Attraverso il Deserto

Energia Verde + Controllo del Chakra I per Cannella

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  1. ƒ r a n z
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    Continua da qui.
    Il deserto di Suna accolse il maestro e l'allievo allo stesso modo per entrambi: spietato, soleggiato, arido. Raffiche di vento bruciante sferzavano i loro volti, coperti per bene da pesanti abiti ideali per i viaggi nel deserto; passo dopo passo, nella sabbia cocente, Shura e Kioka avanzavano verso il villaggio di Suna, scorgendo in lontananza, tra i polveroni e le nubi di sabbia, la grande cinta naturale di roccia che circondava la loro destinazione.
    L'ambiente era certamente ostile ma Shura, essendoci nato e cresciuto, ci era certamente abituato; non si poteva dire lo stesso per Kioka, nato e cresciuto tra le acque di Kiri. Shura ogni tanto si voltava per tenerlo d'occhio, e puntualmente se lo trovava a pochi passi dietro di lui, coperto pure lui in modo da lasciare visibili solo gli occhi; nonostante non fosse evidente, era in difficoltà in quell'ambiente nuovo. Dimmi un po', Kioka... esordì Shura fermandosi e girandosi verso l'allievo, invece che addestrarti all'interno del villaggio, che ne dici di cominciare già ora? chiese, aspettando replica da parte di Kioka.
     
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  2. C a n n e l l a
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    Legenda

    Narrato/Pensato
    Parlato
    Parlato Altri

    DESERTO
    ___________________________________________________________________________



    Finalmente ce l’ho fatta. Ora sono un ninja a tutti gli effetti. Un vero Genin. Quindi portatemi rispetto studentucoli, che io posso e voi no. A quanto pare l’esame non ha fatto così schifo come credevo. Oppure chi l’ha corretto era un perfetto idiota. Non importa. Quello che conta è che ora sono diventato un Genin, e con me anche Kuro e Ao, i miei carissimi amici e avversari di corso. Sono contento per loro. Ho saputo che Kuro si trasferirà, come me, in un altro villaggio. Già, perché anche io mi trasferirò.
    Shura-sama ha accettato di prendermi come suo allievo, e mi porterà con sé a Suna. E questa è cosa molto buona e giusta. Non resta che andare a casa per dirlo ai miei e comunicarlo anche al Villaggio. Dubito però che freghi a qualcuno se lascio Kiri o rimango, ma queste noie burocratiche ci sono e vanno affrontate. Pace, farà lo sforzo di mettermi un abito comodo e presentarmi come una persona normale in centro.

    […]

    Ora sono ufficialmente un traditore di Kiri! Ma che bello! Potrei essere considerato un pericolo per il villaggio, quindi tutti quanti sono autorizzati a farmi fuori a vista. Vengano pure quei piccoli assassini finto-fighi: non ho paura. Ho uno Shura-sama con me, e non ho paura di usarlo.
    Proprio Shura è qui accanto a me, che, quasi tenendomi per mano (in realtà non lo fa, ma sono sicuro che gli piacerebbe farlo) mi accompagna fuori dai confini del Paese della Nebbia. Non mi ero mai avventurato così lontano da casa, così lontano dal mare. Quasi quasi mi viene un po’ di nostalgia. No. Scherzo. Sono troppo eccito-gasato per questa cosa del viaggio e del tradimento a Kiri per pensare anche un solo momento a quei pesciaioli dei miei vecchi. Per il mare, mi consolerò con quello che troverò a Suna.
    Già me lo immagino: spiagge enormi e bianchissime, su cui granchietti corrono in direzioni casuali e bambini giocano a pallone pestando merde di cane lasciate là da padroni poco rispettosi dell’igiene pubblica. E poi il mare! Ah, il meraviglioso mare cristallino di Suna, il Villaggio della Sabbia Corallina! Un luogo con un simile nome da villaggio vacanze non può che essere meraviglioso.
    Nel mio cervellino sbavo.

    […]

    Il viaggio procede abbastanza rapido e senza eccessivi intoppi. Shura-sama non è proprio un chiacchierone, e io mi riduco a farmi film mentali su ideali partite di frisbee sulla spiaggia sunese.
    Al sesto giorno però Shura mi passa un qualcosa che somiglia molto a un chilometro buono di stoffa, e mi dice: «Stiamo per arrivare a Suna. Ti conviene metterlo.»
    Osservo un po’ stralunato la stoffa: sembrerebbe una specie di pareo molto in, non fosse per il fatto che ce ne verrebbero comodamente tremila di parei. Shura però se ne avvolge uno simile intorno a tutto il corpo, testa compresa, fino a lasciare scoperti solo gli occhi.
    Lo imito, e subito mi prende un caldo maledetto. I vestiti li sopporto poco già di mio, questo qua poi è veramente ingombrante.
    «Certo che avete una moda piuttosto strana voi di Suna. – dico al mio sensei – Credevo che anche da voi andassero sandali e bermuda. O al massimo una bella canottierina leggera leggera.»
    Shura non mi risponde, ma scuote la testa.
    Entriamo finalmente a Suna! Ormai niente potrà farmi cambiare idea!

    […]

    Voglio andare viaaaaa! Questa o è la spiaggia più immensamente infinita che io abbia mai visto, o ci troviamo in un vero e proprio deserto! Sabbia a destra, sabbia a sinistra, sabbia sotto e perfino sabbia sopra, spostata in vorticosi turbini da maledettissimi venti caldi come scorregge di vecchio. La temperatura poi è qualcosa di insopportabile: ci saranno quattrocento gradi all’ombra. Peccato che dell’ombra non ce ne sia nemmeno l’ombra (appunto). Ora capisco anche a che pro i vestiti chilometrici: evitano la di finire arrostiti dal sole, che qui batte perpendicolare anche di notte.
    Shura mi ha spiegato che Suna si chiama così proprio perché si trova nel bel mezzo di un immenso deserto, in cui le condizioni di vita sono, nel migliore dei casi, pessime. Proprio il posto adatto a me: qui l’acqua non si è mai vista, non si vede e non si vedrà mai. Gaudio e tripudio! Dovrò imparare a vivere fuor d’acqua. Ho sentito che alcuni pesci ce la fanno, sopravvivendo nel fango fino a quando non possono bagnarsi un altro po’. Dovrei farmi insegnare da uno di questi pescetti.

    Camminiamo nel deserto, sotto il sole cocente, ed io sudo come un agnello a Pasqua (per chi non lo sapesse la Pasqua è una festività di una religione che viene da parecchio lontano, e che celebra i poteri miracolosi di un super-ninja che è addirittura riuscito a tornare in vita dalla morte. Durante questa festa è tradizione uccidere e mangiare agnelli.)

    […]

    In lontananza, seminascosta dalle perenni nuvole di sabbia sollevate dal vento bollente, si intravede una specie di montagnola. Shura-sama mi ha spiegato poco fa che si tratta del villaggio di Suna, la nostra destinazione. Ha anche detto che dentro il villaggio il vento non riesce ad entrare, ed il clima è un po’ migliore di quello che c’è qua fuori in questa desolazione arida. Lui è sicuramente più abituato di me a camminare nella sabbia, e riesce a distanziarmi: i miei passi sono piuttosto incerti e traballanti. Arrancando dietro di lui mi chiedo se non ho fatto l’ennesima cazzata. Ovviamente la risposta più appropriata sembrerebbe un bel “sì”. Però c’è qualcosa che mi dice che in fondo se sono qui un motivo ci deve essere: il destino mi ha sempre guidato abbastanza bene, e se mi ha portato a soffrire in questo sabbione infernale avrà avuto le sue buone ragioni.
    Mi piacerebbe incontrarlo, magari, questo destino, e una volta incontrato gliene direi quattro o anche cinque. E magari gli darei anche un paio di schiaffi. Così. Per gradire.

    Mentre sono immerso nei miei pensieri sento una voce venire da davanti a me. Sono così poco abituato a conversare con Shura-sama che non riconosco subito la sua voce.
    «Dimmi un po', Kioka... invece che addestrarti all'interno del villaggio, che ne dici di cominciare già ora?»
    «Beh, sarei portato a dirti che allenarsi qui sarebbe un vero e proprio supplizio. Però il sensei sei tu, quindi fai te: se ritieni che allenarsi qui possa essere una buona cosa, allora alleniamoci senza perdere tempo, che più sto al sole più mi sento male.»


    Guaro Shura attraverso la fessura del turbante che mi fasciava la testa: da una parte sono piuttosto curioso ed eccitato all’idea di allenarmi con lui. Mi rendo conto che non so praticamente nulla del mio sensei: come combatte, cosa sa fare, cosa no, i suoi gusti, colore preferito, cazzate del genere. Dovremmo chiacchierare di più.
    Mi accendo una sigaretta.

    «Quando vuoi, Shura-sama»


     
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    I passi arrancanti di Kioka nella sabbia del deserto lasciavano a desiderare, quindi Shura si ritrovò in parte compiaciuto del fatto che acconsentisse ad iniziare sin da quel momento l'addestramento: procedere con un soggetto così lento alla volta di Suna sarebbe risultato troppo noioso.
    Guardandosi attorno Shura non vide molte idee per iniziare l'addestramento, ma alla fine trovò qualcosa di interessante: da una parte avrebbe aiutato Kioka, ma dall'altra avrebbe anche divertito Shura. Lì, in mezzo alla tempesta di sabbia, lo avrebbe addestrato, ma si sarebbe anche divertito alle sue spalle. Vieni qui Kioka gli disse facendogli segno con la mano mentre si era fermato ad aspettarlo, visto che il tuo allenamento deve cominciare, faremo in modo da renderti più forte strada facendo...
    Tirò fuori un sigaro e se lo cvacciò in bocca, ma per via del forte vento il suo accendino non voleva saperne di funzionare; inizia col toglierti il soprabito disse mentre si ricopriva il volto. Infilatosi il sigaro e l'accendino in una tasca trovata passando più volte la mano tra le pieghe del soprabito, Shura riprese la spiegazione. Visto che non sei abituato alle intemperie di Suna, voglio che da qui al villaggio tu cammini esposto al vento disse, sorridendo sotto quel grande telo che mascherava la sua espressione compiaciuta. Faremo in modo di aumentare la tua resistenza, almeno per il momento: arrivati al villaggio passeremo al secondo esercizio.
    CITAZIONE
    Allora, descrivi semplicemente come il tuo personaggio affronta le tempesta di sabbia senza protezioni adatte: puoi utilizzare chakra, tecniche, quello che vuoi, ma ricordati di descrivere fino a quando arrivi a circa 150-200 metri dal passaggio tra le rocce che portano al villaggio vero e proprio - da quel punto passeremo all'esercizio seguente.

     
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    Legenda

    Narrato/Pensato
    Parlato
    Parlato Altri

    DE SADE
    ___________________________________________________________________________



    Vidi salire dal deserto una bestia. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d'uomo. E tale nome è Shura! Il numero non lo so. Credo porti circa il 40, mi sembra che abbia dei bei piedoni.
    Il mio sensei è davvero il male! Come si può chiedere ad un povero kiriano appena importato in questo deserto del cavolo di spogliarsi e camminare contro la tempesta? Credo sia la prima volta in vita mia che non voglio farlo. Spogliarmi intendo. Solitamente evito comunque di camminare incontro alle tempeste.
    È malvagità pura, come chiedere ad un pesce appena pescato non solo di imparare a respirare coi polmoni che non ha, ma pure di correre anche la maratona. Non ce la farebbe: non ha le gambe per correre.

    Con uno sguardo a metà fra l’omicida e l’implorante, lo guardo. A dire la verità non ho la più pallida idea di come potrebbe essere uno sguardo a metà fra l’omicida e l’implorante, ma è l’accezione che cerco di dargli. Provate anche voi a casa: mettetevi davanti a uno specchio e cercate allo stesso tempo di fulminare e impietosire con lo sguardo il vostro riflesso. Mandate i vostri risultati, magari corredati di foto, al mio indirizzo! Grazie della collaborazione!

    Come dicevo, mi metto a fissare Shura cercando di capire se è del tutto impazzito o è proprio un sadico, ma lui si limita a ostentare quel suo perenne sorrisetto odioso, mentre tenta di accendersi un sigaro che non ne vuole sapere di essere immolato al tumore al polmone. Capisco così che non ho molte vie di scampo: o lo faccio, o quella grandissima testa i cactus del sensei mi lascia qui a seccare come le merde di cane.

    Seppur riluttante, mi tolgo il pesantissimo scafandro di stoffa. Sotto indosso solo la consueta casacchina azzurra al ginocchio e senza maniche. Non faccio in tempo a consegnare il mantello a Shura che sono già sudatissimo e asciuttissimo, e di nuovo sudatissimo e asciuttissimo. Sento la pelle tirarsi come quando al mare non mi risciacquavo dal sale e somigliavo un po’ alle vecchine tiratissime in viso e secche come cartapecora che sedevano su altrettanto secche panchine spettegolando del più, del meno, del per e del diviso (e qualcuna anche delle radici).
    Soltanto stare fermo è un agonia. Figuriamoci camminare.
    Però Shura si è già incamminato, e io sono costretto a stargli dietro.

    Il sensei ha detto che devo arrivare fino alle mura del villaggio. Le guardo: seppur immense e ben visibili appaiono lontanissime e confuse nella sabbia vorticante intorno a me. Vorrei piangere, ma ho come l’impressione che nel deserto servirebbe solo ad accelerarmi la morte per disidratazione. Quindi stringo i denti e vado avanti.

    Camminare in questa dannata tormenta di silicati vari è terribile: le raffiche di vento e sabbia mi sferzano il viso rimasto senza protezione, così come le braccia, le gambe e ogni altro punto i granelli riescano a raggiungere (quindi ovunque). Oltretutto, quasi che Shura avesse il potere di controllarne il moto, il vento ha cambiato direzione, e mi soffia contro , rallentandomi non poco. Ripenso a casa mia: là non c’erano trombe d’aria taglienti di sabbia, al massimo qualche raffica con pescetti incorporati, che più che fare male puzzano.
    Non riesco a capire quanto avanzo, perché la sabbia mi impedisce di orientarmi, ma mi sembra che le mura siano sempre alla stessa distanza. Shura, davanti a me, cammina normalmente, e avanza deciso verso il villaggio. Il caldo, oltretutto, sta aumentando, e rischio seriamente di morire disidratato. La vista comincia a calarmi, e mi accorgo di stare procedendo più lentamente. Se continuo così, entro breve mi accascerò a terra e forse solo gli scorpioni si ricorderanno di me. Che fine ingrata per una futura promessa eroica come me! Morire tra le ingrate sabbie di Suna, senza neppure aver compiuto una scintillosa impresa degna di essere cantata! O, qual destino ingrato! Sento la sabbia entrarmi in bocca, bruttissimo segno. Fra poco morirò. Tutta questa aridità non fa bene ad un kiriano come me. Noi amiamo l’acqua. Noi viviamo in simbiosi con l’acqua. Noi…noi usiamo l’acqua! Cazzo, è vero! Noi usiamo l’acqua!
    Ho deciso che non muoio più.

    Non appena ho avuto questa geniale idea (che a pensarci a posteriori mi sarei accorto che potevi venirmi anche prima) il chakra ha cominciato ad affluire nei miei polmoni. Umidità. Sento l’umidità concentrarmisi nella gola, come la rugiada di mattina sull’erba. Poi piano piano la familiare sensazione di gola piena si ripresenta. Alzo la testa verso l’alto, guardando il cielo reso rosso dalla sabbia.
    PLOP!
    Suono piuttosto sgradevole. La piccola palla d’acqua Sfere d'Acqua Solida ~
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (caricamento pari a 6 sigilli)
    Tramite l’impasto di una notevole quantità di chakra nel sistema respiratorio, l’utilizzatore sarà in grado di emettere diverse sfere d’acqua solida dal raggio pari a 20 centimetri entro 15 metri. Quando iniziato a emettere le sfere d’acqua, l’utilizzatore non potrà muoversi ma potrà variare la traiettoria dei proiettili acquatici. La potenza di ogni sfera è pari a 20.
    Dal grado genin è possibile creare fino a 2 sfere, da chunin fino a 3 mentre da jonin 4. Sarà necessario uno slot azione o tecnica per scagliare ogni sfera oltre la prima.

    Tipo: Ninjutsu | Suiton
    Livello: 5
    Consumo: Mediobasso ogni sfera
    esce dalla mia bocca producendo proprio un PLOP. Mi richiama alla mente suoni erotici poco raccomandabili. Scaccio l’idea dalla testa (ovviamente non ci riesco) e guardo la palla che vola in aria. Su. Su. Su. Basta su. Giù. Giù. Giù.
    SPLASH!
    Sollievo incredibile. L’acqua mi ricade addosso e mi inzuppa. Sono finalmente fradicio e contento. Ovviamente so che l’acqua non durerà tanto. Questo caldo luciferino farebbe evaporare le rocce. Però l’acqua mi ha evitato di diventare una mummia e, grato, comincio a correre verso Shura. Rinvigorito, mi muovo con più facilità nella tempesta, anche se la sabbia mi si incolla addosso, facendomi somigliare ad una specie di cotoletta impanata. Chissà che ora non arrivi un mostro del deserto che vuole friggermi. Mi vedo già bollire nell’olio bollente. Ne sento già il calore abominevole. Ah, no, quello è il caldo di questo schifo di deserto. L’acqua si dev’essere evaporata, e la mia crosticina di sabbia si sta sgretolando. Rifare tutto daccapo.
    Sputo un’altra bolla d’acqua, e di nuovo mi sento fresco come una rosa. Stavolta decido di superare Shura: più tempo aspetto, più bolle dovrò usare per arrivare fino al villaggio. Quindi decido di correre. C’è il piccolo problema che le gambe sembrano reggermi a fatica, e sono costretto a inviare altro chakra Impasto Basso nelle gambe per aumentarne la resistenza alle cosce e ai polpacci, per evitare di cadere.
    Continuo a correre, col chakra che mi sostiene e l’acqua che mi rinfresca. Mi libro nell’aria calda, come una farfallina nel forno. Le mura si avvicinano sempre di più, sempre di più. E la farfallina si sta cuocendo. Deve continuare a volare.
    La corsa continua. Le gambe mi fanno ancora un po’ di male, ma non ce la faccio a mandarci altro chakra. Devo resistere..resistere! cazzo, resistete gambe. Ormai manca poco così.

    Eccomi qua! A poca distanza da me si innalzano le torreggianti mura di Suna, vere e proprie montagne di terra e pietra. Per fortuna proiettano una lunga ombra, e là sotto non ho più bisogno di bagnarmi in continuazione. Al riparo delle mura anche il vento si è un po’ placato, e mi permette di riprendere fiato.
    Sudato, mezzo bagnato, pieno di sabbia, mi giro verso Shura e gli grido: «Ehi sensei! Guarda qua! Ci sono arrivato! Ce l’ho fatta capo! Sono stanco morto, vero, ma ce l’ho fatta! Voglio un premio! Shuuuuuuuuuuraaaaaaa!»

    SPOILER (click to view)
    OT/Chakra consumato: 5 Bassi (vale a dire metà della mia riserva ç_ç)\OT

     
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    I due si avvicinavano sepre più al grande anello naturale di roccia che circondava il villaggio, costituendo la sua ultima difesa naturale; pareti di roccia alte decine di metri si stagliavano a poche centinaia di metri dai ninja, interrotte solo da una stretta gola, che rappresentava l'unico accesso al villaggio; all'inizio della gola, il cancello.
    Il vento sferzante cessò, dando così l'opportunità a Shura di scoprirsi e di gettare via, finalmente, quei grossi panni antivento.
    Bene Kioka, sembra che tu abbia già iniziato a divertirti! disse Shura con tono sarcastico, senza però cambiare espressione del volto; il viaggio pareva essere giunto al termine con un finale tranquillo sotto un sole cocente, ma un boato dietro i due rovinò quelle aspettative; girandosi infatti i due ninja avrebbero potuto vedere, a circa un chilometro di distanza, una tempesta di sabbia, molto più pericolosa della prima, avvicinarsi a grande velocità nella loro direzione. Su, muoviamoci verso il villaggio! gridò Shura, scattando in avanti; Kioka invece avrebbe dovuto metterci un po' più di tempo, viste le sue caratteristiche, inferiori a quelle du Shura. Corri più che puoi Kioka, io non sono stato così fortunato durante i miei addestramenti! gridò Shura voltandosi il tempo sufficiente per parlare, per pio riprendere a correre.
    In lontananza il cancello si stava aprendo per lasciarli entrare, ma i due ce l'avrebero fatta in tempo?
    CITAZIONE
    Alleniamo la velocità: la tempesta di sabbia ha la velocità di un'energia Rossa, ma è molto più distante, a circa un chilometro dal villaggio, mentre tu sei a circa duecento metri dal cancello. Come sopra, buon lavoro! ^^

     
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  6. C a n n e l l a
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    Legenda

    Narrato/Pensato
    Parlato
    Parlato Altri

    RIDERS ON THE STORM
    ___________________________________________________________________________



    Correre decisamente non è la mia attività preferita. È normale: sono di Kiri, sono nato nell’acqua, sono abituato a muovermi nell’acqua invece che sulla terra. Ho imparato a nuotare prima che a camminare o a calcolare a mente la radice quadrata di 321.
    Eppure non sembra un concetto tanto chiaro: tutti continuano a chiedermi di correre, correre e ancora correre. Evidentemente va di moda fra i sensei far correre i proprio allievi come degli indemoniati.
    Comunque. Mente locale. Focalizziamoci sul problema primario che ora non è tanto il correre in sè. No. Che cos’è è che è grande grande, gira molto velocemente e ti può travolgere se ti avvicini troppo? No, non sono i vostri sacchi scrotali dopo un convegno politico. È una tempesta di sabbia. Non una di quelle normali, che a quanto pare sono all’ordine del giorno in questo villaggio-barbecue, ma una di quelle serie. Quelle che sradicano le case e distruggono tutto al loro passaggio. Oh, guarda. Che combinazione: ce n’è una che mi sta venendo incontro a velocità spropositata. Ma che ragazzo fortunato che sono. Shura mi ha già abbandonato al mio destino. Sensei del cappero.

    Mi metto a correre come un dannato verso lo spiraglio che si apre nelle immense mura di Suna che ora mi sovrastano in tutta la loro possenza. Intuisco che quella debba essere l’accesso al villaggio, ed infatti è lì che punta Shura. Pochi secondi dopo lui è al sicuro tra i bastioni. Peccato che io non corra neppure lontanamente alla sua velocità. Il tornado sembra invece spostarsi a gran velocità, e recupera terreno alle mie spalle. Corro allo stremo delle possibilità delle mie gambe, e il dolore di prima si fa sentire ancora più intenso. Ogni fibra dei muscoli sembra stare per rompersi, o forse lo sta già facendo. E il tornado è sempre più vicino. Oltretutto correre in questa sabbia è sempre più difficile. Sempre più difficile. Difficilissimo. Diffi…

    Per un breve momento mi fermo. È più forte di me. Le gambe si rifiutano di proseguire, anche se il cervello vorrebbe il contrario. Lo stimo il mio cervello. A volte capita che la pensi davvero giusta. Un gran dritto, non c’è che dire. Il suono del turbine alle mie spalle si fa sempre più intenso. Lo invidio. Gli invidio la facilità con cui si sposta nel deserto, leggiadro e letale come una farfalla caricata a tritolo. Vorrei poter librarmi anche io sopra questo deserto, sentire il vento, volare tra le nuvole, passare sopra le vite dei comuni mortali, elevarmi a Dio per un istante.
    Vorrei. E se voglio continuare a volere decido che mi conviene convincere queste rudimentali appendici locomotorie a muoversi nella direzione da me decisa. E cosa c’è di meglio di una bella iniezione di chakra per risolvere tutti i problemi del mondo? Niente. E chakra Vel: +3 tacche; Impasto: Basso sia.

    Sento le gambe riprendere forza. I miracoli che non fa una bella dose di energia. Mi rimetto a correre senza pensarci troppo. Da quando mi sono fermato sono trascorsi circa tre o quattro secondi, e la maledetta tromba d’aria ne ha approfittato (chiamala scema) per avvicinarsi a me. Non so, ma ha un che di malefico: sembra animata di vita propria, e voglia avventarsi su di me come se fossi una preda appetitosa e a lungo agognata. Forse a Suna succedono cose di questo tipo: un luogo in cui riescono a vivere senz’acqua può dare vita a fenomeni ben più strani di questo.
    Il soffiare è sempre più inteso, quando giungo a pochissimi metri dalle porte. Con un ultimo sforzo salto in avanti in maniera piuttosto “ranesca”, e mi lancio letteralmente al di là della fessura, andando a cadere vicinissimo a Shura. Dietro di me il vento si schianta contro le pareti rocciose del villaggio, lasciando entrare solo un po’ di vento sabbioso dentro lo stretto spiraglio che si apre nella fortezza. Ce l’ho fatta, ancora una volta. Cazzo se sono figo!

    «Ehi, Shura-sama. Stavolta ci ho veramente rischiato la pellaccia.» dico mentre mi rialzo. Sono mezzo nudo, e la sabbia si è impastata con l’acqua, dandomi un aspetto, per così dire, “panato”.
    Mi spolvero un po’ con le mani.
    «Capo, quanto cappero si muoveva veloce quel coso? Dai, ammettilo, era una tua tecnica e me l’hai mandata contro per vedere se resistevo! Eh, è così? Ti ho sgamato, no, capo?» gli dico, mentre gli rivolgo un sorriso a settantadue denti. «Beh, Shura, ci siamo! Che mi dici di questo villaggio che, a quanto vedo, non ricalca nemmeno per sogno l’idea di luogo idilliaco che mi ero fatto?»

    Continuo a spolverarmi. Lo prendo come un gesto simbolico: con questa sabbia che cade, cade anche il vecchio Kioka. Da oggi tutto cambia. Modo di fare, abbigliamento, abitudini. Tutto. Tutto nuovo, tutto diverso.

    Mi accendo una sigaretta, e mi accorgo con rammarico che da sotto la tunichetta mi si vede il pendaglio.

    «Ehm,» dico a Shura «Non è che potresti ridarmi i vestiti. Ho come un problemino qua sotto. Sento lo spiffero.»

    SPOILER (click to view)
    OT/Chakra Consumato: 1 Basso, che sommato ai cinque di prima fa…6!\OT




     
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    I cancelli si chiusero rapidamente alle spalle di Kioka con un fastidioso clangore il quale, per un istante, sovrastò il rumore roboante della tempesta incombente; in un attimo il muro di sabbia si abbattè sul pesante metallo, senza però smuoverlo. Il vento ululò la sua rabbia mentre circondava il grande anello di roccia e oltrepassava man mano il villaggio di Suna, protetto e al sicuro come solito; solo la parte più alta della tempesta di sabbia riuscva a fare capolino da dietro la grande barriera naturale, ma di certo gli abitanti del villaggio non se ne curavano, poichè la vita all'interno procedeva normalmente e senza interruzioni.
    Lì, nella gola tra il cancello e il villaggio, stavano Shura e Kioka; Shura diede a Kioka ciò che gli era stato chiesto, ma lo fece con un certo disgusto che non si preoccupò di nasocndere. Certo faceva piacere avere degli allievi così fedeli, ma averne così imbarazzanti non era che gli facesse molto piacere: ma fino a quando non gli avesse procurato un'umiliazione pubblica Shura se ne sarebbe stato buono. A quanto pare sai correre bene, pivello... disse Shura schernendo volutamente il genin, ...a quanto pare sei ottimo per fuggire!
    Tagliente e sottile: la lingua di Shura poteva essere pericolosa come la lama che portava alla vita, nelle occasioni giuste. La cosa divertiva molto Shura, ma in parte lo faceva anche stare bene: gli ricordava che con i "subordinati" poteva agire liberamente, fino a quando si trattava delle parole; poi gli altri ninja criticavano il modo in cui utilizzava le mani con i suoi alunni, ma in pochi glielo facevano notare apertamente ed erano occasioni assai rare. Senza nemmeno curarsi delle insistenti domande di Kioka, Shura si accese un sigaro, limitandosi a esalare un denso e acre fumo in faccia al petulante genin; non farmi innervosire... gli disse minaccioso mentre si riaccendeva il sigaro che si era spento improvvisamente.
    Dato che siamo qui, approfittiamo per fare un po' di esercizio... resta qui disse e, dopo avere utilizzato il chakra adesivo, percorse una ventina di metri in verticale sulla parete rocciosa, proprio sopra di Kioka. Io ti consiglio di fare attenzione, è la prima volta che provo questo esercizio con qualcuno! disse a voce alta, temendo di non essere udito dall'allievo; tirò fuori un kunai, semplice e senza particolari rilevanti. Lo tirò in aria poco sopra di sè con un gesto sciolto e semplice, che non aveva niente di offensivo in sé, e, con grande rapidità e maestria, compose alcuni sigilli, incanalando una quantità enorma di chakra*Consumo Elevato
    Tecnica Superiore della Moltiplicazione degli Shuriken
    22 Kunai
    . Il kunai iniziò a moltiplicarsi rapidamente, formando così una pioggia di metallo acuminato che avrebbe potuto provocare danni seri anche ai ninja più coriacei; di certo Kioka non avrebbe dovuto subirli, ma schivarli: una cosa che gli conveniva imparare a fare in fretta, se voleva continuare a fare il ninja. Tuttavia sarebbe stato troppo semplice finirla lì; Shura aveva infatti un'altra sorpresa in serbo per lui.
    Impastando del chakra nel braccio destro*Consumo Mediobasso
    Spaccamontagne
    12m3 di roccia
    , Shura colpì la roccia ai suoi piedi, sgretolandola e facendola cadere verso Kioka; un secondo colpo uguale, con il pugno sinistro*Consumo Mediobasso
    Spaccamontagne
    12m3 di roccia
    , fece cadere una seconda pioggia di detriti rocciosi verso il giovane appena diventato genin.
    CITAZIONE
    Schiva :ghu:

     
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6 replies since 27/3/2010, 16:09   276 views
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