Sede dell'Amministrazione[Amministrativo]

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  1. Filira
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    Mother of dragons

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    Suna Calling


    I: La mia grossa, grassa convocazione



    Girò il foglio. Poi ancora, e ancora. Guardò il fronte e il retro, alla ricerca di qualsiasi piccola informazione che quell'insulso pezzo di carta facesse trasparire. Dunque sbuffò, sconfitta.

    Maledizione.

    Lanciò la convocazione, lasciando che essa atterrasse con poche cerimonie sul pavimento impolverato dell'appartamento al piano terra. Saru aveva provato tante volte a disfarsi di tutta quella sabbia che imperterrita entrava da ogni fessura, ma ad un certo punto anche la Rossa aveva dovuto arrendersi all'evidenza: cercare di togliere la sabbia da una casa sunese era come voler combattere contro i mulini a vento.

    Che vorranno ora quelli dell'amministrazione da me?!

    Pensando al volto serafico dell'amministratore sunese, la ragazza si convinse che quale che fosse il motivo, di sicuro le avrebbe portato guai. Non poteva essere una missione, e di questo ne era certa: non veniva menzionato un luogo d'incontro, né la presenza di compagni di team. Inoltre la Rossa era appena rientrata da una spedizione fuori dai confini della Sabbia, e dubitava che volessero spedirla nuovamente in qualche remoto villaggio del continente. C'era poi quella scritta, vergata a mano e in un rosso acceso, che al confronto faceva sembrare i capelli di Saru color paglia:

    CONFIDENZIALE

    Prese in mano nuovamente la lettera, inginocchiandosi sul pavimento caldo e ruvido. All'esterno il sole batteva forte, rendendo la piccola casa in muratura un vero e proprio forno. Nonostante ciò, Saru aveva preso a sudare freddo.

    Potrebbe essere qualsiasi cosa. Un aggiornamento sulla situazione al paese del fiume, una punizione per qualcosa che nemmeno io so di aver fatto, che diamine! Oppure...

    Sospirò, distogliendo lo sguardo. Oppure, potevano essere notizie sulle sue origini, la sua famiglia, i suoi genitori. Non osava sperarlo, non voleva nemmeno che l'idea le attraversasse la mente. Aveva sigillato quei pensieri in un cassetto remoto all'interno della sua testa, o almeno così era sicura di aver fatto. Eppure era lì, seduta per terra a sperare nell'impossibile.

    Patetica.

    Si disse, e si alzò, afferrando la borsa e uscendo velocemente da casa, gettandosi nel rumore delle stradine del villaggio.

    Quella mattina una coltre di nubi nere lambiva Suna all'orizzonte, rendendo l'aria pesante e carica di elettricità, lasciando però al sole lo spazio per brillare e accrescere la sempre presente afa che costringeva gli abitanti della Sabbia a cercare refrigerio al coperto. Saru era certamente fra essi, e le bastarono pochi minuti sotto il sole cocente a farle accelerare il passo, portandola in pochi minuti al palazzo dell'amministrazione. Un'occhiata veloce e fu dentro, trovandosi spaesata di fronte a quel luogo al contempo familiare e sconosciuto. Era un punto di riferimento per la città, ma la Rossa non v'aveva mai fatto visita. D'altronde, lì ci passavano solo i pezzi grossi e le segretarie, e di certo Saru non faceva parte né di una categoria né dell'altra. Parlando di segretarie, la Rossa ne addocchiò una che pareva tutta intenta a pensare ai fatti suoi, sbattendole la lettera di convocazione di fronte con un ghigno.

    Mi dispiace disturbarti cara, vedo quanto sei impegnata. Avrei bisogno di sapere dov'è l'ufficio del tuo capo, se hai tempo.

    Disse, inarcando le sopracciglia con fare strafottente. Non aveva mai sopportato la burocrazia, e stare in quell'edificio pareva avere su di lei lo stesso effetto che le avrebbe fatto attraversare un campo di ortiche. Attese la risposta della donna, voltandosi poi per incamminarsi verso l'ufficio. Fu in quel momento che, con sua grande sorpresa, una sua conoscenza si palesò proprio di fronte ai suoi maledettissimi occhi.

    Jou! Ehi, Satoshi! Mi venga un colpo, guarda se non è il mio pusher preferito!

    Gli diede una pacca sulla spalla, rivolgendogli un sorriso sincero. Jou era lì, questo poteva voler dire che la sua previsione fosse corretta, oppure si trattava di una semplice coincidenza. Guardò il ragazzo, chiedendosi cosa pensasse di quella assurda situazione.

    Allora, andiamo ai piani alti Jou?
     
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