Nuove, Sabbiose, Leve

[Suna] | Energia Rossa per Dein Uzura

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Brando O'Kaais
        Like  
     
    .

    User deleted


    1/5



    Quella mattina Brando si alzò per prendersi un caffè, aprì la porta che lo separava dal corridoio e si diresse alla macchinetta che rilasciava le bevande calde. Ovviamente era in mutande, la bavetta gli scendeva dal lato della bocca, e una vistosa escrescenza mattutina localizzata nel masso ventre, descriveva quanto avesse in effetti dormito bene.

    Gli sguardi imbarazzati degli impiegati invece fanno capire al lettore che Brando aveva fatto il turno di notte in amministrazione, e questa scena stava avvenendo nel corridoio del palazzo del Kazekage. Non solo, ma significava che Brando aveva dormito tutta la notte sulla sua scrivania senza fare assolutissimamente nulla di utile.


    << Santo cielo chiamate il sommo Kazekage! >>

    Un impiegato si diresse verso la porta che dava sull'ufficio del Chikuma, ma ahimè. Il leader della sabbia era riverso anch'egli sulla scrivania, coperta di lattine di birra, con un odore di malto che avrebbe impensierito persino i morti.
    Sembravano fratelli. Ma soprassediando questa ormai comune scena che si ripeteva fin troppo spesso nel villaggio della Sabbia, sulla scrivania dell'O'Kaais era apparso un documento, firmato da un fin troppo ubriaco Gin, che assegnava l'addestramento di un genin. Dopo essersi vestito, lo Shukun si diresse alla porta di casa del ragazzo, erano circa le 6 di mattina, e ancora mezzo addormentato cominciò a bussare con la delicatezza di un elefante, con gli occhi aperti per metà. Con la gente del palazzo che si lamentava dalla finestra.


    - Sono qui per Uzura!, Abitaaaa qui Uzuraaaa ? -

    E non avevano ancora cominciato....

    Nonostante le apparenze, l'uomo non era uno stupido, era a conoscenza de epggiori segreti e delle arti del mondo, era il capo di una squadra di assassini, ma vedeva la vita in modo molto leggero, come diceva sempre, se si facesse vivere dalla propria vita, sarebbe come campare ai lavori forzati.

    Forse è per questo che 5 giorni su 7 gli abitanti che risiedono nei palazzi attorno alla dimora del Kage sentono lui e Brando cantare sotto litri e litri di birra. Che gioventù bruciata.
     
    .
  2. ~ Marcø
        Like  
     
    .

    User deleted


    Troppi problemi.







    Sentii bussare, sdraiato sul mio letto. Qualcuno urlava il mio nome chiedendo se vivessi in quel posto. Le urla dei vicini cominciarono subito. Forse qualcuno mi bestemmiò contro, ma era pane quotidiano per me.
    Spalancai la porta, ben sveglio. Erano solo le sei del mattino, ma avevo preso molte buone abitudini dopo aver conosciuto Ai. E soprattutto i suoi allenamenti mattutini improvvisi. Quando meno te lo aspetti ecco arrivare Ai, spalancare la porta di casa tua, senza bussare o avvertire, svegliarti e farti uscire di prima mattina. E di figure di merda ne avevo già fatte un paio.
    La voce non era femminile, quindi sapevo già che non era una delle Danzatrici, bensì un vecchio, rispetto a me, Sunese. Era alto, meno di me, ma meglio piazzato e aveva dei corti capelli grigi. Lo fissai per un attimo, indeciso su cosa rispondere. "Sì, sono io"? Banale e non adatta in situazioni ignote come quella. Con la stessa mano con cui avevo aperto la porta presi una delle mie spade, senza però mostrarla.


    « Dimmi chi sei e perché cerchi Dein a quest'ora. »




    Fermo com'ero continuai a fissarlo negli occhi, pronto a impastare quella minima quantità di chakra che mi avrebbe liberato dai pesi e avrebbe dato il via ad uno scontro che avrebbe messo fine alla vita di quello sventurato.
    Mi fermai un attimo a pensare. Poteva essere anche uno degli scherzi della Danzatrice mora, sempre allegra quando era lei a fare gli scherzi, mai quando li subiva. Bastava una Henge no Jutsu ed ecco un serio ragazzo sui trent'anni. Okay, non facciamoci troppi problemi ed andiamo al sodo.

    « Sono io, che vuoi? »




    Se una spada mi avesse trafitto da parte a parte avrei imprecato contro Ai. Dio, com'ero pessimista di prima mattina.
     
    .
  3. Brando O'Kaais
        Like  
     
    .

    User deleted


    2/5



    Quando la porta fu finalmente aperta, notai come davanti a me fosse comparso un tipo. Oltretutto era fisicamente quasi più robusto di me, non capii bene in quell'istante come mai avrei dovuto addestrarlo. Inoltre sonno e pigrizia giocavano a mio sfavore. Quindi grattandomi le palle, parlai nuovamente.

    << *sbadiglio* Uzura, sei tu Uzura? Ah ok. Io sono quello che ti dovrebbe addestrare, lavati la faccia e andiamo. >>


    Lavati la faccia? Ma si era guardato allo specchio? In ogni caso quando sarebbe stato pronto saremmo partiti per le grandi mura della città, il confine estremo dell'interland di Suna, descritto da un costone di roccia scavato a mo di scale, alto decine di metri. Quando fossimo arrivati, gli avrei fatto solo un paio di domande, ora che il sonno sembrava essere scomparso dal mio viso.

    << Ok Dein, passiamo alle presentazioni, io sono Brando, e sono un amico del sommo Kazekage, mi è stato chiesto di allenarti, non so da chi, ma dato che è stato un ordine di Gin, sono ben felice di accettarlo. Però prima di farti correre a destra e a sinistra vorrei sapere da te quale è il tipo di combattimento ninja che preferisci, per potenziarti su quello. Quindi se vorrai potenziare capacità particolari del tuo corpo, non hai che da chiederlo. Anche se il mio aspetto mi tradisce, ti assicuro che sono un abile addestratore. >>


    Avrei quindi atteso una risposta dal giovane, mentre composti alcuni seal, facevo apparire una sorta di sacco contenente parecchi oggetti, per ora ignoti, ma che avrebbero potuto essere utili ai fini del training.


    E avrei infilato gli occhiali da sole. Il disco giallo stava sorgendo, e a Suna non si scherza con il sole.

    image



     
    .
  4. ~ Marcø
        Like  
     
    .

    User deleted


    Girls are okay, but boys... Naaah!







    Sbadigliando, mi rispose. Dovevo lavarmi la faccia, inarcai un sopracciglio sapendo di essere molto più sveglio di lui, e uscire. Mi bagnai con dell'acqua fredda, pensando a chi mai potesse complottare la mia morte. Facevo degli stupidi ragionamenti la mattina. Contemplai per un attimo il mio viso allo specchio, prima di afferrare le mie spade es uscire.
    Chiusi la porta con il piede, mentre mi legavo le spade sulla schiena, in modo che tirandole avrei sciolto il nodo. Feci cenno all'uomo di essere pronto e lo seguii per le vie di Suna, nel poco tempo della giornata in cui l'aria era respirabile e il caldo non eccessivo. Ci dirigevamo alle mura della città. Voleva forse condurmi all'esterno del villaggio? Fermandosi cominciò a presentarsi, dicendo di chiamarsi Brando, un amico del Kazekage, il quale aveva ordinato di allenarmi. Aspettai che finisse per presentare alcuni miei dubbi.


    « Il Kazekage? Non più di qualche mese fa mi aveva affidato alla Chunin Ai Otonashi. Ormai la sua palestra e la mia palestra ed ho già un tutrice. Perché dovresti allenarmi te? Comunque, Mr. "Abile Addestratore", le mie spade potrebbero suggerirti la mia specialità. Corpo a Corpo. Nessuno mi batte in esso. »




    Altrettanto vero era che io non battevo nessun altro sull'uso dei Ninjutsu e dei Genjutsu. Ma la mia vita era un sacrificio: rinunciare alle arti ninja per acquistare doti ampiamente fuori dal comune. Era uno dei pochi discorsi di Haruka che mi rimaneva in mente.
    Brando sfoggiò invece una tecnica che avevo già visto eseguire da Ai, il Richiamo di oggetti. Sperai vivamente che non fosse capace anche di richiamare animali. Non volevo scappare nuovamente da un cerbero bavoso e affamato.

    « Sono bravo anche a correre, muovermi agilmente e silenziosamente e... Sono un bel ragazzo, ma questo contava più con Deidara e le altre Danzatrici, o ti attraggono i tuoi simili? »




    Sorrisi scherzosamente, mentre osservavo meglio gli oggetti che Brando, al quale avevo dato subito del tu, aveva evocato, chiedendomi quale fosse il loro uso.
     
    .
  5. Brando O'Kaais
        Like  
     
    .

    User deleted


    3/5



    Quando abbassai un attimo la guardia, il ragazzo iniziò a sobissarmi di domande e richieste di chiarimenti. Ascoltai senza dire una parola.

    CITAZIONE
    « Il Kazekage? Non più di qualche mese fa mi aveva affidato alla Chunin Ai Otonashi. Ormai la sua palestra e la mia palestra ed ho già un tutrice. Perché dovresti allenarmi te? Comunque, Mr. "Abile Addestratore", le mie spade potrebbero suggerirti la mia specialità. Corpo a Corpo. Nessuno mi batte in esso. »

    Però che caratterino irritante, sarà che magari l'ho svegliato di prima mattina, in ogni caso aveva un atteggiamento troppo formale verso la vita e verso il suo villaggio, nonostante il registro colloquiale che stava usando.

    - Ti informo che il nobile Kazekage è un ragazzo alcolista che prende decisioni in base alla quantità di alcool che ha nel sangue. Ahahahahahah Quindi probabilmente nemmeno si ricorda di averti assegnato un addestratore prima di oggi. Ahahahahahahaha. -

    Si adesso avrebbe potuto notarlo. Anche Brando era ubriaco fradicio, nonostante si fosse svegliato da poco. Ad un lato della giacchetta aveva una boccetta di sakè di quelle classiche, a clessidra rotondeggiante. Infatti l'uomo la afferrò e dopo averla portata alle labbra, affondò copiose gozzate di liquore.

    - Beh. Comunque. La tipa che hai menzionato, so che ha un compito più importante e di natura alquanto sospettabile, da portare a compimento, quindi la scelta è tua, se stare un po con me, o tornare a casa, io non mi offendo, tranquillo. Aahahahahahahahhaha. -

    No, non sapeva reggere l'alcool.

    [...]

    Quando richiamai a me il sacco d'allenamento, notai una sorta di smorfia sul viso del ragazzo, non ne conoscevo il motivo, ma quando ero ubriaco mi piaceva farmi gli affari degli altri. E io ero praticamente sempre ubriaco.

    - Uh? Ti sei spaventato? Ho solo portato un po di aggeggi per l'allenamento, tranquillo non ti evocherò chissà cosa sui piedi. Ahahahahahahaha. -
    Feci finta di nulla rispetto alla battuta su uomini e donne, e analizzai bene quanto mi aveva detto, per quanto il sakè me lo permettesse. Era un tipo da corpo a corpo.
    - Oh quindi ti piace pestare eh? Ottimo ottimo. Ma spero per la tua vita che tu non sappia fare solo quello, o sarà un bel problema in futuro, ahahahahahaa. -

    E fu così che Dein, sarebbe stato addestrato da un tiop ubriaco marcio con due simpatici occhiali da sole e una sorta di piccola vestaglia aperta sul petto. Un osservatore acuto si sarebbe reso conto che fino a pochissimo tempo prima, quel tipo tanto amico del Kazekage, non c'era.

    [...]

    Brando rovistò all'interno della sacca con precario equilibrio e tirò fuori due cilindri di un certo peso, tendoli in mano, erano abbastanza pesanti da farlo barcollare. Quindi ad un certo punto li lanciò assieme a Dein, senza comunicargli che stavano sui 50 kg ciascuno, facendoli passare in aria a colombella, come fossero due fazzolettini.

    - Quelli devi metterli alle gambe, si allacciano dal ginocchio alle caviglie. Quando avrai fatto, dovrai arrampicarti in cima alle mura di Suna, scegli una parete, non fa differente, ma dovrai farlo senza l'ausilio delle gambe, solo scalando con le braccia, e ovviamente non sul lato a forma di scale, ma su quello interno, quantomeno liscio. Usa le sporgenze di roccia, e dacci dentro. Quando sarai in cima, torna giù allo stesso modo. -

    Quindi si lasciò cadere a terra a gambe incrociate scolando sakè.

    - Puah! Cazzo, quell'idiota di Gin deve aver corretto il mio sakè mentre dormivo, maledetto. -


     
    .
  6. ~ Marcø
        Like  
     
    .

    User deleted


    Convinzione e Sicurezza







    Spaventoso. Il tipo mi aveva lanciato circa cento chili di pesi senza sforzarsi più di tanto. Non fui così imbecille da farmeli cadere sui piedi, nonostante ciò, barcollai per un po', mentre me li infilavo. A Suna probabilmente era tradizione allenarsi con i pesi, oltre ad indossarli anche nella vita normale, per me. Almeno nella prova c'era dell'originalità: scalare le mura del villaggio sul lato liscio usando solo le mani. Una passeggiata, no? Mi preoccupava di più tornare giù.
    Camminare fino alla parete mi creò qualche problema, dato l'enorme carico. Strofinai le mani per terra, impolverandole. Fissai per qualche secondo il muro quasi perfettamente verticale sopra di me. Gli appigli c'erano, ma sarebbe stata una vera faticaccia, meglio cominciare in fretta. Quindi alzai la mano destra, al massimo della concentrazione, e la misi nella prima apertura. Mi issai, mentre alzavo la mano sinistra verso la prossima sporgenza. Era solo questione di concentrazione e resistenza.
    Il peso era enorme ma niente poteva distrarmi dalla mia scalata. Serio come non mai, alzai il braccio destro e sentii inveire contro il Kazekage.


    « Cazzo, non mi distrarre! »




    Alzai gli occhi al cielo, o meglio alle mura che mi sovrastavano, cosa che non mi aiutò per niente. Erano altissime, ma potevo farcela. Sporgenza dopo sporgenza salivo verso l'alto, alternando movimenti laterali alla salita, cercando il percorso migliore. Tirare circa centosettanta (170!!) chili con un braccio alla volta era distruttivo. Resistenza e forza, una vera sfida.
    Cambiare percorso poteva essere utile, facilitare il tutto, ma spostarsi lateralmente non era certo facile, con le gambe penzolanti, che mi facevano somigliare ad una pendola. Cominciai a sudare improvvisamente, solo guardando sui lati capii di essere arrivato nella zona illuminata dal sole. E con il sudore la fatica non tardò a farsi sentire. Una bella accoppiata, davvero. Non bastava lo sforzo che facevo ogni singolo secondo per reggere i quasi due quintali che sollevavo, ci mancavano pure il sole e il sudore. Non c'era nessuno dalla mia parte?
    E salivo, e salivo. Non mi arrendevo certo per qualche goccia di acqua che usciva del mio corpo. Se solo avessi sganciato le spade, sarei già stato in cima. Già, le spade... Le spade! Altro che 170 chili! Quelli erano i pesi alle gambe più il mio corpo: non avevo considerato le spade e i pesi da Danzatore che indossavo quotidianamente. Erano un bel po' di chili... E con una piccola concentrazione di chakra avrei potuto staccarli, lasciandoli cadere. Le spade potevo sganciarle, mi bastava una mano per sciogliere i nodi. Senza quel peso in più sarei arrivato in cima alla velocità della luce.
    Ma sarebbe stato d'aiuto per il mio fisico? Sganciare quei pesi? Probabilmente no. Avrei eseguito il compito che mi dava Brando, ma che cosa guadagnavo? Niente. Potevo soddisfare quell'uomo seduto a scolare alcool, non me stesso in quel modo. Significava barare e i bari, prima o poi, vengono smascherati. Nessuna eccezione.


    « Voglio davvero crescere? »




    Mi fermai a pensare, in un punto quasi privo di appigli. Arrivare a quello più in alto era difficile. Provai un paio di volte ad arrivarci, invano. Era il momento di decidere se proseguire nella mia vita da Shinobi o no. Se far finire tutto o continuare a crescere. Restare mediocre o migliorare. Mi cominciarono a lacrimare gli occhi. Sabbia di merda, finiva dappertutto.
    No, non potevo mentire a me stesso. Ero davvero così debole? Vai Dein, non farti fermare da un pezzo di roccia. Mi issai, stringendo i denti e allungando il braccio. Erano dieci centimetri, niente di più. Solo dieci stupidi centimetri. Per l'esame da Genin, per Ai, Deidara, Haruka e Seira, per il villaggio e anche per quell'alcoolista chiamato Brando, io ce l'avrei fatta. Ma soprattutto dovevo farcela per me.
    Le mie dita afferrarono la roccia, si aggrapparono ad essa e mi issarono nuovamente. Non era ancora finita. Appiglio dopo appiglio procedevo verso la sommità delle mura, ormai non più così lontane. Fu con sollievo che poggiai la mano sinistra sulla superficie piatta della fine di quella scalata. Sospirai mentre mi stendevo a guardare il cielo. Potevo prendere fiato, ma la discesa ancora mi aspettava. Dopo la scalata che avevo appena affrontato non sapevo se scendere sarebbe stato più difficile che salire o no. C'era un solo modo per scoprirlo. Mi misi a sedere sul bordo delle mura e, dopo aver guardato Suna, cominciai a scendere, percorrendo lo stesso percorso che avevo eseguito per salire.
    Avevo davvero le braccia che scoppiavano per lo sforzo, ma se ero riuscito a salire potevo benissimo scendere. Non avevo paura di sbucciarmi una mano o rompermi un polso. Ero convinto che ce la potevo fare e niente poteva farmi cambiare idea.
    Se fossi caduto spezzandomi ogni osso sarei tornato per ricominciare da capo. Era una passeggiata salire e poi scendere. Così facile che potevo affrontare quella sfida solo con le braccia e con un sovrappeso di almeno cento chili. Il villaggio stava per ottenere un nuovo Dein. Più forte e convinto che mai.
    Sorrisi a Brando, quando misi piede per terra. Mi sanguinava una mano e probabilmente il giorno dopo mi sarei riempito di vesciche, ma ne era valsa la pena. Ne ero assolutamente sicuro.


    « Brando hai una birra? Muoio di sete... »


     
    .
  7. Brando O'Kaais
        Like  
     
    .

    User deleted


    4/5



    Brando osservava il giovane compiere l'addestramento fisico che gli aveva richiesto, con molta solerzia, sembrava assai convinto di ciò che aveva in mente, in quel momento lo Shukun pensò che se il giovane non fosse stato solo fisicamente abile, avrebbe potuto diventare un ottimo membro della squadra. Ma questa idea svanì subito dopo, pensando a quanto erano finiti male alleati precedenti, che si erano distinti solo per le arti marziali. Dopo un bel po di tempo il giovane Dein, barcollante per la fatica ed il dolore, si afflosciò vicino a Brando chiedendo per una birra. Il quale, ancora decisamente alticico, rispose con scettiscismo.

    - Uh, una birra? Ma sei sicuro di poter bere alcolici ragazzo? -

    Curiosa domanda di preoccupazione, dopo aver mandato un ragazzo pieno di pesi a scalare una parete di roccia. In ogni caso l'uomo frugò nel mantello che era apparso dal nulla e che si era messo addosso durante la scalata del giovane, tirò fuori una lattina e la passò a Dein. Quindi iniziò a confabulare tra sè e sè. Dopo pochi minuti chiese a Dein se aveva interesse nel proseguire subito gli allenamenti, o se preferiva rilassarsi un pò.

    In entrambi i casi, che fossero partiti subito, o dopo aver dormito lì in quel luogo davanti alle mura, al suo risveglio, Dein avrebbe notato Brando intento ad alzarsi in piedi per cercare di stabilizzarsi, poichè l'alcool rendeva assai difficile mantenere una posizione. Il perchè il suo addestratore si lasciasse andare in quel modo, gli era ancora oscuro.


    [...]

    Pochi minuti ancora, perchè il Genin si preparasse, e si sarebbero incamminati alla volta delle porte di Suna, passando in mezzo ai due costoni di roccia che Dein aveva da poco scalato. Una volta all'estremità esterna, una guardia si fece incontro all'uomo ubriaco, per esigere spiegazioni.

    - Uh? Che vuoi, sto uscendo per addestrare il ragazzo. Torneremo tra un paio di giorni, forse prima. -

    A tale frase la guardia, convinta di potersi rivaleggiare su un uomo coperto dall'alcool, rispose a sua volta.

    << Mi spiace signor O'Kaais, se anche le vostre azioni sono di competenza del sommo Kazekage nessuno può entrare o uscire senza un perm... >>

    image
    Basso - Vel 575



    Brando scomparve da davanti alla guardia, lasciando intravedere nel movimento solo uno svolazzare degli orli del mantello scuro che aveva indosso, lasciando l'uomo spaesato per pochi istanti. Per poi riapparire mollandogli un calcio discensionale dritto alle tempie, e facendolo volare rotolando, un paio di metri più avanti. Atterrando leggero, come se nulla fosse successo.

    image



    - Se qualcun altro, di voi figli di puttana, ha qualcosa in contrario alle mie azioni, scenda giù e lo dica subito! -

    Si udiva solo il rumore del deserto, e niente altro.

    - Si, non avevo il minimo dubbio. Andiamo Dein. -

    Quando avessero compiuto circa un centinaio di metri dalle porte di suna partendo per il deserto, un orecchio ben addestrato avrebbe sentito le guardie scendere per soccorere il malcapitato.

    - Cristo ma avete visto? Merda ma è morto! Gli ha spezzato l'osso del collo con un calcio. Già, portiamolo via.... -

    Chi era quest'uomo che Dein aveva come addetsratore? Da dove era apaprso un chunin abbastanza forte da fae cose simili, e perchè dopo aver ucciso una guardia per insubordinazione alla sua persona, nessuno aveva avuto qualcosa da ridire, chi era in realtà quest'uomo, così legato al Kazekage, che aveva libertà di uccidere nel villaggio della Sabbia? Domande interessanti, per risposte ancor più interessanti....In ogni caso, la misteriosa prova fisica che Brando stava introducendo a Dein, non era altro che camminare, verso il deserto. Ancora e ancora fino a che il sole o la luna, il caldo tremendo o il freddo del deserto, non arrivassero quasi ad annichilire i loro corpi. Brando non proferiva parola, si limitava a camminare.
     
    .
  8. ~ Marcø
        Like  
     
    .

    User deleted


    Una Vera Passeggiata...







    Nonostante avesse qualcosa in contrario, Brando mi passò un lattina. Gioii nel sentire il liquido scendermi in gola, rinfrescandomi e pulendomi la bocca dalla polvere. Mentre sorseggiavo la mia bevanda sentii il mio "sensei" mormorare qualcosa, probabilmente non diretto a me. Scelsi comunque di non rispondere se non ad una domanda diretta, che arrivò poco dopo. Brando mi chiese se preferivo continuare subito o riposarmi. Ovviamente optai per il cominciare subito. Prima portavo il mio fisico al limite e prima lo avrei superato. Appena Brando riuscì a ritrovare l'equilibrio, ci incamminammo vero il portone di Suna, molto vicino a dove eravamo. Passammo in mezzo a due costoni di roccia, uno dei quali avevo scalato poco prima.
    Appena una delle guardie della porta di Suna ci vide venne verso di noi, probabilmente per salutare Brando. Invece la situazione degenerò, appena la guardia si mise contro il mio sensei finì per terra, sicuramente svenuto, o forse... morto?
    - Se qualcun altro, di voi figli di puttana, ha qualcosa in contrario alle mie azioni, scenda giù e lo dica subito! -
    Nessuna delle guardie osò contraddire Brando. Quelle erano le presone che avrebbero dovuto proteggere coloro che vivono all'interno delle mura del Villaggio? Erano così... deboli? Non aveva nemmeno visto il colpo, tentato di parare o schivare. Probabilmente sarebbe stato altrettanto difficile anche per me, ma io avevo solo me stesso sulla coscienza, non un intero villaggio.

    « Ti seguo »



    Sentii un sussurro provenire dalle guardie: Brando aveva ucciso la guardia. Niente di cui stupirsi, cosa significa Ninja se non uccidere nell'ombra? Che senso ha essere forti se non si può fare ciò che si vuole? Basta sapersi limitare e soprattutto sapere con chi si può fare ciò che si vuole. Comunque, l'omicidio di una guardia, probabilmente, non sarebbe rimasto nell'ombra. Era pur sempre uno shinobi di Suna. Anche se Brando era un amico del Kazekage, almeno una ramanzina dal capo del villaggio probabilmente l'avrebbe beccata anche lui.
    Un passo alla volta ci allontanavamo dalle mura, in perfetto silenzio. Io aspettavo che Brando mi spiegasse dove stavamo andando, ma da lui non giungeva una singola parola. Ero comunque disposto a seguirlo, un passo dietro di lui, lentamente ma costantemente.
    Non pensavo a nulla in particolare, fissavo semplicemente le orme del sunese ubriacone fantasticando su qualcosa di simile ad un allenamento in cui seguivo semplicemente le sue orme, aumentando in qualche modo la mia esperienza, ma senza mai superarlo, come se il passo fra me e lui fosse sempre più lungo, sempre così difficile mettere un piede davanti all'altro. Una folata di vento cancellò il paio di orme fra me e Brando, facendo scomparire anche lui.

    « UH? »




    Sbattendo gli occhi vidi riapparire chiaramente il sensei. Il sole fa brutti scherzi, insieme al deserto, poi, si divertono un monte. La mia stanchezza non faceva che aiutarli, mentre il cervello, bloccato soltanto dalla mia volontà, cercava di mettermi a letto, anche se, con ogni probabilità, era più pericoloso addormentarsi che continuare a camminare, con il vento che cresceva e cancellava ogni nostra orma, fino a smuovere la cima delle dune. Potevo solo aspettare che il sole calasse o che arrivassimo a destinazione. La prima opzione fu quella che prevalse. Il sole cominciò a scendere inesorabilmente verso l'orizzonte, mentre i raggi, sempre meno perpendicolari, smettevano di trasmetterci calore. E anche sudato fradicio continuavo a camminare dietro a Brando, convinto che la meta era sempre più vicina oppure la fine del deserto, dato che neanche le dune sono infinite. Eppure, mi sembrava di ricordare che Konoha fosse ad almeno tre giorni di marcia, almeno uno dei quali di deserto. Quindi se lo avessimo percorso avremmo dovuto camminare fino a notte inoltrato.
    Era il silenzio di Brando ad inquietarmi. Cominciai a ragionare sulla motivazione: o voleva risparmiare il fiato, o demoralizzarmi, oppure non voleva informarmi sulla meta, se non addirittura sulla sua esistenza. Era possibile che fosse quella la prova? Fidarmi completamente del mio sensei e camminare fino a sfinirmi? Sicuramente il vento aiutava, mentre la temperatura scendeva, era la noia maggiore. Comunque, da quanto conoscevo Brando, non era tipo da farmi una prova sul "fidarsi ciecamente", sia per il suo carattere, sia perché il mio era un addestramento e non una prova per dimostrare qualcosa. Voleva testare quindi per quanto potevo continuare a camminare nonostante fossi già stanco? Lo avrei seguito fino a quando non sarei crollato a terra per la stanchezza. Anche se i piedi mi facevano già male non mi sarei certo fermato. Avevo già trovato un motivo per non arrendermi nella prova precedente e se camminare fino allo svenimento mi avrebbe fatto crescere o comunque aumentare la mia resistenza, avrei portato a termine anche quell'addestramento.
    Sempre dietro a Brando, anche mentre il sole tramontava, la temperatura scendeva e il vento mi sferzava la pelle. Ero convinto a procedere, anche senza protezioni, erano granelli di sabbia mica rocce. La luce del sole illuminava il cielo, anche se non si vedeva più. Non passò molto e anche quella scomparve, sostituita dalla luce bianca che si rifletteva sulla Luna. Anche col freddo che cresceva seguivo Brando, deciso a non arrendermi. Lentamente i miei passi si fecero meno decisi e irregolari, mentre la stanchezza prendeva il sopravvento. Sentivo le gambe urlare ad ogni passo, una alla volta. Avevo bisogno di cibo e acqua. Ma il riposo avrebbe aspettato. Brando distava solo un passo no? Quindi il mio faro era vicino. Era solo questione di "attraccare al porto" senza graffiarmi. Dovevo soltanto... Un passo alla volta. Con calma e... respirando.
    In silenzio caddi, chiudendo gli occhi.


    « ...'notte... »


     
    .
  9. Brando O'Kaais
        Like  
     
    .

    User deleted


    5/5



    Tenevo d'occhio, ma con le orecchie, l'avanzare del genin che camminava dietro di me, lo sentivo seguirmi nonostante le intemperie e il tempo di percorrenza, non si lamentò mai, ma continuò a fareil suo dovere, ottima cosa. Come avevo previsto, prima o poi sarebbe caduto, anche perchè avrei concluso la prova quando questo sarebbe avvenuto, il mio scorpo era di privarlo di ogni energia che avesse con sè, fino a farlo accasciare, per svuotarlo di tutto ciò che aveva, e addestrarlo in quel momento cruciale. Ecco che finalmente cadde a terra dicendo qualcosa che mi fece abbozzare un sorriso ai lati della bocca. Tutto divenne buio. Quando si fosse risvegliato, si sarebbe destato in una sala sotterranea, presumibilmente a Suna, abbastanza grande da ospitare un centinaio di persone. La sala era "addobbata" con elementi naturali come sabbia, rocce, e un laghetto al centro, il tutto chiuso da muri color terra, e un soffitto di egual fattura. Non sapeva quanto avesse dormito, o quando vi fosse stato portato, ma aveva le energie sufficienti a reggersi in piedi con lucidità e combattere per qualche decina di minuti. Davanti a lui due uomini vestiti di bianco che non aveva mai visto, e nessun altro. Quando si fosse alzato in piedi, i due figuri gli si sarebbero fatti incontro, con fare minaccioso, tutti e due impugnando un kunai.

    Il suo compito? Beh difendersi. E magari in seguito fare luce sulla questione, considerato che ilsuo sensei sembrava scomparso. Erano forse stati catturati dopo che si era addormentato nel deserto? Cosa era successo? Tutte le risposte che voleva, erano bloccate da quei due uomini.

    Ot
    Descrivi 2 Turni di combatttimento in cui inserisci le azioni tue e dei tuoi due nemici. Combattete tutti da Energia Rossa, i nemici sono studenti. Non essere autoconlcusivo su eventuali colpi di grazia.
     
    .
  10. ~ Marcø
        Like  
     
    .

    User deleted


    Gli Uomini Bianchi






    Non fu una bella dormita. Ero distrutto e quello che di norma era un tranquillo pisolino notturno diventò una disperata ricerca di energia. Anche la sveglia non fu delle migliori: faticai persino ad aprire gli occhi e la testa mi scoppiava. Nonostante ciò avevo ripreso un po' d'energia abbastanza da capire che la situazione non era delle migliori. Brando non c'era e non ero nemmeno nel deserto ma in un salone probabilmente sotterraneo. Al centro dell'area c'era un laghetto, il resto era sabbia, terra e roccia. Dovevo ancora essere vicino a Suna. Anche i vestiti bianchi di due loschi figuri mi fecero pensare al villaggio: non c'era motivo di vestirsi a quel modo se non per il sole. Erano anche armati con dei kunai, forse due shinobi? Comunque le loro intenzioni non sembravano pacifiche. Istintivamente estrassi le mie due Kusari Katana.

    « Ragazzi, qui nessuno ha voglia di farsi male, giusto? Quindi, perché non ci sediamo e beviamo qualcosa?
    No, eh? »



    Uno di essi, quello alla mia sinistra, scagliò il suo kunai verso la mia gamba destra, costringendomi a spostare il mio corpo a sinistra. Contemporaneamente, l'altro scattò verso di me, percorrendo circa tre metri, per poi saltare, poggiando un piede sul kunai che aveva lanciato poco prima il suo amico. Volando unì le mani, creando un maglio la cui potenza era aumentata dal kunai che stringeva in mano. Si muovevano abbastanza velocemente, ma non fu complicato distinguere ogni loro singolo movimento. E soprattutto non erano veloci quanto Brando, la cosa cominciava a puzzare di inganno. Alzai le braccia, cominciando ad impastare del chakra. Non certo per bloccare la stupida offesa dell'uomo vestito di bianco, ma per distribuirlo in punti particolari del mio corpo, dove una speciale pietra lo avrebbe assorbito per dilatarsi e sciogliere un paio di nodi, liberandomi dai pesi a cui mi ero tanto abituato. In quel momento avevo deciso la sconfitta dei miei avversari. Il colpo avversario scivolò sulla mia lama destra, che avevo posto sopra la mia testa, uscendo verso l'esterno. Fu grazie alla forma simile ad un coltello della mia Kusari Katana che il colpo passò oltre la mia mano, protetta dalla lama stessa. Il suo compagno non era certo rimasto a guardare: appena il primo aveva spiccato un salto, il secondo uomo, che d'ora in poi chiamerò Due per semplicità, era scattato verso il fianco che avrei lasciato scoperto, e possibilmente cieco, per difendermi dall'attacco che stava arrivando. Sfortunatamente per lui, non avevo intenzione di incassare la ginocchiata diretta verso la mia schiena. Ruotai quindi il mio corpo in senso orario, in modo che le mie braccia, con gli avambracci uniti e le lame perpendicolari al terreno all'altezza del collo, difendessero il mio corpo. Certo, accusai il colpo, ma non era niente più di una botta in un punto abbastanza resistente, o comunque più della schiena.
    Fu un vero peccato, per loro, che in quello stesso istante i miei pesi caddero a terra lasciandomi completa libertà di movimento, una velocità esagerata, simile a quella di Brando quando aveva ucciso la guardia sunese, e aprendo le danze. La Danza. Mentre distanziavo le braccia, per tornare in guardia, alzai il ginocchio destro fino al petto, per poi distendere la gamba [For. 425; Vel. 550] cercando, e riuscendo, di colpire il petto di Due con il piatto del piede per allontanarlo e ruotare poi su me stesso. Non era certo un colpo molto pesante, ma mi avevano sempre insegnato di fare una cosa alla volta. E due contro uno era sleale. Poggiando il piede a terra ritrovai l'equilibrio che mi serviva per colpire. Avevo intenzione di colpirlo dall'alto in basso, con un fendente alla spalla sinistra, con la Katana destra. Calando il colpo sollevai la gamba sinistra, rendendolo così leggermente diagonale, verso l'incavo fra collo e spalla, e posi una nuova minaccia per il mio avversario, che doveva ora proteggersi da ben due attacchi: il fendente [For. 425; Vel. 550; Potenza 40] e la ginocchiata [For. 425; Vel. 550]. Fu un salvataggio in extremis quello del mio avversario: salvò il collo sacrificando il busto. Anch'io avrei fatto così, a dir la verità. O forse sarei riuscito a schivare tutto. Comunque ancora non avevo finito: la Danza e il mio costante allenamento avevano fatto sì che le mie azioni fossero maggiori a quelle di un mio parigrado. Sollevai quindi la spada sinistra cercando di infilarla sotto la spalla avversaria, nel tentativo di neutralizzargli il braccio destro. Neutralizzarlo, ferirlo, tagliarlo di netto... Sono solo sinonimi. Mi sentivo anche di dargli un piccolo incentivo: il grande lavoro fisico non aveva aumentato solo le mie prestazioni, ma anche la mia energia interiore. Sì, solo una piccola spinta. [For. 425; Vel. 625; Potenza 40]. Un colpo che stupiva me stesso. E che il mio avversario difficilmente avrebbe visto. Sicuramente sentì il dolore e un liquido caldo colare, mentre il sangue cominciava ad uscire dalla ferita. Mi allontanai lateralmente, mentre con la mano sinistra afferrai, non senza cautela dato l'ingombro della spada, un tonico dalla borsa laterale e lo misi in bocca deglutendo, ma senza ingoiarlo. Avevo proprio voglia di provare una cosa e poteva essere un bluff: mi ero mosso ad una velocità pazzesca e far pensare ai due miei avversari di aver già usato un bel po' di chakra mi conveniva.

    « Chi siete e dov'è Brando. Ditemelo subito o vi macello come maiali. »



    Seriamente sputai quella specie di sentenza, ma i due non sembravano molto convinti. Quindi, mentre Due raccoglieva il suo kunai ricomposi una guardia per lo meno accettabile, posizionano le spade davanti a me e profilandomi rispetto ai nemici. Ero sicuro che avrebbero attaccato in modo serio e il paio di metri fra noi era una distanza irrisoria per un ninja al nostro livello. Apprezzai il loro attacco. Frontale come il vento nel deserto sunese. Un affondo con il kunai al mio fegato: niente di meglio. A dir la verità non conoscevo bene quanti danni poteva farmi, ma ero così felice di un attacco così stupido che aprii la guardia come un'idiota. Avrei preso in pieno il suo colpo per testare la mia resistenza. E quante palle avesse Due. Sfortunatamente per lui ero anche pronto a contrattaccare immediatamente. Colpii esattamente la sua gamba destra [For. 425; Vel. 550; Potenza 40] in un abbraccio mortale, recidendogli qualche muscolo e forse anche dei tendini. Non conoscevo bene il corpo umano, a dir la verità, il dolore mi era molto più familiare. Da quella distanza minima, l'unica cosa che riuscì a fare Due fu colpirmi col gomito destro al torace, sfruttando forse del chakra per un colpo più potente. Arrivò quindi il suo compagno, cercando le mie braccia, forse per disarmarmi, cosa che li avrebbe aiutati molto. Mi credevano un ingenuo? Ruotando semplicemente la spada sinistra portai il colpo fuori bersaglio, deviando il kunai e continuando a proteggermi con il corpo di Due. L'uomo in bianco non si diede però per sconfitto e con la gamba destra tentò un calcio al mio ginocchio, colpendolo mi avrebbe ridotto in ginocchio, come minimo. Ruotare ulteriormente il polso era impossibile. Con il braccio destro ancora dietro Due scelsi di tentare una schivata, facendo perno sulla sua spalla. Sollevai il mio intero corpo, per poi portarmi dietro Due.
    Con il piede destro spinsi il ginocchio precedentemente ferito di Due [For. 425; Vel. 550], facendolo inginocchiare e spostando la spada mancina davanti alla sua gola [For. 425; Vel. 550; Potenza 40]. La destra non rimase ferma. Si alzò velocemente tagliando la distanza fra me e il primo avversario in un attimo, manovrata dal mio braccio andò a posizionarsi davanti al suo ombelico [For. 425; Vel. 550; Potenza 40]. Ingoiai il tonico che già avevo in gola, facendo diminuire il dolore che provavo per la ferita all'addome. Non male davvero, ero migliorato.

    « Adesso sono più convincente? Parlate. Immediatamente. »





    CITAZIONE

    Statistiche:

    Forza: 400 425*
    Velocità: 550 500**
    Resistenza: 350
    Riflessi: 400 425***
    Agilità: 475
    *= Con Innata Attiva
    **= Con Pesi Indossati
    ***= Con Innata Attiva, in Fase Difensiva


    Chakra: 14 Bassi
    Chakra Utilizzato: 1xBasso per far cadere i pesi; 1xMediobasso attivazione innata; 1xBasso Potenziamento

    Ferite: 1xMedioleggera al fegato da Perforazione [Vitalità ripristinata tramite Tonico di Ripristino]

    Turno 1:

    Slot Azione I: Calcio destro al petto
    Slot Azione II: Fendente destro al collo
    Slot Azione III: Ginocchiata sinistra al busto
    Slot Azione IV [Guadagnato tramite innata sacrificando slot tecnica]: Montante sinistro alla spalla destra avversaria potenziato con 1xBasso in Velocità
    Slot Azione V [Guadagnato grazie ad Agilità Migliorata]: Posizionamento tonico in bocca

    Turno 2:

    Slot Azione I: Subisci&Mena tondo destro alla gamba destra
    Slot Azione II: Spinta con il piede destro al ginocchio avversario
    Slot Azione III: Posizionamento Spada sinistra davanti al collo avversario
    Slot Azione IV [Guadagnato tramite innata sacrificando slot tecnica]: Posizionamento spada destra davanti alla pancia avversaria
    Slot Azione V [Guadagnato grazie ad Agilità Migliorata]: Ingerimento tonico

     
    .
  11. Brando O'Kaais
        Like  
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE

    « Adesso sono più convincente? Parlate. Immediatamente. »


    Un suono di mani che venivano sbattute, come in un'applauso, fece riporre le armi ai due uomini. Al centro del laghetto, sull'acqua, apparse una roccia, non in una nube di fumo, ma dietro ad una sorta di spostamento d'aria, come in un miraggio del deserto, sopra la rocca c'era brando seduto a gambe incrociate che stava applaudendo, rivolto verso Dein. L'uomo scomparve per riapparire in mezzo ai due uomini che stavano rirpendendo fiato. L'uomo non sembrava più ubriaco, ma anzi era più sorridente e benevolo del solito, si rivolse a tutti i presenti.

    - Due dei miei sottoposti con il fiatone contro un ragazzino eh? Beh o è lui molto forte o voi due vi siete impegnati troppo al pranzo della squadra, signori miei. -

    I due arrossirono, e piegarono la faccia verso il suolo, chiaramente imbarazzati. Brando vestito come al solito più da attore, che da combattente, si fece verso il ragazzo e gli posò una mano su una spalla.

    - Su su tranquilli ragazzi, non sentitevi in colpa, è normale che il ragazzo vi abbia più che tenuto testa, ci sa fare, per quanto mi spiaccia dirlo non siete al suo livello. Almeno nelle arti marziali. E tu Dein, che posso dire se non, promosso? -

    - Bhuahauhauhauahuah -

    Una risata avrebbe preannunciato la sparizione di Brando e dei due tizi, dopo che questi ebbero salutato Dein con un saluto militare, tutti in piccoli vortici di sabbia. Nel contempo una delle pietre della parete ovest si rivelò essere una porta che aprendosi, avrebbe portato Dein in superficie, poichè salendo delle scale avrebbe trovato una botola che conduceva a uno dei vicoli antistanti la piazza del mercato, così uscendo dal suolo, avrebbe ricominciato una nuova giornata, forte di nuove esperienze.

    Dei Uzura Guadagna l'Energia Rossa




    Nel caso Dein sia interessato a mantenere i rapporti con Brando, potrà trovarlo in ogni momento cercandolo all'Amministrazione, dove ha un personale ufficio.
     
    .
  12. ~ Marcø
        Like  
     
    .

    User deleted


    Promosso






    Molto teatralmente Brando fece la sua comparsa, prima sul laghetto e poi accanto a me, mentre gli uomini riponevano le armi e si rilassavano. Ancora in una sorta di trance, proprio quella che caratterizzava noi Danzatori, allontanai le spade dai miei avversari, per poi riporle nei loro foderi. Appena fossi tornato a casa le avrei pulite e oliate, per poi controllare il filo ed eventuali scheggiature. Se non l'avessi fatto, Haruka mi avrebbe brutalmente ucciso con quelle stesse spade probabilmente. Comunque, Brando parlò scherzosamente dei suoi sottoposti, concludendo con le parole "E tu Dein, che posso dire se non, promosso?"

    « Puoi iniziare con il dirmi come uscire di qui... »



    Scomparve ridendo, seguito da i suoi sottoposti che mi salutarono in silenzio. Un cigolio dietro di me mi fece voltare verso una roccia a cui mi avvicinai, notando così degli scalini. Percorsi tutte le scale, fino ad arrivare ad una botola. La spinsi, godendo nuovamente della luce del Sole e del suo calore. Ero a Suna, nella zona del mercato. mentre qualche vecchio mi guardava, uscii di lì, richiusi la botola e mi allontanai, senza fare una piega. Tornai quindi a casa e mi venne un groppo in gola. Sulla porta della mia roulotte c'era una scritta rossa. Probabilmente rossetto.

    Haruka Killing Mode: On!

    « Oh, merda! »


     
    .
11 replies since 20/12/2009, 17:30   184 views
  Share  
.