Summer Parade 2009

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  1. Il vecchio della spiaggia
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    Summer Parade 2009

    - Giocata libera aperta a tutti -

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    Diverse miglia di spiaggia baciata dal sole e dal mare più limpido, una grande isola situata a sud dell'arcipelago di Kiri, isolata da correnti marine calde e profumate provenienti da ovest che trasformano una zona situata non lontana dai freddi e dai ghiacci in un paradiso tropicale.

    La spiaggia è grande e libera in ogni sua parte, totalmente privata e considerata esterna perfino all'influenza dell'Accademia -di cui pure il proprietario è stato membro attivo e rispettato quando ancora era in attività-. E' una gigantesca riserva naturale per le tartarughe di mare, che vi nidificano, ma la stagione permette liberamente qualsiasi attività giacché non vi sono rischi per la fauna locale. Centinaia di inviti sono stati spediti in tutti i territori dell'Accademia fra ai vari shinobi, in essi si esorta a portare con se amici e parenti, conoscenti o anche fanciulle rimorchiate il giorno prima, il tutto secondo la ferrea logica secondo cui "più siamo, meglio stiamo".

    In spiaggia è ovviamente vietato portare armi o equipaggiamenti ninja. Qualsiasi cosa che non sia una paletta per la sabbia o un taglierino di plastica per fare castelli di sabbia sarà confiscato una volta imbarcati sulle navi che conducono in quest'angolo di paradiso.
    Lo stesso proprietario dell'isola s'occuperà di far rispettare le regole e provvederà (Personalmente o tramite le sue potenti tartarughe di mare) a scagliare su un isolotto vicino chiunque diventi eccessivamente violento, dando modo a chi vuol lottare sul serio, d'andarlo a fare lontano da chi vuol semplicemente godersi la spiaggia.

    Benvenuti al Summer Parade 2009, la spiaggia d'oro e zaffiro!!



    OT/Il PNG che possiede l'isola è un Jonin Energia Nera ed i suoi richiami sono tartarughe di dimensioni variabili dotate d'energia che va' dalla bianca alla nera, le loro capacità sono prettamente difensive e possono emergere dalla sabbia per fare da scudo.
    L'isola vicina dove il PNG spedisce chi vuol lottare, è uno spiazzo sabbioso circondato da scogli affilati che ha la forma di un cerchio irregolare di 60 metri di diametro./OT

     
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    Ledah era nel suo studio artistico, intento nell'elaborazione di uno studio anatomico che prevedeva il confronto tra un corpo maschile a vari livelli di massa.
    Mentre finiva di disegnare il trapezio di un uomo dalla muscolatura sviluppata, segnando le fibre muscolari con un pennino nero, Hadel irruppe urlando con una busta nella mano sinistra, la qual cosa fece tracciare al medico un indelebile ed irregolare segnaccio nero.
    Andando a prendere la lettera dalle mani di Hadel, il Chunin ne percorse rapidamente il contenuto con lo sguardo, apprendendo che la lettera era un invito rivolto a tutti i ninja dell'Accademia da parte di un eccentrico vecchietto, il quale consentiva loro di godersi un piacevole soggiorno sulla sua isola privata.
    Hadel ovviamente si fece prendere dall'entusiasmo, ma Ledah glielo smorzò rapidamente:

    "Per quest'anno no, innanzitutto, non sei ancora una kunoichi dell'Accademia, ma solo una studentessa e soprattutto, devi studiare sodo per passare l'esame Genin."

    "Ma io non voglio restare qui, ma andare a prendere una bella tintarella!"

    "Imparerai che alcune cose vanno meritate, magari, se aiuti bene Nikaido al locale, riesci a convincerla ad accompagnarti alla spiaggia di Castlevania, non si stà male lì sai?"


    La discussione si prolungò per qualche altro minuto, ma alla fine la ragazzina diede ragione a Ledah e se ne andò senza salutarlo, mentre il ragazzo preparava la sua valigia, non provava un'emozione in quel momento, nè il dispiacere per aver lasciato ad Oto Hadel, nè risentimento perchè non lo avesse salutato, semplicemente, le aveva detto ciò che gli sembrava più logico non essendo in grado di provare emozioni e lasciarsi guidare da esse nelle sue decisioni.
    Sull'invito era segnalato il porto più vicino ed a dorso di un centauro, si diresse rapidamente verso di esso, ad est di Oto, stava ripercorrendo la strada fatta l'anno precedente, ma quest'anno almeno, non avrebbe preso una bagnarola, ma una nave vera e di conseguenza, non sarebbe arrivato in spiaggia in seguito ad un naufragio.
    Arrivato sulla nave, venne sottoposto ad un rapido ma accurato controllo che aveva come scopo quello di prendere le sue armi, Ledah non si fece problemi e consegnò loro la manciata di kunai che si era portato per precauzione durante il viaggio, tantopiù che ce n'erano un paio che non potevano proprio levargli, in quanto erano tutt'uno con le sue braccia, un affascinante meccanismo che riusciva a scorrere tra i muscoli e fuoriuscire senza lasciar fuoriuscire una sola goccia di sangue.

    Solo in cabina, mentre si rinfrescava e si cambiava d'abito, mettendosi comodo, riflettè su come la sua Sensei, colei che gli aveva impiantato quelle lame e quelle braccia nel petto ora non ci fosse più, non che la notizia l'avesse scoinvolto, non nutriva affezione per lei, ma sapeva di poter imparare ancora molte cose da quella donna e razionalmente, era un peccato che fosse morta, perdipiù mentre lui era svenuto a non troppi metri di distanza, un bizzarro destino che ora faceva sembrare tanto lontani i tempi in cui aveva stretto il patto con lei.

    Oramai Ledah s'era cambiato, indossando una camicia arancione con motivi floreali su di un comune costume da bagno blu a forma di calzoncini e due ciabatte, sufficentemente comodo e fresco e sufficentemente dignitoso su quella barca, uscendo dalla sua cabina, l'otese si godette l'aria fresca chiedendosi se su quella nave vi fosse imbarcato qualcuno di sua conoscenza, tutti i pensieri sulla Maschera, sugli Incubi, ora suoi alleati e sul suo addestramento adesso erano accantonati, ricaricare le energie mentali più che fisiche gli avrebbe permesso d'affrontare al meglio i suoi problemi.

    CITAZIONE
    OT/Descrivere il viaggio è opzionale, la nave può credibilmente trasportare chiunque si trovi a Konoha e Suna partendo dalla stessa costa, ovviamente, anche i marinai non sono persone normali/OT

     
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    Crystal arrivò di corsa nella sua cabina, seguita dai suoi due pappagallini preferiti, da cui non si separava mai. Teneva in una mano l'immensa valigia, e nell'altra la gabbietta degli uccellini; entrata nella cabina, poggiò la valigia accanto al letto e la gabbietta sul comodino. I due uccelletti si posarono stanchi sulla sua spalla destra.

    -Non ci credo! Una vacanza tutta per me! osservò i pappagalli, che dopo quella frase fischiarono, come per attirare l'attenzione -...Per noi. Papà non ha nemmeno voluto venire. Certo, sarebbe stato difficile prendersi cura di tutti i volatili, e sarebbe stato impossibile portarli qui. Voi siete piccini, perciò vi hanno lasciati entrare, ma credo che se fosse arrivato papi con il condor lo avrebbero rimandato comunque a casa.-

    Osservò il soffitto della stanza, mentre pensava di nuovo a quando suo padre le diede il biglietto trovato nella cassetta della posta. Crystal non aveva nemmeno chiesto chi l'avesse mandata, corse subito a preparare la valigia, mentre suo padre cercava di fermarla per dirle di stare attenta, di non perdersi, e cose di questo genere.
    Aprì la valigia e tirò fuori il costume giallo, poggiandolo sul letto, e un paio di pantaloncini leggeri corti, gialli anch'essi. Si cambiò, levandosi il gilet e mettendosi una maglietta leggera senza maniche, bianca.
    Corse fuori, frettolosa, portando con sè i pappagallini che cinguettavano ad ogni passo. Anche la sua collana con il sonaglio tintinnava rumorosamente, convincendo i pappagallini a cinguettare a ritmo. Corse sul ponte, frettolosa e curiosa, come se volesse osservare tutto in un colpo solo. Si soffermò un momento ad osservare i delfini che seguivano la barca, per poi ripartire di corsa, evitando a pelo gli altri passeggeri: si sentiva piuttosto vivace in quell'istante.
     
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    Essendo ancora sovrappensiero, Ledah non s'accorse in tempo del cinguettio dei pappagallini e dello scalpitare dei passi di una ragazzina che lo travolse come un treno in corsa, facendolo finire a terra senza nemmeno troppa difficoltà, da un lato perchè era evidentemente sottopeso vista la sua altezza di 1.80 m e la corporatura esile, dall'altro, perchè non era particolarmente forzuto e non riuscì ad opporre un'efficace resistenza alla spinta.
    Ritrovandosi seduto per terra, Ledah si guardò attorno con aria assente cercando di capire chi avesse causato quell'incidente, non era arrabbiato e non s'era fatto male, ma era solo curioso.
    Così, quando vide la ragazzina coi pappagallini, fissò il suo sguardo vacuo in quello di lei, mentre le labbra dell'otese formularono parole dal tono inspressivo tanto quanto l'espressione del suo viso:

    "Dov'è che corri?"


    Se anche la ragazzina coi pappagallini si fosse trovata per terra, le avrebbe chiesto:

    "Ti sei fatta male?"


    Per poi rialzarsi velocemente e darle una mano a tirarsi su, aggiungendo sempre nel medesimo tono assente:

    "Lo sai che prendersi il tempo di guardare dove si va' consente d'evitare questo tipo d'incidenti e di conseguenza, se hai fretta ti conviene fare le cose con calma per evitare fastidiosi incidenti come questo?"


    Ledah non aveva idea di cosa fosse il correre in preda all'entusiasmo, sfogarlo col movimento e di conseguenza non muoversi al fine d'andare da un posto all'altro, ma solo muoversi perchè se ne sentiva la voglia e di conseguenza, gli veniva naturale pensare che la ragazza avesse un posto dove andare e qualcosa da fare.
     
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    Crystal non frenò in tempo, e andò a sbattere contro un ragazzo sovrappensiero: si ritrovò seduta per terra, un po' imbarazzata.

    *Ecco, adesso mi butta fuori.*

    L'altro invece le rispose con calma, forse troppa. Lei lo osservò, con espressione stupita. Aveva una grande chioma nera, e degli occhi di un azzurro intenso, e piuttosto alto. Detto così, senbrava la descrizione di un bel ragazzo; ma la sua chioma non era esattamente in ordine, il suo sguardo era nullo, ed il corpo esile, con delle braccia sottili. La ragazza trattenne una risata, mettendo una mano davanti alla bocca, cercando di non farsi notare troppo.

    *Nei film di solito le ragazze si scontrano con uomini carini... Và che faccia che ha questo! Non sembra molto furbo. E come si è vestito! Oh beh, è il primo con cui parlo da quando sono salita, aprofittiamone.*

    Decise di parlarci un po', giusto per passare il tempo. Si alzò, dicendo:

    -No sto bene. Scusami, stavo... "esplorando" la nave a modo mio. ...No, non ho fretta. Non vedevo l'ora di esplorare per bene questa nave, e mi sono messa a correre. Mi dispiace, non volevo venirti addosso.-

    Abbassò per un momento lo sguardo, mettendo le mani dietro la schiena, mentre gli uccellini, ormai ammutoliti, osservavano la scena.

    -Ehm... Tu invece, come mai non ti sei accorto del mio arrivo? Cioè... Pensavo si sentisse il sonaglio, altre poersone sono riuscite a scansarmi.

    Sorrise, cercando di non essere sgarbata, e aprofittando dell'incidente per parlare un po'.
     
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    Ledah notò che la ragazza si mise la mano davanti alla bocca, forse si era fatta male lì, ma lei s'affrettò a minimizzare la cosa dicendo di non essersi fatta nulla, aggiungendo poi il motivo she l'aveva spinta a correre a quel modo.
    Ledah le disse assente:

    "Correre pur senz'avere fretta?
    Non capisco, sicura di non esserti fatta male?"


    Alla domanda della ragazza rispose con la medesima espressione, tuttavia distolse lo sguardo verso il mare che s'estendeva a perdita d'occhio oramai:

    "Stavo seguendo il filo dei miei pensieri e di conseguenza non ho fatto molto caso al rumore e quando ti ho sentita, oramai non potevo più scansarmi."


    A quel punto, si ricordò che in quel genere di situazioni fosse necessario rendere noto il proprio nome all'interlocutore appena conosciuto, quindi le rivolse nuovamente lo sguardo, mettendosi le mani in tasca per evitare che gliele stringesse, certi contatti come le strette di mano lo confondevano ed era meglio evitare rischi, dicendole assente:

    "Comunque, il mio nome è Ledah e sono un Chunin medico, tu invece?"

     
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  7. Il vecchio della spiaggia
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    Summer Parade 2009 - La Spiaggia d'Oro e Zaffiro

    Aspettando Gli Invitati


    "I due si stavano baciando, in un bacio passionale, non un tipo di
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    passione derivata da una passione derivata da una mera attrazione fisica. Quella era la passione di due innamorati, due persone che avrebbero dato la vita l'un per l'altra, quel singolo bacio sembrava protrarsi in eterno. Purtroppo questa è un'altra storia.
    Diceva il vecchio mentre leggeva quel libro, lentamente passava la sua vecchia lingua sulle labbra quasi potesse assaporare lui stesso il bacio che la falciulla nel libro concedeva al suo uomo. Ringraziava di quel libro che era una delle sue poche distrazioni, l'unica cosa che gli faceva ricordare di essere ancora un uomo e non una sorta di mezza tartaruga troppo cresciuta. Infatti in quel loco ove viveva da oramai tanti anni non vi era nessuno a parte qualche animale e naturalmente i suoi fedeli compagni. Uno dei tanti motivi per cui aveva invitato i ninja dell'accademia era apunto perchè desiderava compagnia, la compagnia che gli poteva donare solamente un'altro essere umano, compagnia che poteva ritrovare solamente in un essere umano del sesso a lui opposto. Lentamente senza che lui se ne accorgesse un pò di bava gli colava dalla bocca, i suoi penseri poco pudici trasparivano tranquillamente sul corpo del vecchio. Un suono a lui conosciuto fece si che il tornasse alla realtà, una delle sue tartarughe gli ricordava che aveva ancora molto da fare prima che i suoi ospiti giungessero. La tartaruga che aveva invocato il suo nome in realtà non aveva realmente parlato, aveva emesso un verso che il vecchio comprese senza problemi dopo aver passare anni ed anni vicino a questi animali. L'uomo proprio come un noto ninja accademico veniva chiamato eremita, l'unica cosa che differenziava i due era l'animale che li contraddistinguevano.


    Il Vecchio Della Spiaggia

    L'arrivo degli Ospiti - L'inizio delle Vacanze

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    Finalmente il giorno dell'arrivo dei ninja dell'accademia era giunto, ma la cosa più importante era che era giunto il giorno in cui le Kunoichi dell'accademia sarebbero giunte lì per lui, o almeno questo era quello che il vecchio credeva.I suoi occhi nascosti dalle spesse lenti da sole brillavano di una luce intensa, il suo volto illuminato dai raggi solari sembrava quello di un bambino che aveva appena ricevuto un nuovo giocattolo, i suoi pensieri invece erano tutt'altro che fanciulleschi. Nella sua mente si vedeva con una kunoichi, nettamente più giovane di lui, con cui avrebbe potuto vivere momenti come quelli descritti all'interno del libro che aveva finito di leggere qualche giorno prima. Si immaginava spostato con una di queste fanciulle, immginava di rincasare tardi la sera dal lavoro e la moglie 70, forse 80 anni più giovane aspettarlo con la cena pronta a tavola. "Purtroppo" questi pensieri non durarono molto, qualcosa lo aveva riportato alla realtà, era una nave, la nave che gli avrebbe potuto far divenire i suoi sogni realtà.


    Ot-Il vecchio aspetta la nave, non è detto che debba arrivare al prossimo post^^
    Il vecchio controllerà tutti coloro che arriveranno in modo tale da essere sicuro che essi non portino armi. Questa sarà ache una scusa per palpare quante più Kunoichi può^^
     
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    La ragazza lo osservò ridendo:

    -Si, lo so che non è molto furbo correre senza un motivo apparente, ma dovevo pur scaricare la mia agitazione in qualche maniera.-

    Il ragazzo si presentò, e lei fece altrettanto. Notò che lui mise le mani in tasca, ma non ci fece molto caso. Sorrise dicendo:

    -Piacere, Crystal. E questi due sono i miei pappagallini. Salutate!-

    Fece un leggero cenno con la mano verso Ledah, e i due cinguettarono, svolazzandogli attorno. Uno dei due si poggiò sulla spalla del ragazzo, l'altro preferì tornare dalla sua padroncina, cinguettando allegramente. Notò che lui tornò ad osservare il mare, con aria assente, e ciò le fece scappare un'altra risatina; osservò anche lei, per poi gridare:

    -Oh guarda! Da qui si vede un'isola! Mi hanno spedito una lettera chiedendomi di andare, con un paio di biglietti. Tu invece, come mai sei qui? Sei il medico della nave?-

    Lo osservava incuriosita, possibile che un ragazzo apparentemente svampito al massimo potesse fare un lavoro che richiede assoluta concentrazione? Non le sembrava troppo affidabile, preferì comunque conoscerlo meglio prima di fare ulteriori critiche.
     
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  9. Aydan
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    ...sorrisi, pensando che, per la prima volta, ero contenta di essere diventata una kunoichi. Ah, adesso iniziava il bello.
    L'invito, che una grigia mattina di pochi giorni prima era stato lasciato davanti all'entrata di casa, prometteva una vacanza da sogno in un'isola dal sapore prettamente tropicale: palme, mare piatto e celeste, tartarughe dappertutto.
    Lette quelle parole, avevo lanciato un'occhiata al plumbeo cielo di routine nella giornata kiriana. Quindi, di nuovo la solare descrizione del paradiso. Di nuovo il cielo.
    Poi, ero corsa in camera mia a tirare fuori tutto quello che mi sarei portata dietro.

    Appena arrivata nella cabina, pensai subito ad "alleggerire" il vestiario che avevo addosso, in puro stile io-vengo-da-Kiri-e-se-non-mi-vesto-abbastanza-pesante-prendo-una-polmonite-e-muoio. Maniche lunghe, scarpe chiuse, calzini pesanti erano in effetti un po' eccessivi per stare su una nave che presto mi avrebbe portata in spiaggia. E menomale che ero stata previdente, nello stipare lo zainetto che mi ero portata dietro come unico bagaglio.
    Scarpe e calzini sparirono, sostituiti da un paio di infradito; la maglia a maniche lunghe fu invece rimpiazzata da una semplice canottiera bianca. Oh, adesso andava veramente moooolto meglio.
    Diamine, una vera vacanza in un vero posto soleggiato con altre persone vere. Niente a che vedere con la spiaggia su cui sorgeva casa mia, piccola, grigia e solitaria.
    Beh, che altro mi restava da fare? Sicuramente non avrei passato il resto del viaggio in camera.
    Uscii, felice di godermi finalmente un po' del tanto agognato sole. Un giro sul ponte mi permise di rendermi conto che la spiaggia, quel giorno, sarebbe stata davvero affollata. Avevo voglia di chiacchierare, di incontrare qualcuno di conosciuto, di fare un paio di risate; ma, dannata legge di Murphy, ovviamente non incrociai nessuno sguardo a me noto.
    Allora decisi di appoggiarmi al parapetto e guardare un po' lo spettacolo del mare. Se qualcuno che mi conosceva mi avesse visto, sarebbe venuto lui da me, dopotutto non ero invisibile.

     
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  10. EdwardVlad
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    Holidays





    Dopo tutto quello che era successo finalmente avevo un'occasione per adempiere a quello che, da pochi mesi a quella parte era diventato il mio piano. Da quando avevo subito quel distruttivo addestramento, lo ammetto, il mio modo di comportarmi era...cambiato.
    Non avevo più freni inibitori e se volevo una cosa trovavo sempre il modo di farla e, diavolo, quanto mi piaceva comportarmi in quel modo. Molti avevano iniziato a chiamarmi schizzofrenico o psicopatico, in realtà non capivano ciò che avevo passato e perchè mi comportassi in quel modo.
    Dopotutto cosa gliene fregava, facevo paura.

    In quest'ottica avevo accettato l'invito a quel luogo estivo, sarebbe stata l'occasione per ampliare il mio libro nero. Vi starete chiedendo cosa sia e in modo che smettiate di assillarmi ve lo dirò.
    E' semplicemente un libro in cui sono scritti tutti coloro che posso ricattare in modo da ottenere qualcosa. Ed in quel momento quella spiaggia mi sembrava una buona fonte per aggiornare il mio libretto nero.

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    Ero ormai su quel traghetto da un bel pò di tempo e ancora non avevo incontrato nessuno che valesse la pena conoscere o ancor meglio ricattare. Passeggiando per il pontile osservavo della gente inutile e per lo più poco intelligente, facili prede per me, ma poco interessanti.
    Spolverai leggermente i pochi indumenti che avevo addosso, delle infradito, una maglietta molto semplice ed un costume bianco e nero, con
    dei rilievi di fiamma. Un costume che dava un pò nell'occhio e si vedeva come gli altri mi osservavano, alcuni facevano uno sguardo impaurito, sorrisi. A quanto sembrava con alcuni avevo già avuto un incontro ravvicinato.
    Ad un tratto sentì un pò di rumore in una zona precisa.
    Gli unici che vidi furono una ragazzina ed un ragazzo, anche se non so se potesse essere definito in questo modo. Quest'ultimo in particolare, sembrava uno zombie a peso morto. Inoltre il colore corvino dei capelli non aiutava.
    Ciò non faceva altro che ricordarmi, che a causa delle sfumature rosse dei miei capelli troppo evidenti avevo dovuto tingermeli di biondo.

    Ad ogni modo nascosto all'angolo del pontile avevo finalmente trovato il candidato adatto per quello che volevo fare. Adesso non mi restava che ideare qualcosa per coglierlo nel sacco. Ad una prima analisi sembrava un ragazzo apatico, senza sentimenti ed anche di fronte ad una ragazza, non reagivano come gli altri ragazzi della sua età.
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    Non ero capace di definirne l'età, ma per quello che volevo fare non importava affatto, quindi ci rinunciai presto. L'unico problema poteva essere la ragazza, ma si sarebbe potuta dimostrare un diversivo interessante. Non feci altro che avvicinarmi lentamente verso quel ragazzo, gli altri non potevano fare altro che vedere una strana aurea malvagia attorno a me, ed il mio sorriso non aiutava a confortarli. Chi mi conosceva, chissà perchè, fuggiva.

    Arrivato ad una distanza rilevante, iniziai a scrutarlo da capo a piedi, andando vicinissimo a lui. Non importava se potesse essere imbarazzante, facevo semplicemente una faccia perplessa. Sparivo e apparivo dietro le sue spalle, davanti a lui a lato, come se stessi cercando qualcosa nel suo aspetto che mi sfuggiva.
    Ovviamente non era affatto così ma ero diventato molto bravo a bluffare e a fingere, dopo tutto ero un esperto giocatore di poker. [Interpretazione]

    Mi misi la mano al mento pensieroso, concedendo solo qualche sguardo alla ragazza per poi soffermarmi su di lui, ancora per qualche istante. Finalmente mi decisi a parlare.

    " Sembri coincidere con la descrizione...mmm...a quanto pare un tipo mi ha chiesto di cercarti. Voleva che ti riferissi una cosa imbarazzante. Non importa se te la dico ora vero?


    Sorrisi malignamente, guardando la ragazza. Forse si sarebbe sentito in imbarazzo o forse no. L'importante è che l'avrei messo in una posizione imbarazzante di fronte a quella testimone. Senza neanche dargli il tempo di parlare lo interruppi dicendo

    " Beh mi ha detto che, si è fatto un controllo ed a quanto pare è affetto di...erpes simplex analis, vuole che lo contatti subito e ti fai controllare, altrimenti questi giochetti puoi scordarteli per sempre..."


    L'ultima frase era stata detta imitando palesemente il tipico tono da omosessuale. Sorrisi malignamente, poi mi girai verso la ragazza e le dissi piano.

    " Certo che sei capitata male"



     
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    Quando la ragazzina parò di scaricare l'agitazione, Ledah comprese che allora il correre aveva uno scopo all'infuori dell'arrivare prima in un dato luogo, cosa che si segnò mentalmentementre lei si presentava, il suo nome era Crystal e passò anche a presentare i suoi pappagallini, uno dei quali si posò addirittura sulla spalla del ragazzo che le disse assente:

    "Mi sembrano molto a loro agio in mezzo alla gente."


    Ledah studiò l'uccellino che era poggiato sulla sua spalla, strano che si fosse avvicinato a qualcuno con tanta facilità, forse era solo meno cauto del compagno, il filo di questo pensiero fu interrotto quando la ragazza parlò dei biglietti, chiedendogli se fosse il medico di bordo, l'atona risposta non si fece attendere:

    "Non lavoro sulla nave, come te sono un ninja dell'Accademia e di conseguenza, ho ricevuto a mia volta un invito ed una vacanza gratuita non è una cosa da farsi sfuggire."


    A quel punto arrivò un tizio sconosciuto, con lunghi capelli biondi ed un espressione perplessa che indossava un costume un po' eccentrico, ma in fondo, l'otese non poteva certo parlare di gusto nel vestire, ma solo studiare con lo sguardo lo strano personaggio, seguendolo con gli occhi azzurri e vacui.
    Quando stava per chiedergli cosa volesse, lo sconosciuto l'anticipò, parlando di un malato d'herpex che per qualche strano motivo sembrava conoscerlo.
    Strano anzi che il messaggero non si fosse degnato d'attendere la risposta di Ledah, forse aveva fretta di fare altro, comunque, il medico gli rispose assente, senza cogliere l'allusione mancando della necessaria malizia:

    "Quindi dice d'essere affetto da Herpex Simplex nell'area dell'ano, portami da lui e vediamo se ha ragione, in quel caso dovrà anche dirmi con chi ha intrattenuto rapporti anali, perchè è infetto senza saperlo e può trasmetterlo ad altre persone ed è necessario informarlo, ma prima di tutto, dovremo passare dal medico della nave perchè non ho alcuno strumento qui con me, nemmeno i guanti."


    Tutto ciò evidenziava il fatto che non avesse capito che l'esame fosse per lui, in quanto non avendo mai intrattenuto certi rapporti, l'otese non riuscì che a pensare ad un piccolo errore nel riferire il messaggio.
    Ed avviandosi verso la cabina del medico, si volse verso lo sconosciuto dicendogli:

    "A proposito, sai come mai ha chiesto di me e non del medico della nave?
    Immagino che mi conosca, ma non mi viene in mente nessuno al momento perchè non lavoro all'ospedale, ti ha per caso detto da quanto s'è accorto dei sintomi?"


    Rivolgendosi poi a Crystal, il medico si fermò improvvisamente, sempre con la stessa espressione assente, prese il pappagallino facendolo posare sul dito e lo porse alla ragazza, dicendole:

    "Mi stavo dimenticando d'averlo sulla spalla, se vuoi seguirci fai pure, anche se non potrai assistere alla visita per ovvi motivi.
    In caso poi, ci ritroveremo sicuramente sulla nave quando avrò finito la visita."


    Una cosa era certa, mettere in imbarazzo Ledah non era possibile, ma forse il ragazzo aveva previsto l'evenienza che l'otese lo prendesse sul serio e gli chiedesse d'andare dal paziente o dal medico della nave, visto che parlava di un passeggero.
    Dopo aver parlato con Crystal, Ledah si diresse verso la cabina del medico di bordo portandosi dietro lo sconosciuto.
     
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    La ragazza osservò il ragazzo biondo avvicinarsi: era totalemente diverso da Ledah, molto appariscente, e sembrava piuttosto sicuro di sè. Crystal ascoltò un momento la discussione dei due, ma poco dopo aver ripreso il pappagallo da Ledah, sembrava leggermente più chiara di prima, tremava leggermente:

    -...S-scusate, non mi sento molto bene...-

    Si allontanò, appoggiandosi al muro di una cabina lì accanto.

    *Eh no, non iniziamo così. Non è il momento giusto per star male-*

    Era particolarmente scossa, odiava parlare di medicina in generale, ascoltare argomenti simili le provocava una spiacevole sensazione, in genere alle gambe. Si ricordò di quando, un'anno prima, era svenuta mentre un medico visitava suo padre, parlandogli di varie malattie; non era particolarmente piacevole. Sentiva una specie di fastidio, stavolta allo stomaco, mente cercava di restare in piedi, e, non riuscendoci, si sedette per terra. Per non attirare l'attenzione, disse, rivolta a Ledah:

    -Eh, la corsa di prima mi ha proprio stancata.-
     
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    Ledah notò il mancamento della ragazza, andò quindi ad assisterla mentre era seduta in terra, accucciandosi di fronte a lei e posandole una mano sulla fronte per sentirle la temperatura, in quel caso, il contatto non era un problema avendo una funzione pratica, le chiese sempre assente:

    "Sicura di stare bene?
    Se vuoi t'accompagno in stanza prima d'andare da quel paziente, mi sembri un po' debole, forse sei a corto di zuccheri."



    Lo sguardo del medico non esprimeva preoccupazione mentre scrutava quello della ragazza, ma l'attenzione allo stato di salute di Crystal era ugualmente evidente nonostante l'aria assente ed il tono piatto della voce dell'otese.
     
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  14. EdwardVlad
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    Rimasi a guardarlo con un'espressione molto significativa. Era il tipico sguardo maligno di chi pensava di stare parlando con un deficente, a quanto sembrava il ragazzo era molto difficile da ricattare. La mia prima impressione si era rivelata giusta, era davvero apatico e ad un apatico era difficile che importasse far brutta figura. Inoltre sembrava quasi che non cogliesse ciò che stavo dicendo, ma sicuramente la ragazza con lui avrebbe colto, quello sarebbe stata la cosa più importante.

    Purtroppo anche qui la sfortuna ci aveva messo lo zampino, la ragazza, d'un tratto mentre parlavamo, sbiancò improvvisamente. Quando vidi che si sedette per terra, piegai le ginocchia e la osservai tranquillo.

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    " Tutto bene tizia degli uccelli? Forse è meglio che ti accompagnamo dal medico di bordo. Per quel che ne so 'sto tizio non ne capisce niente di medicina "


    Se ne avessi avuto l'opportunità l'avrei aiutata ad alzarsi, altrimenti l'avrei lasciata ancora lì a riprendersi e mi sarei alzato. A quel punto avrei guardato quell'essere negli occhi per qualche istante. Era proprio apatico, quindi non c'era niente da fare. Invece la ragazza era interessante, ma non mi andava di infierire, almeno non per il momento. Decisi di lasciarlo stare, forse quel famoso medico di bordo poteva essere un ottimo elemento da inserire nel libro nero.

    " Comunque mi sa che sei deficiente...ho girato tutto il paese per cercarti e finalmente ti ho trovato, il tuo amichetto gay non è mica qui sul traghetto, l'unico che può essere contagioso sei tu...E' meglio se aiutiamo lei và"


     
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    Crystal scosse la testa:

    -Nono, non disturbatevi, sto bene, tranquilli. Ero solo stanca, tutto qui.-

    Non era mai stata brava a mentire, parlava con voce un po' tremante ed insicura, sperava che l'avessero comunque bevuta. Si alzò in piedi, mentre gli uccelletti canticchiavano tranquillamente, indifferenti. Osservò il biondo, dicendogli:

    -Evita quel nomignolo per cortesia. Puoi chiamarmi Crystal.-

    Non distolse lo sguardo da lui, sembrava volesse riprendere il discorso:

    -Suggerisco di continuare i vostri discorsi in privato. Non è educato nei confronti degli altri.-

    *Se questo non sta zitto svengo di sicuro. Come posso distrarlo...*

    Sorrise ai due, cercando di non essere sgarbata, e con un cenno della mano fece fare ai pappagalli lo stesso giochietto di prima. Stavolta tornarono entrambi dalla propria padroncina, che, in un vano tentativo di cambiare discorso, disse:

    -Non sono carini?-
     
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148 replies since 28/6/2009, 11:25   5937 views
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