[Quarto Accesso] East Gate Of Sound

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  1. ·Akashi·
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  2. Scrivilo Sulla Pelle

    Oto, Tatuatori All'Accoglienza.


  3. Ci volle un po' prima che qualcuno venisse a "scortarmi" verso l'ingresso, ma per la miseria se erano efficienti! Avevano mandato a ricevermi proprio la persona per la quale avevo attraversato il mare. In quel frangente non capii che la ragazza lavorava al gate: del resto come avrei potuto?


    La tatuatrice era diversa da come me l'aspettavo. Avevo pensato ad una donna nerboruta, con bicipiti più grossi dei miei ed un bel tatuaggio in bella vista con su scritto "Mamma Perdonami", ma così non fu: occhi verdi, capelli neri e labbra invitanti conferivano a quella figura un non so che di...appetitoso. Non nascondo di aver fatto qualche fantasia su di lei mentre le stringevo la mano presentandomi e lasciando cadere l'occhio sul suo davanzale. Da quando avevo il Sanbi non ero più riuscito ad approcciarmi ad alcuna ragazza. O meglio, ad alcuna ragazza viva, perché c'era sempre quella storia della Principessa che conoscevo solo io. Ed il Sanbi. Del resto come biasimarmi? Agli occhi della gente comune dovevo rappresentare un pericolo. Molti di quelli che mi riconoscevano, a Kiri, mi lanciavano occhiatacce eloquenti. Leggevo nei loro occhi ciò che non avevano il coraggio di dirmi in faccia, sapevo che quasi tutti loro pensavano che un'arma non dovesse andarsene in giro per il villaggio. Stupidi preconcetti del popolino.


    Ma ora ero ad Oto. Lontano da Kiri nessuno avrebbe potuto riconoscermi come il Jinchuuriki del Sanbi. Nessuno. E così potevo giocare a fare la persona normale, e magari provarci con quella bella ragazza. Del resto, sarà difficile nascondere il Sigillo, se deve tatuarmi.


    Consegnai le armi senza batter ciglio quando mi fu chiesto. Tsk, come se servisse a qualcosa. Cosa ne sapevano quelli del fatto che l'arma più potente di tutte era dentro di me? Cosa ne sapevano quelli che avrei potuto radere al suolo il villaggio solo dicendo all'Orbo: "tieni, ecco le chiavi, guida tu!"? Ma quel giorno non ero lì per seminare terrore. Ero lì per farmi un tatuaggio. E la tatuatrice, magari.

     
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  4. The Retribution
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    Continua Qui

     
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  5. Nevi
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    Il sole dispettoso aveva appena iniziato a filtrare tra le tende, andando coi suoi raggi a colpirla dritta sulle palpebre.
    Con un mugolo sommesso si voltò dall'altra parte, mentre lentamente iniziava ad aprire gli occhi.
    Sì era vero stava dormendo, però era un sonno leggero a causa dei pensieri e del fatto che quel giorno, forse, avrebbe cambiato parte della sua vita.
    Sbadigliò voltandosi nuovamente e distendendosi sul letto, per poi stiracchiarsi e gettare le gambe giù dal letto, seguendo con tutto il corpo così da alzarsi tutto d'un fiato.
    Inizialmente barcollò appena, finendo così per appoggiarsi all'armadio vicino al letto.
    Riottenuto l'equilibrio si staccò, guardandosi attorno con fare distratto mentre avanzava di qualche passo dentro casa.
    Una rapida occhiata alle altre stanze e intuì immediatamente che le altre erano giù uscite.
    Meglio così, non le andava di fare saluti con relative discussioni e simili.
    Si sarebbe limitata a lasciare un biglietto a casa sopra il tavolo vicino all'entrata, almeno in questo modo sarebbe potuta partire subito senza sprecare tempo alcuno.
    D'altra parte era anche vero che ci sarebbe stata sua sorella gemella, Yushino, a coprirla.
    Anzi era stata proprio la causa di tutto, colei che le aveva messo in testa quei pensieri dicendole certe cose.
    Ancora se lo ricordava.

    [...]

    Nakora sono a casa!

    Sentì la sua voce ancora prima che la porta dell'entrata sbattesse.
    Con un sorriso sincero si voltò a salutarla, abbandonando appena per un attimo il compito in cui era impegnata, ovvero, quello di tagliare le verdure e cucinare.
    Tuttavia come la vide in volto capì che c'era qualcosa che non andava, sembrava più seria del normale e lo sguardo era basso che cercava di evitare il suo, a tutti i costi.
    Rapidamente sgattaiolò nella sua camera, salutandola appena con un cenno della mano e scomparendo dalla sua vista.
    Accigliata si voltò nuovamente, riprendendo a cucinare mentre i pensieri iniziavano ad affollarle la testa.
    Che cosa poteva essere successo?
    Problemi sul lavoro? Qualcuno aveva provato a molestarla? L'avevano insultata?
    Dannazione.
    Con un gesto seccò mollo il coltello sul tagliere, levandosi il grembiule e dopo un breve sospiro per calmarsi mosse i primi passi per raggiungerla.
    Come entrò in camera sua la trovò che stava seduta sul letto, lo sguardo perso nel villaggio fuori dalla finestra.
    Okay quella era la conferma decisiva che c'era qualcosa non andava, la conosceva troppo bene e delle due lei era sempre stata quella vivace e giocherellona.
    Con tranquillità si sedette affianco a lei, passandole appena una mano sui capelli per accarezzarla mentre questa si voltava, guardandola e sorridendo appena.
    Nakora prese parola per prima, dopotutto sebbene gemelle si era sempre comportata come se fosse stata la maggiore.

    Ehi che è successo? E non provare a dirmi che va tutto bene, lo vedo che c'è qualcosa.

    L'altra solo per un attimo abbassò lo sguardo, prima di rialzarlo questa volta con fare deciso e risponderle. Avrebbe parlato.


    Sono stata stupida a pensare che non te ne accorgessi, eh? Comunque, ti sei mai soffermata su certi dettagli della nostra famiglia? Tipo... Che siamo diverse rispetto a mamma e papà? Solo per dirtene una, la ciocca che entrambe abbiamo.

    E quasi per essere sicura che la seguisse, afferrò la propria mettendola in evidenza.
    A dirla tutta non ci aveva mai pensato più di tanto a quelle cose, era felice e le cose andavano bene. Perchè mai si sarebbe dovuta dare pensieri di quel tipo?
    Anche se in effetti... Doveva ammettere che quella era una cosa che nè sua madre, nè i loro zii avevano. Per quanto riguardava nonni o simili non ne avevano, le era sempre stato detto che erano morti di malattia quando loro erano piccole.
    Stava iniziando a capire dove sua sorella volesse andare a parare.


    Queste cose mi hanno iniziato a far pensare, così le volte che andavo in ospedale per fonire assistenza ho parlato con un po' di persone, controllato qualche fascicolo e simili. Nulla di vietato comunque, tranquilla. Però fatto sta... Che nel giorno della nostra nascita, oltre i nostri genitori compare un altro nome. Un uomo di Kiri, Nakora. Che diavolo ci faceva qui quel giorno? Non è normale, inoltre nessuno ce ne ha mai parlato... Io voglio vederci a fondo in questa faccenda, ma non posso muovermi e di sicuro sarebbe più pericoloso per me che per te, quindi come ormai avrai capito te lo devo chiedere. Cerca di raggiungere Kiri e scopri quello che puoi, solo... Stai attenta, voglio vederti tornare.

    In seguito le aveva annuito sorridendole senza pensarci due volte e accarezzandole il capo, proprio come fosse stata la più piccola. Senza esitare le aveva detto che sarebbe andata dove richiesto, apparendo tranquilla e senza pensieri tuttavia gli ingranaggi del suo cervello si erano già messi in moto, facendola così arrovellare su quella questione.
    Dovevano assolutamente vederci chiaro arrivati a quel punto, altrimenti avrebbero continuato entrambe a stare in pensiero senza mai trovare pace.
    Sarebbe partita tra due giorni di mattina presto.

    [...]

    Rapidamente avvolse l'ultima benda attorno all'avambraccio destro, per poi voltarsi e guardarsi allo specchio. La veste c'era, borsellino anche, bende pure, tonici okay... Sì le sembrava di aver preso tutto.
    Si voltò prendendo dalla cucina un paio di cose e ficcandole in uno zainetto, il minimo indispensabile per il viaggio.
    Inoltre avrebbe provedduto a rifornirsi lungo il tragitto dalle piccole città, magari facendo qualche deviazione.
    Meglio metterci più tempo ma arrivare tutti interi, che non arrivare proprio.
    Preso in spalla lo zainetto nero, un po' malandato uscì fuori di casa lasciando appena prima di uscire il bigliettino sul tavolo.
    Su questo aveva semplicemente scritto che era via per questioni relativi all'accademia, Yushino avrebbe fatto il resto.
    Rapidamente si incamminò verso l'East Gate, conscia del fatto che era dove si trovava Deveraux.
    Quella non era stata una scelta casuale, ormai stava imparando a fidarsi di lui ed era sicura che poteva dirgli il motivo di quello spostamento, anche perchè conoscendolo gliel'avrebbe chiesto, e lei non era intenzionata a mentire.
    Le strade erano per la maggior parte deserte, visto che il sole era sorto da poco.
    Il vento era assente ma c'era un pizzico di freddo, quel tanto che basta a renderlo pungente mentre i raggi del sole emettevano un piacevole calore a contatto con la pelle.
    In un certo senso era il tempo ideale per partire, non vi erano nuvole in cielo e questo era azzurro come non mai.
    Rassenerata da tutto questo aumentò il passo, conscia che quel Gate non era poi così vicino a casa sua doveva muoversi onde evitare ritardi.
    Dopo circa cinque-dieci minuti di camminata a passo spedito, ecco che apparve innanzi ai suoi occhi il muraglione col cancello.
    Le guardie erano sempre tutte li, pronte a reagire alla benchè minima minaccia.
    Rallentò dirigendosi verso una di esse tranquillamente, e una volta raggiunta prese parola con tono pacato, senza mettere fretta.

    Dov'è Deveraux, il Guardiano? Devo uscire dal villaggio.

    Il dado era tratto.
    Così tutto aveva inizio e lei, non poteva più tirarsi indietro.
     
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  6. Roronoa™
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    Una visita al Gate

    East Gate di Oto




    Dopo anni di anarchia e un mese circa per rimettere in moto l'intera organizzazione (turni di guardia, orario delle pulizie, messaggeri etc etc) , l'East Gate di Oto era risorto.
    Decine di occhi scandagliavano l'orizzonte.
    Ogni quarantotto ore, alcuni team si dirigevano all'interno del bosco che separava il villaggio del Suono dalle terre sotto l'influenza del Paese del Fulmine.

    Osservando con maggiore attenzione le possenti mura restaurate, quella mattina Nakora avrebbe contato un numero di ninja ben più elevato rispetto al giorno in cui si era recata lì per conoscere l'uomo che l'aveva contattata per il corso.
    Non doveva meravigliarsi di ciò.

    Il ragazzo che Nakora fermò per chiedere di Deveraux era uno dei tanti Genin otesi che il Chunin aveva assoldato per l'emergenza "sicurezza".
    Senza farsi nessun problema, picchiando se necessario i probabili genitori imbestialiti, il Guardiano aveva messo "sotto contratto" ogni stupido ragazzino Genin del villaggio.
    Dovevano far pratica e servire fin da subito Oto.

    Deveraux è nel suo ufficio. Disse quasi scocciato, sbirciando per ben due volte il davanzale della ragazza.
    A giudicare dall'espressione triste e avvilita con cui se ne andò, la guardia non ne era rimasta colpita.

    [...]



    Bussato alla sua porta, Deveraux avrebbe risposto immediatamente.
    Avanti
    Con una tazza di caffè bollente al suo fianco, il Guardiano era intento a studiare alcune carte geografiche riguardanti Kumo, il villaggio da cui i suoi antenati provenivano. Aveva sempre desiderato visitare quei luoghi, dove l'arte del Fulmine raggiungeva il suo apice.
    I Raiton conosciuti dai quattro villaggi accademici erano stati ideati e sviluppati lì, dai suoi antenati.
    Alzò lo sguardo per vedere chi fosse.

    Stranamente, il Chunin non sorrise.
    La Festa della Fondazione, l'attacco ad Oto... erano stati giorni pessimi per lo Yotsuki.
    Aveva tanta rabbia dentro di sè.

    E' successo qualcosa? Domandò, spostando delicatamente alla sua destra le vecchie mappe del Fulmine, a cui mai avrebbe fatto affidamento al cento per cento.
     
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  7. Nevi
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    La reazione al tentativo del ragazzetto di sbirciare, non fu granché.
    Semplicemente si limitò a guardarlo con fare annoiata, oltre che disgustata.
    A volte si chiedeva com'era possibile che certi depravati divenisse ninja, di sicuro non facevano parte degli incorruttibili.
    Senza nemmeno salutare o ringraziare, non fece altro che passare oltre ignorandolo.
    Mentre saliva sui muraglioni ebbe modo di notare come le cose erano un pò cambiate, quantomeno rispetto all'ultima volta che era stata li.
    Ora vi erano decisamente molte più guardie, per quanto giovani.
    Inoltre anche le mura stesse, avevano un aspetto migliore rispetto a prima.
    Sorrise pensando a quanto si doveva star impegnando Deveraux, indubbiamente aveva a cuore la protezione del villaggio.
    Salì gli ultimi scalini che la portarono davanti alla portatono quasi dal suo insegnante, se lo ricordava chiaramente dove si trovava l'ufficio del Guardiano.
    Aperta la prima porta entrò in quella specie di corridoio con la pavimentazione di legno, per poi giungere innanzi alla porta del suo studio.
    Come sentì la voce dall'altra parte che le intimo' di entrare, subito dopo aver bussato, spinse la porta per farsi avanti.
    Bene o male lo studio aveva sempre lo stesso aspetto, tuttavia rispetto alla scorsa volta le sembrò diverso Deveraux.
    Sembrava stesse guardando alcuni fogli ai quali buttò appena un occhio, mentre si avvicinava tranquilla.
    In un'altra situazione avrebbe approfondito più di quanto voleva, cos'era che affligeva il Guardiano. Tuttavia più di tanto non si sarebbe potuta trattenere, non quel giorno.
    Le sembrava stanco oltre che pensieroso.
    Prese parola, portando entrambe le braccia strette al petto mentre iniziava a spiegare, il tono pacato come sempre.

    << Ho bisogno di uscire dal Villaggio, Deveraux. >>

    Voleva limitarsi solamente a dire queste parole, tuttavia era conscia del fatto che avrebbe chiesto altro il Guardiano. Richieste come la sua dovevano essere sempre accompagnate da buone ragioni, nessuno chiedeva di uscire per farsi due passi.
    Da che lo stava guardando dritto negli occhi, presto non riuscì più a reggere il confronto, trovandosi costretta a rivolgerlo altrove mentre sospirava, per poi riprendere a parlare.

    << Devo raggiungere Kiri, li c'è una persona che devo trovare. C'è una possibilità... Che io non sia nata realmente ad Oto. >>

    In poche parole e senza esitare aveva vuotato il sacco, dopotutto lei si fidava di Deveraux ed era certa che la cosa sarebbe rimasta tra loro due.
    Inoltre anche se fosse stato vero quanto aveva appena detto, non era necessariamente un problema essendo cresciuta ad Oto.
    Però era una questione di principio, e lei voleva risolverla.
    Inoltre si poteva tranquillamente vedere come fosse tesa in quel momento, non era da lei ma era comprensibile considerando la delicatezza della questione.
     
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  8. Roronoa™
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    Brutte notizie

    East Gate di Oto pt. I





    Con le braccia strette al petto, Nakora prese parola.
    Desiderava uscire dal villaggio.
    Sei venuta a trovarmi allora. Sorrise. Erano giorni che non lo faceva.

    C'erano altri motivi che avevano spinto la ragazza a recarsi nel suo ufficio, capirlo fu un gioco da ragazzi per il Guardiano.
    Qualcosa la stava angosciando.

    Aveva bisogno del suo aiuto.

    Appoggiò la tazza alla sua destra, facendosi avanti con la sedia.
    Un semplice gesto che aveva molti significati.
    Aveva tutta la sua attenzione, per la studentessa che aveva addestrato qualche settimana prima Deveraux sarebbe rimasto seduto in ascolto per ore.

    Oltre ad essere la sua allieva, a cui voleva bene, Nakora era la candidata numero uno per ospitare al suo interno il Neko no Nekomata.

    CITAZIONE
    << Devo raggiungere Kiri, li c'è una persona che devo trovare. C'è una possibilità... Che io non sia nata realmente ad Oto. >>

    Rimase per lunghi e interminabili secondi in profondo silenzio, con le palpebre spalancate e la bocca aperta, in un espressione sconvolta e confusa.
    Scosse la testa.
    Non aveva udito bene.

    Si fece avanti con il capo.

    Scusa Nakora,non dormo da giorni. Sono un po' frastornato. Puoi ripetere?

    Quando capì che le parole udite corrispondevano a quelle pronunciate dalla studentessa, Deveraux si buttò all' indietro, come un bambino a cui non viene concesso di alzarsi dalla tavola.
    Urtò il fianco sinistro con lo schienale della sedia in pelle, identica a quellla che Febh sfoggiava nel suo ufficio.
    Durante quel movimento rapido, Nakora avrebbe potuto intravedere delle profonde cicatrici sui lati del suo collo.

    Con entrambe le mani sul volto iniziò a singhiozzare, disperato.

    Anche tu ti ci metti. Mormorò tre volte, con voce distrutta.

    Si tolse le mani dal volto, continuando a respirare profondamente.
    I suoi occhi erano diventati rossi. Il povero Deveraux doveva recuperare numerose ore di sonno.

    Chi è costui? Voglio nome e cognome dell'uomo che dovrai incontrare. Ordinò qualche secondo dopo, prendendo una penna rossa tra le dita della mano destra.
    Precauzione, nulla di più.
    Una volta appuntate su di un foglio bianco le generalità del contatto kiriano, ( sempre se Nakora fosse a conoscenza del nome e cognome dell'uomo) Deveraux continuò:
    Ti spiego Nakora. Se appartieni ad un clan le cose si complicano, con molta probabilità ti costringeranno a rimanere a Kiri.
    Ricordati che sei la futura Jinchuuriki del Nekomata, una kunoichi che riceverà la Forza Portante di Oto.
    E se un giorno Kiri ti vorrà indietro?
    Sospirò.

    Darò l'ordine di aprire il Gate, un viaggio ti migliorerà. Prima di andartene rispondi alle mie domande.
    Se scoprirai di essere kiriana, vorrai rimanere là?
    Avrebbe fatto di tutto per non ricevere una risposta affermativa.

    ma sopratutto ne hai parlato con Febh? L'amministratore doveva essere avvisato.















     
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  9. Nevi
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    Inutile dire che apprezzò infinitamente la disponibilità di Deveraux.
    Dopotutto era anche vero che aveva deciso di andare da lui proprio perchè sapeva che di sicuro non l'avrebbe mandata via, poichè preda di altri impegni più urgenti o simili.
    Tuttavia la sua reazione fu impagabile e riuscì a migliorarle decisamente il morale.
    Quando si buttò indietro mormorando quella frase, si lasciò andare ad una risata divertita ben udibile.
    Fu allora che mentre scorreva con lo sguardo su di lui, notò quel dettaglio sul suo collo. Non si fermò comunque dal ridere per non darlo nell'occhio, però rimase parecchio stranita.
    Possibile che se le fosse fatte in missione? Hm... Non sapeva dirlo sinceramente, magari avrebbe potuto chiedere a riguardo un'altra volta.
    Comunque sia come l'altro le chiese il nome e il cognome, tornò seria.
    Annuì appena avvicinandosi ulteriormente alla scrivania e scandì bene le parole, così da essere sicura che non ci potessero essere errori di vario tipo.

    Ankato Nebusuki. L'unica cosa che so per certo, è che si trova nei pressi del cimitero di Kiri.

    Il che non era esattamente di incoraggiamento, però lei non ci dava granchè peso.
    Non credeva motlo alle cose come la sfortuna e via discorrendo, era sempre stata del parere che erano loro a crearsi con le loro stesse mani, e le loro azioni la così detta "fortuna" così come la "sfortuna".
    Certo credeva nel destino, però era un destino strano, particolare. Non ti obbligava a seguire una sola strada, bensì ve n'erano una moltitudine, ognuna delle quali ti avrebbe portato a realizzare qualcosa.
    Comunque sia, dopo aver segnato il nome e il cognome Deveraux riprese parola, spiegandole come mai quella faccenda poteva risultare molto più complicata e grave del previsto, due cose che lei non aveva minimamente considerato in quanto non credeva fosse realmente un problema.
    Evidentemente non era così, affatto.
    Quando le disse che se faceva parte di un clan, probabilmente l'avrebbero costretta a rimanere finì per rabbuiarsi nuovamente, visibilmente pensierosa.
    In quel momento l'ultima frase di sua sorella le risuonò nella mente.
    Attese che il Guardiano terminasse il suo discorso, porgendole così tutte le domande che riteneva fossero necessarie e alle quali avrebbe voluto una risposta. Questo glielo disse chiaramente.
    Il Nibi, già... Anche quello era vero. L'aveva detto in faccia a Febh poco tempo fa, e ora già aveva intenzione di rimangiarsi quelle parole?
    Prese un bel respiro calmando la sua mente, e rispose cercando di rimanere lucida il più possibile.
    Non poteva farsi prendere dalle emozioni in una situazione del genere, ed era ben visibile quanto le risultasse difficile al momento.
    L'unica cosa che non voleva, era parlarne all'Amministratore.

    No Deveraux. Non ho intenzione di rimanere li o anche fosse, nel caso, farmi trattenere più del dovuto. Attualmente mi riesce difficile dirlo, però comunque sia da quando ho memoria sono sempre vissuta e cresciuta qui, tra queste mura. Un nome non potrà cambiare qual è la mia vera casa.

    Ammise sincera sebbene con una certa difficoltà.
    Forse quella parola, "memoria" avrebbe potuto far scattare qualche campanello nella testa del Guardiano ma lei non ci pensò minimamente, vista la situazione era del tutto improbabile che prestasse attenzione ai più piccoli dettagli o simili. Non era concentrata, affatto.
    Dopo una breve pausa comunque riprese parola, così da chiarire anche per quanto riguardava la questione di Febh.
    Probabilmente questa sarebbe stata un po' più spinosa... O forse no, vallo a sapere.
    Però almeno su questo, lei aveva le idee chiare.
    Scosse leggermente il capo, per poi rispondere.

    No sei l'unico che sa di questo al momento, oltre mia sorella gemella. Diciamo che non mi è sembrata una buona idea parlarne con lui, ho pensato che fosse una questione da poco tutto sommato e che non c'era bisogno di portarla alla sua attenzione.



    Edited by Nevi - 16/9/2015, 15:28
     
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    Shopping a Konoha

    Alle mura di Oto


    Parlato Kiyomi
    Parlato Hakano

    Poche nuvole occupavano il cielo di quella limpida mattina appena cominciata e l’unica erede dei Saitõ era già in piedi e pronta per partire alla volta del villaggio della foglia. Era da un po’ che aveva voglia di rinnovare il suo guardaroba ed essendo stanca dei soliti vestiti che si potevano trovare nel suo villaggio, decise di fare un breve viaggio fino a konoha per potersi divertire ad acquistare dei capi d’abbigliamento locali. Per l’occasione indossò un semplice yukata azzurro con dei ricami floreali bianchi e blu e con un obi bianco, ma allo stesso tempo abbastanza raffinato, e un paio di geta dalla graziosa forma ovale piuttosto alti, adornando il suo volto solo con un leggero tocco di rossetto rosso, non volendo aggiungere nient’altro al suo naturale splendore. Il sole appena sorto illuminava il suo volto, mentre andava incontro alla sua domestica, Hanako, che era già uscita ad aspettarla.
    Quella ragazza appena diciottenne, dai capelli bruni e gli occhi color del mare, aveva avuto la “fortuna” di essere assunta come domestica personale e dama di compagnia di Kiyomi, ma nonostante venisse continuamente maltrattata e considerata una persona di categoria inferiore, aveva sempre svolto il suo lavoro in maniera esemplare e senza mai dare un accenno di rancore nei confronti della sua padrona. Aveva già preparato tutto il necessario per il viaggio, tra cui la borsa con gli effetti personali di Kiyomi e l’ombrellino parasole di quest’ultima, attendendo solo che arrivasse il momento di partire per poter, una volta tanto, uscire dal villaggio. Una volta che le fu vicino, la ragazza dai capelli corvini, non ci pensò 2 volte a rivolgersi alla sua serva con un tono freddo e autoritario come era suo solito e ad umiliarla come se le desse fastidio anche solo il fatto di sentirla respirare. Che fai lì impalata? Passami lo specchio. Si, signorina. Dopo che ebbe strappato dalle mani di Hanako il suo prezioso specchietto d’argento, passò immediatamente a guardarsi i capelli attraverso di esso da ogni angolazione possibile, con la preoccupazione che la sua perfetta acconciatura potesse essere stata compromessa dall’umidità del primo mattino, nonostante avesse appena finito di sistemarseli. Ti sembrano in ordine? Superbamente, come sempre. Bene. Speriamo che non si alzi troppa polvere durante il viaggio.

    [...]


    Solo quando fu sicura che i suoi capelli fossero perfettamente in ordine fino all’ultimo, riprese il suo cammino verso il grande cancello del villaggio, riparata dal sole grazie all’ombrellino che la sua serva aveva aperto sulle loro teste, dopo che quest’ultima ripose lo specchietto nella borsa. Passarono pochi minuti a camminare per le strade di Oto, quando finalmente, in lontananza, videro il cancello da cui avrebbero dovuto passare per uscire dalle mura, avvicinandovisi lentamente e con la calma che solo un’aristocratica che non aveva niente da fare tutto il giorno poteva permettersi. Kiyomi già pregustava il momento in cui avrebbe potuto passeggiare serenamente per konoha in cerca degli abiti più esclusivi, ma prima avrebbe dovuto sottoporsi al controllo per poter uscire dal villaggio e raggiungere finalmente la carrozza che l’aspettava fuori dalle mura. Una volta giunte al cospetto dell’enorme cancello, Hanako si apprestò a richiamare l’attenzione del guardiano Deveraux, una volta che questi ebbe terminato di parlare con un’altra ragazza che era lì, con i suoi consueti modi garbati, così da sperare di ottenere al più presto il suo permesso per uscire e non fare attendere oltre la sua padrona. Ehm, buongiorno Deveraux-sama. La signorina Kiyomi-sama ed io dovremmo allontanarci dal villaggio per un breve viaggio a Konohagakure. Crede sia possibile concederci il permesso?
     
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  11. Roronoa™
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    Nebusuki

    East Gate di Oto pt. II & pt. 0





    Ankato Nebusuki. Pensò, mentre scriveva quel nome.
    Non esisteva nessun clan Nebusuki a Kiri, o almeno così ricordava.

    CITAZIONE
    No Deveraux. Non ho intenzione di rimanere li o anche fosse, nel caso, farmi trattenere più del dovuto. Attualmente mi riesce difficile dirlo, però comunque sia da quando ho memoria sono sempre vissuta e cresciuta qui, tra queste mura. Un nome non potrà cambiare qual è la mia vera casa.

    Volevo sentirti dire questo. Ammise il Guardiano.
    Da un cassetto posto in basso, egli estrasse un libro.
    All'interno di quelle centinaia di pagine ingiallite dal tempo, l'autore, uno storico di fama mondiale nato e vissuto nelle lontane terre di Iwa, aveva descritto e catalogato ogni clan conosciuto dei quattro villaggi accademici, e non solo.
    Dopo aver fatto un ultimo e lungo sorso dalla tazza, prese a sfogliarlo rapidamente, leccandosi l'indice di tanto in tanto.

    Era fiducioso di non trovare nessun clan di nome Nebusuki.

    Alla sua seconda domanda, Nakora scosse il capo.

    Mmmmh... emise un lungo suono.
    Era dubbioso sul da farsi.
    Insicuro, egli riprese a sfogliare il proprio libro. Non balzò all'occhio nessun clan Nebusuki.

    Facciamo così. Iniziò.
    Parleremo di questo a Febh quando tornerai. Sicuramente a quel punto la tua situazione sarà più chiara. In questo libro non ho trovato nessun clan Nebusuki.
    Appoggiò la schiena sul morbido schienale imbotttito.
    E' chiaro che non dovrai dire che sei la candidata numero uno per ricevere il Nibi. Mise la penna da parte.

    Se questo è tutto, puoi andare e buon viaggio. Ti accompagno fuori, così mi prendo una boccata d'aria. Si alzò.

    Una volta fuori dal suo ufficio, in vena di ricordi Deveraux prese parola:

    png
    Avevo qualche anno meno di te quando mi recai per la prima volta a Kiri.




    Scese le scale, l'attenzione del Guardiano venne catturata da un altra ragazza, magra quanto Nakora, ma a differenza di quest'ultima, la nuova arrivata era simile a una bambola di porcellana.
    Bianca come il latte, la sua pelle non aveva imperfezioni.

    Certamente signorine. Si rivolse alle due nobil donne.

    Non fu necessario nessun grido, pronunciate quelle due parole l'enorme Gate appena restaurato si sarebbe aperto da solo, permettendo alle due signorine e mezzo (Nakora) di lasciare il villaggio.

















     
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  12. Nevi
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    9hCk363
    Ripetè quel nome tra sè e sè Deveraux, come Nakora glielo riferì.
    Subito dopo tirò fuori da un cassetto un vecchio libro, il tempo l'aveva decisamente consumato
    Comunque sia iniziò a sfogliarlo abbastanza velocemente, probabilmente cercando un'affinità col cognome che aveva sentito.
    Per alcuni minuti parve come non dersi pace, cercando e ricercando probabilmente per essere sicuro di qualcosa.
    Nel mentre decise di affrontare anche la questione di Febh, inizialmente lasciandosi andare ad un mugugno abbastanza lungo che lasciava intendere quanto fosse pensieroso al momento.
    Dopo qualche istante prese parola una volta per tutte, dando voce ai suoi pensieri.
    Inutile dire che come sentì le prime parole del suo discorso, si dovette trattenere dal saltare di gioia come una bambina piccola e di buttarsi oltre la scrivania per abbracciarlo.
    Non fu facile, visto che l'impulso c'era ed era anche molto forte.
    Molto.
    Concordava con lui comunque per quanto riguardava la sua situazione, di sicuro una volta che avesse chiarito quanto c'era da chiarire a Kiri, avrebbe avuto modo di avere le idee più chiare, oltre che sapere anche più cose da poter riferire a Deveraux e Febh.
    In ogni caso le era chiaro che avrebbero dovuto riferire all'Amministratore prima o poi, si trattava solo di questione di tempo.
    All'avvertimento sul Nibi, si fece improvvisamente più seria annuendo convinta. Sapeva bene che quell'informazione doveva restare tra lei, Deveraux e Febh senza passare ad altri.
    Se qualcuno, soprattutto di un altro villaggio avesse saputo una cosa del genere non era poi tanto improbabile che provasse a fermare il tutto in qualche modo.
    Un nuovo volontario per una forza portante era sempre un rischio per gli altri villaggi, comunque la si volesse vedere la cosa era pur sempre un vantaggio in un eventuale conflitto da non poco.
    Infine disse che l'avrebbe accompagnata fuori così da prendere un po' d'aria, qui e quando le rivelò mentre scendevano il fatto che anche lui era andato a Kiri poco prima di avere la sua età, non riuscì a trattenersi dal sorridere in maniera del tutto spontanea, contenta.

    Vedi? Si vede che era destino che fossi tu il mio sensei.

    Ammise divertita, lasciandosi per un attimo alle spalle pensieri più oscuri e tornando così bambina.
    Di sicuro qualche sorriso in più e dei ricordi felici, avrebbero aiutato entrambi a stare più tranquilli.
    Mentre scendevano all'improvviso incontrarono altre due ragazze, le quali anche loro dovevano uscire fuori dal villaggio.
    Di sicuro non erano ninja a giudicare dal fisico pressochè immacolato, comunque sia passò oltre non conoscendole e una volta aperto il gate, si voltò giusto un'ultima volta verso Deveraux.

    Allora vado, spero di avere più informazioni quando tornerò. Ah... Deveraux, grazie di tutto.

    L'ultima parte parve come dirla quasi fosse in difficoltà, probabilmente per lei risultava difficile dire grazie quando si trattava di essere sinceri, probabilmente avesse dovuto dirlo tanto per formalità, non si sarebbe fatta problemi. In quel caso però era diverso, il Guardiano l'aveva veramente aiutata tenendo quella questione tra loro due.
    Infine si voltò, pronta a partire verso Kiri.

     
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    Alle mura di Oto - 2


    Parlato Kiyomi
    Parlato Hanako

    Le buone maniere impeccabili della servetta a quanto pare erano servite a qualcosa e per la gioia di Kiyomi, Deveraux non perse tempo con inutili domande o ispezioni, acconsentendo senza battere ciglio alla loro richiesta e facendo spalancare immediatamente il cancello alle sue spalle, cosicché le due ragazze potessero procedere. Grazie infinite. Buona giornata, Deveraux-sama. Dopo aver ringraziato quest’ultimo, Hanako fece un cortese inchino di saluto, mentre Kiyomi si limitò ad un breve sorriso e ad un cenno col capo, riprendendo poi il loro cammino e varcando la soglia dell’enorme portone. Anche la ragazza che aveva appena finito di parlare era diretto all’esterno, ma al contrario di loro, prese una strada completamente diversa dalla strada per konoha.
    La piccola carrozza che avevano noleggiato era già fuori ad aspettare, condotta da un magnifico cavallo nero, ed il cocchiere, non appena le vide uscire, aprì lo sportellino per lasciarle salire e dopo averlo richiuso dietro di loro, salì a bordo per sistemarsi al suo posto. Finalmente. Speriamo di non metterci troppo. Il cocchiere non perse tempo a far schioccare le redini, sapendo che tipo di cliente gli era capitato, e il cavallo cominciò il suo trotto verso la meta designata.
     
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    Era trascorso qualche tempo dagli eventi ad Ame e dalla violenza inaudita di ciò che era seguito. In quel momento l'Avatar stava solcando i cieli del Paese delle Risaie sul bordo di Shosei. Il grosso Kirin volava alto nel cielo, ben oltre il livello delle nubi, ed era protetto sia naturalmente sia tramite un piccolo artifizio dall'individuazione ad opera di chicchessia [Polvere di NuvolaPolvere Mimetica del Kirin [Meccanismo]
    Tramite una speciale polvere raccolta volando tra le nubi, l'utilizzatore potrà mimetizzarsi con l’ambiente circostante. L'utilizzatore può considerarsi sotto un occultamento parziale finché non compie azioni offensive. Se colpito il Kirin la Polvere Mimetica viene dispersa: dovrà volare nuovamente tra le nubi per raccoglierla per almeno un round.
    [Tipo: Speciale - Supporto]
    [Dimensione: -]
    (Potenza: - | Durezza: - )
    [Da Genin in su]
    ][Chakra NulloChakra Nullo
    Villaggio: Specializzazione Sensitivo
    Posizioni Magiche: Tocco (0)
    L'utilizzatore può azzerare il proprio flusso di chakra, rendendosi completamente occultato nei confronti delle abilità di percezione dei Sensitivi e qualsiasi forma d'individuazione del chakra. Non sarà possibile utilizzare il chakra mentre mantenuta attiva la tecnica.

    Tipo: Fuuinjutsu - Ninpou
    [Livello: 4 / Consumo: Basso]
    [Da Chunin in su]
    ]
    .

    vqKydeI

    Era in viaggio per più di un motivo. In particolare, una cosa lo disturbava: il figlio di Oto che aveva risparmiato nel Ferro era scomparso del tutto. Jeral aveva fatto una promessa a quel mortale ingordo, che aveva accettato di servirlo in cambio della vita ed un potere più grande. E l'Immortale aveva una parola sola. Non era stato difficile trovarlo, una volta deciso di dedicare la sua attenzione a quell'ulteriore capriccio. Alcune voci gli erano giunte su una nuova nomina ai famigerati Cancelli del Suono. In particolare, pareva che un shinobi bianco come la neve e con un sigillo sul volto sorvegliasse ora l'East Gate, il Cancello che proteggeva il villaggio dal Paese dell Calde Primavere, la Terra del Ghiaccio e, più ad est ancora, il Paese del Fulmine e la Nebbia stessa. Gli ultimi due, in particolare, erano nemici o finti alleati da cui guardarsi sempre, senza fallo. Se il Flagello aveva visto giusto, al piccolo Yotsuki era stato affidato un ruolo importante.

    Di sicuro, il luogo in cui questi risiedeva era ben protetto. L'Avatar si aspettava di incontrare una forte resistenza ad eventuali tentativi di avanzata, suoi o shinobi del Fulmine o della Nebbia. Quel pensiero, però, non faceva che renderlo ancora più voglioso di raggiungere lo Yotsuki e mantenere la promessa. Nel corso di quel viaggio di circa quarantotto ore, l'Immortale si preparò a dovere per fronteggiare qualsiasi evenienza, attingendo anche ai suoi poteri più oscuri [Fuuinjutsu InarrestabiliFuuinjutsu Inarrestabili [2]

    Arte: L'utilizzatore può imporre in simboli le proprie tecniche ninjutsu e genjutsu e decidendo il metodo d'attivazione. Tali scelte non devono essere scorrette, sleali o antisportive. L’attivazione della fuuinjutsu deve avvenire entro 1 settimana, altrimenti si scioglierà senza effetti. Richiede 1 slot tecnica avanzato.
    (Consumo: pari al costo d'attivazione)
    ]
    .

    Giunse in prossimità della sua meta al tramonto del secondo giorno, dopo aver ormai ripreso in pieno le forze dalla estenuante strategia che aveva preparato durante la traversata. L'East Gate del Suono era davanti lui, a qualche chilometro di distanza in linea d'aria. « Attendi il mio comando. », disse all'enorme Kirin invisibile, stabilendo con esso un contatto tramite il chakra [Arte della ComunicazioneArte della Comunicazione [1]

    Arte: L'utilizzatore può trasmettere la voce attraverso il chakra. Viene stabilita un contatto tra due ninja in contatto visivo attraverso un filo
    fatto interamente di chakra che parte dalla bocca di entrambi gli shinobi e gli permette di comunicare entro un chilometro. A causa della sua inconsistenza è impossibile tagliarlo senza il chakra, inoltre risulta invisibile. Possono parlare sia l'utilizzatore sia il destinatario. Per trasmettere la voce è necessario emettere suoni.
    (Mantenimento: ¼ Basso per ogni 250 metri)
    ]
    . Saltò dal dorso di Shosei senza alcuna remora, lasciando che l'attrito con l'aria lo rallentasse e che la gravità lo avvicinasse a terra. L'evocazione continuò la sua corsa in aria, dirigendosi dove l'Immortale aveva stabilito molto prima.

    Cadde per centinaia di metri, godendo della sensazione di libertà assoluta che i cieli regalavano. Poi, con tutta calma, la sua mano premette su un punto preciso del braccio sinistro e l'Immortale all'improvviso svanì. Ricomparve una frazione di secondo dopo su uno degli alberi che caratterizzavano il terreno collinare su cui il Suono, un villaggio di traditori e reietti assetati di potere, era costruito. Si mosse subito ed iniziò ad avanzare verso il Cancello, proseguendo di ramo in ramo senza mai toccare terra. Solo quando la vegetazione iniziò a farsi più rada l'Immortale saltò finalmente sulla strada commerciale che portava all'East Gate.

    Camminò verso il villaggio con tranquillità, senza voler dare l'impressione di essere una minaccia. In quel momento, tranne che agli occhi di eventuali sensitivi, il Flagello appariva come un semplice viandante con un lungo abito nero da viaggio, stivali di cuoio dello stesso colore ed un cappuccio unito alla veste che ne proteggeva il volto dagli agenti atmosferici. E poi eccole, dopo una lieve curva nella macchia di verde tra le colline circostanti al villaggio, le porte dell'East Gate: erano alte quasi dieci metri, di un solito materiale metallico con alcuni ornamenti a motivo demoniaco. Tutto attorno, mura dello stesso colore della cenere bagnata proteggevano il Villaggio - o almeno tentavano.

    Continuò a camminare, diminuendo la distanza con il Gate sempre più. Era stato lo Yotsuki stesso, nel Paese del Ferro, a metterlo in guardia dello status di ricercato per "mezza Accademia". Contando naturalmente Suna per gli eventi dell'Anauroch, forse era Oto l'altra metà cui si riferiva lo shinobi albino. L'ipotesi aveva senso - dopotutto, era più probabile che un Otese sapesse delle politiche interne del Suono, piuttosto che di altri villaggi -, ma in ogni caso poco importava. Nell'Erba e nel Ferro, il Flagello era già conosciuto. Nei giusti ambienti, anche a Taki il suo nome aveva iniziato ad essere temuto, dopo la cocente umiliazione che aveva inflitto all'Uomo di Ferro (tra l'altro un jonin traditore del Suono stesso). Forse, una volta rivelato il suo volto, l'Avatar sarebbe stato riconosciuto, o forse no. Ormai distava una decina di metri dalle porte massicce, chiuse come si confaceva ad un villaggio militare.

    IbZvFq7

    « Cerco Deveraux Yotsuki. »

    Lo shinobi albino avrebbe trovato dentro di sé la forza per incontrare ancora una volta il Flagello Immortale?

    OFF GAME
    Jeral, Flagello Immortale
    Nukenin A Nera

    Energia Vitale: 30/30
    Vitalità: 18/18
    Danni: /


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    Chakra Rimanente: 1240/1250
    Spese di Chakra:

    -1x Basso(10)[Arte della Comunicazione]
    _________________________________________

    Riserva Sigilli

    -1x Teletrasporto
    _________________________________________

    Angolo Commenti

    La giocata è immediatamente successiva alla Festa della Fondazione.

    Per quanto riguarda l'utilizzo di Fuuinjutsu Inarrestabili, darò accesso al Giudice GdR ad una discussione del mio forum personale dove è presente un post, precedente a questo, in cui sono presenti tutti i dati necessari. Ad ogni modo, segnerò nella voce "Riserva Sigilli" gli utilizzi effettuati.

     
    .
  15. Roronoa™
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    Non si può cancellare il Passato.

    East Gate di Oto






    A quella semplice richiesta, l'imponente Gate rispose con un sottile rumore di corde messe in tensione.



    Ogni uomo sotto al comando dello Yotsuki aveva ricevuto e superato un addestramento speciale, ideato e messo in pratica dal Guardiano stesso.
    Oltre al rimanere immobili e concentrati per ore e ore, sotto ogni condizione metereologica, i suoi uomini erano in grado di memorizzare centinaia di nomi, di cambiare complesse strategie difensive in pochissimi istanti e ,in caso di attacco, avvertire l'intero villaggio in pochi secondi.
    Nella lunga lista di pericolosi ninja che Deveraux aveva stilato con cura, Jeral spiccava su tutti per pericolosità e capacità distruttiva.
    Tra le note e segni particolari, il Chunin aveva appuntato molti dettagli, persino il suo vestiario preferito e i suoi occhi violacei.

    Per questo motivo, gli uomini dell'East Gate di Oto riconobbero subito il famoso Flagello.
    Sbucato dalla boscaglia che separava Oto dai primi villaggi del Paese di Kumo, Jeral era entrato nel mirino di ben cento uomini.

    Attendevano un semplice segnale, dal Guardiano in persona, appollagliato in profondo silenzio in cima alla torre di osservazione, dove egli aveva il suo ampio ufficio.

    Era solo questione di tempo. Pensò, mentre i suoi occhi scandagliavano l'orizzonte alla ricerca di eventuali compagni del Nukenin. [Percezione del Chakra]
    Percezione del Chakra [0]
    Speciale: L'utilizzatore può vedere il colore del chakra di una persona osservata. L'utilizzatore può scoprire alcuni aspetti del chakra: impronte possedute; alterazioni da tonici, droghe, tecniche speciali, possessioni e simili; quantità approssimata della riserva.


    Il silenzio assordante sceso sull'East Gate di Oto venne infranto da Deveraux stesso.

    Quando ci incontrammo tempo fa, eri nemico di Mezza Accademia Ghignò, avvolto in un lungo e leggero abito bianco.
    Sulla placca metallica del suo coprifronte era visibile il simbolo del suo amato villaggio.

    Ora ti presenti alle porte di Oto da nemico numero uno dell'intera Accademia. Compresa Oto. Pensò.
    Perchè si era presentato nel suo Gate?
    Non credeva alle coincidenze. Che avesse saputo della sua soffiata al Mizukage?
    Era inutile tormentarsi con quelle domande, ciò che doveva fare era rimanere calmo e... tentare di gestire con cura quella follia omicidia che aveva assaggiato nel Paese del Ferro.
    In caso di errore, Jeral avrebbe impiegato solo qualche secondo per schiacciare il piccolo Guardiano, altri dieci per radere al suolo l'East Gate di Oto.
    La vita di tutti i suoi uomini era nelle sue mani.

    E sulla tua testa pende una succosa taglia, troppo bassa per spingere anche solo dei pazzi a darti la caccia. Con un lieve cenno della mano, Deveraux invitò i suoi uomini ad abbassare leggermente le armi.
    Attaccare il Flagello sarebbe stata una mossa suicida.

    E senza motivo non posso dare l'allarme, ne approfitterebbe per distruggere le mura.
    Ringoku e Kongako dovrebbero essere pronti.


    Precisi come orologi svizzeri, i due uomini conclusero in quel preciso istante i preparativi per dare l'allarme generale.
    La situazione era molto delicata, ma una cosa era certa: non avrebbe mai permesso a quell'individuo di mettere piede nel suo villaggio.

    Il nostro patto è concluso, ti ho aiutato a trovare ciò che cercavi.
    Si mise in piedi.

    quindi, perchè sei qui Flagello?

    jpg



    Nel caso in cui Jeral avesse attaccato, anche solo una volta, il Guardiano, soldati o mura, o avesse deciso di eseguire un semplice jutsu di qualsiasi tipo, i soldati dall'interno delle mura avrebbero lanciato l'allarme di attacco.
    Una potente sirena avrebbe risuonato su tutto il villaggio, su ogni singolo quartiere, dal Quartiere dei Piaceri fino all'Ufficio Amministrativo.
    Due razzi di segnalazione, di colore rosso, avrebbero tracciato nel cielo due scie rosse, indicando a tutti i ninja presenti nel villaggio la zona attaccata. [Allarme]Allarme
    Arte: L'utilizzatore, quando è sulle mura, può segnalare ai ninja del villaggio la presenza di una minaccia. Se utilizzato Allarme, arriveranno il turno successivo un gruppo di sentinelle, come se l'utilizzatore avesse 1 competenza Gregari [Alleati], mentre dopo 4 round arriverà 1 PG alleato. Ogni volta arrivati i PG alleati è possibile riutilizzare l'abilità; ogni riutilizzo successivo raddoppia (x2) il numero di PG alleati richiamati, ma non richiama altri Gregari. L'attivazione di Allarme è sempre percepita dall'invasore.
    (Consumo: Mediobasso)
    [Da Chunin in su]










     
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    Un silenzio innaturale accolse le parole del Flagello, in maniera molto simile a come era accaduto tempo addietro in quella taverna sperduta nel Paese del Ferro. I suoi occhi scintillanti accolsero con scarso interesse i movimenti asserragliati che seguirono nei momenti successivi: rumore di passi affrettati e il clangore di armi metalliche estratte. Dunque, si limitò ad assodare, aveva visto giusto: era Oto che lo ricercava, anche se l'unico motivo per cui avrebbe potuto farlo era la fedeltà all'egida dell'Accademia. Dopotutto, le costole rotte che aveva procurato a quel Mikawa nell'Anauroch non potevano aver realisticamente causato una reazione simile.

    Poi, un movimento biancastro, assi visibile al tramonto, catturò la sua attenzione verso l'alto. Jeral levò appena lo sguardo e, sulla cima della torretta di osservazione tipica dei cancelli di guardia - il Suono non era un'eccezione in quell'aspetto -, scorse un volto familiare: capelli colore della luna, occhi molto chiari ed un'espressione sicura, incorniciata da un sigillo sotto l'occhio sinistro. Per molti versi, Deveraux Yotsuki era l'esatto contrario dell'Avatar, che vestiva dello stesso colore della notte e sul suo volto faceva mostra di uno sguardo tagliente incorniciato, sulla parte destra, da un sigillo oscuro.

    Ed eccolo lì, Deveraux Yotsuki, al comando di una piccola armata ed al di sopra di una torre, rispondere di nuovo alla chiamata del Flagello Immortale e presentarsi al suo cospetto. Jeral lo scrutò per qualche istante, senza tradire alcuna espressione dal di sotto del suo cappuccio. Il figlio di Oto pareva cresciuto, considerò. Trasudava di una sicurezza nuova, pur sapendo chi aveva di fronte. Forse fin troppo. L'antica prudenza, unita alla consapevolezza di non doversi mostrare come un debole, che aveva visto in lui nel Ferro era quasi del tutto scomparsa; egli era guardingo, ma non spaventato. Una sottile linea si disegnò ai lati delle sue labbra, dando vita ad un sorriso appena accennato e tremendamente inquietante. Chissà per quanto ancora il precedente servo sarebbe stato in grado di mantenere la schiena così dritta, si chiese.

    E fece un passo avanti.

    Lo fece con la tranquillità più assoluta, per rendere cristallina la sua assoluta mancanza di considerazione per quello spiegamento di forze. Un battaglione di scimmie non può impensierire una tigre. Il figlio di Oto gli confermò il suo status di ricercato primario da parte dell'Accademia e gli chiese il motivo della sua presenza ai Gate di Oto, sostenendo che il loro patto fosse concluso. Il Flagello non poté che concludere che fosse normale per i mortali, data la loro corta linea vitale, avere la memoria corta.

    « Dimentica la mie parole un'altra volta, piccolo Yotsuki, e non vivrai abbastanza per pentirtene. » Nonostante la minaccia evidente, il suo tono era neutro e indistinguibile, come di consueto quando il desiderio di distruggere non bruciava al massimo nel suo corpo. Sollevò la mancina, con il palmo rivolto verso l'alto, in un gesto che l'altro avrebbe di sicuro riconosciuto.



    « Sono qui per ricompensarti per i tuoi servigi. »

    Tuonò. Era chiaro, se non addirittura ovvio, che il Guardiano di Oto non avesse alcuna scelta circa l'accettare o meno il dono di colui che aveva accettato di servire. « Qui, davanti a me. », ordinò, imponendogli di scendere. « E riceverai ciò che ti spetta. »

    Se, come il Flagello credeva, l'altro aveva fatto tesoro dell'esperienza nel Ferro, non c'era bisogno che l'Immortale sottolineasse le conseguenze della disobbedienza.

    OFF GAME
    Jeral, Flagello Immortale
    Nukenin A Nera

    Energia Vitale: 30/30
    Vitalità: 18/18
    Danni: /


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    Chakra Rimanente: 1230/1250
    Spese di Chakra:

    -1x Basso(10)[Mantenimento Arte della Comunicazione]
    _________________________________________

    Riserva Sigilli

    -1x Teletrasporto
    _________________________________________

    Angolo Commenti

    Non ho menzionato Shosei, ma - essendo questi sotto Chakra Nullo - con Percezione del Chakra naturalmente non vedi una cippa :cxz:

    Cosa farai? :guru:

     
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  17. Roronoa™
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    Non posso fare altrimenti.

    East Gate di Oto






    Non era cambiato dalla loro avventura nelle gelide terre del Ferro.
    Stessa spavalderia, stessa superbia e persino...stesse minacce, a cui Deveraux rispose con un sorriso beffardo.

    La sicurezza ostentata dal ragazzo era solo uno specchio per le allodole, un modo per mantenere alta la fiducia e la determinazione dei suoi uomini.
    Un comandante non deve mai apparire intimorito di fronte al nemico.
    I suoi sottoposti si stavano comportando benissimo, nessuno di loro si era nascosto o era scappato per la paura.
    Ciascuno era in posizione con l'arma ancora carica, come da procedura.

    I loro occhi non erano in grado di visualizzare il chakra furioso e nero del Nukenin.

    CITAZIONE
    « Sono qui per ricompensarti per i tuoi servigi. »
    « Qui, davanti a me. »
    « E riceverai ciò che ti spetta. »

    jpg
    Un brivido percorse la sua schiena.
    Dove voleva portarlo?
    Tralasciando per il momento la soffiata al Mizukage, farsi vedere nuovamente in giro con il più famoso e potente Nukenin in circolazione poteva essere pericoloso, sia per lui sia per Oto.
    Si scrocchiò il collo.

    Non credo sia una trappola. Se avesse saputo della soffiata a quest'ora il Gate sarebbe un ammasso di...polvere. Era sicuro di ciò.
    Rimase qualche secondo in silenzio.

    E così sarà Flagello. Sostenne gli sguardi perplessi e torvi dei suoi fidati uomini.
    Mi dia solo qualche secondo per evitare noie.
    Uno dei Quattro Guardiani di Oto si stava piegando ad un ninja straniero, senza combattere.
    Strinse i pugni per la rabbia.

    Kamichi! Qui! Tuonò, arrabbiato.
    Jeral avrebbe potuto notare un'ombra nera raggiungere con un unico balzo il piccolo Deveraux, posizionato a braccia conserte in cima alla torre, che sovrastava le mura di svariati metri.
    La figura in nero aveva ben quattro braccia extra e un occhio in più.

    Atterrato alla sua destra, il vice-Guardiano inclinò il capo verso il basso, in segno di rispetto.
    Dopo Deveraux, Kamichi era il ninja più efficiente e potente dell'East Gate di Oto.
    Rispetto ai suoi colleghi, egli spiccava anche per fedeltà al villaggio, intelligenza e senso tattico.

    Nukenin A...Non possiamo fermarlo vero? Disse, con un filo di voce.
    Deveraux sorrise. Il suo vice non si smentiva mai.
    Jeral era troppo potente per tutti.
    A Oto, gli unici che potevano contrastare la sua follia distruttrice erano Febh e Aloysius.

    Anche dando l'allarme...per quanto rapidi potranno essere Febh e il Garth...quell'uomo avrà tutto il tempo per divertirsi con noi. Solo uno stolto non lo capirebbe. Sussurrò.
    Una verità che faceva molto male al piccolo Deveraux.
    Desiderava essere lui il ninja capace di affrontare ad armi pari quella vecchia conoscenza.

    Siamo semp.. Il Yotsuki lo interruppe.

    Lo seguirò. Non ho scelta, in caso di rifiuto ci attaccherà. Credimi, lo conosco. Jeral non conosceva la paura.
    Cosa avrebbe fatto al suo posto Shizuka, la shinobi scomparsa dalla mente di Deveraux?
    Questo è l'unico modo che ho.... per portarlo lontano dal Gate ... da Oto e da voi. Senza perdere tempo, consegnò il coprifronte e il mantello degli Yotsuki a Kamichi.
    Non dimenticò l'arma leggendaria che aveva vinto alla Festa della Fondazione.
    Estrasse il Bastone di Sun Wukong, allacciato sulla sua cinta in cuoio.

    jpg


    In mia assenza, prenderai tu il comando del Gate.
    Quando lo raggiungerò, aspetta trenta secondi circa, quaranta, cinquanta, insomma il tempo che ci allontaniamo, e poi.... vai tu stesso ad avvertire Febh!
    Parlava sempre a bassissima voce.
    Se Febh ci troverà... forse riusciremo a sconfiggerlo. Tutto sommato, il piano di Deveraux non era affatto male.
    E' chiaro che se mi attaccherà davanti al Gate, dovrai dare l'allarme.
    Appoggiò il bastone sulle mani del suo Vice.
    E questo, nel caso non dovessi tornare, dovrai consegnarlo a Nakora. Ebbe un pensiero anche per la sua allieva.

    Gli ordini erano stati impartiti.

    E all'improvviso raggiunse le mura con un salto.
    Con un secondo salto, successivo al primo, Deveraux atterrò davanti al Flagello, con le spalle rivolte al Gate.

    Con il cuore a mille, egli rimase in silenzio.










     
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260 replies since 12/9/2005, 17:45   8021 views
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