[Quarto Accesso] East Gate Of Sound

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  1. Ade Geist
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    ~ The Red Capes are coming!

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    Capitolo Terzo


    Atto VII
    Paranoie
    Sembrava non voler capire; mentre esponevo il discorso continuava a sostenere di poter recuperare ricordi che io avevo millantato di aver tolto dalla mente dell'ubriaco. « Dio santo quanto deve aver rosicato per la storia di Godsan ... » pensai, mentre non riuscivo a capacitarmi di tutte le inutili precauzioni che stava portando verso un ninja sì bugiardo ma in buona fede. Mi dispiaceva non poter dare le vere informazioni che possedevo a quell'uomo, a me stava anche simpatico. Per lo meno si comportava come era logico fare, seppur eccessivamente, come nel suo caso, ma preferisco gli eccessi di zelo alle superficialità. Poi l'uomo pose una domanda dalla risposta abbastanza scontata, a mio dire. Credo, se ricordo bene, di aver dato anche una esaustiva seppur saccente risoluzione a quella questione: « E per quale assurdo motivo un ciccione ubriaco che ha raccontato a te qualche "voce spaventata" doveva avere questi pettegolezzi cancellati dalla sua mente, specie se ancora non avevi confermato di cosa si trattasse?! Certo...sempre che tu non conoscessi già quelle informazioni, non credi? Oppure, ed hai ragione, è la semplice paranoia di un uomo che pur essendo un genin fa della raccolta di informazioni una vera e propria missione. » Aspettai che finisse la sua frase prima di spiegare che non era semplice come voleva darla a credere. « Lei non ha nozioni sui procedimenti di cancellazione della memoria, mi sbaglio? Se avessi lasciato nella sua testa un solo, ipotetico, collegamento a ciò che ci eravamo detti, l'uomo avrebbe potuto risalire, seppur con estrema difficoltà, alle vicende che mi avevano protagonista. La mente è un marchingegno così strano ... » dissi, sospirando. Poi ripresi il mio discorso sulle presunte abilità, andando a fare quel che colse l'attenzione di Jeral e forse mi permise di non morire durante il nostro incontro, chiedere sangue al mio interlocutore. Avrei appreso che non tutti erano disposti a donarlo con così leggera concordia. Febh, per esempio, non lo fu affatto.
    « Mi stai dicendo che posso evitare di sprecare tempo e risorse per verificare la tua storia semplicemente con poche gocce di sangue? Ma è fantastico! Scommetto che puoi scrivere o trasmettere quello che ti pare con questi tuoi "filatteri" ma non ho dubbi che per dovere accademico non mi tireresti mai un tiro così mancino, vero? » pronunciò l'Amministratore. Cercai di rispondergli ma i suoi movimenti furono più veloci delle mie parole; un kunai si materializzò quasi dal niente nella sua mano. Era veloce. C'era una cosa che non avrei mai potuto tollerare però: stava mettendo in dubbio il mio onore, dandomi ripetuttamente del bugiardo, ritenendo inconsistenti le mie forme d'aiuto e, anche se aveva decisamente ragione, almeno sulla prima parte, non glielo avrei mai concesso. Mai.
    Il mio sguardo divenne ispido, pareva lanciar sassi, le sopracciglia si aggrottarono terribilmente e l'oscurità del nocciola della mia iride prendeva mangiava sempre più lo spazio della scura pupilla, che si rimpiccioliva, diventava microscopia, mentre stampava nella mia mente il volto dello Yakushi. « Daccordo allora, facciamolo e tagliamo la testa al toro! » disse, mentre con rapidità ed estrema crudezza passava il filo del kunai sul palmo aperto della sua mano. Mi sarei aspettato non dico che la parte superiore cadesse, ma che almeno un copioso fiotto di sangue uscisse da questa: invece sentii soltanto una serie di scoppiettii, come una fiamma che passa su del ferro caldo e lo fonde, seguiti da scintille e fumo. La sua mano si era aperta al passaggio dell'arma ed immediatamente richiusa, come una spada che cerca di tagliare l'acqua. Rimasi esterrefatto: o quell'uomo aveva un fattore rigenerante elevatissimo, oppure aveva utilizzato un qualche jutsu. Poi accadde l'impensabile.


    Il teatrino seguente fu degno di nota, lo ammetto. Il suo modo di fare era a me totalmente distante, troppo informale, troppo volgare, troppo ... poco carico di pathos. Tuttavia era efficace e spesso, come in questo caso, il fine era ciò che contava. « Assurdo! Assurdo ed incredibile, non trovi? » disse, spalancando la bocca e mostrandomi la mano immacolata. « Proprio non riesco a spiegarmi come sia successo...è privo di ogni logica! Assolutamente senza senso. » aggiunse poi, prima che un flebile sibilo tagliasse l'aria. Ebbi il tempo di vedere la mano che brandiva il kunai alzarsi e questo fu abbastanza per capire le intenzioni del lunatico. Concentrai tutto me stesso nel dare alla zona che sembrava essere il bersaglio di quel colpo ed attinsi un po' al mio tantien di modo da irrobustire il più possibile la zona dell'impatto che non avrei potuto evitare in nessun modo. L'arma attraversò prima il duro cappotto dell'Armata fantasma
    Cappotto della XIV Armata Gōsuto [Protezione]
    Questa cappotto, in dotazione all'esercito Maeda del paese della Cascata durante la guerra contro l'esercito Ryong del paese della Roccia, era la divisa cerimoniale di tutto l'esercito. Lungo dal collo fino ai piedi, pur lasciando un'ottima libertà di movimento, offre una modesta protezione contro il freddo e mantiene il corpo in una temperatura mite in caso di grande caldo. Utile per occultare le proprie azioni.
    Tipo: Protezione-Supporto
    Dimensione: Grande
    Quantità: 1
    (Potenza: 20 | Durezza: 3 | Crediti: 55)
    , poi le bende ed infine si conficcò nella mia spalla, neanche troppo in profondità e senza ferirmi in modo esagerato. Strinsi i denti, rimanendo immobile e continuando a fissare l'uomo negli occhi. Ero stato addestrato a non mostrare il dolore, nonostante stessi decisamente soffrendo. « Senza senso almeno come le scemenze che racconti. » disse, girando il kunai nella ferita, allargandola. Un ulteriore rivolo di sangue uscì da questa, andandomi a sporcare ancor di più il cappotto. Adesso faceva anche più male. Continuava a sostenere che le mie dichiarazioni non avessero senso, seguendo un filo logico che solo lui poteva seguire, colmo di ignoranza nelle fittizie materie che affrontavamo. Poi mi si avvicinò ulteriormente, come a voler scrutare nei miei occhi. « E poi andare a chiedere il sangue ad un ninja di alto rango come se niente fosse è a dir poco la mossa più stupida che si potesse fare, specialmente ad Oto. Sai quante cose si possono fare col sangue? Qui abbiamo i Mikawa, giusto per dirne una...ed io per primo con con poche gocce potrei preparare un veleno letale e mirato solo nei tuoi confronti. Sarà divertente come ninnolo da mandare ad Itai a prova della tua presenza qui. » Sorrisi, divertito. « Le ho solo detto che avrebbe accelerato i tempi lei, di sua iniziativa, poteva declinare. Avrebbe avuto in ogni caso ciò che voleva. » mi limitai a puntualizzare. Poi egli cercò di squadrarmi meglio, socchiudendo gli occhi. « Il piano è invariato. Tu vieni con me a Palazzo Yakushi e mandiamo qualcuno a cercare il panzone. Se non sa nulla di te passi. Se non sa nulla delle voci sull'East Gate o non risulta che sia mai passato di qua allora sarai molto impegnato fino all'arrivo del Mizukage...che comunque ho tutta l'intenzione di chiamare in ogni caso, visto che non amo chi si mette a fare il furbo con me. » aggiunse sul finale. La replica fu immediata. « Vedrà che sarà come le ho detto io. L'uomo non ricorderà niente. Il che potrebbe anche sostenere la sua tesi. Purtroppo è la sua parola contro la mia e la sua ha indubbiamente un altro peso davanti a queste mura. » dissi, mentre Febh estraeva con la stessa violenza con cui lo aveva conficcato, il kunai dalla mia spalla. « Ammetto che apprezzo il modo con cui date il benvenuto a chi vi raggiunge per aiutare. » ironizzai. Se l'incoscienza mi aveva mosso a mentire, la faccia di bronzo mi dava tutti i mezzi per perpetrare quel simpatico teatrino. « Avanti, verso casa mia...e poi parleremo in maniera un pò più seria. E poi che razza di clan sono i Kagome? Non è un nome che conosco...e io so un sacco di cose. » Aggiunse lo Yakushi prima di indicarmi la strada dentro le mura. Stavo entrando ad Oto e non l'avrei fatto certo standomene zitto o da prigioniero. « Non sono originario di Kiri, Amministratore. E' un peccato, comunque, che il buon Diogenes non abbia potuto garantire per me. Spero di trovarmi bene con lei quanto col Garth, spero anche, ma su questo non posso esserne affatto certo, dato le circostanze, che il nostro primo incontro sia meno doloroso di quello avuto col Mikawa. Almeno so che gli è all'altezza. »

    Guai portano solo altri guai. Paranoie portano solo altre paranoie.




    Legenda


    Narrato
    « Citato! »
    « Parlato! »
    « Pensato! »
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.

     
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