Il Lazaretto II - Bosco dei Sussurri-

[Oto] | [QdV]

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    La strategia di Eiatsu si rivelò estremamente efficace sino al momento in cui cercò di stimolare gli tsubo della malata.
    Urlando di dolore infatti la creatura aveva visto il proprio arto atrofizzarsi seppure per illusione, ma non potendo utilizzarlo non fù in grado di richiamarlo a sé di sua spontanea volontà e questo fù un problema peril Chunin di Oto.
    Purtroppo nella sua strategia vi era una grossa falla, pensare che a quel braccio si applicassero le normali regole che si adattavano ad un comune corpo umano.
    La pelle infettata e mutata dal Corpus era più spessa di quella normale e per poter semplicemente stimolare lo tsubo non era sufficiente adoperare le dita, ma utilizzare degli spiedi che potessero perforare quella pelle spessa e raggiungere gli tsubo la cui posizione era comunque differente dal solito, sicuramente era possibile individuarli dal momento che in quell'arto l'anatomia umana era ancor presente seppur distorta, ma non era un'impresa per medici con talenti inferiori a quelli di un Jonin.

    Questo limite portò quindi Eiatsu ad esporsi ad un grosso problema, la cartabomba già attivata in fatti era pronta ad esplodere nella parte del braccio che non essendo scattato verso il volto, adesso esponeva il ninja all'esplosione della bomba che lui stesso aveva applicato!

    Andava meglio invece col secondo malato che vittima della potenza combattiva di Diogene, aveva perduto un braccio, ma il suo spirito combattivo non si era spezzato con esso, tutavia, la sua vita se ne scivolò via assieme al suo sangue quando una lama all'apparenza magica, finì per trafiggergli la trachea.

    Con quel bizzarro artiglio invece le cose nn andarono altrettanto liscie, a quanto pareva, quella cosa non era sufficentemente veloce da schivare i kunai, ma non era sola ed un secondo artiglio emerse per intercettare i kunai, allontanandoli dal compagno e salvandolo da una terribile esplosione che l'avrebbe sicuramente ucciso.

    I due ghigni si voltarono verso il Mikawa ed era possibile sentire un sinistro sghignazzare aumentare di volume mentre gli artigli divenivano quattro...tutti dissero all'unisono con una voce profonda e cavernosa che non aveva nulla della demenza dei malati del luogo ma che invero, appariva estremamente lucida:

    "Siete abili, più abili di chiunque abbia osato avventurarsi qui, ma non credetevi invincibili, questo sudicio regno non vi appartiene."

    E subito dopo tutti i tentacoli svanirono, reinghiottiti dal terreno dal quale erabo sbucati, lasciando fori neri e proondi dell'ampiezza di almeno mezzo metro.
    Forse quella voce aveva ragione, una di quelle creature poteva mettere Diogene in difficoltà ed ora ne erano apparse altre tre in poco meno di un istante, per quel che ne sapevano gli shinobi, nelle profondità di quell'istituto potevano essercene decine.

    In ogni caso, se fosse sopravvissuta nei momenti successivi all'esplosione del suo braccio, la donna avrebbe dimenticato presto la propria ira ed il dolore provato sino a quel momento nel vedere a terra ed esanime il proprio compagno, tutto per lei avrebbe perso importanza mentre correv verso di lui con l'intento di chinarsi sul suo corpo e piangerne la scomparsa.
    Come reagire di fronte al dolore di una creatura oramai tanto semplice che di certo, avrebbe avuto vita dura privata del compagno e di un arto? [Side-Quest]

    CITAZIONE
    Belle strategie, vi direi che mi siete piaciuti, ma ho dovuto penare un pò per risolvere tutto e ci ho messo più di quanto avrei voluto, ma d'altronde, anche il tempo a disposizione per postare è meno di quanto avrei bisogno, bisogna adattarsi un poco.
    In ogni caso, gli artigli si son ritirati e dei due avversari, ne è rimsta viva solo una, priva di una mano e china a piangere sul cadavere del compagno, a voi decidere cosa farne.
    se Eiatsu lo ritiene adtto, può comunque colpirla subito dopo l'esplosione, prima che ella si accorga della morte del compagno insomma.

     
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    Il piano dell'eliminatore funzionò abbastanza bene, almeno fin quando non dovette manipolare gli tsubo dell'avversaria: fu una bella sorpresa per lui constatare che la pelle inspessita del braccio non gli permetteva di agire in maniera corretta sul corpo del mostro. Di fatti non riuscì a stimolare una contrazione e si ritrovò ad essere nel raggio dell'esplosione. Rapidamente sfruttò il chakra respulsivo per spingersi lontano da lì,ma vi riuscì solo in parte. L'esplosione lo scaraventò piuttosto lontano con una media diffusa sulla parte superiore del corpo e sulle braccia...

    Rotolò per qualche metro, e per qualche secondo non capì quello che stava succedendo: il mondo intorno a lui sembrava vorticare velocemente. Per di più quando questo si decise a fermarsi, iniziò il dolore dovuto all'esplosione. Tuttavia il chunin si costrinse a guardarsi intorno alla ricerca della sua avversaria.Immaginava già che la donna fosse lì lì pronta ad ucciderlo, eppure così non era. Il chunin ci mise un pò a notare che il mostro aveva abbandonato lo scontro ed era china sul suo amato, ucciso da Diogenes.Era evidente che la donna non era più in grado di combattere. Del resto, il braccio sul quale aveva applicato la bomba carta pendeva inerte al suo fianco....

    Rialzandosi a fatica, il chunin evocò il chakra curativo sulle mano sinistra ed iniziò a curarsi il petto, per poi procedere con le braccia. Intanto il jonin sembrava essersela cavata alla grande con i suoi nemici, ed ora tutti e due dovevano decidere cosa fare con la donna.

    Con il braccio in quelle condizioni era evidente che non sarebbe resistita a lungo in quelle condizioni, e per di più aveva perso il suo compagno nonchè alleato: la sua fine era probabilmente già decisa. Forse la cosa migliore sarebbe stata darle il colpo di grazia anche perchè dubitava che la cura contro il morbo, qualora l'avessero trovata, sarebbe stata in grado di risanarla.
    Eppure il loro scopo in quel posto era di salvare, non distruggere e, sebbene non fosse un esperto, il chunin credeva che, se i sentimenti per il suo amato erano rimasti immutati, forse in quell'essere era rimasta abbastanza umanità per poter essere riportato allo stato originale. Certo, la donna sarebbe stata costretta a vivere in un mondo senza il suo compagno, ma per Eiatsu aver salvato la sua vita sarebbe stato sufficiente: un dono che forse lei avrebbe apprezzato con il tempo.

    Decise quindi di usare l'arte medica anche su di lei, se glielo avesse permesso, altrimenti avrebbe dovuto addormentarla così come aveva fatto con la ragazza appena entrati.

    CITAZIONE
    Tecnica delle Mani Curative – Shousen Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tocco (Veloce)
    L'utilizzatore avrà capacità di ripristinare l'energia vitale. La vitalità non verrà ripristinata.
    Ogni ferita necessiterà di un determinato numero di slot azione, offensivi, difensivi o tecnica, per poter essere guarita: una ferita di entità pari a leggera richiederà 6 slot, ogni leggera ulteriore richiederà 3 slot extra; ferite di entità inferiori a leggera richiedono 1 slot. L'abilità medica influenza la durata della guarigione: l'arte medica intermedia dimezza il tempo in round richiesti per la guarigione, l'arte medica superiore lo riduce ad un terzo. È possibile interrompere e riprendere la guarigione a piacimento.
    Sarà impossibile attivare e mantenere tecniche avanzate.
    Tipo: Ninjutsu - Hikariton
    (Livello: 4 / Consumo: Medio - Mantenimento: Basso)

    Una volta curata e svegliata le avrebbe detto:

    " Sopravvivere in questo luogo è un fardello che tocca a te soltanto, ma se ci riuscirai cercherò una cura per farti tornare normale"
    Tuttavia non sperava minimamente che lei lo potesse capire. Per cui si voltò, iniziando a camminare verso il prossimo azzardo.


    OT/ la tabellina che uso di solito non funziona più quindi farò una cosa grezza:
    Forza: 450
    Velocità: 500
    Riflessi: 550
    Resistenza: 475
    Precisione: 525
    chakra 370/640
    ferite: nessuna, vitalità ridotta di 4,5 leggere
     
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    Questa volta lo scontro mi impegnò a sufficienza per poterlo definire tale. L'artiglio era, senza mezzi termini, forte. La sua velocità era quella propri dei più abili combattenti e la sua sete di sangue avvicinabile a quella dei Mikawa. Si, addentrandoci in quella struttura avremmo trovato ben più che malati potenziati dalla mutazione e io non aspettavo altro che confrontarmi ancora una volta con rivali in grado di mettermi alle strette, di ferirmi e costringermi a rivolgergli contro il sangue per la cui uscita hanno, in un primo momento, gioito. Riflettei anche su come il mutante appena sconfitto avesse subito senza il minimo tentennamento l'amputazione di un arto; ripensai immediatamente a come una forma controllata di questa malattia potesse essere utile ad Oto. Ormai l'idea di guardiani potenziati, con prestazioni fisiche aumentate e insensibili al dolore, si era annidata nelle mia mente...non rimaneva che trovare la fonte e la cura di tutto ciò!

    Poi una voce profonda e lucida riecheggiò nell'aria; usciva dagli artigli che si erano appena moltiplicati! Lodi e minacce...esattamente quello che volevo sentirmi dire! Il mio animo si accese ma i bollenti spiriti vennero ben presto assopiti dalle azioni del chunin, il quale stava dedicando attenzioni alla mutante priva di un arto.

    " Ma cosa stai..."

    La curò e poi pronunciò parole forti che mi convinsero a non aggiungere altro sulla discussione. Il ragazzo aveva visto qualcosa negli occhi di quella donna...forse valeva la pena dalle una possibilità. Sperai che avesse potuto darci qualche informazione utile, come ricompensa per averla salvata ma sapevo che le possibilità erano davvero irrisorie. Riprendemmo dunque la traversata e, pochi metri più avanti dissi:

    " In quelle condizioni non durerà più di un'ora in questo posto. Inoltre se miracolosamente dovesse sopravvivere e la malattia non le avesse corroso completamente la mente, non penserà ad altro che vendicarsi del suo uomo. Hai sprecato solo chakra, Eiatsu. In ogni caso, avanziamo con più cautela; gli scontri si fanno più duri e qualche artiglio potrebbe trafiggerti lo stomaco..."

    Avanzammo dunque con passo meno allegro, maggiormente accorti alle insidie del doungeon con i sensi tesi e pronti a captare la minima irregolarità. Nella mancina la fidata lama del clan...Akashi, stiamo arrivando!

     
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32 replies since 15/3/2010, 22:23   775 views
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