[Quarto Accesso] East Gate Of Sound

Non appena la cosa iniziò a parlare, Hebiko si rese conto di avere a che fare davvero con una creatura senziente, ma non pericolosa come poteva dar a credere con la sua precedente entrata. Era una palla di pelo scura con lo spirito di un bambino. Perciò, dopo le sue prime lamentele, la Vipera lo scosse violentemente, agitandolo ben legato ad una sua mano, sgridandolo così come faceva con Febh:

Ehi. Modera i termini.

Si mostrò più aggressiva quando si sentì venir paragonata ad Orochimaru per l’ennesima volta. Non che potesse negarlo, dai test fatti era chiaro come fosse una sua diretta discendente, ma non accettava di portare avanti il suo nome. Avrebbe reagito prima o poi, si sarebbe inventata qualcosa per far sì che il nome della Serpe venisse oscurato dal suo.

Ti ricorda chi?

Sibilandogli addosso lo strinse, inutilmente data la sua consistenza, ma dallo sguardo della kunoichi si intuiva che fosse pronta a strappargli via l’unico occhio che aveva in caso di ribellione.

Sarà meglio che tu dimentica quel nome. Questa “cosa” appartiene a me, Hebiko Dokujita, vedi di tenerlo a mente. E tu non avrai nulla a meno che non sia io a deciderlo. Perciò, se fai il bravo e collaborerai, ti darò qualcosa. In caso contrario mi dimostrerai quanto è alta la tua resistenza al calore.

Non riuscì a trattenere un ghigno mentre pronunciava l’ultima frase. Aspettò la risposta, mettendosi a cercare un barattolo di vetro dove mettere la creatura, assicurandosi di chiuderlo per bene.
Fece appena in tempo a terminare la sua ricerca che un allarme risuonò, mandando come al solito tutta l’Amministrazione in panico. La ragazza, irritata, ordinò a Darwin di tenersi ben saldo sulle sue spalle, legando il barattolo alla sua cinta prima di precipitarsi all’entrata, e farsi dire cosa fosse successo.

E CHI sta attaccando le mura?? ...Un momento.

Si spostò in una zona più tranquilla, fissando la creatura dal barattolo:

Tu ne sai qualcosa, vero? La tua apparizione improvvisa è sospetta, sai? Dimmi tutto ciò che devo sapere. E… Ti farò giocare con il mio potere.

Optò per un approccio gentile per via del caos del momento: detestava improvvisare e come visto non le usciva molto bene. Se la gentilezza non fosse bastata, sarebbe passata ad un tono decisamente più aggressivo e poco incline alla pazienza.

E’ inutile cercare di nascondermi le cose, mi basta andare alle mura per scoprirlo. Se sei parzialmente responsabile e ti va di darmi un anticipo sarai ricompensato, in caso contrario non appena questa storia sarà finita troverò il modo di smolecolarizzarti.