La Città Dei Morti

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  1. Yashimata
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    QUALCHE SETTIMANA PRIMA DELL'ATTACCO A OTO_



    La porta del salone fu aperta dalla solita ombra che si avvicinò all'avatar senza aspettare un permesso come di suo solito. Aveva il volto rilassato in un espressione gaia, seppur lasciava trasparire i segni della stanchezza. I capelli non curati scendeva lungo il viso di tanto in tanto, coprendo le occhiaia vistose che macchiavano il suo volto. Prese una leggera pausa prima di rendere nota la buona notizia.
    «Finalmente il progetto è concluso!» Esclamò tutto d'un fiato, come se quelle parole fossero uscite tutte in un unico febbricitante sospiro. Gli occhi dell'avatar si erano illuminati di una luce sinistra. Aveva atteso tanto il completamente di questo progetto, più o meno da quando era fuggito da Kiri. Era trascorso un anno prima di riuscirlo a vedere ultimato.
    «Ohohoh... splendida notizia. Quasi non ci speravo più!» Disse con un tono di voce particolarmente affabile. Ora come ora non importava nulla, tutti i suoi piani potevano andare in porto. E sopratutto quello che si era prestabilito sin dall'inizio. La gilda non sarebbe stata altro che una fonte di informazioni, finché non l'avrebbe distrutta con le sue mani. L'organizzazione che stava formando? Un semplice passatempo in confronto! Aspettò che l'ombra gli fornisse tutti i dati necessari.
    «Abbiamo perso un centinaio di uomini durante i lavori. Il resto si rifiuta di lavorare ancora seguendo quei ritmi infernali...» Chiocciò con tono leggermente preoccupato. «Quanto ci è costato?» Chiese, senza preoccuparsi delle pretesi di inutili umani. Ormai aveva esaurito il loro compito, ora non erano più utili.
    «Abbiamo consumato quasi tutti i fondi finanziari su cui potevamo disporre. Come si dice in questi casi.. siamo al verde.» Si sforzò di ridere, ma un'occhiata gelida del signore la fulminò. Abbassò lo sguardo come in segno di scusa, poi aspettò nuovamente che egli riparlasse.
    «Mostrami il luogo.» Ordinò, e senza che l'ombra potesse riprendere fiato, fu costretta e rimettersi in marcia... intanto, l'avatar sembrava che sudasse per l'attesa.

    ~


    Il luogo era perfetto.
    Dopo aver camminato per i cunicoli sotterranei per una buon mezz'ora, avendo percorso circa un paio di chilometri, quella vista lo estasiò. L'ombra, ora affaticata, reclamava una pausa in silenzio che le fu concessa. Il s
    image
    alone circolare era grande quanto 5 campi di calcio e sul suo territorio vi erano spuntoni di roccia che arrivavano persino a toccare i due metri. Al suo centro, ci era un piedistallo di metallo nero. Liscio come una pietra accuratamente levigata, nero come il cuore dell'assassino.Sul piedistallo vi era riposto un diario di cuoio, tenuto in condizioni pessime. Le pagine erano quasi tutte stropicciate, però il contenuto era abbastanza leggibile. Era la tipica scrittura dell'avatar. Ai quattro punti cardinali vi erano delle buche che entravano nella roccia, aventi raggio circa 2 centimetri. Il loro interno era tappezzato di metallo e tutte conducevano all'uscita. Serviva per far areare? Poco probabile. Avevano uno scopo più sottile. Un migliaio di candele illuminava alla perfezione il luogo.
    «Magnifico.» Esclamò tastando una parte del muro. Continuò a camminare per il salone, di tanto in tanto alle pendici degli spuntoni di terra vi erano crani umani. Probabilmente, la loro unica funzione era quella di migliorare l'aspetto estetico del rifugio.
    «Magnifico.» Ripeté una seconda volta, mentre si allontanava dal luogo. Un morte più onorevole di quella non l'avrebbe potuta sperare. Era qualcosa di raro potersi imbattere in un esempio di perfezione architettonica. Risalì i cunicoli; sapeva che il momento sarebbe arrivato.
    E sarebbe arrivato più presto del previsto.



    OT: Vi sono dei particolare segreti di cui nessuno è a conoscenza.
    Solo chi arriva all'interno della grotta, potrà eventualmente notarli. Comunque, io riporto i link dei file dove potete scaricare questi contenuti (ovviamente con la pass), in modo tale che quando sarà ora potrò rivelarli e renderò pubblica la pass per controllare che io non abbia usato sotterfugi o abbia mai imbrogliato.
    [Link1][Link2]
     
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    Ritorno nell' Ombra

    Prima era la quiete di mille candele fiammeggianti nell’oscurità.
    Lì giù, dove al sole era stato impedito l’accesso, dove l’aria asettica era impregnata dell’odore della pietra e dell’inaccessibilità si era mosso,poi,qualcosa...dopo mesi. Tutto era incominciato con un crepitio indistinto nell’aria, poi lo spazio collassò in un punto infinitamente piccolo, per poi allargarsi di colpo. Dove prima c’era solo l’aria, ora due figure si ergevano immobili mentre l’aria fuggiva via da loro, spostata.
    Solo le loro ombre danzavano nella stanza, loro che lì erano quasi a casa.
    L’individuo più alto teneva una mano sulla spalla del più basso. Quella era la sala delle convocazioni, uno spazio al quale è impossibile pervenire tramite un accesso fisico ,dato che esso non esiste. Per arrivarvi era necessario conoscere l’esatta ubicazione sotto decine di metri di rocce e teletrasportarvicisi.
    Concluso il suo compito, l’uomo più alto, o meglio dire colui che una volta era stato un uomo, scomparve richiamato nel suo opportuno spazio tempo.
    La sala delle convocazioni.
    Una sola volta Eiatsu era stato lì, molti anni prima, al tempo della sua iniziazione. Come allora l’unica cosa distinguibile erano le pareti della stanza, in pietra lavorata, tremolanti per le innumerevoli candele. Il pavimento, della stessa fattura della restante parte della sala, era decorato con un complesso motivo, a mo di sigillo, del quale Eiatsu ignorava il significato e lo scopo.
    In verità era un pò eccitato. Mai prima di allora il suo signore lo aveva chiamato, mai il suo sigillo di allarme(disegnato sotto pelle, vicino al cuore) gli aveva bruciato nel petto.Eppure dopo tutti questi anni…
    Ora che era lì le istruzioni del suo maestro tornarono alla mente. Rapidamente si diresse verso la parete a nord ovest e con forza premette un sigillo dalle insignificanti dimensioni imprimendovi la nota quantità di chakra.
    Immediatamente quello brillò di luce propria , luce che velocemente si diffuse in tutta la stanza in migliaia di venature.

    “Le trappole dovrebbero essere disattivate”

    Quindi si recò verso il complesso disegno sul centro del pavimento. Lo osservò per due minuti buoni prima di trovare quello che stava cercando. Quando trovò il glifo che gli interessava, lo tasto con la mano sinistra e vi immise nuovamente il suo chakra.Nuovamente il disegno reagì e una nuova serpentina di luci iridescenti sgattaiolarono verso la parte per poi sparire contro il muro. Con quello il suo signore era stato avvertito del suo arrivo.
    Infine si posizionò dove sapeva essere il suo posto. Piegò un ginocchio, poggiandolo a terra, e posò il braccio sinistro sulla gamba del medesimo lato posta a squadro. Chinò il capo.

    “Sono qui mio signore.Comandi.”

    Aspettò che le ombre gli rispondessero.

     
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  3. Yashimata
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    Ho varcato le soglie dell'esistenza,
    della conoscenza
    oltre la sottile cortina dell'orizzonte.

    Poi la caduta,
    nuovo Icaro.
    La dama Bianca
    mi attende.

    Al di la delle profondità
    alle origini della pietra
    Negli oscuri abissi
    la mia anima sprofonda.

    Persa nell'immenso.

    ~†~

    La neve continuava a sciogliersi sotto lo stillicidio, confluendo in un gruppuscolo di affluenti che ruscellavano in quello che ormai era un autentico pantano. Lo stillicidio mutò lentamente in diluvio, e nella pozza cominciò a sciaguattare la eco di passi.
    « Sono commossa. Non credevo di esserei così importante da smuovere dall'altero trono il signore delle Tenebre in persona. Non potevi delegare questo inqualificabile lavoro a Mayumi? »
    La voce era particolarmente cristallina, ma in essa si celava una fosca tinta di ironia. La sua esile figura era offuscata in una mantellina che le stringeva all'altezza della vita; all'origine risplendeva di un chiarore perlaceo, ma ora quel sodalizio di acqua e fango ne avevano deturpato la pregevole fattura e il singolare chiarore. Un cappuccio le scendeva sul volto velandone i lineamenti delicati e mistificati e lasciando che soltanto le nobili, e velenose nel dischiudersi, labbra amaranti si intravedessero, regalando concretezza alla sua figura contenuta nel mistero.
    « Anche quel tale che ama farsi chiamare 'Alfiere del Nord' sarebbe stato all'altezza di questo compito così triviale e provinciale. Cionondimeno, non hai voluto sentire ragioni. Spero che come minimo ti sia divertito ad inseguirmi per mare e per monti; giocare ad 'acchiapparello' con le persone giuste è sempre divertente, non trovi? »
    L'interlocutore si lasciò sfuggire uno sbuffo divertito. Le labbra delle Dama si spiegarono in un largo e gelido sorriso. Due boccoli dorati ondeggiavano fuori dal suo copricapo regale ad ogni suo pigro movimento della testa. L'avatar sembrava la sua fotocopia in negativo: la cappa corvina e fosca lo avvolgeva interamente, e solo il biancore cadaverico della sua pelle stravolgeva quel tetro teatrino.
    « Assolutamente - però, ho una cosa da rimproverarti: potevi scegliere un posto più grazioso per il nostro incontro. Magari, un luogo caldo e davanti ad una tazza di tè! »
    Una risata divertita da ambo le parti fu assorbita dal rumore incessante della pioggia. La fanciulla, che aveva mantenuta una distanza ragguardevole durante tutto l'amichevole dibattito, cominciò a muovere svogliatamente i primi passi verso il ragazzo che aveva faticato a lungo per trovarla e per poterle parlare. Sembrava che levitasse in quel suo parsimonioso muoversi. Quando la distanza fu tale che ognuno potesse avvertire il dolciastro respiro /sospiro dell'altro, egli lasciò che la mano dell'amica arrivasse a schiaffeggiarlo senza permettersi nessuna replica istantanea.
    « Sei consapevole che questa galanteria cavalleresca non cambierà la realtà? »
    Il suo timbro di voce, che fino ad adesso si era caratterizzato per la cristallina chiarezza e fermezza, fu spezzato da un leggera - ma senza dubbio rilevante - nota di dolore.
    « Ne sono al corrente. »

    {...}

    Il centro nevralgico della stanza era infestato dalla presenza dell'Avatar e di altre due figure. Stranamente, indossava soltanto una maglietta senza maniche a tinta unita ed un paio di pantaloni, logorati all'estremità che puliva terra. Le altre due ombre erano avvolti in una pastrana totalmente nera; da una si intravedevano vispi capelli colore blu ed un tatuaggio che accarezzava l'occhio destro, dell'altra si vedeva soltanto una ciocca ribelle di colori neri e due occhi smeraldini che risplendevano nell'oscurità del luogo. L'unica luce in quel cimitero di tenebre.
    « Sei davvero convinto? Non si può tornare indietro dopo questo.. » esitò « ..rituale. »
    L'uomo, l'unico uomo in quella stanza, non ricevette una risposta immediata né dall'avatar né, tanto meno, dalla ragazza, che si era coricata in un religioso silenzio dopo essere venuta a conoscenza delle intenzioni di Yashimata. Aveva acconsentito con una melanconica obbedienza.
    « Questo mondo non è ancora maturo abbastanza per sopportare la mia presenza. Al momento, la mia vita è come un pendolo che oscilla costantemente tra passato e futuro, fermandosi soltanto per qualche sfuggevole secondo sul presente, senza riuscire a comprendere il senso degli eventi. Procedere ora con il piano equivalerebbe ad un prevedibile insuccesso. »
    L'uomo scosse la testa in segno di disappunto. Era a conoscenza del 'piano' e lo reputava attuabile subito, senza continuare a procrastinare ancora e ancora. Gli ultimi due anni li avevano trascorsi nell'ombra, lasciando che le loro tracce scomparissero dal globo e dai territori accademici. Il nome di Yashimata era divenuta una nefasta leggenda, che molti consideravano soltanto una storiella senza alcun riscontro con la realtà.
    « Per quante volte tu me lo possa ripetere, non ne sarò mai convinto abbastanza. Anche Fu.. » lo sguardo monastico dell'avatar lo fece correggere « ..la Dama Bianca ha affermato che difficilmente il rituale possa andare a buon fine. Perché rischiare tanto? »
    « Non preoccuparti.. » replicò Yashimata con tono vuoto « Mayumi, c'è qualcosa che non va? »
    Domandò a bruciapelo, ostentando un falso interessamento al suo inequivocabile silenzio.
    « Nulla.. » la voce attraversò i presenti, scivolando via dal loro percetto prima che potessero riuscire a decifrarne il timbro. Era una voce atona, impersonale e solenne, priva di qualsiasi calore umano. « ..nulla. »
    La voce ignota acquistò inconsapevolmente un po' di colore; sembrava essere vagamente risentita -quasi amareggiata. Una sfumatura così sottile da ridursi ad una vibrazione inudibile nel proclama.

    {...}

    Una voce sotto di loro li percossero, risvegliandoli dal mesto dialogo.
    « Alzati; non è più tempo per inutili convenevoli. » l'affermazione asciutta fu accompagnata da un regale gesto della mano « Il tempo è tiranno - e tu dovresti saperlo meglio di chiunque altro. » Aspettò, quindi, che assumesse una postura più dignitosa prima di rivolgergli nuovamente la parola. Le altre due presenze non sillabavano la benché minima parola; erano a conoscenza che non avrebbero più parlato con l'Avatar, un involucro di tenebre ora destinato a disfarsi.
    « Prima di passare al rituale vero e proprio, ti menzionerò le condizioni della mia morte.. » dal suo tono di voce talmente perentorio, era palese che il neo giunto non avesse alcuna voce in capitolo « ..potrai usufruire del mio corpo e di parte della mia anima, finché non ne avrò nuovamente bisogno. La prospettiva del viaggio che sto per compiere mi suggerisce di non portare con me elementi superflui. » Non lasciava trasparire alcuna emozione, la sua bocca sembrava produrre meccanicamente la voce, come un computer già privo della propria sterile anima « Quando verrà il momento di riportarmi in vita, lo saprai. Non sono a conoscenza di quando questo possa avvenire: giorni, mesi, forse anni... o mai. Le probabilità di fallire sono piuttosto alte, tuttavia siamo fiduciosi nel successo. »
    E gli diede le spalle, marciando verso il ventre aperto della stanza che virava in un'opprimente buio accompagnando la trasformazione con l'esalare di una brezza gelida. Dietro di lui, l'atmosfera era una parete di cera scura che colava lungo sé stessa in un terribile esibizione.
    « Domande? »

     
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    Eiastu ascoltò con attenzione la voce del suo maestro, sempre così glaciale ed impersonale. Dunque il momento era giunto. Era a conoscenza del fatto che presto l'avatar avrebbe lasciato questa terra, un' informazione che stava girando tra i suoi più fidi. Eiatsu sapeva bene quello che ciò comportava...come ogni qual volta un leader sparisce il suo regno si disintegra,le vecchie leggi non valgono più. Così , se prima il covo dell'avatar era il buco nero del male, immenso ma unico, adesso chissà quanti se ne sarebbero venuti a creare...Il caos che sarebbe venuto poi era solo conseguenza di tutto questo.

    Forse con la possibilità di un suo ritorno i suoi discepoli si sarebbero trattenuti dall'andare contro i suoi ordini, ma per quanti anni? La mente degli uomini è troppo incline a dimenticare il dolore. Poche generazioni e tutto svanisce, se non c'è qualcuno a salvare il ricordo dall'oblio...

    Probabilmente era a questo che pensava il suo maestro affidando a lui solo la custodia delle sue spoglie terrestri. Chi altri avrebbe potuto mantenere viva la fiamma del suo ricordo? E chi soprattutto avrebbe potuto poi riportarlo in vita?

    Certo lo aspettavano giorni bui. Già poteva intravedere i traditori braccarlo per distruggere la possibilità di un ritorno dell'avatar. Gli sarebbe toccata una vita ancora più nell'ombra rispetto a quella che già conduceva, lui che pure era così dotato..

    Ma avrebbe portato il suo incarico fino in fondo, sebbene sapesse di non essere al momento all'altezza della situazione. Difendere l'avatar e sfuggire a tutti i nemici che si stava facendo accettando il compito del suo maestro, era impresa che richiedeva maggiore preparazione...

    “ Farò come chiedete, conoscete la mia lealtà. Ma sento che posso fare di più per voi. Ditemi: ci sono messaggi da recapitare a qualcuno, avete qualche ultima missione da affidarmi. Gettare il mondo nel caos, plasmarlo a vostro piacimento per quando ne potrete godere nuovamente. Non c'è nulla che non si possa fare con un notevole lasso di tempo per farla.”

    E ad Eiatsu il tempo non mancava, ne aveva quanto voleva e lo avrebbe sfruttato per servire il suo maestro e saziare la sua ambizione. Il suo progetto stava iniziando a prendere piede e già un discreto numero di anime era ai suoi ordini con tutto il loro bagaglio di conoscenze e ricordi. Con l'anima dell'avatar sarebbe divenuto ancora più potente, sebbene l'unica strada per arrivare dove voleva dovesse ancora iniziare a percorrerla...

     
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  5. » Firsterd «
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    Non riesco a ritagliarmi nemmeno due ore per provare a postare. Già, strano ma vero. La scuola è un vero inferno, credetemi. Per questo motivo, tramite queste tre righe OFF GDR, affermo, nel pieno delle mie capacità mentali, che il mio pg, Yashimata, Nukenin D Viola, è deceduto e sarà fornita al pg Eiatsu, Chunin Blu, dell'utente Hohenheim, la componente semantica affinché possa evocare il mio pg tramite la tecnica speciale di cui è in possesso, cioè l'Edo Tensei. Starà al detto utente provvedere alla modifica del materiale personale, di cui è in possesso il mio pg, affinché venga regolamentato secondo le direttive del nuovo regolamento. Lo pregherei, inoltre, di mantenere fede ai concetti di fondo presenti in ogni tecnica e di non snaturare le linee guida che da sempre sono state dietro al personaggio. A posteriori, avrete il mio post che certifichi quanto affermato in questo interludio.

     
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    [Continua da qui]


    " Musica per le mie orecchie! Bene, allora puoi dirmi il tuo nome...io sono Aloysius Diogenes Mikawa. "

    " Ancora sei legato a queste faccende futili, Colosso! Lascia che l'avatar ti mostri la via! "

    Camminammo per dei cunicoli sotterranei per una buon mezz'ora, il luogo distava quasi due chilometri dal livello I del villaggio. Mentre Yashimata ed Eiatsu erano impegnati nei loro strani discorsi, mi rivolsi nuovamente a Seinji, per iniziare a capire qualcosa in più sul suo conto. Ormai sapeva il mio nome e mi aveva visto in faccia, il nostro legame sarebbe stato più stretto di quanto lui si potesse immaginare; già una votla aveva lasciato qualche mollica di pane lungo il mio tragitto e ne avrei pagato le conseguenze per anni ancora.

    " Mi è bastato quel piccolo allenamento fuori le mura per capire di avere di fronte un ninja preparato e, per questo, ti ho proposto di unirti a me senza sapere il tuo curriculum. Ma dimmi, cosa si cela dietro il nome di Seinji? Quali guai hai combinato fino ad ora e ,soprattutto , chi ti da la caccia al momento? "

    jpg

    Arrivammo dunque dinnanzi all'ingresso di una grotta. Sebbene l'oscurità fitta non sembravano esserci impedimenti particolari ad entrare ma un occhio più attento avrebbe notato che nemmeno una forma di vita osava avvicinarcisi.

    " Eiatsu fai tu? "

    " Certo, padrone."

    Padrone?! Ma cosa diavolo mi stavano nascondendo quei due?

    " Non fare quella faccia Aloysius. Eiatsu è stato un mio sottoposto quando ero in vita...immagino che non ti abbia detto nulla riguardo la mia morte; bhè una scelta di buon gusto visto che fui io ad aver organizzato tutto. Ma entriamo, tutto sarà più chiaro."

    Probabilmente anche il nuovo alleato sarebbe rimasto stupito da quelle parole. Quello che aveva davanti era un cadavere? Non era all'accademia che si apprendevano certe nozioni ma se il ninja fosse stato un appassionato di storia, e si fosse informato per conto proprio sui dettagli della Quarta guerra Mondiale dei ninja, allora aveva sicuramente già sentito parlare di shonobi in grado di beffare anche la morte stessa.
    Eiatsu intanto aveva iniziato a comporre una lunga serie di sigilli per poi apporre la mano su una specifica pietra che componeva l'ingresso.

    " Possiamo entrare, le trappole sono state disattivate. "

    " Uhm, bene, vedo che ancora sei di casa qui. "

    " Sono tornato in questo covo solo una volta da quel giorno ma il ricordo è vivido nella mia mente. "

    Dunque varcammo l'oscurità, immergendoci in essa. L'interno della grotta era tutt'altro che grezzo: scavare nella roccia e realizzare il lungo corridoio che stavamo percorrendo, a passo lento, non doveva essere stato affatto banale.

    jpg

    " Come ti avevo già accennato, Aloysius, la sua struttura è elementare ma efficiente. Per arrivare alla sala circolare c'è solo questo corridoio; Eiatsu ha disattivato le trappole altrimenti per voi vivi non sarebbe stato così facile uscirne illesi uhamuham. Sui lati si aprono quattro aperture, come questa ad esempio, che portano a delle piccole stanze vuote. Volendo si possono usare per gli interrogatori e la tortura. Lì le trappole sono ancora attive, meglio non far esplodere tutto.
    Le celle invece sono lungo il corridoio...mi piaceva l'idea di arrivare a casa tra le imprecazioni ed urla dei disperati. "


    " Uh ecco dove era finito Kabutomi! "

    jpg

    jpg

    Proseguimmo per altri cento metri prima di arrivare difronte ad una porta enorme, visivamente impressionante e sicuramente non facile da buttar giù. Yashimata vi si avvicinò e iniziò ad infilare le dita in piccoli buchi che a prima vista non si notavano minimamente; saranno stati una cinquantina ma lui, come un musicista sui tasti di un pianoforte, eseguiva senza indugi la sua sequenza. Provai a memorizzarla ma non vi riuscii per la velocità di esecuzione e il numero elevato di passaggi. Con uno scatto assordante il meccanismo si attivò e l'anta si sganciò dal suo incavo alzando una grossa quantità di polvere.

    " Si, in effetti bisognerebbe dare una pulita. Attenzione a dove mettete i piedi ora."

    La sala che si aprì davanti ai nostri occhi era enorme ed inquietante. Perfettamente incavata nella dura roccia, poteva essere grande quanto cinque campi di calcio e dai suolo emergevano spuntoni di roccia che arrivavano ai due metri di altezza ricoperti di crani umani. Lungo tutte le pareti un occhio allenato a vedere nell'oscurità avrebbe notato un migliaio di candele spente mentre in alto vi era un'apertura che faceva entrare la luce della luna ed illuminare l'unico elemento "estraneo" della caverna. Un piedistallo in metallo nero, liscio come una pietra accuratamente levigata, collocato nel suo esatto centro.

    gif

    Seguendo l'avatar, ci avvicinammo a quella struttura dove vi era riposto un diario di cuoio, tenuto in condizioni pessime. Le pagine erano quasi tutte stropicciate, però il contenuto era abbastanza leggibile. Era la tipica scrittura dell'avatar e quello era il suo Diario. Sul metallo, invece, in corrispondenza dei quattro punti cardinali, vi erano dei fori, aventi raggio circa 2 centimetri, simili a quelle presenti sul portone. Questa volta fu Eiatsu a prendere parola:

    " Gene, questo sarebbe il posto adatto. Villa Mikawa è un po troppo appariscente e la sua posizione è ben nota. Questo covo invece è sconosciuto agli stessi residenti di Ame e le uniche persone a conoscerlo siamo noi quattro. Che ne dici ? "

    " Non lo so. "

    " Aspetta e cambierai subito idea. "

    Rispose mellifluo il cadavere. Sfiorò con delicatezza quelle pagine ingiallite alla ricerca di un giorno in particolare e, quando la sua ricerca terminò, iniziò a leggere con la sua voce sottile:


    " Quel giorno fu un grande passo per l'umanità. Il Jinkurichi del Nove Code cadde sotto l'attacco combinato che io e il Mikawa realizzammo. Per la prima volta quella condizione di staticità, l'eterna pace che perdurava dalla fondazione dell'accademia, era stata spezzata. Quel giorno iniziò l'era dell'avatar e il mondo sarebbe cambiato per sempre."


    Intanto eseguiva un'altra combinazione con quei quattro "tasti" a sua disposizione e all'improvviso una botola si aprì dal terreno facendone fuoriuscire un altare con sopra un'arma. Era una falce...no, era quella falce! Le bende che ricoprivano il manico portavano il segno delle falcidonnole e la sua lama era ancora sporca di sangue.

    " Questa è l'arma con la quale uccidemmo Sayaka. Questa è la falce di Suibi-kama! "

     
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    La musica per le orecchie di uno era spesso musica anche per le orecchie dell'altro, e Seinji non lo nascose per niente. Semplicemente sorrise, mostrando quel che era un sorriso amichevole aggiunto a un'espressione facciale gentile nei confronti di quel tizio. Non sapeva perché, ma dopo aver assistito alle sue capacità vicino le mura, dopo averlo valutato e aver compreso che razza di ninja si trovava contro, Seinji si era calmato un po'. Poi bhe, uno che gli proponeva la realizzazione delle sue utopie maggiori...
    «Io mi chiamo Seinji Akuma,» - disse il nukenin di Kiri, ascoltando quindi la domanda del colosso di Oto. - «Cosa si cela dietro il mio nome? Temo che dietro il mio nome si cela soltanto un ninja cacciato da Kiri con un'immensa quantità di odio e rancore nel cuore. Di guai temo di non averne combinati abbastanza per essere annoverato tra i grandi di Ame, ma sono sulla buona strada.» - Ridacchiò. - «C'è un ninja in particolare a odiarmi... Non so se mi stia dando la caccia, ma credo che potrebbe farlo prima o poi. Si chiama Itai Nara, ed ora è il Mizukage.» - Seinji si voltò verso l'otese. - «Non lo odio più di quanto lui odia Kiri... Voglio solamente che se ne vada.» - Poi, nel mentre camminavano in 4, si mise a pensare. C'era davvero un senso nel raccontare questo al Mikawa? Forse lo avrebbe preso per pazzo, forse no, a chi importava? Se quell'uomo poteva davvero realizzare i suoi sogni, gli avrebbe dato in cambio l'anima, altro che ricordi...
    Arrivarono dunque dinnanzi a un grande ingresso, che Seinji, da sé, non aveva mai visto.
    «I miei occhi mi permettono di vedere attraverso oggetti anche a grandi distanze, se volete ci metto un attimo a vedere cosa c'è dentro.» - Disse l'Akuma. Poi si zittì, lasciando parlare gli altri due. Chi erano anche loro? Li squadrò dal capo ai piedi, ma non arrivò a comprenderli. Certo, la sua vista, attiva ancor da prima, gli permetteva di vedere delle stranezze, ma che stranezze fossero, questo decisamente non lo sapeva. In ogni caso non si interessò più di tanto ai due sottoposti del Mikawa, né fece altre domande, - non era nel suo stile.
    La fortuna volle che furono comunque gli altri a parlare, nel mente Seinji camminava in silenzio dentro a quel che risultava essere un covo. Nel mentre scoprì anche che quei due erano dei cadaveri, - sempre stando alle loro parole, - ma nemmeno quella rivelazione lo preoccupò più di tanto: aveva già visto tecniche in grado di evocare i morti. Dunque, arrivati dinnanzi a un'altra porta, uno dei due morti attivò un meccanismo posto, forse, dentro alla roccia, e il grosso portone si aprì, lasciando intravedere dentro una grossa sala, - cosa che, grazie alla sua vista ancora non disattivata, Seinji aveva visto già dapprima.
    «Non mi fiderei,» - rispose il kiriano alla proposta sul covo del cadavere, - «le mura di Ame sono più bucate di un scolpasta: lascerebbero passare chiunque. D'altro canto, nessuno oserebbe mai pensare che un gruppo di nukenin si è fatto un covo dentro un villaggio pieno di nukenin.» - Ridacchiò leggermente. - «Inoltre, le persone con gli occhi come i miei possono vedere attraverso ogni cosa in un raggio di 3-4-5km... Dunque, basterebbe un piccolo esame del villaggio per trovare questo posto, giacché non ci sono tecniche che impediscono alla vista di oltrepassare, e se ce ne fossero, darebbero soltanto motivo a un eventuale esaminatore di ficcare il naso qui dentro.» - Finì di dire, prendendosi un respiro.
    Poi attese, scoprendo a breve che quel posto era pieno-strapieno di cose varie e belle. Forse era stato un covo di qualcuno in passato, o forse...
    Sayaka?
    Attese. Era quello il ninja che il Mikawa voleva ammazzare?


     
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    "Itai Nara...pare proprio che il nostro incontro sia il frutto del destino, Seinji. Conosco bene quel ninja da quando era un semplice genin pronto a rimboccare le coperte a Shiltar. Ci siamo fatti strada nel mondo di paripasso e, dopo diverse missioni svolte da compagni, le nostre scelte ci hanno portato inevitabilbmente a sederci a lati opposti del tavolo di guerra che sto minuziosamente allestendo.
    Per il tuo sogno prevedo due sole alternative: la morte o il raggiungimento e l'esito non potrà che essere legato al raggiungimento dei miei scopi."

    Era proprio quello che stavo cercando; shinobi capaci armati di una forte motivazione in accordo con la mia visione. Ovviamente il ragazzo doveva ancora crescere, Itai lo avrebbe massacrato in pochi secondi allo stato attuale delle cose...riuscire o meno a recuperare il gap che li divideva, sarebbe dipeso solo da lui ma almeno, stando con me, avrebbe potuto confrontarsi con situazioni tali da accelerare questo processo.

    ::: Nel Covo :::

    " Esatto Aloysius, è proprio lei. E non è l'unico cimelio delle mie avventure passate che ho custodito. Questo luogo è stato costruito per custodire preziosi. Hai ragione nukenin, perchè mettere un covo in un città che a sua volta è dimora di nukenin? Spesso l'imprevedibilità si nasconde proprio nelle cose banali. Inoltre dall'esterno delle mura a qui, tra chilometri di abitazioni e la masnada di gentaglia che occupa il villaggio, credo difficile che un occhio per quanto potente possa scrutare l'entrata di una comune grotta. Magari potrebbe ricercare il colore di un chakra o una forma di vita; ma qualora fossimo ivi presenti, Aloysius tra le sue decine di adepti avrà sicuramente un buon sensitivo in grado di schermarci. Inoltre le mura di Ame, per quanto vacillanti, offrono un secondo anello di protezione che un altro posto non ti concederebbe...a meno chè non volessimo collocare il covo sul fondo di un oceano muahmuha "

    " I Gate di Oto sono tra i più invalicabili del continete. "

    " Si, infatti non sono penetrato uccidendo quella nullità di Yakushi facendo scoppiare un conflitto tra villaggi il cui eco risuona tutt'ora...Inoltre ad Oto vi sono potenti ninja che o non condividono la nostra filosofia o che potrebbero anche solo per divertimenti opporsi; tra tutti il Nidaime e Febh. "

    " Risolverò a breve questa faccenda. "

    " Il Nidaime non è un nemico da prendere alla leggera e quel buono a nulla di Febh nasconde un potenziale incredibile. Io ho visto con che potenza le sue lucertole facevano trmare le mura di Kiri e come non ci abbia pensato due volte a minacciare Shiltar e tutta Kiri per avermi indietro. "

    " Febh va tenuto all'oscuro di tutto. La sua reazione potrebbe essere del tutto imprevedibile e non abbiamo ancora le risorse per neutralizzarlo senza correre rischi. "

    " Quindi è deciso..."

    " Si, fino a quando non troveremo un luogo ancora più sicuro, questa sarà la base dell'associazione. Immagino che armamentari, rifornimenti e attrezzature riuscirai a reperlirle qui, di sottobanco. Immagino che il mercato nero sarà la prima fonte di compravendita ad Ame...bisognerà poi piazzare qualche spia per rimanere aggiornati su eventuali attività e per mantenere un contatto con la base."

    " Di questo non ti devi preoccupare; gli stessi venditori non ricorderanno che abbiamo acquistato da loro e di disperati disposti a qualunque cosa per un pezzo di pane se ne trovano a bizzeffe. Rimarrò qui ad Ame e sistemerò tutto. Se devi rientrare ad Oto posso passare anche da solo all'obitorio. Dopotutto il cadavere che risiede lì non è così' rilevante e poi Yashimata mi ha fatto questo bel regalo! "

    Disse, sfiorando la falce insaguinata.

    " Bene. Seinji incamminiamoci verso Oto, sfrutterò il tempo del tragitto per conoscere meglio le tue attitudini e capire in quali missioni poterti impiegare sfruttando a pieno il tuo potenziale."



    CITAZIONE
    OT/ Continuiamo ad Oto ;) /OT
     
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    × Legenda
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    «Dialoghi»

    Seinji si sorprese dopo aver ascoltato una spiegazione così dettagliata su Itai Nara, d'altro canto ogni pezzo prendeva posto in una mosaica-puzzle immensamente più grande. Certo, Itai Nara dalla sua nascita era sempre vicino a Shiltar Kaguya, - il Kage di Kiri. Era sempre pronto a prendere il suo posto. "Sennò, perché lo avranno mandato?" - pensò Seinji. Lo seguiva sempre, era sempre pronto a dargli consigli, era sempre pronto a "suggerirgli", a fargli favori - forse -, con l'unica intenzione di prendere il suo posto una volta che questi fosse morto. E dunque era andata così agli occhi di Seinji, e dunque ora a Kiri sedeva sul trono un sovrano impostore.
    «Spero dunque che i tuoi scopi si realizzino il primo possibile, Diogene.» - Disse, dopo aver ascoltato le parole dell'otese. - «E spero anche Itai Nara se ne vada via dal suo trono senza troppi spargimenti di sangue: allo stato attuale delle cose una guerra con la gente kiriana per deporre quel tiranno sarebbe alquanto incasinata. Sarebbe meglio... parlargli...» - Finì di dire Seinij, quasi-quasi facendosi venire l'idea di reincontrare quel tipo, di parlargli sul serio, convincendolo ad andarsene prima che fosse troppo tardi per la gente di Kiri. Come farlo? Come realizzare un'idea di quel genere? Seinji sospirò.
    Ci avrebbe pensato dopo.

    ...



    Nel frattempo che erano arrivati nel covo, Seinji ascoltò tutti i loro dialoghi, e, pur essendosi espresso già prima, quando stavano a osservare l'altare e il resto, decise di avanzare la sua idea. In realtà, ci pensava già da un po' di tempo a quella roba, ma non aveva mai avuto modo di realizzarla. Con chi, poi, doveva farlo? Nel frattempo che i dialoghi erano terminati e Diogene proponeva di andarsene a Oto, Seinji Akuma avanzò la sua.
    «Tempo fa ho visto una grotta sottomarina, vicino a un'isola per lo più sconosciuta dell'Arcipelago di Kiri...» - Disse. - «A volerci lavorare su e pensarci per bene, potremmo trovare un covo decisamente migliore sotto tutti gli aspetti, Diogene. »
    - Poi attese. Forse un'eventuale proposta l'avrebbe ricevuta strada facendo, forse Diogene doveva pensarci per bene alla possibilità di un nascondiglio sottomarino. C'erano vari problemi da risolvere per giungere al punto.
    Dopo aver parlato, Seinji si incamminò, lasciando Ame per un bel po' di tempo.


     
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    ::: Qualche tempo dopo :::

    Decisi che, come per il suo predecessore, l'Akuma avrebbe avuto maggiori stimoli se condotto d'dapprima nel luogo dei futuri incontri. Eiatsu ed Omoi lì aveva compiuto un grande lavoro di riabilitazione ma mancava ancora un po' per poter definire quella la base dell'Associazione: c'era ancora da piazzare le trappole, trovare gli uomini giusti e rendere maggiormente sicura la zona. Tuttavia qualcosa era stato fatto e avrei utilizzato l'abile chunin anche per testare il livello attuale di avanzamento dei lavori.
    Entrare al villaggio non sarebbe stato affatto complicato, dopo l'abbandono di Seiniji avevo piazzato un mio sottoposto all'ingresso, in maniera tale da avere libero accesso: pian piano stavamo mettendo le radici in quel luogo dove il disordine regnava sovrano.

    Ci addentrammo tra i livelli della città, ripercorrendo la strada che Yashimata mi aveva indicato, fino a giungere nel bosco a qualche centinaia di metri della caverna. Avevo constatato che lo shinobi aveva intenzioni serie [Menti?] Menti?
    Conoscenza: L'utilizzatore ha doti interpretative e di analisi superiori nel raccontare bugie e individuarle. La vittima si riserva il diritto di credere o meno alle parole dell'esecutore. L'utilizzo inappropriato di questa abilità può causare sanzioni da parte dell'amministrazione.
    [Richiede Recitazione]
    [Da genin in su]
    e ora era giunto per lui il momento di iniziare a camminare nell'oscuro futuro che si stava delineando:

    " E qui inizia il tuo cammino. Qui i lavori sono ancora in corso ma, dimmi, noti qualcosa di strano? Ho scelto questo posto perché mi ricorda un po' Oto: sebbene la vegetazione sia diversa, la natura selvaggia e incontaminata che c'è qui mi fa sentire a casa. "

    Dissi con leggera ironia. Avrei dato dunque tempo al nuovo alleato di analizzare il posto, guidandolo pian piano verso l'ingresso del Covo. Ero giunto io stesso a piazzare il ninjutsu Velo di Protezione
    Villaggio: Personale
    Posizioni Magiche: 12
    L'utilizzatore scherma l'ingresso del covo camuffandolo perfettamente nella natura circostante. Non è possibile captare tramite i sensi la presenza del Covo. Chiunque soggetto alla Tecnica "Simbolo di Richiamo" non viene interessato dalla tecnica. La tecnica ha durata permanente fin quando un estraneo non riesca a penetrare o non si infligga danno al Covo. Richiede un'ora di tempo per l'attivazione.
    Tipo: Ninjutsu
    (Livello: 3 / Consumo Attivazione: Altissimo)
    [Da chunin in su]
    , come anche ad oliare i meccanismi all'interno e spolverare le pagine del diario di Yashimata; avevo inoltre impiegato ore a riconfigurare le combinazioni segrete dei fori, nonostante l'aiuto del precedente padrone di quel posto.
    Qualunque fosse stata la reazione di Etsuko, che fosse riuscito a meno ad individuare l'ingresso e smascherare la tecnica, avrei proseguito con iniziare a mettere i puntini sulle i e "marchiare a fuoco" il nuovo arrivato. In realtà ero anche curioso di vedere fin dove l'occhio del quale era in possesso poteva spingersi...già con Seiniji ero rimasto affascinato dalla potente arte oculare che Kiri aveva custodito con segretezza. Nonostante le mie conoscenze storiche, mai avevo sentito parlare di Doujutsu propri della Nebbia, attivazione del Rinnegan apparte ovviamente.
    Avrei dunque alzato la manica del kimono e, infondendo una parte del chakra sull'avambraccio, avrei reso visibile il sigillo di richiamo Simbolo di Richiamo
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: 5
    L'utilizzatore applicare il sigillo su di un bersaglio qualunque. Qualora l'utilizzatore voglia, può far illuminare il sigillo provocando una Lieve di danno al corpo sul quale giace. E' possibile effettuare il richiamo solo una volta al giorno.
    Tipo: Fuiinjutsu
    (Livello: 5 / Costo Attivazione: Medio)
    [Da genin in su]
    che io stesso mi ero impiantato.

    " Questo è un modo per riconoscere i membri dell'associazione. Ovviamente è percepibile tramite sensi o abilità solo qualora attivato e, non appena andremo ad Oto, oltre a schermare la tua mente e quindi migliorare il tuo livello di segretezza, verrà rafforzato da ninja ben più abili di me in questo genere di arti. Tramite esso posso farvi arrivare informazioni rapidamente e, tra le altre cose, rappresenta anche il più valido lasciapassare per questo posto. "

    Una volta impresso il fuuinjutsu anche sul chunin, nel punto dove lui avrebbe lo avrebbe ritenuto più consono, l'ingresso del Covo gli sarebbe apparso nitidamente davanti ai suoi occhi. Quello che prima era un enorme ammasso roccioso ricoperto di fogliame, muschi e piante rampicanti si sarebbe palesato per la caverna che era e la grossa apertura ne era chiaramente l'ingresso.
    Il nuovo mondo iniziava a svelarsi attorno a lui e solo passato un po di tempo, a seconda della sua dedizione e predisposizione, avrebbe potuto scoprire quanto in profondità si estendeva la tana del bian coniglio.

     
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    Discendere tra qui cunicoli bui e polverosi, quasi fosse una discesa alle tenebre, non lo spaventò quanto avrebbe creduto. La presenza del colosso poi lo rassicurava, era sicuro che non gli avrebbe fatto del male, almeno per il momento… non vi era ragione plausibile per ammazzarlo lì dentro, quado avrebbe potuto tranquillamente fare tra le sabbie del deserto.
    Quel ninja voleva qualcosa da lui…
    Lo scrutò con occhio attento mentre insieme attraversavano gli antri appena illuminati.

    ma cosa?

    Quei tunnel si diradavano nel sottosuolo per alcuni km, ma Etsuko conosceva già la meta, l’aveva visualizzata, al centro di quel sistema di grotte e cunicoli, raggiungibile da un grande corridoio vi era una sala, gigante, esageratamente gigante e preso ne avrebbe compreso lo scopo.
    Era chiaro che non sarebbe stato facile per chiunque raggiungere quel posto, doveva essere pieno di trappole, anzi lo era… ne aveva già visualizzata più di qualcuna ad uno sguardo distratto del Magan, ma la sua compagnia lo teneva al sicuro.

    [… NEL TUNNEL …]

    Sorrisi…
    Non prendiamoci in giro
    Forse le mie parole e l’estrema franchezza l’avrebbero sorpreso o forse no…
    Conosciamo entrambi che sai già di cosa il mio occhio può essere capace, a causa di frequentazioni poco piacevoli, con un mio lontano parente.
    Non è forse così?
    Che fine ha fatto Senji?
    Non dubito che possa essere morto…
    Visto la sua scarsa scaltrezza e la sua lingua troppo lunga.


    Le parole sottolineavano la poca considerazione che Etsuko aveva del suo omonimo, seppur in passato aveva messo in bilico la sua reputazione per aiutarlo.

    Pensi che un semplice Ninjatsu, possa bloccare l’accesso alla caverna che c’è oltre questa vegetazione?
    Beh si… forse la chiave giusta, apre le giuste porte…
    Ma se la chiave non c’è… la porta può sempre essere abbattuta.
    Soprattutto se si tratta di ninja potenti, perché escludo che chiunque altro possa giungere fin qui…
    Beh… se non si conosce cosa vi è dietro… sicuramente si crederà di essere in un vicolo cieco. Ma se qualcuno come me, ha i giusti mezzi a disposizione… beh crederà pure che ci sia un accesso, non è vero?




    Etsuko si avvicinò alla parete, accarezzando nel suo tragitto parte della rigogliosa vegetazione.
    Noto anche che non vi sono sensitivi a schermare i tunnel…
    Riesco a percepire i chakra in superfice.
    Si, c’è ancora molto da fare…
    Ma diciamo che questo posto mi piace.


    Seppur il posto in cui si trovavano, non aveva nulla a che vedere con casa Akuma, nel quartiere del clan di Kiri, ove regnava eleganza ed alta classe, Etsuko, credeva che con qualche ritocchino qui e lì, non avrebbe trovato difficoltà ad abituarvisi, se poi il riscontro sarebbe stato il potere… beh…
    Non aveva dubbi, quella era stata la scelta giusta.

    [… Marchiato…]



    Lasciò che la mano dell’altro si adagiasse sulla spoglia schiena e lo marchiasse, lì nel mezzo un segno indelebile alle sue attuali scelte,
    un marchio ad imbrattare la nuda pelle, soave e candida…
    un brivido lo percorse e istantaneamente fu aperta la via…
    il ninjatsu scomparve, così come il covo dei quaranta ladroni alle parole magiche “Apriti Sesamo”…
    il resto era solo maestà ed Etsuko era sicuro che il meglio sarebbe ancora dovuto venire.

     
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    Il parere di Etsuko sul grado di sicurezza del Covo mi interessava molto, come Seiniji prima di lui d'altronde. Ero affascinato dalle potenzialità dei loro occhi che non avevano nulla da invidiare rispetto allo Sharingan o il Byakugan. Anzi, la loro arte era più sottile e più vicina allo stile di Oto; non avevano nemmeno bisogno di suonare in un flauto per ingannare al meglio un incauto shinobi.
    Entrammo nella caverna e, lasciando che il ragazzo stesse ne osservasse le aperture esterne notando le svariate trappole ivi collocate, oltrepassammo la zona delle celle (ripulite dagli scheletri), per giungere alla mastodontica porta della sala principale .

    " C'è un codice a fori. Tutta la struttura di basa su questo sistema di difesa; trova la combinazione e sblocchi un meccanismo...peccato che la cambiamo di frequente e le probabilità di indovinarla a caso è praticamente pari a zero. "

    La porta si sarebbe aperta e il corridoio avrebbe lasciato spazio alla grossa stanza circolare, pensata per le riunioni della nuova associazione, ai tempi ancora non annunciata al mondo. Ci saremmo diretti verso il piedistallo centrale, dove il diario di Yashimata prendeva posto. Volevo far vedere qualcosa ad Eiatsu, sia per stimolare il suo interesse che per fargli intendere che d'ora in avanti avrebbe dovuto lavorare sodo per mantenere alto lo standard di qualità delle sue azioni.

    " Dovresti aver conosciuto Yashimata, più o meno siete sbocciati nello stesso periodo a Kiri. "

    Aprii il tomo alla pagina giusta e, composto il codice di sicurezza, attivai la botola centrale, una tra le più grosse dell'intero covo che in poco tempo fece emergere un grosso piedistallo con un grosso rotolo variopinto dei colori del mare e della sabbia. Abbandonai quindi quelle pagine per dirigermi verso il rotolo e utilizzare una non indifferente quantità di chakra per effettuare la tecnica di richiamo.

    350px-Edo_period_Wakizashi

    Sei Katane e due Wakizashi comparirono dalla coltre di fumo generata dalla tecnica ed Etusko non avrebbe avuto difficoltà a riconoscere la fattura kiriana che le contraddistingueva. Si era parlato molto della loro scomparsa, a suo tempo, e le allora squadre speciali di Kiri (di cui lui faceva parte) vennero private di un tesoro prezioso del villaggio. Chissà quanti ryo la Nebbia aveva speso per farle fabbricare...In ogni caso ora quelle armi erano lì, in tutto il loro splendore, davanti il chunin i cuoi pensieri erano forse per me intuibili. Fu così che ripresi la parola:

    " E già, ammetto che Shiltar aveva predisposto ottime difese ma al tempo i villaggi erano più solidali tra di loro, meno diffidenti e soprattutto impreparati ad attacchi di questo tipo. Il tuo occhio attento avrà notato che vi sono solo sei, delle sette originarie armi create per la mano bianca e nera di Kiri. Bhè, una di queste armi risiede ora a Konoha...un ninja lì l'aveva ricevuta come mezzo per completare una missione, tutt'ora incompiuta.
    Ti chiederai perchè ti sto dicendo tutto questo, ma forse dentro di te la risposta a questa domanda già la conosci. La missione in questione era l'uccisione del Mizukage e il conseguente attacco a Kiri per la conquista delle sue terre e l'allargamento del dominio di Oto. Ovviamente ciò avrebbe dato inizio ad un conflitto tra gli Accademici e un conseguente ridisegnamento della mappa del continente...l'obiettivo finale è che solo uno: il dominio su tutto. Iwa e Kumo al momento sembrano dormienti ma per quanto? i Kurotempi hanno dichiarato guerra, stanchi all'egemonia dell'Accademia...secondo te i Paesi messi per anni ai margini del potere resteranno fermi? Io credo manchi poco allo scoppio di grandi conflitti ed è per questo che dobbiamo attendere in silenzio e pronti ad agire quando sarà il momento.

    Questo piano è tutt'ora in piedi e voglio che sia tu a occuparti del tuo caro villaggio nativo. "



    CITAZIONE
    OT / Iniziamo a dare motivo ad Etsuko per unirsi a Diogenes oltre le mere minacce! :guru: Ricordo che la giocata risale ai tempi del gran torneo, quindi pirma degli avvenimenti di Iwa e poco dopo l'attacco dei Kurotempi. / OT

    Codice a "Fori"
    Speciale: L'utilizzatore può vincolare l'attivazione di determinati meccanismi attraverso una sequenza di fori disposti nella struttura. Indovinare a caso o a tentativi la sequenza risulta quasi impossibile.
    Consumo: Basso

    [Da genin in su]
    Meccanismo di Sblocco
    Speciale: Meccanismo che permette di celare e mostrare all'interno del Covo uno scomparto segreto contenente un rotolo di richiamo. Il Meccanismo è svincolato dall'oggetto contenuto nel rotolo; attraverso la tecnica di Richiamo e possibile ottenere un determinato oggetto precedentemente nascosto.
    [Richiede Tecnica del Richiamo]
    [Da genin in su]
    Diario di Yashimata
    Speciale: L'utilizzatore, aprendo il diario alla giusta pagina e compiendo il Codice a Fori corretto può attivare il Meccanismo di Sblocco.
    [Da chunin in su]
     
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11 replies since 24/8/2009, 16:55   531 views
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