Conversazione tra amici

[Free] Shin e Kato

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    Due amici

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    La cerimonia era ormai terminata. Diversi tra uomini scuri in viso e donne dal volto rigato di lacrime avevano abbandonato il luogo di sepoltura. Solo Shin e il suo silenzioso guardiano erano rimasti, nell'ombra, ad osservare la scena. Kato finì di parlare con uno shinobi che dagli abiti era riconoscibile come sunese. Il giovane Kinryu era troppo lontano per sentire di cosa stessero parlando, né lo avrebbe comunque voluto. Di certo se aveva atteso per prenderlo in disparte si trattava di una questione privata, che l'amico teneva a rispettare. Il chunin si allontanò da lì a poco, dileguandosi nei vicoli che fiancheggiavano il cimitero. Di certo non aveva ricevuto lo stesso trattamento del foglioso al cancello d'ingresso. Quando lo Yotsuki, dopo aver gettato un ultimo, pensieroso sguardo verso la tomba, fece per scendere la collinetta si ritrovò davanti la figura dell'amico. I due si fissarono per alcuni istanti, senza che nessuno pronunciasse parola. Fu infine Shin a spezzare l'incantesimo. Condoglianze, amico mio. E gli cinse le spalle col braccio, attirandolo a sé in segno di cordoglio. A quel punto sarebbe stato il turno del ninja del Suono di replicare. Era da molto che i due non si vedevano ed avevano tanto da condividere. Ad esempio Shin sapeva pochissimo dell'uomo che con tanto decoro era appena stato calato nella fossa e del suo rapporto con l'amico. Tuttavia, esauriti i convenevoli, il Kinryu avrebbe ripreso la parola. Sembra che gli shinobi alleati non siano poi così ben accolti ad Oto. Un mezzo sorriso, per stemperare l'atmosfera cupa creatasi in seguito al lutto. Con lo sguardo indicò il guardiano, che aveva pazientemente atteso al suo fianco, e che avrebbe avuto in quel momento modo di presentarsi se lo avesse desiderato. Avrei piacere di sapere come te la passi, di ascoltare le tue storie, e magari di raccontarti cosa ho fatto dopo che ci siamo separati, ma sembra che dovremmo farlo fuori dal Villaggio. Il mio salvacondotto si esaurisce con la cerimonia. Se Kato fosse stato d'accordo, nonostante il duro momento, i due si sarebbero quindi diretti verso uno dei quattro gate del Villaggio del Suono sotto la custodia dell'impassibile guardiano. Una volta raggiunta la porta il genin della Foglia si sarebbe fatto riconsegnare il suo equipaggiamento, attendendo pazientemente che fosse recuperato. Quindi si voltò verso il suo sorvegliante, prendendone congedo. Grazie per avermi fatto da balia, mi dispiace averla distratta da incombenze più urgenti. Visitare Oto è sempre un piacere. Il tono era serio, come se si stesse realmente scusando per il disturbo, ma all'amico che lo conosceva da diverso tempo ormai non sarebbe sfuggito il sottile sarcasmo nelle sue parole. I due si allontanarono quindi, lasciandosi il Villaggio alle spalle, cercando un luogo tranquillo dove parlare.
     
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    Shin Kinryu. Fu il mio pensiero quando realizzai la persona davanti a me, al termine della celebrazione funebre. Risposi d’istinto, accogliendo il suo gesto di vicinanza: -Amico mio… grazie per essere venuto. Non ti avevo avvisato, del resto sono stati giorni bruschi e a dire la verità non ho pensato molto a quello che mi circondava. – Subito dopo spostai gli occhi e osservai un’altra figura alle spalle foglioso. Un ninja di Oto, che mai avevo visto prima d’ora. Tuttavia compresi subito il motivo della sua presenza: era in quel posto per osservare il mio alleato. Di certo doveva trattarsi di un Chunin o un Jonin. Con fare sommesso mi avvicinai e mi inchinai proferendo allo stesso tempo:- Kato Yotsuki, Genin di Oto. Garantisco per lui. Posso giurare qui e ora che Shin Kinryu è uno Shinobi Onorevole. - Mi ero limitato a dire la semplice verità, le Kitsune di Yume ne erano testimone.

    Ascoltai le parole successive di Shin e compresi che, a causa dello Shinobi che lo seguiva, non aveva molta libertà di movimento; la cosa mi fece strano. Tuttavia non approfondii la questione, più che altro perché non volevo di certo mettermi a discutere davanti alla tomba del mio vecchio Sensei e quindi comprendendo la situazione annuii in segno di assenso alle parole del mio amico. Ci avvicinammo al Gate nord e a quel punto, con una punta di velato sarcasmo, Shin ebbe modo di salutare il Guardiano. Salutai anche io, rispettosamente, con un cenno.

    Guardai il mio amico foglioso: -Preparati Shin… Mi è appena venuto in mente il luogo giusto per parlare. Non ci aspetterà un viaggio comodo, sappilo.- E con quelle parole presi a camminare verso la Boscaglia e appena a ridosso della linea che separava la strada principale dalla foresta presi a correre entrando così nel famoso Bosco dei Sussuri.

    -Se ti chiedi dove stiamo andando lo scoprirai fra un paio di ore!- quello infatti era il tempo necessario per raggiungere il luogo che avevo in mente. Un luogo molto particolare, che nei giorni scorsi si era impregnato di significato per me. Per Shin, abituato ormai a quel tipo di vegetazione, non sarebbe stato difficile immergersi e superare le classiche difficoltà del percorso. Ma di certo non si sarebbe aspettato di trovare un paesaggio così tetro e cupo. La luce filtrava a malapena e di animali non se ne vedeva pure l’ombra. Immaginando i suoi pensieri mi limitai, mentre correvamo superando gli arbusti:- Come puoi suppore Shin qui i cacciatori, nel Bosco dei Sussuri, hanno vita ben più difficile che a Yume! Tuttavia non corri nessun pericolo, conosco a menadito questi luoghi.-

    Proseguimmo così per diverso tempo quando, per rompere la monotonia del viaggio, presi a parlare:- Prima di spiegarti tutto volevo anticiparti e chiederti semplicemente come stai. O meglio che sta procedendo. Mi sono accorto del resto che da Ninja, e non so bene il perché a dire il vero, la vita scorre terribilmente più veloce.- E giusto il tempo di ascoltare la risposta che mi fermai subito. Eravamo giunti a destinazione.

    La radura del mio primo accampamento, quella in cui avevo affrontato il millantatore. Il ninja di Kumo, alias Daichi Yotsuki. Ma avrei aspettato a parlarne.

    Mi sarei limitato ad un semplice: -Shin siamo arrivati.-
     
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    L'ACCESSO AL GATE

    continua da qui - QUI



    Ahhh, le scene di affetto. Il cordoglio per i defunti, gli abbracci, le lacrime e lunghi discorsi alla memoria. Shinken aveva ormai dimenticato quel tipo di calore - quel modo di starsi vicino l'uno con l'altro - a cui spesso gli umani si aggrappavano. Ma d'altronde era lui stesso il primo ad ammettere che erano condizioni normali, reazioni ad avvenimenti particolari od ordinari a cui lui non era più abituato. A cui il Jonin stesso aveva deciso di non sottostare più. Con le braccia incrociate osservò in rispettoso silenzio tutta la cerimonia, non la condivideva ma la rispettava. Non aveva impedito al Genin di Konoha di muoversi durante il funerale - aveva effettivamente scortato il giovane solamente per il percorso - e lui stesso era rimasto ad osservare non di certo per controllarlo ma perchè la sua presenza era in qualche modo richiesta.

    Quando l'allievo del defunto si avvicinò ai due, Shinken spostò lo sguardo sul Genin di Oto. Anche se non si erano ancora mai visti ne presentati, il Fedaykin sapeva tutto quello che c'era da sapere sul suo conto. Un Jonin - dopotutto - deve essere sempre informato sui nuovi ninja del villaggio e, dopo il suo rientro, aveva chiesto a Febh e Diogene tutte le informazioni relative agli ultimi avvenimenti. Ninja compresi.

    - La tua presenza all'interno del villaggio non è un problema, Shin Kinryu. Ma non è ammesso che tu possa girare liberamente e senza uno shinobi di Oto che ti accompagni, non di questi tempi. - Spostò poi lo sguardo sul giovane Kato. - Bene. Kato Yakushi, rinnovo le condoglianze per la perdita che il tuo clan ha subito. Ora il tuo ospite è sotto la tua diretta responsabilità. - Non si presentò volontariamente, non era ancora arrivato il momento di palesarsi al mondo esterno, lui e Kato avrebbero avuto altre occasioni per farlo. Shinken congedò i due con un lieve movimento della testa ed andò in direzione di alcuni persone presenti alla cerimonia.


    Edited by Shinken Takatsui - 1/9/2016, 16:02
     
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    Dopo che il guardiano di Oto li ebbe lasciati soli, Kato guidò Shin fuori dalle mura del Villaggio. Attraverso un sentiero disagevole i due si inoltrarono nel bosco dei Sussurri. Era la prima volta che il giovane Kinryu metteva piede in quel luogo e rimase colpito dall'atmosfera greve che vi si respirava. La natura lì era rigogliosa, ma si era espressa nel suo modo più cupo. Il ragazzo seguiva passo passo lo Yotsuki che procedeva spedito senza esitazioni. Si vedeva che l'amico conosceva la zona come le sue tasche. Fu proprio il ninja del Suono a rompere il clima di silenzio che si era instaurato. Già hai ragione. Mi sembra solo ieri il giorno in cui sono uscito dall'Accademia, invece sono passati mesi. Ne ho fatta di strada nel frattempo, conosciuto nuove persone e imparato cose che prima avrei fatto fatica anche solo a immaginare. Fece una pausa, perso tra i suoi pensieri. Per quanto fosse migliorato, sentiva di essere ancora lontano dalla sua meta. Prima che potesse riprendere a parlare tuttavia Kato rallentò il passo. Erano giunti in una piccola radura, al cui centro si potevano ancora notare i resti di un vecchio bivacco. Che ne dici se ci mettiamo comodi? Così potremo parlare tranquilli. Se l'otese avesse acconsentito Shin si sarebbe accomodato su una pietra dalla sommità levigata. Si prese un momento per osservare con attenzione l'amico. In qualche modo appariva diverso. Intuì che, dei due, era lui quello che aveva più da raccontare. Perché potesse farlo senza interruzioni, decise prima di redarguirlo sulle ultime novità. Parlò così della strana avventura al casinò insieme ad una ragazza psicopatica, tale Hebiko di Oto, e a un jonin pervertito di Suna, Hoshikuzu Chikuma. Quindi gli narrò della missione di esplorazione che Konoha gli aveva affidato e dei suoi strani risvolti. Vorrei poterti spiegare nei dettagli, ma sono informazioni sensibili. L'avamposto del Varano Squamato era infatti al confine tra il Paese del Fuoco, cui aveva giurato fedeltà Shin, e il Paese delle Risaie, di cui era cittadino Kato. Entrambi erano alleati, sotto l'egida dell'Accademia, e il Kinryu si fidava ciecamente dell'amico, ma meno sapeva, meno rischi avrebbe corso. Calò di nuovo silenzio tra di loro. Dopo aver fissato per un poco il muschio che cresceva ai piedi del masso su cui era seduto, il ragazzo alzò gli occhi verso lo Yotsuki con un sorriso. Ora tocca a te, coraggio sputa il rospo.
     
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    Ascoltai con molto interesse le parole del mio amico di Konoha, in quella radura sperduta in mezzo al bosco dei Sussurri. Quando Shin citò Hebiko rimasi piacevolmente sorpreso:- Hebiko, la conosco molto bene; l’Amministratore di Oto ci aveva affidato una missione da completare. In pratica dovevamo neutralizzare un paio di banditi che avevano messo a ferro e fuoco un villaggio. I bastardi ora sono morti, tuttavia se solo fossimo stati informati prima ci sarebbero state molte meno perdite civili…- al che silenzioso continuai a seguire i discorsi del foglioso, annuendo ogni tanto in segno di assenso.

    Al termine il mio compagno mi guardò intensamente, sapevo quello che mi avrebbe chiesto. Infatti ora era giunto il momento di raccontargli la mia storia. Mi avvicinai al bivacco e raccogliendo con la mano un po' di cenere alzai il braccio verso Shin. In un attimo il mio arto si elettrificò. I vestiti presero a muoversi sinuosamente e in un battito di ciglia sulla mia mano si concentrò una piccola quantità di Chakra elettrico. La cenere, a causa di movimento di Chakra, venne sbalzata via ovunque spargendosi nell’aria.

    Guardai Shin, con fare quasi scherzoso: -Ti va bene come riassunto?-

    Aspettai di gustarmi la sua reazione e subito dopo, senza attendere una sua replica, presi a parlare:-Daichi Yotsuki, il ninja che oggi abbiamo compianto, nei giorni passati è stato il mio Sensei. Qui in questo bivacco ho ricevuto le prime lezioni su come svegliare il mio potere sopito di Yotsuki…- ripresi fiato -Ma immagino che sarai confuso… quindi parto dall’inizio: qualche giorno fa senza nessun avviso Shinichi, un chunin di Suna, insieme a Daichi mi hanno prelavato con la forza e condotto a Suna, nel deserto più profondo. Devi sapere Shin che ogni anno il Clan Yotsuki di Oto affronta in una sfida aperta il Clan Yotsuki di Kuma nelle arene dei Schiavisti di Suna. Daichi mi aveva scelto come suo secondo e per affrontare i nostri avversari mi ha istruito nell’arti del Clan… Ma Shin devi anche sapere che mio padre, per motivi a me sconosciuti, è stato esiliato dal Clan. A causa di questo ho passato una vita di inferno. Letteralmente.- attesi un secondo -Per quello ho sempre mantenuto le distanze con i miei compagni di Oto. Eppure mi sono ritrovato invischiato fino al midollo. Scherzo del destino tra l’altro io e Daichi abbiamo brutalmente sconfitto quei ninja da Kumo aggiudicandoci la gloria dell’arena e il riconoscimento come veri gladiatori… Ed è proprio qui che mi sono reso conto di quanto tutto questo sia profondamente sbagliato e corrotto. Devi sapere che dopo il combattimento tutti gli astanti, daymo, samurai gente che conta si sono dati alla pazza gioia in un’orgia di lussuria e ingordigia. Anche Daichi godeva profondamente di quei festeggiamenti.- la mia espressione si fece marmorea -Per me invece l’intera cosa mi fece rabbrividire. Quasi vomitare. Ho visto cose terribili nel passato e quella ne fa parte. Io so che quella è una manifestazione dell’Oscurità più profonda, perché nell’Oscurità sono nato. Il Potere rende ciechi e pazzi e Daichi ne era inebriato. E come lui molti membri del mio Clan. Il loro unico pensiero è la gloria nell’Arena. Divertirsi e morire combattendo per qualcuno altro. Alla fine non è che una forma di sottomissione, molto elaborata e sottile- strinsi pugni -Ma Shin sappi che cambierò tutto questo. Modificherò nel profondo il mio Clan, anche a costo di affrontare tutti i suoi membri… Del resto le vicende al Monte Yume mi hanno fatto crescere. Il nostro futuro è carico di nubi pesanti e nere e noi, Yotsuki, non possiamo permetterci di disonorarci in stupide celebrazioni e perderci in piccoli traguardi di piacere grezzo. Trasformerò questo Clan in qualcosa di più serio. In veri, freddi e letali, Shinobi.-

    Rimasi in silenzio, mi ero praticamente confessato. Mai come prima d’ora davanti a qualcuno. Shin, in effetti, era davvero un mio amico.

    Ripresi a parlare: -Tuttavia la strada per giungere a quel risultato è ancora lunga e so benissimo che non sono ancora abbastanza forte per affrontare alcuni membri del mio Clan… Per questo Shin, amico mio, ti devo chiedere un favore. Devo allenarmi, devo diventare più abile e per farlo devo confrontarmi con qualcuno. Purtroppo non conosco molte persone ad Oto disposte a farlo… Per quello ti chiedo se hai qualche suggerimento.- terminai così le mie parole, pesanti ma dannatamente sincere.
     
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    Assoluzione


    Quando Kato, con un colpo di scena degno dei migliori palcoscenici, ricoprì d'elettricità il suo braccio, Shin rimase a bocca aperta. Sorridendo, si congratulò con l'amico. Vedo che ti sei dato da fare anche tu. Il suo viso tornò tuttavia serio mentre si disponeva ad ascoltare il racconto dello Yotsuki.

    La storia aveva molto toccato il giovane di Konoha, che non aveva fiatato per tutto il tempo. Soppesò con cura le sue parole. Era conscio che in quel frangente qualsiasi cosa avesse detto sarebbe pesata come un macigno. Kato, mettendo a nudo la propria anima davanti a lui, era palesemente in cerca di remissione, che ne fosse consapevole o meno. E Shin, con il cuore pesante per i segreti che aveva appena udito, ma con la forza che aveva scoperto di possedere dopo la prova al santuario di Inari, gli concesse l'assoluzione tanto bramata. Il passato è passato, Kato. Rimane dentro di noi e ci rende quello che siamo, ma non ci consegna ad un destino immodificabile. Dopo quella piccola premessa, continuò parlando veloce, come era solito fare quando era emozionato. Detto questo, capirai perché ammiro il tuo desiderio di modificare le cose. Sarò al tuo fianco ovviamente, come tu non hai smesso di supportarmi un attimo nella mia cerca. Strinse il ciondolo a forma di goccia che portava al petto. Anche lui aveva fatto una promessa, quindi poteva capire benissimo i sentimenti dell'amico. Ricordò il rituale cui le kitsune lo avevano sottoposto e come l'otese fosse stato costretto ad allontanarsi per non contaminarlo. Nel cuore di Kato, da qualche parte, covava ancora l'oscurità. Lo guardò dritto negli occhi, deciso a fare un tentativo per il bene che gli voleva. Combattere le tenebre è un intento nobile, per quanto rischioso. Più a lungo guardi nell'abisso, più rischi di esserne inghiottito. Ed uscirne non è semplice, come sai bene. La voce del giovane aveva assunto un'aria seria, impropria per la sua età. Fidati di me fino in fondo e liberati del tuo fardello. Non si sarebbe espresso in forma più esplicita, era certo che lo Yotsuki avrebbe capito a cosa puntava foglioso. Di qualunque colpa si fosse macchiato, non lo avrebbe giudicato.

    In ogni caso, Shin non avrebbe insistito. Da lì a poco, passata la tensione del momento, i due avrebbero ripreso a conversare. Questa volta sul volto del ninja del Suono era comparsa un'espressione determinata. Anche lui, come il genin della Foglia, desiderava ardentemente diventare più forte per poter cambiare le cose. Il giovane annuì. Posso insegnarti quello che so, se lo desideri. Potresti riaccompagnarmi a Konoha, e strada facendo ti allenerò come si deve. Sorrise. Non era la prima volta che assumeva quell'aria da sensei in erba. Pensandoci un altro ho preso sotto la mia ala, se così si può dire, una kunoichi piuttosto promettente, che ha promesso di farmi vedere i suoi miglioramenti la prossima volta che ci saremmo visti. Potremmo organizzare un'incontro per mettervi alla prova, che ne dici? Mise una mano sulla spalla dell'amico. La loro strada era in salita, ma in due si sarebbero fatti coraggio a vicenda.
     
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    La forza dell'Onestà.



    Ascoltai intensamente le parole di Shin e mi resi conto che avevo esposto una parte dei miei segreti e svelato i miei progetti futuri. E nonostante le mie intenzioni di cambiare in maniera così radicale il clan che alle orecchie di qualunque altro ninja potevano apparire come farneticazioni di un povero Genin Shin mi seguì e comprese il mio discorso, assicurandomi il suo supporto. Questo mi fu di grandissimo conforto. Se Shin comprendeva e accettava la mia idea su come trasformare il Clan significava che non ero poi così distante dalla realtà.

    Certo, sarebbero serviti molti sforzi e molto lavoro; ma ci sarei riuscito. Di sicuro. Tuttavia Shin, probabilmente spinto da sincera preoccupazione, mi chiese di svelare i miei segreti più oscuri: ovvero quel passato appena trascorso, nel quale per vivere ho commesso ben pochi atti onorevoli. Aveva ragione: in parte quello che stavo facendo ora era un modo, mio e personale, per espirare le colpe di cui mi ero macchiato ma non solo. Lo facevo anche per un motivo più profondo. Lo facevo per mio padre e per la sua volontà di rendere il Clan Yotsuki un insieme di Shinobi e non una marmaglia di prezzolati gladiatori.

    In sostanza realizzai che mi trovavo ancora con delle idee confuse, per quanto il tempo e le esperienze di vita da Shinobi mi aiutavano a crescere come persona e come forza, non solo fisica. Però per Shin non era ancora arrivato il momento di raccontarli la verità sul mio passato. Per il semplice motivo che non era ancora finito.

    Tutto quello che avevo commesso e subito in quegli anni era dovuto alle azioni di due persone: il mio patrigno e mia madre. Del primo me ne ero occupato poco tempo addietro mentre della seconda avevo ancora un gran bel conto in sospeso. Dovevo farmi ripagare i miei anni di Inferno, con gli interessi.

    Ma questo Shin non lo doveva sapere, in nessun caso.

    -Questo è quanto Shin… Mi dispiace ma non posso dirti molto altro. Anzi direi che sei stata la prima persona a cui ho detto così tanto. Quindi prendila come una cosa straordinaria.-
    terminai in quel modo la conversazione, con un fare quasi simpatico giusto per migliorare il tono pesante che quelle parole precedenti avevano assunto.

    -In ogni caso sarei di certo felice di seguirti a Konoha a sfidare questa tua collega. Provare a chiedere del resto non costa nulla e tra l’altro, come vedi… per via del funerale sono già con l’equipaggiamento al completo.- mi avvicinai al mio amico e appoggiandoli la mano sulla spalla proferii:-Comunque, davvero, grazie…- attesi un secondo -… ora bando alla ciance e seguimi! Per il Bosco dei Sussurri impiegheremo molto meno tempo ad arrivare a Konoha!-
     
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