La Faccenda della Mantide

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    Falce dei Kaguya


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    Un mese prima: Palazzo del Kage del Kirin


    Una figura uscì dalle stanze del signore di Kirin con un inchino; a chi lo avesse osservato, quel minuto individuo dagli abiti bianchi e oro, sarebbe sembrato un normalissimo ninja del villaggio che, dopo i normali saluti di rito, abbandonava la sala del suo Kage per tornare alle proprie attività.
    La velocità con cui, però, quel semplice uomo lasciò la sala, aveva dell'incredibile: erano rinomati i ninja di Kirin per le loro stramberie, ma la fretta di quell'individuo aveva una causa pura e semplice, timore; timore della rabbia del suo Kage, la stessa che proruppe, con un urlo, dalle porte richiuse.

    Poche ore dopo, la notizia che l'Imperatore richiedeva l'incontro con un ambasciatore di Kirin era già trapelata.
    Diverse erano le ipotesi sul motivo, ma la più convincente era anche la più assurda: il villaggio di Kirin era stato accusato di un attacco al Molo 2, presso i territori della Mantide. Qualcuno avrebbe dovuto pagare per tutti quei poveri innocenti morti, di questo ne erano certi tutti nell'Impero, solo la gente di Kirin, però, si chiedeva perché dovevano essere proprio loro a subire tali accuse.

    Una settimana prima: Nei territori della Gru Grigia


    Le verdi vallate che caratterizzano l'Impero di Smeraldo sono, agli occhi degli abitanti, così come degli stranieri, rigogliose e bellissime, ma, in quel particolare giorno, probabilmente, un ninja di quelle terre guardava con minor affetto a quei boschi rigogliosi, mentre attendeva, guardandosi intorno come un ladro, scrutando per notare eventuali inseguitori, o spie.
    §Bah, tanto se vogliono farmi sorvegliare quelli della Gru, o dello Scorpione, ci riuscirebbero comunque, è ciò che sanno fare meglio.§, pensò fra se l'uomo.

    Indossava un lungo kimono che si univa al pantalone, il colore dominante di quell'abito era il bianco, con delle fantasie dorate rappresentanti dei cavalli, intenti in delle corse, o almeno con i muscoli tesi in movimenti maestosi.
    I capelli avevano un innaturale colore verde acqua, legati in due bizzarre trecce che si legavano sopra la testa dell'individuo stesso; il viso segnato dall'età ben più del corpo stesso e gli occhi rossi che saettavano da un angolo all'altro del piccolo spiazzo circondato dal verde, questo finché una figura non apparve dai meandri della foresta.

    Era una donna, un lungo kimono grigio da viaggio ne celava il corpo, lasciando scoperto solo il viso, era impossibile se quella fanciulla avesse con se alcuna arma, giacché tutto di lei era celato dall'abito; il suo sguardo, però, tradiva una serafica sicurezza, mentre i capelli, color bianco, si perdevano in una lunga coda celata dietro la schiena, e i sottili occhi verdi guardavano l'uomo.

    "Nobile Shinjo, lieta di vedere che ha accettato il mio invito.", esordì la donna, "Sa, noi della Gru Grigia stiamo seguendo con interesse le indagini a vostro carico sull'Incidente della Mantide, così come viene dai più definito, volevamo offrirvi il nostro aiuto, giacché siamo certi dell'innocenza del Kirin dei Venti.", continuò, mentre lo sguardo andò ad unirsi ad un ampio sorriso.

    Lo sguardo dell'uomo tradiva la sua diffidenza, così come quello della donna ne trasmetteva la sicurezza, ma nessuno dei due, in quel momento, avrebbe espresso il proprio vero pensiero: erano lì per gli interessi dei relativi villaggi, non per rivolgersi parole sincere e, di certo, poco amichevoli.

    "In effetti, le indagini portate avanti dai ninja della Mantide Opalina danno tutte lo stesso risultato: accuse su accuse sono state formulate contro noi di Kirin.
    L'impossibilità, per qualsiasi ninja degli altri villaggi, di compiere delle indagini più obbiettive è un problema in più per il mio villaggio, per questo la notizia che voi, della Gru Grigia, ci potevate un supporto, è stata una quanto mai lieta novella per il mio nobile signore, il Kage di Kirin."
    , rispose l'altro, il cui tono di voce, inizialmente pieno di disappunto divenne, nella parte relativo alla novella, ben più meccanico, segno che, quell'ultima osservazione era stata, più che altro, preparata e memorizzata.

    "La Gru Grigia è sempre in cerca della giustizia, dovrebbe saperlo, nobile Shinjo.
    Ad ogni modo, non possiamo apertamente supportarvi, data la situazione... sa molti innocenti sono morti in quell'assalto, è stato un vero e proprio massacro, per di più, secondo la Mantide, quel bersaglio non aveva valenza militare, ma chissà quanto ciò è vero..."
    , replicò la donna, la cui voce andò scivolando verso l'ilare sull'ultima osservazione, prima di ricongiungersi al discorso principale, "In compenso, abbiamo trovato chi potrà aiutarvi: ninja del Continente, dell'Accademia.
    Alcuni di loro sono già stati in queste terre, persino il mio villaggio gli affidò una missione tempo or sono. Più di recente, inoltre, dei genin dell'Impero parteciparono ad un esame chunin con quelli dell'Accademia."
    , spiegò con un sorriso ancora più falso la donna, mentre la mano destra si avvicinava al kimono, scomparendo all'interno dello stesso.

    Pochi attimi e l'arto ricomparve, stringeva fra le sinuose dita un rotolo con il sigillo della Fenice di Fuoco, cosa che sorprese non poco il ninja del clan Shinjo.

    "Alcuni giovane membri dell'Accademia erano stati richiesti presso il villaggio della Fenice di Fuoco per una fastidiosa vicenda legata ad un demone volpe, ma i nostri ambasciatori presso quelle terre hanno convinto il nobile capoclan degli Isawa che, in un momento del genere, quella missione poteva essere posticipata.
    Eccovi quindi i nomi dei giovani prescelti per quella missione; potrete richiedere la loro presenza e prontezza di spirito per indagare presso i territori della Mantide.
    Essendo un diritto del vostro villaggio, l'Imperatore non potrà porre alcuna opposizione."
    , concluse infine, porgendo il rotolo al ninja di Kirin.

    Poco prima che la mano dell'altro potesse toccare l'oggetto, però, la donna ritirò lentamente la sua, sorridendo ancora una volta con fare sefirico, "Il Kage della Gru Grigia si augura che, in futuro, il suo parigrado di Kirin ricordi questo giorno, in cui la vostra gente ha avuto bisogno del nostro aiuto.", aggiunse, lasciando poi che l'altro prendesse il rotolo.

    Non vi furono più parole fra i due, solo il rumore dei passi, mentre entrambi si allontanavano, in direzioni opposte.

    Il giorno prima: Villaggio di Oto


    Presso le diverse case di alcuni ninja del villaggio del Suono, in una giornata come le altre nelle terre che un tempo erano appartenute all'ormai defunto Orochimaru, giunsero delle missive.
    Nessuno avrebbe potuto dire come quelle lettere avevano superato le mura esterne senza che i ninja a difesa delle stesse avessero bloccato i messaggeri, ma una cosa era certa, quando i rispettivi ninja andarono ad aprire alle diverse porte, non vi era niente di più che qualche nuvola in cielo e delle forti correnti d'aria nei dintorni. Oltre ciò, naturalmente, vi erano dei messaggi piantati con degli strani coltelli ricurvi, la cui impugnatura recava la figura di un cavallo sollevato sulle zampe posteriori, alle porte dei diversi ninja.

    CITAZIONE
    Buongiorno [Nome PG],

    Probabilmente la particolarità della missiva la lascerà concertata e dissuaso sull'eventualità di credervi, ma questo che vede è l'unico invito che le sarà dato per partecipare ad una particolare indagine presso il villaggio della Mantide Opalina, nell'Impero di Smeraldo.

    Sappiamo che lei ha fatto richiesta per partecipare ad una missione di "Caccia alla Volpe", per così dire, presso i territori della Fenice di Fuoco, ebbene, date forze maggiori, tale missione è stata rimandata, ma le sue abilità sono state ora richieste da noi, ninja del Kirin dei Venti, al fine di dimostrare l'innocenza del nostro villaggio in una questione ben più spinosa.

    Qualora tale breve spiegazione avesse risvegliato il di lei interesse, si faccia trovare entro domattina alle 9 al Molo 36 dell'Accademia; lì si trova la Bunyip, una Drakkar, attende in quel molo.
    Mostrate il particolare coltello lasciatovi a chi vi inviterà ad allontanarvi da lì e sarete introdotti al cospetto del nostro emissario.

    La missiva non era firmata, stava ai vari ninja interessati decidere se presentarsi o meno.

    Oggi: Molo 36 dell'Accademia


    Bunyip


    La nave era ormeggiata presso il molo, così come la missiva indicava. Il teschio che la decorava sembrava osservare e squadrare ogni persona che osava anche solo avvicinarsi all'imbarcazione, mentre decine di marinai, incitati da un mastodontico uomo con una cicatrice sulla guancia sinistra, e privo di capelli, caricavano varie merci sulla Drakkar.

    Il gigante con la cicatrice si fermava dal dare ordini solo per allontanare chiunque si avvicinasse a loro ed alla nave, ringhiando semplicemente, il più delle volte, oppure minacciandogli con un coltello dalla lama ricurva la cui impugnatura portava incisa la figura di un cavallo impennante.
    Solo i ninja che avessero mostrato lui quel medesimo oggetto sarebbero potuti salire sulla nave, per essere condotti sottocoperta.

    Una volta giunti sottocoperta, poi, i ninja sarebbero stati guidati da un marinaio, di certo un mozzo, esile e basso, fino ad un'ampia sala e lì lasciati, con la promessa che, entro pochi minuti, l'emissario si sarebbe presentato loro.

    La sala non era particolarmente ampia: potevano entrarvi si e no una ventina di persone, la presenza di un ampio tavolo ovale circondato da sei sedie, poi, diminuiva ancora di più lo spazio libero.
    Sui muri non vi era alcun particolare quadro, né armadi o portaoggetti d'alcun genere, solo due porte caratterizzavano l'ambiente: una era quella da cui i ninja furono fatti entrare, l'altra era ancora chiusa. Una lanterna illuminava dall'alto l'intera stanza.

    Solo quando tutti i ninja che avevano ricevuto l'invito avessero preso la loro decisione, la porta chiusa si sarebbe aperta ed una voce avrebbe parlato ai presenti.

    "Benvenuti, rappresentanti dell'Accademia, il mio nome è Ara del villaggio di Kirin.
    Suppongo che abbiate molte domande, quindi, prima di tutto, iniziamo con quelle."
    , aveva esordito la voce, ancor prima che la luce, invadendo dalla stanza accanto, permettesse i lineamenti di chi li aveva accolti.
     
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  2. Yami Kaguya
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    [Il giorno prima: Oto]


    Silenzio...solo il rumore del vento, e del mio respiro. Nient'altro c'era in quella stanza. Almeno per chi non sapeva che c'era qualcosa, effettivamente. Nonostante i 5 sensi inducessero calma, sapevo che non ero solo. Dovevo solo aspettare che attaccasse.
    La tensione continuò a crescere, fino a che un rumore di finestre aperte ruppe la calma. Numerosi raggi di luce entrarono nella stanza, creando zone di luce e zone di ombra. In quello stesso istante attaccammo entrambi. Una piccola figura balzò in aria, tentando di raggiungere il mio volto. Il braccio si mosse, colpendo con il dorso della mano avanti a sè, come se estraesse una katana immaginaria. Il colpo andò a segno, ma la piccola figura assorbì in pieno, atterrando pochi metri più in là, senza nessun danno apparente. Corse a livello del terreno, sfruttando una rapidità molto maggiore dovuta al terreno. Arrivata vicinissima, spiccò un balzo verso il muro, e da lì un altro per tentare di attaccare prima in volo, e poi una volta a terra. Era l'occasione per provarlo.
    Il chakra venne impastato e consumato, nei muscoli della schiena. La loro contrazione incurvò la schiena all'indietro, mentre le gambe diedero una spinta leggera. Il corpo fu in aria per un attimo, fino a che le mani atterrarono. Da lì, le gambe scattarono come un serpente, compiendo un semicerchio, partendo da avanti a me, e alzandosi fino a essere in linea con il corpo, in verticale. Poi terminarono abbassandosi e tornando al terreno. Nella loro corsa, la figura fu colpita, e scagliata in aria. Completai la mossa, tornando in piedi, mentre atterrava. La presi con la mano, osservando come fosse divertita, nonostante il piccolo volo che si era fatta.

    Se sapesse che facciamo queste cose mi ammazzerebbe...acqua in bocca, o sono morto. Ok, Ys?

    Il gatto mi fissò, per poi muoversi sul braccio e sistemarsi sulla spalla. Sorrisi, ripensando all'ultima difesa. Ci stavo prendendo confidenza...ero vicino. Ma mancava qualcosa, ancora, nell'esecuzione generale. Un frammento che probabilmente solo il mio clan, poteva tramandare. Peccato che tutti i suoi esponenti, fossero i miei peggiori nemici al momento. Uff...

    Poi, fu udibile un rumore, vicino alla porta. Come un tonfo secco. Presi un asciugamano per pulirmi, e andai ad aprire. Appena si creò uno spiraglio, la porta esercitò una spinta molto maggiore, sulla mia mano. Una corrente d'aria, pensai, prima di aprirla senza che sbattesse.
    La prima cosa che notai, fu qualcosa era comparso nel mio campo visivo. Girai la testa leggermente, e fissai la porta. Due pugnali vi erano incastrati, fermacarte di altrettanti messaggi. Ne staccai uno, fissandolo insieme al pugnale. Il secondo recava l'effige di un cavallo, nell'atto di impennarsi. Il primo, notizie se possibile più inaspettate di quel coltello.

    CITAZIONE
    Buongiorno Yami Kabane,

    Probabilmente la particolarità della missiva la lascerà sconcertato e dissuaso sull'eventualità di credervi, ma questo che vede è l'unico invito che le sarà dato per partecipare ad una particolare indagine presso il villaggio della Mantide Opalina, nell'Impero di Smeraldo.

    Sappiamo che lei ha fatto richiesta per partecipare ad una missione di "Caccia alla Volpe", per così dire, presso i territori della Fenice di Fuoco, ebbene, date forze maggiori, tale missione è stata rimandata, ma le sue abilità sono state ora richieste da noi, ninja del Kirin dei Venti, al fine di dimostrare l'innocenza del nostro villaggio in una questione ben più spinosa.

    Qualora tale breve spiegazione avesse risvegliato il di lei interesse, si faccia trovare entro domattina alle 9 al Molo 36 dell'Accademia; lì si trova la Bunyip, una Drakkar, attende in quel molo.
    Mostrate il particolare coltello lasciatovi a chi vi inviterà ad allontanarvi da lì e sarete introdotti al cospetto del nostro emissario.

    ..Cosa..?

    Nominava la Fenice di Fuoco. Quindi era plausibile che il Kirin Dei Venti fosse un villaggio dell'impero di smeraldo, al pari della Gru e della fenice stessa.
    Superata la diffidenza per quello strano metodo di contatto, staccai anche il secondo pugnale, che come immaginavo recava lo stesso invito, ma inviato alla mia compagna.

    Come metodo assomiglia a un invito da non poter rifiutare, più che a un amichevole rischiesta di ingaggio...

    Pensai, prima di posare coltelli e lettere sul tavolo, attendendo che Shinny tornasse. Prima però, c'era un altra cosa da fare. Presi il ricevitore, per poi indossarlo e sintonizzarmi sulla frequenza del South Gate. Ero leggermente irritato.


    Sì?

    "Kabane. Tutti i gate si colleghino. Qual'è la sequenza generale oggi?

    Sissignore, subito. 819 signore.

    Regolai il microfono, per poi parlare con finta calma.

    "Se passano messaggeri, potreste avvisare prima di farli passare, o perlomeno controllare non abbiano armi potenzialmente pericolose, se li fate entrare nel villaggio senza scorta."


    "...Chiedo scusa, signore? Quali messaggeri?"

    "Quelli che hanno appeso un pugnale alla mia porta. Ne avete fatti passare altri per caso? ^^*"

    Sentii rumori come di bisbigli, prima che un altra guardia rispondesse un pò in difficoltà.


    "...Signore, da qui non è passato nessuno."

    ...Eh?

    "Come, nessuno?"


    "Glielo possiamo assicurare, non ci sono ancora state nè entrate nè uscite dal villaggio, stamane. In nessun cancello."

    ...D'accordo. Grazie.

    Chiusi il comunicatore, per poi fissare il coltello. Avevano voluto dar prova di come le nostre difese, fossero inutili con loro? Sembrava di sì. Interessante, questo villaggio. Se mi avevano comunque reputato adatto a una missione che richiedeva priorità maggiore che liberare la fenice da un grattacapo con la coda, bene. Non mi sarei tirato indietro. Come dubitavo lo facesse Shinodari.

    Mi diressi in camera, radunando tutte le mie cose, e assicurandomi che fossero in buono stato. Poi presi il coltello del Kirin, e lo fissai.

    Chissà se me lo fanno tenere poi.

    Pensai con un sorriso, prima di dirigermi alle scale. Poi sentii qualcosa verso l'entrata. Mi diressi alla finestra, per poi superarla con un salto. Atterrato sul tetto fissai in basso. Sì, era lei. Mi sedetti sul cornicione, finchè non mi notò.

    Ciao Shin-chan ^^ Abbiamo un nuovo lavoro.

    Dissi, lanciandole in modo blando il coltello. Acchiapparlo al volo non sarebbe dovuto essere un problema.

    Un certo villaggio, il Kirin dei Venti. Pare sia successo qualcosa di problematico, tanto che i problemi della fenice con le volpi sono passati in secondo piano, a quanto pare. Si parte domani. Accettiamo?

    Chiesi, per poi sorridere al sì, e scendere.

    [Data Odierna: Accademia, Molo 36]



    Avvolto nel mantello, il cappuccio in volto, continuai a camminare, fino a giungere al molo 36 come la lettera recitava. Non aveva mentito nemmeno sulla presenza di una nave occidentale chiamata Drakkar, con un teschio sulla prua. Se avevo capito bene era credenza di alcuni popoli, che quelle prue così decorate potessero aiutarli a spaventare gli spiriti maligni. O almeno, questo quello che immaginavo.

    ...io li odio i viaggi per mare..

    Mi incamminai, affianco a Shinodari, raggiungendo il pontile. Un energumeno pelato dava ordini a destra e a manca, mentre i marinai eseguivano. Il capitano o comunque un membro di grado superiore all'equipaggio, a prima vista. Il coltello che recava in mano, minacciando chi si avvicinasse, era simile a quello che recavo con me. Tutto come pronosticato. Sembrava ci si potesse fidare del mandante di quella lettera, per ora.

    Appena i miei passi mi condussero quasi al suo cospetto, ricevetti un ringhio di intimazione. Sorrisi, mentre il pugnale fu puntato contro di me, visto che il mio incedere non era ancora rallentato. Alzai lo sguardo verso di lui, prima far scivolare la mano fuori dal mantello, mostrando l'impugnatura e parte della lama del coltello, seguendo le istruzioni.
    Il gigante mi fissò, per poi indicarmi il ponte, e la sottocoperta. Un leggero cenno della testa al suo indirizzo, come ringraziamento, per poi muovermi verso il luogo indicato. Ci ricevette un marinaio, che fece strada sino a una sala a una prima impressione ampia, ma dopo una seconda occhiata era chiaro che già chiamarla sala era un pò troppo. Soprattutto per la presenza di un tavolo in mezzo. C'erano 6 sedie. Mi chiesi se potessero darmi l'idea del numero di persone che erano state convocate per quell'incontro. Contando Shinny, ne mancavano 4 al massimo. Supposizione azzardata forse.

    Mi tolsi il cappuccio dagli occhi, che intanto stavano ancora osservando quel luogo. Una porta dietro, e una davanti...sperai che fosse sul serio una missione, e non qualcos'altro. La porta in fronte a me era chiusa, ovviamente. Potevamo solo aspettare a quanto pareva.

    Pare siamo in anticipo...belli i capelli, oggi. In onore della missione?

    Dissi, fissandola. I capelli che di solito teneva bianchi come la neve al pari dei miei, oggi erano naturali, color castano scuro. Senza la tinta, assomigliava alla madre in maniera impressionante. Ricordai l'ultimo incontro con quella donna, sedendomi e aspettando altri arrivi. Quella volta..era stata davvero solo la Kanashibari, a bloccarmi...?

    [...]



    Solo un altro mio compagno, arrivò all'appello. Dopo la sua apparizione, seguì quella di una figura in controluce, quindi dai tratti indistinti. Parlò subito, presentandosi.

    CITAZIONE
    "Benvenuti, rappresentanti dell'Accademia, il mio nome è Ara del villaggio di Kirin.
    Suppongo che abbiate molte domande, quindi, prima di tutto, iniziamo con quelle."

    Ara di Kirin..sembrava che sapere il suo ruolo all'interno del villaggio ci fosse precluso. D'altronde, era anche giusto stare in guardia. Appena finì di parlare, risposi subito.

    I miei saluti, Ara-san. Prima di porre qualsiasi altra domanda, vorrei chiederle dettagli più precisi sul motivo per cui siamo stati convocati. La lettera parlava di un indagine presso il villaggio della Mantide Opalina. Vorrei sapere su cosa dovremmo investigare, insieme ai dettagli su ciò che è successo, nei limiti di quello che può esporci.
    Per il momento, non ho altre domande.


    Rimasi in silenzio, attendendo domande e risposte dai miei compagni e dall'uomo che avevamo di fronte.


    Edited by Yami Kaguya - 2/8/2007, 02:42
     
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  3. Sªke'
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    Nel buio della mia camera ricavata da una ex bottega, ero supino sul mio letto. La stanza era stretta, disordinata, umida e qualsiasi altra cosa che la rendesse sempre più distante dall'essere confortevole. Sul pavimento, una bottiglia di sakè aveva rovesciato il suo contenuto a causa di un colpo di sonno improvviso. La mia mano si mosse a tentoni nel buio, verso il comodino alla sinistra del letto, alla ricerca di quel che rimaneva di una caandela. Il mio tatto percepì una massa plastica ed informe, sulla cui cima vi era quello che sembrava un pezzo di spago. Doveva essere la candela. La portai vicino al naso, e l'annusai, l'odore di buciato veniva ancora emesso. Avvicinai l'accendino allo stoppino, e tentai di dargli fuoco. I vari tentativi furono vani, stranamente la candela non voleva saperne di accendersi. Probabilmente, l'umido della stanza aveva influito. La mano si mosse tentoni sul letto alla ricerca della bottiglia di sakè, quandpo mi capacitai di averla tra i piedi. Mi rassegnai all'idea che non avrei bevuto, ma che forse avrei avuto l'opportunità di riservare a quell'alcool un utilizzo differente. Tentoni, cercai il punto ove il sake era caduto. Dopo non molto lo trovai, ed imbevvi lo stoppino. Una scintilla dell'acciarino dello zippo, e la luce fù sufficente a illuminare i primi 2 metri scarsi attorno a me. Raccolsi la bottiglia dal suolo e la stipai nel'armadietto a muro. o zaino era già bel'epronto nell'angolo, poggiato u una sedia, coperto dallo spesso mantello nero. Non mancava molto...uscci di casa, per andare a mettermi sul tetto.

    Fuori, fui investito dalla luce lunare Sul viso pareva che avessi un solco, un solco simile ad un sorriso. Un raggio lunare illuminava scarsamenti il volto che sembrava contratto in una smorfia di pazzia. Entro breve tempo, sarei partito per la caccia alla volpe, nei territori della fenicie. Era troppo tempo che non mi misuravo con qualcuno alla mia altezza, ed ipotizzai che un demone probabilmente sarebbe stato degno dello scontro. Quella sera il cielo ra sgombro dalla nuvole, e dalla mia postazione si godeva uno splendido spettacolo. Le stelle illuminavano il cielo, dipinto di blu oltremare, e la luna sembrava essersi calata in un pozzo.

    °Ero convinto che l'unico demone dalle sembianza di volpe fossè quello che anni addietro distrusse il villaggio della Foglia... a quanto pare ero in fallo, non è l'unico...probabilmente trarrò beneficio da questa missione, chissà che il demone non sia in possesso di una qualche arma leggendaria, come quella che ha Luis...Una bella spada, potessi possederla io...Sarebbe un bell'affare, spero prooprio di riportare indietro un ricordino. Non credo che l'accademia avrà nulla da ridire se mi prendo un souvenir dalla Fenice uhuhu...infondo, se sarò io ad uccidere quel demone, nessuno avrà nulla da dire...

    Poi un colpo secco. Udii fibre lignee dividersi, il legno sfregiarsi. Un soffio di vento. Non poteva che provenire da casa mia. Balzai giù dal tetto, mi trovai in caduta libera. Poggiai il piede sul muro di casa mia per frenare la caduta, e poi, mi ritrovai con i piedi per terra, di spalla alla porta di casa. mi voltai, per poi vedere un coltello ficcato nella porta. Me l'avevano rovinata. Il coltello reggeva un messaggio. Lo strappai. lessi il contenuto dela missiva.

    CITAZIONE
    Buongiorno Akaschi Mikawa,

    Probabilmente la particolarità della missiva la lascerà sconcertato e dissuaso sull'eventualità di credervi, ma questo che vede è l'unico invito che le sarà dato per partecipare ad una particolare indagine presso il villaggio della Mantide Opalina, nell'Impero di Smeraldo.

    Sappiamo che lei ha fatto richiesta per partecipare ad una missione di "Caccia alla Volpe", per così dire, presso i territori della Fenice di Fuoco, ebbene, date forze maggiori, tale missione è stata rimandata, ma le sue abilità sono state ora richieste da noi, ninja del Kirin dei Venti, al fine di dimostrare l'innocenza del nostro villaggio in una questione ben più spinosa.

    Qualora tale breve spiegazione avesse risvegliato il di lei interesse, si faccia trovare entro domattina alle 9 al Molo 36 dell'Accademia; lì si trova la Bunyip, una Drakkar, attende in quel molo.
    Mostrate il particolare coltello lasciatovi a chi vi inviterà ad allontanarvi da lì e sarete introdotti al cospetto del nostro emissario.

    °Merdacce, hanno sbagliato a scrivere il mio nome...è senza C...A che servo io in una missione dfi indagine, che combatto,principalmente? forse c'è da infiltrarsi e quindi dovrei combattere nel caso in cui venissimo scoperti...Umh, si sono interessato, potrei imparare a gestire missioni dove non sia presente il combattimento rude...°

    Presi il pugnale, lasciai il foglio sul letto, cosicchè luis avesse compreso la mia assenza, presi il mio mantello nero, e calai il cappuccio sugli occhi. Caric lo zaino in spalla. Presi a viaggiare verso il mare.
    [...]

    L'indomani fui al molo indicato.

    °Ah il mare!!!non c'è nulla di meglio della navigazione senza regole per tutti i mari! Non aspettavo altro!°

    Calai il mantello, e presi il coltello. Mi avvicinai alla nave, e tenni il coltello dalla lama, mostrando con circospezione il maniche indicava il simbolo del Kirin.
    Un uomo, che sembrava l'esatto contrario dell'uomo forzuto che era fuori, ci condusse uin una stanza, dicendoci che nel più breve tempo possibile qualcuno sarebbe arrivato. Alla luce della lanterna non riconobbi gli altri presenti, ma dopo quakche minuto, finalmente la porta si aprì e scorsi l'emissario. Parlò, chiedendoci se avessimo domande.

    °Salve a Lei Ara di Kirin. La mia unica domanda è perchè abbiate scelto me Akashi Mikawa per una missione invstigativa, se la mia peculiarità assoluta è il combattimento...°

     
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    Il giorno prima: Villaggio di Oto



    Sembrava una giornata come tutte le altre, la ciclica routine che da qualche tempo aveva assorbito Shinodari: ospedale, amministrazione ed accademia.
    Mansioni che svolgeva con il massimo impegno eppure qualcosa cominciava ad agitarsi in lei, quello spirito ribelle che mal si adattava alla monotonia di quei mesi.
    E ogni volta che quella sensazione di imprigionamento si risvegliava qualcosa nel suo cammino mutava.


    -Credo sia ora di cominciare un nuovo cammino Saki…-

    Mormorò all’husky mentre costeggiava le mura del villaggio.

    Quel giorno dopo il turno di notte in ospedale aveva deciso di fare una passeggiata con il suo cane per controllare che tutto fosse in ordine.
    Non c’era un valido motivo, solo una strana sensazione di irrequietezza che l’aveva colta durante l’ultima ora in ospedale.

    Aveva appena raggiunto il South Gate quando si accorse che c’era un po’ di fermento tra i guardiani.


    CITAZIONE
    "...Chiedo scusa, signore? Quali messaggeri?"

    Incuriosita la ragazza raggiunse di corsa le guardie.

    Le senti parlottare tra loro circa l’avvistamento di messaggeri, ma a quanto sembrava nessuno dei Gate aveva dato notizie in merito.

    -Si può sapere cosa sta succedendo?-

    Intervenne la kunoichi mentre una delle sentinelle stava rispondendo al suo interlocutore attraverso il ricevitore.

    -Signora, Kabane san chiede se ci sono stati arrivi questa mattina, ma nessuno ha attraversato i Gate.-

    Riassunse in poche parole un’altra guardia.

    Shinodari sollevò un sopracciglio pensierosa, poi decise che la miglior fonte di informazione risiedeva a casa sua.


    -Tenete comunque gli occhi aperti e se ci sono novità riferite immediatamente.-

    Ordinò la ragazza assumendo un tono serio per dileguarsi in un istante alla vista delle sentinelle.

    -Non va affatto bene. Qualcuno si deve essere intrufolato nel villaggio senza essere stato avvistato. Bisogna fare qualcosa, non è possibile che le nostre difese siano così superabili. E fortuna che per il momento non siamo in guerra, altrimenti...-

    Lasciò il pensiero a metà mentre apriva il cancello di ingresso alla dimora che divideva con Kayle.

    image

    Un rumore improvvisò attirò l’attenzione della kunoichi, che sollevò lo sguardo in direzione del compagno.

    Le sfuggì un sorriso.

    Lì seduto sul cornicione, Kayle sembrava proprio un gatto.


    CITAZIONE
    Ciao Shin-chan ^^ Abbiamo un nuovo lavoro.

    La salutò lanciandole un coltello di una strana foggia.

    La ragazza lo prese esaminandolo con attenzione.

    Era un pugnale ricurvo, con l’impugnatura cesellata per rappresentare un cavallo nell’atto di impennarsi.

    Srotolò la missiva che l’accompagnava leggendone il contenuto, mentre lo shinobi le faceva un riassunto.


    image

    CITAZIONE
    Buongiorno Shinodari Jaku

    Probabilmente la particolarità della missiva la lascerà concertata e dissuaso sull'eventualità di credervi, ma questo che vede è l'unico invito che le sarà dato per partecipare ad una particolare indagine presso il villaggio della Mantide Opalina, nell'Impero di Smeraldo.

    Sappiamo che lei ha fatto richiesta per partecipare ad una missione di "Caccia alla Volpe", per così dire, presso i territori della Fenice di Fuoco, ebbene, date forze maggiori, tale missione è stata rimandata, ma le sue abilità sono state ora richieste da noi, ninja del Kirin dei Venti, al fine di dimostrare l'innocenza del nostro villaggio in una questione ben più spinosa.

    Qualora tale breve spiegazione avesse risvegliato il di lei interesse, si faccia trovare entro domattina alle 9 al Molo 36 dell'Accademia; lì si trova la Bunyip, una Drakkar, attende in quel molo.
    Mostrate il particolare coltello lasciatovi a chi vi inviterà ad allontanarvi da lì e sarete introdotti al cospetto del nostro emissario.

    La kunoichi sollevò lo sguardo verso Kayle.

    CITAZIONE
    …Accettiamo?...

    -Ora capisco il motivo di tutto quel trambusto ai Gate, mi trovavo in quello meridionale uando è arrivata la tua chiamata…-

    Le sue iridi ametista brillarono di una strana luce

    -Oh si, certo che accettiamo. Qualcuno dovrà dare spiegazioni su questi.-

    Disse sventolando il suo pugnale

    -Non è stato un gesto cortese quello di entrare come delle spie indipendentemente dalla gravità della situazione.-

    Osservò la ragazza entrando in casa per preparare i bagagli.


    [Data Odierna: Accademia, Molo 36]



    Shinodari seguiva Kayle immersa nei suoi pensieri.

    L’ultima volta che era stata in missione nell’Impero di Smeraldo al posto della missiva il mandante gli aveva posto un indovinello.
    Lei e suo fratello adottivo avevano rincalzato alcuni membri del gruppo di ninja che avevano rifiutato di proseguire la missione e avevano solo visto i risultati dell’indovinello.

    Quella volta non era andata come si erano aspettati.


    Sospiro, con il volto nascosto nell’ampio cappuccio, avvolta anche lei nel mantello da viaggio.

    Quando raggiunsero il molo, la ragazza si lasciò sfuggire un’esclamazione di stupore.
    Non aveva mai visto una nave del genere, se non in una delle immagini di un libro che descriveva le navi dell’occidente.

    Non poté non notare il gigante calvo con una cicatrice che solcava la guancia destra che stava dando ordini all’equipaggio della nave in questione.
    Riconobbe l’effige sul pugnale: era la stessa di quelli che avrebbero dovuto mostrare come segnale di riconoscimento.


    Arrivati al cospetto del corpulente uomo, Kayle si ritrovò l’arma puntata contro di lui, coltello che servì successivamente per indicare di proseguire sottocoperta una volta che lo shinobi, imitato dalla compagna, mostrarono di avere i permessi per accedere.

    Shinodari fece scomparire il pugnale con il simbolo del cavallo rampante sotto il mantello, seguendo un esile mozzo che li condusse all’interno di una sorta di cabina.
    Era arredata spartanamente, con un tavolo a cui potevano accomodarsi sei persone.
    Presto si sarebbero fatti vivi anche gli altri interessati.
    Per un istante la ragazza fissò la porta chiusa chiedendosi l’identità del mandante.
    Per il momento potevano solo aspettare.
    Lasciò scivolare all’indietro il cappuccio, liberando i capelli del suo colore naturale.


    CITAZIONE
    Pare siamo in anticipo...belli i capelli, oggi. In onore della missione?

    La kunoichi lo fissò con uno sguardo indecifrabile senza rispondere.
    Per qualche motivo sentiva che era giusto così, che in quella missione no doveva nascondersi dietro nessuna finzione come poteva essere anche il semplice colore dei capelli.


    image

    Furono raggiunti da un altro ninja, poi nessun altro: a quanto sembrava solo loro tre avevano ricevuto l’invito a partecipare o forse solo loro tre avevano accettato.

    Ora che il terzetto era riunito, la porta si aprì e una voce diede loro il benvenuto ancor prima che la luce della lanterna ne delineasse i connotati.


    CITAZIONE
    "Benvenuti, rappresentanti dell'Accademia, il mio nome è Ara del villaggio di Kirin.
    Suppongo che abbiate molte domande, quindi, prima di tutto, iniziamo con quelle."

    I primi a prendere la parola furono rispettivamente Kayle ed Akashi.
    Nel frattempo la ragazza ne approfittò per studiare il loro interlocutore.

    Quando fu il suo turno la kunoichi rivolse un inchino formale.


    -I miei omaggi Ara-san. I miei compagni hanno espresso le domande di rito, domande che suppongo vi siate aspettato di ricevere. La mia, invece, non riguarda la missione se non in maniera collaterale. Suppongo che la segretezza sia fondamentale dato che, da quanto traspare nella lettera, qualcuno vi ha accusato di qualcosa… Ora mi domando, l’esservi intrufolati come delle spie nel nostro villaggio senza farvi annunciare ad uno dei gate, non pensate che potrebbe deporre a vostro sfavore?-

    Domandò seria.
     
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  5. Soulafein
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    ...La Vipera e il cavallo di metallo...



    E
    rano passati lunghi giorni dall'ultima volta che aveva sentito l'orso per quella missione.
    E ormai era certo che l'invito ufficiale sarebbe giunto di li a poco, o almeno così credeva...
    Seduto a tavola, nella penombra di una distante candela, la vipera traditrice leggeva silente il libro che tempo addietro aveva recuperato nella biblioteca dell'accademia.
    Antico e rovinato, ammuffito e fin troppo fragile per poter essere una lettura di intrattenimento, era un libro di leggende e dicerie che si potevano dire fin troppo reali da qualcuno che aveva ascoltato la voce di creature assolutamente fuori dalla comprensione umana....

    Con mano leggera sfiorò la pagina, il libro, occidentale per rilegatura e scritta, era un cimelio estremamente prezioso per le ricerche che stava svolgendo ormai da tempo, e che si sarebbero rivelato, per ora, inutili...ma ancora questo il traditore non poteva saperlo.

    Un lieve soffio di vento spense la candela, e come in un lampo fiabesco il sole comparve fra gli alberi che circondavano il villaggio che ora il traditore poteva chiamare casa.
    Un tonfo sulla porta...che qualcuno già lo volesse a quell'ora?
    Certo non aspettava visite...come mai lo aveva fatto e dubitava di poter fare, pochi si addentravano fra quei vicoli pieni di nebbia e paura.

    Aprì la porta, ancora il vento, il cielo limpido con qualche schizzo di bianco, uno spettacolo di calma, che venne però totalmente annullato dal ghigno sadico che comparve sul volto del ninja alla vista di ciò che era attaccato alla porta...

    image

    Un coltello era stato con forza infilato nel legno, fermava un foglio...forse una minaccia?
    Era abituato a cose del genere, anche dai suoi normali vicini, abili truffatori che si ritenevano capaci di poter chiedere un "affitto" ulteriore alla sua aria...ma questa volta fu una sorpresa...

    CITAZIONE
    Buongiorno Kodachi Yamagata

    Probabilmente la particolarità della missiva la lascerà concertata e dissuaso sull'eventualità di credervi, ma questo che vede è l'unico invito che le sarà dato per partecipare ad una particolare indagine presso il villaggio della Mantide Opalina, nell'Impero di Smeraldo.

    Sappiamo che lei ha fatto richiesta per partecipare ad una missione di "Caccia alla Volpe", per così dire, presso i territori della Fenice di Fuoco, ebbene, date forze maggiori, tale missione è stata rimandata, ma le sue abilità sono state ora richieste da noi, ninja del Kirin dei Venti, al fine di dimostrare l'innocenza del nostro villaggio in una questione ben più spinosa.

    Qualora tale breve spiegazione avesse risvegliato il di lei interesse, si faccia trovare entro domattina alle 9 al Molo 36 dell'Accademia; lì si trova la Bunyip, una Drakkar, attende in quel molo.
    Mostrate il particolare coltello lasciatovi a chi vi inviterà ad allontanarvi da lì e sarete introdotti al cospetto del nostro emissario.

    Lesse con lentezza e circospezione la lettera...come fosse giunta e perché i gate non avessero bloccato individui pericolosi come questi che gli avevano lasciato il messaggio non gli sfiorò nemmeno al mente.
    Sapeva di potersi proteggere da solo e non si fidava dei controllori e delle guardie...
    Non gli passò nella mente nemmeno una possibilità di reclinare l'invito, aveva la possibilità di sfruttare le sue nuove e bestiali capacità...non si sarebbe tirato indietro per nulla.

    La sua lingua scattò come una serpe, mentre tornava in casa, riordinando il suo inventario...

    Le spade incrociate sulla schiena, gli spiedi fissati dietro ai polsi per un'estrazione rapida e invisibile, il lungo mantello da viaggio nero come la pece, il pesante cappuccio...
    E per finire la sua piccola vipera da compagnia che silenziosa strisciava in modo perpetuo lungo il suo corpo, fermandosi di tanto in tanto intorno al collo del traditore, come un'esotica collana...non le aveva ancora dato un nome, sapeva solo fosse una femmina, ma poco gli importava...

    Uscì di casa, fra le folate di gelido vento e il sole che gli feriva gli occhi...era pronto, non si sarebbe fatto trovare impreparato...

    Di nuovo la lingua scattò e si ritrovò seduto in una barca occidentale poco affollata, una stanza in penombra, scrutando i suoi compagni, coloro per cui avrebbe dovuto dare la vita, o almeno...per cui avrebbe "dovuto" rischiare ogni cosa...

    ...La missione era cambiata, e nessuno lo aveva fatto giurare di non pensare solo a se stesso...

    "Onorato Ara di Kirin...la mia unica domanda è per quanto dovremo rimanere in questa zattera puzzolente"

    La voce era oleosa o piena di rispetto, ma così sarcastica nei tonie enlle parole da far notare fin troppo la superbia che celavano quegli immobili laghi di sangue quali i suoi occhi...dove una belva ormai domata era sopita, ma ancora per poco


     
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    Falce dei Kaguya


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    Bunyip - Primo Giorno


    *Quattro erano i ninja di Oto giunti fino a quell'imbarcazione, tanti quanti erano stati segnalati dalla Fenice di Fuoco e tutti avevano accettato la richiesta del Kirin.

    Ara ascoltò le domande delle figure sedute al tavolo senza muoversi dalla propria posizione iniziale, analizzandoli: sapeva che due di loro condividevano la casa, Yami Kabane e Shinodari Jaku, quindi non gli fu difficile individuarli, giacché erano arrivati assieme; Akashi Mikawa disse esplicitamente il proprio nome, quindi, il ragazzo dagli occhi rossi, che parlò per ultimo, era Kodachi Yamagata.

    E proprio quello fu il primo a poter interagire con il particolare carattere della kunoichi di Kirin; difatti, Ara, alle parole del genin, non replicò, inizialmente, bensì, quasi avessero vita propria, dal suo corpo partirono due bagliori argentei dalla traiettoria tanto veloce quanto chiara: la testa di Kodachi.
    Gli oggetti, però, passarono rasenti alle orecchie del ninja di Oto senza sfiorarlo, conficcandosi alle sue spalle e rivelandosi per ciò che erano: due coltelli dalla lama ricurva e abellitti con decorazioni simili ai cavalli già noti ai 4 del Suono.

    "Educazione, Kodachi di Oto, questa è la prima ed unica volta in cui te lo chiederò: dimostra rispetto per ciò che appartiene al villaggio di Kirin.", sentenziò la voce femminile, mentre la figura usciva dal cono di luce, mostrandosi ai quattro.

    [Ara]

    Gli abiti, per usare un eufemismo, lasciavano poco alla fantasia, se non quali potessero essere i lineamenti del viso, e, palese, era anche la probabile forza della giovane guerriera, se portava sulla schiena una così grande spada senza, apparentemente, alcun problema.

    "Ora, passiamo alle vostre domande ed alle giuste risposte.", esordì, con un tono ben più quieto la kunoichi.

    "Shinodari san, la sua domanda, penso sia quella che merita la prima risposta, anche perché, su di lei ci sono giunte ottime voci presso i corridoi Imperiali.", affermò Ara, "in effetti, i nostri modi non sono stati i migliori per reclutarvi, ma la segretezza della missione è fondamentale.
    Siamo convinti che qualcuno abbia macchinato gli eventi di cui ben presto vi parlerò per incolpare il villaggio di Kirin, ma non sappiamo né chi, né perché e se voi riusciste a trovare i colpevoli, oltre che scagionare la mia terra natia, sarebbe un qualcosa in più di ben gradito.
    Qualcosa che però diverrebbe impossibile, come anche lo scagionarci, se il vostro arrivo fosse noto a tutti e voi veniste fermati.
    Per questo abbiamo agito come spie, seppur, ad essere sinceri, non ci siamo intrufolati, come da lei supposto, bensì abbiamo usato le abilità di cui disponiamo per farvi giungere dall'alto quei messaggi."
    , affermò con tono serio la kunoichi, voltandosi per un attimo verso la porta.

    "Riguardo la sua domanda, Akashi san, bé, devo ammettere che non conoscevamo le particolari abilità di ognuno di voi: la possibilità di trovare dei supporti esterni che venissero giudicati imparziali dall'Imperatore e che, soprattutto, avessero una mente abbastanza fresca e non sconvolta, per così dire, dall'incidente avvenuto, è arrivata solo pochi giorni fa al nostro villaggio, assieme alla notizia di ciò che la Fenice di Fuoco stava preparando... una caccia alla Volpe, per usare un eufemismo.
    Quindi abbiamo colto l'attimo, niente di più.
    Siete dei ninja e come tali, per quanto abbiate delle specifiche abilità, speriamo che sappiate anche aprire le vostre menti ad ogni possibile missione."
    , rispose con tono perentorio la kunoichi, mentre il suo sguardo si spostava, con un incipiente nota di disprezzo, di nuovo su Kodachi.

    "Resteremo su questa magnifica imbarcazione costruita per volontà del Kage di Kirin, solo per tre giorni, il tempo necessario a raggiungere i confini dell'Impero di Smeraldo, poi voi sbarcherete presso il porto della Mantide Opalina.", sentenziò con tono duro Ara.

    "Yami san,", continuò poi verso l'unico a cui non aveva ancora risposto, "mi scuso di non averle già spiegato gli avvenimenti che richiedono il vostro supporto, ma purtroppo non è un compito che spetta a me, bensì all'uomo con cui viaggio.", concluse la kunoichi, spostandosi da dinanzi alla porta per poi andarsi a sedere in uno dei due posti liberi, proprio di fronte alla Vipera di Oto, mentre già le mani sembravano cercare qualcosa nelle lunghe maniche.

    Pochi attimi dopo, apparve nella sala un uomo, che portava con se diversi fascicoli.

    "Salve, onorevoli ninja di Oto, io sono Kadoki Shinjo.", esordì, mentre riponeva sul tavolo i fascicoli.

    Kadoki Shinjo

    "Innanzi tutto, vi chiedo scusa per il modo in cui vi è stata richiesta presenza. So che usare le abilità del mio clan con tanta leggerezza non dovrebbe essere permesso in territori non ostili, ma come già spiegato, dovevamo agire con segretezza: l'imperatore e pochi altri dei territori interessati sanno per ora la verità, per i più, il Kirin ha mandato un funzionario statale, me medesimo, ed una guerriera fin qui, in cerca di alleanze per quando saremo scacciati dalle nostre terre natie a fine indagini.
    Tuttora, quella che vedete è, nell'aspetto, una finzione: ho rinunciato ai colori del mio villaggio per sembrare un mediocre uomo, mentre Ara fa la parte della guerriera e della cortigiana al fianco di questo mediocre uomo."
    , spiegò l'uomo, mentre chinava il capo in segno di scuse, malgrado avesse fatto intuire come il suo aspetto non indicasse il vero potenziale di cui era in possesso.

    "Ora, passiamo a spiegare ciò che Yami san voleva sapere e che di certo tutti vi chiedere: il motivo della vostra presenza qui.", affermò, porgendo a Yami per primo, poi di seguito a tutti gli altri, un fascicolo l'uno.

    "Circa un mese fa, presso il molo 2, nel villaggio della Mantide Opalina, è avvenuto un vero e proprio massacro.
    Circa una dozzina, o poco più, di persone, comuni funzionari navali, sono stati uccisi, l'uno dopo l'altro, da un piccolo manipolo di ninja e, poco dopo, l'intero ufficio della Capitaneria di porto è stato fatto crollare.
    Queste sono le cose certe."
    , esordì l'uomo, mentre i ninja potevano osservare delle foto dei resti della Capitaneria di Porto.
    "Altrettanto certi, seppur non chiari, sono i motivi di tale gesto: pare che non sia stato rubato niente, inoltre non vi erano ninja del villaggio, o personaggi di spicco, all'interno dell'edificio, lo stesso capitano si trovava fuori sede, quindi ne è sopravvissuto.
    Altro elemento interessante è che, chiunque abbia fatto ciò, ha pensato bene di far crollare il palazzo, ma evitando che i corpi si disperdessero, o che le macerie, e tutto ciò che era all'interno, venisse annichilito con il crollo.
    Crollo avvenuto grazie a qualche esplosivo."
    , concluse, osservando i quattro dinanzi a lui.

    "Ora, dai fatti passiamo alle testimonianze e congetture, che ci sono state riferite, o abbiamo ottenuto: pare che i colpevoli fossero un gruppo ristretto di 6 ninja, giunti dal mare.
    Del capogruppo è stata data persino una descrizione da un testimone..."
    , affermò Kadoki, arricciando il naso per il disappunto, mentre estraeva un foglio da uno dei fascioli rimasti.

    "Il capogruppo era un tipo enorme dotato di mille spade che è saltato direttamente al piano superiore facendo schizzare il sangue dei marinai sin fuori dalle finestre.", lesse con freddo disappunto.

    "Puah'", ringhiò Ara, "se solo per questo lo reputano un ninja del mio clan, quelli della Mantide sono dei veri idioti!", aggiunse, prima che lo sguardo dello Shinjo la fulminasse.

    "Comunque... proprio questa descrizione, che a chi conosce poco il nostro villaggio fa subito ricordare uno dei clan fondatori dello stesso, e l'uso di ninjutsu esplosivi occidentali, ha fatto credere a tutti che fossero stati dei membri del Kirin a fare questa strage.", concluse Kadoki, chiudendo il fascicolo.

    "Da allora il mio villaggio ha cercato di portare avanti delle indagini per dimostrare la propria innocenza, ma con scarsi risultati.
    Proprio per questo abbiamo richiesto, ed ottenuto dall'Imperatore, la possibilità di usare di far continuare le indagini da qualcuno di esterno agli avvenimenti: menti fresche e non di parte.
    Se riuscirete a provare l'innocenza del Kirin, Oto guadagnerà un favore da poter chiedere al mio villaggio e voi di certo ne otterrete anche dei benefici.
    Questo perché, possiamo assicurarvi di essere innocenti..."
    , spiegò il ninja, prima che Ara lo interrompesse: "Nessuno di Kirin sarebbe tanto incapace da farsi beccare dopo un assalto ad una postazione nemica.", tagliò corto la kunoichi.

    Kadoki accennò un sorriso divertito, mentre si risistemava gli occhiali, "Bene, se non ci sono altre domande, passate questi tre giorni come meglio preferite.
    Potete anche chiederci dei particolari, sia ora, sia nei prossimi giorni.
    Per lo più potrete trovarmi nella sala comune della drakkar, quattro porte più a fondo, oppure nella stanza dove io ed Ara siamo stati alloggiati, l'ultima della nave.
    Altrimenti, vedete come preferite passare i giorni di navigazione."
    , spiegò, congedandosi subito dopo.
    Ara, appena il ninja degli Shinjo aveva finito di parlare, si alzò anch'ella, recuperando i due coltelli sul muro, dietro Kodachi, "Potete tenere il coltello affidatovi, se giungerete, come speriamo, alla risoluzione dell'indagine, vi servirà per mettervi in contatto con noi di Kirin, vi spiegherò al vostro sbarco come.
    Ovviamente, se aveste delle domande da pormi, basterà cercarmi."
    , concluse la kunoichi, congedandosi a sua volta.

    [...]

    La navigazione sarebbe andata avanti senza alcun problema, se i quattro ninja avessero voluto richiedere notizie, o porre domande ai due del Kirin, questi sarebbero stati pronti a rispondergli, per quel tanto che sapevano.

    Al terzo giorno, giunsero in vista del porto poco prima dell'alba: l'impero di smerlado si presentò agli occhi dei quattro ninja di Oto, tre genin ed un chunin, assieme alle prime luci del giorno in uno spettacolo di colori che era difficile da descrivere a parole: il verde dei boschi, il cui splendore dava nome al continente, sembrava creare come un uniforme tappeto di smeraldo all'orizzonte, sempre più vicino, mentre anche l'acqua, in prossimità del porto, pareva assorbire il colore del terreno, brillando di scintilli smeraldo e cobalto.

    [...]


    Alla fine, la drakkar attraccò al molo 15.
    I due ninja di Kirin si portarono dinanzi ai loro ospiti sul ponte.
    "Le nostre strade si divideranno qui, per ora, vi sarà assegnato un rappresentante del villaggio della Mantide, una chunin, a quanto ho saputo, come guida e contatto.
    Vi guiderà lei lungo tutte le indagini. Non posso che augurarvi di fare un buon lavoro."
    , concluse, salutandoli con un gesto del capo, l'uomo.

    "Sarete fatti alloggiare alla Locanda del Puledro Assetato.
    Una volta giunti alla conclusione delle vostre indagini, o se aveste bisogno di qualcosa di specifico, basterà che vi sediate ad un tavolo mostrando sullo stesso il pugnale che vi ho lasciato. A quel punto, se ordinerete una pinta di birra scura, assieme a quella vi sarà dato modo di contattarci.
    Va bene collaborare, ma potrebbero anche non volervi dare tutte le notizie necessarie."
    , aggiunse semplicemente Ara, compiendo un inchino per salutare i quattro.

    [...]

    Una volta scesi al molo, i quattro ninja di Oto si sarebbero trovati dinanzi ad una figura che, notata Shinodari, avrebbe accennato un sorriso divertito, mentre si presentava ai nuovi giunti.

    "Benvenuti alla Mantide Opalina, ninja del Continente, io sono Tsuruky Kanakura.", esordì la kunoichi, "Shinodari Jaku, è una vera sorpresa reincontrarti.", concluse verso la chunin di Oto.

    Tsuruky Kanakura

    "Ora, sono certa che vi abbiano informati dei fatti, quindi, da dove volete iniziare le vostre ricerche? Il molo 2, i resoconti sui cadaveri, interrogare i testimoni, o che altro?", chiese la chunin, lasciando ai quattro la scelta.*
     
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  7. Yami Kaguya
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    Committenti



    Oto



    CITAZIONE
    -Non è stato un gesto cortese quello di entrare come delle spie indipendentemente dalla gravità della situazione.-

    Così la Kunoichi entrò in casa, dopo aver accettato l'incarico.
    Fissai il cielo, mentre entrava, per poi scendere a mia volta.

    Se è per quello...

    Mi attaccai al cornicione per poi lasciarmi cadere una volta che i piedi furono vicini al terreno.

    ...attaccare coltelli alle porte non mi pare rientri nel temperamento di chi è cortese.

    Sorrisi lievemente, mentre rientravo in casa.

    Bunyp



    Lo sguardo che ricevetti per il commento ai capelli mi fece quasi paura. Shinodari era strana fin dal giorno prima, per quella missione. Taciturna in modo insolito, come se le stesse particolarmente a cuore quell'incarico. Non aveva parlato da casa sino alla barca, chiusa in sè stessa. Aveva notato un particolare che a me era sfuggito, in quella richiesta? Forse. Ma per ora era meglio non intromettersi, e d'altronde eravamo lì per un lavoro. Mancavano ancora due persone, che arrivarono poco dopo. Entrambe conosciute, almeno di volto. Sebbene il mantello ne avesse ritardato l'identificazione. Una missione composta unicamente da Shinobi del suono...che strana coincidenza.
    Arrivato anche l'ultimo componente, le domande che erano state poste alla figura che si manteneva tutt'ora in ombra, ebbero risposta. La prima furono due oggetti argentei, brillanti di luce riflessa, che si mossero rapidamente verso Kodachi. Si fermarono sulla parete lignea dietro il bersaglio, mostrando la loro natura di coltelli. Almeno vedendo il motivo del cavallo non c'erano dubbi che Ara c'entrasse con i Kirin.
    Infine si portò alla luce, mostrando il suo volto. Oltre che il suo corpo. Una donna. E una guerriera, a giudicare dall'arma che portava sulla schiena.
    Le sue parole chiarirono come la barca fosse un prodotto del loro villaggio. Avevano uno strano gusto allora, come costruttori di imbarcazioni. Preferii però evitare commenti inutili, mentre la donna iniziava la sequenza di risposte.
    CITAZIONE
    ...abbiamo agito come spie, seppur, ad essere sinceri, non ci siamo intrufolati, come da lei supposto, bensì abbiamo usato le abilità di cui disponiamo per farvi giungere dall'alto quei messaggi."

    Non intenderà "dall'alto" nel senso letterale del termine spero...

    Sembrava che qualsiasi avvisaglia della nostra presenza nell'impero per conto dei Kirin fosse sgradita. Che poteva essere successo per dover comportarsi in quel modo?
    La risposta ad Akashi chiarì invece come il cambio di missione fosse stato quasi costretto, se come diceva avevano davvero reindirizzato la disponibilità che l'accademia doveva aver comunicato alla Fenice. Ovvero prendere i primi che passavano, quasi, non importavano le abilità specifiche. D'altronde le macchine da guerra che non sanguinano facevano sempre comodo.
    La destinazione sarebbe stata quella già accennata,e immediatamente. Il villaggio della Mantide. Tutte quelle premesse avevano scatenato un presentimento che mi fece tornare in mente la forma della nave. Lunga, stretta, e quindi slanciata. La forma delle navi pensate per essere veloci. I Kirin sembravano avere fretta, e molta. Ma la curiosità verso il fatto di cui erano stati accusati, dovette attendere un altro pò, disse scusandosi Ara.
    L'accomodarsi della kunoichi fu seguito dall'entrata di un altro personaggio, stavolta meno gradevole alla vista rispetto al primo. Era però colui che aveva le risposte che cercavo.
    Un uomo vestito con un kimono, senza decorazioni particolari. Si presentò come Kadoki Shinjo, il committente effettivo della missione, sebbene la richiesta fosse giunta dal Kage di Kirin a quanto avevo capito, se aveva messo a disposizione quella barca. Dopo le presentazioni, passò alle informazioni, dandoci dei fascicoli. Presi e aprii il mio, ascoltandolo mentre parlava. Conteneva foto, a una prima occhiata. Le parole dell'uomo spiegavano ciò che vedevo, i resti di un edificio crollato su sè stesso, che si rivelò essere una capitaneria di porto. I motivi, non mi pareva fossero relativi a un fine particolare, se erano tutti comuni funzionari come aveva detto.
    Passò alla descrizione di colui che sembrava aver guidato l'attacco. Capacità di salto fuori dalla norma, e una violenza nell'attacco degna di un animale, sempre che i testimoni non avessero gonfiato in modo fantasioso il raggio degli schizzi di sangue.
    Ara scattò a quelle parole, rivelando poco prima di Shinjo che era quello il fatto che li aveva coinvolti, facendoli diventare dei capri espiatori, a loro dire. E le prove che avrebbero dovuto scagionarli sembravano tutt'ora mancare.
    Rilessi il fascicolo. Shinjo aveva assicurato l'innocenza del villaggio, come Ara, mettendola però sul piano dell'abilità dei suoi compagni.
    Prima che ci congedassero, posi un ultima domanda al rappresentante dei Kirin.

    Tutto chiaro, Shinjo-san. Solo una domanda vorrei porle per ora. Le prove che avete trovato sino ad ora sono insufficienti a scagionarvi, o sono state ritenute non valide a tal fine?

    Una volta che avessero negato o dato la risposta, si congedarono. Attesi pochi secondi prima di parlare, cosè che fossimo abbastanza lontani da coloro che ci stavano ospitando.

    Akashi, Kodachi-san. Lieto di rivedervi.

    Dissi, all'indirizzo dei miei due compagni.

    Allora? Che dite, gli crediamo?

    Con quella domanda rivolta a quelli che sarebbero stati i miei compagni di missione, chiusi il fascicolo, avendo già un idea della risposta a quella domanda.

    [...]



    Starmene in cabina, mi veniva solo il malumore per il dondolio della barca. Tanto valeva farsi un giro per schiarirsi le idee, o farsi venire in mente domande che potevano essermi utili. Ma con le informazioni che avevo, non me ne venivano in mente. O solo non avevo voglia di pensarci prima di arrivare ai territori della Mantide.
    Fissai il cielo notturno, sulla vela della Bunyp, appoggiato all'albero maestro con la schiena, e sull'asse superiore della vela con i piedi. Dovevo riflettere, il tempo per stare con chi amavo ci sarebbe stato, nei due giorni successivi. Dopo lo sbarco, dubitavo. La prima missione insieme. Sperai solo filasse liscia.
    Ma appena feci quel pensiero, ne vennero altri di inutili, finchè pensare alla situazione attuale divenne difficile. Mi serviva più concentrazione. Forse suonare avrebbe aiutato.
    Staccai i due fermi dalla tasca sulla gamba, estraendo il flauto. Me lo portai alle labbra, per poi ascolatre in silenzio l'ambiente attorno a me, e scegliere quale melodia potesse essere utile allo scopo. Optai per una calma come il mare che mi circondava.

    L'aria passò dai polmoni alle labbra, dando vita alla melodia. Poche note mi permisero di trovare quello stato in cui scacciavo ogni pensiero inutile. Passai alle questioni serie, avendo in mente quelle note in modo istintivo.
    Innocenti o colpevoli? Se dovevo credere a ciò che dicevano, sia i ninja chiamati da oltremare, sia la quantità di prove lasciate, deponevano a loro favore. Chiunque fosse stato aveva cancellato le sue tracce con l'esplosione dell'edificio. Ma le prove di cosa era successo c'erano tutte, in abbondanza. E la "vittima" dell'accusa, era casuale, o mirata? Dalle prove sembrava mirata. Quindi era da trovare il motivo.
    Quando la melodia finì, riaprii gli occhi. Per poi richiuderli, e concentrarmi su me stesso. Fino a che il palo dove stavo si tramutò in un cancello, e l'altezza dell'albero fu cancellata da un terreno con crepe infuocate.

    Che ne pensi?

    Perchè lo chiedi?

    Sibili vennero dalle mie spalle, così come la percezione di chi c'era dietro di me.

    Se due cervelli sono meglio di uno, speravo in una buona risposta da chi ne ha otto.

    Speravi male, moccioso. Non ho intenzione di occuparmi dei vostri stupidi problemi. Se non ti servo in altri modi, vattene.

    Sì, sì...

    tornai alla realtà, senza miglioramenti nelle risposte. Finchè ero su quella nave, molte domande sarebbero rimaste tali, sembrava.

    [...]


    Al terzo giorno, la nave arrivò in vista della terra. Con il chakra adesivo mi arrampicai sopra il pennone, per poi sedermi di nuovo sulla vela. Era fantastico. Montagne all'apparenza. Ma oltre queste, c'era una distesa di miglia e miglia di verde. E mentre la notte lasciava spazio al giorno, l'alba trasformava quel paesaggio in una distesa di luci smeraldine. Finalmente lo vedevo. L'impero di Smeraldo, un nome che veniva pronunciato con rispetto ovunque nelle 5 terre. E ora la Bunyp era in vista della Mantide. La missione in quelle terre stava per iniziare. Fissai il coltello dei Kirin, che portavo insieme a quelli normali. Poi lo misi nella sacca dove non poteva essere visto.

    Se sono colpevoli, stiamo aiutando degli assassini. Se non lo sono, potremmo ostacolarne altri, scagionandoli. Comunque la mettiamo, temo che a qualcuno dovremo stare sullo stomaco lo stesso. Speriamo non troppo.

    Troppe prove, troppo semplice risalire ai Kirin. Propendevo per la seconda ipotesi, ormai non ne accettavo altre. C'era qualcosa sotto.
    Scesi sul ponte, dove Shinjo e Ara ci dettero le ultime informazioni.

    CITAZIONE
    ...vi sarà assegnato un rappresentante del villaggio della Mantide, una chunin, a quanto ho saputo, come guida e contatto.

    ....

    Quelle parole mi sorpresero.

    Shinjo-san, a essere sincero credevo che dovessimo guardarci, dai ninja della mantide. Devo dedurre che nonostante l'accusa e le apparenze, vi concedono il beneficio del dubbio?

    Interessante. E dopo un mese dal fatto, senza prove sufficienti a scagionarli. O avevano offerto qualcosa per una proroga?
    Ara terminò di dare le istruzioni per i contatti, per poi congedarsi come il suo compagno, e inchinarsi. Risposi con un lieve inchino a entrambi, per poi fissare il pontile. Ora di scendere.

    Una volta che ci allontanammo dalla nave, potei notare una figura ad attenderci. Anche se notai di più quelle che sembravano due falci, che portava sulla schiena.
    I suoi occhi si mossero su ognuno, per poi fermarsi su un punto, accennando un sorriso. Si presentò come la chunin della Mantide che avrebbe dovuto guidarci.
    Tsuruki...mi pareva familiare come nome. Eppure non ricordavo dove l'avevo sentito. Conosceva anche Shinodari, come dimostrò.

    Piacere, Kanakura. Il mio nome è Yami Kabane.

    Dopo un inchino breve come la presentazione, mi rivolsi agli altri, per rispondere alla domanda della chunin.

    A mio parere il primo luogo da visitare è il molo, rispetto ai testimoni o agli indizi sui cadaveri. Che dite?

    Sia i testimoni che i cadaveri erano già stati esaminati. Preferivo vedere il luogo dell'incidente con i miei occhi, prima di iniziare a capire chi fosse stato. Ora dovevo sentire i miei compagni.
     
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  8. Soulafein
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    ...Occhi di Mare...



    U
    na donna tanto arrogante quanto splendida comparve dinanzi ai suoi occhi affamati.
    La scrutò con occhi di sangue e fuoco, mentre questa gli rivolgeva parole ancora più infiammate…
    Il corpo perfetto di una ninja o un’abile guerriera, ma sulle spalle un’arma colossale.
    Un rapido collegamento mentale, quasi obbligatorio, al suo rivale ora lontano.. Kamuro, anche lui armato di un’enorme spada simile a quella…
    Ma come ricordava sempre Kodachi, Un guerriero è tanto incapace quanto è pesante la sua lama…e quella sembrava davvero pesante.

    I suoi sospetti della stupidità e dell’instabilità della donna giunsero con un paio di malevoli coltelli…

    Mentre questi sfrecciavano, nemmeno per un istante gli sfiorò nella mente l’idea di poter essere ferito, o peggio…
    Se lui si trovava su quella nave era la prova sufficiente della sua efficienza e delle sue capacità, e soprattutto della sua utilità per questo piccolo villaggio disperato, la giovane guerriera, per quanto indomita non avrebbe mai nemmeno sfiorato uno dei ninja d’elite chiamati dai suoi superiori, temendo per se stessa e per il suo villaggio…

    Quanto è divertente l’onore quando non è altro che un’arma tenuta per la lama?

    “Credo sia buona educazione anche non lanciare lame mortali contro gli ospiti…dimostri rispetto per i figli dell’Orochi…”

    Sorrise, un ghigno che mischiava l’adrenalina ormai il circolo e la convinzione di essere intoccabile, mentre i coltelli con forza mostruosa si conficcavano ai lati della sua testa…davvero divertente…
    Con un gesto quasi meccanico li staccò dal muro, infilandoli nella sua tasca per le armi dove già era presente un coltello simile a quello, potevano rendersi utili, sempre che quella fiamma non si accendesse nuovamente per questa sua spudorata azione, ma preoccuparsi non era solito di Kodachi, non in questo momento…

    La sua lingua scattò in modo ferale, uno schiocco estremamente fastidioso riempì la sala, mentre il giovane traditore si apprestava ad ascoltare la voce dei suoi compagni e le prime risposte della donna…
    L’orso era dunque giunto anch’esso alla nave, e con lui la coppia di passeri…sarebbe stato divertente.
    Non avrebbe nemmeno dovuto abusare delle sue capacità mediche, che, per quanto affinate dopo lunghi mesi di allenamento intensivo, non potevano certo essere pari all’aiutante di Sayaka o al suo compagno, anch’esso medico, per quanto ricordava di averlo visto quella sera a Castelvenia nella reggia di quel Daisuke…

    Sbadigliando leggermente cercò una posizione più comoda sulle panche su cui erano stati sistemati, la domanda di Shinodari era ovvia per una guardia del cancello, una gatta delle mura che non sapeva fare altro che guardare verso l’orizzonte per tutto il santo giorno, quasi come il compagno, anche se negli occhi di Yami, anch’esso traditore di Kiri, Kodachi intravedeva una luce fin troppo simile a se, ma quasi attanagliata dai principi di quel giovane dai capelli d’osso…avrebbe dovuto indagare, quegli occhi erano troppo splendidi per essere suoi…

    Poco dopo giunse un uomo dal kimono azzurro, una persona di spicco probabilmente, perché persino la focosa Ara tacque alla sua venuta.
    Scrutò anche lui, cercando i suoi occhi, ma non vide altro che uno specchio di preoccupazione o semplice speranza nei nuovi venuti…troppo semplice…

    Ascoltò anche le parole dell’uomo, afferrando con un rapido movimento del braccio, che sembrò allungarsi di qualche centimetro nell’avvicinarsi alle mani del diplomatico…
    Aprì il fascicolo, e subito rimase affascinato della grande abilità degli assassini, nulla era certo, l’unico fatto sicuro è che fossero professionisti, anche se vere e proprie belve feroci…doveva vederli…

    Rimase silente ad assaporare le immagini degli edifici distrutti e collassati, immaginando i corpi maciullati e stritolati fra quelle spire lignee, le ossa divenute briciole, la carne divenuta liquido…rosso sangue.

    Come in un gesto istintivo, al pensiero del sangue osservò il compagno che più conosceva in quella sala, anche se mai aveva combattuto con lui…
    L’orso era ancora silente, ma i suoi occhi erano come sempre pieni di parole…o meglio…grida…

    Tornò ai suoi fascicoli, ascoltando le parole di Kodaki…la faccenda si faceva sempre più interessante…

    Probabilmente il molo era stato fatto saltare con una tecnica speciale, probabilmente simile a quella di cui aveva sentito parlare a Suna da un suo vecchio “amico”…l’uso di mille spade…poteva essere solo una grande abilità con una sola lama, come in un antico stile della foglia, oppure un’abilità sempre utilizzata a Suna, i danzatori della lama…abiliti a utilizzare più armi con estrema efficacia, ma, solitamente, il loro stile di lotta era completamente differente dal macello descritto…c’era ancora un’incognita, ma loro erano lì per far luce su quei dubbi…

    Non disse nulla, ascoltò le ultime parole di Kodaki, la domanda di Yami ed eventuali altre parole…ma rimase silente finché questo non si fu allontanato…stava per porre ai compagni la domanda, quando lo stesso traditore di Kiri lo anticipò…

    CITAZIONE
    Allora? Che dite, gli crediamo?



    Sogghignò, alla fin fine fra traditori di si capiva piuttosto bene, e il “fidarsi è bene non fidarsi è meglio” era certo uno dei primi codici di un traditore, abituato a vivere braccato dagli inseguitori del suo vecchio villaggio d’origine, e Yami pareva saper bene questo.

    Le due fessure che erano gli occhi di Kodachi, laghi rossi in occhi da rettile, una fusione estremamente inquietante, ma quasi ipnotica, andò a fissare il traditore di Kiri, come cercando in quegli specchi di ghiaccio macchiato di sangue quel sibilo e quella luce che aveva intravisto tempo addietro in una tetra locanda…e che ancora lo assillava.

    “Non ci resta che indagare…se sono i nostri stessi mandanti i colpevoli non ci resterà che riconsegnarli questi pugnali…fra le scapole”

    La sua lingua scattò, i suoi occhi si fecero ancora più rossi, mentre un’ombra bestiale copriva quel minimo di stabilità mentale che ancora dominava i riflessi di Kodachi, che cominciò allora a schioccare la lingua e i denti con furia animale, come se stesse inghiottendo una preda…l’idea di trafiggere quella donna con uno dei suoi coltelli non era affatto male…no…non era affatto male..

    […]

    Il serpente nei giorni che passavano sulla nave usciva solo di notte, il riflesso del sole sulle onde turchine e fin troppo calme gli ferivano gli occhi come fossero una lama.
    Una notte notò persino il suo “compagno” traditore su uno degli alberi, ma poco gli importò sentire ciò di cui stesse parlottando, probabilmente le solite storie sull’amore per la sua Chunin...tsk

    La giovane vipera perdeva lo sguardo fra le ombre, ripensando a quegli occhi, così molteplici, ma così sicuri…certo che qualcosa lo tradisse, ma felice per questa idea, mentre nei suoi occhi sentimenti contrastanti andavano a nascondere la belva che ancora stava sopita dentro di lui, il tempo di nascere non era ancora giunto, ma ogni giorno di più quell’essere si faceva più pressante nella sua mente…da qualche tempo aveva iniziato a parlare e, anche se Kodachi non capiva nulla di quei sibili strozzati, era davvero stressante…doveva fare qualcosa…ma era troppo assurdo, si limitò a pensare al suo nuovo incarico, accantonando ogni sibilo malevolo o ogni schizzo sanguinoso che lo assaliva, quando vedeva Ara aggirarsi sulla nave o un semplice marinaio dall’aspetto…gustoso…

    […]

    Giunsero al paese della mantide, foreste incontaminate lasciavano riflessi di smeraldo sull’acqua cristallina, uno spettacolo magnifico ammirato persino da quegli occhi corrotti…
    Scesero al molo numero 15, estremamente lontano, almeno dal numero, da quello che avrebbero dovuto ispezionare…

    Si guardò intorno, le intricate foreste che aveva adocchiato prima erano un luogo perfetto per lui, anche se probabilmente proibitivo per i suoi compagni, non che gli importasse, ma la mancanza totale di appigli in quei luoghi lo faceva sentire come nudo e indifeso, non che lo fosse realmente.

    Passò qualche minuto dopo che i loro compagni sulla nave si fossero congedati e comparve al gruppo di ninja una giovane dall’aria sbarazzina che sembrava riconoscere qualcuno fra di loro…certo non lui.

    La salutò con un lieve cenno del capo quando questa si presentò.
    Fece loro la domanda più ovvia…e Kodachi acconsentì con la risposta data da Yami, anche se mentre si allentavano sottolineò un importante concetto, mentre la sua lingua scattava in modo convulso…

    “Degli interrogatori mi occuperò io…”

    Sogghignò leggermente e seguì i compagni verso il molo…senza spettarsi alcun tipo di risposta

     
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    Bunyip - Primo Giorno


    La domanda di Kodachi aveva tutta l’aria di un commento di cattivo gusto verso coloro che li avevano assoldati.
    La risposta arrivò ancora più imprevedibile alle orecchie del ninja di Oto.
    Shinodari non poté fare a meno di notare i due pugnali conficcate alle spalle del collega, mentre lo shinobi di Kirin si rivelava essere una kunoichi.
    Poche parole con un mal celato tono di minaccia... La ragazza si chiese come avrebbe replicato Kodachi.
    Per qualche istante analizzò la kunoichi che aveva davanti a sé per nulla impressionata da quell’abbigliamento succinto: in fondo lei stessa insegnava ai suoi allievi in accademia di non farsi ingannare dalla sensualità delle loro colleghe.
    Ma Ara non era l’unica su quella nave che Shinodari stesse analizzando.
    Il modo di fare di Kodachi era un costante campanello d’allarme.
    Lo shinobi sembrava giocare con la kunoichi di Kirin: un gioco pericoloso soprattutto in luce della missione.
    Ara cominciò a rispondere alle domande da loro poste partendo da quella posta da lei stessa.
    In effetti era una spiegazione ragionevole visto il tipo di incarico, ma alcune parole la fecero riflettere.


    §Corridoi imperiali? Mi piacerebbe sapere quanto sanno di noi nell’Impero di Smeraldo.§

    Considerò mentalmente, mentre un’altra frase congiunta continuava ad echeggiarle nella mente.

    ...farvi giungere dall'alto quei messaggi...


    §Al nostro ritorno sarà il caso di rivedere anche la parte area delle nostre difese.§

    Per un istante vide Ara voltarsi verso la porta.
    Sarebbe poi stato così strano se lei fosse solo la portavoce, colei attraverso cui qualcun altro ci stava a sua volta valutando?

    -Mi ritengo al momento soddisfatta dalla vostra risposta Ara-san.-

    Commentò senza lasciar trapelare alcuna emozione.

    Ascoltò le altre risposte che la kunoichi di Kirin diede, vagliandone i contenuti in prima istanza per poi rifletterci sopra in un secondo momento.


    §E’ possibile che le informazioni sugli altri le abbiano ottenute da poco, ma sarà la verità? In fondo su di me avevano già la documentazione da quanto ha lasciato o meglio voluto far trapelare dalle sue parole. Ci sarà un momento adatto per altre risposte ma non ora.§

    Sentenziò mentalmente.

    Era giunto il momento di conoscere il vero interlocutore, sebbene gli attriti tra compagni di viaggio non erano la loro miglior presentazione.
    Ara e Kodachi l’uno davanti all’altra avevano intrapreso la loro sfida personale.
    Per ora sarebbe rimasta solo d osservare... per ora...

    L’uomo che si presentò come Kadoki Shinjo, sembrava essere un tranquillo notabile, immerso negli incartamenti eppure attraverso gli occhiali la kunoichi di Oto percepì qualcosa di diverso.

    Non appena l’uomo si fu presentato, la ragazza gli rivolse un inchino formale per poi riprendere il suo posto.


    Shinjo tutto sembrava tranne il mediocre uomo che voleva mostrare di essere, senza contare che anche sotto quel camuffamento aveva un che di attraente.
    Quasi le venne da sorridere, poi tornò a concentrasi sulla missione mentre prendeva gli incartamenti rilasciati per la missione.

    Ascoltò il resoconto leggendo la documentazione.


    La faccenda era alquanto spinosa.
    Forse sul luogo dell’attentato avrebbero trovato degli indizi, ma ogni giorno che trascorreva avrebbe potuto rendere vano il loro ritrovamento.
    Però dalla loro c’era il fatto che anche la mente più abile non era immune agli errori... un piccolo errore l’avevano di certo commesso, ma avrebbero dovuto cercare bene... oltre le apparenze, oltre i segreti...

    Per ora non aveva domande da fare, sebbene non le fosse poi così piaciuto il tacito accordo a fine missione.
    Un favore per la loro innocenza.
    C’erano equilibri in gioco che non conoscevano e che presto si sarebbero messi in moto contro di loro.

    Rimase in silenzio rivolgendo un semplice inchino quando i due ninja di Kirin si congedarono da loro.

    Rimasti “soli” Kayle porse loro una domanda in fin dei conti legittima.


    CITAZIONE
    Allora? Che dite, gli crediamo?

    Subito Kodachi espresse a voce quello che si poteva leggere nei suoi atteggiamenti, nel suo sguardo.
    CITAZIONE

    “Non ci resta che indagare...se sono i nostri stessi mandanti i colpevoli non ci resterà che riconsegnarli questi pugnali...fra le scapole”

    Shinodari incrociò le mani poggiando le spalle contro la parete est della cabina.

    -Io direi piuttosto... quali sono gli equilibri in gioco? Innocenza o colpevolezza muoveranno le acque a favore o contro coloro che ne sono coinvolti. Sapete benissimo che ci stiamo muovendo in un sentiero costellato di segreti... segreti che dobbiamo svelare per arrivare alla soluzione...-

    Fece un sorriso amaro

    -... Evitiamo di lasciarci condizionare dalle antipatie personali... Rimaniamo imparziali... E analizziamo tutto da ogni possibile sfaccettatura. E’ molto probabile che non ci sia un’unica verità. Temo che avremo a che fare con molte sfumature di grigio. E punto due... evitiamo domande anche scontate in luoghi dove ci possono benissimo ascoltare a meno di non volere che ci ascoltino.-

    Avrebbero dovuto crearsi un codice di comunicazione tra loro.

    [...]


    Erano ormai ore che stava con i gomiti poggiati sul parapetto ad osservare il mare e il cielo notturno.
    Kayle non era in cabina e in fondo anche lei aveva bisogno di restare da sola immersa nei suoi pensieri.
    Da quanto erano partiti sentiva un senso di nostalgia, ma non per Oto, bensì per quel continente che aveva sempre esercitato su di lei un forte fascino.
    Ricordava il territorio della Gru Grigia e di quel misterioso caso.
    Sospirò ricacciando indietro quei ricordi.


    §Questa volta non fallirò.§

    In lontananza giunsero le note di un flauto.

    La melodia sembrò placare il suo animo.


    Al secondo giorno di viaggio decise che era ora di confrontare Shinjo san.
    Raggiunse la cabina dov’erano alloggiati e chiese il permesso di entrare.
    Non si aspettava di restare da solo con l’uomo, per cui se la kunoichi di Kirin fosse rimasta non avrebbe avuto obiezioni in merito.

    Una volta entrata rivolse loro un inchino formale.


    -Shinjo san, Ara san, sono venuta a porvi alcune domande o forse sarebbe meglio dire delucidazioni. I segreti sono l’anima dei nostri villaggi, ma possono risultare armi a doppio taglio. So perfettamente che siamo stranieri e per di più ninja e come tali paragonabili a spie anche se in missione per conto del Kage di uno dei territori dell’Impero, ma... non so... questo attentato da’ tanto l’aria di una copertura, di meccanismi in grado di colpire duramente qualcuno... Diciamo che è abbastanza chiaro cosa comporterebbe la vostra colpevolezza, ma la vostra innocenza a discapito di chi andrebbe? Ci avete contattato per la nostra imparzialità. Bene... Non ritenete che avete omesso un bel po’ di cose? Ad esempio una certa punta di astio verso la Mantide? Voi due potete non essere i colpevoli, ma nessuno può dire che qualcuno del vostro territorio, ad esempio un rinnegato, non abbia colpito allo scopo di danneggiarvi...-

    §...O che non possa essere una montatura di qualcuno all’interno di Kirin che avrebbe tutto da guadagnarci una volta che la fosse venuta alla luce la prova dell’innocenza di Kirin stesso...§

    Ma quest’ultima considerazione la tenne per sé, senza lasciar trasparire nulla dal suo sguardo, ne’ dai suoi movimenti.
    Aveva parlato in tono educato e formale, senza punta di attrito nei loro confronti.
    Attese in silenzio una loro risposta.


    [...]


    L’alba del terzo giorno portò agli occhi della kunoichi un paesaggio spettacolare. Un paesaggio che aveva promesso un giorno di visitare.
    Il verde dei boschi le ricordò Konoha, mentre quel mare dai riflessi cobalto e smeraldo immagini di un passato remoto.


    §Sarebbe bello visitare questo posto da turisti.§

    Rifletté, mentre il suo sguardo per qualche istante fu rivolto in direzione di Kayle.

    [...]


    Sbarcarono al molo 15 non prima che la ragazza avesse ricontrollato il suo equipaggiamento e custodito il pugnale di Kirin all’interno di una cucitura del suo vestito. Meglio tenere segreto un simbolo che in quei luoghi non sarebbe stato ben accetto.

    Una volta sul ponte Shinjo comunicò che per il momento le loro strade si dividevano.
    A quanto sembrava una nuova guida li avrebbe condotti sul luogo del massacro.

    Legittima fu la domanda di Kayle, seguita a sua volta dalla sua.


    -Scusate Shinjo san, ma non doveva essere segreta la nostra presenza? Non è proprio la Mantide colei che vi accusa? Comprendo benissimo che degli sconosciuti che investighino sull’attentato anche discretamente possano risultare decisamente sospetti, ma vi siete... come dire... dimenticati?... di dirci che qualcuno della Mantide collaborerà con noi anche solo in veste di “guida”. Chi sa di noi in questo territorio? –

    Stavolta le iridi ametista brillarono per un fugace istante anche se la voce non vibrò minimamente.

    [...]


    Sorpresa?
    No, non era il termine esatto per descrivere quello che provò Shinodari nell’incontrare Tsuruky.


    CITAZIONE
    "Benvenuti alla Mantide Opalina, ninja del Continente, io sono Tsuruky Kanakura."

    Si presentò.

    CITAZIONE
    "Shinodari Jaku, è una vera sorpresa reincontrarti."

    La kunoichi di Oto le rivolse un accenno di sorriso.

    -Anche per me, Tsuruky Kanakura. Certo, avrei sperato in una occasione migliore.-

    Conosceva la loro accompagnatrice, la sua avversaria durante il combattimento dell’esame chunin.
    La loro guida non era da sottovalutare soprattutto per la sua mente analitica, ricordando lo scontro tra i loro senjutsu.


    Le sue riflessioni furono interrotte dalle parole di Tsuruky.

    CITAZIONE
    "Ora, sono certa che vi abbiano informati dei fatti, quindi, da dove volete iniziare le vostre ricerche? Il molo 2, i resoconti sui cadaveri, interrogare i testimoni, o che altro?"

    Kayle prese la parola.

    CITAZIONE
    A mio parere il primo luogo da visitare è il molo, rispetto ai testimoni o agli indizi sui cadaveri. Che dite?

    Shinodari annuì.

    -Per me va bene, poi se fosse possibile sarei interessata ai resoconti sui cadaveri e a chi li ha stilati.-

    Terminò quelle parole con un senso di deja-vu... parole simili le aveva pronunciate tempo prima in altro luogo di quell’Impero su cui erano approdati.

    Come un’eco arrivò il commento di Kodachi a cui preferì non rispondere.
     
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    Falce dei Kaguya


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    Bunyip - Primo Giorno


    *Alle parole di Kodachi, ed al fastidioso suono prodotto dalla sua lingua, Ara rispose con una frase semplice, da cui scaturiva molta della sua sicurezza: "Non ho lanciato alcuna arma mortale contro di te, ragazzino. Rispetto ed educazione sono quelle che mi vietano di usare le arti del mio clan, per l'appunto.", avvisò con tono beffardo, prima di esporre i fatti.

    [...]

    Per tutta l'esposizione di Ara e dello Shinjo dopo di lei, nessuno dei quattro disse alcunché, solo Yami, alla fine, pose una domanda, che dipinse un triste sorriso sul volto dell'uomo che gli rispose: "Purtroppo, è stato del tutto vietato ai ninja del Kirin di ricercare qualche prova a nostra discolpa.
    Solo l'intervento imperiale ha concesso che ci servissi di terzi, cioé di voi, per ricercare ed offrire, delle prove a nostra difesa.
    Finora, quelli della Mantide non hanno trovato niente che neghi l'eventualità della nostra colpa."
    , spiegò con voce neutra l'uomo.

    A quel punto, Akashi si alzò: "Questa missione non fa per me, io me ne vado. Non preoccupatevi, non dirò a nessuno niente di ciò che ho qui sentito, anche perché, non ne ricaverei niente.", sentenziò il massiccio Mikawa.

    Già Ara stava portando la mano destra al grosso spadone alle sue spalle, quando Kadoki le fece cenno di no con la mano, "Bene, nobile Mikawa, questa è la sua scelta. Una scialuppa la porterà, sano e salvo, fino a riva.", concluse l'uomo.
    Quella fu l'ultima volta, durante la missione, che gli altri ninja di Oto videro il loro compaesano.

    [...]

    Quella notte, Kodachi, Shinodari e Yami si mossero ognuno liberamente sulla nave, nessuno dei tre notando la figura di Kadoki Shinjo, in meditazione, sull'albero maestro della drakkar.

    Secondo giorno

    Quando Shinodari andò a cercare, nella loro cabina, Ara e Kadoki, la kunoichi li trovò entrambi lì.

    Ad una prima analisi, anche molto approssimativa, la chunin di Oto avrebbe potuto dedurre alcune particolarità sui due che li avevano contattati:
    Prima di tutto, la stanza, era abbastanza grande da contenere un letto matrimoniale ed un grosso divano, ma, da come erano distribuite le cose nella stanza, sembrava che fosse solo lo Shinjo a dormire, saltuariamente, nel letto, mentre Ara riposava sul divano, ma, malgrado questo (ed a testimonianza del suo vestiario), la guerriera del Kirin non aveva alcun pudore nei confronti dell'altro ninja, di cui, recitava la parte della guardia del corpo, niente di più.

    Alle domande di Shinodari, fu proprio Shinjo, che stava preparando del thé, a parlare, mentre Ara puliva la lunga ed affilata lama dello spadone con i suoi stessi abiti.

    "Vede, Nobile Jaku, la nostra innocenza non so chi potrebbe danneggiare, e questo glielo dico onestamente.
    Da sempre i ninja del Kirin sono visti come stranieri da tutte le altre popolazioni dell'Impero, questo per la storia passata del nostro villaggio, risalente a più di qualche secolo fa; ma è inverosimile che gli screzi razziali vecchi di millenni abbiano causato un attacco contro il villaggio della Mantide, vale a dire il punto d'ingresso ai territori dell'impero, per così dire, il biglietto da visita delle nostre stesse terre a chi arriva dall'esterno.
    Più probabile che qualcuno abbia voluto danneggiarci... al momento attuale, i nostri maggiori astii sono con i ninja del Drago d'Ombra, per questioni di confine.
    Un rinnegato potrebbe essere, ma per sviluppare una squadra ed un'azione di quel genere non poteva di certo essere da solo. Alcuni ninja di Kirin, in un giorno di pioggia, valgono quanto un esercito, ma quel giorno splendeva il sole."
    , affermò Shinjo, con tono pacato, mentre offriva del thé alla kunoichi di Oto, qualora lo avesse accettato.

    "I membri del mio clan, poi, di certo non guiderebbero del ninja di altri villaggi in un'azione del genere. Abbiamo anche noi un nostro senso dell'onore."
    , aggiunse secca Ara.

    "Se si dimostrasse la nostra innocenza a discapito di un altro villaggio, sarebbe di nostro stesso interesse, oltre che dell'Imperatore, capire cosa ha mosso quello stesso villaggio, perché un'azione tanto feroce ed insensata per accusarci.", spiegò infine Kadoki, anche se, nelle sue ultime parole, si poteva dedurre un certo astio e desiderio di vendetta, verso gli eventuali veri colpevoli.

    Terzo Giorno - Molo 15

    Arrivati al molo, le domande di Yami e Shinodari non furono del tutto inattese, quindi Kadoki Shinjo parlò ai tre: "Come vi ho spiegato, per volere imperiale vi è concesso di investigare come nostri difensori.
    Chi vi sarà affidato della Mantide è, da ciò che so, un chunin, quindi un ninja dello stesso grado suo, Nobile Jaku, che non ha altri ordini se non offrirvi le notizie che volete, controllare che ciò che troviate non sia in alcun modo da voi variato a nostro vantaggio.
    Insomma, è una guida che dovrà semplicemente fare resoconto sulla vostra imparzialità, niente di più.
    Su chi potrebbe sapere del vostro arrivo, oltre noi di Kirin e quelli della Mantide, solo due nomi mi vengono in mente: la Gru Grigia, di cui personalmente non mi preoccuperei, e lo Scorpione di Giada, un villaggio che potrebbe vendere la notizia ad altri, se ne trovasse guadagno; ma purtroppo nessuno ha modo di interrompere gli affari degli Scorpioni nell'Impero se non la volontà dell'Imperatore stesso."
    , sentenziò l'uomo con tono secco.

    [...]

    Dopo che il gruppo si presentò a Tsukury, fu deciso che, il primo luogo da visitare fosse il molo dell'incidente, così, la kunoichi della Mantide invitò il terzetto di ninja a seguirla.

    Per tutto il viaggio lungo i moli, i tre shinobi di Oto avrebbero potuto notare creature fra le più strane, da uomini volpe, a uomini topo, passando per uomini squalo e simili, esseri che, però, sembravano i più normali possibili, almeno dati i modi di fare naturali con cui Kanakura li trascurava, o ne salutava alcuni con familiarità.

    Arrivati nella zona del disastro, poi, a guardia dell'area vi erano quattro guardie armate, di cui, almeno due, erano dei grossi uomini dai lineamenti simili a squali. La kunoichi si presentò loro, ricevendo un saluto militare, ed accennando che i tre che la seguivano erano "Inviati imperiali", il che permise al gruppo di avanzare.

    Lì dove c'era la capitaneria di porto, i ninja trovarono i resti della stessa.

    Ad un'attenta analisi esterna, i ninja avrebbero potuto comprendere fin da subito che l'esplosione era stata compiuta con innegabile maestria: chiunque fosse il colpevole aveva contenuto le esplosioni centrali con delle detonazioni laterali, così che i pezzi della capitaneria non si spargessero in acqua.

    "La particolarità dell'esplosione ha permesso che, malgrado i danni ingenti che hanno fatto quasi crollare su se stessa l'intera capitaneria, fosse comunque possibile recuperare i corpi dei morti e un buon numero degli oggetti all'interno dell'edificio.
    I ninja di Kirin non sono stati molto furbi in questo."
    , fu il primo commento della guida chunin, nell'indicare i pilastri, o ciò che ne rimaneva, che un tempo erano le palafitte su cui si reggeva la costruzione.

    Tsukury avrebbe concesso a Yami e gli altri di avvicinarsi ai resti dell'edificio, camminandovi anche in mezzo.

    [Se uno dei ninja possiede olfatto, e/o tatto potenziati]
    Controllando le palafitte, avrebbero facilmente notato qualcosa di diverso dal legno nei punti di detonazione degli esplosivi, un odore ben diverso dal legno bruciato, o, dei residui, intorno ai punti dove erano detonati gli esplosivi, che sembravano tutto fuorché legname, molto più morbidi, probabilmente frammenti di un qualche esplosivo di natura malneabile che erano rimasti incastrati fra le schegge.

    [Se qualcuno dei ninja ha mai VISTO un utilizzatore dell'Argilla, potrà riconoscerla]

    "Abbiamo accertato, dai vari interrogatori, che la prima esplosione è avvenuta nella zona alta, dove si trovava l'Iuchi caposquadra di questi assassini, poi quelle nelle fondamenta.", avrebbe continuato a spiegare la chunin, mentre avanzava intorno ai resti dell'esplosione.

    Dopo queste spiegazioni, Tsukury attese possibili domande, o richieste di spiegazioni, dai ninja del gruppo, quindi, allontanandosi dal luogo del disastro, si avvicinò alle guardie, dove chiese alcuni fascicoli.

    "Questi, shinobi, sono dati che potrete trovare utili.", esordì, avvicinandosi ai tre, "Un elenco di quanto trovato all'interno dell'edificio distrutto; tutti gli oggetti che non sono stati identificati da nessuno, nemmeno dal comandante della capitaneria.", spiegò, porgendo il primo fascicolo al Kabane.
    "I resoconti delle nostre autopsie, come da te richiesto, Shinodari Jaku.", aggiunse, porgendo il secondo fascicolo alla kunoichi.
    "Ed un resoconto dei primi interrogatori da noi fatti, per decidere se avrete bisogno di interrogare tutti i testimoni, o meno.", concluse, dando l'ultimo fascicolo a Kodachi.

    Nel resoconto degli oggetti trovati, oltre a diversi monili e quanto altro, che si reputano dell'uno o dell'altro cadavere, vi era un unico oggetto di relativo interesse, trovato nella stanza del comandante della Capitaneria:

    CITAZIONE
    Blocco di ghiaccio semidistrutto, ma per nulla sciolto, contenente al suo interno un qualche scrigno non identificato.

    Nell'analisi delle autopsie, oltre ai nomi ed ai dati relativi i diversi morti, con ipotetiche ragioni della loro presenza in quel luogo ed ultime testimonianze di chi li aveva visti in vita, vi erano anche le cause della morte e la disposizione tempistica dei cadaveri.

    Sembrava che le morti fossero intercorse nel giro di nemmeno un minuto, forse, partendo dalla stanza d'ingresso a salire poi verso il piano superiore con un ordine a dir poco metodico.
    In più, esclusi cinque cadaveri, tutti erano stati uccisi usando delle armi di piccola taglia, molto sottili.

    [Se uno degli shinobi possiede degli spiedi, dall'analisi delle foto delle autopsie potrà supporre che siano quelle le armi]

    Degli altri cadaveri, una era stata uccisa con un colpo alla trachea, una seconda da una strana lama che, a detta del referto:

    CITAZIONE
    Ha lasciato dei lembi d'abito non corrispondenti a nessuno di quelli trovati nel luogo del massacro, all'interno della ferita.
    Come se l'arma fosse stata estratta a scatto dall'abito stesso.

    La terza vittima era stata uccisa con una lama ancora diversa e pure l'ultima, che però aveva avuto una sorte differente.

    CITAZIONE
    Colpita una prima volta alle spalle da un oggetto molto piccolo, che le ha perforato da parte a parte la gola, è stata finita, approssimativamente un minuto dopo, da un'altra lama, differente dalle due utilizzate negli altri omicidi.

    Nel fascicolo degli interrogatori, Kodachi avrebbe potuto notare cinque interrogatori più interessanti degli altri, che per lo più ricalcavano le parole di queste cinque "versioni".

    Kojero Namara, un Nezumi che si occupava dello scarico merci per una nave proveniente dai territori del Leone Nero, ha affermato che:

    CITAZIONE
    Quella mattina c'era un certo via vai nei dintorni della capitaneria.
    Ricordo qualche molo più in là un vagabondo che teneva un cartello molto strano... poi c'era pure la nave Sabaudia che era arrivata dal Continente che tutti i suoi turisti, insomma... un casino.
    Quando sono passato vicino alla capitaneria, ho visto un distinto uomo con un abito nero uscire da lì dentro e poi, poco dopo, una specie di gigante, umano, entrarci.
    Tempo due minuti ed è esploso tutto.

    Bozo Zubaba, un uomo del villaggio della Mantide, più volte rifiutato alle selezioni ninja e, in seguito indicato come un potenziale criminale, al contrario racconta che:

    CITAZIONE
    Erano in 6 indossavano delle tute d' assalto e sono arrivati dal mare. Due di loro sono entrati dal retro e subito si sono levate delle grida. Altri tre hanno assaltato da davanti distruggendo sistematicamente le travi di sostegno e il capogruppo era un tipo enorme dotato di mille spade che è saltato direttamente al piano superiore facendo schizzare il sangue dei marinai sin fuori dalle finestre.
    Poi prima di andarsene uno di loro ha fatto uno di quei strani ninjutsu che arrivano dall' occidente e tutta ha preso fuoco! un vero macello!

    Kuma Moriko, un vagabondo che è solito chiedere l'elemosina nei dintorni della capitaneria ha lasciato la seguente descrizione:

    CITAZIONE
    Ricordo che quel giorno ho avuto poco di che guadagnare, giusto qualche spicciolo, mi sono anche avvicinato ad una signora di una certa età che stava uscendo dal molo, dopo l'entrata di una specie di gigante.
    Il tempo di vederla starnutire ed allontanarsi che l'esplosione per poco non mi faceva morire d'infarto.

    Madama Coreka, una locandiera che era nelle zone del porto a comprare del pesce per la sua attività, invece, ricorda che:

    CITAZIONE
    Quel giorno è stato tanto triste, pochi minuti prima una mia amica stava andando a chiedere nella Capitaneria per un battello mercantile da far partire e poco dopo tutto è esploso.
    Ma lo sapevo io, quel passero bianco che ho visto svolazzare sopra la capitaneria era un segno di malaugurio!

    Infine vi era una strana testimonianza di un uomo poco lontano da quel luogo, Sakuro Tazio:
    CITAZIONE
    Ero per strada, che mi facevo i fatti miei, quando un tale, un tipo molto strano nell'aspetto, mi ferma, parlandomi di clan, missioni, patti, mi minaccia persino... cosa più strana: non avevo il mio aspetto, ma quello di un ragazzino!

    Queste ultime parole, però, hanno una postilla finale:

    CITAZIONE
    Probabile caso di demenza senile

    [...]

    Consegnati tutti i fascicoli, Kanakura si sarebbe rivolta ai tre: "Ora ditemi, visto il luogo del misfatto, dove volete andare? Preferite riposarvi prima, o passiamo direttamente agli interrogatori?", a quel punto lasciò agli shinobi di Oto la decisione.
     
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    Dopo l’esposizione dei fatti e il chiarimento fornito loro dal nobile Shinjo in seguito alla domanda postagli da Kayle, uno degli shinobi scelse di ritirarsi dalla missione.
    Akashi non spiegò il motivo della sua decisione, promettendo di non rivelare in giro il tema della conversazione tenutasi a bordo, anche perché, parlando da ninja, non ne avrebbe ricavato nessun vantaggio.
    La kunoichi di Kirin non sembrò molto contenta di ciò, probabilmente se Kadoki non l’avesse fermata, avrebbe dato la sua versione personale sul non far trapelare nessuna notizia.
    Fortuna che la saggezza del mandante ebbe la meglio sull’impulsività di Ara o quella cabina si sarebbe trasformata in uno scontro che tutto avrebbe avuto tranne che del diplomatico.


    Erano rimasti solamente in tre...
    Non che fosse un problema, almeno era quello che Shinodari sperava: per il momento le informazioni in loro possesso erano solo quelle fornite dai due messi del Kirin.
    La ragazza nel frattempo aveva ponderato sulla risposta del nobile Shinjo.
    In effetti non si poteva dare torto alla Mantide se non permettessero ai maggiori indiziati dell’attentato di cercare le prove che potessero scagionarli. Chi avrebbe impedito agli shinobi di Kirin di creare delle false prove a loro discolpa se avessero potuto agire liberamente? Un elemento neutrale era la soluzione che poteva accomodare le due fazioni: in teoria i tre ninja di Oto erano esterni all’Impero, facendo quindi al caso loro. La kunoichi si augurò che con l’evolversi delle indagini non si trasformassero poi nel tipico capro espiatorio.


    [...]


    La cabina dove dimoravano il nobile Shinjo e la sua scorta probabilmente era la più spaziosa di tutta la nave.
    Osservando com’erano disposti i loro effetti personali sembrava che non condividessero lo stesso letto sebbene qualcosa nell’atteggiamento della kunoichi le dava la sensazione del contrario.
    Nei limiti del possibile, senza farsi accorgere, diede un’occhiata più approfondita.
    Ara era un personaggio molto interessante. Indossava abiti alquanto succinti con la massima naturalezza, usandoli più che allo scopo di sedurre, per pulire la lama della sua ingombrante arma.
    Kadoki non ebbe problemi a rispondere alle sue domande sebbene Shinodari declinò l’offerta del the.


    -Non vogliatemene Shinjo san, ma ci sarà il tempo per un the quando questo caso avrà una soluzione. Per ora sono in veste ufficiale come è stato da voi richiesto. Se permettete prima di andare desidererei avere altri chiarimenti in merito a quanto da voi accennato. La raccolta di informazioni è fondamentale in fase investigativa. Ogni indizio anche il più insignificante potrebbe essere un tassello fondamentale per dipanare questo caso. Vi pregherei di parlarmi di questi screzi che hanno portato il vostro paese ad essere considerato straniero nel vostro stesso impero. Inoltre giusto una delucidazione riguardo i rinnegati; non potrebbero aver contattato dei mercenari, degli shinobi senza padrone? Ara san comprendo perfettamente la vostre parole ma raramente un rinnegato mantiene il codice d’onore del suo ex paese. Potreste cortesemente fornirmi informazioni riguardo al Drago d’Ombra?-

    Concluse aspettando una risposta.

    ...Alcuni ninja di Kirin, in un giorno di pioggia, valgono quanto un esercito, ma quel giorno splendeva il sole...

    Quel rivelare sotto le righe non le piaceva, ma per ora evitò di chiedere direttamente il significato di quelle parole, legate quasi sicuramente ad una capacità speciale propria di qualche loro clan.
    Ma perché in tutte le missioni per conto dell’Impero di Smeraldo non si riusciva a partire con un minimo di informazioni?
    Si domandò quanto l’Accademia sapesse dei clan che vivevano nei territori dell’Impero.


    [...]


    Tornata dalla conversazione con il nobile Kadoki, Shinodari prese da parte i due colleghi per fare rapporto su quanto aveva scoperto.
    Ma prima concordò con loro un codice per diminuire le chance che qualcuno potesse scoprire ciò che loro sapevano. Sarebbe stato fondamentale in fase di indagine.
    Il codice usato ricordava la parlata del loro Kokage.
    I tre shinobi si sarebbero espressi parlando velocemente al contrario, iniziando dall’ultima lettera dell’ultima parola del loro discorso.
    Per codificare ulteriormente le parole chiave inerenti all’indagine, la ragazza chiese suggerimenti a Kayle e Kodachi.


    [...]


    Una volta raggiunti i territori della mantide Opalina, il nobile Shinjo rispose un’ultima volta a lei e a Kayle prima di abbandonare la nave.
    Shinodari era stata nei territori della Gru Grigia in una precedente missione, ma non aveva informazioni sui membri dello Scorpione di Giada.
    Decise che per il momento era meglio focalizzare la sua attenzione sull’indagine.
    Un volta suo padre le aveva detto le seguenti parole: “Scartando tutto ciò che è impossibile, quello che rimane, anche se è improbabile, deve essere vero.”
    Solo che in una missione ninja il termine impossibile assumeva un’altra connotazione.
    Mentre si dirigevano sul luogo dell’attentato la kunoichi rifletté se il fatto di conoscere la loro guida fosse un vantaggio o uno svantaggio.
    Lei l’aveva vista in azione durante il combattimento all’esame chunin, ma il loro era stato principalmente un contesto di Senjutsu. Certo aveva appreso delle informazioni su di lei, ma non aveva dubbi che il meglio lo avesse tenuto nascosto.
    Doveva trovare il modo di riferire di Tsuruky ai suoi due compagni. Non era Kayle che la preoccupava, con lui un modo per trasmettergli le informazioni lo avrebbe trovato facilmente, chi la preoccupava era Kodachi. Non erano mai stati in missione insieme.
    In un modo o nell’altro per il bene della missione dovevano trovare un modo di coordinarsi senza badare ad eventuali screzi che avrebbero potuto avere in virtù dei loro caratteri.


    L’ambiente era come dire insolito ma affascinante.
    Tra la popolazione del luogo vi erano umani con i geni animali.
    E la loro guida sembrava trattare alcuni di loro con una certa familiarità.
    Probabilmente erano conoscenti... Chissà se la kunoichi della Mantide aveva tra di loro degli amici o dei compagni shinobi.
    La ragazza li osservò con curiosità, ma senza essere invadente.
    Le novità le piacevano.
    Forse al termine della missione si sarebbe potuta fermare in quel luogo con Tsukury come guida, ma senza il peso che ora quel termine portava con sé.


    [...]


    Raggiunsero infine il luogo della strage.
    La ragazza notò subito le quattro guardie appostate, due avevano i tratti caratteristici degli squali.
    Kanakura parlò con loro dopo averli salutati in modo formale.
    Shinodari cercò di ascoltare quello che la kunoichi stava dicendo e le risposte delle sentinelle facendo uso del suo udito potenziato.
    Avrebbe tentato di scoprire se tra i gesti e le parole ci fosse un qualche messaggio tra le righe, che non volevano fosse individuato.
    Fu permesso loro di passare quando la guida li presentò come “messi imperiali”.
    Da inviati dell’Accademia ora avevano anche il beneplacito dell’Impero?
    Si appuntò mentalmente di porre alcune domande alla collega.

    Non era rimasto molto della capitaneria di porto da quanto poté notare la ragazza.
    Un atto di grande maestria, non c’era che dire.
    Ma perché i colpevoli avevano lasciato delle prove per avvallare il loro coinvolgimento?
    Era un gesto compiuto deliberatamente in entrambi i casi: sia per nascondere le vere prove che potevano condurre alla reale identità del mandante; sia un abile gioco del colpevole che lascia appositamente delle prove facilmente reperibili contro di lui, per poi essere successivamente scagionato.
    Si trattava di stabilire in che caso si trovasse il villaggio del Kirin.
    D’altra parte sapeva che nulla era bianco e nero e vi erano infinite sfumature di grigio.


    Shinodari, su autorizzazione di Kanakura, s’incamminò tra i resti delle macerie esaminando tutto minuziosamente alla ricerca di una possibile prova.
    Sfruttò l’addestramento che le permetteva di vedere come fosse giorno anche nei luoghi a scarsa illuminazione per cercare tra i resti più in ombra.
    Per il momento non utilizzò il potenziamento della vista attraverso il cannocchiale di chakra per evitare di sprecare chakra inutilmente.
    Finché non avesse trovato qualcosa di interessante era controproducente rivelare abilità note a pochi.


    - Tsuruky vorrei avere il permesso di poter prelevare dei campioni per analizzarli successivamente. Potrai controllare tu stessa che il tutto sarà eseguito senza inquinare le prove.-

    Se la risposta fosse stata affermativa sarebbe partita dall’epicentro delle esplosioni muovendosi a spirale fino ad avere una copertura totale del luogo dell’attentato.
    Se uno dei colleghi le avesse fatto notare i resti malleabili dell’esplosivo avrebbe cercato, con la vista potenziata dal cannocchiale di chakra e dalla visione crepuscolare, reperti da asportare per esaminarli con calma in un secondo momento.


    Poco dopo la kunoichi della Mantide Opalina consegnò i documenti con le informazioni da loro richieste.

    -Tsuruky sarebbe poi possibile parlare in un luogo più... come dire... privato? Vorrei porti delle domande circa l’attentato ed i presunti colpevoli. Inoltre sarebbe possibile parlare con il patologo che ha eseguito le autopsie? La squadra investigativa della Mantide Opalina che si sta occupando del caso ha al suo interno degli shinobi?-

    Osservò la ragazza.

    A questo punto delle indagini voleva avere anche il punto di vista di uno dei ninja della Mantide Opalina.
    E tentare di comprendere meglio la natura degli screzi tra il suo paese e quello del Kirin.
    Forse era solo il classico buco nell’acqua, ma non voleva lasciare nulla di intentato.


    I referti sulle cause della morte diedero da pensare alla kunoichi.

    Gli assassini avevano eseguito un ordine preciso nelle loro uccisioni. La maggior parte delle vittime aveva trovato la morte a causa di armi di piccola taglia.

    Quelle che più corrispondevano alla descrizione erano gli spiedi, letali se utilizzati da ninja esperti come potevano essergli gli eliminatori di cadaveri o ninja medici se si volevano scomodare questi due casi.
    Come sensei abituata ad insegnare ai corsi genin aveva trattato questo particolare tipo di armi dando anche una dimostrazione pratica.


    Quello che però la incuriosì furono le altre morti.
    Per quale motivo quelle persone erano stare eliminate in maniera diversa?
    Il primo poteva essere stato ucciso da un abile attacco di Taijutsu. Uno shinobi ben addestrato conosce il modo di uccidere in corpo a corpo qualcuno al primo colpo.
    La seconda la preoccupò non poco.
    Quelli sembravano i tipici segni di una innerblade e da quanto sapeva solo agli shinobi di Oto che ne facevano richiesta venivano impiantate. Possibile che nell’Impero ci fosse un’arma simile?
    Anche la terza vittima era stata spacciata con una differente lama.
    La quinta poi sembrava essere stata attaccata da due persone differenti. Una che aveva colpito alle spalle perforandole la gola, ma senza condurla alla morte immediata in quanto sarebbe stata uccisa circa un minuto dopo da un terzo tipo di lama.
    Shinodari prese nota dei nomi delle cinque vittime; intendeva scoprire di più su di loro.


    -Tsuruky è possibile avere una copia di questi referti con le relative foto?-

    Chiese la kunoichi.

    Voleva analizzare con calma le ferite lasciate dalle armi per cercare di identificarle.
    Le venne in mente un’altra domanda mentre visionava le foto dei cadaveri.


    -Mi stavo chiedendo che ne è stato dei morti. Sarebbe possibile parlare con i loro familiari?-

    Sapeva che erano ben poche le speranze che le salme fossero state conservate in obitorio per accertamenti futuri, visto che con il passare del tempo ogni indizio sarebbe stato distrutto dal processo degenerativo.

    Una volta presa visione dei referti, chiese ai suoi colleghi di mostrarle i loro, lei avrebbe fatto altrettanto.

    L’oggetto trovato tra le macerie attirò la sua attenzione: era un blocco di ghiaccio parzialmente disciolto con all’interno uno scrigno.


    -Suppongo che non appartenesse a nessuna delle vittime. Vi siete per caso fatti un’idea del motivo della sua presenza all’interno della capitaneria?-

    Chiese sempre alla loro guida.

    Per ultimo visionò l’incartamento riguardante le testimonianze raccolte, che a prima vista sembravano entrare in conflitto tra di loro.


    §Supponiamo che il distinto signore avesse portato lo scrigno all’interno della capitaneria. Per ora senza soffermarci sulle motivazioni. Poi è sopraggiunto il gigante e poco dopo l’esplosione.
    Poco prima sul molo era presente un vagabondo con uno strano cartello. Sarebbe da vedere se il testimone si ricorda cosa ci fosse scritto e perché l’abbia definito strano. Un qualche messaggio per il gruppo responsabile dell’attentato? Possibile che uno o più di loro sia arrivato con una nave turistica? La signora poteva essere uno degli shinobi camuffato e lo starnuto un possibile segnale per dare il via all’esplosione. Il passero bianco... Uhm... Come mai si trovava lì? Suona tanto di indizio, anche se non so al momento come inserirlo nella cronologia degli avvenimenti. Il caso catalogato come possibile demenza senile sarebbe da approfondire. Chi è questo Sakuro Tazio? L’unica testimonianza che si scontra fortemente con le altre sembrerebbe quella di Bozo Zubaba. E se ci fosse stato in atto un qualche Genjutsu... Possibile? Chissà a che conclusioni sono arrivati Kayle e Kodachi.§


    Rifletté Shinodari mentalmente.

    [...]


    CITAZIONE
    "Ora ditemi, visto il luogo del misfatto, dove volete andare? Preferite riposarvi prima, o passiamo direttamente agli interrogatori?"

    Chiese Kanakura ai tre shinobi.

    -Preferirei riposare, prima di procedere con gli interrogatori, se i miei colleghi sono d’accordo.-

    Rispose Shinodari.

    Non intendeva riposarsi sul serio, ma era un modo per poter parlare con i suoi compagni e gettare le basi di un piano d’azione.
    Gli interrogatori dovevano essere condotti con cognizione di causa o non sarebbero andati da nessuna parte.

     
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  12. Yami Kaguya
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    Bunyp - Primo giorno



    La risposta di Shinjo, in effetti avrei dovuto aspettarmela. Non potevano permettere che i sospetti cercassero le prove, in effetti. Che comunque, sembravano non esserci. Fatto che eravamo appunto inviati a verificare.
    Akashi, dopo quelle parole, sembrò decidere che quella missione non era per lui. Lo fissai andarsene, ma alla fine, era una sua scelta, non avevo diritto di fermarlo.
    Alla fine, Shinodari fece un discorso per esprimere il suo parere sulla difficoltà di quella indagine. E infine parole che sembravano un rimprovero nei miei confronti. Sorrisi, osservando di nuovo Kodachi. Probabilmente sì, quei due non sarebbero andati d'accordo, alcune volte.

    [...]



    La sera, poco dopo le mie riflessioni notai per un attimo Kodachi. Fin da inizio missione, mi stava osservando con uno sguardo che a tratti mi sembrava persino curioso. Il suo aspetto ormai era sempre più vicino a quello di un serpente, tanto che a volte mi chiedevo se il precedente portatore dell'Hachibi, non fosse stato suo parente, trasmettendogli qualche particolarità del demone. Anche il mio coinquilino continuava a ripetere come quel ragazzo sembrasse un contenitore molto più adatto di me, e cose simili. Tanto che alla fine interruppi il contatto con lui per avere un pò di silenzio.
    Il giorno dopo, Shinodari ci raggiunse per parlare. Riferì una sua conversazione con Shinjo, in cui tuttavia non sembravano essere emersi dati che potessero dare nuovi indizi nell'immediato. Propose un codice vocale, da poter usare per evitare che orecchie non indesiderate ascoltassero. Simile alla parlata del Niidaime. Non trovai obiezioni, e quando chiese pareri per i termini più importanti buttai gù qualche idea.

    Mah, a una prima idea, proporrei questi:
    Mantide: Religio
    Colpevole: Golpe
    Kirin: Civi (Cv)
    Colpa: Al momento non viene in mente nulla.
    Prove: Priv


    Erano parole messe a caso, facilmente riconducibili al significato originale, ma se usate non troppo spesso potevano andare anche bene, inserite qua e là. Dopo i commenti, feci un altra proposta.

    Se ci vorranno messaggi più lunghi, potremo anche usare pezzi di carta, o nel caso si debba usare spesso il codice al contrario, rischiando di farlo scoprire. Pareri? Ovviamente poi li distruggeremo.

    [Molo 2 - Villaggio della Mantide]



    Shinjo rispose alle domande poco prima dello sbarco, spiegando come avremmo avuto addosso lo sguardo di un cane da guardia della mantide, che però avrebbe avuto anche funzione di guida. Per poi informarci che solo altri due villaggi potevano aver già probabilmente ricevuto notizia del nostro arrivo. La Gru grigia, e lo Scorpione di giada. Il secondo più pericoloso, dato che poteva informare terze persone per denaro o un guadagno qualsiasi.
    Sia Shino che Kodachi concordarono sulla prima tappa. La vipera della nebbia non potè esimersi dal "prenotare" gli interrogatori. E sebbene Shinodari non commentò, non doveva averle fatto piacere quel commento. Da parte mia, sorrisi ironico, immaginando i possibili metodi dello Yamagata.
    Passeggiando, sebbene con calma, guardavo ogni cosa, incuriosito da quel nuovo villaggio. La cosa più interessante erano gli abitanti, che sembravano essere ibridi con animali. Uomini topo, ragazze gatto, uomini volpe...una fiera delle stranezze, che però la nostra guida ignorava o salutava come qualsiasi normale umano. Doveva essere una cosa normale, in quel territorio.
    Arrivati al luogo descritto, alcune guardie bloccarono la strada alla chunin, salutandola però subito dopo in modo cerimonioso. Mi chiesi quanto contasse esattamente la parola di quella donna, e se avesse ricevuto quell'incarico apposta perché fra gli investigatori c'era una sua conoscente, o semplicemente per qualche merito di fedeltà al villaggio.
    La parola messi imperiali fu la chiave, che permise il nostro passaggio.

    Arrivammo così di fronte alla scena del massacro. La capitaneria era a pezzi, ma dopo aver dato sguardi qua e là osservandone i vari punti, era visibile come quasi tutti i componenti delle strutture interne, erano ammassati. Il dinamitardo doveva aver usato un trucco tecnico per fare in modo che i pezzi crollassero su loro stessi, senza andare da tutte le parti. Tante briciole, ma in unico punto così che fossero trovabili. Farla saltare in modo normale, senza correzioni, sembrava non fosse sufficiente, per qualche motivo. Senza dubbio era uno sfoggio di bravura, anche se lo scopo era solo un ipotesi.
    Il commento della kunoichi della mantide fu legittimo, sembrava davvero troppo facile, incolpare i Kirin. E le parole di Shinodari sulle molte verità erano vere anch'esse. Meglio passare alla pratica, sperando che le domande non si moltiplicassero senza dare risposte in cambio.

    Già, direi quasi sciocchi. Vorrei dare un occhiata da vicino, se possibile.

    Avuto il consenso, iniziai a camminare tra le macerie, dove ancora dovevano esserci macchie di sangue. Era meglio controllare in modo concentrico, così iniziai dai lati esterni. Nulla sembrava esserci fra i resti, finché non arrivai vicino a una palafitta. Oltre all'odore di legno bruciato, c'era qualcos'altro. Che in qualche modo pareva familiare.
    Mi avvicinai al legno, guardando qua e là e annusando per capire la provenienza. Vicino ai punti in cui il legno era spezzato, c'era qualcosa. Attento a non prendere schegge, sfiorai il legno, ma non sentivo qualcosa di riconoscibile.Quell'odore...sembrava tanto quello che era rimasto su Mataza, al corso chunin qualche settimana prima. Mi pareva che quel tipo, Kojitsu, avesse attaccato il chunin con degli esplosivi tipo cartebomba. Ma nessuna traccia di carta bruciata c'era nella classe.
    Quelle parole mi rimbombarono in testa appena le ebbi formulate. Esplosivi?
    Scossi la testa, ripensandoci. Non ero nemmeno sicuro di cosa fosse, quello che aveva usato. Però...l'odore sulle ferite di mataza, pareva lo stesso di quella cosa sui pilastri. E che ci fosse in comune l'esplosione, non era da sottovalutare.
    Kanakura parlò ancora, e mi voltai a fissarla, incuriosito.

    Iuchi? Chiedo perdono, ma non conosco questo termine. Che significa?

    Magari era un dispregiativo, come "Gaijin" per i ninja stranieri. O un termine particolare della mantide.
    Da altre analisi a terra, non trovai qualcosa che potesse essere utile. Tuttavia quando Shinny chiese di poter prendere campioni, mi avvicinai a lei, per poi dire alcune parole in modo rapido, come se le passassi accanto solo per raggiungere un altro punto.

    .eresse assop asoc ocsipac non am ,eralocitrap erodo nU. enoisolpse id itnup ia oniciV. irtsalip I
    SPOILER (click to view)
    I pilastri. Vicino ai punti di esplosione. Un odore particolare, ma non capisco cosa possa essere.


    Detto ciò, mi allontanai, ma senza trovare altro. Così quando Kanakura disse che aveva dei dati interessanti, abbandonai le ricerche, prendendo il fascicolo che mi porgeva.
    Scorsi la lista, ma erano solo oggetti comuni, dubitavo potessero avere qualche valenza in quel gomitolo di dubbi. Finchè non arrivai a una cosa interessante. Un blocco di ghiaccio, danneggiato ma senza la minima traccia di liquefazione.

    Kanakura, non avete identificato il contenuto, per evitare di rompere il ghiaccio? Non sarebbe possibile aprirlo, ora?

    Feci quella domanda per semplice curiosità, forse sbagliavo, ma non mi pareva problematico spaccare il ghiaccio almeno quel tanto da vedere cosa ci fosse nello scrigno.
    Ma a che scopo inserirlo nel ghiaccio? Se poteva essere distrutto, non era certo per protezione. Forse per farlo galleggiare in acqua? Ma allora perchè era all'interno della capitaneria, e non l'avevano gettato in mare?
    Ancora domande. Risposte, per ora nessuna.
    Rimasi a fissare gli oggetti e quello scrigno, finchè Shinodari non mi chiese il fascicolo. Glielo porsi mentre ottenevo quello sui cadaveri. Decisamente più interessante.
    Molte sembravano essere state uccise con armi sottili. Forse avevano mirato a punti vitali, o erano avvelenate. Dall'entrata fino all'uscita...se qualcuno voleva scappare, sarebbe andato dritto verso l'assassino. Dava sempre più segni di saper fare il suo mestiere.
    Tuttavia altre 4 persone mostravano un metodo più deciso. Una era morta dopo un colpo preciso alla trachea, forse spezzandola. Quella dopo, il referto riferiva di alcune tracce di tessuto trovate sulla ferita.
    Quella pulce che mi aveva insinuato l'odore sui pilastri, tornò a farsi sentire. Armi a scatto, probabilmente. Della stessa tipologia delle inner blade, forse. Potevo azzardarmi a chiedere a Kanakura se anche nell'impero esisteva quella tipologia di armi? Forse.
    La terza era stata colpita da una lama, probabilmente una katana o una wakizashi, il taglio non era abbastanza grosso per essere opera di un arma come quella di Ara. La quarta ancora, attirò la mia attenzione. Finita dopo un minuto, prima un'arma piccola, poi la lama grande, ma diversa dalle altre.
    Perchè, dopo così tanto? Un colpo alla gola, sarebbe morto in agonia, non poteva essere per un interrogatorio. Un'errore quindi..? Un veleno a rilascio più lento, per poi cambiare idea e dargli una morte rapida?
    Soprattutto, l'uso di una terza lama, era intenzionale per aumentare il numero di sospetti inutilmente, o davvero uno sfoggio di come scegliesse la lama in rapporto alla vittima?
    L'idea pià probabile, era che qualcuno avesse semplicemente corretto quell'errore. Ma era una semplice congettura.
    Shinodari pareva volersi occupare della parte medica. Non ebbi domande da aggiungere alle sue.

    Presi infine il fascicolo di Kodachi, se me l'avesse passato per vedere quello dei cadaveri. Interrogatori...
    Un nezumi forniva le informazioni più interessanti, anche se era da chiedere perchè considerasse strano il cartello. Indicò la presenza di turisti...leggendo le altre testimonianze, parevano confermare la possibilità che i ninja fossero arrivati d'oltremare, come nella versione dei Kirin. Se era così, la nave era perfetta per mimetizzare arrivi fuori dalla norma. Riguardo al gigante e all'uomo distinto, non c'erano cadaveri di stazza elevata fra quelli che avevo visto. O era uscito prima della strage, o era probabile facesse parte degli assassini.
    C'era poi la testimonianza di un potenziale criminale. L'unico che sembrava confermare la colpevolezza dei Kirin. Le uniche informazioni che considerai attendibili, furono il numero degli assalitori, così come l'uso di una qualche arte del fuoco. Per la distruzione dei pilastri, non reggeva come idea. Che scopo c'era di farli a pezzi se poi sarebbe comunque esplosa l'intera struttura?
    Un vagabondo parlava di una anziana che aveva starnutito poco dopo il passaggio del gigante, e un'altra signora di un passero bianco. Gente superstiziosa, sempre a voler vedere segni strani dappertutto. Certo però, un passero vicino al mare, forse era di un allevatore?
    L'ultimo poi, era sorprendente. Mentre aveva l'aspetto di un ragazzino, un tipo l'aveva afferrato?
    Com'era possibile camminare e non accorgersi di avere delle mani e un corpo più giovani? E inoltre ne era stupito anche lui. Forse era meglio parlarci e vedere se aveva davvero il cervello andato, prima di scartarlo.


    [...]



    Riconsegnai il fascicolo a Kodachi se l'avesse voluto, mentre Kanakura parlava. Shinny rispose per prima, e annuii alle sue parole.

    I viaggi per nave mi stancano spesso. Vorrei anch'io riposare, prima di approfondire gli interrogatori.

    Detto ciò, attesi anche Kodachi. Dovevo sapere se Shinny avesse trovato o visto qualcosa, e se anche lui avesse colto qualcosa che a me era sfuggito. Possibilmente lontano dalla kunoichi della mantide.
     
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  13. Soulafein
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    ...Ultime parole del viaggio...



    I toni sgarbati della donna lo colpirono nuovamente.
    Per quanto bestiale, Kodachi era straripante di orgoglio e quella donna non poteva certo permettersi di trattare in quel modo un ninja che lei stessa aveva disturbato....ma in quel momento non poteva fare molto, se non usare la sua lingua tagliente...

    "Rispetto ed educazione, scudi comodi per dissimulare la tua inettitudine e mancanza di misure.
    Donna, solo io posso dire che è solo per educazione che non trasformo questa barca in un piccolo cimitero..."


    Sorrise, la sua lingua schioccò, non vi era astio in quelle parole, fin troppa, glaciale, calma.
    I suoi occhi cercarono quelli di lei per stringerli in un buio abbraccio, alla fin fine il suo sguardo poteva essere doloroso come una lama fra le scapole...



    Poi l'orso si alzò, poche parole, uno sguardo bieco e svanì...

    Accadde tutto così in fretta che Kodachi fece in tempo solo quando ormai la figura del compagno era svanita a rendersi conto che dopo questo cambiamento, lui, la vipera traditrice, era rimasto in missione con due creature fin troppo simili a Kamuro, piene di dolci ideali in totale contraddizione con il loro stile di vita...davvero una situazione fastidiosa.
    Avrebbe potuto contare solo su se stesso per rimanere in vita, ne era certo, ora più che mai

    [...]

    Shinodari il giorno dopo li chiamò a raccolta con un'ottima idea.
    Kodachi si rassegnò che quella sarebbe stata l'unica buona parola della gatta in tutta quella missione, già si immaginava la poveretta che si lanciava fra le spire di un cobra per salvare una piccola lepre.

    Una povera e sola gatta randagia...

    Un codice, Kodachi acconsentì, Yami propose persino di aggiungere parole specifiche estranee al linguaggio già scelto.
    Pian piano nella cabina i tre cerarono un sistema di comunicazione abbastanza affidabile, certo, da usare solo in casi rari, ma sempre utile.

    "Concordo sulle parole adottate, per Colpa, potremo sempre utilizzare una parola senza un minimo di collegamento logico...Clipse, o qualcosa del genere.
    I biglietti sono rischiosi, dovremo avere un modo per distruggerli senza essere notati.
    Il modo migliore, più che bruciarli, credo sia ingoiarli...."


    Kodachi con un bieco sorriso si passò la mostruosa lingua sulle labbra, ormai costantemente secche sotto l'incessante sole d'alto mare, in quel momento avrebbe voluto mangiare qualcosa di abbastanza diverso che un pezzo di carta...e i suoi occhi volarono in un mondo grondante di rosso.
    La belva aveva davvero troppa fame...

    [...]

    ...Il luogo del massacro...



    Giunti a terra e scortati dalla giovane iniziarono a camminare verso il luogo in cui avrebbero dovuto indagare.
    Il molo 2 era abbastanza lontano da dove erano sbarcati, e durante la strada un teatrino del lugubre iniziò a crearsi sui marciapiedi e nelle case.
    Uomini mezzi pesce o mezzi topo.
    Alcune volpi dagli occhi e filo e squali con le gambe.
    Kodachi li scrutò con occhi vacui...Davvero esseri mostruosi...

    Un commento davvero divertente se espresso da una creatura che ormai dell'umano ha poco e niente...

    Ma la sua attenzione sugli individui ibridi che pullulavano la città svanì quando davanti alla vipera si parò l'immagine della capitaneria a pezzi.
    Uno scenario spettacolare. Gli occhi rossi, già lucidi per il sole, si infiammarono ancora di più.
    Persino la vipera delle nebbie doveva stimare quell'operato così perfetto nell'uso degli esplosivi e nel tempismo dell'attacco.
    Un lavoro da maestri.

    Si avvicinò e come un serpente che lento avvolge la preda avvelenata iniziò a muoversi fra le macerie, sondando palmo a palmo, con occhio teso e sbalordito, ogni piccola goccia di sangue, ogni scheggia o pezzetto di carne.
    Il legno bruciato e il sottile profumo del sangue coprivano appieno la percezione della belva che non notò l'odore sospetto proveniente dai pali.
    Per fortuna un uomo più controllato era con lui in gruppo...

    COn gli occhi kodachi, invece, cercò il sangue e possibili frammenti di abiti.
    Soprattutto armi, spesso i ninja sfruttavano le armi da lancio e per una mossa del genere zittire i nemici prima che l'intero gruppo facesse irruzione era d'obbligo per dei professionisti.
    Dovevano esserci armi avvelenate, spiedi, probabilmente, dimenticati fra le travi bruciate.

    [...]

    Cercò e a discapito dell'esito si avvicinò alla loro scorta quando questa disse di avere importanti dati da mostrargli.

    Diede loro vari fogli, che poi si sarebbero scambiati.
    A Kodachi, come aveva richiesto, i primi resoconti sugli interrogatori...pochi potevano rivelarsi davvero interessanti, ma alla fine alcune informazioni sospette erano in ogni deposizione.

    Leggendo con attenzione Kodachi si sforzò per lasciare in memoria i piccoli particolari, come il cartello, il piccione, l'uomo ben vestito...tutti elementi da ricordare.
    Lo solleticò anceh la deposizione del pazzo...quello sarebbe stato il primo a conoscerlo.

    Con un sorriso passò il foglio a Yami, e da lui prese, dato che glielo stava porgendo, quello degli oggetti rinvenuti sul luogo del massacro e successivamente il resoconto delle autopsie.

    Gli strumenti utilizzati dagli assassini, come aveva ipotizzato, erano spiedi.
    lui era abile nell'uso di quelle armi, che preferiva assolutamente alle pesanti kunai e alle poco maneggevoli shuriken, non gli ci volle molto per capire che quelle ferite erano causate da lanci fin troppo potenti e fin troppo precisi di quei piccoli aghi assassini.

    Inoltre probabilmente i loro "nemici" sfruttavano anche armi a scatto, oggetti comuni solo ad Oto, per quando la vipera ne sapesse.


    Fra gli oggetti spiccò ovviamente il forziere congelato, ma a proposito di quello non gli venne in mente molto, forse solo un monile di valore esclusivamente culturale o spirituale.
    Non molto utile se lo avevano lasciato li...oppure era qualcosa che gli assassini avevano portato, un simbolo forse?
    Avrebbero dovuto documentarsi o guardare dentro a quel blocco di ghiaccio...

    Kanakura domandò poi al gruppo sul da farsi.
    L'idea di riposarsi, e quindi di potersi confrontare con il gruppo, era davvero allettante.
    Anche i suoi compagni decisero allo stesso modo.

    "Bhe...A Oto ho sentito parlare di una Locanda di queste parti, il Puledro Assetato...ci sapresti accompagnare? So che hanno un ottimo servizio per i clienti stranieri..."





     
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    Falce dei Kaguya


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    Il piccolo battibecco fra Kodachi e Ara sembrava non avere termine: ad ogni parola della kunoichi, il genin di Oto rincarava la dose; chiunque li avesse osservati avrebbe facilmente intuito che entrambi erano mossi da una cosa sola, l'orgoglio.

    "Un misero genin che minaccia di ridurre questa drakkar in un cimitero, per di più minaccia me, una jonin del Kirin, questa è nuova! Quando la racconterò sai le grasse risate con quelli del mio clan.", ridacchiò la kunoichi dal grosso spadone, restando seduta a scrutare con fare beffardo l'interlocutore.

    [...]

    Nella camera di Kadoki ed Ara, lo Shinjo ascoltò le repliche della kunoichi di Oto, riponendo il thé che stava per offrirle e chinando il capo in segno di assenso.
    "Capisco perfettamente ciò che intendete dire, nobile Jaku, ma per talune informazioni non so fin quanto voi sappiate delle nostre terre e quanto vi sia sconosciuto.
    Ad esempio, ciò che mi chiedete sulla storia del Kirin indica che ne sapete ben poco di noi."
    , esordì l'uomo, mentre Ara, con estrema naturalezza si alzava, spostandosi in un angolo della stanza per cambiarsi d'abito.

    "Vede, quando l'impero fu creato, portando fine a decenni di guerre, il primo Imperatore delle nostre terre, quasi mille anni fa, ordinò a colui che era il fondatore del villaggio del Kirin, assieme a chiunque lo avrebbe seguito, di viaggiare per le terre oltre il mare, studiando tutti i segreti delle altre popolazioni.
    Così il fondatore del nostro paese partì, seguito da coloro che ben presto divennero i tre grandi clan del Kirin.
    Solo dopo 800 anni i nostri antenati tornarono nelle terre dell'Impero, ma ormai erano molto diversi per usi e costumi e da allora siamo stati sempre ritenuti dei gaijin, degli stranieri nelle loro stesse terre d'origine.
    Seguiamo un culto diverso da quello dell'Impero; noi non lodiamo Amaterasu, ma altri dei; seguiamo anche altre usanze sia come armi, sia come stili di lotta e di cultura, siamo per questo ritenuti stranieri.

    Per ciò che riguarda l'eventualità di possibili ninja rinnegati in contatto con dei mercenari, su questo non saprei che dirle, Nobile Jaku, i traditori del Kirin tendono a restare celati, malgrado i membri del clan degli Iuchi siano comunque distinguibili per le loro armi, al pari di Ara.

    Per quel che riguarda i ninja del Drago d'Ombra, nel nostro Impero sono considerati esperti in ogni arte; al pari di quelli della Fenice sono maestri nell'uso dei Ninjutsu, ma sono gli unici che uniscono i loro ninjutsu all'arte della spada.
    Quando si incontra uno del Drago si sa che questi combatterà usando la spada prima di tutto, eccetto i membri di un loro particolare clan, quelli usano le ombre per combattere; ma nessuno di loro penso rientri negli schemi di un ninja di Kirin, non tanto da far confusione, almeno che non vogliano."
    , concluse l'uomo, attendendo per eventuali nuove domande, mentre Ara si riavvicinava ai due, in silenzio, quasi non volesse aggiungere niente, nemmeno riguardo la questione dell'onore.

    [...]


    Capitaneria di Porto


    Tsuruky acconsentì che Shinodari prendesse qualche resto, se le fosse stato necessario.

    Alla domanda di Yami sul termine "Iuchi", la kunoichi della Mantide fu visibilmente sorpresa, "Non sa cos'é uno Iuchi? Eppure sulla nave vi ho visto con una di loro.
    Iuchi è il nome di uno dei clan del Kirin; uno dei testimoni ha parlato di un gigante con molte spade, questa è la descrizione, per sommi capi, di quelle che sono le caratteristiche comuni a tutti i membri del clan Iuchi: fisicamente molto potenti ed armati di un gran numero di grossi spadoni occidentali, come la donna che ho intravisto mentre stavate sbarcando. La guardia del corpo di quel nobile di Kirin che vi ha ingaggiato, suppongo."
    , spiegò la chunin.

    La kunoichi della Mantide guardò poi con un pò di disappunto Yami, notando le parole dette in modo sconnesso, ma non commentò l'accaduto, restando ad osservare attentamente che nessuno di loro corrompesse le prove in silenzio.

    Quando poi Shinodari chiese un luogo dove poter discutere privatamente, Kanakura si guardò intorno, "Certamente, Shinodari Jaku, potremo andare nella postazione di guardia che è stata adibita dopo l'attentato; lì ci sarà lasciato modo di parlare senza che nessuno ci ascolti.
    Relativamente al medico, posso farlo chiamare, per parlare delle autopsie, ma, se volete, potrete incontrarlo al momento degli interrogatori; al contrario, per parlare con uno shinobi che ha partecipato alle indagini, potete chiedere a me, ho partecipato alla missione attivamente."
    , replicò la kunoichi, invitandola a seguirli in una piccola palazzina, che aveva un'insegna bruciacchiata dinanzi al portone.

    Arrivati sul luogo, Kanakura ordinò ai due uomini di guardia al palazzetto di allontanarsi ed occuparsi della ronda, poiché aveva bisogno della postazione per discutere con i messi imperiali.
    Entrati nella piccola costruzione, giusto due stanze comunicanti per un'unica porta interna, esordì:"Questa era una locanda utilizzata da quelli della capitaneria per lo più, il proprietario è rimasto ucciso durante l'attentato e non avendo altri parenti, il villaggio l'ha presa come luogo per controllare la zona, almeno per ora che stiamo ancora investigando."

    Alle domande di Shinodari relative ai morti ed alla visione delle foto, l'abitante della Mantide Opalina rispose con voce calma: "Per i corpi è difficile che possiate vederli, ormai saranno stati cremati, come è usanza nelle nostre terre; ma posso procurarvi le foto relative ai diversi morti ed i loro dati anagrafici senza alcun problema, però non credo vi troverete alcunché di interessante."

    Le domande sull'oggetto trovato fra le macerie furono quelle che ottennero meno risultati: "L'oggetto non apparteneva a nessuno della capitaneria; lo stesso capitano ha negato di conoscerlo, non sapeva nemmeno che esistesse qualcosa del genere; tentare di aprirlo non è stato possibile perché, anche ad alte temperature, il blocco di ghiaccio pare non volersi sciogliere, servirebbe un'estrema elasticità nelle mani per sfilare lo scrigno al suo interno senza danneggiarlo e non abbiamo alcuna abilità simile nei nostri territori.", spiegò Kanakura, aspettando eventuali nuove domande.

    [....]

    Quando alla fine tutti concordarono per riposare e Kodachi propose la locanda del Puledro Assetato, la kunoichi della Mantide Opalina fu sorpresa che un luogo simile fosse noto anche al di là dell'Impero, ma non replicò in modo diverso da un "Va bene, vi condurrò fin lì.".

    [...]

    Il gruppo camminò per una buona mezzora attraverso il molo, notando ancora una volta tutti gli strani individui del luogo, finché non raggiunsero la locanda del Puledro Assetato, la cui insegna, di certo avrebbero potuto notare, aveva un simbolo di un cavallo simile a quello dei loro pugnali di riconoscimento, ma voltato nel senso contrario, come se si trovasse dinanzi ad uno specchio.

    "Le nostre strade per ora si dividono qui.", affermò Kanakura bloccandosi sull'uscio, "Tornerò fra cinque ore, verso le 16 di pomeriggio, così da condurvi nel luogo degli interrogatori, se vorrete.", concluse, salutando il gruppo ed incamminandosi verso la folla.

    [...]

    Quando i tre ninja di Oto fossero entrati nella locanda, si sarebbero trovati davanti al solito gruppo misto di varie genti.
    Ad accoglierli, un ragazzo dagli abiti piuttosto semplici, di un colore bianco candido, i capelli corti e dorati, che li avrebbe salutati con un inchino, presentandosi come Doredo, figlio del proprietario della Locanda, Kanawaka.
    Kanawaka gli si rivelò poco dopo, era un uomo alto e massiccio, parecchio avanti con gli anni e segnato da una cicatrice sull'occhio destro: di certo non aveva fatto sempre il locandiere quel tipo.

    L'uomo avrebbe ascoltato, ed eventualmente risposto, a delle richieste dei tre, poi gli avrebbe indicato delle stanze, al piano superiore, dove avrebbero potuto disfare le loro cose e riposare, informandoli anche sul prezzo, nemmeno troppo esoso, delle stanze.

    [...]

    Passate le cinque ore, Kanakura si sarebbe fatta trovare ad uno dei tavoli della locanda, con dei nuovi fascicoli per i ninja del Suono.

    Dopo averli salutati, avrebbe mostrato i nuovi fascicoli, "Queste sono le informazioni specifiche sui diversi morti che avevi chiesto, Shinodari Jaku.", avrebbe spiegato, porgendo loro il materiale.

    [Fascicoli]

    Dei diversi morti, la maggioranza risulteranno essere impiegati della capitaneria, gente che lavorava nei diversi uffici della capitaneria, tranne per due alcuni dei morti uccisi dagli spiedi nella prima stanza, che sono stati identificati come clienti della capitaneria di porto e la donna che era stata finita dalla terza arma da taglio al piano superiore.

    Controllando più attentamente, relativamente a coloro che erano stati uccisi con armi differenti dagli spiedi avrebbero trovato queste notizie:

    CITAZIONE
    Lia Morena, 32 anni, segretaria nella sala d'attesa della capitaneria di porto.
    Lascia marito e tre figli piccoli.

    La foto mostra una donna con un'evidente echimosi intorno al collo ed un segno, di uno spiedo, poco più in alto.
    Una nota del medico patologo suppone che il corpo dello spiedo non fosse stato mortale perché la donna, se al suo normale posto di lavoro, si doveva trovare dietro un tavolo, con buona parte del corpo celato dallo stesso.

    La seconda vittima era Kru Nako, 45 anni, l'uomo decapitato dall'arma a scatto, divorziato e senza figli, né problemi di alcun tipo, almeno legalmente.
    La foto mostra la testa a breve distanza dal corpo ed un pezzo di tessuto grigio scuro, abbastanza anonimo, che comunque indicava, secondo le supposizioni del medico, un vestito all'altezza dell'avambraccio.

    La terza vittima era una donna, Naia Mua, 50 anni, madre di due figli, a capo, con il marito, di una piccola impresa commerciale; proprio di lei parlava, secondo una nota, Madama Coreka, relativamente all'amica che doveva richiedere i permessi per un battello mercantile.
    Aveva un profondo taglio all'altezza della gola, era stata gozzata; dalle ultime note del medico, era possibile supporre che la donna fosse stata in un bagno poco prima dell'esecuzione, se così si poteva chiamare.

    L'ultima vittima, Nenia Lusa, 22 anni, era un'altra segretaria della capitaneria di porto, single, viveva ancora con i genitori.
    La foto mostrava il corpo segnato da un sottile foro al centro del collo ed una ben più profonda e grande ferita all'altezza della schiena, lì dove si trovava il cuore.
    Dalle note del medico si evidenziava che la ragazza era stata inizialmente colpita da un'arma sottile, uno spiedo, alla gola, che aveva passato da parte a parte il corpo, senza però intaccare alcun organo vitale; probabilmente, supponeva il patologo, per quel motivo era stata poi finita con un colpo della terza arma.

    [...]

    Una volta finita la lettura, Kanakura avrebbe ripreso a parlare: "Abbiamo convocato sia i testimoni, sia i parenti delle varie vittime, per il pomeriggio; se volete, potrete anche dividerli in più giorni d'indagine, altrimenti temo che faremo notte, se vorrete parlare con tutti.", commentò alla fine la kunoichi della Mantide Opalina, aspettando poi domande, o decisioni, dai tre.
     
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  15. Yami Kaguya
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    Kanakura mi incuriosì, con la sua reazione alla mia domanda sugli Iuchi. Reazione che ebbi anche io, quando seppi che Iuchi era il nome del clan che era stato ritenuto il più probabile sospettato dell'attentato. E che Ara ne era un esponente.
    Sospirai, pensando ai committenti. Ok, ricordavo che un accenno al clan di Ara era stato fatto, ma vedendo ora, mi resi conto come non fosse mai stato nominato, con cura particolare. Troppo tardi ormai per dire ai Kirin che se continuavano con le mezze informazioni, sperare nella loro innocenza era chiedere molto. D'altra parte, era vero che avrei potuto pensare, di chiedere il nome ad Ara, quando aveva difeso il proprio clan.

    Capisco. Grazie della informazione.

    Quando mi allontanai da Shinodari, l'occhiataccia di Kanakura fu difficile da ignorare. Promemoria di parlare al minimo percettibile, sembrava che Shinny non fosse l'unica con buone orecchie.
    Il discorso doveva continuare in un altro luogo, così lasciammo la capitaneria.
    Arrivammo a una locanda, che avendo perso il proprietario, era diventata a uso investigativo.
    I corpi erano stati cremati. Informazione utile per dire che avevamo solo il resoconto dei medici. Non male comunque, visto il mio essere ancora in apprendistato per quelle conoscenze.
    Il ghiaccio invece, si rivelò problematico. Infrangibile? Quello scrigno all'improvviso cambiò il suo valore. Doveva esserci di mezzo qualche abilità particolare, non solo un particolare tipo di ghiaccio, se aveva quella resistenza.
    Mi sforzai di non fissare Kodachi, quando parlò di mani flessibili. L'unica volta che l'avevo visto di persona, afferrava sedie da un tavolo all'altro, come se distendere un braccio oltre il normale fosse come stendere un dito piegato. Forse poteva fare anche altro.
    Non ci fu altro da dire, così uscimmo di nuovo, verso la locanda indicataci da Ara.

    [...]



    Durante il tragitto, fu possibile vedere ancora la strana popolazione del luogo.
    Strano. Cani, volpi, e ogni genere di animale-uomo. Possibile che nessuno avesse notato l'odore sui pilastri? Non credevo potessero essere così poco accurati. Ma l'alternativa, era che non l'avessero detto apposta. Ok, vediamo.

    Kanakura, nei rapporti l'esplosivo è indicato come "occidentale". Significa che non siete riusciti a trovare componenti riconoscibili fra quelli raccolti, o non c'era nessuna traccia del tipo di materiale che è stato usato per creare le bombe, fra i resti della capitaneria?

    Attesi, curioso, la risposta della chunin. Poi la locanda si palesò ai nostri occhi. Aveva sopra il simbolo di Kirin, seppure voltato. Lì, salutammo la nostra guida.

    D'accordo. Ah, una cosa. Mi ha incuriosito quello scrigno, puoi dirmi dove è custodito? Vorrei comunque poterlo osservare da vicino, questo ghiaccio indistruttibile. Sapresti già dirmi se ciò è possibile? Altrimenti, ti sarei grato se potessi informarti,mentre noi riposiamo. Grazie di tutto, a dopo.

    Quando si allontanò, mi voltai verso il locale, entrando. Ci accolse un ragazzo dagli abiti bianchi, Doredo. Il suo capo si presentò poco dopo. Dall'aspetto non mi sarei stupito se non avesse sempre fatto proprio una vita tranquilla, in locanda. Dopo aver salutato con un leggero inchino, gli posi una domanda.

    Buongiorno. Vorremmo due stanze, una doppia e una singola.
    Mi scusi se mi permetto, posso chiederle una cosa? Circa un mese fa, mi hanno riferito che al porto sono passate due persone particolari. La descrizione è vaga, un uomo distinto in abito nero, e un gigante. Per caso si ricorda se in quel periodo sono passati per di qua due persone che corrispondevano a questa descrizione, insieme magari?


    Non nutrivo grandi speranze, dopo un mese dall'esplosione. Ma tentar non nuoce, le descrizioni in sè erano vaghe, ma era l'accoppiata che cercavo. Dopo la risposta, positiva o meno, salimmo in camera, mentre il locandiere indicava le stanze assegnateci, informando poi del prezzo. Non proprio quello che mi aspettavo, ma visto il problema della capitaneria non dovevano avere clienti come al solito.
    Una volta sopra, fissai Kodachi, per poi indicare la camera che era stata affidata a me e Shinny.

    Senza religio in giro, avrei alcune cose da chiedervi. Puoi venire con noi un attimo, Kodachi?

    Attesi la risposta, o l'avanzamento della vipera, prima di seguirla e chiudere la porta. Mi tolsi la giacca, sedendomi su una sedia, per poi iniziare quel piccolo confronto di idee.

    Allora, prima di tutto. Non so se Shinodari ha trovato qualcosa sui pilastri, ma sono sicuro ci fosse un odore particolare. Non ho ben capito cos'era, ma l'unica cosa che mi ricorda, è un odore che ho sentito addosso a un mio ex-sensei. Su ferite provocate da esplosivi. E questo è un pezzo del puzzle.

    Secondo, il rapporto parlava di un lembo di tessuto, e di una lama a scatto. Ci sono armi simili a Konoha, sebbene noi abbiamo l'esclusiva come armi innestate nel corpo. Immagino anche voi abbiate avuto qualche dubbio su questo. Quanto ritenete rischioso, chiedere a Kanakura se anche qui hanno armi di quel tipo?


    Interruppi il discorso un attimo, appoggiandomi vicino alla finestra. Per poi parlare di nuovo in codice.

    Infine. odom ehclauq ni essartne'c aimedacca'l ierrov non aM . azzetrec anussen è'c non atadrazza enoizisoppus anu arocna è aro reP .otO e anuS . airots atseuq ni olour ehclauq nu ereva onossop ehc ,onem o isetopi ,iggalliv eud id itnemele irouf itatlas onos am ,itnitsid izzep eud onoS.

    SPOILER (click to view)
    Infine. Sono due pezzi distinti, ma sono saltati fuori elementi di due villaggi, ipotesi o meno, che possono avere un qualche ruolo in questa storia. Suna e Oto. Per ora è ancora una supposizione azzardata, non c'è nessuna certezza. Ma non vorrei l'accademia c'entrasse con tutto questo, in qualche modo.


    Rimasi in silenzio, mentre fissavo la strada. Sperai di sbagliarmi, in fondo non avevamo nemmeno uno straccio di prova, che ci fossero passati nostri conterranei, alla mantide.

    Per ora propongo di limitarci a cercare altre informazioni, mi sono rimaste solo domande dalla visita alla capitaneria. Spero solo che poi Kanakura porti informazioni migliori sui cadaveri.

    Poi il mio sguardo si rivolse alla mia compagna.

    A proposito, non sapevo avessi conoscenze nella mantide.

    Parole, che sottintendevano la domanda su dove l'avesse incontrata.

    [...]



    Dopo il tempo promesso, Kanakura tornò al locale. Ci porse i fascicoli richiesti, quando ci sedemmo.
    Attesi che i miei compagni li guardassero, per poi prenderli quando avessero finito, e chiedere alla

    L'echimosi sul collo della prima vittima, non dava dubbi sul fatto che il colpo alla trachea fosse stato preciso come una lama. Mi stupì piuttosto che avessero chiamato un patologo, per analizzare i cadaveri. Di solito non si occupavano solo di malattie? Strano che avesse stilato lui il referto.

    Il mio sguardo si fece intenso, mentre leggevo della supposizione dell'arma all'altezza avambraccio, sul secondo cadavere. L'innesto più comune a Oto. Sembrava che il campo delle ipotesi, o dei capri espiatori che fosse, ora avesse ancora meno alternative.

    La terza, il medico aveva detto che probabilmente era in bagno. Mi fidai della sua parola, visto che non aveva detto per quale motivo fosse giunto a tale conclusione. Sperai non perchè l'avevano trovata in mezzo ai resti di cose poco piacevoli. Non sarebbe stata proprio una bella morte.

    E ancora, la donna che era stata ferita e poi uccisa. Un colpo senza ledere alcun organo, e uno mirato al cuore. Ma che razza di mentalità...Era come creare un quadro perfetto, e all'ultimo fare una macchia. Uccisioni con il minimo sforzo e precisione, per poi trovare una ferita non letale, seguita da un colpo con una tecnica molto più violenta, e quindi che spiccava. Alla fine le risposte di quei referti non avevano comunque risolto le domande.

    Concordo che interrogare una dozzina e pià di persone richiederà tempo. Se i miei compagni sono d'accordo, per me quattro o cinque alla giorno potrebbe andare, sempre se non troviamo qualcuno che merita un tempo minore o maggiore, per rispondere a ogni domanda.

    Se la kunoichi non avesse ancora menzionato il forziere, o non avesse risposto alla domanda prima della separazione davanti alla locanda, le avrei domandato se aveva ottenuto le informazioni su quando fosse possibile vedere il blocco di ghiaccio.
     
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