Sede dell'Amministrazione[Amministrativo]

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  1. Filira
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    Mother of dragons

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    Suna Calling


    II: Back to school


    Ebbene Jou, proprio lei. E stavolta non sono nemmeno un'apparizione nei tuoi sogni, vedi?

    Gli fece l'occhiolino, accennando con la testa al luogo che la segretaria le aveva indicato. Quel giorno gli uffici dell'Amministrazione parevano al completo, con gente che correva freneticamente da tutte le parti, accompagnata da pile infinite di documenti. In mezzo a quel marasma, una voce spiccò sul resto del vociare, richiamando l'attenzione dei due.

    Kazekage!

    Imitando Jou, la Rossa si esibì in un profondo inchino, durante il quale si voltò con una faccia decisamente sconvolta verso il compagno. Aveva pensato di trovare Daishin, l'amministratore di Suna, lì ad attenderli, di certo non il neo-eletto capovillaggio in persona.
    Le opzioni erano due, o l'avevano combinata davvero, davvero grossa, oppure il villaggio stava per scaricargli addosso un qualche compito decisamente gravoso. Inutile dire che nessuna delle due prospettive risultasse particolarmente allettante.
    Seguirono il ragazzo lungo i labirintici corridoi dell'edificio, fino a raggiungere una stanza disabitata, lontana dal fervore degli uffici ai piani inferiori. Il Kazekage porse ad entrambi una busta chiusa, che Saru rigirò un paio di volte, cercando di identificarne il contenuto. In sottofondo la voce di Hoheneim continuava lieve e tranquilla, informando finalmente i due del motivo di quella misteriosa convocazione. La Rossa sgranò appena gli occhi quando il capovillaggio identificò finalmente chi avesse richiesto i suoi servigi. Lei, una torturatrice?

    Vuoi essere la mia cavia, Jou?

    Ringhiò appena a denti stretti, riservando al ragazzo un'occhiataccia.
    Non aveva mai pensato seriamente a quale sarebbe stata la sua divisione una volta entrata nelle forze militari della Sabbia. Certo, si era immaginata a rincorrere criminali attraverso infiniti deserti, o a difendere strenuamente le mura della città, come avrebbe fatto presto Jou. Invece, le sarebbero toccate le prigioni. Aggrottò la fronte, riflettendo sulla stupida battuta di Jou; cosa poteva significare per la sua sanità mentale il fatto che fosse stata giudicata in linea con il ruolo di torturatrice? Scosse appena il capo, allontanando quegli stupidi pensieri. Il lavoro era semplicemente lavoro, e avrebbe fatto quanto richiesto dal villaggio, quale che esso fosse.

    Un test?

    La Mononobe sorrise lievemente, aprendo la busta e estraendo i fogli e il materiale di cancelleria; il tutto aveva un nonché di nostalgico, e le riportò alla mente i tempi dei test dell'accademia. Tuttavia, in quel frangente c'era in gioco molto più di un semplice test attitudinale. Scorse velocemente le domande con gli occhi, per poi riportare lo sguardo su Hohenheim: non pareva che avesse alcuna intenzione di fornire loro ulteriori indicazioni o aiuti, in quella situazione avrebbero dovuto cavarsela da soli. Abbassò niovamente gli occhi sul foglio, cominciando a scrivere le sue risposte.

    CITAZIONE
    1) Considerando la tempistica dei sei mesi e la necessità di poter fronteggiare un individuo di grado chuunin, i potenziamenti proposti sono i seguenti:
    a & b) Celle rinforzate e perfette: nei primi due mesi procederei con il potenziamento delle celle, considerando che le tecniche disponibili al grado chuunin si collocano in un range di 30-60 pot. ritengo che sia necessario portare la portare mura e sbarre al livello massimo consentito, per scongiurare danni alle strutture.

    c) Sistema di allarme: pur cercando di scongiurare un'eventuale evasione grazie al potenziamento delle celle, ritengo che sia fondamentale mettere in atto un sistema di allarme che possa immediatamente avvertire il corpo dei torturatori in caso di fuga, trattandosi di un eventuale chuunin non si può comunque escluderne la possibilità di fuga.

    d) Cancelli specializzati: dopo aver rafforzato l'interno delle prigioni, ritengo sia necessario scongiurare eventuali infrazioni da parte di alleati del prigioniero, ponendo all'ingresso dei cancelli che possano individuare la presenza di individui ostili.

    e & f) Metodi di deprivazione del sonno e Tecniche di tortura avanzate: per rendere più efficiente il processo di ottenimento delle informazioni, ritengo sia necessario implementare i sistemi di tortura. Privando i prigionieri del sonno si ottiene in tre giorni un elemento più debole e più prono a cedere a livello psicologico, mentre tramite le tecniche di tortura avanzate e gli strumenti derivati si potrà infliggere un dolore fisico maggiormente efficace.

    2) Pur riconoscendo la necessità che ha mosso il prigioniero a compiere il reato, ritengo che sia necessario che esso permanga in prigione e sconti la sua pena, avendo comunque il carcere una funzione rieducativa per il condannato e esemplificativa per il resto della popolazione (nonché deterrente). Se si lasciasse il prigioniero in libertà per farlo ricongiungere con la figlia, verrebbero meno le tre funzioni precedentemente citate. Per quanto riguarda la bambina, predisporrei un suo trasferimento in ospedale per farle ricevere le cure necessarie. Pur essendo figlia di un ronin (che mantiene comunque una situazione giuridica diversa rispetto ad un Nukenin), non ritengo che le colpe del padre ne debbano pregiudicare la salvezza.

    3) Non ottenendo risultati con la tortura, ritengo che l'unica opzione percorribile sia quella di procedere con l'interrogazione mentale, possibilmente coinvolgendo un abile sensitivo che possa piegare la psiche del prigioniero. In alternativa si potrebbe procedere con la privazione del sonno e del cibo, ma avendo poco tempo ritengo che i genjutsu siano l'unica arma possibile a disposizione.

    Poggiò la penna, prendendo poi a massaggiare il polso sinistro con la destra. Era un secolo che non scriveva qualcosa di proprio pugno, e sembrava aver dimenticato persino come si facesse. Lanciò uno sguardo torvo a Jou, sottolineando la propria disapprovazione.

    Che, anche da guardiano ti metterai a chiedere le pause sigaretta? Beh, allora siamo in ottime mani!

    Rise appena, alzando gli occhi al cielo.

     
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