Lo Strano Universo

Corso Chunin

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  1. Amanimaru
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    Giorno 3



    Cabina di Sho

    Il Cascadiano che arrivò nella zona delle cabine per primo si recò a quella nella quale si era nascosto Sho. Entrando, notò che la stanzetta era occupata da una vecchia signora. Il tipo, decisamente un bifolco, la guardò bene, ma assunse un'espressione quasi delusa. Certo una vecchia non poteva causare problemi. Avreibbe preferito trovare qualche ninja nemico per poterlo pestare.

    - Tsk, una vecchia. -

    Nemmeno fosse stata una bella ragazza per divertirsi un pò a modo suo; allora tirò fuori un manganello retrattile dalla tasca dei pantaloni e lo aprì, iniziando a malmenare la vecchia signora fino a che non si fosse accasciata a terra semi svenuta. Stava a Sho decidere se reagire rischiando di attirare l'attenzione, o prendersi le botte fingendo di stare per svenire e facendosi infliggere una Ferita Media diffusa tra le spalle e la testa. Infatti dopo aver fatto ciò, il tipo se ne sarebbe andato richiudendo la porta alle sue spalle e comunicando che quella cabina era sicura.

    Cabina di Raizen

    Una scelta discutibile, ma di effetto. Dopotutto anche i pretoni che solcavano quelle acque si trovavano spesso soli. Probabilmente per questo motivo quando il Cascadiano entrò e comprese la situazione, arrossì leggermente e a voce un po roca fece quasi epr scusarsi, allontanandosi dalla cabina senza nemmeno curarsi più di tanto degli altri particolari.

    Cabina di Noruas

    Anche Noruas scelse come il ragazzo della Foglia di fingere una situazione abbastanza sgradevole, si dette per ubriaco. Quando il cascadiano entrò, dimostrò di essere furbo, e volle controllare meglio che non fosse una farsa; afferrò Noruas per la maglia e annusò la chiazza di liquido.


    - Dio come puzzi, fatti un bagno ubriacone. -

    E con una spinta lo fece volare sul gabinetto della stanza da letto. Stavolta non sembrava esserci nulla di scomodo nella nave, ma era ancora presto per esserne sicuri, mancavano ancora due cabine da controllare.


    Cabina di Sekiji

    Anche il ninja di Oto si sarebbe trovato nella situazione di Sho. Fintosi un vecchio fabbro, sorretto da un bastone, fu controllato da uno dei cascadiani meno corpulenti, chiaramente uno smilzo di prima classe, che non trovava vittoria in uno scontro da un bel pezzo, e quando entrò nella stanza fu più che felice di trovare un bel vecchietto indifeso.

    - Ahahah un vecchio! -

    E cercò di strappargli il bastone per prenderlo a mazzate sulla schiena. Come Sho, anche Sekiji avrebbe potuto scegliere se farsi malmenare o reagire, ma sicuro delle parole del sensei, magari avrebbe scelto di subire una Ferita Media alla schiena. Così da far sfogare il nemico che poi si sarebbe ritirato.


    Cabina del Sensei

    I quattro nemici che avevano controllato i genin erano già tornati sulla loro nave, che aveva abbordato la Nebbia, e ora si era spostata nel lato opposto delle cabine. Gli ultimi due che avevano controllato la stiva, si diressero nell'ultima cabina che mancava da controllare, e quando entrarono sicuri di trovare qualcosa, rimasero decisamente delusi. La cabina era totalmente vuota. Svuotarono l'armadietto ma non trovarono niente. Quindi delusi abbandonarono la nave e con loro, se ne andò anche il resto dei predoni di guardia. Era passata ormai una mezzora buona da quando i ninja si erano sparpagliati, e se ora fossero usciti dalle loro cabine, avrebbero notato il sensei scendere la scala che portava sul ponte, bagnato fradicio da capo a piedi. E... Senza naso!

    - Beh che avete da guardare? -

    Tornato nella sua stanza, il sensei sollevò una tavola del pavimento e tirò fuori un qualcosa di piccolo e roseo, almeno da quanto avrebbero visto i ragazzi, facendosi qualcosa alla faccia. Quando si voltò, era di nuovo a posto. Mistero?

    - Beh direi che possiamo tornare a riposare, il nostro arrivo avverrà tra non molto. Sembra che il capitano abbia preso una rotta più rapida per recuperare il tempo perduto a causa dei Cascadiani. -

    [...]

    Verso sera del terzo giorno, la nave arrivò in un piccolo porticciolo di una città mezza abbandonata e tutti si avviarono per abbandonare la nave.

    - Signori, ricordate dove ci troviamo, evitate di sbandierare coprifronte in giro. -

    Abbandonata la nave, seguirono il maestro verso una locanda le cui luci altro non erano che molte candele accese. Il villaggio sembrava molto povero, era una chiara stazione di passaggio per mercanti e predoni. Le cinque persone entrando, si diressero ad un tavolo per le ordinazioni. Una volta al tavolo, Brando si guardò attornò sogghignando leggermente. Quindi fece notare ai ragazzi alcuni personaggi presenti nella bettola.


    - Guardate un pò, quel tipo laggiù vestito di logori stracci grigi, è il proprietario della bettola. Quella tipa laggiù, invece, è una prostituta, e l'uomo sulla quarantina seduto al bancone, molto probabilmente è un mercante di informazioni. In più, abbiamo il barista, alcuni camerieri, e i clienti. Voglio che ognuno di voi scelga un bersaglio che potrebbe darvi informazioni utili. Diciamo che è una sfida. Il genin che attaccherà bottone con la miglior fonte di informazioni riguardo lo stato dell'esercito ribelle e cascadiano nella città avrà un piccolo dono da parte mia. Ragionate, e dividetevi i bersagli. La bettola è molto affollata percui nessuno si preoccuperà se tre o quattro persone vanno in giro a parlare. Data la grande quantità di ubriaconi che strillano. -

    Proprietario della Bettola
    Veste: Logori stracci grigi
    Età: Sui 60 anni
    Vizio: Avarizia
    Qualità caratteriali: Rimane piuttosto in disparte nelle risse, ma non tollera chi danneggia la sua proprietà. Uno zoticone arrogante, se troppo pressato da domande di eprsone che non conosce. E' di mani facili.
    Informazioni possedute: MedioAlte se colpito dall'eloquenza

    Prosituta
    Veste: Un vestito rosso stinto
    Età: Sui 25 anni
    Vizio: Denaro e Sesso
    Qualità caratteriali: Farebbe tutto per denaro, e non disdegna buona compagnia. Non presenta alcun livido il che significa che non viene mai picchiata, probabilmente perchè sa combattere, o forse perchè il suo protettore la tiene costantemente d'occhio. Parla se interpellata. Sembra lavorare nei letti di Cascadia da molti anni.
    Informazioni Possedute: Durante le pause non parla più di tanto.

    Mercante di Informazioni
    Veste: Un mantello blu scuro
    Età: Sui 40 anni
    Vizio: Denaro. Molto curioso.
    Qualità caratteriali: Non ama far sapere di cosa trattano i suoi affari, ma sa bene quanto possa valere un'informazione. Tutto epr lui ha un prezzo, se scoprire la vera identità di qualcuno, puoi star certo che la rivenderà il prima possibile. Bugiado e approfittatore.
    Informazioni Possedute: Molte, come nessuna.

    Barista
    Veste: Grembiule
    Età: Sui 30 anni
    Vizio: Nessuno, gli interessa solo servire fino a che sei in grado di pagare.
    Qualità Caratteriali: Non gli interesa molto la comunicazione, preferisce ascoltare, osservare, e riferire al suo padrone. Fino a che hai soldi, lui ti tratta come un re, poi ti manda a quel paese. Non ama dare da bere a chi ha già alzato il gomito a sufficienza. Sembra avere un debole per la cameriera.
    Informazioni Possedute: Quelle che chi sta a contatto con tutti in quel luogo può avere.

    Cameriera [Unica che rivolgerà la parola]
    Veste: Uniforme sporca della locanda
    Età: Sui 20
    Vizio: Rubare le mance
    Qualità Caratteriali: E' una piccola bastarda, più che altro perchè i clienti sono soliti infilarle le mani nelle mutande da quando aveva 10 anni. Non ama parlare fino a che non è certa che ci sia qualcosa nel tuo portafoglio, o che tu sia in grado di pagarla se vuoi apssare 10 inuti con lei nel bagno.
    Informazioni possedute: Quelle che una come lei crede di avere

    Clienti:
    Vestono: Un po di tutto
    Età: dai 15 ai 70
    Vizio: Tutti
    Qualità Caratteriali: Schivi, o rissosi, on ci sono grandi vie di mezzo. Vogliono solo mangiare e bere senza essere disturbati.
    Informazioni possedute: scarse.

    Ot
    Ognuno scelga un tipo di bersaglio. La prova consiste in 3 punti. In base al bersaglio che sceglierete potrete avere da 0 a 2 Punti. L'abilità con il quale gli parlerete vi farà guadagnare un punto extra. Come vedete, la prova consiste nel sapere subito da chi andare epr cercare informazioni, più di come siete in grado a prenderle, quello sarà nel post successivo. Non prendete le parti dei png, solo dei vostri. Le risposte alle vostre domande avverranno nel mio prossimo post.
     
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    Come previsto, tutti i suoi compagni gli somigliavano per quanto concerneva la loro efficacia nelle distanze d’attacco, si sarebbe potuto rivelare un problema.
    Funzionò in maniera eccellente anche la sua strategia, era quasi riuscito a farsi chiedere scusa da uno sconosciuto che avrebbe potuto riempirlo di botte.

    [...]

    Scesero dalla barca, difficile considerare nemico quel territorio visto la situazione in cui versava, ma probabilmente i grandi capi preferivano stanziare soldi per gli eserciti che per il benestare del popolo, il canuto ninja mise il coprifronte nella fascia che aveva legata alla vita, nascosto, dopotutto era in territorio nemico, non desiderava certo che un errore così banale potesse compromettere la sua missione.
    La rimozione del coprifronte lo aiutò a fondersi con quell'ambiente, senza di esso parecchi capelli gli ricadevano sulla faccia, anche se ancora si notava che era estraneo a quell'ambiente.
    Appena il sensei finì di identificare le “vittime” Raizen si diede da fare, era curioso notare come quel luogo fosse differente da quello che chiamavano paese natale, sembrava che fossero lo scarto del loro mondo, definirli terzo mondo era troppo, osservò qualche istante il suo bersaglio, la prostituta.
    Abiti rosso stinto, non d’alto rango, una semplice prostituta, non aveva però segni di violenza, guardandosi intorno il konohaniano non notò un qualche protettore, niente che identificasse un papabile pappone, anche se era probabile che quest’ultimo fosse in incognito, al contrario di quel gruppo di ninja che li in mezzo parevano essere dei gran ricconi, quasi vestiti di lusso.
    Forse si sarebbero dovuti preparare meglio.
    Raizen si alzò di scatto, come se d’improvviso qualcosa lo avesse infastidito, un veloce sussurro diretto a brando, erano lievemente in disparte, nel brusio della locanda avrebbero fatto fatica a sentirlo anche i suoi compagni, figuriamoci i clienti o le altre persone, o almeno così sperava.

    Reggimi il gioco per favore

    Gli diede un forte spintone e senza forzare la voce profonda, che certamente si sarebbe udita distintamente parlò nuovamente a Brando.

    Con me, fuori.

    Aria di rissa, un semplice attaccabrighe che non si prendeva l’accuratezza di mettersi alle spalle di colui che aveva spintonato, cosa stupida per un ninja.
    Lo guidò fuori in un angolo buio.
    Attivò la henge e tolse le bende dal viso.

    Perdonami, mi serviva un po’ di copertura, la henge è scomoda per via di questo fumo.
    Se ti procuri qualche livido mi dai una mano, ok finzione, ma sembrare troppo cacca da essermi fatto pestare e basta non mi va.


    Appena Raizen attivò la henge il suo viso tornò quello di una volta, solo una lunga cicatrice fine e con qualche punto compariva nella guancia, non uno sfregio, ma un lavoro di un ottimo chirurgo, ottimamente ricucita, prima dall’interno probabilmente, per renderla ancora meno vistosa, uno zigomo lievemente gonfio e qualche livido completarono l’opera, le bende gli vennero strappate durante la rissa, mascherarsi in altro modo sarebbe stato impossibile, la sua corporatura era troppo massiccia per non notarla in qualsiasi spostamento.
    Si diresse nuovamente al bar, era innegabile la bellezza di Raizen, non era certamente di quelle raffinate, bensì aveva quel fascino trasandato che solo la sua vita solitaria poteva dargli, il volto pulito, se non per il taglio sulla guancia, differiva totalmente da quello dei presenti, pareva essere di un’altra razza, le mascelle spigolose e gli zigomi pronunciati insieme alle sopracciglia dritte e severe davano al viso una perenne espressione severa, in netto contrasto con i lunghi capelli spesso disordinati e dal così particolare colore, impreziosivano i rari sorrisi che comparivano sul volto del konohaniano.
    Doveva avvicinare la prostituta, abiti sbiaditi, probabilmente come il suo animo.
    Se devi chiedere informazioni non andare in chiesa dal prete, ne al comune e dal notaio o dal contabile, vai nei bordelli dalle puttane, tra le loro gambe c’è sempre qualcosa in più.
    Non sapeva tanto di quella donna poteva solo limitarsi ad osservarla mentre la avvicinava per riuscire a capire o ad immaginare come farsi dire qualcosa da lei, forse gli bastava essere se stesso, quindi diverso.
    Probabilmente aveva una scarsa voglia di starsene seduta li ad aspettare qualche cliente, meglio accorciare l’attesa.
    Prese posto affianco alla donna.

    Ey.

    Nonostante le due lettere accoppiate solitamente fossero segno di allegria vennero pronunciate languidamente dal canuto ninja, non troppo arrapato, non troppo sfigato.

    Ti ho vista dal mio tavolo li infondo, devo ammettere che mi hai colpito, sembri essere, non di un mondo a parte, ma diversa, insomma ti si nota in mezzo a questi scarti.


    Niente smancerie, non troppo sfigato, non troppo arrapato, un piccolo sorriso di circostanza per concludere il tutto.

    O si già, perdona la maleducazione, ma a volte dimentico qualche passaggio, mi chiamo Shintaro.

    Forse andava bene, quel piccolo tocco di ironia l’avrebbe aiutato, nel suo volto non un incertezza mentre mentiva sul suo nome, non deglutì, non sudò, non ansimò, non prese fiato, impassibile e sicuro, quasi fosse nato per mentire.
    Aspettò che la ragazza si presentasse e continuò.
    Ora doveva cercare di focalizzare su di se le attenzioni della ragazza, per ora era solamente uno stupidito qualsiasi, il suo “rotolo” l’avrebbe aiutato ad attirare l’attenzione.
    Fino ad ora era rimasto chino sul tavolo, si rilassò sulla sedia poggiandovi la schiena, non stava mettendo in mostra una vistosa coda come fa un pavone, era un più discreto pettirosso, nessun movimento particolare, ma l’orlo del tavolo non gli copriva le gambe e non squadrare un uomo così particolare era complesso, quantomeno era complesso non guardare li con lo sguardo, ma forse una donna con quel genere di esperienza si era anestetizzata da queste pulsioni, ma era pur sempre istinto, spesso ci si ritrova a fare le cose senza volerlo: aveva qualche possibilità, pareva facesse quel gesto naturalmente, un movimento qualsiasi che precedeva il successivo.
    Alzò la mano e chiamò a se la cameriera.
    Preso il menù scelse la pietanza col numerò più alto di fianco, la puntò col dito e si rivolse alla cameriera guardandola negli occhi, quasi improvvisamente e con impetuosità, per quanto uno sguardo potesse permettergli.

    Mi porti una di queste.

    Estrasse dalla tasca posteriore dei pantaloni una banconota, impossibile giungere a quella tasca senza che Raizen se ne accorgesse, il mantello la nascondeva del tutto, sarebbe stato necessario spostarlo per giungervi, impossibile fregargli dei soldi, ma con quel gesto pareva solo che avesse aggiustato il mantello, troppo rapide le mani per far vedere che estraeva una banconota (prestigiatore)
    Prese una mano della cameriera, molto piccola rispetto alla sua, la strinse con entrambe le mani e vi lasciò sopra la banconota, non troppi soldi, non troppo pochi, ma la lucciola non avrebbe notato, probabilmente la cameriera avrebbe intascato rapidamente.
    Guardo nuovamente la ragazza.

    Mi raccomando, con quanta più attenzione possibile.

    Si volse poi alla lucciola.

    Tu vuoi qualcosa?


    Quasi disinteressato, quasi rude in quella domanda se non per il viso ingentilito, aspettò una risposta per poi porre un’altra domanda.

    Dimmi, anche se in queste occasioni è una domanda sin troppo comune, che ci fai tutta sola in questo postaccio?

    Ora aveva iniziato veramente a muoversi, il suo sguardo si affilò cercando di carpire il più piccolo movimento involuto del volto della ragazza, se mentiva il suo corpo l’avrebbe tradita.
     
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    { Corso Chunin
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    Il cascadiano entrò nella stanza in cui mi trovavo, un uomo che sembrava avere sui trent’anni, una volta che ebbe solcato soglia della porta sentii subito il suo terribile fetore.

    E’ proprio un cazzo di soldato.

    Pensai schifato.
    Il soldato si avvicinò ed estrasse un manganello.

    Ehi ma che cazzo fa? Non vorrà mica picchiare una signora?

    E invece voleva, avrei potuto facilmente schivare quel colpo portato da quel soldato puzzone, ma non lo ritenni opportuno; assunsi un espressione stupita per interpretare bene il personaggio e, non appena fui colpito mi finsi svenire cadendo sul pavimento e trascinando le lenzuola su di me per rendere più scenico il tutto.

    Picchi come una femmina…

    Pensai mentre se ne andava chiudendo la porta dietro di se.

    Una femmina con un cazzo di bastone però.

    Conclusi il pensiero rialzandomi e massaggiandomi con la mano sinistra tra la spalla destra ed il collo, il punto in cui ero stato colpito.
    Spettai qualche minuto per essere sicuro e poi recuperai le mie armi per rimetterle al proprio posto:
    Mi tolsi il tonico dalle mutande e la carta bomba dal seno, recuperai le sacche porta oggetti ed infine, sporgendomi dall’oblò, ripresi la spada della terra ed i quattro kunai lì fissati.
    Legai la spada intorno alla vita, le sacche portaoggetti ed armi alle cosce e vi infilai dentro tonico, carta bomba e kunai.

    -Spero proprio di non doverlo mettere in bocca presto considerando dove è stato.-

    Pensai rivolto al tonico.
    Grazie ad un ulteriore utilizzo della trasformazione ripresi le mie sembianze, ma camuffando tutto l’equipaggiamento, coprifronte compreso.
    Uscii dalla cabina per dirigermi verso la cabina del sensei, pensando che brando fosse rimasto lì, per la strada trovai anche i miei altri compagni.

    -A voi come è andata?-

    Domandai rivolto a tutti.

    -A me non bene.-

    Dissi.
    Prima di giungere alla cabina del sensei vidi Brando scendere da una rama di scale che conduceva al ponte, completamente bagnato e, cosa più importante, senza naso.

    Ma che cazz…

    Pensai guardandolo stranito.
    Tutti assieme ci dirigemmo alla cabina del sensei che, spostando una tavola di legno dal pavimento, prese qualcosa e si girò di nuovo verso di noi, stavolta con il naso apposto, mi toccai il punto in cui ero stato colpito dalla bastonata.

    O sono stato colpito più forte di quello che credevo, o qui c’è qualcosa che non va…

    Scossi la testa, come per mandar via i dubbi, il sensei era un ninja esperto di cui non conoscevo le abilità, per quello che sapevo poteva anche tirarsi fuori un drago distruttore fatto di sterco dal buco del culo, sorrisi a quel pensiero.

    -Bel posto per nascondere il naso…-

    Mi limitai a dire scherzoso.
    Dopodiché il sensei ci congedò dicendo che saremmo arrivati prima del previsto, una volta usciti dalla stanza mi sarei rivolto a Seikiji e gli avrei detto:

    -Quindi sei di Oto è? Dimmi, quali speciali tecniche avete nel villaggio del suono che possano tornarci utili per la nostra missione?-

    Dopo aver ricevuto una risposta dissi.

    -Se non vi dispiace mi faccio una dormita, per oggi ne ho già prese abbastanza…-

    Risi e mi diressi nella stanza dove eravamo inizialmente per assopirmi sul mio letto.
    Mi risvegliai all’attracco della nave al porto.

    -Uh?-

    Mi alzai in fretta e raggiunsi gli altri scendendo con loro dalla nave.
    Un ulteriore avvertimento da parte del sensei mi fece essere contento di avere la tecnica della trasformazione attiva per nascondere le mie armi.

    C’era da aspettarselo.

    Ci dirigemmo così ad una squallida locanda la cui illuminazione dipendeva dalla sola presenza di qualche candela, ora più necessaria che mai considerando che il sole stava oramai per calare completamente.
    Un puzzo di alcol e sudore stantio mi pervase una volta entrato.

    Cristo ma qui non si lava mai nessuno?

    Ci sedemmo ad un tavolo e Brando ci cominciò a parlare delle varie persone presenti nella locanda per poi comunicarci che il fine di tale visita era una prova nella quale avremmo dovuto recuperare più informazioni possibili.
    Guardai tutte le possibili “vittime” della mia eloquenza per poi decidermi.

    -Io prendo il barista così mi faccio anche un goccetto.-

    Mi rivolsi poi a Noruas scherzoso.

    -E tu vedi di non ubriacarti che ti conosco sai…-

    Non contavo più le volte che lo avevo riportato a casa ubriaco.
    Mi alzai così dal tavolo per poi sedermi al bancone pochi passi più in là, appoggiai i gomiti sul tavolo e dissi rivolto al barista.

    -Un bicchiere di sakè per favore.-

    Prima di parlare con lui avrei dovuto trovare un punto con il quale cominciare la conversazione.

    Si...ma quale?

    Bevvi lentamente il sakè, nonostante la bettola fosse piena, al banco c’erano poche persone, questo perché la maggior parte delle persone essendo in gruppo preferiva sostare ai tavoli, il barista quindi, non essendo impegnato con i clienti, si mise a lavare ed asciugare i bicchieri sporchi, lo osservai nei suoi gesti e notai che il suo sguardo non era mai rivolto al lavoro che stava facendo, allora mi girai in direzione di esso e notai che seguiva una giovane cameriera che serviva ai tavoli, mi voltai nuovamente verso il barista, un suo sospiro sconsolato consolidò la mia tesi, probabilmente era innamorato di quella ragazza avrei utilizzato qul fattore a mio favore. [Interpretazione]
    Sospirai profondamente ed appoggiai il bicchiere oramai vuoto sul bancone.

    -Eeeeeh….l’amore.-

    Iniziai.

    -Ho visto come guardi quella ragazza, ti piace vero? Sai, anche io sono innamorato e, come per te, non posso stare con la mia amata.-

    Abbassai lo sguardo verso il bancone come se quello che stavo dicendo mi ferisse.

    -Però…-

    Rialzai nuovamente la testa.

    -Il mio è un motivo diverso dal tuo. Sono partito da casa 6 mesi fa per imbarcarmi su un peschereccio per lavoro, è stata una decisione molto dura, ma lei era incinta e noi avevamo bisogno di soldi, lei attualmente sta da sua madre in attesa di un mio ritorno. Adesso io sono qui, ma non posso tornare da lei perché le linee dell’esercito ribelle cascadiano non mi lasciano passare, ho un figlio e non posso neanche sapere se è un maschio o una femmina…-

    Le ultime parole erano sussurrate, quasi rotte dal pianto, rivolsi lo sguardo nuovamente verso il balcone e mi impegnai per piangere, una lacrima solcò il mio volto e dal mio mento cadde sul bancone.

    -Se…sigh…se solo potessi conoscere quale informazione..sigh…sull’esercito ribelle cascadiano…sigh…almeno per vederla di nuovo, anche se dovesse essere per una sola volta…-

    Appoggiai le braccia sul bancone e ci feci crollare sopra la testa come se fossi distrutto.

    Certo che ho delle doti teatrali.

    Pensai.
    Il piano era semplice, commuovere il barista, non gli avevo chiesto nulla, volevo che fosse lui a parlarmi di sua spontanea volontà, almeno sarei stato sicuro delle eventuali informazioni ricevute.

     
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  4. Tupazzo
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    corso
    Chunin
    -3° post-


    SPOILER (click to view)
    narrato: nero
    pensato: viola
    detto da me: blu
    detto da altri:
    CITAZIONE
    bla


    Quel cretino di un cascadiano aveva davvero pensato che fossi ubriaco, e grazie al cielo non riportai alcun danno fisico, infatti, si limitò a spingermi sulla tazza del water.
    Lo schernii dicendoli mentre si allontanava:

    “perché non mi guardi quando facciamo l’ amore?”

    Appena sentii la nave cascadiana abbandonare la nebbia, mi alzai e iniziai a ridere a crepapelle, pensando alla frase che avevo rivolto al cascadiano, molto simile a quella di un qualche film comico.
    Non riuscivo a credere che i cascadiani fossero cosi fessi, e iniziai a fare una specie di teatrino tra me e me, ridendo come un pazzo isterico.
    forse ridevo perché ero felice di averla scampata, e lo stress che avevo accumulato mi aveva fatto scoppiare in un improvvisa risata.
    Comunque sia ero contento, e presto avrei raccolto i miei averi nascosti nella cabina, e mi sarei ripulito velocemente la macchia di Scotch sull’ mantello.
    Mi scocciò molto aver sprecato l’ alcool, ma era per una buona causa, quale? La mia stessa vita,infatti,avrei potuto rischiare molto con quel uomo, e fortunatamente tutto andò bene.
    Uscii dalla cabina, risistemandomi tutto l’ armamentario, e mi diressi verso i miei colleghi, per verificare il loro stato di salute, infatti,mi sarebbe dispiaciuto molto se uno di loro fosse morto.
    Arrivai e per fortuna tutti sembravano star bene, a parte Sho che sembrava che li dolesse la schiena, ma quello messo peggio era il capo, infatti, appena arrivato notai che non aveva il naso.
    I fatti erano due:
    ho quella sera avevo esagerato con lo Scotch, oppure non sopportava l’ odore dei cascadiani a tal punto che si era tolto il naso.

    “o porca puttana… mi sono ubriacato di nuovo… speriamo non lo notino”


    Pensai guardando il capo che raccoglieva il naso da sotto una trave.
    Inizai a ridere tra me e me, pensando che se quella era un abilità innata, avrebbe potuto giocare con i bambini a “ti rubo il nasino”, e solo immaginarmi il bambino che ci rimaneva male dopo che li avrebbe rubato il naso, mi faceva molto ridere.
    Alla fine mi diressi verso la stanza,seguendo sho, e mi distesi sull’ letto assopendomi.
    Mi svegliai 10 minuti prima che la nave sbarcasse, trovando il tempo necessario per darmi una lavata, e per farmi un bicchierino di Scotch, per poi riunirmi al gruppo.
    Brando ci ricordò di non far vedere che eravamo ninja, e in quel momento mi ricordai di nascondere il copri fronte, e lo sistemai sotto il pantalone della gamba destra, annodandolo saldamente.
    Appena ci fummo tutti riuniti, brando ci fece strada all’ interno del villaggio.
    C’ era qualche mercante e anche alcune persone, che come aveva detto Brando, si sarebbero potuti trasformare in possibili nemici, pronti a levarti fino all’ ultima goccia di sangue.
    Non avevo paura, perché sapevo che ero in compagnia di buoni ninja, e soprattutto perché sapevo chi ero io, e qual era la responsabilità che portavo sulle spalle, un segreto che non conosceva nessuno, nemmeno il mio amico sho.
    Un grosso sorriso comparve sul mio volto,infatti, il capo ci aveva condotto in una locanda, dove avrei potuto riempire la mia brocca di Scotch.
    Iniziai a fantasticare su tutti i tipi di liquori presenti nella locanda.

    “magari..magari posso farmi mettere un po’ di whiskey, oppure..oppure un bel bicchierone di monte negro”

    Ero come un bambino che stava per entrare in un negozio di caramelle, soltanto che il bambino non rischiava di essere ucciso.
    Entrammo, e ci sedemmo tutti intorno al tavolo, ascoltando quello che brando aveva da dirci.
    Dopo aver ascoltato il capo mi guardai intorno, pensando quasi subito a parlare con il barista per farmi qualche bevuta, ma immediatamente, sho mi fece cambiare idea, infatti decise di prenderlo lui.
    Si rivolse a me facendo una battuta scherzosa, e io replicai abbastanza irato:

    “certo che sei uno stronzo”

    Forse lo sapeva perché lo avevo mandato a quel paese, infatti, mi ero offeso perché volevo parlarci io con i barista,ma mi ripresi subito cercando qualcun’ altro di interessante.
    Ben prestò capii che dovevo smetterla di pensare all’ alcool per quella sera, avrei dovuto trovare qualcuno che mi avrebbe fornito delle informazioni.
    Decisi di prendere il capo della locanda.

    “io prendo il capo della locanda…magari mi regala una scorta a vita di scotch”

    Feci un leggero ghigno e mi avvicinai pian piano all’ uomo.
    mi avvicinavo con passo lento, facendo finta di essere una persona seria e di alto rango, osservando attentamente la locanda sistemandomi periodicamente gli occhiali, in modo da sembrare un esaminatore.
    Arrivai vicino all’ uomo, e mi schiarii la voce, e incominciai a parlare:

    “salve… il mio nome è yakory inimoto, e sono un diplomatico per gli affari interni del paese. sono venuto qui per stilare un rapporto sulla sicurezza di questo paese, perché il congresso ritiene queste zone troppo insicure, e piene di persone che non portano rispetto per le persone e per i loro beni”

    Mi sistemai nuovamente gli occhiali e continuai

    “per il bene suo e della sua locanda avrei bisogno di sapere cosa ne pensa della presenza dell’ esercito nella città cascadiana.
    Il congresso pensava di attingere dall’ esercito uomini, per pattugliare le strade della città, garantendo sicurezza ai cittadini, e promettendo anche rimborsi per qualsivoglia danno arrecato da persone sfuggite al loro controllo, quindi lei sarebbe tutelato in tutto e per tutto.
    E per il sondaggio della rivista diplomatica “il mio amico soldato” avrei bisogno da lei di qualche informazione sull’ esercito ribelle, di cui le avevo appena parlato.”

    Ero soddisfatto della scenata che avevo fatto con l’uomo, e aspettai curioso, una domanda da esso.
     
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  5. Ryose
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    Ira


    Quando il soldato entrò esultò di gioia.
    Avevo fatto sicuramente un errore se mi fossi trasformato in un omone zoppo probabilmente mi sarei risparmiato quella scarica di bastonate, riuscii a stento a trattenermi dal distruggerlo quando vidi che si stava muovendo, ma lo lasciai fare per non farmi scoprire, dopotutto dalle bastonate sarei guarito prima o poi.
    Me le presi tutte con la furia che saliva.
    § Spero di non trovarti sulla terraferma, schifoso bastardo codardo.§
    Per un attimo strinsi i pugni mentre sentivo la furia invadermi e pensare che avrei potuto rompergli il collo con una sola mano...
    Purtroppo non dovevo, subii facendo qualche urlo soffocato ogni tanto, chiedendo in tono falsamente sconvolto.
    -Cosa vuoi da me ?-
    -Perchè?-

    Finché non si fermò e se ne andò.[Ferita Media]

    Sciolsi la trasformazione e recuperai l'equipaggiamento, eccetto il metro di filo che avevo usato.
    Mi rivestii e mi avviai verso la stanza del maestro, lo trovai bagnato e senza naso.
    -Che cazzo ?-
    Dissi in tono soffocato, non mi piaceva molto vedere un viso del tutto piatto, come un marciapiede.
    Fu più sconvolgente la scena dopo però, quella in cui si rimise il naso apposto.
    Forse non era così finto quel giochino da bambini.
    Il sensei ci diede le ultime disposizioni, ci avvertì che stavamo per sbarcare.

    Frena un secondo, stavamo per sbarcare in territorio nemico, il rischio c'era, le mie sicurezze venivano meno, avrei dovuto uccidere anche bambini e donne, questi pensieri mi avevano sempre raggiunto ma mai infastidito, ora il confronto era vero, il terrore mi gelava le ossa, andai in una cabina, mi inginocchia, posi le mani in grembo, unite nella posizione del serpente ed iniziai a respirare.
    Mi ero scordato di quanto fosse difficile respirare, concentrare l'aria sopra l'ombelico, nel tantien.
    Il respiro era l'assunzione dell'energia che permeava il mondo, io stavo cercando di concentrare quest'energia.
    Perchè avevo corso quel rischio ?
    Non avevo altri pensieri, fu il mio chakra a rispondere, il calore che sentivo ribollire nel Tantien fu la risposta, quella sensazione che arrivava fino alle punte delle dita.
    Per il potere, io avevo un motivo per essere lì e ci sarei stato, per poi tornare indietro, da Chunin.
    Scesi risoluto, camminando per strada senza coprirmi con il mantello, troppo appariscente, il lo avevo arrotolato e bloccato sulla schiena, a livello della cinta, il copri-fronte era dentro il mantello arrotolato.
    Il mio equipaggiamento era nascosto, eccetto il bastone, che usavo come appoggio, il panno conduci chakra era utilizzato come un foulard, legato però sulla manica sinistra, a metà del bicipite.

    Entrammo in una locanda mentre il Sensei ci indicava un po' della gente presente.
    Nessuno di sospetto, eccetto l'uomo avvolto in un manto blu scuro, il mercante di informazioni, un uomo viscido, legato al denaro e molto curioso, quasi morbosamente curioso.
    La mia strategia si basava appunto su questo, dovevo incuriosirlo, dovevo parere uno informato, mi sedetti ad un tavolino accanto a lui, tirando fuori un semplice blocchetto da appunti ed una matita, i fogli precedenti erano quasi illeggibili, pieni di appunti, cancellature e frecce, decisamente incomprensibili, avrei finto di essere uno scrittore, tra l'altro mentire mi riusciva piuttosto bene, diciamo che mi veniva spontaneo.[interpretazione]
    Chiamai la cameriera e quando quella dopo un po' mi degnò della sua attenzione mi rivolsi a lei in un tono piuttosto tranquillo, chiedendole da bere.
    -Salve signorina, per favore porti un po' di Vodka a questo povero scrittore-
    Quando quella fosse tornata bevvi lentamente e con false smorfie, come se quel bicchierino fosse molto pesante per me.
    La trappola era scattata, sapevo che mi stava ascoltando, sapevo che mi voleva, sapevo che mi credeva una preda facile, o almeno speravo queste cose.

    [Se fosse venuto da me]
    Un po' incuriosito gli avrei chiesto:
    -Scusi lei chi è?-

    [SE non fosse venuto da me]
    Avrei aspettato scrivendo qualcosa sussurrando appena, come per dettarmi quello che scrivevo, qualcosa a proposito dell'esercito e della guerra, degli armamenti, qualcosa di confuso, ma che speravo per lui fosse irresistibile, il rumore della locanda gli avrebbe fatto sentire poche parole.
    -In questo paese... soldati... lunga... dati... armi... traffici.-
    Se fosse giunto avrei risposto nel solito modo.

    Altrimenti avrei continuato a scrivere e a sussurrare, per poco, prima di chiamare la cameriera per chiedergli informazioni.
    -Scusi sa dirmi dove posso trovare qualcuno informato su questa guerra?
    Non voglio parlare con gente altolocata, ho bisogno di un aiuto più discreto.-

    Un alone di mistero aggiuntivo e speravo che la cameriera mi portasse da lui.
     
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  6. Amanimaru
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    La Base



    Cosa avvenne nel pub?

    Raizen
    Nonostante l'inutile pantomima che poteva chiaramente essere evitata, Raizen scelse il bersaglio perfetto per le sue indagini, rendendosi conto che la puttana sarebbe stata un'ottima fonte di informazioni. Chiaramente farle capire che era la dea tra gli scarti aveva colpito la donna che toccata nel suo punto debole, iniziò a parlare come una scema.

    << Shintaro dici? Eheheheh grazie per i complimenti, in effetti sono solo di passaggio, vengo dalla base militare a sud di qua, e ora torno a nord dato che sono diciamo, in vacanza dal mio lavoro. Anche perchè ormai sono rimasti solo i generali nella base percui non avrei un gran che da fare, mi capisci no? Ma ora dimmi, per caso hai un po di tempo...da spendere? >>

    Punti Bersaglio: 2 Punti Eloquenza: 1

    Sho
    Meno bene la scena per Sho, o meglio, il bersagio scelto poteva essere munto come una vacca di informazioni se non cè la sua lingua toccò un argomento del quale non era informato, e fece una pessima frittata. Il barista era schivo, e era poco interessato alla storia del ninja perchè lui non era chiaramente innamorato della donna, voleva solo portarsela nel retrobottega, e quando Sho disse che i Cascadiani non lo lasciavano passare, il barista afferrò un bastone di ferro sotto al bancone e a forza di bastonate lo buttò fuori dal locale.

    << Puah cane spione. I Cascadiani lasciano sempre passare gli uomini della propria terra, soprattutto se su navi per lavoro, fuori di qui cane! >>


    Punti Bersaglio: 1 Punti Eloquenza: 0

    Noruas
    Il Sunese fu quello che peggio risolse il problema, causandone a se stesso di piuttosto pericolosi. Infati quando iniziò a parlare di diplomazia interna e di un conrgesso, il capo della locanda, che tutto poteva essere tranne che uno non informato su cmoe va il suo mondo, afferrò una strana arma simile ad un'arma da fuoco e gli fece scoppiare in faccia una sorta di mini pallina esplosiva, proprio mentre il Barista bastonava fuori Sho, e finì fuori anche lui.

    << Ah! tu devi essere il compango di quello là sporco cane, lo sanno tutti che qui non cè alcun congresso, è il grande Shinjuken a comandare tutta Cascadia, la prossima volta informati meglio, idiota! >>

    Punti Bersaglio: 1 Punti Eloquenza: 0

    Sekiji
    Il genin di Oto aveva dimostrato con la sua parlantina disinteressata di saperci fare con la gente, ma sfortunatamente aveva beccato un bersaglio a cui ben poco interessava di cosa succedeva fuori dal posto di lavoro dove si guadagnava, quindi scosse la mano destra e la testa come per diniegare.

    << No no io non so nulla, non mi interessa. Altro da bere ? >>

    Punti Bersaglio: 0 Punti Eloquenza: 1




    Il gruppo si sarebbe riunito fuori dal locale circa 10 minuti dopo, via via che i vari ninja uscivano dal locale a momenti diversi. Una volta fuori il sensei si rivolse a tutti.

    - Diciamo che di prim'occhio, come raccoglitori di informazioni. Fate discretamente pena. Ma almeno sapete reggere le botte, cercate di non fare mai le spie, e andrete benissimo. -

    Quindi condivise le informazioni, si avviarono in formazione, passando per le boscaglie dietro la locanda, verso la base Cascadiana situata a sud, e una volta davanti alla cinta muraria, Brando si rivolse ad ognuno di loro.


    - Bene, qui inizia e finisce la vera parte della missione. Mentre facevate amicizia alla locanda mi sono impossessato di una mappa dell'edificio, e stando alle parole di una guardia fuori servizio che ho ipnotizzato, abbiamo 5 bersagli, 4 generali, e il tizio che devo fare fuori io. Quindi dato che non abbiamo idea di quali siano le loro capacità, e a giudicare da l'ora, tra qualche ora torneranno le guarnigioni dislocate in ricognizione, direi che è meglio dividersi, un bersaglio ciascuno, io partirò per primo, eliminando ciò che resta della sorveglianza, quindi ognuno di voi si recerà nel pezzo di mappa che ora vi darò. La base e grande e se partite tutti assieme eviteremo che uno dei bersagli senta aria di lotta in un'altra zona, e si sposti per soccorrere un altro generale. Raizen, ala Est, Sekiji ala Ovest, Sho il generale nel magazzino, Noruas quello nell'armeria. Io andrò da quello nella sala congressi. Raggiungete le varie zone, ci ritroveremo tra 30 minuti esatti qui all'entrata, per allora le bombe che posizionerò esploderanno, quindi, o tornate vincitori, o restate qui come vinti. Cogliete i loro punti deboli, e sfruttateli, cogliete dove poggiate i piedi, e cosa toccate, e sfruttate! In bocca al lupo. -

    E Brando scattò mietendo le vite dei deboli.

    Ot
    Parte gdr dove raggiungete le varie zone. Scelta libera sulla conformazione dell'edificio e come raggiungerle, lasciate a me sia la descrizione finale della vostra areea, sia quella dell'eventuale nemico. Potete fermarvi davanti alle porte di accesso dell'area.
     
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    Non riuscì a trattenere un ghigno beffardo, sorrise la sinistra, quella che sorrideva meglio, quella che sorrideva sempre.
    Non fu scoperto, il sorriso poteva tranquillamente passare come un pre-appagamento dato da quella proposta.

    Tempo non tanto, da spendere si.

    Le porse la mano, non era sicuro che potesse ricavare altre informazioni, ma gli andava di perdere un po’ di tempo e quella donna era veramente bella, sfortuna volle che il tempo era poco.
    Riuscì però a non spendere, la sua sceneggiata aveva evidentemente fatto centro.
    Uscì dalla locanda stringendo il nodo della fascia rossa, fu l’ultimo ad uscire, ma anche l’ultimo ad aver avuto la miglior compagnia ed uscita di scena.

    Beh si, scusate il ritardo.
    Ho comunque ricavato qualcosa di utile.


    Sciolse la henge, una benda scivolò lasciando intravedere quel rosso vivo bruciacchiato e un dente troppo lontano per essere visibile in una bocca normale, coprì la falla nel bendaggio con la mano sperando che nessuno l’avesse notato, la spostò con attenzione intrecciandovi la benda scivolata poco prima.
    A quanto pareva era l’unico ad aver saputo qualcosa di utile, ne parlò con Brando e poco dopo si ritrovarono a muoversi verso sud.
    Giunsero alle mura in poco tempo e gli venne fornita una mappa della zona, quella est, anche se non sapeva delle altre, era stramaledettamente complessa, un intreccio di cunicoli che parevano essere delle fogne per quanto si diramavano, sperava di non trovare per quei corridoi nessuna trappola, alzò gli occhi dal foglio e fissò Brando.

    Non lasciarci le penne. Idem voi.

    Girò le spalle e si diresse verso l’area est, aveva tutto tracciato sulla mappa, i cunicoli ciechi erano la maggior parte ma tanti portavano a svariate stanze, pendeva tutto sulla destra, come sempre in questi casi i cunicoli con una meta stavano da quella parte, il suo avversario, che da quanto aveva capito era in quel luogo tra le persone più importanti e forti doveva sicuramente avere la stanza più grande e lontana, prese una spina e si punse il dito, rilassò il braccio e toccò la prima porta che conduceva al primo cunicolo, era facile seguirlo in questo modo, ma probabilmente le stanze avevano anche un allarme al loro interno, quindi la riservatezza era pressoché inutile, e poi se non vi fosse stata prestata attenzione la gocciolina era quasi invisibile in quella pietra scura, lui però l’avrebbe vista, e l’avrebbe aiutato a tornare indietro più velocemente o a nascondersi meglio.
    Aveva attraversato forse 5 o 7 porte, ma tra le opzioni che gli venivano date ogni volta parevano molte di più, infine il sottopassaggio parve terminare e la luce fiocca al suo interno parve moltiplicarsi oltre la porta, non aveva la più pallida idea di cosa lo aspettava oltre.
     
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  8. Tupazzo
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    corso
    Chunin
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    SPOILER (click to view)
    narrato: nero
    pensato: viola
    detto da me: blu
    detto da altri:
    CITAZIONE
    bla

    Avevo sul volto un ghigno soddisfatto, infatti, pensavo che la mia recita avesse dato dei risultati soddisfacenti, e che il capo della locanda fosse caduto nella trappola, ma ben presto mi dovetti ricredere.
    Il mio sorriso da ebete scomparve appena il capo della locanda tirò fuori un arma strana che mi puntò in viso, e con la quale mi minaccio.
    Ero stato un emerito cretino, non avevo tenuto conto della situazione politica del paese, ed ero andato allo sbaraglio, sparando cazzate come un ubriacone, avevo fatto la cazzata del giorno.
    Appena il capo della locanda sparò, giunse sul mio volto una sfera esplosiva che mi stordì per un attimo.
    Mi ritrovai fuori dalla locanda insieme agli altri, che a quanto parve avevano fatto un buco nell’ acqua.
    Mi ripulii il viso, pensando che delle cose simili non sarebbero più dovute succedere,infatti, in una situazione del genere, avrei potuto benissimo lasciarci le penne, e questo non era ammissibile, per il mio bene e quello del gruppo di cui facevo parte, avrei dovuto pensare meglio prima di agire, e di farla finita una volta tanto con le cazzate.
    Le parole del russo mi risuonavano nella testa, l’ uomo che aveva fatto di me un arma letale, l’ uomo che mi aveva imposto un’ ideologia diversa dalla precedente: vincere o soccombere.
    Questa volta non avrei fallito, nel nome che portavo sulle spalle.
    Ci riunimmo tutti intorno a Brando,e subito dopo partimmo per la struttura, attraversando la fitta boscaglia retrostante alla bottega.
    In poco tempo arrivammo a destinazione, dinanzi alla cinta muraria della struttura,
    appena fummo tutti presenti, passò al sodo, spiegandoci che la missione vera e propria stava per arrivare.
    Ascoltai attentamente le parole del capo, riflettendo, e rendendomi conto solo in quel momento in contro a cosa stavo andando.
    In tutta la mia vita ero sempre stato sicuro che in qualunque situazione mi fossi trovato, qualcuno o qualcosa mi avrebbe salvato le penne, ma quella sera non sarebbe stato cosi, avrei dovuto utilizzare solo le mie forze.
    Appena Brando si allontanò, mi girai verso il gruppo e dissi:

    “bhe…che dire.. buona fortuna a tutti quanti e che possiate tornare sani e salvi..”

    E con tono scherzoso mi rivolsi a Sho e dissi:

    “a parte te Sho.. almeno non rischierò di trovarti nuovamente in missione con me”

    Sorrisi e li tirai una pacca sulla spalla.
    Presi gli occhiali e li indossai, e mettendomi il mantello a posto dissi al gruppo:

    “sono pronto…vado a sfasciare il culo a quello stronzo”

    Appena Razien partii,presi l’ ultimo sorso di Scotch, e controllai che tutte le armi fossero al loro posto, e con un poderoso scatto, mi diressi verso la struttura.
    Con centinaia di pensieri che mi affollavano la mente, viaggiavo diretto le mura della base, cercando di comprendere quali erano le sensazioni che mi viaggiavano nella testa.
    Ero spaventato, ma allo stesso tempo furioso, ma anche contento, insomma, l’ alcool non poteva essere,infatti ne avevo bevuto poco, ma molto probabilmente a scatenare tutte quelle reazioni era la paura, una possibile reazione a catena che faceva si che la paura venisse soggiogata dall’ adrenalina.
    Scavalcai la cinta muraria saltando da un albero adiacente a esse, e con passo leggero e furtivo, mi addentrai all’ interno della struttura, inconsapevole di quello che il destino mi preservava.
    Ricordando la mappa che brando aveva recuperato, immaginai in grosso modo dove l’ armeria doveva essere posizionata.
    Correvo nei bui corridoi della struttura, facendo attenzione a dove mettevo i piedi, non potevo sapere se c’ erano trappole sul pavimento, e quindi mantenni un passo leggero e un occhi acuto.
    A ogni angolo mi segnai la direzione per tornare indietro, e per evitare di essere travolto dalla deframmentazione delle bombe.
    Ben presto, dopo aver attraversato buona parte della struttura, arrivai davanti alla armeria, e li controllai di non aver perso niente.

    "arrivo..."
     
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    { Corso chunin
    Post V



    Ancora un bastone.
    Ancora una volta fui colpito e spintonato da un bastone.
    Il mio tentativo di ottenere prove fu praticamente nullo, l’unica cosa che rimediai furono appunto altre botte.

    Maledizione, se avessi saputo che oggi era il Picchia Sho Day sarei rimasto a casa

    Pensai mentre venivo bruscamente fatto uscire dal locale.

    -Ma che cazzo!-

    Esclamai.
    Sentii un forte botto che mi fece gelare il sangue.

    Speriamo che i miei compagni stiano bene.

    Fui sollevato nel vedere uscire dalla locanda Noruas salvo, non proprio sano, ma salvo.

    -Anche a te non è andata bene eh?-

    Sorrisi.

    Mal comune mezzo gaudo.

    Pensai, il fallimento era più facile da accettare se condiviso con qualcuno.
    La brezza soffiava dalla terra verso il mare, un fenomeno opposto durante il giorno.

    -Brrr…-

    Sussurrai stringendomi nelle spalle.
    Lo sbalzo di temperatura tra la locanda e fuori si sentiva, chissà come stava andando agli altri, quale sarebbe stato il passo successivo per il mio passaggio chunin?
    Un sacco di pensieri mi affollavano la mente mentre il mio lento respiro diveniva una piccola nube di vapore a contatto con la fredda aria.
    Poco dopo i miei compagni uscirono dalla locanda, illesi.

    Menomale

    Pensai.
    Cominciammo così a scambiarci le informazioni ottenute.

    -Io ho scoperto poco e nulla, ma credo che lo sappiate già visto che il barista lo ha detto a voce alta spingendomi fuori dal locale.-

    Arrivò poi Brando che ci mostrò la cartina di una base militare praticamente vuota eccetto per 4 generali che noi avremmo dovuto eliminare.
    Sciolsi la Henge lasciando che il mio equipaggiamento divenisse nuovamente visibile.

    Non ne vedo più l’utilità

    Pensai scrocchiando il collo.
    Memorizzai la strada per il magazzino, la mia missione era semplice, almeno come concetto, uccidere o venire uccisi.
    Risi quando Noruas fece quella che speravo fosse una battuta prima di dileguarsi.

    -Non farti ammazzare amico mio…-

    Sussurrai quando lui era già troppo lontano per sentirmi.
    Presi un profondo respiro.

    -Buona fortuna a tutti voi, spero di rivedervi.-

    Partii così alla volta del magazzino tenendo bene a mente la mappa mostratami dal sensei, superai della guardie uccidendole facilmente, girai a sinistra dopo la terza porta che passai, mi fermai e mi guardai attorno, nessuno.

    Ok..

    Presi dal mio equipaggiamento un sonaglio e lo legai ad un kunai con un piccolo pezzetto di nylon controllando che suonasse bene quando l’arma si muoveva, feci così anche per un altro kunai solo che, a differenza del precedente, lasciai 5 metri di filo di nylon come una specie di “coda” all’arma, controllai che i sonagli suonassero quando muovevo l’arma, misi tutto apposto e ripartii.
    Attraversai ancora cinque porte prima di svoltare a destra per poi uscire da un primo edificio e trovarmi davanti al magazzino.

    -Ci siamo…-

    Sussurrai.
    Posi la mano sulla maniglia della porta.
    Ancora un ultimo e profondo respiro, la quiete prima della tempesta.
    Entrai.
     
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  10. Ryose
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    Superbia


    la cameriera non sapeva niente, dannazione avevo cileccato bersaglio, quella stupida puttanella era inutile.
    Uscii di lì a mani vuote, non avevo assolutamente attirato il mercante, ma mi era sicuramente andata meglio di Sho e Noruas, che si erano presi una bella raffica di botte, quando li trovai fuori erano piuttosto sconcertati.
    Non doveva essere stato piacevole, ascoltai gli altri parlare osservandoli con un po' di tristezza.

    -A quanto pare l'unico che ha trovato qualcosa di interessante deve essere Raizen.-

    Ascoltai il rimprovero del Sensei, per lui sembrava quasi uno scherzo tutto quello, la nostra missione, la nostra vita il nostro futuro sembravano per lui un gioco.
    Ci indicò le destinazioni e partì di corsa, senza aspettare domande.
    Mi incamminai subito, indossai rapidamente il mantello e posi il copri-fronte dentro la mia sacca.
    Infilai il borsello in una tasca interna al mantello, sul mio petto, e mi incamminai per la zona ovest .
    Attraversai la base indisturbato, incredibile notare come non fosse presente alcuna sorveglianza, quella poca presente la evitai molto tranquillamente.
    Movimenti rapidi e silenziosi per la base attraversai diverse stanze e corridoi, sapevo dove andare un generale è una figura di rilievo, avrà bisogno di una stanza adatta e lì mi stavo dirigendo.
    Svoltai a sinistra in un corridoio, la base era tutta uguale, corridoi e dormitori, almeno per l'ala ovest, non vi era una mensa o qualcosa come dei servizi igienici.
    Continuai a camminare preparandomi allo scontro.

    Tagliai 1 metro di filo di Nylon con il quale legai 2 Shuriken ai suo capi, ottenendo una sorta di bolas artigianale, che riposi in una delle tasche interne del mantello.
    Infilai uno spiedo nel cilindro di metallo.
    Lo scontro non sarebbe dovuto durare troppo, finita questa preparazione congiunsi le mani nel sigillo del serpente, cercando l'equilibrio svuotai la mente, o lui od io, pensai, non dovevo avere ripensamenti, avrei vinto.



    SPOILER (click to view)
    OT:
    Energia vitale: 9/12
    condizione fisica: ferita media da contusione alla schiena;
    equip:
    Utilizzato 1/10 metri di filo per fare una bolas. Con 2 Shuriken.
    1/1Spiedo + cilindro esplosivo.
    2/4 shuriken
    1 Jo
    4 Kunai
    7/8 spiedi.
    1/1 tonico
    1/1 fumogeno
    2/2 chakram
     
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  11. Amanimaru
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    Piccoli Bug



    Mentre colpivo con violenza le guardie in giro per il palazzo, evitando a sommo studio le aree in cui sapevo esserci i generali, mi resi conto che probabilmente, nonostante la missione fosse un falso e i tizi fossero miei vecchi compagni, sarebbe stato meglio accertarsi delle capacità organizzative dei ragazzi, per evitare che crepassero dopo aver dato la mano al loro avversario. Meglio dare un occhio. Avrei creato alcune copie e le avrei mandate in giro per la base.

    • Kage Bunshin

    Le mie Brando-copie si diressero verso le varie aree dei ragazzi per cercarli. Ala Est, ala Ovest, Magazzino ed Armeria, cercando di arrivare prima che entrassero nelle varie zone, forse una preoccupazione inutile, ma avevo come l'impressione che stessero prendendo la cosa in modo troppo sottile, o almeno alcuni di loro, soprattutto un paio. E quando li trovai, ero pressappoco tutti davanti alle paratie di entrata delle varie aree. Menomale, almeno in questo avevano saputo non essere precoci. Li raggiunsi, tutti.

    - Aspetta un momento. - Avrei detto ad ognuno di loro.

    - Siediti un attimo a terra sul pavimento, devo chiederti una cosa. Tranquillo, tanto il tuo nemico ormai sa della tua presenza, è oltre questa porta che ti aspetta. Prima che tu cominci la lotta voglio farti un ultimo piccolo esame. Se non lo passerai, non ti permetterò di incontrare il tuo avversario. E quindi avrai fallito il tuo esame prematuramente. Voglio che tu dia la soluzione a questo piano di attacco. -

    [...]

    Aggrottai la fronte grattandomi il mento, e ricominciai.

    - Dunque, tu e tre tuoi compagni, tutti più o meno con le stesse capacità, dovete fare irruzione in un casolare al cui interno sono detenuti due ninja prigionieri in possesso di importanti informazioni per il villaggio. Nel gruppo non ci sono medici, solo tu sei diverso dalgi altri eprchè possiedi una speciale capacità del tuo villaggio che sceglierai, e avete l'ordine di recuperare i due ninja e sterminare chi li tiene in ostaggio. Non avete limite di tempo, ma non sapete nè se i due bersagli sono ancora vivi, nè quanti sono i loro carcerieri. Analizza la situazione, e dammi un piano d'attacco per salvare i due ninja, e nel caso fossero morti, un piano per rimediare alla situazione. Hai 10 minuti. -

    Quando ognuno di loro avesse risposto, la copia sarebbe scomparsa, non volevo impedire loro di combattere, solo afre in modo che si applicassero sotto stress per dare buone risposte. e la porta, si sarebbe aperta.


    Ot
    Ultima prova prima dei combattimenti singoli
     
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    { Corso Chunin
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    La mano a contatto con la fredda maniglia stringeva forte la sua presa mentre un movimento del polso apriva la porta, spinsi leggermente e la porta si aprì di qualche millimetro quando una mano si poggiò sulla mia spalla, mi voltai di scatto sbattendo la porta, era Brando.

    -Maledizione!-

    Esclamai.

    -Ora sa che sono qui l’effetto sorpresa è fottuto!-

    Dissi.
    Mi sedetti sul pavimento come detto dal sensei.

    Certo che sa che sono qui, mi hai fatto sbattere la porta!

    Pensai mentre Brando parlava.
    Nonostante l’ira iniziale ascoltai attentamente la domanda che il sensei mi poneva: una strategia, dovevo pensare come un capogruppo, giostrare il mio gruppo come se fossero delle marionette; una domanda simile mi era stata posta anche all’esame per divenire Genin.
    In quella situazione non potevo certo dire di essere emerso per il buon risultato per allora però, il risultato mi aveva soddisfatto, adesso però non potevo permettermi di essere appena sufficiente, dovevo trovare una strategia fottutamente efficace.
    Spostai lo sguardo dal sensei al pavimento, come per cercare un’ispirazione nascosta in esso, spostai il mia pugno destro fino a sotto il mio mento in modo da potercelo appoggiare e cominciai a rimuginare.

    Allora vediamo…quattro membri in totale, più o meno tutti con le mie stesse caratteristiche, quindi tutti genin, io posso scegliere un’abilità qualsiasi del mio villaggio…

    Elencai mentalmente tutte le abilità che mi ricordavo di Suna cercando di esaminarle sotto un punto di vista strategico.

    Vediamo…il controllo della sabbia potrebbe essere adatto per l’infiltrazione…ma se poi i ninja sono morti cosa faccio? No, no, lasciamo perdere la sabbia, anche se...eventualmente. Il marionettismo? No, ma che…allora pensa, pensa pensa…

    Chiusi gli occhi.

    Ma certo!

    Pensai sbattendo il pugno destro contro il palmo della mia mano sinistra che era rivolto verso l’alto.

    L’occhio dell’annullamento! La loro forza è risaputa,e negli interrogatori non possono fallire.

    Presi fiato.

    -Forse ho trovato una strategia decente.-

    Cominciai.

    - L’abilità speciale che vorrei avere in tale frangente sarebbe l’occhio dell’annullamento, principalmente nell’eventualità che i ninja siano morti. La strategia che attuerei sarebbe semplice, due del gruppo si moltiplicherebbero tramite la Bushin, dopodiché applicherei delle carte bomba sulla porta del casolare, una volta che io ed il compagno restante ci fossimo nascosti avrei fatto esplodere le carte bomba per attirare le attenzioni dei “rapitori”.-

    Presi ancora fiato.

    -A quel punto uno dei miei compagni che si era moltiplicato scaglierebbe a terra un fumogeno per offuscare la zona, in tal modo, i ninja usciti dal casolare, non potrebbero distinguere i volti delle copie e dei ninja, e quindi, probabilmente, non si accorgerebbero della Bushin credendoli piuttosto un gruppo di ninja diversi. I miei compagni con le copie avrebbero poi cominciato a scappare inseguiti da alcuni nemici cercando di fare perdere le proprie tracce. Intanto io e l’altro mio compagno, utilizzando la confusione creatasi, saremmo entrati nel casolare, che almeno da quello che credo io, non sarebbe stato completamente sprovvisto di nemici, quindi, la forza dell’iga, mi sarebbe molto utile in un combattimento corpo a corpo. In più, gli Iga sono dei ninja particolarmente portati per gli interrogatori, avrei quindi potuto ottenere le informazioni da un ninja avversario, anche se i miei compagni catturati fossero già morti, stando pur tranquillo che le informazioni ricevute non siano balle.-

    Mi fermai un secondo.

    -Alternativamente, utilizzerei il controllo della sabbia, silenzioso e letale mi permetterebbe di infiltrarmi nel casolare ed eliminare i nemici silenziosamente uno alla volta ed eventualmente, per difendere i miei compagni prigionieri da eventuali attacchi con alcune tecniche di questa particolare abilità. Spero che la risposta sia sufficiente.-

    Conclusi.
    Il cuore mi batteva forte, non volevo fallire.

    Non POSSO fallire.”

    Già, non potevo fallire, come no, probabilmente quella prova sarebbe andata come tutte le altre, solo un cazzo di fallimento, ma oramai ci avevo fato il callo, se avessi fallito avrebbe solo voluto dire che non avrei dovuto rischiare la vita.

    "Tanto meglio..."




    Edited by S h o ! - 16/10/2009, 22:18
     
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  13. Tupazzo
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    corso
    Chunin
    -5° post-


    SPOILER (click to view)
    narrato: nero
    pensato: viola
    detto da me: blu
    detto da altri:
    CITAZIONE
    bla

    Sentivo il cuore battere come non mai, stavo per entrare nella stanza in cui il mio avversario aspettava, e bramava il mio sangue, come io bramavo il suo.
    Ero molto agitato, anche se non lo davo a vedere, ma in un modo o nel altro mi sarei dovuto calmare, oppure sarei inevitabilmente morto, ponendo fine ai miei sogni di gloria e conoscenza.
    Mi avvicinai alla porta allungai la mano e mi preparai per lo scontro finale, quello che avrebbe segnato tante cose, quello inevitabile e che mi avrebbe condotto verso un altro livello.
    In mentem, avevo la mia famiglia che avevo rinnegato per il nome Soshi, e pensai che l’ unica famiglia che avevo erano i Soshi e i miei cari amici Sho e Higure, le uniche due persone che in questa lunga e dura vita mi avevano supportato nelle sfide, e mi avevano aiutato a cambiare, e a migliorarmi, e non avrei mai dimenticato mai nemmeno il Sensei Shu, l’ unico e insostituibile vero maestro che io abbia mai avuto.
    Stavo per aprire la porta, ma sentii qualcuno che mi chiese di aspettare.
    Mi ghiacciò improvvisamente il sangue quando sentii che qualcuno era dietro di me, pensavo che lo stronzo dentro l’ armeria mi avesse preso alla spalle, e li si che sarebbero stati dolori.
    Mi rigirai improvvisamente brandendo un kunai, e fortunatamente notai che era il capo.
    Fortunatamente non era un nemico, ma Brando, quindi, feci come disse lui e mi sedetti a terra, ascoltando quello che aveva da chiedermi o da spiegarmi.
    Ascoltai attentamente le parole di Brando, riflettendo sulle sue parole, e cercando di capire dove volesse arrivare.
    Era una sorta di esame orale per il conseguimento del grado di Chunin, e io avrei dovuto rispondere bene, sennò non avrei dovuto affrontare il mio avversario.
    La domanda mi ricordò qualcosa di familiare, sembrava di rivivere un flash back, ma non riuscivo a ricordare, per quanto mi sforzassi, non mi veniva in mente nulla, e il tempo scorreva.
    Poi riuscii a ricordare, infatti, la medesima domanda la trovai all’ esame Genin, e mi ricordai che scelsi la tecnica del Mokuton di Konhoa, ma a me serviva una tecnica del mio villaggio, e non una della foglia.

    “allora.. infiltrazione … mphmm”

    Pensai a varie possibili strade e a quello che mi offrivano in quanto tecniche molto potenti e buone.
    Esclusi immediatamente la mia, non mi avrebbe aiutato più di tanto in tale situazione, ed esclusi tecniche per il corpo a corpo.
    E mi rimasero poche scelte, tra le quali la manipolazione della sabbia l’ argilla e altre.
    Avevo la mente confusa, e avevo a disposizione poco tempo, e pensai a una strategia efficiente e semplice.

    “allora allora.. su dai fammi vedere di cosa sei capace.. dai dai.”

    Poi un lampo a ciel sereno

    “ma certo”

    Iniziai a dare la mia risposta a Brando

    “in una situazione del genere prediligerei la manipolazione della sabbia, infatti, come tecnica è versatile e adatta in qualsiasi situazione, ed è anche capace di molte cose.
    Il primo passo sarebbe quello di nascondere la squadra in coppie di due in torno alla struttura, di cui una su di un albero a guardare le spalle alla prima, e poi di assicurarsi che all’ interno della baracca ci fossero gli ostaggi, utilizzando le sabbie e la tecnica apposita che ti permette di creare un occhio di sabbia, in modo che se fosse un eventuale trappola, l’ occhio è capace di vedere eventuali anomalie all’ interno della casa.
    Avrei fatto entrare all’ interno prima delle copie, e poi, assicuratomi che non ci fossero eventuali trappole, avrei prelevato gli ostaggi, e li, avrei combinato delle tecniche per creare delle copie delle due persone.
    Avrei fatto mettere all’ interno della casa delle carte bomba, ben nascoste, e avrei trovato un modo per attirare il nemico all’ interno della casa.. dopo tutto il Chakra non è infinito, e mantenere della copie a un suo dispendio di energie.
    Appena giunti all’ interno della casa, avrebbero trovato i loro ostaggi sani e salvi, ma li, avrei fatto esplodere le cariche, in modo da carbonizzare l’ avversario..no cioè.. prima avrei fatto attaccare i cloni, in modo da verificare se quelli a loro volta non fossero dei cloni, e poi avrei fatto esplodere l’ abitazione.
    Nella seconda ipotesi..cioè se le vittime fossero morte, sarei proceduto in maniera simile, soltanto appena i due ninja fossero giunti all’ interno della casa, li avrei intrappolati con la sabbia, e grazie ai miei compagni, avrei cercato di estirparli le informazioni di bocca, e poi naturalmente mene sarei liberato, facendo sembrare il tutto un incidente.”


    Fini di dare la mia strategia che Brando scompari senza dirmi niente, lasciandomi al mio destino.
    Mi rassicurai , e mi diressi verso la porta, appoggiai la mano alla maniglia e…
     
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    Aveva la porta posata sulla tiepida maniglia quando udì a stento arrivargli qualcosa alle spalle, strinse il pugno e si preparò ad attaccare, si accorse appena in tempo che era Brando, o forse una sua copia.

    Mh! E quindi il mio nemico è la dentro che mi aspetta mentre io sto qui a prendermi un the con te?
    Se fa così pure durante lo scontro siamo a cavallo.


    Ascoltò le parole di Brando.

    Con queste informazioni prediligerei il suicidio.
    Troppo poche per partire all’attacco in pompa magna.
    Ma se fossi costretto a scegliere l’onore di Konoha al posto della vita direi che sarebbe utile un utilizzatore di insetti, dopotutto chi lotta PUO’ perdere, chi non lotta ha già perso.
    Mettendo da parte filosofeggianti frasi direi che un manipolatore di insetti attraverso l’aiuto dei suoi “amici” potrebbe tranquillamente perlustrare l’intera abitazione, lungo si, ma generalmente un ostaggio morto non serve, e se non fosse morto sarebbe rimasto vivo, dopotutto non vi sarebbero motivi per ucciderlo, individuare me e i miei compagni sarebbe complesso poiché gli insetti agirebbero dalla distanza, e un insetto dentro casa non è certamente una stranezza, sempre che li si veda.
    Grazie a loro, seppur non con estrema precisione si potrebbero ricavare parecchie informazioni: trappole o simili che probabilmente proteggono il perimetro e magari l’abitazione stessa.
    Anche i famosi occhi bianchi di konoha sarebbero molto utili, ma non so quanto ad un livello di esperienza come il mio, ci sarebbe bisogno, probabilmente, di avvicinarsi di più e quindi di venir scoperti.
    Individuati i nemici si passerebbe all’azione facendo breccia dove le protezioni sono minori o assenti in modo di tenersi nascosti quanto più possibile, dopodichè le variabili diventano troppe per studiare qualcosa di realistico, bisognerebbe testare la forza dei carcerieri per vedere come è meglio agire.
    Cercando di vederla in generale sarebbe meglio che due attirassero l’attenzione con qualche buon jutsu ad ampio raggio mentre il terzo slega gli ostaggi per poi andare a dargli man forte.
    Potrebbe rivelarsi utile anche l’illustrazione animale per avere un vantaggio numerico e sferrare un attacco “debilitante”, ma rischierei di perdere gli ostaggi.
    Come vede ci sono troppe variabili, bisognerebbe avere la fermezza di un’unica scelta e di avere la situazione tra le mani.
    Dovendo richiamare un portatore di innata per tale gruppo sceglierei “l’insettoso” molto più discreto.


    Attese un giudizio con sguardo interrogatorio, non era tanto sicuro di ciò che aveva detto, ma in dieci minuti era tutto ciò che il suo cervello era riuscito ad imbastire.
     
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  15. Ryose
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    Rifletti, lui sa già che ci sei!


    Il Sensei mi fermò, non posso dirvi quante imprecazioni mi attraversarono la mente, sappiate solo che furono davvero tante, troppe.
    Ero stato scoperto, da quanto il mio nemico sapeva della mia presenza?
    Quanto avrei rischiato ad entrare così tranquillamente ?
    Questi ed altri pensieri mi entrarono nella testa, trapanandomi il cranio.
    Sentivo la pressione imminente della sorella morte, così vicina, così fredda.
    Ascoltai a malapena le parole del Sensei.
    Mi ci volle molto per rispondere, ma non stavo pensando alla risposta, stavo cercando di allentare la tensione, stavo cercando di convincermi che tutto sarebbe andato bene.
    -Sinceramente in un occasione del genere prediligerei una tecnica speciale che si possa adottare e che in ogni caso riesca a rallentare l'azione del nemico.
    Infatti essendo un area circoscritta ad un casolare mi premunirei di controllare prima l'area circostante dividendo il gruppo, per eliminare eventuali sentinelle, sempre se presenti.
    Una volta fatto questo il piano potrebbe avere inizio, io sceglierei l'abilità del clan Shimasu, questi ninja controllano possenti guerrieri demoniaci ed in più possono effettuare genjutsu stordenti.
    Il medium per queste illusioni è il suono dei loro strumenti musicali, e essendo un normale casolare penso che non sia insonorizzato, quindi i genjutsu dovrebbero riuscire a colpire ed a rendere più lente le reazioni dell'intero gruppo di ninja.
    Applicando io un Genjutsu tramite un flauto il mio obbiettivo sarebbe quello di intorpidire gli avversari e di distrarli riducendoli usando l'oni a mia disposizione, farei squadra con un altro ninja, abile nei Genjutsu e nei taijutsu per tenere sotto controllo il maggior numero di ninja e per metterne ovviamente fuori combattimento il maggior numero.
    Gli altri ninja avrebbero il compito di ricercare gli ostaggi, che ovviamente non saranno incustoditi, ma per questo li manderei in coppia, l'intervento sarebbe più cauto nel caso fossero vivi gli ostaggi, in caso contrario un paio di bombe nella stanza metterebbero fuori gioco i nemici, lascerei comunque eventuali sopravvissuti per poterli interrogare, nel caso gli ostaggi siano morti.
    Deve comunque pensare che non sapendo il numero di persone ed il loro livello probabilmente prima di agire cercherei solo di raccogliere informazioni, e di cercare rinforzi.-

    Smisi di parlare, ero un po' più disteso, il Sensei mi scrutava, non si fidava proprio di me...
     
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29 replies since 11/10/2009, 13:54   716 views
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