[Quarto Accesso] East Gate Of Sound

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  1. ~Cube
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    Il Fiore Lupo

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    La mia strategia si rivelò corretta. Volevo testare l’intelligenza di quel mostro e valutare il suo grado di coscienza. Nonostante si rese conto di trovarsi davanti un ninja avversario accettò il mio aiuto cadendo così nella trappola che avevo teso.

    Notai che Note Assordanti ebbe effetto sulle sue capacità e da lì a poco grazie al lancio della Bolas riuscii ad intrappolarlo, ancorandolo a terra. Realizzai che quel mostro era sì dotato di intelletto ma senza dubbio di limitate capacità belliche vista la facilità con cui si fece catturare, sebbene tra le varie considerazioni che feci mi accorsi di elemento molto preoccupante: i colpi con il mio Charkam non crearono alcun genere di danno! Le armi rimbalzarono sul suo corpo, nero come la pece, senza causare evidenti ferite. Quello senza dubbio poteva essere un problema.

    Ascoltando i suoi lamenti mi mossi attorno a quella cosa, raccogliendo i due Charkam che avevo scagliato. Il mostro si lamentava comportandosi più come un bambino più che come un nemico mortale. Ma proprio per quel motivo non potevo abbassare la guardia. L’incoscienza delle bestie non diminuiva di certo la loro ferocia, molto spesso irrazionale.

    Mi trovai quindi davanti ad un dilemma. Potevo certo andarmene, andare ad aiutare gli altri ninja, quindi potevo assicurare quel forma cilindrica vivente a qualche struttura e intrappolarla ma allo stesso mi chiesi cosa sarebbe potuto succedere se avessi interrotto Note Assordanti [Mantenimento Tecnica]. Magari era quel ninjustu a bloccarlo, più che il bolas visto che gli attacchi fisici non avevano riscontrato alcun successo. Liberarla di nuovo era un errore che non mi potevo permettere. In quel caso le conseguenze sarebbero state senza dubbio più gravi.

    Raggiunsi una conclusione: non potevo andarmene, prima dovevo scoprire di più su quella cosa, del perché era lì e su come eventualmente sconfiggere chi l’aveva evocata. E per farlo avevo solo un modo. Continuare con la recita, del resto le sue parole non erano parole di odio nei miei confronti… ma quasi di gelosia… di inferiorità psicologica e materiale… forse di invidia?

    Mi avvicinai alla bestia, che si trovava ai miei piedi. Mantenendo comunque una distanza di circa mezzo metro e mantenendo allo stesso tempo ogni mio senso spinto al massimo, pronto a scattare indietro o lateralmente.

    Lo fissai, il mio sguardo si fece ancora più marmoreo di quello vitreo della bestia.




    Lo sai perché sei ti fai sempre fregare? Perché sei debole! Perché ti sei unito alle persone sbagliate! Guardami, sono molto più giovane di te e ti ho sconfitto in un secondo, e non ho usato che una minima parte della mio potere. Tu invece non hai nemmeno la forza per alzare una statua stupida quella quella. Vuoi superare i tuoi fratelli? Vuoi farti valere davanti a tuo padre? Mi dispiace deluderti… ma questo non succederà perché tu sei inferiore a loro e non ti prenderanno mai in considerazione… Però...-

    Avrei atteso solo qualche secondo, per poi continuare. La recita non era ancora finita.

    -... Però io ho un modo. Sai dove ti trovi? In un Dojo Yotsuki e lo sai chi sono gli Yotsuki? Sono i Ninja più forti e resistenti del Villaggio del Suono! Io sono uno Yotsuki. Unisciti a me e scoprirai la vera forza. Te lo prometto… ma tu devi darmi qualcosa in cambio.-


    Il mio corpo si illuminò di blu, il chakra elettricò sgorgò dai miei tsubo, ricoprendo l'intera mia figura creando così una sorta di esoscheletro di Chakra. Sicuramente era una visione impressionante. Se dovevo persuaderlo mi stavo giocando tutte le mie carte.

    -Questo è il mio potere. Molto grande, molto forte. Ora dimmi chi è tuo padre. Dimmi che cosa sei e come posso sconfiggere i tuoi fratelli… e in cambio avrai la mia forza dalla tua parte. Per farti prevalere sui tuoi nemici e sconfiggerli.-

    Avevo vissuto per anni nei sobborghi del Paese del Sorgenti. Nella merda, nelle peggiori condizioni umane e proprio per quello sapevo dove colpire. Dove muovere i fili. Conoscevo in profondità il Peccato.

    Perché anche io ne ero sporco fino al midollo.
     
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