[Quarto Accesso] East Gate Of Sound

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  1. ~Cube
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    Il Fiore Lupo

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    Luci...e Ombre.







    Ehi Kato… quanto ti piacerebbe essere forte come me? -

    - Tantissimo fratellino! -

    - Ahahah l'importante è volerlo ma non penso che raggiungerai mai il mio livello, cocco di mamma - seguì una risata, dolce e serena.


    Invidia.



    Era mio fratello. Un ricordo lontano. Anzi quasi perso nel nulla. Perché? Mi sentivo confuso.

    - Ehi fratello? Dove sei finito? -

    Ero piccolo, ero appena stato picchiato brutalmente dal compagno di mia madre; il mio labbro inferiore era aperto, una scia di sangue seguiva i lineamenti del mio viso. Avevo finito le lacrime già da un pezzo. Generalmente mi rifugiavo dal mio caro fratellino, per nascondermi e confortarmi. Ma era scomparso. Da giorni. Lui era già andato via. Aveva cercato la sua salvezza.



    Invidia.



    Ehi quel pezzo di prosciutto ora sarà MIO, figli di puttana. -

    Qualche anno dopo, nei peggiori sobborghi del Paese delle Sorgenti Calde. Stavo pestando a sangue un paio di bastardi che avevano allungato la mano sul mio cibo. Ma perché quei ricordi? Non stavo affrontando qualcosa… qualcuno?



    Invidia.



    Quanto ti piacerebbe anche a te comandare eh Kato? Sei un bastardo, nato da una donna mezzo-sangue. Che cosa ti aspetti? Tu credi che diventando più forte, sempre più forte, potrai surclassarmi? AHAH Sei così patetico. -

    Il mio sguardo puntava verso il basso, avevo appena portato un grosso vantaggio all’Organizzazione compiendo un’importante missione. Eppure quello fu il ringraziamento di Oni Chii. Nulla.

    Ma perché di nuovo quei pensieri? Mi sentivo profondamente turbato. Nella parte più intima di me stesso. Cosa diavolo mi stava succedendo?



    Invidia.



    Sgranai gli occhi. Mi trovavo in un Dojo Yotsuki. Già, e stavo affrontando quella bestia immonda. Eppure dentro di me sentivo che non era lei il pericolo. Stavo odiando tutto quello che mi circondava. Ruotai su me stesso, guardandomi attorno. Quella statua Yotsuki, quel vecchio cimelio. Senza pensarci due volte concentrai il chakra elettrico che mescolato a quello distruttivo resero il mio pugno devastante. In un fragrare di roccia spezzata e scintille la statua venne colpita dalla mia mano. Pezzi rotti volarono ovunque, anche a metri di distanza. STAVO… ODIANDO… TUTTO QUELLO.

    Odiavo gli Yotsuki.

    Odiavo il fatto che per colpa loro avevano esiliato mio padre. Reso la mia vita un inferno. Mentre LORO… loro se la cavarono, negli agi. Nella FELICITA’.



    Invidia.



    Gridai, urlai. Con una poderosa pestata, sempre mescolata al chakra distruttivo e a quello elettrico, colpii il pavimento, più volte. In maniera sempre più violenta: rompendo completamente la superficie, inclinando le assi di legno. Rovinando l’aspetto sacro di quel Dojo.
    Già, perché odiavo quel posto. Lo volevo distruggere. Sì, lo volevo spezzare. Volevo rendere gli Yotsuki, l’intero Clan, alla mia mercé. Degli assassini freddi, imprevedibili… letali.

    Eppure… Cosa stavo facendo lì?

    Sgranai di nuovo gli occhi. Presi questa volta a ridere, un vortice di emozioni miste che si mescolavano tra loro.

    - AHAHAH Maledetto bastardo. – Indicai quella piccola palla nera – Per un attimo, per qualche istante… Mi hai quasi smascherato. – Ruotai la testa, facendo scricchiolare il collo, per bloccare lo sguardo verso la bestia magica – Cosa ti avevo detto all’inizio? Non puoi battermi così, giocando con i miei sentimenti… perché io sono PARTE del Peccato. Un peccato che mi accompagna da tutta la vita. Ci ho dormito, ci ho vissuto, ho ucciso e rubato per quello. Lo conosco fin troppo bene e ha un nome ben preciso… Invidia. - attesi un istante – Già, ti chiamerò così. Tu sarai Invidia per me. Il tuo comportamento, le tue parole di prima. Tu rappresenti qualcosa e senza dubbio sei una parte di qualcosa di più grande ma con me non può funzionare. –

    Avrei provato ad utilizzare il Rilascio, tuttavia se non sarebbe andato a buon termine mi sarei avvicinato al mostro, del tutto intenzionato a chiudere la faccenda.

    - Hai appena eseguito un forte Genjustu nei miei confronti. Le sensazioni che mi hai fatto provare, le emozioni e ricordi che avevo sepolto nel mio profondo… solo una potente arte illusoria può arrivare a scuoterle e farle riemergere. Ma è finita, ho capito il trucco. Ora se tieni alla tua vita sciogli il justu e dimmi tutto quello che sai... -

    Il mio sguardo si fece glaciale.

    -... O morirai. -



    Mi scuso davvero l'immenso ritardo.

    Comunque mi ritrovo davanti ad un post veramente introspettivo, per la mia prima volta in assoluto; in quel senso spero di essere riuscito a giustificare come comprendo che mi ritrovo in Genjustu e cerco in qualche modo di liberarmene. Detto questo... speriamo in bene!
     
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260 replies since 12/9/2005, 17:45   8027 views
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