[Quarto Accesso] East Gate Of Sound[Free GdR] [Macro GdR]

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  1. ~Cube
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    Il Fiore Lupo

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    Ospitalità Otese


    II



    La pioggia batteva terribilmente forte, ciononostante la mia risata si blocco quando realizzai che quel piccolo uomo ebbe l’ardire di rispondermi. Pensavo di essere stato chiaro. Non volevo e non avrei mai accettato vagabondi in cerca di rifugio. Persone comuni che avrebbero chiesto una piccola casa o un pezzo di pane. Oto non era quel tipo di villaggio. Se il Suono aspirava a crescere l’unico modo era quello di richiamare persone talentuose. Non dico potenti, perché erano merce rara, ma da molte gemme grezze era possibile ricavare diamanti, no?

    E così la mia attenzione fu richiamata subito all’udire due parole ben precise: arti magiche. Non servì sapere altro. Non ascoltai le parole successive dell’uomo, non aveva senso perdere altro tempo. Con un cenno feci segno di aprire il portone e gridando dall’alto mi limitai a proferire:

    - Entra pure, viandante sperduto. -


    Con un balzo dall’alto mi sarei palesato al suo fianco. Fino a quel momento mi aveva lasciato una impressione negativa: era ambiguo, dall’aspetto quantomeno eccentrico e dalla parlantina forse un po’ troppo loquace… ma in tutto quello c’era un pregio, supposto tale. Forse era un Ninja in cerca di asilo. Ecco: quella era la parola magica per essere accolti ad Oto.

    Prima avrei chiesto la conferma: - Seguimi Kane… - già, mi ero permesso di abbreviare il suo nome. Reiji era troppo complicato da pronunciare e Kanehisa troppo altisonante per un vagabondo. Se mai avesse voluto riacquistare il suo nome, intero, avrebbe dovuto dimostrarmi il suo valore.

    Comunque inoltrandosi nel bastione più vicino arrivammo in una sorta di stanza, dopo aver attraversato qualche corridoio interno. L’ambiente si sarebbe rivelato sicuramente più accogliente e caldo. Due sedie attorno a un piccolo tavolo e una credenza erano gli unici mobili. Sopra al tavolo alcuni bicchieri e una tazza di thé calda, assieme a qualche biscotto di pessima qualità.

    Sarei rimasto in piedi proferendo allo stesso tempo: - Prego, serviti pure Kane. Ristorati. – così avrei atteso qualche minuto, in silenzio. Dopo di che mi sarei avvicinato all’uomo, con molta calma, e portandomi dietro di lui avrei appoggiato delicatamente la mano destra sulla spalla destra, probabilmente inchiodando alla sedia il giovane – Resta pure seduto. Ora toglimi una curiosità. Mi hai parlato di abilità magiche. Sei un Ninja? E dimmi quali complicazioni ti impediscono di riprendere il viaggio? – domande sincere, che avrebbero meritato una risposta altrettanto onesta.



     
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