The Keeper Of The Seven Keys - La Chiave dell'Ignoranza

Livello C - Recupero

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  1. Aydan
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    » Locazione sconosciuta, alcuni giorni prima «



    Perfetto, questo basta per avere in scacco quel vecchio stupido. Un semplice tocco...

    Fermo, Bone. Capisco che tu frema dalla voglia di chiudere qui la faccenda... Ma non è ancora il momento.



    La mano dell'uomo che era stato chiamato Bone si fermò a mezz'aria. Solo un lieve tremito agitò le punte delle dita, poi l'arto venne riabbassato in posizione di riposo.


    Sai una cosa? Non ti capisco. Una frazione di secondo, e tutti i problemi sarebbero finiti. E invece no, tu vuoi continuare a giocare. Sei proprio un bimbo.

    Hai ragione, Bone. Hai pienamente ragione.



    Mal dissimulando un moto di stizza, Bone richiuse la piccola scatola di legno su cui risaltavano, incise a fuoco, le lettere della parola "Odio". Quindi la diede al suo interlocutore che con un guizzo la fece sparire fra le pieghe del mantello.



    » Konoha, Giorno -2 «



    Tre falchi di dimensioni piuttosto piccole solcarono la tiepida aria della Foglia, così come altri tre loro fratelli avevano fatto solo poche settimane prima. Molte erano le analogie con quel giorno: la stessa mattinata limpida, la stessa missiva legata alla zampa di ognuno dei tre animali, la stessa calligrafia piccola e svolazzante vergata su ognuno dei tre fogli di carta. Solo gli uccelli e i destinatari erano diversi.
    Al momento di liberare il rotolo dall'elastico che lo fissava alla zampa del falco, una piccola chiave di colore dorato sarebbe caduta in mano al destinatario di ognuna delle lettere. Di aspetto antico, essa recava incise in minuscoli caratteri gotici la parola "Ignoranza".
    Questo il contenuto della lettera:

    CITAZIONE
    Egregio signor [Nome PG],
    Le scrivo per informarla che l'Accademia L'ha inserita in un team di quattro elementi per svolgere una missione da me richiesta. Sarà perciò necessario che Lei si rechi alla mia residenza per avere dettagli più approfonditi sulle mansioni da affidarvi: per questo, tra due giorni alle 8 di mattina si incontrerà con gli altri membri della squadra davanti alle porte di Konoha, per poi partire alla volta della mia abitazione.
    Cordiali saluti,
    Hiji Kurono

    P.S. Porti con Lei la chiave che trova in allegato, servirà a me per riconoscere il vostro team quando arriverete.


    » Oto, Giorno -2 «



    Un solo falco, più grande dei suoi fratelli indirizzati verso Konoha, attraversò i cieli del Suono quella mattina, in cerca del destinatario della sua missiva. C'era voluto più tempo per arrivare a Oto rispetto che a Konoha, probabilmente gli altri avevano già trovato gli altri membri del team: ma lui era più robusto, abituato a voli più lunghi e in condizioni più proibitive. C'era poco da dire, non amava l'atmosfera che regnava da quelle parti, ma non poteva certo fermarsi e tornare indietro. Avrebbe trovato il suo obiettivo, gli avrebbe consegnato lettera e chiave e poi sarebbe tornato velocemente a casa. Con un po' di fortuna, per l'ora del tramonto sarebbe stato comodamente seduto sul trespolo della voliera di casa Kurono.
    La lettera stavolta era un po' più lunga, mentre la chiave allegata era la stessa.

    CITAZIONE
    Egregio signor [Nome PG],
    Le scrivo per informarla che l'Accademia L'ha inserita in un team di quattro elementi per svolgere una missione da me richiesta. Sarà perciò necessario che Lei si rechi alla mia residenza per avere dettagli più approfonditi sulle mansioni da affidarvi. Gli altri membri della squadra, essendo tutti di Konoha, si troveranno alle porte del loro Villaggio fra 2 giorni alle 8 di mattina; anche a lei converrebbe ricongiungersi a loro in tale occasione, essendo il Villaggio della Foglia di strada fra Oto e la mia abitazione. Qualunque sia la vostra scelta, fra 2 giorni vi attenderò tutti a casa mia per darvi istruzioni più dettagliate.
    Cordiali saluti,
    Hiji Kurono

    P.S. Porti con Lei la chiave che trova in allegato, servirà a me per riconoscere il vostro team quando arriverete.


    » Residenza Kurono, Giorno 0, Orario variabile «



    Ottimo.
    Aveva aspettato per tutto il pomeriggio l'arrivo della squadra inviata all'Accademia, aveva persino saltato le pratiche che da solo svolgeva nel tempio del Creatore. Hiji Kurono aspettava ardentemente che la chiave dell'Ignoranza tornasse nelle sue mani, soprattutto dopo il fallimento del recupero di quella dell'Odio. Niente era perduto, ne era perfettamente a conoscenza, ma la sconfitta gli bruciava molto di più di quanto non avesse mai dato a vedere.
    Fu quindi particolarmente sollevato nel veder apparire, nel poetico scenario della calda luce del tramonto, le sagome degli shinobi da lui richiesti.


    Ah, eccovi!



    Esclamò, gioviale come mai era apparso alla squadra che avrebbe dovuto recuperare la chiave dell'Odio.
    Colui che si presentò ai ragazzi era un uomo anziano, sebbene fosse alto e di corporatura particolarmente robusta. Indossava un paio di piccoli occhiali e non aveva capelli, se non qualche raro ciuffetto sulle tempie.


    Scusatemi, prima di entrare in casa, un piccolissimo vizio di forma... Potete farmi vedere le chiavi che vi ho inviato tramite falco? Proprio per assicurarmi che siate voi... Vedete, non che non mi fidi, ma non c'è mai da essere troppo sicuri. Se qualcuno mi attaccasse con l'inganno da queste parti... Beh, non verrebbe tanta gente in mio aiuto.


    Con la mano fece un ampio gesto atto a mostrare al team accademico il luogo in cui si trovavano. Un'ampia zona circolare, con sette case identiche a coprire una metà della semicirconferenza, e una sorta di tempio - anch'esso a pianta circolare - al centro. Un ampio portale in bronzo costituiva l'unica apertura per la sala centrale, ma al momento era chiuso e non era possibile vedere all'interno.
    Delle case, almeno tre erano fatiscenti e sembravano poter crollare da un momento all'altro, e solo di una si poteva dire con certezza che non fosse abbandonata.
    In pratica, si evinceva che l'unico abitante del luogo fosse lo stesso Kurono. Scelta ardita, la sua.


    Venite in casa, potremo sederci e vi informerò della vostra missione... Non sarebbe educato farlo qui fuori al freddo, non vi pare?


    Senza nemmeno attendere risposta, si voltò e li precedette verso l'unica casa in buone condizioni: la sua. Oltrepassò il portico in pietra, armeggiò un po' con la serratura e poi aprì la porta.
    Abitazione dall'arredamento abbastanza spartano, casa Kurono. Già dall'ingresso, nel quale l'unico ornamento era un attaccapanni su cui era appoggiato un pesante pastrano di velluto rosso cupo, si capiva che l'uomo non badava tanto ad abbellire le sue stanze.
    Anche il salotto in cui guidò i 4 era in linea con tutta la casa. Un camino acceso, su un lato, una credenza con alcuni libri, ed un tavolo con alcune sedie dall'aspetto particolarmente scomodo. Basta.


    Ecco, accomodatevi.



    Pure l'ironico, si metteva a fare.

    Non so quante spiegazioni vi abbia dato l'Accademia, ma prima di spiegarvi qual è il vostro compito è per me obbligo farvi una premessa.
    Questa cittadina - per quanto chiamarla "cittadina" oggi sia ridicolo - è uno degli ultimi nuclei di un culto antichissimo, che affonda le sue radici nelle origini del genere umano. Secondo questo culto, la stessa umanità, così come tutti gli esseri viventi, è nata grazie al volere di un Dio, anzi, il Dio, Colui che camminava sulla Terra prima di noi. Egli creò gli animali e diede all'Uomo la capacità di dominare su di essi; ma in breve tempo, senza che lui l'avesse creata, la Malvagità iniziò a permeare questo mondo e a fare sempre più vittime. Il Dio si indignò per questo avvenimento e decise di abbandonare la Terra, lasciando però una speranza: un'Arca dai poteri illimitati, e sette Chiavi che avrebbero potuto aprirla. Una volta che essa fosse stata aperta, tutta la malvagità del mondo sarebbe stata epurata. Per sempre.



    Breve pausa ricca di teatralità.

    Sciocchezze, penserete voi. Ebbene no, perché quest'Arca si trova qui, nel tempio al centro della piazza. Io sono stato designato come suo custode; e non solo, ho deciso di aprirla. Questo mondo sta andando a rotoli, e l'unica speranza di salvezza è rappresentata da una semplice scatolina con sette serrature.
    Però...
    Ovviamente c'è una complicazione.
    Ognuna delle sette Chiavi era stata assegnata ad una famiglia diversa, fra cui la mia. Col passare degli anni, nonostante tutti gli sforzi, la Malvagità di cui vi parlavo prima si è insinuata anche nella nostra comunità, tanto che due delle famiglie hanno deciso di rinnegare l'Antico Patto ed andarsene. Siamo riusciti a recuperare con l'inganno le loro Chiavi prima che fosse troppo tardi; quindi, sommate alla mia, adesso abbiamo tre Chiavi. Per sicurezza, abbiamo deciso che le altre sarebbero state allontanate l'una dall'altra, in modo che la Malvagità non potesse corromperle. Due famiglie andate chissà dove, la famiglia del Custode dell'Arca rimasta a sorvegliare l'Arca stessa, ognuna delle altre famiglie in un Villaggio Ninja diverso. Pareva la situazione migliore di tutte...


    Un sospiro mal dissimulato.

    ...finché non si è trattato di recuperare le Chiavi per aprire l'Arca. Vedete, dalla separazione dei Guardiani sono passati moltissimi anni: e così, è accaduto che al momento alcuni dei Custodi o non sanno di esserlo, o non comprendono appieno la delicatezza del loro compito.
    Già una squadra di ninja ha fallito nel recuperare la Chiave dell'Odio di Konoha, che adesso è in mano alle due famiglie di dissidenti. Quei maledetti, non appena hanno saputo delle mie intenzioni di aprire l'Arca, si sono dati un'organizzazione e ora tentano di mettermi i bastoni fra le ruote in ogni modo.
    E' importante che teniate gli occhi aperti, figlioli, perché da questo momento dietro ogni persona che incontrerete potrebbe celarsi un Rinnegato.


    Visibilmente nervoso, l'uomo si appoggiò al tavolo con i gomiti.

    E quindi, siamo arrivati al vostro obiettivo, ragazzi. La Chiave dell'Ignoranza, il cui Custode si trova in un villaggio nei pressi di Kiri. Ultimamente abbiamo avuto qualche problema con lui, tanto che abbiamo temuto di vederlo finire nelle file dei dissidenti. Vedete, lui è il giovane figlio del vecchio Custode di Konoha che ha sposato una kunoichi dello stesso Villaggio. Una Hyuga.


    Per un attimo, i suoi occhi saettarono verso uno dei membri del gruppo, quello dagli occhi perlacei. Parlare di Hyuga davanti a uno Hyuga, ironia della sorte.

    Questo ragazzo, pur avendo ereditato le capacità della madre, non è stato accettato dal clan in quanto meticcio. Per lungo tempo ha manifestato il desiderio di tradire la Foglia per poter proseguire in pace i suoi studi da ninja in un altro Villaggio, ma l'autorità del Custode suo padre lo ha trattenuto. Poi costui è morto, il giovane ha ereditato la Chiave e senza chiedere il permesso agli altri Custodi si è rifugiato a Kiri. Non abbiamo potuto fare altro se non trasferire il precedente guardiano della Nebbia a Konoha, e proseguire con le due località così invertite.
    Questo è quanto... Dovrete stare attenti anche con lui, perché dopo la nostra opposizione al tradimento non nutre buoni sentimenti nei confronti del Culto. Non vorrei che vi desse problemi, al momento di recuperare la Chiave.


    Si alzò dalla sedia, visibilmente sollevato di essersi tolto quel peso dallo stomaco. Doveva essersi preparato quella mole di informazioni da molto tempo, e probabilmente non vedeva l'ora di liberarsene.
    Ma... No, un secondo. C'era ancora qualcosa che si era dimenticato di dire.

    Ah, già... Un'ultima cosa. Molto importante. Quando sarete riusciti a recuperare la Chiave, e non dubito che ci riuscirete, non mostratela a nessuno e soprattutto non lasciatela <i>toccare a nessuno che non sia il Custode stesso. Se venisse anche solo sfiorata da un Malvagio, perderebbe le sue proprietà e la speranza di aprire l'Arca quindi svanirebbe con lei. Non c'è da temere per la Chiave dell'Odio, quella nelle mani del nemico: essendovi a capo uno dei vecchi Custodi conosco bene i suoi modi di fare, non toglierebbe i poteri alle Chiavi se non in caso di estrema necessità. Vedete, è un povero stupido: gli piace divertirsi con la gente, lasciare una speranza ai suoi avversari anche quando avrebbe già vinto. Ed è proprio questo il nostro maggiore punto di forza.
    ...d'accordo, adesso ho finito sul serio. Se avete da farmi delle domande fate pure, sono a vostra disposizione.
    Dopodiché, decidete se volete partire subito o se passerete qui la notte: il cibo e i letti ci sono, non fate complimenti. Quando deciderete di partire, sappiate che ho già fatto predisporre un battello che vi porti alle isole della Nebbia.



    Dopo aver risposto alle eventuali domande degli shinobi si ritirò nella sua stanza, dando loro il tempo di parlare e decidere con calma. Quando avessero voluto comunicargli la loro decisione, sarebbe bastato bussare alla porta della sua camera.

     
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    Il vecchio Kurono
    Vergil alzò lo sguardo al sole e scosse lievemente il capo. A giudicare dalla posizione, doveva mancare una decina di minuti alle otto del mattino. Lo Hyuga si trovava alle porte della Foglia, equipaggiato di tutto punto. Tutto come richiesto nella lettera recapitatagli da un servitore. Portata da un uccello messaggero, aveva detto l'uomo. Come sempre, del resto. Si trattava di una nuova missione, ma i dettagli non erano noti. Sapeva solamente che ci sarebbero stati degli shinobi di Konoha, che teoricamente sarebbero dovuti arrivare entro breve.

    Una volta arrivati gli altri shinobi Vergil fece un lieve cenno con il capo, in segno di saluto. Due erano della Foglia mentre il terzo, dalla carnagione innaturalmente pallida, era di Oto. Parevano tutti più giovani di lui, a giudicare dall'aspetto. Uno, notò, portava una katana e doveva essere un chunin. Si presentò.



    " Vergil Hyuga, della casata principale. Chunin. "

    Tacque, attendendo che gli altri si presentassero con nome e grado.
    Non appena finite le presentazioni, lo Hyuga riprese la parola.

    " Direi di lasciare tutto il resto dopo, e partire immediatamente. Sei d'accordo, Ryouji? "

    I due erano parigrado, quindi allo shinobi dai capelli turchesi spettava il diritto di dire la sua. I genin si sarebbero adeguati. Nulla di personale, ovviamente, ma i gradi andavano rispettati. Vergil si aspettava una risposta positiva, ma se non l'avesse ricevuta non ci sarebbero stati problemi. Era sempre pronto a discutere per ottenere il massimo dagli sforzi di una formazione ninja. Dopo eventuali dubbi, finalmente sarebbero partiti.

    [...]

    Arrivarono a destinazione, casa Kurono, circa un'ora prima che il sole calasse. Ad attenderli c'era un uomo anziano dall'aspetto piuttosto robusto. Prima di fare alcunché chiese agli shinobi do mostrare le chiave ricevute, a prova della propria identità. Se non altro, pensò Vergil, il vecchio non era uno sprovveduto. Una volta che tutti ebbero mostrato la chiave il vecchio Kurono condusse il gruppo di shinobi all'interno di quello che era uno strano agglomerato di edifici. Fece accomodare tutti in una delle casa lì presenti, invitando ad accomodarsi. L'ambiente era piuttosto spoglio, ma lo Hyuga non si sarebbe seduto in ogni caso. Si appoggiò alla credenza, a braccia conserte, e attese che il vecchio illustrasse i dettagli della missione.

    Nonostante avesse il vezzo di una certa teatralità nelle sue parole, notò Vergil, il vecchio sembrava avere a cuore quanto diceva e, più importante, non sembrava che mentisse. Questo non bastava certo a conferire valore di verità alle sue parole, ma era comunque qualcosa di buono. Lo Hyuga, da parte sua, era piuttosto scettico sui poteri di questa fantomatica "Arca", apparentemente in grado di epurare il mondo dai malvagi. Primo motivo tra tutti era il fatto che la malvagità non era qualcosa di oggettivo, e che quindi non si potesse bollare una persona come nobile o malvagia. Ma dopotutto, non era importante. La missione consisteva nel recuperare un oggetto senza poi toccarlo direttamente, e questo lui avrebbe fatto. Fine della faccenda.

    Fu riscosso dalla riflessione quando il vecchio, guardandolo per un attimo nei suoi occhi perlacei, fece il nome degli Hyuga. A quanto pareva a Kiri esisteva un reietto del clan, per lo più in possesso de Byakugan. Il mezzosangue, a detta del vecchio, era un custode ribelle, e c'era la possibilità che creasse dei problemi durante la missione. Vergil aprì gli occhi.



    " A lui ci penso io. "

    Era chiaro, dal tono e dall'espressione, che su quel punto non ammetteva repliche. Oltre al fatto che era un questione interna al clan, la possibilità di combattere seriamente contro un altro Hyuga lo stuzzicava parecchio. Attese un attimo, poi lasciò che il vecchio riprendesse la parola. Quello, però, aggiunse solo poche altre parole e si ritirò nella sua stanza. Era tempo per gli shinobi di decidere il piano d'azione. Lo Hyuga prese la parola.

    " Se voi genin ce la fate, direi di partire immediatamente. Si potrà riposare, nel caso ce ne sia bisogno, sul battello per Kiri. "

    Normalmente non avrebbe nemmeno interpellato i propri subordinati, ma in quell'occasione si trattava di un'azione preferibile al ritrovarsi con una squadra priva di forze al seguito. Attese che il Ryouji dicesse la propria, seguito eventualmente dai genin.

     
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  3. The_Drake
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    ~ La Chiave dell'Ignoranza ~ Iniziamo! ~



    Un falco per avvertire il ragazzo che quella mattina sarebbe iniziata con una missione: missiva e una chiave a lui consegnate, lo legavano al dovere Accademico.
    Partì da casa, ancora nella sede Jyakushin, direttamente ricevuta la lettera di invito, equipaggiandosi di tutto punto e preparandosi per ogni ivenienza mentalmente; era da parecchio tempo che il ragazzo non partecipava ad una missione e dopo l'ultima di livello B, doveva carburare nuovamente.
    Non ci mise poi molto ad arrivare alle porte della Foglia, camminando tranquillo per la strada principale, salutando qua e là le persone che oramai lo conoscevano per le sue azioni passate; un Chunin socievole.


    - Drake Jo Ryouji, Chunnin della Foglia...piacere! -


    Drake si presentò al gruppo, completamente celato nella parte del corpo da un mantello grigio, che lo proteggeva da collo a piedi, laciandone visibile solo la testa cespugliosa e una parte di katana che usciva dalla schiena.
    Il ragazzo agli occhi apparenti poteva sembrare simpativo, ma doveva ancora scatenare il suo comportamento egocentrico e completamente schizzato: forse colpa del troppo tempo al Monte dei Rospi.


    § Interessante...3 di Konoha, tra cui uno Hyuga, e uno di Oto.....si gioca in casa oserei dire! §


    CITAZIONE

    " Vergil Hyuga, della casata principale. Chunin. "

    - Si si...potremmo andare tranquilli... -


    L'incontro con il mittente della missione fù abbastanza strano e non piacevole: portati in un quartiere quasi inesistente del villaggio, accolti da un'azione signore occhialuto dentro una casa abbastanza spartana e scomoda; non ci poteva essere inizio migliore.
    image

    La storia poi che legava la missione era abbastanza misteriosa e contorta, tanto quasi da sembrare una favoletta per bambini o leggenda metropolitana: basti pensare lo sguardo scettico tenuto da Drake per tutta la fase del racconto; si trattanne per fortuna di fare commenti a riguardo.


    § Ma guarda questo! Crede realmente a tutto quello che sta dicendo!? Bah...c'è gente strana al mondo...eppure non sembra ubriaco e da come ne parla sembra che ci creda.
    Beh, almeno la missione non sembra tanto male: prendiamo questo tizio o ci facciamo dare la chiave, andando a Kiri, e la riportiamo...difficile missione davvero! §


    Il ragazzo attese la fine del discorso, che le relative postille finale su come portare e far toccare la chiave alle altre persone: assurdità pure quelle a suo avviso, ma se era una postilla della missione andava rispettata.
    Però qualcosa frullava nella mente del ragazzo: c'era della parti oscure nel discorso del vecchio e la cosa gli puzzava alquanto.


    - Signore...intanto potrebbe presentarsi, considerando che è informazione da non poco.
    Secondo...lei a parlato di una missione che sembra alquanto semplice dal suo lato: si tratta semplicemente si andare a Kiri, trovare questo "Guardiano" e farci dare la chiave, con le buone o le cattive immagino...come fà a sapere che questo oggetto non sia già caduto nelle mani dei suoi nemici? In caso trovassimo questi suoi oppositori, cosa ne dovrmemo fare? -


    Aspettando una risposta dal signorotto, il ragazzo, rispose con un cenno del capo anche allo Hyuga, dando la sua upionione a riguardo.

    - Non c'è tempo da perdere...da quando abbiamo ricevuto la missiva siamo entrati in missione: la strada è lunga e prima arriviao e meglio è! -


    Parlato, aspettò il dafarsi dentro la casa e le eventuali risposte dei suoi compagni di missione Genin, pronto a partie in ogni momento da quella casa: tanto era scomoda.


    Edited by The_Drake - 6/1/2010, 13:48
     
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  4. [.:RoUgE:.]
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    意志力は爆発します



    La Chiave dell'Ignoranza, l'Inizio.



    _________________________________________________________________________________



    Due giorni prima alla villa di Yosuke Aburame era stata recapitata una missiva, da un falco precisamente.
    Una lettera contenente una richiesta interessante, ed un oggetto adibito al riconoscimento dei membri del team di ricerca, una chiave.
    Nella lettera non vi era spiegato in cosa sarebbe consistita la missione, solamente di presentarsi a casa del mittente dopo essersi incontrati alle porte di Konoha.
    Un altro compito a così breve distanza dai fatti dello Shin Aburame e dal miglioramento delle capacità del Genin.
    Un periodo movimentato senza ombra di dubbio, anche se Yosuke era notevolmente attirato da questa misteriosa missione, aveva intenzione di portarla a termine, di compiere il suo lavoro da Shinobi.
    Senza contare che sarebbe stato anche un buon modo per testare le sue nuove abilità.
    Non mancava ormai molto all'ora di incontro, e Yosuke già vedeva le porte di Konohagakure, nulla di più sensato che giungere puntuale all'appuntamento con gli altri membri del team.
    Camminava lentamente, avvolto completamente nel suo mantello logoro e nero come le tenebre stesse, coperto da esso fino all'inizio del naso, senza contare gli occhiali neri ed il coprifronte che celavano altre parti del suo volto.
    Dei lunghi pantaloni di pelle nera e degli stivali ancora neri con borchie color metallo grezzo.
    Si avvicinava tranquillo e per nulla preoccupato dal compito al luogo di incontro.
    Giunto in breve tempo alle porte del villaggio notò altri due shinobi, probabilmente suoi compagni di squadra già arrivati sul posto.
    Così gli si avvicinò senza dire una parola, salutandoli entrambi con un cenno della testa, poi con voce bassa e dall'innaturale calma glaciale disse:

    Yosuke Aburame della Foglia...E vostro compagno di squadra...
    Piacere...


    Se qualcuno si fosse messo a chiaccherare Yosu non avrebbe partecipato, e quando finalmente il quarto elemento del Team fu arrivato, il gruppo potè partire verso l'abitazione del richiedente della missione.
    Yosuke fu sorpreso di trovarsi in compagnia di uno Hyuga...
    Era stato battuto da uno Hyuga in passato...
    Ma allora era debole, senza esperienza alcuna, quel gioro nessun timore afferrava il suo cuore...
    Vergil Hyuga si chiamava...non aveva chiesto neanche il parere ai suoi compagni di squadra, ovviamente perchè considerati inferiori... tipico da Hyuga..
    Yosuke Tacque dunque per tutto il viaggio, fino a giungere a destinazione.
    Il Gruppo di Yosuke venne accolto da un signore oramai avanti con l'età, che subito chiese agli Shinobi di mostrare le loro chiavi, e Yosu mostrò la sua.
    Adesso forse li avrebbero fatti entrare.
    Il test dell'appartenenza al team, era stato superato ed adesso quel robusto signore faceva strada in casa sua verso una stanza.
    Yosu entrò, ed in essa vi erano solo un tavolo con delle sedie all'apparenza scomode, un'accoglienza coi fiocchi...
    Ovviamente Yosuke non si aspettava un thè con pasticcini, ma questa era un'azione da maleducati ed inospitali.

    Un buon inizio...Chissà come sarà la fine...

    Una volta che tutti si fossero accomodati come più li avrebbe aggradati, Yosuke si sarebbe avvolto nel manto nero, rimanendo immobile appoggiato alla porta della stanza, avido di sapere i dettagli della missione appena intrapresa, per tutto il tempo, per tutto il colloqui avrebbe lasciato agli altri il compito di parlare e fare domande, a lui non interessava.
    L'uomo continuava a raccontare una storia che al genin sembrava sempre più inverosimile e colma di strane leggende, anche se l'anziano sembrava essere certo di ogni sua parola.
    Dunque era per questo che erano stati ingaggiati 4 ninja, recuperare una chiave facente parte di un gruppo di sette elementi, 3 dei quali in mano al Richiedente della missione?
    Uno Scherzo...
    Ma a chi voleva darla a bere...
    Sicuramente questa chiave era in possesso ad un ninja o ad un combattente potentissimo, magari aiutato da altri guerrieri.
    Infatti l'uomo spiegò che la chiave era in possesso di uno Hyuga traditore di Konoha.
    Ma quella spiegazione non riusciva ancora a convincere Yosuke, era sempre un solo shinobi, seppur in possesso di una potente abilità oculare...
    Perchè mai scomodarne 4?
    In precendenza il recupero della chiave dell'odio era fallito, quindi che gli avversari incontrati da quella squadra rappresentassero un pericolo da tenere in considerazione?
    Oppure era solo che al sentire il nome Hyuga la gente si spaventava...
    Già...
    Non appena sentì che il probabile avversario del team sarebbe stato uno Hyuga e per giunta traditore della Foglia, Vergil parlò, di nuovo con il suo fare aristocratico e Borioso...

    A lui ci penso io.

    Yosuke sorrise a quelle parole, poi disse con la sua tonalità di voce calma, glaciale e quasi metallica:

    Tipico...

    Passò un altro po' di tempo, nel quale il vecchio aggiunse qualche precisazione e dettaglio, poi si ritirò nella sua stanza, dando tempo al Team di decidere se partire all'istante oppure pernottare in quell'abitazione.
    Disse che i letti c'erano, anche se Yosuke dubitava che fossero comodi, vista l'accoglienza penosa del Signore.
    L'Aburame non avrebbe voluto restare in quella stanza un minuto di più.
    Poi prima raggiungevano l'obbiettivo, prima sarebbero tornati a casa, dove i preparativi per l'esame chunin attendevano Yosuke.
    Vergil ancora una volta prese la parola, stavolta interpellando anche gli inferiori dei due Genin:

    Se voi genin ce la fate, direi di partire immediatamente. Si potrà riposare, nel caso ce ne sia bisogno, sul battello per Kiri.

    Se ce la Fate?
    Quel tale ignorava, ed avrebbe ancora ingorato che cosa Yosuke era stato in grado di compiere, che cosa aveva rischiato e quanto si era allenato.
    Non ci stava a venir trattato come un poppante che ha bisogno di esser tenuto in braccio...
    E non sarebbe dovuto accadere mai più.

    Hyuga... non parlare come se ti fossi inferiore... ho sopportato cose che tu neanche immagini...
    Io sono per partire all'istante.


    Yosuke poi sarebbe rimasto in attesa che il gruppo prendesse una decisione a maggioranza, visto che oltre a lui vi era anche un'altro genin che probabilmente avrebbe votato nella stessa maniera di Vergil e Yosuke.
    Adesso non restava altro che comunicare la decisione a quel signore tanto ospitale...

    Tsk... mi chiedo perchè mai tutti i membri di quel clan si sentano sempre un passo avanti agli altri...
    Mah...





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  5. marq1
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    SPOILER (click to view)
    Narrato
    Parlato
    Pensato
    Titolo



    Chapter 0 - Verso Kiri


    Scegliere una casa grande rispetto ad una piccola non è sempre un ottima idea, soprattutto se si esige una pulizia e un ordine rigoroso della stessa.
    Impegnato nelle faccende domestiche Hokoama stava pulendo l'armadio della sua camera quando all'improvviso alcuni rumori lo insospettirono ,sembrava che qualcuno stesse muovendo il vetro della cucina .
    Armato di kunai ,perchè in una città come Oto ci si può aspettare di tutto,rimase stupito quando vide un falco di dimensioni superiori alla norma richiamare l'attenzione del ninja con il suo becco .
    I suoi occhi fissavano quelli del giovane,come se lo conoscesse da tempo.
    Aprì tranquillamente la finestra ,già sapeva cosa il falco volesse da lui ,sicuramente portava qualche messaggio .
    Sulla zampa destra del volatile Hokoama notò un foglio di carta e una chiave che era stata legata all'uccello con uno spago .
    Liberato il falco dal peso dei due oggetti il ragazzo aprì la lettera , incurante di quest'ultimo che avrebbe potuto addirittura girovagare libero per la casa .

    CITAZIONE

    Egregio signor Rhuya Hokoama,
    Le scrivo per informarla che l'Accademia L'ha inserita in un team di quattro elementi per svolgere una missione da me richiesta. Sarà perciò necessario che Lei si rechi alla mia residenza per avere dettagli più approfonditi sulle mansioni da affidarvi. Gli altri membri della squadra, essendo tutti di Konoha, si troveranno alle porte del loro Villaggio fra 2 giorni alle 8 di mattina; anche a lei converrebbe ricongiungersi a loro in tale occasione, essendo il Villaggio della Foglia di strada fra Oto e la mia abitazione. Qualunque sia la vostra scelta, fra 2 giorni vi attenderò tutti a casa mia per darvi istruzioni più dettagliate.
    Cordiali saluti,
    Hiji Kurono

    P.S. Porti con Lei la chiave che trova in allegato, servirà a me per riconoscere il vostro team quando arriverete.


    Trovano sempre il momento più opportuno per disturbare.
    Maledetta Accademia.

    Qualcuno era riuscito ,come sempre,a rovinare la sua giornata.

    Meglio partire subito,non ho la benchè minima voglia di fermarmi a Konoha.

    Odiava quel villaggio ,non sapeva spiegarsi il motivo di tale odio ma avrebbe evitato di andarci ad ogni costo se possibile.
    Posizionò delicatamente la chiave,che sembrava fatta di un materiale scadente,all'interno della tasca dell'abito che avrebbe indossato per l'occasione.
    Niente di elegante ,era un semplice giaccone nero abbastanza largo ,adatto per il viaggio e per proteggersi dal freddo.
    Preso il suo coprifronte e la sua Sacca Porta Oggetti partì lasciando la finestra aperta e il falco libero di andare dove voleva.


    [Arrivo a Konoha]



    Durante il viaggio da Oto verso la dimora di questo signore che lui nemmeno conosceva Hokoama decise di passare per Konoha,nella città che tanto odiava,in modo tale anche di sapere qualcosa di più sui suoi "colleghi di lavoro".
    Troppo presto per chiamarli compagni .
    Raggiunse Konoha forse in anticipo ma ciò nonostante tre tipi,sicuramente ninja,erano posizionati davanti all'ingresso principale del villaggio.
    Si avvicinò a loro in maniera decisa ,sicuro che il suo abito,il suo modo di fare ma soprattutto la sua pelle bianca avessero attirato l'attenzione degli shinobi della Foglia.

    Rhuya Hokoama.Genin di Oto.

    I due ninja di Konoha ,di grado superiore al suo,presero la decisione di partire all'istante.

    [Casa Kurono]


    Camminarono per un po' di tempo , di certo Hokoama non contò le ore che ci misero per arrivare alla residenza dell'uomo che aveva chiesto , giorni indietro,un aiuto all'Accademia.
    Era tramonto,quello si,e questa cosa andava perfetta ,oltretutto ad Oto il tramonto è come un allarme,se non rientri subito in casa rischi di passarci in eterno fuori della tua dimora.
    Non fu difficile trovare l'uomo a cui dovevano rivolgersi ,visto il fatto che se lo trovarono davanti .
    Era un uomo abbastanza robusto nonostante la sua età di circa sessant'anni.
    Quest'ultimo,senza neppure presentarsi, chiese ad ognuno le chiavi che il falco aveva consegnato loro .
    Hokoama la tirò fuori dalla sua tasca porgendola all'uomo con tranquillità e delicatezza nonostante quell'oggetto fosse di valore scadente,ma era sempre meglio andarci piano con le cose degli altri.
    Il vecchio li condusse all'interno della sua dimora ed Hokoama potè osservare il resto del villaggio che contava un tempio,al centro del paese e qualche casa ,la maggior parte di quest'ultime cadevano a pezzi.
    La migliore fortunatamente era dell'anziano signore,Hokoama oltrepassò la soglia della dimora guardandosi intorno , incuriosito da come l'uomo aveva arredato le stanze .
    Arredato forse non era la parola migliore , più che altro sembrava che l'uomo doveva restare per qualche tempo lì ,una specie di casa provvisoria,per questo aveva posizionato qua e là i mobili più indispensabili.
    Prima che l'uomo iniziasse il suo discorso il ragazzo si appoggiò con la spalla destra alla parete ed afferrò,con la mano sinistra, un foglio di carta bianco nella quale iniziò a far fluire del chakra seguendo con la sua vista potenziata le labbra dell'anziano.
    Tutta la storia fu trascritta nella carta ninja in modo tale poi da essere consultata ed analizzata successivamente dalla comitiva.[Consumo: Bassissimo][Trascrizione Carta Ninja: Spiegazione dell'Anziano Kurono]

    A fine discussione Hokoama domandò al signore :
    Ho una domanda. Conosce tale Hyuga?Che tipo è? Sarebbe ottimo qualche informazione in più su di lui .

    Nel momento in cui Vergil chiese ai due Genin cosa volevano fare l'Otese disse con tranquillità:
    Per me possiamo partire anche ora,non c'è nessun problema.


    SPOILER (click to view)
    Condizione fisica : Illeso
    Chakra Rimanente : 59 / 60 Energia Verde
    Condizione Psicologica : Tranquillo.




     
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  6. Aydan
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    » Residenza Kurono, Giorno 0 1, ore 19:30 circa «




    - Signore...intanto potrebbe presentarsi, considerando che è informazione da non poco.
    Secondo...lei ha parlato di una missione che sembra alquanto semplice dal suo lato: si tratta semplicemente si andare a Kiri, trovare questo "Guardiano" e farci dare la chiave, con le buone o le cattive immagino...come fà a sapere che questo oggetto non sia già caduto nelle mani dei suoi nemici? In caso trovassimo questi suoi oppositori, cosa ne dovrmemo fare? -



    Kurono inarcò un sopracciglio. D'accordo, la seconda domanda era lecita, ma la prima lo lasciava un po' interdetto.


    Considerando che mi sono definito il mandante della vostra missione, che vi ho mandato una lettera in cui era presente una firma con un nome, considerando che vi ho spiegato dettagliatamente qual è il vostro obiettivo... Mi pare evidente che io sia Hiji Kurono, Custode dell'Arca e della Chiave del Timore, nonché mandante della vostra missione di recupero della Chiave dell'Ignoranza. Ho assunto questi ruoli da quando mio padre, precedente Custode, si è spento in maniera naturale per ricongiungersi al Divino. Dirvi altro su di me non mi pare sia conveniente né pregnante, in quanto non necessario ai fini della vostra missione.
    La tua seconda domanda, invece, è più interessante. In linea di massima, vi sono buone probabilità che la Chiave sia ancora in mano al suo legittimo Custode, in quanto da lui non ho ricevuto notizie di furti o altro. C'è comunque da dire che questa non è una certezza, è comunque possibile che i "nemici" si siano impossessati di essa. Proprio per questo ho richiesto l'intervento di 4 ninja, nell'eventualità che ci sia da affrontare qualcuno in caso di imprevisti. Se per caso ciò succedesse, vi lascio carta bianca: potete farne quello che volete.


    Si mise in silenzio, facendo capire che al riguardo aveva detto tutto. Si diede un'occhiata intorno, aspettando eventuali altre domande dagli shinobi. Fu l'inquietante ragazzo dal colorito cadaverico a rivolgergliene un'altra, dal lato della stanza dove si era posizionato.



    Ho una domanda. Conosce tale Hyuga? Che tipo è? Sarebbe ottimo qualche informazione in più su di lui.



    Domanda giusta.


    Beh, sì, lo conosco... Purtroppo, aggiungerei.
    Un ragazzo arrogante, superbo, sfacciato, indisponente. Poco rispettoso nei confronti del Culto, sebbene lo rispetti nei suoi precetti di base. E soprattutto, attratto in modo pericoloso dalla malavita.
    Non è mia intenzione montarvi contro di lui, sia chiaro: non è il nemico, almeno finché non si rifiuta di darvi la Chiave. Ma è comunque bene che sappiate che la sua reazione, quando gli chiederete di consegnarvela, sarà imprevedibile. Takato Hyuga, ricordatevi il suo nome.



    Beh, bene. Pareva non vi fossero altre domande.


    » Residenza Kurono, Giorno 1, ore 20:00 circa «




    Il signor Kurono stava indossando la tunica da Gran Custode, quando dei colpi alla porta della sua stanza lo avvertirono che il team aveva preso una decisione.


    Avanti, avanti. E' aperto.



    L'uomo che sarebbe apparso agli occhi degli shinobi però, una volta aperta la porta, sarebbe stato difficilmente assimilabile allo stesso Hiji Kurono con cui avevano parlato poco prima. Mentre quest'ultimo, infatti, era vestito con abiti "borghesi" e si sarebbe potuto definire normalissimo, il primo sarebbe parso decisamente inquietante e fuori dal comune.
    La tunica appena indossata infatti era lo stesso drappo che forse i ragazzi avevano notato appeso all'attaccapanni all'ingresso della casa: un lungo, lunghissimo manto di colore rosso scuro, che nascondeva pure i piedi arrivando a toccare terra. Il tessuto era talmente pesante che anche la luce pareva fermarsi ad alcuni centimetri da esso: a causa del cappuccio calcato sulla testa, i lineamenti del volto dell'anziano Custode erano totalmente in ombra. Non aveva volto, si sarebbe detto a prima vista. Non l'immagine più tranquillizzante di questo mondo.


    Ooops, scusatemi, mi stavo preparando per amministrare il Rito... Allora? Qual è la vostra decisione?



    Calatosi giù il cappuccio e riacquistata almeno una minima parvenza di aspetto normale, Kurono ascoltò la risposta: gli shinobi sarebbero partiti subito, senza nemmeno passare la notte al sicuro. Beh, se lo volevano loro, bene così. Voleva dire che la Chiave sarebbe tornata prima insieme alle sue "sorelle".


    D'accordo, allora. Il traghetto che vi ho fatto predisporre si trova ancorato nel porto di una piccola cittadina sul mare, una cinquantina di chilometri a sud-est da qui. Una volta arrivati, cercate il capitano del "Megiddo" e mostrategli le vostre chiavi. Il resto ve lo dirà lui.



    » Villaggio sul mare, giorno 1, ore 23:00 circa «



    Anche questo villaggio, a dir la verità, non era proprio una metropoli. Poche case, qualche bottega - ovviamente chiusa, a quell'ora della notte - e un porticciolo con qualche imbarcazione attraccata al molo. Fra esse il Megiddo, che più che un traghetto, come l'aveva chiamato Kurono, aveva l'aspetto di un brigantino: piccolo, sottile, con due alberi e le vele quadrate. Molto pittoresco, in effetti.
    Nessuna luce illuminava il ponte, però. Nessun lume brillava attraverso uno dei numerosi oblò.
    In definitiva, l'imbarcazione era totalmente deserta, come fra l'altro tutte le altre lì intorno: sembrava un porto fantasma, anche se qualcosa disturbava la suggestione provocata dalla visione degli alberi scuri stagliati contro la piatta e brillante superficie che era il mare illuminato dal mezzo disco della luna.
    Un rumore non meglio definito che non pareva venire da molto lontano: voci umane, risa, mischiate a musica.
    Non ci sarebbe voluto tanto, per scoprire che la fonte del rumore e la causa dell'assenza di ogni essere umano sulle navi fossero la stessa cosa. Una taverna, ad un paio di centinaia di metri da dove si trovava il Megiddo, posta in un'insenatura della costa e praticamente invisibile da qualsiasi altro punto del lungomare. L'indistinguibile misto di musica e risate "alticce" proveniva dal suo interno: sicuramente lì dentro si stava facendo festa.

    Non passarono che pochi secondi dal momento in cui gli shinobi si erano avvicinati al locale, quando d'improvviso la porta si aprì - preannunciata da uno di quei fastidiosissimi sonagli che si usano attaccare allo stipite per suonare allegramente quando entra qualcuno - ed un uomo non più giovanissimo fu spinto fuori con violenza da un corpulento ragazzo in abito da cuoco.


    ...perché in questa taverna è proibito barare, lurido bastardo! Ecco quello che succede a chi si comporta come te, figlio di una cagna, ecco quello che si meritano i bari come te!



    L'uomo si rialzò, come se nulla fosse, e si rivolse verso colui che lo stava insultando.


    Sissignore, certo, come no, ha perfettamente ragione. Sì, anche mia madre la saluta, e le dice che le vuole molto bene. Di grazia, simpatico amico, non è che mi permetterebbe di rientrare per recuperare il mio equipaggio? Ho paura che in questo momento le stiano finendo l'ultima botte di birra, forse è meglio staccarli dal boccale.



    Sguardo inebetito del cuoco. Tutto ciò era stato pronunciato d'un fiato, quasi come se l'uomo stesse parlando da solo.


    Allora? Si decide a rispondermi o no? Mi piacerebbe minacciarla dicendo che qualunque fosse la risposta entrerei lo stesso, ma data la nostra differenza di stazze, credo proprio che non sarebbe una cosa intelligente. Per me, intendo. Suvvia, devo recuperare i miei uomini, domattina dobbiamo lavorare. E anche i dadi che ho usato per giocare fino a poco fa, sa, mi portano fortuna. Con loro vinco spesso!



    Alla parola "dadi", il ciccione parve risvegliarsi dallo stordimento provocato dal turbine di parole.


    Brutta faccia tosta che non sei altro, hai anche il coraggio di chiedermi indietro il tuo strumento per barare? Ti lascio entrare per portare fuori quelle spugne umane del tuo equipaggio, ma scordati di riavere i dadi truccati!



    D'accordo, sempre meglio di niente. Tanto in realtà di quegli adorabili affarini ne ho a manciate. Li faccio io, sa?



    L'altro aprì la bocca per un attimo, apparentemente deciso a rispondere, poi si limitò a rientrare nel locale lasciando che l'uomo potesse fare lo stesso.

    Pochi minuti dopo, una ventina di uomini uscirono barcollando da quella stessa porta. Il loro aspetto combaciava perfettamente con quello dello stereotipo di marinaio: grandi, grossi, tatuaggi di aspetto "marittimo" sulle braccia muscolose, sguardo tipico da forse-l'ultima-birra-era-di-troppo. Dietro veniva ancora l'ometto di poco prima.


    D'accordo ragazzi, pare che qui non siamo più i benvenuti. Mi sa che a questo punto sia il caso di tornare al Megiddo a riposare, domani vi voglio pronti, agili e scattanti per quando arriveranno i ninja mandati da Hiji. Non sarà un viaggetto lunghissimo, ma è comunque meglio che siate pronti. Coraggio ragazzi miei, a riposare ora! Il Megiddo ha voglia di ripartire!



    » Villaggio sul mare, giorno 2, ore 08:00 circa «



    Issate le vele!



    Tre membri dell'equipaggio del Megiddo, rinati dopo la precedente serata di bagordi, si affrettarono a fare ciò che il capitano aveva ordinato.
    Le vele furono issate, il poco vento che c'era quella mattina fece muovere di poco l'imbarcazione.


    D'accordo, odio dirlo perché mi fa morire dal ridere ed io sono un capitano serio, ma... CAZZATE LA RANDA!



    La vela inferiore dell'albero di maestra fu posizionata in modo da trovarsi perfettamente in maniera trasversale rispetto al vento. Il Megiddo acquistò un po' di velocità e si staccò dal molo.

    Il capitano, quando il team di shinobi si era presentato e aveva mostrato le chiavi dimostrando così di essere gli inviati di Kurono, si era presentato come Kisho Daigo, "capitano del Megiddo, governatore del timone, cazzatore di rande e uomo molto simpatico": aveva aggiunto che il suo brigantino sarebbe partito poco dopo l'alba, quando i suoi uomini fossero stati in grado di camminare e guardare avanti contemporaneamente, e che il viaggio non avrebbe richiesto più di un paio di giorni. Volendo, se i signori avessero voluto riposare anche prima di partire, sull'imbarcazione c'era posto per loro; altrimenti si sarebbero fatti trovare davanti al molo verso le 8. E, come promesso, alle 8 di mattina il Megiddo stava partendo.

    Il viaggio richiese 2 giorni, esattamente come previsto: l'assenza di imprevisti atmosferici, il vento che in mare aperto si era fatto abbastanza forte, la solerzia dell'equipaggio permisero di concludere la traversata in tempo. In quei due giorni gli shinobi ebbero l'occasione di fare quello che volevano: girare per la nave, chiedere informazioni a chiunque, capitano compreso, oppure starsene chiusi nella loro cabina a riposare. Due volte al giorno veniva loro consegnato un pranzo frugale composto principalmente di cibi secchi, unici viveri che era possibile portare con sé in mare.



    » Villaggio di Masachika, giorno 4, ore 15:30 circa «



    Ragazzi, siamo arrivati a destinazione. Questo è il villaggio di Masachika, è qui che abita il vostro "obiettivo". Devo avvertirvi, però: questo posto non è rinomato per il candido animo dei suoi abitanti, quanto per i loschi traffici che vi si svolgono. Traffico di soldi sporchi, mercato nero, tutto nei pressi di Kiri passa per di qua. State attenti, mentre cercate il Custode e la sua abitazione: potreste finire invischiati in qualcosa di più grosso di quanto non crediate.


    Daigo si volse e risalì sulla passerella, voltandosi solo quando aveva già raggiunto il ponte dell'imbarcazione. Sorrise.


    Quando avrete recuperato la Chiave, tornate qui: vi riporteremo via mare dal vecchio Hiji. Fate del vostro meglio, noi nel frattempo cercheremo una buona taverna dove... Ehm... Dove bere un po' di birra e vincere un po' di soldi facilmente. Ho i dadi che fremono dalla voglia di mostrarmi i loro 6, sapete.



    Basta. Finita lì. Il capitano si ritirò, lasciando che anche l'ultimo suono "familiare" si spegnesse su quel molo deserto e piuttosto spettrale. Silenzio. Non si vedeva anima viva.
    Percorrendo l'unica strada che si dirigeva verso l'interno dell'isola, il team si sarebbe imbattuto nel villaggio vero e proprio. Anch'esso non era molto grande, anzi, per l'ennesima volta si trattava di un semplice agglomerato di case, attraversato da una strada principale, con una piazza al centro, i "servizi" per gli abitanti affacciati su di essa e le case tutt'intorno.
    Anche la piazza era deserta, sebbene da dietro alcune porte si sentissero arrivare suoni e voci umane. Era possibile riconoscere, dalle insegne e da alcuni oggetti fuori dalle rispettive porte, una piccola bottega, la fucina di un fabbro, una sala da gioco, una taverna, un banco dei pegni, il laboratorio di un imbalsamatore e quello che a giudicare dalle bottiglie esposte in vetrina pareva un negozio di alcolici. Nessuna indicazione su dove si trovasse l'abitazione di Takato Hyuga, gli Accademici si sarebbero dovuti arrangiare anche per arrivare a scoprire dove abitava.

     
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  7. The_Drake
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    ~ La Chiave dell'Ignoranza ~ In nave ~



    Le risposte furono date a Drake come agli altri: insomma potevano fare quello che volevano del Guardiano in caso non avesse voluto cedere la chiave al Team; interessante.
    Fattostà che prima di partire i quattro poterono anche osservare l'aziano signore nella sua "veste" da sacerdote o per il fantomatico Rito: cosa che non toccavano minimamente Jo, che pensava ad altro.


    CITAZIONE
    D'accordo, allora. Il traghetto che vi ho fatto predisporre si trova ancorato nel porto di una piccola cittadina sul mare, una cinquantina di chilometri a sud-est da qui. Una volta arrivati, cercate il capitano del "Megiddo" e mostrategli le vostre chiavi. Il resto ve lo dirà lui.

    § Che culo...in viaggio via mare tutto pagato: almeno non dobbiamo camminare fino a Kiri....già mi faceva stare male l'idea! §


    Ci vollero circa 2 ore e mezza, più o meno, per arrivare al villaggio che dava sul molo in cui la nave "Megiddo" avrebbe trasportato gli shinobi a Kiri; sembrava anche questo, come in precedenza, in posto dimenticato dalla civiltà o dalle persone: gruppi di case qua e là, una bottega chiusa per l'ora tarda, e un bar da dove provenivano, man mano che i ninja si avvicinavano, voci di persone.
    Proprio da quest'ultima, Drake e gli altri, poterono osservare una simpatica discussione fra un presunto cuoco, forse della stessa locanda, con un tizio non poco vigile, insomma completamente sbronzo.
    Cose del genere, Ryouji, ne aveva viste poche in vita sua, considerando che alla sera non amava uscire per bar e altro: insomma, il ragazzo rimase a guardare il tutto con faccia abbastanza stupita e affascinata; sembrava un cartone animato di pirati.


    CITAZIONE
    D'accordo ragazzi, pare che qui non siamo più i benvenuti. Mi sa che a questo punto sia il caso di tornare al Megiddo a riposare, domani vi voglio pronti, agili e scattanti per quando arriveranno i ninja mandati da Hiji. Non sarà un viaggetto lunghissimo, ma è comunque meglio che siate pronti. Coraggio ragazzi miei, a riposare ora! Il Megiddo ha voglia di ripartire!

    Alle parole finali, pronunciate dall'uomo completamente ubriaco, la mente di Drake si destò di colpo dalla sua inattività, riprendendo il corretto funzionamento: aveva davanti il capitano della nave; che incontro strano.
    Rapidamente, prima che qualcuno potesse accingersi a parlare o dirigersi verso il tizio, oramai raggiunto dal suo equipaggio, degli uomini di mare dalla testa ai piedi, Drake parlò sottovoce al gruppo, esprimendo le sue idee.


    - Ragazzi...quello è il Capitano della nave: ora come ora non mi sembra in grado di intendere e volere, quindi secondo me è inutile andare a presentarsi ora..nel migliore dei casi potrebbe scambiarci per dei malintenzionati...e per dirla tutta...non voglio dormire in una nave dove, quasi sicuramente, stasera qualcuno rigetterà tutto quello bevuto!
    Aspettiamo qua fuori, riposando qui nei pressi del molo, aspettando domani...almeno io farò così...a voi la decisione -


    Indipendentemente dalla decisione del gruppo, Ryouji, si spostò dalla sua normale posizione, arrivando ad una vecchia case, dove a terra c'era una panchina dve sedersi: le solite che si trovano in quasi tutti i porti, in riva al mare.
    Li si sedette, sistemandosi i vestiti e il mantello che lo ricopriva: faceva freddo alla notte vicino al mare; cercò di prendere sonno, sonnecchiando il più delle volte: dormi-veglia.
    L'indomani, un pò per il sorgere del sole e un pò per le urla sulla nave, il ragazzo della Foglia si destò dal suo sonnecchiare, rimettendosi in sesto strofinandosi la faccia mentre si avviava un pò sbilenco verso l'imbarcazione.
    Cercò rapidamente la chiave che aveva con sè, considerando che era l'unico modo per farsi riconoscere, per poi mostrarla al Capitano o almeno alla ciurma, sana, che girovagava per il ponte della nave.
    Ora come ora, aspettava al gruppo ben 2 giorni di navigazione, sperando tranquilla e senza intoppi, dove avrebbero potuto, però, organizzarsi meglio per l'inizio del tutto.
    Infatti, i quattro non avevano ancora deciso nulla sulla conformaizone del gruppo, sulle abilità peculiari possedute e altro; oltre al fatto che Drake aveva notato delle cose fino a quel momento che gli parevano utili non poco.
    Al primo momento libero, che avrebbero avuto, dopo l'imbarco e la partenza, Jo, richiamndo l'attenzione inizio a parlare.


    - Ragazzi, ora come ora ci sono due cose da capire e decidere: chi sarà il capogruppo della missione? E, capire, di quali abilità il gruppo può usufruire.
    Iniziando da me: sono abile sia nel corpo a corpo, che nelle arti magiche, dove sono uno "specialista"...possiedo anche un richiamo animale abbastanza flessibile per ogni occasione. Direi che può bastare no!?
    Comunque, vedendo da prima, potrei dire che il ruppo non è messo male: Vergil è uno Hyuga, quindi è un'ottimo esploratore, grazie alla sua abilità oculare indiscussa, oltre ad altri pregi...Yosuke è un Aburame, quindi anche lui come esploratore ci azzecca non poco...poi ho visto Rhuya usare un'abilita non nuova ai miei occhi: trascrizione su carte ninja..cosa ababstanza utile...anche se per il resto nno saprei! -


    Attese che tutti avessero fatto le loro, più specifiche presentazioni, al gruppo, in modo che tutti avessero un quador più completo su cosa fare o non: era comunque importante quel fattoreper la buona riuscita della Missione.
    Poi riprese alla fine, per la decisione sul capo-squadra e altro.


    - Se non vi dispiace, mi candido come Capo-squadra....ho già partecipato a missione di tale livello, se non molto più difficili! Poi vedete voi...
    Comunque, prima che tutto avvenga, proporrei di sfruttare l'abilita delle carte del nostro amico di Oto...infatti, ho intenzione di fare delle domande in giro, sia nel villaggio che qua...più informazioni abbiamo e meglio è, e se possiamo catalogarle nelle carte per una rilettura futura, ben venga!
    Per cui, prego che ogni cosa venga detta, posso venir scritta nelel carte, se non ti dispace Rhuya...o ci segui e scrivi mentre parliamo, o ti verremo a riferire poi. -


    Qualunque fosse stata la decisione del gruppo, il ragazzo si sarebbe diretto, dopo il congedo dal Team, verso il Capitano, sperando fosse lucido per parlare.
    Cercò di essere più amichevole possibile nel viso, per non dare troppi sospetti.


    - Salve Capitano-Kisho! Spero che ti sia ripreso dalla serata di ieri...sembravate tutti a pezzi...
    Comunque sono qui per farti delle domande, nulla di così difficile...sai qualcosa sulle chiavi in particolare!? ne avevi già sentito parlare? Noi sappiamo che delle persone "ostili" le stanno cercando, tu sai darci delle informazioni più dettagliate su tali persone? Come ultima cosa...dobbiamo cercare un certo Takato Hyuga...diciamo che la sua fama per la malavita è rinnomato...nei tuoi viaggi hai sentito parlare di lui? magari sulla sua possibile abitazione? Sai uno Hyuga non passa inosservato... -


    Avrebbe atesso la risposta alle sue domande, sperando che le stessa cosa potesse essere fatta anche dalle altre persone del gruppo: magari dagli altri membri della nave, dove Drake non tardò a ricevere per delle domande anche a loro, magari meno di quelle fatte al Capitano, per non destare sospetti.

    - Sai per caso dirmi qualcosa in più sulle capacità del tuo Capitano!? Non sembra uno sprovveduto novellino dei mari... -


    Comunque, dopo quei giorni sul ponte e sotto-coperta del "Megiddo", il ragazzo riuscì a dormire, riprendndo le ore di sonno buttate fuori dalla nave la prima sera di missione.
    L'arrivo sul nuovo porto, mostrò agli occhi del ninja, che anche quel posto non era rinnomato per la sua grandezza: qualche case sparsa qua e là a riempire quel poco di angolo di terra.
    Percorrendo in silenzio la strada principale, dopo aver lasciato Kisho Daigo, il gruppo avrebbe potuto osservare che anche quel posto non era abitato da alcun che: diciamo che non aveva la minaccia di essere sommersi dalla folla.
    Una pizzza abbastanza grande, senza persone, contoranata da edifici caratteristici con delle case: dovevano dividersi per trovare informazioni sulla casa dello Hyuga.
    Aspettando che il Team si fosse arrestato, Ryouji, parlò nuovamente per dare gli ordini, in cso fosse stato capo-gruppo, o dare dei consigli in tutti gli altri casi.


    - Direi che ora come ora abbiamo come unica via per trovare lo Hyuga, quella di chiedere in giro.
    Siamo in quattro, quindi possiamo dividerci in diverse zone...sentite qua: sappiamo che questo Takato non è una persona per bene, considerando che come ci è stato detto è attirato dalla malavita e altro...quindi, vivendo in tale luogo, sicuramente sarà passato almeno una volta per la taverna, forse nella sala da gioco, negozio di alcolici e la bottega.
    Gli altri posti possono essere visitati in secondo luogo.
    Direi che nella taverna posso andarci pure io...nella sala da gioco, secondo me, Vergil tu hai più possibilità di trovare informazioni, magari con i tuoi occhi...bottega per Rhuya e alcolici per Yosuke.
    Cosa dite!? -


    Dopo aver deciso sulle mete, Drake, aspettando che non ci fossero altre domande, si diresse verso la sua...
     
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    Subito dopo aver dichiarato la sua intenzione di gestire di persona lo Hyuga traditore, il cui nome a quanto sembrava era Takato, l'udito fino di Vergil percepì un laconico commento da parte dell'Aburame. Vergil realizzò così con chi aveva a che fare: un altro dei tanti shinobi con un complesso di inferiorità nei confronti del suo clan. Avevano un idea e a tale ogni membro degli Hyuga doveva adattarsi, secondo loro. Qui stava l'errore. Il clan era un punto di partenza, ma era il singolo quello che contava.

    [...]

    Dopo alcune domande poste al vecchio Kurono, Vergil si rivolse al Ryouji per discutere su quando partire. E, ancora, l'Aburame parlò quando non interpellato. E con quale insolenza! Chiedeva di non parlare come se Vergil fosse superiore. Il suo errore era duplice: prima di tutto, senza dubbio lo Hyuga era superiore, ma se anche non lo fosse stato l'Aburame non si sarebbe dovuto permettere una simile frase se non altro per la differenza di grado presente tra i due.

    Interuppe la discussione con il Ryouji, e si avvicinò all'Aburame finché la distanza tra i due non fu inferiore al metro. Lo squadrò, dall'alto al basso. Era più alto di circa una decina di centimetri. Il suo sguardo si fece duro.

    " Dimostra il tuo valore in questa missione, e ne prenderò atto. Che tu mi sia inferiore o meno, però, non ha alcuna importanza. Se ti consideri un ninja, impara a stare al tuo posto e non mancare di rispetto a chi è più alto in grado. "

    Lo Hyuga aveva evitato dimostrazioni di forza o umiliazioni nei confronti dell'Aburame perché, in quanto chunin, vedeva le lacune di quel genin ed era suo dovere tentare di sanarle. Sperava solo che l'Aburame fosse abbastanza in gamba da recepire il messaggio e ingoiare i propri pregiudizi, imparando un po' di disciplina.

    " Poi, quando avrai imparato ad essere un vero ninja, se ti pruderanno ancora le mani sarò ben lieto di darti soddisfazione. "

    Il genin aveva solo da pregare che quel momento non arrivasse mai. L'altro genin, notò Vergil, sapeva stare al suo posto e sembrava avere una mente vigile. Quella tecnica di trascrizione delle informazioni era interessante. A decisione presa il vecchio Kurono ricomparve, questa volta con un abito alquanto singolare. Una nave, il cui nome era "Megiddo", li aspettava a circa cinquanta chilometri da lì ed il suo capitano possedeva le informazioni per la parte operativa della missione. Un rapido congedo, e gli shinobi partirono.

    [...]

    Il piccolo sobborgo marino loro indicato si presentò agli shinobi come abbastanza spoglio e anonimo. L'unica traccia di vita erano le imbarcazioni, alcune delle quali evidentemente in stato di attività, e dei rumori indistinti provenienti da quella che si scoprì essere una specie di taverna.

    Vergil e gli altri erano appena giunti nei pressi del locale quando un uomo sulla quarantina fu letteralmente sbattuto fuori dalla porta. Pareva che l'uomo avesse barato giocando ai dadi, ma non gli era andata bene. A giudicare dalla noncuranza con cui continuava a comportarsi doveva essere proprio un bel tipo. Per giunta, aveva parlato di un equipaggio. L'indomani gli shinobi gli avrebbero parlato senz'altro. Anche il Ryouji sembrava pensarla allo stesso modo. Rimaneva solo da trovare un posto in cui passare la notte.

    " E' meglio riposare in luoghi differenti, per non dare nell'occhio. Incontro davanti alla taverna, domattina alle sette. "

    Detto questo, si congedò.

    [...]

    L'indomani il team si presentò a quello che effettivamente era il capitano del "Megiddo", un uomo di nome Kisho Daigo. Il piccolo battello salpò, e il viaggio ebbe inizio. Due interi giorni di navigazione. Decisamente noioso, e l'equipaggio pensava a tutto senza necessitare aiuto.

    Il pomeriggio del primo giorno, quando tutti gli shinobi si trovarono sul ponte della nave, il Ryouji fece cenno di voler parlare, così si riunirono. Il solito discorso di tattica iniziale, unito ad una breve descrizione delle proprie abilità. Vergil detestava questa parte. Una cosa, però, lo fece sorridere. L'altro chunin si era "candidato" a caposquadra, quando era ovvio che la scelta sarebbe ricaduta proprio su di lui o sullo Hyuga.
    Vergil non era per nulla interessato a comandare quella missione: la prospettiva di attendere due giorni aveva fiaccato il suo interesse iniziale e in più voleva essere libero da obblighi decisionali per concentrarsi su quel Takato Hyuga. Sarebbe stata anche un'occasione per vedere le capacità di leader di quel chunin dai modi così informali.

    " Il comando è tuo, Drake. "

    Tra parigrado, e durante una missione, in fondo l'uso del nome personale invece di quello del clan non era una cosa cattiva.

    " Pare che tu sia un guerriero piuttosto versatile. Io sono più propenso alla distanza ravvicinata, e sono abituato a combattere da solo. "

    Si voltò verso i due genin.

    " In caso di pericolo, ci divideremo in due gruppi. Immagino che tu, Hokoama, essendo di Oto padroneggi qualche jutsu sulla distanza. Verrai con me, per supportarmi in caso di necessità. "

    Guardò nuovamente il Ryouji, con una scintilla di divertimento negli occhi.

    " Questo ovviamente solo se sei d'accordo, comandante. "

    Che l'Aburame imparasse: anche tra parigrado, a chi ha il comando è dovuto rispetto e obbedienza. Pena, il rischio di fallimento della missione. Il secondo giorno di viaggio, Vergil si diresse da Daigo per parlargli a quattr'occhi. Si decise a parlare solo quando furono entrambi nella cabina del capitano.

    " Lei sembra un uomo che sa il fatto suo. Si finge debole, e si affida alla sua lingua sciolta. Sappia però che esiste ben altro al mondo. "

    Il chakra corse ai suoi occhi, risvegliandone i poteri, ed il suo sguardo trapassò l'uomo. Lo fissò dritto negli occhi per dieci secondi buoni, poi parlò nuovamente.

    " Non so a chi vada la sua fedeltà, Daigo. A Kurono, ai soldi o magari a lei stesso... non ha importanza, ma sappia che se mi aspetto di trovare il Megiddo ad aspettarci quando torneremo, qualunque cosa succeda. Se ha qualche nozione di questi occhi che in questo momento stanno vedendo ogni cosa di lei, allora sa anche che farà meglio a non deludermi. Sono bravo a trovare le persone. "

    Il tono dello Hyuga era calmo, e parimenti la sua persona. La sua semplice presenza avrebbe atto il resto. Fece aleggiare le sue ultime parole nel silenzio, per qualche attimo.

    " Bene, ci siamo chiariti. E ora, se c'è qualcosa a proposito della missione che ritiene dovrei sapere, la prego di mettermene a parte. "

    Il suo sguardo, al contrario del suo tono ora appena più amichevole, non mutò di una virgola. Rilasciò il Byakugan solo una volta uscito dalla stanza.

    [...]

    Dopo due lunghe giornate finalmente il Megiddo raggiunse la sua meta, presentata dal capitano come il villaggio di Masachika, a quanto pareva un luogo non esattamente raccomandabile. Quello, pensò Vergil, era un fatto che sarebbe tornato a loro vantaggio. Posti del genere erano miniere di informazioni, se si sapeva cercare. Il Ryouji parlò, illustrando la sua opinione e definendo il da farsi.

    " Non ho obiezioni. "

    Lo Hyuga sembrò riflettere un attimo.

    " Solo, una raccomandazione. Specialmente per voi due. "

    Si voltò, iniziando ad incamminarsi verso quella che sembrava una sala da gioco.



    " Qualsiasi cosa succeda, soprattutto se vi provocasse, non scendete in corpo a corpo. Potreste pentirvene. "
     
    .
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    Il Megiddo, la nave per Kiri



    _________________________________________________________________________________



    Drake, pose alcune questioni al richiedente dela missione, alcune precisazioni alle quali l'uomo fu in grado di rispondere, o almeno in parte.
    Yosuke di certo si era accorto che lo Hyuga aveva perfettamente recepito che il comportamento del genin non era dovuto a semplice stoltezza, ma al contrario, esso si sentiva offeso nel profondo dell'orgoglio, mai nessuno doveva ermettersi di trattare da inferiore un membro del Clan Aburame, primo tra tutti Yosu stesso.
    Non aveva mai tollerato non essere considerato.
    Quel Chunin che si definiva tale, avrebbe dovuto sapere che i compagni di squadra in una missione sono determinanti per la propria sopravvivenza e la riuscita della missione.
    Se di questo Vergil Hyuga non si era accorto, allora il grado di Chunin non gli apparteneva...
    Anzi avrebbe dovuto ricredersi su Yosuke non appena avrebbe udito la risposta del giovane.
    Vergil stava parlando con Yosuke, quando in seguito all'affermazione dell'Aburame, si voltò e si portò a circa mezzo metro dal genin.
    E con sguardoarrogante, dall'alto in basso pronunciò parole ancora più assurde.
    Il Suo sguardo era glaciale e duro, un degno esponente del clan Hyuga a quanto pareva.

    Dimostra il tuo valore in questa missione, e ne prenderò atto. Che tu mi sia inferiore o meno, però, non ha alcuna importanza. Se ti consideri un ninja, impara a stare al tuo posto e non mancare di rispetto a chi è più alto in grado.
    Poi, quando avrai imparato ad essere un vero ninja, se ti pruderanno ancora le mani sarò ben lieto di darti soddisfazione.


    Tsk, le solite frasi fatte che si imparano all'accademia...ma no, sembrava prorpio che quel ragazzo fosse proprio un accademico d'ok, una di quelle persone che non vedono al dilà del proprio naso, non si tratta di gradi si tratta di essere coesi ed uniti.

    Dimostrerò il mio valore...
    Parli di gradi vero? Ma tu che cosa hai di un chunin?
    Apparentemente nulla... visto che come ho potuto osservare pensi a stupide dispute fra Hyuga, invece di coordinarti al meglio con i tuoi compagni di squadra...
    Gradi... mi viene da ridere... dimmi un genin non è comunque un tuo compagno di squadra? E per questo determinante alla riuscita della missione?
    Non essere arrogante, dovresti sapere che nessuno può far nulla da solo in queste situazioni...
    E ora rifletti sulle mie parole...
    Non intendo più discutere con te, dovresti vedere al di là delle apparenze, quindi inizia e sappi che da questo momento in poi ascolterò solamente Drake Jo Ryouji.


    Yosuke si discostò dunque dallo Hyuga, non avrebbe più discusso con un uomo tanto arrogante.
    Da quel momento sarebbe stato al suo posto, e non avrebbe in alcun caso risposto allo Hyuga, ne ora ne in altri momenti nel corso della missione.
    Rimase appoggiato alla parete della sala, indossando la maschera ed il cappuccio del mantello.
    Poco dopo Kurono ricomparve cambiato d'abito, e alla risposta collettiva del Team, disse che in una cittadina portuale poco lontano da lì, avrebbero trovato una nave ad attenderli, il Megiddo.
    Per ora non vi erano problemi, il custode della chiave era però uno shinobi sicuramente di alto livello e capace di utilizzare il Byakughan, se Yosuke avesse dovuto scontrarsi con lui avrebbe dovuto sudare un bel po' per sconfiggerlo.
    Dopo un rapido saluto al richiedente della missione il team iniziò il suo viaggio.

    [...]

    Arrivati alla piccola cittadina marittima, Yosuke notò come l'ambiente fosse piatto e senza particolare vita, che quasi sicuramente si svolgeva nei bassifondi oppure nelle taverne più malfamate.
    L'unica parte che sembrava più attiva, così ad un primo sguardo era il Porto dove erano ormeggiate diverse navi, sulle quale marinai, mozzi ed ufficiali lavoravano senza sosta.
    Poco distante da dove si erano fermati i quattro, un uomo in compagnia di alcuni uomini stava venendo appena sbattuto fuori da un locale che sembrava essere una sottospecie di lurida locanda, abitata da feccie della peggior specie.
    Quell'uomo sembrava aver barato al gioco dei dadi, anche se poco sembrava importargliene.
    Coraggio il vecchio...
    A Yosuke parve di sentire che quel tipo aveva un equipaggio, che fosse quindi il comandante del Megiddo?
    Il Genin aveva già in mente di parlare con quell'uomo, ma di sicuro prima avrebbe avuto bisogno di riposo...
    Ad un tratto Vergil Hyuga proferì di nuovo parola con quel suo fastidioso tono di voce, dicendo che era meglio dormire in posti separati, il giorno seguente i 4 si sarebbero trovato la mattina presto di fronte alla vecchia locanda.
    Le 7.00 non erano poi così male.
    Yosuke annuì alle parole dello Hyuga, e senza dire altro o dover rendere conto a qualcuno si addentrò nel piccolo sobborgo.
    Avrebbe trovato una vecchia bettola ed avrebbe pensato a rifocillarsi e idratarsi, poi si sarebbe ritirato nelle sue stanze.
    La partenza era prevista per domani...

    [...]

    Yosuke si presentò nel luogo di incontro circa cinque minuti prima del previsto, visto che quella notte aveva ripensato alla discussione avuta con lo Hyuga.
    In effetti contro tale doujutsu utilizzare il fattore sorpresa era praticamente impossibile.
    Il Byakughan aveva davvero un'aura di invincibilità attorno a se, una delle abilità innate più potenti in assoluto, ma soprattutto estremamente versatile.
    Non appena i suoi compagni di squadra fossero giunti, Yosuke avrebbe fatto un lieve inchino ed avrebbe deto con la sua solita voce atona, quasi metallica:

    Buon giorno a tutti...

    Poco dopo il team incontrò colui che la sera prima Yosuke aveva ipotizzato essere il Capitano del Megiddo.
    Un certo Kisho Daigo.
    La Nave ed il Team si spostarono dunque, mentre il porto si faceva sempre più lontano ed il loro obbiettivo sempre più vicino.
    Sarebbero stati due giorni di viaggio, nei quali Yosuke sarebbe restato in disparte dagli altri tre Shinobi, avrebbe reso il suo equipagiamento perfettamente utilizzabile, posizionandolo con tecnica sopraffina nelle sue tasche, in maniera tale che l'estrazione e quindi l'utilizzo fossero dei migliori.
    Il pomeriggio del primo giorno di Viaggio il team si ritrovò sul ponte, causa una richiesta di Drake.
    Esso si candidò volontariamente a caposquadra, e Vergil al contrario delle aspettative del genin accordò tale posizione al Ryouji.
    Sinceramente Yosuke si ritrovò spiazzato da un tale gesto, ma poi si ricordò:
    Vergil aveva la sua faida tra Hyuga ad occuparlo, mica poteva prendersi anche il comando, altrimenti sarebbe probabilmente stato incapace di fare entrambe le cose.

    Anche io sono d'accordo che tu sia il caposquadra...
    Per quanto possa importare...
    Io sono un esponente del Clan Aburame, quindi me la cavo benissimo a rintracciare le persone, e nel combattimento sulle medie distanze, così come nel corpo a corpo.
    Prediligo Genjutsu.
    Possiedo anche delle abilità da medico ed erborista, posso creare dei tonici ninja con un po' di tempo e delle erbe...


    Poi ancora una volta lo sguardo impietoso di Vergil si posò sui due Genin:

    In caso di pericolo, ci divideremo in due gruppi. Immagino che tu, Hokoama, essendo di Oto padroneggi qualche jutsu sulla distanza. Verrai con me, per supportarmi in caso di necessità.

    Tsk... per fortuna Yosuke non sarebbe stato costretto a sorbirsi lo Hyuga in caso di pericolo, al contrario Drake Jo Ryouji iniziava a stargli simpatico, era un Chunin, ma non per questo non aveva chiesto il parere dei suoi sottoposti alla sua candidatura.
    Yosuke avrebbe approfittato di un momento nel quale il Ryouji si fosse trovato da solo, e si sarebeb così avvicinato a lui dicendo a bassa voce, con quella sua voce inespressiva ed atona:

    Capitano...Posso parlarti?

    Se Drake avrebbe acconsentito alla richiesta del Genin Yosuke avrebbe continuato a parlare con lo stesso tono di voce tipico di lui, come degli altri membri del Clan Aburame.
    La voce non doveva tradire le emozioni...

    Capitano, che cosa ne pensi del fatto che abbiano richiesto quattro Shinobi accademici per riprendere una chiave ad un solo uomo?
    Pur essendo uno Hyuga non può essere così potente, io credo che coloro che hanno ostacolato la precedente missione cercheranno di prendersi anche la Chiave dell'Ignoranza, così come hanno fatto con quella dell'Odio...
    Consiglio vigilanza...se posso permettermi...
    Mettiamo in conto ache questa eventualità e sapremo affrontarla, sottovalutiamola e sarà facile venirne distrutti...


    Una pausa, un respiro mentre il Genin guardava l'oceano, pian piano la temperatura si feceva sempre più fredda, d'altronde era a Kiri che andavano.

    Ah.. un altra cosa... mi sta bene il fatto che se dovremo dividerci sarò in coppia con te, le mie abilità sono utilissime per il supporto alleato...
    Non avremo nulla da temere.
    Prendo congedo, credo che dormirò per un po'...Grazie della chiaccherata.


    Quindi Yosuke si recò nella sua cabina per riposarsi un po', avrebbe dormito circa 2 ore, in questo modo avrebbe recuperato completamente le forze, e sarebbe stato lucido per iniziare le ricerche dello Hyuga, o quantomeno delle informazioni.

    [...]

    Il Megiddo giunse a destinazione, ed il team scese a terra.
    Adesso restava solamente da trovare il possessore della chiave e chiedergli gentilmente di concederla a Yosuke e compagni.
    Drake iniziò a riflettere, esponendo poi alcuni luoghi che secondo lui avrebbero potuto contenere persone con delle informazioni a proposito di Takato Hyuga.
    A Yosuke era stato consigliato di recarsi in un negozio di alcolici, non che non gli stesse bene, ma proprio non riusciva ad immaginare uno Hyuga a comprare dell'alcol, e maggiormente non riusciva a credere che uno Hyuga potesse bere dei liquori.
    Comunque tanto valeva tentare.

    D'accordo...farò attenzione e cercherò di guadagnare buone informazioni...

    Detto questo, Yosuke voltò le spalle agli altri e si diresse verso quell'edificio che dall'insegna recata sembrava proprio un negozio di alcolici con distilleria annessa.
    Con passo lento il Genin si avviò verso dove sperava di trovare qualche buona informazione...
    Il suo aspetto era tremendo, molti avrebero potuto scambiarlo per uno spettro, o addirittura peggio, era completamente avvolto da vesti color tenebra, con sovrapposto un manto logoro sempre dello stesso colore.
    Vedere Yosuke camminare era realmente inquietante.





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  10. marq1
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    SPOILER (click to view)
    <i>Narrato
    Parlato
    Pensato
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    Chapter 1 – Masachika



    Ogni parola del signor Kurono fu trascritta dal giovane Genin sulla carta Ninja che aveva sulla mano destra , attendendo poi la decisione dell’intero gruppo sul da farsi .
    Partire subito o il giorno dopo per Hokoama non rappresentava un problema.
    Raggiunsero ,dopo un breve colloquio , la stanza del signor Kurono per informarlo della decisione .
    Posizionato dietro allo Hyuga l’Otese potè osservare ,con enorme stupore,come l’uomo si presentò in quel momento , non sembrava la stessa persona di prima ,anzi,il cappuccio copriva l’intero suo volto celandolo nell’oscurità dello stesso abito.
    Informato dei fatti Kurono indicò la via da percorrere per raggiungere una piccola città sul mare in cui avrebbero potuto usufruire,gratis,di un trasporto marittimo fino alla destinazione.
    Era la sua prima missione,per questo ,per non essere d’intralcio alla comitiva,il ragazzo pensò bene di non partecipare per ora alle decisioni del gruppo ,restando comunque sia all’interno dei tre e pronto ad agire in qualsiasi modo .
    Se ci fosse stata l’occasione per esporre i suoi punti di forza Hokoama sarebbe stato più che lieto di dire ciò che lo caratterizzava probabilmente dal resto del gruppo,oltretutto con tre fogliosi il ragazzo immaginava che fossero,almeno in due,esperti di taijutsu .


    [Arrivo al paese]


    Il paese in cui dovevano incontrare e conoscere il capitano della nave Megiddo era un villaggio totalmente desolato in cui vi era un silenzio quasi impossibile da descrivere.
    Le onde del mare che si scontravano sul molo sembravano provocare lo stesso rumore di uno tsunami.
    Ad un tratto Hokoama riuscì a sentire ,sempre più ,delle grida ,delle risate,provenire probabilmente dalla solita locanda piena di marinai sbronzi ai pressi di ogni porto.
    Con fare molto calmo Il Genin, insieme agli altri, potè godersi uno spettacolo buffo tra il proprietario del bar e un signore che aveva l’aria di essere un marinaio.
    Era il loro individuo,soprattutto quando dopo circa dieci minuti quella stessa persona ,in maniera molto goffa, richiamò all’attenzione alcuni uomini appena usciti dal locale facendo il nome di Megiddo , e di una partenza alla mattina presto.
    Drake anticipò qualsiasi azione proponendo di rimandare il colloquio con il capitano della nave,a cui avrebbero dovuto mostrare le loro chiavi,per via della sbronza e per via della possibilità di venire scambiati per malintenzionati.
    Hokoama non era poi cosi convinto di tali problemi che Drake aveva descritto alla comitiva, ma anche dormire fuori non sarebbe stato di certo una cosa malvagia,cosi aggiunse:

    Per me aspettare domani per presentarci al capitano del Megiddo va bene , difficilmente poi ,soprattutto in questa città,potremmo essere aggrediti da qualcuno.

    Dopo aver ascoltato gli altri Hokoama avrebbe seguito Drake posizionandosi non sulla sua panchina , ma in un altra distante da quella del suo compagno di circa 50 metri.
    Con un kunai occultato sulla manica destra l’Otese si mise comodo e chiuse gli occhi,cercando di prendere sonno ignorando quel vento forte e freddo che lo investiva da capo a piedi.

    [Mattina]

    La notte fu un inferno per il giovane Genin che per colpa delle onde del mare si svegliò moltissime volte.
    Dopo un sbadiglio e qualche minuto di stretching il ragazzo si avvicinò all’imbarcazione seguendo Drake che si era svegliato sicuramente qualche minuto prima di lui ,oltretutto a quell’ora e quindi con il sole puntato in faccia difficilmente qualcuno non avrebbe aperto gli occhi.
    Aveva il copri fronte e la chiave che gli era stata consegnata dal falco qualche giorno prima nella tasca interna del suo abito ,lasciando il kunai ancora occultato nella manica del suo abito.
    Aveva tutto il necessario per salire a bordo della Megiddo.
    Per la prima volta nella sua vita Hokoama mise piede su una nave e mai si sarebbe immaginato di quanto fosse faticoso fare una vita da marinaio.
    C’era un via vai assurdo sulla nave e di certo il ragazzo non si sarebbe prestato a nessun lavoro di qualsiasi genere,nemmeno per un attimo.
    Per uno spirito libero come Hokoama stare due giorni sopra ad una nave sarebbe stato un massacro,solo dopo un’ ora dalla partenza il ragazzo si annoiava a morte .
    Drake iniziò un discorso necessario per affrontare la missione nel migliore dei modi.
    Ascoltò le sue parole con interesse prendendo parola dopo l’Aburame:

    In confronto a voi Chunin sono capace di poche cose.
    Oltre alla trascrizione sulle carte ninja -
    si voltò verso Drake - possiedo nel mio repertorio due tecniche illusorie ed alcuni ninjutsu di tipo fulmine o che sfruttano l’agilità e la velocità dei serpenti. Cose così. Con il taijutsu sono ad un buon livello ma nulla di che rispetto a voi della Foglia.
    Okay Vergil,sarò il tuo supporto .


    Si sentiva a disagio,non poteva nasconderlo,all’interno del gruppo vi erano due Chunin e un Genin Aburame .In confronto a loro Hokoama non era poi cosi forte anche se era consapevole,dopotutto,che i suoi genjutsu potevano avere un importanza notevole.

    Riguardo al caposquadra si dovrà scegliere un Chunin qui presente e per me Drake tu puoi essere il nostro leader.


    Si voltò verso Vergil fissando i suoi occhi color perla con sguardo serio.

    Non perdere la testa quando incrocerai lo sguardo dello Hyuga traditore.

    Hokoama dopo aver pronunciato tali parole non avrebbe più detto nulla ,se non in caso che gli fosse richiesto un parere,per la scelta del caposquadra della missione.
    Ti seguo , non c’è nessun problema..quando vuoi. Rispose a Drake senza spendere altre parole.
    Dalle sue tasche tirò fuori alcuni fogli di carta in cui l’Otese era capace di trascrivere con il chakra tutte le parole pronunciate da qualsiasi persona,per questo si sarebbe messo a disposizione di Drake quando quest’ultimo lo avrebbe voluto.
    Nei seguenti due giorni ,dopo aver girato la nave insieme a Drake per la raccolta di informazioni , Hokoama ebbe l’occasione di poter parlare solo con un uomo della ciurma,forse con il marinaio che in quella nave contava di meno visto il fatto che stava lavando ,come uno schiavo,il ponte dell’imbarcazione con uno straccio distrutto.
    Buongiorno .
    Sorrise a quell’uomo che da qualche minuto stava lottando contro una macchia.
    Conosci Masachika? Domandò con un tono di voce serio.
    Solo in caso di risposta affermativa Hokoama avrebbe esposto la prossima domanda,cercando di trarre qualsiasi informazione utile per la missione.
    La risposta sarebbe stata trascritta su di un foglio di carta bianco sensibile al chakra [Consumo: Bassissimo][Trascrizione Carta Ninja: Risposta del Marinaio]

    Sai dove si incentra la malavita in quella città?Se conosci un quartiere,o ancora meglio,qualche luogo sarebbe ottimo.

    Scoperta più o meno la zona dove la malavita comandava Hokoama avrebbe potuto ipotizzare ,grossolanamente,in quale posto cercare lo Hyuga traditore,descritto qualche giorno prima da Kurono come un amante della criminalità.
    Nel caso in cui quel povero marinaio avrebbe dato risposta negativa Rhuya sarebbe rimasto in silenzio a fissare il mare per poi ritornare nella sua cabina.

    [Arrivo Masachika]

    Dopo due giorni di viaggio per via mare la comitiva toccò finalmente terra nel luogo dove ,secondo Kurono,si nascondeva da tempo lo Hyuga traditore.
    Masachika sembrava una brutta copia del paese da dove si erano imbarcati due giorni prima.
    Con particolare prudenza e attenzione,dopo aver salutato e ringraziato il marinaio,la comitiva s’incamminò fino a raggiungere quella che doveva essere la piazza centrale.
    All’interno della città non vi era un anima viva ma qualche voce ,proveniente dall’interno delle case,venivano captate dall’orecchio di Hokoama.
    Da dove cominciare la ricerca? Essendo la capitale della malavita fare un passo falso significava ritrovarsi in un guaio enorme.
    Intorno a loro vi era qualche negozio di poco conto: una taverna,una sala giochi,una bottega,la fucina di un fabbro,un banco di pegni e un negozio di alcolici .
    Hokoama ascoltò ancora una volta il parere degli altri per poi intervenire:

    Non mi convince un fatto ,ovvero quello di separarci in questo modo senza decidere prima quando ritornare qui . Se a qualcuno succede qualcosa,rissa o quant’altro,visto che questo posto è pieno di criminali,cosa potrà fare per segnalare il pericolo agli altri?
    Per me credo non ci sia pericolo , io andrò nella bottega ,difficilmente potrà succedermi qualcosa lì.

    Attese una risposta dai suoi compagni di viaggio,per poi avvicinarsi con passo lento e con il solito kunai occultato nella sua manica destra verso la bottega che dall'esterno sembrava essere grande e ben fornita.

     
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  11. Aydan
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    » Mare aperto, Giorno 2 «



    Come previsto, la comitiva di shinobi inviata da Kurono aveva iniziato a fare domande ancora prima di partire. Daigo aveva liquidato con un gesto le parole di uno dei 4, un certo Ryouji o qualcosa del genere, dicendogli di aspettare un attimo: prima sarebbero salpati, e solo dopo - quando, finalmente, non ogni benedettissima operazione avesse richiesto la sua supervisione - gli avrebbe risposto.


    No, non so nulla sulle chiavi. Hiji tentò qualche annetto fa di infilarmi in quella trappola della Religione, insomma, il Culto, quell'affare lì. Inutile dire che ho rifiutato seduta stante, se c'è un dio in cui credo è il caso, e tanto basta. Non ho più informazioni al riguardo delle Chiavi, dei guardiani, della vostra missione, di quante non ne abbiate voi, cioé quelle che vi ha dato il caro vecchio pretone.
    Stessa cosa riguardo allo Hyuga che cercate, so che è un poco di buono, che vive nel villaggio di Masachika, ma niente di più. E' troppo giovane perché possa conoscerlo di persona, sebbene abbia alcuni contatti nel... ehm... nel settore.



    Nessuna risposta precisa o esauriente, insomma.
    Un po' meglio sarebbe andata durante l'interrogatorio con uno dei marinai della nave, anch'egli interpellato da Ryouji al riguardo del suo capitano. All'osservazione che Daigo "non sembrava uno sprovveduto novellino dei mari", l'uomo aveva lasciato andare la vela che stava riparando per guardare dritto negli occhi lo shinobi.

    "Novellino dei mari"?! Chi, Daigo? Quell'uomo è un genio, un autentico genio. Ha passato gran parte della vita come corsaro, attaccava le navi da commercio che passavano nelle acque "di sua competenza", prendeva possesso del carico e lasciava libero l'equipaggio di scegliere se diventare corsari a loro volta o restare sulla nave depredata e privata del timone, nella speranza di essere salvati da qualcuno. Il pirata gentiluomo, così lo chiamavano: modi raffinati, abilità magistrale nella scherma, sangue freddo davanti ad ogni situazione. E' stato il signor Kurono a fargli cambiare rotta, anni fa, e adesso si limita a fare il capitano di imbarcazioni per il trasporto di passeggeri. C'è da fidarsi comunque, è un uomo d'onore. La nostra vita è al sicuro, nelle sue mani!



    Un altro marinaio, interrogato da Hokoama a proposito di Masachika, non seppe dire molto, invece. Sì, conosceva quel villaggio, gli aveva risposto, ma solo di nome e di fama. Non ci era mai stato, se non di passaggio, e non sapeva praticamente nulla di certo.

    La parte più divertente, però, arrivò il secondo giorno di viaggio, quando ormai erano quasi in dirittura d'arrivo a Masachika. Il capitano era seduto nel suo ufficio, i piedi appoggiati alla scrivania, intento nel ricavare qualcosa da un pezzo di legno con il semplice ausilio di un coltello. Quando alla porta della cabina si udirono battere dei colpi, l'uomo concesse a chiunque fosse di entrare: non poté, per un attimo, dissimulare la sorpresa nel vedere un altro del gruppetto di ninja che volesse parlare con lui. Già aveva detto quello che aveva da dire, cos'altro volevano?


    " Lei sembra un uomo che sa il fatto suo. Si finge debole, e si affida alla sua lingua sciolta. Sappia però che esiste ben altro al mondo. "



    Inizio ad effetto, niente da dire. Daigo intuì subito che la conversazione non sarebbe stata calma e rilassata.


    Ma davvero esiste altro al mondo? Viene a dirlo a me, il ragazzo.



    Borbottio teoricamente fra sé e sé ma - volutamente - percettibilissimo.
    Poi, qualcosa che per un secondo stupì anche lui, prima che la sua espressione si ricomponesse nel suo solito sorriso sardonico e vagamente beffardo. Lo sguardo perlaceo dello shinobi si fece duro e terribilmente penetrante, mentre le vene attorno agli occhi si gonfiavano a dismisura.


    " Non so a chi vada la sua fedeltà, Daigo. A Kurono, ai soldi o magari a lei stesso... non ha importanza, ma sappia che se mi aspetto di trovare il Megiddo ad aspettarci quando torneremo, qualunque cosa succeda. Se ha qualche nozione di questi occhi che in questo momento stanno vedendo ogni cosa di lei, allora sa anche che farà meglio a non deludermi. Sono bravo a trovare le persone. "



    Un angolo della bocca di Daigo si curvò verso l'alto, lo sguardo ancora impassibile e fisso negli occhi - doveva ammetterlo, tremendamente inquietanti - dell'interlocutore.

    Byakugan. Visione del sistema circolatorio, capacità di vedere attraverso corpi opachi, conseguente straordinaria abilità nel captare i minimi dettagli della mimica facciale e tradurli nei pensieri della persona che si osserva. In questo momento, caro signore, non solo può vedere che il mio chakra è pressoché inesistente o comunque al minimo indispensabile per la vita, non solo può vedere che nel cassetto a destra della mia scrivania è nascosta una scatola contenente un centinaio di dadi truccati mentre in quello a sinistra vi sono dei giornali... diciamo... "spinti", ma soprattutto può vedere dalla mia espressione e dal mio sguardo fermo che non sto affatto mentendo.



    Per un attimo il suo sguardo saettò verso la parete alla sua destra, dove stava appeso un fioretto di pregevole fattura.


    Non ha bisogno di minacciarmi per assicurarsi che, al vostro ritorno, il Megiddo sarà al porto di Masachika, esattamente là dove vi abbiamo lasciati. Vede, sono un lavoratore serio. Ho stabilito un accordo con il vostro datore di lavoro e intendo onorarlo fino alla fine. Non per i soldi, non per Kurono. Per la mia dignità. Quindi sì, diciamo che la mia fedeltà va a me stesso: ed è proprio di ciò che dovete ringraziare, se quando tornerete con il vostro oggetto del desiderio troverete il mio equipaggio ad attendervi.



    Il suo sorriso si fece più ampio. Lo sguardo non tremava minimamente, sotto gli occhi minacciosi dello Hyuga.


    Ah, comunque.



    Aprì il cassetto, quello di destra, e ne estrasse un dado di legno.


    Avevo pensato di farvi un piccolo dono, come capitano del Megiddo e come Kisho Daigo uomo d'onore. In quell'affarino sono presenti due serbatoi collegati, uno centrale e l'altro spostato verso la faccia del 2: in quello centrale, vi sono alcune gocce di cera. Se lo si tiene in mano per qualche secondo o vi si alita sopra, la cera si scioglie e passa nel serbatoio del 2, rendendo quella parte più pesante e aumentando le probabilità che esca la faccia opposta, nella fattispecie il 5. D'accordo, lo so, è barare e tutto, immorale, schifoso e anche peggio. Ma 'sti cosini mi hanno salvato il culetto in più di un'occasione, mi creda. Lei e la vostra squadra saprete farne buon uso.



    » Masachika, Giorno 4, Taverna della Quarta Stagione«



    A quell'ora del pomeriggio, la taverna non si poteva dire esattamente piena. Anzi.
    Nella stanza, che anche a causa dell'assenza quasi totale di avventori pareva particolarmente grande, anche il minimo rumore pareva risuonare con forza.
    Le uniche persone presenti in quel luogo erano un ragazzino dai capelli scuri, che ad occhio e croce non aveva più di 12 anni, dietro il bancone, intento a strofinare con uno straccio particolarmente sporco un bicchiere, e 5 omaccioni seduti ad un tavolo in fondo, intenti a sbeffeggiare una ragazzina che se ne stava lì, in piedi, a subire tutto quello che le dicevano. Avrà avuto sì e no 15 anni, anche lei. Tutto quello che indossava erano degli stracci; era a piedi nudi.
    Dietro il bancone, un cartello con una ripugnante offerta informava gli avventori che in quel locale vigeva la promozione "Cena + Pernottamento con ragazza da intrattenimento" ad un prezzo stracciato.
    Ridevano, gli uomini. Erano visibilmente ubriachi, e avevano il divertimento prenotato per tutta la giornata e la notte conseguente.

    » Masachika, Giorno 4, Bottega«



    Nella bottega le cose non andavano meglio, anzi. A parte il negoziante, un giovane alto e magro che armeggiava dietro ad uno scaffale, non c'era l'ombra di un cliente. Nelle varie scaffalature la merce era di tutte le forme, colori e tipologie immaginabili.
    Nel momento esatto in cui un qualsiasi cliente fosse entrato, il garzone si sarebbe voltato di scatto, tirando una sonora manata allo scaffale dietro il quale stava scrutando qualcosa fino a pochi secondi prima.

    <i>
    Buongiorno. Desidera qualcosa?




    » Masachika, Giorno 4, Negozio di alcolici«



    Al contrario, invece, il negozio di bevande alcoliche pareva notevolmente più affollato. Esso era composto da due ambienti: il primo era una sorta di ingresso, in cui si trovava il bancone e, addossato ad una parete, uno scaffale su cui torreggiava un grandissimo numero di bottiglie di varie forme e colori. Il secondo ambiente invece era una vera e propria sala di degustazione, dove gli avventori potevano sedersi a dei piccoli tavolini di legno laccato e gustare ciò che preferivano. Ad una parete era appeso un listino prezzi particolarmente esoso, ma a giudicare dalle numerose persone presenti in sala, a Masachika i soldi non erano un problema.
    L'ometto dietro al bancone, all'entrata, aveva un aspetto particolarmente sgradevole: calvo, basso, ripiegato su se stesso, non smetteva mai di strofinarsi le mani mentre gli occhietti porcini saettavano qua e là incessantemente. Non appena fosse entrato un avventore, gli si sarebbe rivolto, desideroso di soddisfare un altro cliente.


    Oh... Buongiorno! Posso esserle utile? Abbiamo una quantità di bevande da far invidia a qualsiasi altro locale di questo tipo nel raggio di decine di miglia... E in questi giorni, per festeggiare la recentissima apertura, facciamo ad ogni nuovo cliente dei prezzi assolutamente di favore? Vuole assaggiare qualcosa in particolare o è venuto per... scegliere... magari con l'aiuto di un consiglio?




    » Masachika, Giorno 4, Sala da gioco«



    Tutta la popolazione di Masachika - o quasi - che non si trovava negli altri luoghi pareva essersi data appuntamento alla sala da gioco del Villaggio. Ancora prima di aprire la porta, chi si fosse avvicinato avrebbe potuto sentire un brusio insistente che lasciava ben intendere la gran quantità di persone all'interno.
    Molti erano i tavoli da gioco all'interno del locale, e moltissimi uomini quelli seduti attorno a ciascuno: chi giocava a carte, chi scommetteva sulla roulette, chi giocava ai dadi.
    Era proprio attorno ad uno di questi ultimi che si accalcava la folla più grande: tutti erano intenti a seguire la cavalcata trionfale di un giocatore che pareva stesse mettendo su una somma esorbitante, vincendo una scommessa dopo l'altra.
    D'improvviso, l'uomo si alzò in piedi, dopo aver battuto con un doppio sei l'ennesimo sfidante. Le acclamazioni, il bicchiere vuoto poggiato su un angolo del tavolo, l'atmosfera festosa della stanza... Tutte condizioni che presumibilmente gli stavano dando alla testa.


    Non c'è più nessuno che ha il coraggio di sfidarmi? Coraggio, sono disposto a scommettere qualsiasi cosa, qualsiasi cosa! Volete del denaro? Ne ho! Volete oggetti preziosi? Ne ho! Volete che trovi l'ultimo uomo di cui avete bisogno per quel colpo in banca che avete preparato con tanta cura? Sono la persona giusta per trovarlo! Coraggio, fatevi avanti! Vediamo se riuscirete a battere me e i miei dadi formidabili!

     
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    Per un paio di dadi
    Quel genin avrebbe fatto poca strada. Questo il pensiero dello Hyuga nel sentire la risposta del piccolo Aburame. Gli mancava completamente il concetto dell'autorità. Parlava di coordinazione con i compagni di squadra senza nemmeno saper obbedire ad un ordine, e affermava che non avrebbe più ascoltato gli ordini dello Hyuga, un suo diretto superiore. Non contento, ne aveva anche messo in dubbio la qualifica di chunin. Quanta pazienza ci voleva in missione. Se non fosse stato per la situazione, l'Aburame si sarebbe trovato in un brutto guaio. Vergil fece un altro passo, riducendo la distanza tra i due a meno di trenta centimetri. Avrebbe potuto eliminarlo con facilità senza che nemmeno riuscisse a reagire.



    " Tu eseguirai gli ordini del caposquadra, che si tratti di Drake o di me, e lo farai senza discutere. Voglio la tua parola. In caso contrario ti renderò incosciente e ti lasceremo qua, perché saresti solo un intralcio per la missione. "

    In quella situazione, i dieci centimetri di altezza che li separavano sembravano veramente molti.

    " Tralasciando che ancora manchi di rispetto verso chi non ti puoi permettere di farlo, tu, piccolo Aburame, non comprendi le ragioni del mio grado proprio perché ne sei ancora parecchio lontano. "

    Sperava ardentemente che il genin capisse quanto lo Hyuga stesse parlando per il suo bene, anche se capiva di apparire duro. Quel ninja aveva un gran bisogno di crescita psicologica. Sembrava un bambino convinto di andare in gita con degli amici e del tutto inconsapevole di essere un guerriero, uno shinobi. Il suo sguardo non mutò.

    " I compagni sono importanti, e su di loro bisogna poter fare affidamento, ma proprio per garantire la loro sicurezza essi devono agire come una cosa sola seguendo gli ordini del capogruppo. Ciò che è fondamentale per un ninja è l'obbedienza totale a chi comanda, per il bene della missione, proprio e dei compagni. "

    Continuò, abbastanza annoiato. Normalmente non avrebbe spiegato le sue ragioni, tantomeno ad un genin, ma sembrava essere necessario per la buona riuscita della missione.

    " Ho detto che mi sarei occupato dello Hyuga in quanto penso che sia buona regola eliminare da sé le mele marce del proprio albero, ma se vorrai occupartene tu, non avrò obiezioni. Prima di accusare qualcuno, rifletti. Sarebbe imbarazzante proprio per gli Aburame avere una testa calda tra le loro fila. "

    Continuò. Era davvero stancante dover spiegare ogni cosa. Per questo sapeva di non essere portato all'insegnamento, o perlomeno a quello convenzionale.

    " Ho detto che mi sarei occupato dello Hyuga in quanto penso che sia buona regola eliminare da sé le mele marce del proprio albero, ma se vorrai occupartene tu non avrò obiezioni. Prima di accusare qualcuno, rifletti. Sarebbe imbarazzante proprio per gli Aburame avere una testa calda tra le loro fila. "

    Il suo sguardo si fece più intenso.

    " Non pretendo ammirazione, solo l'obbedienza. Finché obbedisci puoi pensare quello che ti pare. Allora, Aburame, ho la tua parola? Fai attenzione a come rispondi, o stavolta rischierai davvero di scoprire quanto io meriti il mio grado. "

    I due erano a mezzo metro, l'uno di fronte all'altro, e senza nulla in mano. In caso di risposta inadeguata, o insolente, lo Hyuga avrebbe agito e di certo l'altro avrebbe potuto fare ben poco. Un elemento in meno era una brutta faccenda, ma finché i chunin rimanevano due e la missione era di livello C Vergil era convinto che se la sarebbero comunque cavata egregiamente.

    [...]

    Il capitano del Megiddo si dimostrò insolitamente informato sulle peculiarità degli occhi dello Hyuga, che comunque sortirono l'effetto desiderato. Daigo era un uomo interessante e pareva che fosse fedele solo a sé stesso. Inoltre non mentiva.

    " Di nuovo, lieto che abbiamo chiarito. "

    Per Vergil la conversazione si sarebbe anche potuta considerare conclusa, ma il lupo di mare lo sorprese con un piccolo dono: dadi truccati, in perfetta coerenza con la scena di due giorni prima. Se era per la missione, lo Hyuga non si sarebbe fatto problemi a barare al gioco. Cos'era quello, dopotutto, in confronto ad uno qualsiasi dei numerosi omicidi che aveva commesso? Assolutamente nulla. Chinò lievemente il capo e prese congedo.

    " La ringrazio. "

    [...]

    La sala da gioco era gremita. Molto gremita. Pareva che tutti gli abitanti del villaggio si fossero dati appuntamento lì quella sera. Ai tavoli si giocava forte, ma uno tra tutti attirò l'attenzione dello Hyuga mentre camminava qua e là in cerca di persone interessanti. Un tizio, non molto furbo a quanto sembrava, cercava sfidanti e, combinazione, intendeva giocare a dadi.

    Allo Hyuga non piaceva mettersi in mostra, soprattutto in luoghi come quelli, ma forse in questo caso ne sarebbe valsa la pena. Si avvicinò al tavolo con aria indifferente.

    " Ti sfido io. "

    Disse laconico. Meglio non minacciarlo per il momento. Estrasse il dono del capitano e se lo rigirò con destrezza tra le dita[Prestigiatore]. Tutti gli occhi del tavolo erano puntati su di lui. Gettò un sacchetto tintinnante sul tavolo verde, di fronte all'uomo. Era più di quanto avrebbe potuto vincere in un mese di fortuna sfrenata.

    " Basta come posta? Se vinco, faremo quattro chiacchiere. "

    I dadi di Daigo e la sua destrezza nel manovrare piccoli oggetti fecero il resto.

     
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  13. The_Drake
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    ~ La Chiave dell'Ignoranza ~ La Taverna ~



    Prima di entrare nella taverna, uno dei compagni di squadra del giovane di Konoha, sentenziò un'elemento fondamentale a tale vicenda: l'ora di ritrovo nel loco di partenza.
    Jo, ci pensò un'attimo e considerando che si trattava, forse, solo di una parte investigativa, non volle calcare troppo la mano.


    - Ragazzi...avete due ore di tempo per parlare con i tizi o altro: in caso facciate prima, ritornate qui..così che possiamo trovarci al ritorno per discutere del tutto... -


    Si diresse così verso la porta di quela bar di paese: non arrivava nessun suono da fuori, segno forse c'erano poche persone o proprio nessuna.
    Jo, aprì piano la porta e lentamente si osservò in torno, entrando, notando che il luogo era parecchio ampio, anche se le persone scarseggiavano: 5 uomini in fondo alla sala insieme ad una bambina, e un capo-locandiere che aveva circa 12 anni; insomma avrebbe avuto il suo da fare.
    Si diresse per prima cosa verso il bancone, osservando i cinque uomini che molestavano quella piccola ragazza: notò dopo poco il cartello sull'offerta "intrattenimento"; avrebbe voluto intervenire a far cambiare le idee a quelle persone, ma avrebbe solo alzato un polverono che, forse, non avrebbe portato a nulla tranne che ad una rissa.
    Chiamò con un cenno il ragazzo, cercando di elborare qualcosa che gli avrebbe permesso di portarsi a casa dele informazioni.


    - Salve...vorrei un caffè: molto caldo perfavore...fà freddo fuori e ho le ossa tutte congelate... -


    Cercò di stare sul vago possibile, sperando che almeno avessero avuto la bevanda richiesta: solo dopo che sarebbe arrivata, avrebbe potuto agire.
    Per prima cosa chiese informazioni al bambino, considerando che lo aveva vicino


    - Hei tu, ma non ti sembra di essere un pò troppo giovane per dirigere un posto come questo!?
    Fattostà...ragazzo...vedo che ora sei il "capo" qui, quindi vorrei chiederti una cosa da uomo a uomo: hai mai visto una persona, aggirarsi per questo posto...sai, sono quasi sicuro che con la tua vista non ti scappi niente...con degli occhi spiritati, quasi bianchi? Si dovrebbe chiamare Takato Hyuga... -


    Drake, puntò direttamente sulle lusinghe: era sicuramente un mozzo e difficilmente poteva essere il padrone del posto e data la sua età, forse, la moina del foglioso sarebbe funzionata.
    Comunque, dopo che il ragazzino avesse risposto, quasliasi fosse stata la sua risposta, avrebbe continuato.


    - Senti ragazzo...quei tipi là, che stanno facendo a quella tipa?
    Sai, avrei un certo languorino: ti darò una piccola mancia se vai da loro e ti riprendi quella ragazzina...la voglio per me....che ne dici? Non ti sembra un buon affare?
    Tanto, sono così tanto ubriachi che nemmeno se ne accorgeranno...e poi fidati, sono generoso con le mancie. -


    Drake fece strisciare sul bacone qualche soldo, tenendolo sotto il palmo della mano, in modo che il bambino gli vedesse a capisse che non scherzava.
    Il piano del ragazzo era semplice: portare via quella povera ragazza dalle grinfie di quegli ubriaconi, così da permetterle una serata, almeno, senza problemi; ovviamente, la gentilezza di Jo era data dal fatto che forse persino lo Hyuga, avrebbe potuto abusare di qualche ragazzina dentro a quel posto: forse persino di lei.
    Se tutto fosse andato secondo i piani, quindi che il bambino si fosse preoccupato di andare da quei tipi a riprendersi la ragazza, Ryouji, l'avrebbe aspettata fino all'arrivo sul bancone: a lei avrebeb dato la cena che aveva ordinato, cercando di metterla a suo agio.
    Solo dopo che avesse iniziato a mangiare, lo shinobi avrebbe iniziato a parlare.


    - Hei, come ti chiami? Non ti voglio far del male...voglio solo chiedrti delle cose, poi sarai libera di fare quello che vuoi.
    Sono venuto qui in città per trovare un'uomo: era un ex-ninja, o forse lo è ancora, del casato Hyuga....lo riconosci subito per i suoi occhi bianchi e vaniscenti......lo hai mai visto? Pensaci intensamente per favore, è importante per me. -


    Queste sarebbero state le domande di Jo, fatte con voce tranquilla e rassicurante: un'occhio sempre puntato a quei 5 tipacci sul lato della taverna gli avrebbe permesos di controllare un pò tutta la zona d'azione.

    Ma, ovviamente, c'era un piano anche nel caso il bambino non fosse andato o riuscito a portare la ragazza da lui: prendendo il caffè bollente sulla tazza, si sarebbe diretto verso il lato dei 5 uomini.
    Con fare del tutto diverso da quello avuto sul bancone, prese una sedia da un tavolo lì affianco e si sedette tra i cinque, portandosi il più vicino possibile alla ragazza.
    Da quella posizione, scrutando le fingure che aveva attorno, cercò di capire se fossero realmente pericolosi o sarebbe servito un'atteggiamento esuberante per cacciarli: comunque fosse, avrebbe iniziato a parlare, cercando di esser il più amichevole e convincente possibile: il caffè in una mano, portato per finta alla bocca per sorseggiarlo e una mano libera per gesticolare.


    - Ragazzi, voglio anche io del divertimento...mi ha appena detto il moccioso che non ha altre ragazze disponibili...quindi mi ha mandato qua con voi: non vi dispiace se rido anche io, un pò, stasera!? -


    Dalla reazione dei tipacci, Drake avrebeb capito subito di che pasta erano fatti: anche se era sicuramente molto impregnata di alcool; comunque fosse andata, sia che fossero stati scontrosi o amichevoli, Drake continuò a parlare facendo domande sul suo obbiettivo.

    - Comunque, parlando d'altro...sono sicuro che voi cinque, sapete sicuramente darmi una direzione: sto cercando un certo ragazzo, chiamato Takato...credo appartenesse agli Hyuga della Foglia...beh, lo sto cercando perchè il tipo mi deve dei soldi...e tanti pure...mi sapete indicare dovè la sua abitazione!? Sapete che luoghi frequenta? Almeno così appena lo trovo, possiamo "parlare"...Hahaha! -


    Storie su storie per cercare quel Guardiano di chiave della Missione: a Drake incominciava a stare antipatico, considerando che il gruppo stava facendo un grosso sforzo a cercarlo; anche se l'Accademia o il signor Kurono potevano dare altre, e più numerose, informazioni prima di lanciare die ninja allo sbaraglio: almeno sapere se fosse ancora vivo.
    Comunque, cercando di non destare altri sospetti, rimase ad aspettare la risposta dei cinque, cercando di rimanere il più neutro possibile.
     
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  14. marq1
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    SPOILER (click to view)
    Narrato
    Parlato
    Pensato
    Titolo


    Chapter 2 – Omicidio



    Bene. Fra due ore qui.
    Dopo aver concordato l’orario di ritorno in piazza ,perché da quel momento ogni ninja si sarebbe spostato da solo,Hokoama si avvicinò lentamente all’entrata della bottega.
    Takato Hyuga..
    Doveva raccogliere più informazioni possibili sulla città ma soprattutto su quel ninja , un obbiettivo fondamentale per la buona riuscita della missione,e l’unico suo problema era la storia da raccontare ai probabili presenti. Non era bravo a inventarsi storie.
    Davanti alla piccola porta della bottega Hokoama posizionò con particolare abilità dieci minuscoli aghi sotto la sua lingua e un kunai all’interno della sua manica ,entrando con passo deciso all’interno del locale.
    L’ espressione seria del suo volto faceva di lui un ragazzo con cui non era possibile scherzare.
    BUMMM
    Davanti allo sguardo del Genin vi era un giovane cassiere ,alto e magro,visibilmente stupito dall’entrata di Hokoama,tant’è che chiuse con rapidità ma in modo troppo rumoroso lo scaffale su cui stava "trafficando" .
    Hokoama lo scrutò da capo a piedi ,nascondeva qualcosa.
    Buongiorno.
    Oltre ad un pacchetto di sigarette ,e spero che voi l’abbiate,desidero parlare con lei .Ho bisogno di alcune informazioni . Devo incontrare Takato Hyuga ..lo conosce? Vorrei sapere dove abita o dove di solito passa il suo tempo libero.

    Dalla tasca destra del suo abito Hokoama estrasse una Carta Ninja totalmente bianca ed irrorando in essa del chakra la posizionò in modo tale da far notare allo stupido commesso la formazione di un simbolo. [Consumo: Bassissimo][Trascrizione Carta Ninja: Formazione di un’Immagine]
    In cambio avrà questa carta che a lei sembrerà bianca nel momento in cui la lascerò cadere su questo tavolo – la carta fu posata dal Genin sullo scaffale alla sua sinistra – ma in essa vi è quel particolare simbolo che lei ha potuto vedere, sarà di fondamentale importanza per lei.
    Fra qualche giorno un mio collega passerà di qui e sarà pronto a risarcirla per le informazioni che mi darà con droga,soldi..tutto ciò che vorrà fino però ad un determinato limite.
    Hokoama si abbandonò ad un piccolo sorriso , ovviamente del tutto falso .
    Due metri li separavano ,una distanza che non avrebbe messo timore al commesso.
    Parli,non mi faccia perdere tempo.
    Sperava che il commesso avesse risposto alle sue domande ,ma una parte della sua anima tentava il Genin di sfoderare contro il povero ragazzo tutte le sue potenzialità.
    Se il commesso non avrebbe specificato il luogo di residenza ed i movimenti dello Hyuga , Hokoama non potè far altro che attuare il piano B .
    Con una buona probabilità dentro allo scaffale che era stato precedentemente chiuso dal commesso Hokoama poteva trovare ottime informazioni.
    Senta …
    Si avvicinò ulteriormente alla persona che stava mettendo sotto prova la sua pazienza.
    Non ho tempo da perdere .
    Posizionò la carta ninja all’interno della sua tasca destra e si voltò verso lo scaffale più vicino afferrando uno dei tanti oggetti lì messi in vendita .
    Mi faccia pagare questo e me ne vado.Ha perso un ottima occasione sa?
    Si avvicinò al cassiere per fargli vedere ciò che aveva preso ma non solo,nel momento più opportuno,ovvero quando il garzone avrebbe abbassato lo sguardo, Hokoama fece partire con un soffio i Fukibari verso il viso del ragazzo e allo stesso tempo un affondo con il kunai ,occultato nella rispettiva manica prima di entrare nella bottega, verso la gola del povero fanciullo,incrementando la velocità del colpo con un mezzo basso di chakra.[Velocità = 300 + 50 = 350 ][Forza = 300 + 25 = 300]
    Subito dopo l’affondo ,quasi istantaneamente,con l’altra mano,Hokoama sguainò rapido la wakizashi,e dopo aver spostato il busto in avanti l'Otese fece partire un secondo affondo questa volta verso il cuore del fanciullo ,in modo tale da porre fine alla sua vita una volta per tutte.[Velocità=300][Forza=300]
    Dopo la sequenza di colpi messa in atto riposizionò la wakizashi nel suo fodero e ,rapido come una gazzella,solo se il commesso fosse stato ucciso, Hokoama raggiunse lo scaffale che il ragazzo aveva chiuso al momento della sua entrata e avrebbe afferrato tutto ciò che era stato messo al suo interno.
    Il più velocemente possibile ,nascondendo con particolare cura i documenti rubati all’interno del suo abito,il Genin uscì dalla bottega e raggiunse il luogo in cui gli altri suoi compagni sarebbero dovuti ritornare.




    Rhuya Hokoama Genin
    Forza: 300
    Velocità: 300
    Riflessi: 300
    Resistenza: 300
    Agilità: 375

    Chakra: 55/60
    Vitalità:14/14
    imageTesta: 60/60
    imageBraccioSx: 50/50imageBusto: 100/100imageBraccioDx: 50/50
    imageGambaSx: 50/50imageGambaDx: 50/50
    Slot Azione
    « 1°SlotDescrizione: Lancio Fukibari

    Statistiche Potenziate: Nessuna
    Abilità Sfruttate: Nessuna
    Talenti Sfruttati: Nessuno

    « 2°SlotDescrizione: Affondo con kunai

    Statistiche Potenziate: Velocità +2
    Abilità Sfruttate: Nessuna
    Talenti Sfruttati: Nessuno

    « 3° Slot Descrizione: Affondo Wakizashi

    Statistiche Potenziate: Nessuna
    Abilità Sfruttate: Nessuna
    Talenti Sfruttati: Nessuno
    Slot Difesa
    « 1°SlotDescrizione:

    Statistiche Potenziate: Nessuna
    Abilità Sfruttate: Nessuna
    Talenti Sfruttati: Nessuno

    « 2°SlotDescrizione:

    Statistiche Potenziate: Nessuna
    Abilità Sfruttate: Nessuna
    Talenti Sfruttati: Nessuno

    « 3°SlotDescrizione:

    Statistiche Potenziate: Nessuna
    Abilità Sfruttate: Nessuna
    Talenti Sfruttati: Nessuno
    Slot Tecnica
    »
    »

    Slot Gratuiti
    « Azioni Gratuite
    Descrizione: Occultazione armi / 2 metri

     
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    意志力は爆発します



    Il Negozio di liquori - Informazioni.



    _________________________________________________________________________________



    Pomposo, saccente e presuntuoso...
    Maledizione, perchè in quella casata non vi erano Ninja ma solo nobili del cazzo?
    Tizi con gli occhi bianchi che si consideravano ognuno il Dio assoluto del sentiero ninja.
    Tsk, roba da matti.
    Non avrebbe dato nessuna parola, quello era certo, eseguire gli ordini di qualcuno che sembrava neanche considerarlo un ninja non gli andava a genio e men che mai alla sua controparte Kurai Suisey...
    Quel bastardo stava gridando a Yosuke di uccidere con un sol fendente quell'altezzoso di uno Hyuga, ma la forza indiscutibile della parte leale di Yosuke emerse proprio mentre il suo corpo stava per sfoderare fulmineamente la Wakizashi.

    Non agirò contro l'esito della missione...
    E sappi, prima di giudicare il mio livello che non riusciresti neanche a toccarmi... Hyuga Sama....
    Adesso se non ti spiace vorrei passare.
    Mi sembra di esser stato corretto, visto che ho semplicemente difeso la mia persona dalla vostra superbia.
    Bene anche se ciò mi costa, Hyuga Sama eseguirò i vostri ordini...
    Ma esigo come ogni valido shinobi di Konoha il rispetto adeguato anche da parte vostra.
    Ah... adesso può anche provare a colpirmi se ritiene la mia risposta inadeguata e conseguenziale alle vostre parole, Hyuga Sama.
    Ora se potesse spostarsi...
    Mi avvierei fuori...


    Già Hyuga Sama, quello era l'appellativo che ogni buon Hyuga voleva sentirsi affiancare al nome, ah spavaldo...
    Ma gli spavaldi cadono ancora più violentemente dopo aver sbattuto la testa su qualcuno che credevano inferiore.
    Beh quello non era certo il modello del Chunin, solamente essersi messo a discutere con il Genin non ne delineava un buon autocontrollo, in definitiva erano quegli occhi bianchi a dargli sicurezza...
    Buon per lui...
    Yosuke non avrebbe più spiccicato parola con quel simpaticone fino al termine del viaggio.
    E se il chunin avesse levato la mano contro il genin, esso ricorrendo se necessario ad un impasto in chakra, avrebbe schivato o parato il colpo.

    [...]

    Sbarcati dal megiddo i ninja incaricati del recupero della chiave decidero di dividersi, per indagare sul probabile possessore della stessa: Takato Hyuga un noto Hyuga criminale, che dalle informazioni ricevute stava ancora in quella città, dove svolgeva i suoi loschi comodi.
    Tutti si avviarono verso un luogo più o meno frequantato da malviventi, per lo meno in teoria.
    Yosuke venne incaricato da Drake di dirigersi verso il Negozio di alcolici, e così congedandosi il Genin si avviò verso la locazione assegnatagli.
    Camminando cercò con occhio vigile di guardarsi attorno, nell'improbabile caso di riconoscere un uomo con un paio di occhi candidi come la neve, senza ombra di dubbio vederlo passeggiare per le vie di quella cittadina sarebeb stato una vera fortuna.
    Non ci sperava, ma avendo la possibilità di guardarsi intorno decise di dedicare parte della sua attenzione in quell'azione.
    Non ci volle molto a Yosuke, essendo il genin abituato a mantenere un passo svelto, a raggiungere il Negozio di liquori.
    Quel posto aveva un'aria strana, come di delinqueza pura e spicciola, e Yosuke ebbe come l'impressione che Takato Hyuga non fosse stato certo il genere di persona da girara in quel luogo, ma tentar non nuoceva, così Yosuke si tolse il coprifronte e lo inserì in una delle sue sacche porta oggetti, in modo che eventuali ostili indesiderati non avessero l'occasione di riconoscerlo come abitante di Konoha.
    Entrò aprendo con calma la porta d'ingresso.
    Il Negozio sembrava composto da due parti distinte, una adibita alla Vendita di alcolici, ed un'altra adibita forse come punto di degustazione, alcol una sostanza che toglie la lucidità...
    Adatta dei criminali straccioni, non ad un Vanitoso ed altezzoso Hyuga.
    Appena entrato Yosuke venne accorto da un uomo dall'aspetto più che sgradevole, esso se ne stava dietro al bancone della vendita, e sembrava in vena di truffare qualche novellino...
    Beh Yosuke non era un novellino.

    Oh... Buongiorno! Posso esserle utile? Abbiamo una quantità di bevande da far invidia a qualsiasi altro locale di questo tipo nel raggio di decine di miglia... E in questi giorni, per festeggiare la recentissima apertura, facciamo ad ogni nuovo cliente dei prezzi assolutamente di favore? Vuole assaggiare qualcosa in particolare o è venuto per... scegliere... magari con l'aiuto di un consiglio?

    Tsk, voleva vendere alcolici a Yosuke?Che l'unico liquore che aveva mai assaggiato era stato il Faelnirv di produzione di sua madre, con una gradazione non troppo alta e piacevole al gusto, ovviamente possedeva anche delle proprietà curative, peccato non esserse portati qualche goccio...
    No Yosuke non era certo lì per comprare del veleno, ma forse l'acquisto di qualcosa avrebbe sciolto la lingua del commerciante.

    Si, vede cercavo del Sakè, vorrei comprare una bottiglia di ottimo Sakè per donarla ad un mio vecchio comapgno...
    Ah beh lui ha cambiato vita ed ora pare stia in questa città...
    Comunque prima necessito di assaggiare la bevanda prima di comprarla, ovviamente in una piccolissima dose, non vorrei ubriacarmi sa...


    Dopo aver assaggiato il liquido portatogli probabilmente dall'uomo, Yosuke avrebbe fatto finta di riflettere sul gusto dell'alcolico, mentre invece stava elaborando una startegia per portare alla luce la domanda fondamentale che avrebbe fatto all'uomo.
    Dopo alcuni attimi Yosu guardò il commerciante e disse abbozzando un sorriso:

    E' ottimo, lo compro!
    Si, davvero di buona qualità... il Mio amico Takato Hyuga ne sarà contento...
    Eravamo compagni di accademia ninja, ma poi io mi sono ritirato ed ora conduco un piccolo chiosco di ramen.
    Beh lui a quanto ne so non abita più a Konoha...
    E' sempre stato un matto...eheh


    A prescindere dalla reazione del commerciante, Yosuke avrebbe proseguito a fingere di essere un lontano amico di Takato, quella era la scelat migliore, poichè forse il commerciante avrebbe potuto abboccare, magari essendo già stato addolcito dall'acquisto di quella rara bottiglia di Sakè.
    In effetti non doveva essere semplice per lui vendere liquori tanto pregiati a persone comuni.

    Beh c'è un problema però...
    Io non sò dove abita in questa cittadina, non sò, magari è un suo cliente e potrebbe indicarmi dove trovarlo, non si confonde con la folla, porta due occhi bianchi che danno i brividi...
    Se potesse aiutarmi, sarei lieto di contraccambiare comprando un'altra bottiglia di buon Sakè!
    Voglio solamente fargli una visita di cortesia, è molto che non lo vedo.
    La prego mi aiuti se sa dove posso trovarlo...


    Yosuke abbozzò un'altro sorriso, cercando di creare un'espressione sincera e più naturale possibile.
    Sperava in cuor suo di ricevere in fretta le informazioni che cercava, non aveva voglia di starsene ancora per molto lontano da Konoha, da suo Padre appena recuperato e dai suoi confratelli...








    意志力は爆発します



     
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14 replies since 5/1/2010, 23:27   417 views
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