[Quarto Accesso] East Gate Of Sound

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  1. Nevi
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    HrEKxIv
    Sinceramente non si sarebbe mai aspettata di vedere la propria vita venire sconvolta così tanto, non dalla scomparsa di una singola persona.
    Quello per lei era un giorno come tanti altri, era andata a firmare la mattina la presenza in amministrazione per poi ricevere eventuali ordini e spostarsi all'interno del villaggio, svolgendo così alcune piccole commissioni.
    L'idea che qualcuno potesse attaccare i Gate era talmente assurda, così remota e impossibile all'apparenza che non ci aveva mai minimamente pensato.
    Inoltre per quanto la riguardava aveva sempre visto il suo maestro, Deveraux, come qualcuno che era perfettamente in grado di difendersi e gestire qualsiasi situazione avesse avuto sotto mano.
    Evidentemente non era così, quell'evento le fece capire quanto potesse essere grande il mondo e come ci potessero essere persone sempre più forti di altre.
    Nel momento in cui ci fu l'esplosione al Gate lei era per le strade vicino a casa sua, la quale non distava chissà quanto da quell'entrata.
    Fortunatamente la madre non lavorava al Cancello dove si trovava Deveraux, di conseguenza almeno questa tragedia le fu risparmiata.
    Però come sentì il boato si fermò di colpo da che stava correndo per una delle strade principali, bloccandosi sul posto e rimettendo un piede dietro per poi voltarsi.
    Il tempo sembrava come essersi congelato, lei non era la sola ad essersi fermata a guardare in direzione del Gate.
    Riportò anche l'altra gamba vicino alla prima, guardando fisso verso l'entrata che distava quasi un chilometro da lei e sbattendo un paio di volte le palpebre. Faticava a credere di aver sentito bene quel rumore.
    Infine qualcosa in lei si sbloccò improvvisamente, tutti quanti gli ingranaggi presero a funzionare nuovamente e senza pensarci due volte scattò in avanti coi muscoli tesi come non mai, correndo verso il Cancello.
    Come poteva una giornata tanto tranquilla, tanto normale come quella essere stata interrotta così bruscamente?
    Non aveva senso, non capiva.
    Schioccò la lingua stizzita, mentre malediceva mentalmente tutto quello che poteva.
    Più si avvicinava più iniziava a intravedere la distruzione che ora dominava su tutto l'East Gate, però non riusciva a crederti. Non ci credette finchè non arrivò proprio davanti alle macerie, rallentando e iniziando a camminare, senza parole.
    Le guardie del posto erano visibilmente scioccate, così come lei vagavano senza una meta precisa incapaci di reagire individualmente.
    Dove diavolo era Deveraux? Perchè non era li con i suoi uomini?
    Si fermò in mezzo a quel caos guardandosi attorno freneticamente, mentre in testa le ronzava un'unica domanda: Che diavolo era successo?!
    Una mano su una sua spalla improvvisamente la costrinse a voltarsi, tornando coi piedi a terra.
    Davanti a lei si ritrovò una figura che aveva conosciuto solo di vista in passato, la quale l'aveva condotta fino al Guardiano al tempo del suo primo addestramento.
    In mano aveva il bastone di Sun Wukong, l'arma che apparteneva a Deveraux.
    Lei istintivamente passò lo sguardo da lui a quell'oggetto, ancora più confusa sebbene un'idea si stava iniziando a far strada nella sua mente.
    Non era possibile... Non poteva essergli successo qualcosa del genere, non ci voleva e non ci poteva credere.

    Il Guardiano... Un Nukenin A ci ha attaccati e l'ha portato via, nel caso in cui non fosse tornato Deveraux mi ha ordinato di lasciarlo a te.

    Quando sentì che erano stati attaccati sottolineando così maggiormente l'ovvietà della situazione, aggiungendo però il fatto che Deveraux era stato portato via da un folle squinternato... Le sue altre parole per lei furono come suoni senza senso e lontani da lei.
    Lo vide prendere il bastone e darglielo in mano, chiudendole le dita a pugno su di esso per poi darle appena una pacca sulla spalla e allontanarsi, probabilmente per cercare di dare una mano a sistemare quel disastro.
    Lentamente abbassò lo sguardo sull'arma che aveva tra le sue dita, afferrandola anche con l'altra mano e osservandola.
    Era una situazione talmente impossibile e assurda che era come stordita dalla cosa, incapace di reagire.
    In parte sentiva che la cosa la stava facendo stare malissimo dentro, sembrava quasi che qualcuno l'avesse pugnalata.
    Presto però la tristezza e la disperazione lasciarono posto alla rabbia, un fuoco che iniziò a bruciarla fin dalle viscere più profonde e continuavano ad espandersi, alimentate dalla sua ira che continuava a crescere senza freni.
    La presa sul bastone divenne ferrea mentre le nocche cominciavano a sbiancare, le iridi si erano ridotte a due fessure minuscole proprio come quelle di un felino salvo poi tornare normali, proprio come se si stessero alternando e in effetti era proprio così.

    Ragazzina, lo sai che non è colpa tua. Anche se ci fossi stata non avresti potuto fare nulla, non nello stato attuale in cui ti trovi.

    Lo sapeva che cazzo! Lo sapeva che aveva ragione quella dannata bestia!
    Però faticava comunque a crederci, continuava a ripetersi che se fosse stata li presente le cose forse sarebbero potute andare in modo diverso.
    In preda ad un vento funesto le piume grigio cenere formarono la sua figura innanzi al Nibi, e mentre ancora si andava formando macinò i pochi passi che la separavano dalle sbarre a passo spedito, per poi allungare le mani e afferrarle sbattendoci contro con forza disumana la testa.
    Il Mondo Interiore tremò.
    Un rivolo di sangue cominciò a fluire dalla sua fronte, tuttavia lei incurante continuò a tenere lo sguardo fisso sulla sua compagna.
    Diceva che non era ancora pronta? Forte abbastanza? Che rimediasse lei allora! L'avevano già fatto una volta con Itai!

    Allora lascia che ancora più del tuo potere fluisca in me. L'abbiamo già fatto no?! E ALLORA DOVE CAZZO E' IL PROBLEMA?!

    Il Demone parve guardarla quasi con pietà come non aveva mai fatto.
    Sapeva fin troppo bene come si stava sentendo quella ragazzina, però era anche conscia del fatto che se avesse accontentato i suoi capricci in quel preciso istante... Beh probabilmente sarebbe impazzita, andando così incontro ad una fine terribile.
    Incredibilmente le sorrise, tuttavia non con aria di scherno o divertimento. Molto semplicemente le sorrise con fare mesto e le rispose tranquillamente, senza alterarsi.

    Non posso. Non in questo momento e se recupererai la lucidità mentale oltre che la dignità lo capirai anche te il perchè... Questo è quanto, Nakora.

    Sbattè le palpebre nel mondo fisico, svanendo così da quello Interiore in un battito di ciglia.
    Non poteva costringerla e forse in fondo in fondo, sapeva che il Nibi aveva ragione, però ribolliva di rabbia ugualmente.
    Un tonfo improvviso la costrinse ad alzare lo sguardo, mentre con un gesto secco della mano spostava il mantello così da andare ad allacciare alla cinta al di sotto di esso il bastone, posizionandolo vicino al fianco.
    Quell'arma sarebbe tornata nelle mani del Guardiano a qualsiasi costo, fino ad allora avrebbe rispettato la sua volontà e l'avrebbe tenuto lei stretto al suo fianco.
    Quando alzò lo sguardo guardando nella direzione in cui aveva sentito il boato - mentre iniziava finalmente a calmarsi, sebbene i segni delle unghie fossero visibili sui palmi delle mani - vide colui che l'aveva portata fino a Suna in passatto: Aloysius.
    Spostando un po' gli occhi da lui riuscì a vedere come avesse rimesso al suo posto il Cancello alla ben e meglio, di sicuro comunque già vederlo così dava più sicurezza rispetto a prima quando era buttato a terra tra le macerie.
    Il gesto che aveva appena fatto così come le sue parole bastarono a riscuotere guardie e civili, ognuno dei quali tornò alle proprie mansioni.
    Lei dal suo canto ormai aveva completamente dimenticato e lasciato perdere le piccole commissioni che stava svolgendo fino a poco fa, e con un passo pesante e sguardo deciso come non ne aveva mai avuti in vita sua andò dritta verso il Generale. Sembrò quasi un magnete che veniva attirato dal suo opposto, visto il percorso che stava seguendo senza compiere la benchè minima deviazione indipendentemente da chi ci fosse in mezzo alla strada, dando spallate a chi si fosse trovato sul suo cammino e ignorando chi cercava di parlare.
    Il Mondo poteva Bruciare. Lei non si sarebbe curata di guardarlo.
    Una volta che raggiunse l'uomo si piazzò dritta davanti a lui, fregandosene totalmente degli eventi precedenti. In quello stato e in quel momento non le importava nulla.
    Le parole furono poche ma concise, il tono estremamente duro atto a segnare la rabbia che stava provando in quel momento.
    Certo aveva recuperato un po' di raziocinio e il suo corpo aveva smesso di alterarsi, lasciandola così definitivamente in uno stato umano. Però i muscoli erano ancora tesi e le vene sulle tempie sembrava quasi stessero per esplodere.

    Quando ce lo andiamo a riprendere.

    Non era forse lui la persona che gestiva tutte le difese di Oto? E allora non si sarebbe mossa di li fintanto che non avesse ricevuto una risposta, anche a costo di vedersi infilzata un'altra volta.

     
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260 replies since 12/9/2005, 17:45   8022 views
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