad atterrare sullo spuntone. Tutta quella velocità però lo aveva fatto sbilanciare troppo e, di li in poi, avrebbe sfruttato l'inerzia dell'attrazione gravitazione per procedere per quelli che sembrarono ai suoi occhi infiniti metri dal suolo.
    Si lanciò verso il primo spuntone visibile, sbagliando però clamorosamente le misure, dovette fare leva sul braccio, una volta afferrato lo spuntone, per dondolare come appeso ad una corda e darsi la spinta necessaria per arrivare all'ultimo appoggio, prima di atterrare sulla spiaggia. La mano strisciò violentemente, provocando escoriazioni sul palmo, dolorosi, ma mai quanto una caduta da un'altezza del genere avrebbe potuto provocare.
    La sua spericolatezza tuttavia venne ripagata, la spinta fu abbastanza forte da permettergli di raggiungere con facilità l'ultimo spuntone, dal quale si lanciò per poi atterrare sulla dura roccia, stanco e con la mano sanguinante.

    Con l'affanno e il cuore che gli pulsava, guardò in alto verso la cima della parete rocciosa, traendo un sospiro di sollievo « Sembrava molto più alto da lassù... » disse sorridendo, per poi prendere la bandana di Aiko per fasciarsi la mano sanguinante.
    Il giovane si voltò finalmente difronte all'ingresso della grotta, un brivido gli percorse la schiena, in quella grotta sarebbe stato svantaggiato sotto ogni punto di vista e solo ora si rendeva conto che quelli del suo cuore non erano battiti di eccitazione, bensì di paura.
     
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    Alle spiegazioni di Shiltar sul clan Tokugawa, Ao rispose con una domanda che per un attimo lasciò spiazzato il Mizukage, che accennò un sorriso distratto, "Non ne hai mai conosciuti?", ripeté, tornando più serio, "Ecco, uno c'é stato, negli ultimi anni, di relativamente noto, poi magari qualche shinobi precedente alla mia salita a Kage c'era, ma di fatto io ho conosciuto solo un genin che abbia acquisito quelle abilità: si chiamava Yashimata e ha tradito Kiri.", disse, accellerando leggermente sull'ultima parte.
    "Ma verosimilmente molto è colpa del tipo di addestramenti che gli allievi di Hayato gli hanno impartito, considera che, prima di tradire il villaggio, aveva già ucciso un discreto numero di ninja accademici in quelli che lui definiva degli scontri d'allenamento... poi quando alla penultima riunione di Kiri per poco non finiva a combattere con un pò di membri del villaggio, l'ho personalmente accompagnato fuori da Kiri.", racconto, anche se, forse, sapendo quel che poi avrebbe combinato quel ninja, forse Shiltar avrebbe dovuto accompagnarlo in prigione, peccato che il Kaguya non sapeva cosa il nukenin aveva fatto dopo il tradimento del villaggio.

    [...]

    La grotta si apriva dinanzi a loro nella più completa oscurità: sembrava di essere inghiottiti in un buco nero, a dir poco.
    "Da quel che mi hanno spiegato, là dentro ci sono delle specie di creature evocative al servizio di Hayato Tokugawa e, a meno che tu non riesca ad iniziarti alla loro abilità proibita, sarai bello che fregato lì dentro, sia perché non riuscirai a percepirle, sia perché loro percepiranno te senza problemi.", iniziò a spiegare, prima di attivare la propria innata e la propria capacità di percepire anche senza vedere, i modi in cui lui si sarebbe mosso in quelle grotte, giacché dei sensi molto potenti avrebbero potuto comunque avvertire quelle presenze.

    "Per quel che ho capito, questa kinjutsu si basa, per lo più, sulla negazione dell'individuo: il Tokugawa vuole al suo servizio delle macchine di morte, non persone, e proprio per questo, sia deforma le loro menti, sia li costringe a disperdere la loro essenza nelle ombre.
    Ora, a parole è veramente complicato spiegarlo, penso che dovrai riuscire a capirlo da te cosa questo possa voler dire, ma quel che devi fare è fonderti con le ombre, diventare un tuttuno con le stesse.
    Per darti un'idea: tu normalmente distribuisci il chakra dal corpo per fare tecniche come il Velo di Nebbia, giusto? Bene, immagina di doverla dirigere verso la tua ombra, o verso le ombre intorno a te, ma non solo il chakra, bensì anche una parte della tua coscienza, per avvertire il mondo attraverso le ombre stesse e quindi, quasi, vederti da fuori, o comunque non vederti più solo come Ao, ma anche come una parte di ombra."
    , si fermò a quel punto: non era molto certo che si fosse fatto capire, ma la spiegazione di quella stessa abilità gli era stata data in modo approssimativo dal servo del Tokugawa.
    "Direi che potresti intanto provare qui, prima di entrare nella grotta, ok?", avrebbe detto, lasciando all'altro il tempo di fare le sue considerazioni e provare a compiere quanto necessario per aprirsi a quella Kinjutsu.

    ----

    OT: Ok, primo tentativo d'interazione con la kinjutsu, ho improvvisato una spiegazione che fosse a livello genin (se no avrei messo in mezzo qualche cosa come evocazioni o simili, ma il tuo pg non penso le abbia mai sperimentate^^), a te l'onore. /OT
     
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  6. Ao Yotsuki
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    Negare se stessi
    per sopravvivere



    Le rivelazioni del Mizukage circa i precedenti possessori della misteriosa Kinjutsu furono davvero motivo di ribrezzo per il giovane genin di Kiri. In quel periodo non aveva sentito parlar d'altro se non di tradimenti ed ora capiva il perché di così pochi ninja alla guardia di Kiri Yashimata...ricorderò questo nome...un individuo dal quale non prendere esempio... Il mizukage continuò cercando di giustificare il traditore di kiri, affermando che molto probabilmente erano stati i continui lavaggi del cervello del capo clan a renderlo così meschino e violento. Più sentiva parlare delle azioni dei suo predecessore, più il disgusto e la rabbia gli rendevano amaro il sangue, non sopportava che atti del genere fossero perpetuati senza alcun motivo. Tuttavia non poté far altro che rilassarsi all'idea che il Kage lo avesse preso sotto la sua ala protettrice per avviarlo a quella misteriosa tecnica, non voleva che anche il giovane genin diventasse un mostro ed una macchina per uccidere, come il suo precedente collega e per questo Ao era grato al Kage Non si preoccupi, io non la deluderò... disse in fine rivolgendo un sorriso al suo sensei.



    Guardava un punto fisso nell'oscurità infinita di quella caverna.
    Qualcosa non andava in essa, non era una semplice caverna buia, c'era qualcosa li dentro, che si muoveva e che aspettava impaziente, bramando la carne di chi varcasse quell'oscuro cancello. Da quel che mi hanno spiegato, là dentro ci sono delle specie di creature evocative al servizio di Hayato Tokugawa e, a meno che tu non riesca ad iniziarti alla loro abilità proibita, sarai bello che fregato lì dentro, sia perché non riuscirai a percepirle, sia perché loro percepiranno te senza problemi. Le parole di Shiltar riecheggiarono nella mente di Ao, distogliendolo dai cattivi pensieri. Era evidentemente preoccupato e non mascherò quella che era la paura sul suo volto Per quel che ho capito, questa kinjutsu si basa, per lo più, sulla negazione dell'individuo: il Tokugawa vuole al suo servizio delle macchine di morte, non persone, e proprio per questo, sia deforma le loro menti, sia li costringe a disperdere la loro essenza nelle ombre.
    Ora, a parole è veramente complicato spiegarlo, penso che dovrai riuscire a capirlo da te cosa questo possa voler dire, ma quel che devi fare è fonderti con le ombre, diventare un tuttuno con le stesse.
    Per darti un'idea: tu normalmente distribuisci il chakra dal corpo per fare tecniche come il Velo di Nebbia, giusto? Bene, immagina di doverla dirigere verso la tua ombra, o verso le ombre intorno a te, ma non solo il chakra, bensì anche una parte della tua coscienza, per avvertire il mondo attraverso le ombre stesse e quindi, quasi, vederti da fuori, o comunque non vederti più solo come Ao, ma anche come una parte di ombra.
    Nella mente di Ao quelle parole vagarono confuse senza trovare alcun appiglio, non aveva ben capito cosa il kage intendesse, tuttavia aveva capito cosa meccanicamente voleva che facesse, o almeno così sperava. Insomma...dovrei concentrarmi sulla mia ombra anziché sull'umidità nei paraggi...facile a dirsi, meno a farsi...vediamo cosa riesco a fare... era fiducioso anche se poco sicuro dei risultati che avrebbe ottenuto. Già una volta si era concentrato a tal punto da estraniarsi dall'esterno, era con Fujiko quella volta sul peschereccio e, si ricordò, non era stata una bella esperienza. Qualcosa era successo nella sua mente quella volta ed era sopravvissuto per pura fortuna Speriamo non accada di nuovo... Dunque si sedette, gambe incrociate ed iniziò a meditare per estraniarsi dall'esterno.

    Il rumore del mare gli era sempre piaciuto e, accompagnato da esso sapeva che sarebbe ben presto riuscito a trovare la concentrazione adatta per il piccolo esperimento che gli era stato consigliato. Regolò il suo respiro, all'unisono con lo scrosciare delle onde che si infrangevano sugli scogli, i suoi sensi si fecero sempre più ovattati ed ora non sentiva altro che il rumore delle onde ed un vento delicato che gli accarezzava il volto. Aprì gli occhi e qualcosa era cambiato.

    Non so come e altrettanto bene perché ma qualcosa era cambiato nel paesaggio. Era notte e Shiltar, che pochi attimi prima era vicino a me, era sparito. Una notte strana nella quale tutto sembrava essere immobile, come paralizzato da qualcosa che, forse, era nei paraggi Non pensavo ti saresti spinto fino a questo punto... La voce di un uomo riecheggiò nella mia mente, confondendomi. Mi guardai intorno ma non c'era nessuno, era come se quella voce provenisse dalla mia mente e non da un'altra persona. Ancora una volta, come era capitato con Fujiko, mi ritrovavo in un altro luogo, osservato da un individuo nuovo, diverso dalla donna che, durante il viaggio con l'amministratrice, mi aveva messo alla prova mandandomi contro un enorme golem in pieno deserto.
    Un brivido freddo mi percorse la schiena, avevo paura ne avevo tanta ma ormai non potevo scappare, una volta raggiunta questa status mentale non potevo sfuggirgli. Avrei dovuto combattere se fosse stato necessario, sarei dovuto sopravvivere. Dove mi trovo? Non sapevo se stessi parlando o solo pensando, tuttavia la mia domanda riecheggiò nella mia mente come nell'ambiente circostante producendo un eco inquietante.
    Non ricevetti risposta ma udii un rumore alle mie spalle. Mi voltai velocemente e riuscii ad intravedere con la coda dell'occhio un ombra sottile e veloce che in pochi attimi sparì dal mio campo visivo, andandosi a rifugiare all'interno della grotta, la stessa forse, che col Mizukage avrei dovuto disinfestare.
    Sapevo bene che non era la stessa grotta, sarei stato sollevato se lo fosse perché questa mi procurava molta più paura di quella reale. Temevo cosa avrei potuto trovarci ma temevo ancora di più cosa avrei dovuto affrontare.

    Mi addentrai, ancora più terrorizzato, muovendomi tra le ombre come un cieco, sarebbe stata questa la sensazione una volta entrata in quella reale? Speravo proprio di no. Ma come in quella reale in questa non ero solo, sentivo una presenza seguirmi con lo sguardo, una presenza di sicuro non benevola. ESCI FUORI! urlai a chiunque mi stesse osservando e non tardò ad ubbidire. Quanto sei impaziente! Mi voltai di scatto ma dietro di me solo il buio, un buio profondo ed eterno che venne squarciato da due piccoli fuochi danzanti, bianchi come la neve ma ardenti come il sole. Man mano che si avvicinava la voce sconosciuta iniziava a prender forma, una forma che mi incuté terrore, una forma che non avrei mai voluto vedere. Una lunga chioma fluente, candida che contrastava con la pelle nera come il carbone. Ma oltre al colore della pelle era altro che mi stupiva, i suoi tratti somatici, il suo aspetto: ero io. Ti vedo sorpreso... disse sorridendo malignamente Non ti aspettavi di vedermi vero? Magari ora ti starai chiedendo chi io sia eppure tu dovresti saperlo... ero spiazzato e shoccato, non era la prima volta che entravo nella mia mente, tuttavia stavolta era diverso, troppo diverso. Oh oh oh a quanto pare il nostro Ao non sa chi è il sottoscritto, quanta ignoranza...lascia che ti rinfreschi un po' la memoria... rise, una risata che riecheggiò in tutta la caverna, poi facendo un passo in dietro, scomparve. Silenzio, interminabile rumoroso silenzio, interrotto solo dal battito del mio cuore, troppo forte, se mi fossi trovato nella vera grotta sarei già morto.

    Ad un tratto una fitta lancinante nel petto e una sensazione di gelo che iniziava a pervadere tutto il corpo. Abbassai lo sguardo sul mio petto e la vidi, una lingua d'ombra che mi trapassava il petto, privandomi di ogni tipo di energia. Caddi a terra inerme, le mie palpebre si fecero pensati, il mio udito ovattato, sempre di più, riuscii a sentire solo una voce nel silenzio della mia tomba Non aspettarmi alzato, tarderò... ed una risata truce mi accompagnò nell'oscurità eterna.



    Ao sudava freddo, il respiro si era fatto affannoso e stava diventando sempre più pallido. Aveva eseguito gli ordini di Shiltar e mai come quella volta poteva dire di essersi pentito. Il battito del cuore accelerò vorticosamente ma poi, ad un tratto il suo moto cambiò, diminuendo sempre di più il ritmo sino a diventare quasi impercettibile. Qualcosa stava cambiando e anche Shiltar se ne sarebbe accorto.
    L'ombra del giovane kiriano iniziò a ribollire, sollevandosi dal terreno e scindendosi in decine di piccoli tentacoli che, a poco a poco, avrebbero avvolto il genin come in un sudario. Una volta che fu completamente avvolto da esse, come in un bozzolo, esse si fusero man mano con il corpo del giovane, facendo assumere alla sua pelle una tonalità grigiastra al limite del cadaverico. Aprì di scatto gli occhi, ora completamente bianchi e senza alcun segno di vita, e si alzò.
    Con lo sguardo perso nel vuoto attendeva ordini, senza parlare. Non era più Ao e Shiltar se ne sarebbe accorto presto.

     
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    Il Kaguya sorrise alle parole del genin, successive alle spiegazioni su chi fosse stato l'ultimo e più noto fra i possessori di quella stessa kinjutsu, "Ci conto, Ao. Specie considerando che non è un pazzo psicopatico ad introdurti a queste arti proibite.", commentò rilassato di rimando.

    [...]

    Quando il genin parve aver intuito, quanto meno, cosa Shiltar gli proponeva, si mise seduto, concentrandosi.
    Il Kaguya non aveva mai visto a pieno l'attivazione di quella Kinjutsu, anzi, ad essere precisi, l'unica volta in cui l'aveva vista in atto era stata durante una missione compiuta proprio assieme a Yashimata, seppur in modo del tutto involontario, dove sia l'allora futuro Mizukage ed il futuro traditore si ritrovarono più per caso che per altro, fu lì che vide come il ninja poteva diventare molto simile ad un'ombra, anche se non vide quando e come aveva attivato nel suo corpo quel processo, così notare Ao la cui ombra si stava animando, inghiottendolo quasi, mentre la pelle diventava cadaverica, non lo sorprese molto, un pò forse gli occhi privi d'iride, quello sì, o l'atteggiamento che il genin parve prendere, più distaccato... ma forse era tutto parte di quella negazione di se stesso, quindi, per ora, il Jonin non se ne sarebbe preoccupato.

    "Bene, Ao, pare che tu sia riuscito quanto meno nell'attivazione di questa abilità, ora dovremo passare a darti modo di capire come usarla.", esordì Shiltar, "Prima di tutto, come ti ho detto, in quella caverna ci dovrebbero essere delle creature capaci di muoversi tranquillamente nella piena oscurità senza che nessuno possa vederle, se non chi possiede questa kinjutsu... non chiedermi come mai, non ne ho una piena idea, ha a che fare con il legame con le tenebre, credo.
    Loro, però, di fatto vedono solo nero su nero, o colori su nero, sono un pò come dei pipistrelli, o delle talpe, credo, si muovono più che altro basandosi sugli altri sensi, quindi, quello che devi fare, è iniziare ad entrare lì dentro sfruttando quanto più puoi le doti mimetiche che questa kinjutsu dovrebbe offrirti, sia sulla percezione con i sensi, sia sul mimetizzarti nell'ombra.
    Non preoccuparti, seppur non con gli occhi, non ti perderò mai di vista."
    , lo rassicurò il Kaguya e, in effetti, con i movimenti silenziosi ed il combattere alla cieca, poteva tranquillamente muoversi non visto ed udito, percependo tutto grazie al proprio tatto più che perfetto.

    Una volta che la pallida versione di Ao fosse entrata in quelle tenebre avrebbe scorto ciò che, prima, i normali occhi del genin non avevano visto: delle creature che sembravano quasi dei centipedi fatti di ombre e tenebre, dai sinistri e grossi occhi scarlatti, che s'agitavano alcuni sul terreno altri sulle pareti, ma molto più grossi degli insetti che le loro forme richiamavano.
    Ciò che il ninja avrebbe dovuto fare era riuscire a spostarsi all'interno della struttura senza che quelle creature lo avvertissero, infatti, se avesse provato a muoversi normalmente, avrebbe notato che quelle cose si sarebbero girate verso di lui, quasi avvertissero i rumori e le vibrazioni dell'aria, più correttamente.
    Stava a lui capire come sfruttare le virtù mimetiche dell'arte proibita che stava usando.

    ------

    OT: Ok, ecco il primo post d'uso della kinjutsu (per comodità non rispettiamo, questo primo giro, il limite dei 2 turni, diciamo che la grotta è un luogo "speciale" per la kinjutsu :ahsi: ), dovrai utilizzare tutte quelle belle virtù mimetiche nel modo che preferisci, ma che sia pratico e realistico. /OT
     
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  8. Ao Yotsuki
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    Darkness inside
    Lo spettro



    Ci era riuscito dunque.
    La sua ombra gli aveva aderito, ricoprendolo interamente, mutando il colore della sua pelle, donandogli un cadaverico pallore. I suoi occhi erano bianchi e e privi di luce; era diventato un'ombra.


    Il Mizukage sembrò esser sollevato all'idea che il ninja di Kiri fosse riuscito nel suo intento, e iniziò a spiegare Bene, Ao, pare che tu sia riuscito quanto meno nell'attivazione di questa abilità, ora dovremo passare a darti modo di capire come usarla. Prima di tutto, come ti ho detto, in quella caverna ci dovrebbero essere delle creature capaci di muoversi tranquillamente nella piena oscurità senza che nessuno possa vederle, se non chi possiede questa kinjutsu... non chiedermi come mai, non ne ho una piena idea, ha a che fare con il legame con le tenebre, credo. Ao, o almeno quello che doveva esser Ao, sembrava non ascoltare le parole del Kage e, difatti i suoi pensieri erano rivolti all'oscurità della caverna. Qualcosa lo attirava al suo interno, qualcosa che amava e che gli era fondamentale. Alla luce del giorno si sentiva scoperto, nudo e indifeso. Loro, però, di fatto vedono solo nero su nero, o colori su nero, sono un pò come dei pipistrelli, o delle talpe, credo, si muovono più che altro basandosi sugli altri sensi, quindi, quello che devi fare, è iniziare ad entrare lì dentro sfruttando quanto più puoi le doti mimetiche che questa kinjutsu dovrebbe offrirti, sia sulla percezione con i sensi, sia sul mime... Shiltar non avrebbe mai terminato quella frase. Il ninja di Kiri, senza attendere oltre si era fiondato dritto nell'oscurità, quello che prima era il calmo, paziente e strategico Ao, ora non era altro che un impaziente Spettro.



    Presenze.
    Chiunque fosse entrato nella caverna non avrebbe potuto meglio definire ciò che si celava la suo interno. Invisibili a normali occhi, strisciavano silenziose, come lingue di tenebre vive e pronte a far della loro preda un succulento pasto. Non erano di questo mondo, no, non potevano esserlo. I loro occhi scarlatti avrebbero fatto rabbrividire anche il più temibile dei combattenti che, immancabilmente, sarebbe caduto sotto i subdoli ed imprevisti colpi di quei demoni senza sentimenti.
    Solo chi fosse riuscito a passare inosservato sarebbe sopravvissuto.

    La folle corsa dello Spettro si arrestò bruscamente una volta varcata la soglia della caverna. Se Shiltar fosse rimasto fuori a guardare, non avrebbe più visto la figura del genin di Kiri, ormai fuso completamente con l'ombra.
    Poteva vedere, lo Spettro riusciva a distinguere forme e colori di quello che si celava all'interno della caverna. Sorrise compiaciuto, rendendosi conto delle capacità acquisite che, sapeva, essere solo una piccola parte. Tastò l'aria, cercando di capire le direzioni che il vento prendeva entrando nella caverna, per poi riuscirne, avrebbe dovuto muoversi lentamente, e in contro vento, aumentando le possibilità di agire inosservato. Abbassò lievemente il baricentro, flettendosi sulle gambe ed iniziò a muoversi lentamente nell'oscurità della caverna. Non temeva di esser scoperto, anzi, bramava l'idea di poter far assaggiare alla sua lama il sangue e le budella di quei mostri ripugnanti che emanavano un pestilenziale odore di morte.

    Man mano che camminava prese più consapevolezza delle sue nuove capacità. Sentiva di essere più leggero, anche se di poco, riusciva a percepire il suo battito cardiaco, decelerato, così come il suo respiro, simile ad un lieve alito di vento. Era dunque questo il potere dei Tokugawa, diventare invisibili ai sensi avversari per poi finirli, prendendoli alle spalle? Se fosse stato questo il loro modus operandi, di sicuro allo Spettro sarebbe piaciuto entrare a far parte di quel clan; molto meno piacere avrebbe fatto ad Ao ma lo Spettro di questo non se ne curava affatto. Come non si curava affatto delle presenze che lo circondavano, anzi, iniziavano a fargli pietà conoscendo quella che sarebbe stata la loro sorte. Pietà, una espressione che lo spettro non riusciva a capire, più che altro sembrava fosse un sadico senso di superiorità nei confronti delle piccole bestioline che, di sicuro, avrebbero preferito più servirlo che affrontarlo.

    Ora però voleva giocare un po', si sentiva fortunato ed era proprio la fortuna che voleva sfidare. Riusciva a distinguere quelle lingue nere che strisciavano sulle pareti della caverna e sul terreno e lo spettro era curioso di sapere fino a che punto si sarebbe potuto spingere, fino a quanto si sarebbe potuto avvicinare a quelle creature. Rimanendo sempre piegato, stavolta, aumentò la velocità del passo, facendo passi rapidi che a mala pena toccavano la superficie, ma la concentrazione limitava e non di molto la sua capacità di movimento, rendendolo più lento nello spostarsi ma poco importava.

    Se quelle bestie fossero state abbastanza capaci lo avrebbero attaccato al minimo passo falso, ed era proprio questo che lo Spettro sperava. Voleva mettere alla prova le sue nuove capacità e, sentendosi pieno di energie e forze, voleva proprio ingaggiare un combattimento con quelle bestie che, di sicuro gli avrebbero dato filo da torcere.
    Saltò di lato, appoggiandosi su di una stalattite, facendo affidamento anche al controllo del chakra per evitare di scivolare sulla liscia e viscida superficie rocciosa, piegando la gamba in modo da ammortizzare sul corpo le vibrazioni, saltando poi in avanti compiendo una piroetta, saltando una di quelle orrende bestiole, abitanti della caverna. In alto si tese, frenandosi con l'aria per poi atterrare leggero, cercando di attutire le vibrazioni dell'urto con la sua muscolatura. Le sue azioni iniziavano a dare i frutti sperati, sembrava che le presenze si fossero accorti di lui, sembravano essere all'erta, ma lo Spettro, voltandosi a guardarle, indietreggiò di un passo, li dove l'ombra era più scura, scomparendo del tutto.

     
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    Ao non sembrava interessato a rispondere al Mizukage, mentre quello gli spiegava come comportarsi in quella situazione, anzi, il Kaguya non ebbe nemmeno il tempo di completare il proprio discorso che l'altro già scomparve con uno scatto nelle tenebre della grotta.
    Anche restando fuori dalla stessa, Shiltar avrebbe potuto seguire i movimenti dell'altro attraverso il proprio tatto, fin troppo perfetto perché le abilità mimetiche, appena sviluppate da Ao, potessero ingannarlo, ma, malgrado ciò, pensò bene d'entrare anche lui nell'oscurità, per seguire al meglio il genin che aveva fatto avventurare alla scoperta di quella strana abilità proibita.

    "Ao, ascolta: per sistemare questa specie d'infestazione, da quel che mi è stato detto, dobbiamo raggiungere l'esemplare femminile che si trova verso la fine di questo cunicolo, non so quanto in profondità, ma mi hanno assicurato che il percorso è unico, quindi dovremo solo andare avanti, tu inizia ad avanzare, io, intanto faccio pulizia qui dietro, tanto la mia voce mi ha fatto individuare.", avrebbe affermato tranquillo il Kaguya, avvertendo un pò di quei "cosi" che s'agitavano, avvicinandosi a lui, bestiole che non immaginavano nemmeno che non avrebbero retto nemmeno un secondo quando lui avrebbe estratto le proprie ossa.

    Il genin, intanto, sarebbe potuto andare avanti, ma, probabilmente con suo stesso disappunto, avrebbe scoperto che quelli che erano, nelle zone più esterne, dei millepiedi fatti d'ombra, stavano diventando dei grossi scarabei di tenebre grandi, ognuno, quanto metà della sua persona e quei grossi esseri sembravano, decisamente, poco propensi a lasciarlo passare quietamente.
    Il giovane ninja avrebbe dovuto sfruttare le proprie abilità di muoversi silenziosamente per attuare ciò che a Hayato Tokugawa riusciva meglio: uccidere silenziosamente e per farlo avrebbe potuto sfruttare anche virtù della kinjutsu appena appresa, quali lo sfruttamento delle sue stesse energie vitali per eliminare il nemico, o l'uso di un rapidissimo taijutsu con le gambe.
    Certo, Shiltar non gli aveva spiegato nessuna delle due cose, ma molto spesso non c'é tempo per apprendere prima la teoria e poi la pratica, quanto per scoprire le cose sul campo.
    E così Ao avrebbe dovuto fare contro tre grossi scarabei di tenebre.

    ------

    OT: Ok, in pratica ti chiedo di "scoprire" in modo realistico, come usare o l'ultima caratteristica comune a tutti i livelli (incrementare il danno inflitto a discapito della propria energia vitale), o come sviluppare il Calcio della Ghigliottina. Eventualmente anche tutte e due, a te la scelta
    Considera gli scarabei come energie verdi con protezione 15 sul corpo d'ombra./OT
     
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  10. Ao Yotsuki
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    Underdark
    Voglia di Sangue e Morte



    Shiltar non tardò a raggiungere il pallido spettro di Ao, con somma sorpresa di quest'ultimo il Kage era riuscito ad individuarlo senza alcun problema, suscitando ulteriore stima nei confronti di quest'ultimo. Molto più silenziosamente si era avvicinato al Genin che ora era fermo occultato da un'ombra oscura che lo avvolgeva e lo proteggeva da occhi indiscreti.

    Ao, ascolta: per sistemare questa specie d'infestazione, da quel che mi è stato detto, dobbiamo raggiungere l'esemplare femminile che si trova verso la fine di questo cunicolo, non so quanto in profondità, ma mi hanno assicurato che il percorso è unico, quindi dovremo solo andare avanti, tu inizia ad avanzare, io, intanto faccio pulizia qui dietro, tanto la mia voce mi ha fatto individuare.

    Questa volta lo spettro rimase in ascolto, incuriosito dalle parole del Mizukage che, con un pizzico di ironia nella voce, iniziava a pregustare l'idea di far fuori quelle viscide bestiole, idea che infondo era condivisa anche dallo Spettro che non vedeva l'ora di affondare la sua lama nelle membra di quegli orribili mostri. Non sapeva se essere grato o meno al Kage che gli chiedeva di proseguire lungo il tunnel, ancora più scuro e ancora più misterioso, fino a raggiungere il loro obiettivo finale. A detta del Kage infatti il loro obiettivo doveva essere l'esemplare femmina di quelle bestiole, forse considerata dai suoi simili la regina della specie e di sicuro, padrona della caverna.
    A quel punto lo Spettro in un inspiegabile gesto di cortesia si inchinò lievemente verso Shiltar, un inchino impercettibile ma degno di nota, data l'inclinazione dello Spettro a non degnare nessuno di rispetto.

    Si diverta allora...

    Disse, con una voce che sembrava non appartenere ad Ao, fredda e distaccata, ma sadicamente vogliosa di sangue.

    Si mosse, spinto da un nuovo fervore.
    L'idea di proseguire da solo nel tunnel lo eccitava a tal punto che farsi o meno vedere da quelle lingue d'ombra era diventato un problema secondario, avrebbe ucciso e ucciso ancora, fino a quando non vi fosse rimasto nessuno in quella grotta, solo lui e il Kage sarebbero sopravvissuti.
    Proseguiva veloce nei cunicoli, alternando percorsi rettilinei a salti e piroette, fino a fermarsi dietro un enorme stalattite.
    La sua perfetta vista notturna aveva captato qualcosa, ed era difficile che si sbagliasse. Rimanendo occultato dietro l'ombra dell'enorme stalattite sbirciò dietro l'angolo per rendersi effettivamente conto di cosa ci fosse più avanti di tanto diverso dagli insetti dell'entrata. Non erano lunghe lingue di tenebre, erano qualcosa di diverso, qualcosa di grosso, molto più grosso. Scrutò attentamente quelli che sembravano essere enormi scarabei di tenebre, qualcosa gli diceva che non l'avrebbero fatto passare così facilmente. Aveva bisogno di un piano e le nuove capacità acquisite sarebbero state una buona arma strategica.

    Vediamo quanto è dura la vostra corazza...

    Pensò pregustando già il sangue di quelle enormi bestie corazzate. Avrebbe sfruttato le sue capacità mimetiche per avvicinarsi e poi avrebbe colpito per uccidere, o almeno era quello che sperava.

    Sulla sua via si erano posizionati tre enormi scarabei. Avrebbe potuto evitarli ma data la loro corazza e il loro aspetto dovevano essere delle specie di "guardiani" nel caso qualcuno si fosse spinto un po' troppo oltre. Erano tre, soltanto tre, poteva batterli, atterrarli facilmente con un colpo e proseguire, si ce l'avrebbe fatta, o forse no?
    Afferrò l'arco e incoccò una freccia, più pesante del normale, la distanza era esigua e non poteva sbagliare. Si lanciò da un lato, fuoriuscendo dalla cupa ombra della stalattite e scoccò la prima freccia, seguita da altre due, dirette alle corazze di quelle bestie. Le frecce sibilarono nel buio, facendo voltare di scatto gli scarabei che vennero colpiti in pieno, ma senza alcun effetto sperato. Le frecce si infransero sulla solida corazza, lasciando lo spettro stupefatto; avrebbe dovuto aspettarselo infondo ma adesso aveva altro a cui pensare. Stridendo rumorosamente gli scarabei si lanciarono alla carica, spiegando le ali che producevano uno strano rumore, spostando l'aria e creando rumorose vibrazioni. Lo Spettro si abbassò schivando la carica del primo scarabeo che andò a sbattere sulla parete rimanendo stordito, poi saltò dandosi una potente spinta sul secondo scarabeo, che procedeva più basso, facendolo urtare con il terreno. Il terzo scarabeo procedeva veloce e lo spettro in aria era un bersaglio più che facile, ma al ninja bastò un colpo di reni per schivare, malamente, la bestia che lo colpì di striscio sul fianco facendolo sanguinare.

    Merda!

    Disse infuriato, vedendo ogni sua speranza di passare inosservato svanire a causa del pungente odore del sangue.

    Voi non sapete con chi avete A CHE FARE!


    Un forte brivido gli percosse la schiena, un brivido di rabbia ed eccitazione. Adesso si faceva sul serio, adesso gli scarabei avrebbero imparato la sensazione del vero dolore, avrebbero conosciuto la gelida mano della morte.

    Lo scarabeo che lo aveva colpito era pronto ad una nuova carica, gli altri due erano ancora un po' storditi dagli urti. Il ninja intanto si era abbassato pronto a compiere le sue azioni offensive, una volta che lo scarabeo si fosse lanciato verso di lui. Non attese molto che lo stupido insetto si scaraventò in un altra carica, veloce e imponente. Lo Spettro, dal canto suo veloce e agile, saltò facendo una piroetta ed estraendo la sua spada che, al fuoriuscire della lama, emanò un sinistro sibilo, seguito dal rumore del suoi ripetuti impatti con la corazza della bestia che, nonostante tutto, non sembrò vacillare.
    Atterrato il ninja si voltò verso la bestia, notando che la corazza era stata scalfita ma che l'insetto non aveva intenzione di cedere ai suoi attacchi. Gli altri due scarabei avrebbero di li a poco ripreso la massima coscienza quindi lo Spettro avrebbe dovuto sbrigarsi per eliminarne almeno uno, in modo tale da facilitarsi il lavoro.
    Lo scarabeo si spostò, andando a nascondersi dietro ad una serie di stalattiti che ne occultavano i movimenti. Coi sensi allerta lo spettro cercava di intuire dove fosse, la il rumore delle ali, seguito dallo stridio dell'animale, rimbombavano nella caverna disorientando l'udito finissimo dello spettro. Le Bestioline erano dunque intelligenti e, almeno quella, aveva capito di poter sfruttare l'ambiente a suo vantaggio.
    La testa dello spettro si voltava nervosamente da una parte all'altra, ora un po' preoccupato non riuscendo a percepire da dove sarebbe arrivato il nemico, ma ben presto i suoi dubbi sarebbero stati fugati del tutto.

    Le vibrazioni provocate dal battito d'ali dell'insetto cessarono, facendo calare il silenzio nella caverna. Silenzio che venne subito infranto da un tonfo. Dall'alto la bestia si era lanciata in uno schianto in caduta libera, diretta verso il ninja, che crollò sotto il peso dell'insetto. Ma l'oscuro scarabeo aveva fatto male i conti evidentemente. Allo schianto seguirono stridii di dolore, seguiti a loro volta da rumore di lotta. Il ninja era riuscito a frapporre tra se e l'insetto la propria lama, scavando una profonda ferita nel ventre dell'animale che ora si dimenava cercando di liberarsi dalla stretta della morte. Dal canto suo lo spettro lottava con tutte le sue forze, affondando ripetutamente la lama nelle budella dell'insetto, cercando nel compenso di levarsi quell'enorme bestia da dosso. Dopo numerosi sforzi ci riuscì, scaraventando al lato la bestia per poi svrastarla per conficcare la lama ancora più in profondità.

    Muori lurida bestia! Muori!

    Pensò adirato.
    La sua rabbia sembrava essere immensa quanto la sua voglia di vedere quella bestia cadere inerme sotto i suoi colpi. La sua voglia di uccidere era tanta, quanta la sua sete di sangue. Sentì quasi mancarsi il respiro, sentendosi gelare il petto, come se la rabbia e la sua voglia di sangue lo stesse privando di energie. Continuò, continuò ancora, fino a quando senti che la sua energia fluiva nei suoi colpi, allargando la ferita ed incrementandone la gravità. La bestia continuò a lottare ma per poco, smettendo di divincolarsi, per sempre.
    Sorrideva ora lo spettro, compiaciuto.

    Peccando di superbia e di troppa sicurezza lo spettro si era distratto, non accorgendosi che gli altri due scarabei rialzatisi, richiedevano vendetta per il loro fratello.
    Uno dei due si lanciò alla carica, afferrando con le zampe lo spettro, sollevandolo in aria, fino a lanciarlo contro una stalattite che pendeva dal soffitto basso della caverna. L'urto fu considerevole e fece mancare il respiro al ninja che, indebolito, alleviò la presa sulla sua arma che cadde lontana, mentre lui atterrava violentemente sulla dura roccia.
    Nonostante la botta la sua volontà non vacillò, deciso a non morire a causa di stupidi insetti. Si rialzò rapido, afferrando di nuovo l'arco ed incoccando l'ultima freccia ad alto potenziale che disponeva. Avrebbe dovuto stare attento stavolta, quelle frecce gli sarebbero servite anche dopo.
    Il secondo scarabeo si era lanciato intanto alla carica, prendendo alla sprovvista il ninja, ancora un po' stordito, facendo volare via anche l'arco dalle sue mani. Ora era praticamente disarmato.
    Gli insetti corazzati non demordevano, presi da una smania di furia omicida e dalla voglia, forse, di proteggere ciò che si celava all'interno della grotta.
    Il ninja si limitava alla difensiva, schivando gli attacchi dei mostri che si facevano sempre più veloci e che di li a poco lo avrebbero spossato. Sembrava traessero forza dall'ombra, che li rendeva potenti ed instancabili.
    Forse perché troppo concentrato nella difesa il ninja non si accorse che fine ultimo degli insetti era guidarlo in un vicolo cieco, facendo si che le sue schivate lo portassero alla morte sicura. Il ninja se ne accorse troppo tardi.
    Le pareti si erano ristrette formando un corridoio largo appena 3 metri, metri occupati interamente dai grossi insetti che ora proseguivano affiancati, pregustando la morte del loro avversario.
    Il kiriano era nei guai, in grossi guai.
    Gli insetti stridevano tra di loro, come se stessero comunicando, deridendo sadicamente la stupidità del ninja che troppo facilmente era caduto nel loro tranello. Tuttavia il genin li guardava, con gli occhi senza iride e pupilla, persi nel vuoto. Non lasciava trasparire alcuna espressione che potesse far intuire il suo stato d'animo, ma dentro di se, la preoccupazione aumentava e il suo spirito di sopravvivenza iniziava a vacillare.
    Dopo un ultimo stridio di accordo tra le due orride bestie esse si lanciarono verso il ninja che, ormai non aveva più vie di fuga, se non la morte.
    Sangue, schizzò sulle pareti, colorandole di un rosso intenso e si udì un sonoro tonfo che fece eco in tutta la caverna.





    Se Shiltar avesse raggiunto il genin di Kiri, subito si sarebbe accorto della battaglia. La carcassa di uno scarabeo giaceva supina e grondante di sangue. Se avesse seguito con l'olfatto le tracce di sangue sarebbe arrivato a trovare Ao nel fondo del cunicolo, sporco di sangue.
    Gli occhi senza vita del ninja fissavano il vuoto mentre, con un sorriso sardonico scrutava il suo operato, seduto sulla carcassa di una delle due bestie, ormai tagliata in due.
    Avvolto dalla completa oscurità era riuscito a trarre maggior potere dal suo istinto di sopravvivenza che, immancabilmente, aveva preso il sopravvento su quello dei suoi aguzzini. Senza neanche accorgersi delle sue azioni aveva sferrato un velocissimo calcio diretto ai due insetti che, all'istante, erano caduti a terra, con profonde ferite da taglio. Lo spettro era riuscito a rendere la sua gamba tagliente come una lama, una lama che si era rivelata fatale per i suoi avversari.
    Ora però era tempo di continuare.

     
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    Shiltar alla fine raggiunse Ao, dopo aver fatto pulizie di un ricco numero di quelle specie di millepiedi d'ombra, o almeno tali gli parevano per ciò che riusciva a percepire con i suoi sensi.

    Quando il Mizukage arrivò nei pressi della posizione del genin avvertì, prima con l'olfatto, un acre odore di sangue, che si rivelò essere parte del cadavere di un qualche grosso insettone d'ombra, poi con gli altri sensi la presenza di Ao, avvertendo la sua presenza poco più avanti con il tatto.
    "Non riesco a vederci così bene questo buio, ma, immagino che tu ti stia godendo i tuoi cinque minuti con quest'abilità, Ao.", fu il commento di Shiltar in prossimità del giovane genin, prima di volgersi verso quella che doveva essere, o almeno sperava fosse, la direzione giusta, poiché attratto da un qualche rumore che sembrava diverso dagli altri.
    "E' un'impressione mia, o ho sentito una specie di miagolio?", chiese perplesso, accennando con un cenno del capo all'altro di seguirlo, andando nella direzione del rumore.

    Durante l'avanzata, Shiltar avrebbe spiegato al genin, non appena gli fosse stato vicino: "Ci sono due ninjutsu che gli shinobi che s'avvicinano a questa Kinjutsu possono usare, una permette di usare una sorte di nube venefica e richiede due sigilli, Dragone e Tigre, l'altra permette di colpire trasportando un attacco armato fra le ombre, anche se non so per certo che significhi, usando i sigilli Topo e Scimmia. Se vuoi provarli, al prossimo bersaglio, potresti, direi.", spiegò il Kaguya, fermandosi, quando i rumori si fecero avvicinare dalle vibrazioni, segno che ero giunti lì alla fonte dei primi.

    Ao avrebbe potuto distinguere nelle tenebre altri due di quei grossi scarafaggi d'ombra e oltre loro una sagoma che, non avendo egli ancora le capacità per vedere nell'oscurità, gli sarebbe risultata come un corpo scuro nell'oscurità.
    Ai sensi di Shiltar quello che non era un grosso scarabeo sembrava una specie di grosso gatto.
    "Ok, considerando che c'é lì in mezzo un qualche felino, Ao,suggerirei di provare la seconda delle due tecniche che ti ho accennato, se vuoi.", affermò perplesso il Mizukage.
    Stava comunque al genin decidere.

    ------

    OT: Ok, a te la scelta di quale tecnica apprendere per il tuo penultimo post della Kinjutsu, in più eccoti ciò di cui mi avevi accennato nel pm, il grosso felino ancora cucciolo :ahsi: /OT
     
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  12. Ao Yotsuki
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    2 o 3?



    Il puzzo di interiora di insetto continuava a permeare il cunicolo della caverna, mentre il giovane Kiriano si rendeva finalmente conto del suo operato, provando una sorta di soddisfazione sadica per aver compiuto un gesto così tanto istintivo e così istintivo. Quella Kinjutsu faceva apposta per lui. Dello stesso parere sembrò esser Shiltar che, nonostante non potesse vedere, si era reso conto quanto lo Spettro fosse finalmente entrato in sintonia con la tecnica e quanto fosse stato capace di annientare quegli schifosi insetti. Di sicuro non ne era stupito ma, forse, aveva finalmente trovato un Genin degno di un po' di considerazione.


    Ora procedevano rapidi nei cunicoli, con i sensi allerta pronti ad intercettare qualunque suono estraneo che non fosse il rumore dei loro passi o il soffio del loro respiro. La caverna si faceva sempre più buia e persino le capacità visive del Genin sembrarono vacillare a quella innaturale oscurità senza rendersi conto che, di li a poco, sarebbe diventato completamente cieco ed indifeso. Nel frattempo tuttavia, lo spettro si godeva lo spettacolo dell'oscura caverna, visibile soltanto tramite la sua particolare e nuova vista. La composizione mineraria della caverna donava alle sue pareti uno strano luccichio, visibile solo agli occhi del Genin, lasciandolo estasiato. L'umidità della caverna tuttavia rendeva la stessa insopportabile. L'aria era pesante e le difficoltà a respirare, dovute anche all'aria ormai satura del luogo, rendevano quel luogo spossante e l'oscurità iniziava a farsi fin troppo fitta anche per gli occhi del genin. E' un'impressione mia, o ho sentito una specie di miagolio? chiese Shiltar, non rendendosi conto che il suo udito era molto più fine di quello del genin che, tuttavia, si limitò a far spallucce, continuando a seguire il Kage.
    Man mano che si muovevano negli angusti cunicoli i sospetti di Shiltar si fecero sempre più veritieri, ed anche il genin ora riusciva a sentire ciò che sembrava essere un verso di un piccolo felino, Shiltar ancora una volta aveva avuto ragione.
    Il perché un cucciolo di felino fosse in un luogo angusto e pericoloso come quello era davvero un mistero, un mistero anche era come fosse riuscito a sopravvivere in quello che a tutti gli effetti aveva le caratteristiche di un inferno. Ma il problema ora non era quello. Altri due enormi insetti d'ombra, scarabei uguali a quelli poco prima annientati dal genin, si stavano pericolosamente avvicinando al cucciolo, forse ignari delle due silenziose presenze che li stavano guardando.
    Un brivido di paura percorse la schiena di Ao, una paura che non riusciva a capire. Non era paura per se, aveva affrontato quelle bestie già una volta, che fossero due semplificava la cosa e la presenza del Mizukage non faceva altro che infondere in lui fiducia e sicurezza. Ma allora a che pro questo suo sentimento? Da cosa era scaturito?
    Se ne sarebbe presto accorto, ma prima avrebbe dovuto annientare quegli insetti nel modo più veloce possibile. La nube venefica sembrava essere la scelta migliore, avrebbe indebolito abbastanza i due mostri, ponendo rapidamente fine al conflitto. Stia indietro... sussurrò a Shiltar, facendo intendere l'azione che avrebbe intrapreso, di sicuro sul Kage la nube non avrebbe sorbito effetti chissà quanto evidenti, tuttavia meglio non rischiare. Dopo di che camminò sulla parete della caverna arrivando quasi a toccare il soffitto, ricolmo di stalattiti. Da li avrebbe lanciato la sua offensiva.
    Le mani si mossero veloci a compiere i due sigilli e il petto si gonfiò colmo di chakra e pronto ad espellere il veleno all'interno di esso.


    NO!


    Un urlo nella sua mente, forte e imperativo, che per un attimo blocco le sue azioni, ma solo per poco. Il petto si sgonfiò violentemente ed una tecnica venne lanciata. La riuscita della stessa non venne messa in dubbio un istante tuttavia il suo effetto sembrò esser diverso.
    Al posto della nuvola venefica si materializzò un arto nero che, da un'ombra vicina ad uno dei coleotteri, colpì il primo nell'addome facendolo sobbalzare senza provocare molti danni, ma provocare danni non era nelle intenzioni di Ao. I coleotteri si voltarono velocemente intercettando subito il ninja che muoveva giocosamente le mani in forma di saluto. L'espressione del suo volto era cambiata, ora le iridi erano ben visibili e il sorriso sul suo volto faceva intuire che era tornato quello di prima e non il cupo spettro di se stesso, ma come ci era riuscito?

    Intanto i coleotteri dispiegando le trasparenti ali si lanciarono alla carica verso il loro obiettivo, forse troppo avventatamente, ma di fatto l'intelligenza non era una delle caratteristiche portanti di quella specie.
    Quando furono a pochi metri dal ninja ormai non avevano più scampo. Il ninja si lasciò scivolare sulla parete, annullando la presa che il chakra faceva sull'umida parete e la gravità fece il resto. Il ninja cadde, ma agilmente riuscì a girarsi, dando la schiena al pavimento che si avvicinava sempre di più. Non ci mise troppo a riprendere aderenza sulla parete, e fu rapido nel farlo e, prima che i coleotteri sbattessero contro di essa, lanciò un'altra tecnica. Rapido e veloce soffiò dopo aver composto le due posizioni delle mani ed dalla sua bocca fuoriuscì una nuvola di fumo nera come le ombre che lo circondavano, che andò a ricoprire entrambi i coleotteri in carica, occultandoli completamente alla vista dello shinobi di Kiri, che rimase fermo sulla parete, dritto e con le braccia conserte.

    Dall'alto i coleotteri caddero, storditi dal potente impatto, il cui potenziale venne incrementato dalla nube venefica dei coleotteri che, indeboliti del tutto non avrebbero potuto fare altro che cadere al suolo, passando ai lati del giovane kiriano, che li segui, camminando sulla parete per poi lasciarsi andare quando l'altezza fosse stata abbastanza ridotta per evitare che si rompesse le gambe. Ora, accanto ai due insetti si preparava a sferrare il colpo finale. Avevano pesanti ferite sul cranio ed uno di loro aveva una tenaglia rotta, erano visibilmente sofferenti.
    Bastò un colpo netto per far si che il loro respiro si fermasse per sempre.

    Si mosse poi verso la sua mano d'ombra che, dopo l'attacco, si era mossa avvolgendo il felino, non facendolo scappare. Una volta che Ao vi fu vicino la mano d'ombra si dissolse e finalmente si poté chiarire l'identità del felino. Era nero, con gli occhi gialli, il pelo era lucido ma il cucciolo tremava spaventato e paralizzato dalla paura sembrava non riuscire a muoversi. Ao si abbassò cercando di vedere se fosse ferito, ma sul liscio pelo dell'animale non c'era alcun tipo di macchia di sangue, tuttavia sembrava spossato e scosso ed Ao rimpianse di non aver portato del cibo con se, ma comunque poteva fare qualcosa. Dalla sacca prese un piccolo tonico, un tonico di ripristino, che se non del tutto, avrebbe fatto stare meglio il cucciolo, che dopo un po' di titubanza ed un morso, accettò il tonico dal ninja, riacquistando visibilmente le forze, rimanendo comunque sempre diffidente e impaurito. Mizukage è un cucciolo di pantera... affermò con una voce che pareva esser tornata alla normalità. Era forse stata la visione della pantera a farlo tornare in se, oppure l'effetto della tecnica stava svanendo? Non era importante in quel momento ed Ao non si preoccupò neanche di chiederlo a Shiltar, troppo preso ora a prendersi cura del piccolo e indifeso felino.
    Levatosi il mantello avvolse il cucciolo al suo interno, per tenerlo al caldo e farlo sentire al sicuro, dopo di che, prese un altro tonico e lo ingerì. Aveva utilizzato troppo chakra, si era fatto prendere la mano dai suoi nuovi poteri e non poteva lasciarci le penne prima che la missione non fosse terminata.



     
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    Ao si mosse di pari passo con il Mizukage, finché non arrivarono in prossimità della fonte del miagolio e fu proprio in quel momento che il genin decise di agire da solo.
    Shiltar seguì con i propri sensi il susseguirsi delle azioni del giovane ninja, studiando la tattica usata contro quelle creature ed ascoltando, alla fine, sia il tonfo delle stesse morte al suolo, sia le parole del ninja, che aveva raccolto il cucciolo di pantera.

    "Strano posto dove trovarsi per un animale del genere...", fu il primo commento del Mizukage, mentre notava che il genin stava ingerendo un tonico e che, in qualche modo, anche l'aspetto stava tornando "normale", seppur su quest'ultimo aspetto non avrebbe potuto essere molto sicuro, considerando che non vedeva bene nell'oscurità più completa.
    In ogni caso, il duo, con l'inatteso compagno di viaggio, avrebbe dovuto continuare il suo viaggio nelle tenebre, arrivando a qualcosa di solido e che odorava di sangue, come i sensi di Shiltar avrebbero avvertito: i cadaveri di due grossi felini, come poi avrebbe scoperto avvicinandosi agli stessi, "Questi dovevano essere i genitori del cucciolo che hai con te...", fu l'unico commentò del Kaguya, prima che un nuovo rumore lo distraesse, un rumore ben più sinistro e decisamente fastidioso.
    Se Ao avesse ancora avuto la sua capacità di vedere in quella grotta, cosa che non aveva, avrebbe visto dinanzi a se un grosso, oltre le umane dimensioni, scarafaggio d'ombra, uscire dalla profondità della grotta stessa, un essere veramente grande e, decisamente, schifoso, che si stava per muovere verso i due, ma che non era solo, poiché dall'altro sarebbero piombati verso di loro anche altri due di quei coleotteri che tanto tranquillamente il genin aveva vinto.

    "Ao, mi sa che qui dobbiamo dividerci il lavoro, a te i pesci piccoli, a me quello più grosso? Ok? Tanto li vedi ancora, no? Arrivano dall'alto a Nord-Est.", avrebbe affermato il Jonin, estraendo poi la Falce di Luna e lanciandosi sulla più grossa creatura con l'unica finalità di farle decisamente del male.

    Ao, non solo non vedeva più quelle creature, e quindi si sarebbe dovuto affidare agli altri suoi sensi, ma in più aveva subito le ferite autoinflittesi nell'uso della sua kinjutsu, più o meno una quantità medio-grave che di certo pesavano sul suo corpo.
    E, a complicare di più le cose, aveva con se la piccola pantera da difendere.

    -----

    OT: Ok, la brutta notizia l'hai vista negli ultimi 4-5 righi di post, le buone notizie sono che i due coleotteri sono energia gialla ^^'.
    Vedi come, con le tue sole forze, considerando i malus della kinjutsu, riesci a reggere questo singolo round (a te difesa ed attacco, considera che si lanciando in picchiata verso di te dall'alto nella direzione detta dal mio pg).
    Forza che è l'ultimo post :riot: /OT
     
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  14. Ao Yotsuki
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    ...e luce fu!



    Shiltar non aveva tutti i torti, non era un posto per pantere quello, soprattutto per un cucciolo. Non poteva essere stato abbandonato, tuttavia era li solo e indifeso. Ao, ormai tornato normale, si limitò a fare spallucce, senza saper dare una risposta che si potesse avvicinare alla realtà. Tuttavia non era quello il primo pensiero di Ao.

    Rifletteva il Genin, sui nuovi poteri che aveva acquisito, poteri che forse andavano oltre le sue capacità di giudizio e scelta, capacità che risvegliarono in lui quello che era il suo puro istinto, rivelandolo all'esterno, sotto forma di un vero e proprio spettro di se stesso. Era quello che lo preoccupava maggiormente, il suo controllo sulla Kinjutsu, controllo fin troppo debole e scostante. Doveva ringraziare la temporaneità della tecnica, senza la quale non sarebbe riuscito a tornare se stesso, senza la quale avrebbe potuto uccidere il piccolo felino. Inoltre la tecnica sfiancava il suo corpo durante l'utilizzo, permettendogli di usare tecniche devastanti ma ad un caro prezzo: la vita. Si sentiva debole, ma non se ne pentiva, avrebbe imparato ad usare la tecnica ma soprattutto, avrebbe fatto in modo di usarla solo quando fosse stato necessario e, sperava, che non si fosse presentata nessuna situazione così rilevante da doverla usare di nuovo.

    La missione non era ancora finita, tuttavia, sorgeva un piccolo problema ora. La tecnica, ora non più attiva, aveva portato con se tutte le capacità e le proprietà che tanto avrebbero potuto aiutare il giovane al raggiungimento dello scopo finale. Adesso era in grossi guai. Senza la tecnica era praticamente cieco dunque molto in svantaggio rispetto ai suoi nemici che, di sicuro, ora erano molto incazzati a causa dell'entrata dei due ninja nel loro territori ma, soprattutto, per la perdita degli abitanti della stessa, finiti in pezzi a causa della missione dei ninja. Si mette male...speriamo non ci siano più intoppi e che Shiltar annienti in fretta la bestiolina di cui ha parlato all'inizio... disse tra se Dopo di che saremo liberi e potrai rivedere la luce del sole... sussurrò alla pantera che lo guardò senza capire.

    Proseguirono il loro viaggio, correndo nei cunicoli, con il loro nuovo compagno, avvolto nel mantello tra le braccia di Ao. Man mano che si addentravano faceva sempre più freddo e umido, il silenzio era assordante e irreale ed ora l'oscurità non sembrava più essere amica del genin, che si sentì come un pesce fuor d'acqua, una sensazione che gli provocava un senso di angoscia e irritazione.

    Dopo qualche attimo di titubanza trovarono finalmente risposta alla domanda che si erano posti. A terra, in una pozza di sangue vi erano due grossi felini neri. Le loro carcasse emanavano un intenso fetore, incrementato dall'aria ristagnante della caverna. Ao rimase sconvolto e dispiaciuto, la pantera in un certo senso condivideva la sua stessa sofferenza, la perdita di un genitore era qualcosa di orribile, la perdita di entrambi e rimanere soli poteva portare solo alla disperazione, ma Ao si promise che la pantera non avrebbe sofferto. In quel momento però pensare alle carcasse non era la migliore delle idee. Un insopportabile rombo fece eco nei cunicoli, un rumore che Ao conosceva bene ma che tuttavia sembrava diverso, più forte e potente, seguito da un evidente vibrazione del terreno che non faceva presagire nulla di buono. Ao si voltò verso quella che sembrava essere la fonte del rumore ma che non riusciva a vedere Ao, mi sa che qui dobbiamo dividerci il lavoro, a te i pesci piccoli, a me quello più grosso? Ok? Tanto li vedi ancora, no? Arrivano dall'alto a Nord-Est. i pensieri di Ao vennero interrotti dalle parole del Kage, parole che lasciarono sul suo volto un espressione incredula. Pesci piccoli? Quanti? Quali? Quello grosso? pensieri che Ao non riuscì a comunicare al suo compagno d'avventura che schizzò via in un lampo scomparendo nell'oscurità, sicuro che il genin potesse ancora vedere. Tuttavia le indicazioni di Shiltar sarebbero pur servite a qualcosa, soprattutto se unite all'udito sviluppato di Ao che, nella bolgia, riuscì a distinguere quello che sembrava lo sbattere delle ali dei coleotteri corazzati. Si avvicinavano, si avvicinavano in fretta e lui doveva agire ancora più prontamente a quell'attacco, doveva proteggere la pantera, doveva farlo a costo della sua vita.

    I neri coleotteri si avvicinavano e l'unica cosa che li tradiva era il caratteristico e fastidioso rumore delle loro ali. Ao mise il fagotto con la pantera sulle braccia e velocemente fece un unico sigillo con le mani. Avrebbe utilizzato una tecnica che da sempre aveva creduto inutile ma che in quella situazione si sarebbe rivelata a di poco vantaggiosa.
    Quando i coleotteri fossero arrivati a colpire Ao, si sarebbero accorti che quello che realmente vedevano non era altro che frutto di un illusione, appositamente creata per perdere tempo, e che Ao sapeva non avrebbero potuto intuire. Intanto il giovane si era spostato, usufruendo dell'occultamento illusorio della tecnica, per portare al sicuro la pantera in una conca con delle stalattiti, piccole e sottili, che avrebbero fatto da barriera visiva, aiutate dal mantello che avvolgeva la pantera. Vediamo di far luce... ora era davvero carico, la sua missione aveva un altro obiettivo ora, che lo rendeva più deciso che mai a vincere ed uscire da quella caverna.
    Conosceva la pecca della tecnica, avrebbe potuto allontanarsi di una determinata distanza senza esser visto, tuttavia avvicinandosi troppo al nemico la tecnica si sarebbe sciolta. Ed era questo il caso. Il ninja diventò di nuovo visibile, tuttavia il suo udito non l'avrebbe mai tradito.

    Sentiva l'eco dell'arma di Shiltar che si scagliava sulla corazza dell'enorme insetto, seguito dagli stridii di quest'ultimo. Tuttavia poteva anche immaginare la scena a pochi passi da se. I coleotteri sarebbero stati confusi solo per pochi istanti dalla tecnica ed Ao poteva sentire che lo erano, percependo il suono delle zampe sulla nuda pietra. Veloci i sigilli con le mani, prima che rivelasse la sua posizione Ehi maledetti insettacci! capì che l'avevano visto, sentiva i suoi passi veloci mentre le sue mani si caricavano di chakra per poi venire scagliate a terra ...e luce fu! dalle sue mani partirono fasci di elettricità che proseguirono a terra illuminando la pietra, facendola scintillare e donando al ninja un minimo di visuale dell'accaduto. Intanto i coleotteri, colpiti dall'elettricità si mostrarono in tutto il loro viscidume, percorsi da scariche potenti che di sicuro non gli avrebbero permesso di muoversi per un po'. Ora aveva davvero poco tempo. La luce provocata dall'elettricità gli aveva permesso di individuare i coleotteri, aveva poco tempo per memorizzare l'esatta posizione di entrambi. Scattò in avanti, sicuro che dopo la scarica non si sarebbero mossi per un po', poi estratta una cartabomba effettuò una piroetta appoggiandosi con la mano sul carapace di uno dei due insetti, contento di aver azzeccato la posizione, lasciandogli addosso la cartabomba.
    Calciato quest'ultimo, con una incredibile rotazione del corpo facendo perno sulla mano d'appoggio, lo scagliò verso l'altro e, rotolando indietro, attivò la cartabomba, che deflagrò danneggiando entrambi i coleotteri e provocando un possente eco nella caverna. Altra luce, altre informazioni. Ora avrebbe dovuto scagliare il colpo finale.
    Subito dopo la deflagrazione della bomba si lanciò, guidato dalla sua memoria e dall'udito, verso le due bestie stordite. Appena menò più fendenti possibili che andarono ad infrangere l'ormai debole struttura esoscheletrica delle immonde creature, segnandone la fine perenne. Il dolore che ne seguì da queste azioni fu davvero intenso. Le ferite provocate dalla Kinjutsu e dai precedenti avversari avevano si erano aggravate senza che se ne accorgesse, guidato da un furia incontrollabile che lo aveva spinto a chiedere al suo corpo più di quanto potesse fare.
    Si trascinò quasi a stento, non abituato al dolore e alla debolezza, cercando di individuare la posizione della pantera, nascosta e al sicuro. Non ci mise molto, dato il continuo miagolare del cucciolo, avvolto nel mantello. Lo prese, tenendolo in braccio, si trascinò nelle vicinanze di Shiltar e si sedette, brandendo la spada, stanco, sperando che fosse tutto finito.

     
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    Mentre Shiltar combatteva quella grossa e schifosa bestia d'ombra, che per sua fortuna non riusciva a vedere, il genin alle sue spalle stava dando alito a tutte le sue abilità ed armi, sfruttando anche la rinnovata abilità, per talune azioni, seppur il Kaguya non poteva seguire a pieno lo scontro, ma di certo il rumore delle scariche elettriche e dell'esplosione, oltre al fatto di avvertire con il tatto un costante muoversi del genin, non gli erano sfuggiti.

    In ogni caso, il Mizukage non si fermò finché non sentì una sorta di rantolo, seppur non fosse sicuro che gli insetti di tenebra potessero rantolare, e non avvertì che la grossa contro cui stava dando colpi di Falce, aveva smesso d'agitarsi.
    A quel punto, dopo qualche secondo di attesa, giusto per essere sicuro, Shiltar si voltò verso la posizione in cui avvertiva che si trovava l'altro: "Ottimo lavoro, Ao. Spero che questi cosi siano finiti, perché penso proprio che abbiamo eliminato quello più grosso, ora possiamo, tornarcene a casa.", avrebbe suggerito all'altro, senza obbiettare all'eventualità di portarsi dietro la pantera.

    I tre, così, sarebbero usciti, dopo qualche minuto di cammino, all'aperto, dove la luce del sole avrebbe rivelato come i loro abiti fossero oltremodo sporchi del sangue di quelle creature d'ombra e, dopo un piccolo momento di riflessioni sull'ennesimo abito da buttare, Shiltar si voltò verso il genin: "Immagino che dopo tutta questa azione sarai decisamente, stanco, quindi, per la risalita, facciamo che me ne occupo io, ok? Ti assicurati solo di tenere stretto il felino.", avrebbe suggerito, iniziando a manipolare le ossa ed estraendo una specie di fune ossea dalla zona del centro del tronco.
    "Tieniti da questa ed usa, al più, un pò di chakra adesivo, al grosso del lavoro di scalata ci penso io.", avrebbe assicurato, sorridendo, il Mizukage, iniziando poi a salire lungo la parete rocciosa.

    [...]

    Il trio sarebbe tranquillamente ritornato a Kiri, dove Shiltar avrebbe salutato il genin ed il cucciolo: "E' stato un piacere collaborare con te, Ao, magari si potrà lavorare di nuovo in qualche altra missione, evitando insetti ed affini, però.
    E mi raccomando, fai buon uso di ciò che hai appreso in quei luoghi oscuri."
    , concluse il Kaguya, prima di dirigersi verso il proprio palazzo.

    -------

    CITAZIONE
    Il pg Ao Yotsuki ottiene il primo livello del Mondo delle Tenebre

    OT: Ao, hai 10 giorni per scrivere l'eventuale post conclusivo, poi chiudo del tutto il topic.
    Complimenti per la kinjutsu acquisita :riot: /OT
     
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14 replies since 26/5/2010, 22:13   335 views
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