[Quarto Accesso] East Gate Of Sound

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  1. Jotaro Jaku
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    Lo spirito delle porte




    La traversata non fu eccezionalmente lunga, ma lo fu per Sanjuro, che non avendo mai avuto il piacere di viaggiare su una bestia volante, non aveva la minima idea di come reggersi per non cadere, cercando in ogni modo di aggrapparsi a eventuali squame, peli, ossa; qualunque cosa potesse tenerlo fermo al drago, dal momento che non aveva ancora ripreso possesso del suo controllo del chakra. Fortunatamente per lui, Gassan sembrava a sui agio, fu infatti proprio il bastone che con una presa salda (?) assicurò la traversata allo sciamano, recuperandolo anche un paio di volte, impedendogli di cadere. Ovviamente il tutto sarebbe sfuggito alla vista dei presenti, per un motivo o per un altro.
    A circa metà della dragalcata verso Oto, il misticismo volle far incontrare Sanjuro, o meglio, il suo volto, con un gabbiano, o meglio, volle far schiantare un gabbiano sulla maschera dello sciamano; impatto che causò ad una elevata quantità di piumaggio di finire in faccia ad Akira, a causa di sfortunate correnti d'aria.
    Divenuto quindi per scelta dei cielo guardiano del gabbiano ferito, lo sciamano pose la creatura sulla sua testa, a coprire i capelli bianchi, e seduto sul drago a gambe incrociate, con un gabbiano in testa mezzo morto, e un bastone gli permetteva in qualche modo di restare attaccato alla creatura, lo sciamano del mondo si diresse verso Oto. Assieme ad un kage morto, una dottoressa con una brutta infezione agli occhi, un Hozuki coperto di penne, e un Kage grosso come un drago, che ne cavalcava un secondo.

    [...]

    Ad Oto, quando il gruppo atterrò, davanti ad una porta che sembrava essere stata più demolita che ristrutturata, mentre Itai si dirigeva all'entrata, Sanjuro scese dal drago rotolando malamente, per finire con le ginocchia a terra. In lacrime.

    - NOOOOOOOOOOOOOOO, PERCHEEEEEEEEE -

    Per dovere di narrazione, è bene sapere che per gli sciamani mistici, ogni porta del mondo, possiede uno spirito. Più è grande la porta, più è sacro lo spirito. Ora, immaginiamo uno di questi sciamani, nemmeno il più stabile tra loro, vedere una porta grande come un Gate di Oto, quasi completamente devastato, per qualunque motivo. La tristezza assalì Sanjuro, il quale, forse in preda a lucidità, forse per un limite di follia superato ormai da tempo, era consapevole in qualche modo di essere l'unico sciamano in zona, e quindi, che quel povero portone non aveva ricevuto i degni rituali, per permettere al suo spirito di partire per il luogo dove riposano gli spiriti delle porte.
    Ignorando totalmente i presenti e il fatto che Itai stava cercando di demolire il poco che restava della porta, Sanjuro si avvicinò ai guardiani che arrivarono poco a poco, piantò Gassan nel terreno, e iniziò a tirare fuori oggetti dalla sua gonnella. Cantando.
    Si sarebbe diretto presso i guardiani che avevano preso la parola, prima la strana ragazza triste, poi il ragazzo intelligente, e avrebbe donato loro un sacchetto a testa, il primo contenente dei testicoli di testuggine, il secondo contenente un occhio di Akuma nato da genitori Shimasu, quindi senza sapere nemmeno chi fosse, Sanjuro si recò presso Kamine ( ricordiamo che Sanjuro oltre ad una maschera, e delle gambette rachitiche, al momento possiede un gabbiano mezzo morto che sta forse per esalare il suo ultimo respiro sulla sua testa) passando alla donna un terzo sacchetto, contenente polvere di peluria scrotaica, ringraziandola con un inchino.
    In fretta si mise in ginocchio davanti alla porta, e iniziò a pregare gli dei delle porte, cantando inni agli spiriti durante tutta la sceneggiata.
    Benvenuti a Oto.



     
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