[Quarto Accesso] East Gate Of Sound

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  1. Ade Geist
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    ~ The Red Capes are coming!

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    Le maniere forti di Oto
    Capitolo Secondo


    Atto V
    Quello che so fare meglio. †
    Inizialmente il discorso pareva volgere dalla mia parte: l'amministratore concordava con me, infatti, che Yasu fosse un totale scansafatiche, persino un montato a suo dire. Certo, dalle sue parole sembrava trasparire una certa superiorità - e il suo gesto atletico precedente sicuramente ne era una riprova inconfutabile - ed io quindi non potevo comportarmi affatto allo stesso modo dello Yakushi col pizzetto. Salvo voler fare la sua stessa fine, si intende. Mentre continuavo il mio discorso, però, vidi brillare sinistramente le finte lenti dell'amministratore di Oto. Avevo attirato la sua attenzione e questo era fuori di dubbio, ma non sapevo dire se tale fosse un accadimento felice o meno. « Hai sentito..."voci". » Disse, prima di iniziare a gironzolarmi intorno come un ape fa con un fiore pieno di polline. « "Voci spaventate". Buffo, perché ho fatto il possibile per mettere a tacere la faccenda, ed anche se da est arriva qualcuno e vede il gate in genere entra nel villaggio e viene adeguatamente informato di tenere la bocca chiusa...e quelli che parlano comunque non penso siano così tanti da essere arrivati a generare delle "voci spaventate", sai? » Iniziavo ad inquadrare la situazione critica in cui si trovava Oto. L'attacco al Gate era stata opera di qualcuno, senza dubbio, visto la volontà di tenere tutto sotto controllo. Che fosse stato Jeral? La cosa era decisamente plausibile dato che voleva farmi vedere qualcosa per farmi capire qualcosa. Che per caso volesse dimostrarmi come anche un villaggio potesse essere alla sua mercé? Dovevo temere il suo sconfinato potere ed il fatto che fosse riuscito a lasciare il segno anche su Oto, uno dei quattro paesi legato al patto accademico?
    La mia mente era rivolta al recupero di Saruhyondo a qualsiasi costo: che avessi dovuto fronteggiare un ninja al mio livello o che ne avessi dovuto fronteggiare uno di gran lunga più abile del sottoscritto. La morte ed il fallimento erano l'unica opzione contemplata in caso di mancato adempimento del mio riscatto morale.
    « Dici che sai anche dei dissapori tra Kiri e Oto. Sai anche che nascono proprio da questo Gate, dove un tempo il tuo compaesano Godsan massacrò un bel pò di otesi, tra cui un mio cugino, per poi scappare impunito e finire ammazzato a Konoha...o almeno così dicono i ninja della foglia. » a queste parole un brivido percorse la mia schiena fino a salirmi sul collo ed infine nel centro della fronte dove l'amministratore poggiò il suo dito, con fare quasi dispregiativo. Rimasi in silenzio, senza distogliere lo sguardo. « Quindi vedi, se a te non interessa...a me invece interessa parecchio. » I dissapori tra Kiri ed Oto erano ben più radicati di quanto non ricordassi. Escluso il nome di Godsan, niente di tutto ciò, nonostante la mia età, mi fu familiare. « Sono Febh Yakushi. Amministratore del Villaggio. E io DETESTO fare l'amministratore, perché richiede impegno e concentrazione...tutte cose di cui faccio volentieri a meno nella mia vita di tutti i giorni. MA se si parla dell'East Gate le cose cambiano. In questo posto mi risulta stranamente facile focalizzare i miei pensieri e comportarmi in un modo che odio. Buffo, non trovi? » Questa volta mi trovavo davanti allo Yakushi giusto, quello che mi aveva nominato Itai, il tizio svitato che aveva mandato come regalo alle figlie del Mizukage un mortale marchingegno ... ed anche il motivo dei dissidi cui mi riferivo precedentemente, escludendo storie passate - ma non sepolte a quanto pare. Febh si era chinato pronunciando quelle parole, fino ad arrivare alla mia posizione, faccia a faccia col sottoscritto. « Quindi ora vedi di essere un briciolo più preciso, vuoi? Per Dovere Accademico. » disse, sbeffeggiando le mie parole. Con chi avevo a che fare? Perché la mia vita doveva essere una parentesi rosa tra l'incontro con uno svitato ed un altro? Sarei semplicemente dovuto tornare sotto le armi, non imbracciare la vita della Spia del Mizukage. « Dimmi esattamente da dove arrivano queste voci così che possa metterle a tacere fino a quando lo riterrò opportuno. Descrivimi chi ha parlato. Tutti, non importa quanto anonimo fosse il passante od il mercante, e io lo troverò. E nel mentre tu sarai mio gradito ospite...o ospite di Gene se dici che lo conosci. Oppure mi spieghi la faccenda in maniera più credibile di questo Dovere Accademico e forse la risolviamo qui, senza versare troppo sangue. A meno che non debba pensare che Kiri sia in qualche modo coinvolta col nostro piccolo restauro all'East Gate...di nuovo. Non vorrei dover convocare quel furetto multicoda di Itai per una chiacchierata amichevole. » pronunciò infine, chiudendo il suo lungo soliloquio. Quell'uomo era inquietante: non come gli altri ninja però, il cui solo aspetto ti incute terrore ma come individuo. La sua fisicità tanto lineare, la sua altezza modesta, il suo portamento generale tutt'altro che imponente nascondevano un sadico bastardo. Era davvero, davvero un individuo pericoloso. Durante tutte quelle belle parole non tolsi lo sguardo un secondo dai suoi occhi: ero inferiore in tutto, sentivo il suo potere sulla pelle, la sua superiorità schiacciarmi; ma l'orgoglio non avrebbe mai ceduto, piuttosto si sarebbe spezzato insieme alla mia spina dorsale, al collo, ad ogni singolo osso del mio corpo. Lasciai che il vento fischiasse un istante prima di riprendere parola. Mi stavo preparando a fare quello che so fare meglio: mentire. « Sa, Febh, a me Itai non sta affatto a genio. » dissi, serio in volto. Per lo meno avevo cominciato con una verità. « Ed è per questo che passo più tempo fuori che dentro Kiri. Sono uno studioso, ho sopportato il peso di dover riunire un clan ed adesso porto il fardello di ricostruirne la storia. Ero qui nei paraggi perché stavo investigando. Investigare porta a dormire fuori casa, dormire fuori casa porta in taverne e nelle taverne, si sa, le voci circolano. » Mi fermai un attimo, facendo una breve pausa. Stavo per dargli tutte le fittizie informazioni che mi aveva richiesto. Non solo, però, mi sarei esposto in modo davvero imprudente rivelando mie segrete conoscenze. « Un ubriacone può, dopotutto, scappare alla vostra ricerca, no? Perché è da un uomo in carne, anzi, decisamente obeso, puzzolente di rum, con capelli castani, unti, occhi chiari, rughe profonde in viso e dita storte dagli anni passati a coltivare la terra, sì, insomma, un tipico ubriacone da taverna, che sono venuto a conoscenza di un assalto qui al gate. » Dovevo sperare che si fosse trattato di un assalto da parte di qualcuno, idea che mi ero fatto facendo due più due con le parole di Jeral. « Vestiva comodo, un abito verde sotto un grembiule bianco sporco di ogni amenità possibile da macellaio. Vorrei aggiungere che sono entrato a conoscenza di questa situazione per caso. Kiri non sa niente della faccenda di cui stiamo discutendo, anzi, crede che Kiri affiderebbe ad un Genin un incarico così importante se volesse indagare? » dissi, accennando un sorriso. Per una volta, essere un ninja di grado infimo mi poteva tornare utile. « Non solo, crede mai, davvero, che una persona come Itai Nara sarebbe in grado di cospirare? E' più facile che preferisca amputarsi un piede piuttosto che venire meno ad un patto come quello Accademico. E' più facile che preferisca perdere un arto pur di non intraprendere azioni che ogni buon kage farebbe. » Rimasi con lo sguardo fisso su di lui ancora, senza mai staccarlo. « Quasi dimenticavo: la taverna si trova a circa due ore di cammino da qui. » In questa circostanza non stavo mentendo. Durante il viaggio avevo avuto modo di attraversare vari piccoli paesi, stavo semplicemente descrivendo un uomo che avevo visto di passaggio vicino ad una taverna di questi al tempo di corsa che avevo definito. « Se sono di disturbo, se non vuole fornirmi le informazioni che, solo per poter esservi d'aiuto, ho richiesto, sarò felice di allontanarmi da queste mura. Se invece riterrà che io possa esserle utile in qualche modo, allora sarò felice di aiutarla. » feci un'ennesima pausa. « Come il mio dovere accademico mi comanda. » dissi, sorridendo.

    Stavo, per l'ennesima volta mentendo, la seconda davanti ad una autorità ufficiale dell'Accademia, e stavo cercando di farlo al massimo delle mie possibilità. Prima o poi sarei diventato un ottimo ciarlatano, questo era poco ma sicuro.




    Legenda


    Narrato
    « Citato! »
    « Parlato! »
    « Pensato! »
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.

     
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