La baracca nella foresta

[Ambientazione]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Kuronekochan
        Like  
     
    .

    User deleted


    Una Mattina Qualunque.
    Cronache di Oto; Parte Prima



    Aahh.. - Un sospiro. - ..la paranoia! - E forse fuggevole soddisfazione. - Dilata gli orizzonti della mente a la spinge a vagliare ipotesi altrimenti ignorate. - C'era un che di divertito nella sua espressione. - A costruire ragionamenti complessi attorno a piccoli dettagli. - Proprio come al loro arrivo in quella baracca. - Universi dentro granelli di sabbia. - Quanto rimaneva della sigaretta scomparve dentro al farsetto. - Paura come spinta evolutiva, allora della forma, ora del pensiero. - Ma questa volta il sorriso fu piuttosto contenuto, riducendosi al solo contrarsi delle labbra. - Ma forse sto divagando. - Un'affermazione la sua, non una domanda. - Vedetelo come un meccanismo di sicurezza. - Il braccio destro si attestò in orizzontale all'altezza del petto mentre la mano sinistra si poneva piegata poco sotto il naso. - Se viene inserito il codice giusto, la scatola si apre, click. - Suona metallico riprodotto da una voce irreale. - Se invece qualcuno tenta di forzarla.. - Scostò la mano, ma solo per mostrare come quella contrazione fossa rivenuta l'ennesi sorriso di quella conversazione. - ..boom. - Occhi di un azzurro soffocante contro quelli di Diogene. - Anche se in questo caso l'esplosione sarebbe solamente metaforica. - Piegò appena la testa di lato, ed il sorriso si distorse in una smorfia. - Ma devo ammettere di aver ricevuto informazioni incomplete su di lei. - Ammirazione? Tedio? Irritazione? - O forse i miei colleghi, come me d'altronde, ha dato per scontato che lei non desse valore ai tirapiedi. - Agitò la sinistra come a scacciare un insetto molesto. - Inezie, piccolezze, che non modificheranno il risultato finale. - I lineamenti del viso si erano leggermente irrigiditi. - Perchè io so per certo che lei metterà alla prova tanto quell'oggetto quanto le mie parole. - Annuì con un cenno del capo e chiuse gli occhi per un secondo. - Magari non col suo sangue, magari nemmeno con quello di un suo prezioso sottoposto, ma lo farà.


    Rimase a fissarlo, lo lasciò parlare. Sempre con quel sorriso. Sempre con quell'espressione contratta nella sua perfezione. Da quando aveva smesso di fumare la mimica del suo corpo si era ridotta radicalmente. Le mani rimanevano tendenzialmente ferme se non per sottolineare quanto le parole esprimevano già con fin troppa chiarezza. La fase di studio si era conclusa qualche frase addietro ed ora si consumavano le battute finali di quella immaginaria sfida. Il comportamento di Devon era la perfetta sintesi fra istrionismo d'avanguardia e misurata freddezza degna di un killer. Nel complesso, un insieme piuttosto inquietante. E pericoloso.

    In quanto a me ha ragione, in questo circostanze preferisco non giocare sporco. - Frattura nella sua espressione, che lasciava spazio ad una velata minaccia. - Ma solo in queste circostanze. - Sorriso come un taglio sulla pelle chiara. - Noi abbiamo fatto un'offerta, ed ora sta a lei decidere come interpretarla. - Gesto rapido, Diogene nemmeno lo notò. - Riguardo il nostro prossimo incontro, quando si sentirà pronto a discutere.. - Comparvero taccuino e penna stilografica, poche parole vennero tracciate nella carta. - ..vada al Villaggio del Gelsomino, nel Paese delle Cascate.. - Strappo, forse della carte, forse della voce di Devon. - ..prenoti una stanza doppia nella Locanda del Rosso, a nome di Hideoshi Toshinari. - Lo appoggiò sul tavolo per poi avvicinarglielo. - A quel punto saremo noi a contattarla. - Altro rapido gesto, penna e taccuino scomparirono. - Concluso il necessario, io proseguire per la mia strada.

     
    .
27 replies since 21/2/2010, 14:53   966 views
  Share  
.