[Quarto Accesso] East Gate Of Sound

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    Questo evento avviene circa un mese dopo l'attacco al Gate
    In assenza di un guardiano ufficiale non penso di poter organizare risposte particolarmente elaborate >_>
    Presto o tardi sbloccherò di nuovo i miei gregari e metterò loro ai Gate, almeno si fa un pò di movimento XD

    Nuovi Arrivi ad Oto

    Il Gate era stato riparato alla meglio dopo il rapimento del Guardiano Deveraux Yotsuki ed era rimasto privo di un'effettiva figura che agisse da Leader. C'erano guardie di basso rango, ovviamente, ben organizzate, ma nessuno che potesse fungere da vera barriera o da filtro.

    Pertanto all'arrivo del giovane ninja non ci fu alcuna grande apparizione di potenti shinobi custodi delle mura nè una manifestazione dello strapotere di Oto, ma solo una guardia abbastanza anonima che chiese il nome al nuovo venuto, senza dare particolare supporto al suo entusiasmo.

    Nome, motivo della visita e tempo stimato di permanenza.

    Dovrebbe anche consegnare tutte le armi. Verranno restituite indenni all'uscita.

    Nulla vieta di comprare armi all'interno del villaggio ed usarle, comunque. C'è uno stand a poche centinaia i metri da qui.


    Per quanto piatto e noioso, il guardiano temporaneo era stato istruito dall'Amministratore per sponsorizzare i negozi locali (a dispetto della sicurezza) per tirare su un pò di Ryo e facilitare la ristrutturazione completa del Gate.
     
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    Imparo, imparo, imparo…

    Post Secondo – Di un pò.. sai a chi potrei chiedere?!



    Non dovetti attendere molto per avere una risposta al di la del portone. Certo non mi aspettavo di vedere e sentire una persona tanto anonima alle porte di un grande villaggio ninja come Oto, ma forse le cose cominciavano a girare a mio favore. Non avevo nulla da nascondere e non avevo fatto nulla di male per godere le rappresaglie di un villaggio, ma sapevo quanto quei dannati potessero essere diffidenti nei confronti dei stranieri, quindi mi sentivo piuttosto prevenuto nei loro confronti. Feci qualche passo avanti ritrovando il coraggio, quella guardia sembrava piuttosto tranquilla mentre faceva il suo lavoro -Mi chiamo.. Ryuden..- si era quello il mio nome fittizio. Non ero mai stato un uomo pieno di fantasia e usare le iniziali del mio cognome e nome mi era sembrata la cosa più semplice da fare. In fin dei conti facendo così non stavo mentendo a nessuno o quasi, potevo sempre far passare quel nomignolo come un semplice soprannome affibbiatomi fin dalla più giovane età.


    Senza perdere tempo avevo mostrato un sorriso alla guardia con fare amichevole, odiavo dovermi sforzare di essere qualcuno che non ero -..sono un viandante in cerca di conoscenza.. voglio affinare le mie conoscenze in campo medico e nell’arte dell’erboristeria per creare efficaci unguenti e antidoti.. e ho sentito che nessuno è più abile di voi ninja di Oto!..- non mi serviva mentire sulle mie intenzioni. Avevo fatto tanta strada solo ed esclusivamente per diventare un medico esperto nell’utilizzo di erbe ed unguenti, ma soprattutto per diventare un abile creatore di veleni e antidoti, tutta roba che poteva servirmi per fare qualche soldo extra mentre cercavo di ottenere più potere per il mio obiettivo finale -..vorrei fermarmi nel vostro villaggio per tutto il tempo necessario alla mia formazione.. sono un gran lavoratore e credo che potrei aiutare sicuramente voi ninja con qualche lavoretto se necessario.. eheheh..- lavorare per dei ninja mi terrorizzava fin giù nel midollo. Avevo visto di cosa fossero capaci quei dannati ciarlatani e dovermi confrontare con loro non era affatto una delle cose che più mi premeva fare nella vita.


    Sembrava che nessun straniero potesse introdurre armi nel villaggio, una cosa sensata a mio dire che di certo non mi creava problemi. Non ero affezionato a niente di tutto ciò che mi portavo appresso, abituato come ero a trovare quello che mi serviva qua e la -..non c’è problema.. ecco le mie armi.. non ho molto altro oltre a questo coltellaccio che uso per autodifesa quando mi sposto da un luogo ad un altro..- mi ero recato ad Oto solo seguendo delle dicerie ma non avevo idea di cosa mi aspettasse oltre quelle mura ed ora che mi trovavo li mi rendevo conto che non avevo la più pallida idea di dove andare o a chi chiedere l’aiuto che mi serviva. Dovevo sfruttare quell’occasione per recuperare qualche informazione quindi non mi fermai incalzando nel discorso -Ehm.. scusa se te lo chiedo.. ma per caso potresti indicarmi qualcuno a cui potrei chiedere di insegnarmi.. si qualcosa sull’arte medica.. oppure la creazione di antidoti ed unguenti qui al villaggio?!.. sono venuto fino a qui seguendo le dicerie che si sentono sul vostro villaggio.. ma non conosco nessuno dei ninja che abitano il villaggio..- in verità non solo non conoscevo nessuno, ma nemmeno sapevo quale fosse la politica vigente all’interno di un qualsiasi villaggio ninja, insomma come al solito ero finito in un luogo potenzialmente pericoloso, senza sapere nulla su come muovermi.

    OT// Grazie Febh!!! A dire il vero pensavo di trovarci qualche guardiano al portale.. ho beccato proprio quello di Roro! Ops.. ho scelto a caso.. (T__T)
     
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    Il Guardiano sembrò indispettito dalle pretese del giovane visitatore, sbuffando e distogliendo lo sguardo. Non sono un ufficio informazioni. Chiedi dentro a qualcuno e magari te lo sapranno dire. Male che vada vai in Ospedale o in Amministrazione. Solo evita di girare a destra o finirai nel Quartiere dei Piaceri, e da quando è scoppiato il bordello principale le vie sono piene di gente con troppi ormoni messi da parte, se capisci cosa intendo. Specie il gruppetto delle Asce. Se vedi qualcuno con un'accetta o qualcosa di simile dattela a gambe. In realtà quella banda bazzicava solo alcune vie del quartiere dei piaceri e non osava avventurarsi nel resto del villaggio, ma questo il Guardiano sembrava esserselo scordato.

    Oto era aperta per il giovane, e nessuno sembrava interessato a dargli indicazioni. Così alla cieca...dove sarebbe finito?


    CITAZIONE
    Nota, ho editato il post precedente cambiando l'arrivo di [tag:8629651]Ade Geist[/tag], così da non intrappolarlo in una giocata semicongelata :zxc:
     
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    Imparo, imparo, imparo…

    Post Terzo – Inside Man..



    Si insomma, diciamocelo, il tizio che avevo trovato al gate non aveva semplicemente voglia di fare un cazzo. Con tutta probabilità ero stato solo fortunato, o forse Oto di sentiva abbastanza potente da permettersi persone del genere ai suoi gate, sta di fatto che ero passato senza alcun genere di problema. La risposta che ebbi alle mie domande fu svogliata ma non del tutto priva di informazioni -Amministrazione dici?!.. mmh.. sto cercando qualcuno che possa insegnarmi a curare le persone quindi.. forse l’Ospedale è il posto più ovvio dove cercare.. tuttavia è più probabile che l’Amministrazione sia in grado di indirizzarmi meglio..- il tizio manco mi stava cagando di striscio, praticamente stavo parlando da solo -Tsk!.. che tipo..- quindi senza dare altro fiato alle trombe me ne andai dirigendomi verso destra ovviamente.


    La parola “Quartiere dei piaceri” aveva invaso la mia mente annebbiandola per una decina di minuti, il tempo necessario a realizzare che per avere una qualche tipo di prestazione in quel quartiere era prima necessario sganciare qualche bel e sonante Ryo -..le mie tasche sono vuote.. bah.. peccato.. mi sarebbe davvero piaciuto fare una bella galoppata con una professionista..- e come se mi sarebbe piaciuto. Non ero tipo da lasciarsi andare ad eccessi quali l’alcool o il fumo, ma amavo la compagnia femminile ed un giro nel quartiere dei piaceri di Oto era una di quelle cose che avevo da sempre sognato dalla vita. Ma ero povero, e privo di qualsiasi forma di moneta, quindi prima imparavo qualcosa, prima potevo farmi cominciare a pagare per i miei servigi -..uff.. aspettatemi dolci signorine.. tornerò presto da voi!..- e mi voltai per prendere una direzione completamente diversa. Trovare l’Amministrazione non sarebbe stato difficile, chiunque sapeva dove si trovasse quindi non mi restava che dirigermi li dove una nuova avventura sarebbe presto cominciata, forse.

    OT// Febbhuuuuu vengo a trovarti in amministrazione!!! \(*w*)/
     
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    Vedere per credere
    Capitolo Uno


    Atto II
    Un nome, o anche solo un indizio. †
    Un normalissimo uomo - normalissimo se escludiamo quella bandana di pessimo gusto che portava e quel pizzetto da stupratore - con una lunga lancia mi si avvicinò quando domandai di parlare con qualcuno: ancora mi stavo domandando cosa avrei dovuto rispondere se mi avesse interrogato sul motivo della mia visita. Per fortuna sembrava tutt'altro che adatto a quella funzione, anzi, avrei scoperto poco dopo che non era neanche il guardiano ufficiale delle mura, se così si può dire. « Yasu Yakushi. Facente funzioni del facente funzioni di Guardiano. Dichiarate nome, tempo e motivo di permanenza. Dovrete lasciare le armi fuori qui in una cassaforte, ma siete liberi di acquistare nuove armi all'interno casomai voleste darvi alla bella pratica dello squartare la gente. Se l'Amministratore da il suo consenso, potete avere un permesso speciale per recuperare il vostro equipaggiamento, ma almeno temporaneamente deve restare qui. » « Credo mi abbia frainteso. » dissi, senza dargli la possibilità di aggiungere altro, intervenendo immediatamente. « Vorrei sapere cos'è successo. Ha appena detto di svolgere le funzioni di chi dovrebbe essere il guardiano di questo ingresso al Villaggio. Che fine ha fatto il vero guardiano, potrei parlare con lui? » Non che sperassi di ottenere un granché di informazioni da quel tizio dall'aria tutt'altro che rassicurante ma mi sarebbe bastato un nome, o anche solo un indizio che avrebbe potuto ricondurre tutto al Flagello Immortale e poi mi sarei potuto ritenere soddisfatto. Mancava poco alla mia partenza con Sanjuro, mancava poco prima che mi votassi alla ricerca della Voce dl Terrore, non potevo perdere altro tempo - anche se, a ben pensarci, quel tempo andava speso, se avessi voluto riavere Saruhyondo da Jeral. E, potete scommettere su Khorne, lo volevo.





    Legenda


    Narrato
    « Citato! »
    « Parlato! »
    « Pensato! »
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.


     
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    Le Scarne Conversazioni di Yasu Yakushi

    Il ninja annoiato stava appoggiato alla lancia con l'aria di chi vorrebbe stare ovunque tranne che in quel posto a rispondere alle domande di chi arrivava. Alle domande insistenti (dal suo punto di vista) del Kiriano guardò prima il cancello in corso di riparazioni, quindi il nuovo venuto, quindi di nuovo il cancello. Infine rispose semplicemente. Restauri programmati? O se preferisce una balla migliore posso dire che una lucertola gigante ci è caduta sopra. Quindi sbadigliò. Comunque il facente funzioni è l'Amministratore Yakushi, un mio cugino, che mi ha piazzato qui perchè ha di meglio da fare. Quanto al guardiano, immagino siano fatti suoi dove è andato a finire, io non ne ho idea. Ed in effetti Yasu non era stato informato degli eventi, ma era stato preso e piazzato sul posto senza grande possibilità di replica...ed ora si vendicava facendo un lavoro superficiale ed approssimativo.

    Non che impegnandosi sarebbe stato capace di fare meglio.

    Comunque, se vuoi entrare devi rispondere alle domande. Almeno questo devo chiederlo.
     
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    Vedere per credere
    Capitolo Uno


    Atto III
    Solita incompetenza. †
    Sembrava impossibile: tre volte mi ero confrontato con guardiani di villaggio e tre volte questi mi avevano fatto perdere un'incredibile quantità di tempo: il primo fu l'Hozuki, il quale, davanti ad un incidente burocratico con Konoha, non seppe gestire la situazione con polso adatto e mi costrinse ad una inutile perdita di tempo. Il secondo fu l'Uchiha che, a Konoha, ci fece attendere quasi un'ora prima di entrare ... roba da matti. Ed infine stavo per annotare questo tizio, il quale sembrava lì quasi per caso. Dopotutto non era lui il guardiano. « Restauri programmati? Così avete pensato bene di far saltare il portone e di distruggere tre quarti delle mura per restaurarle? » dissi, con una evidente vena di sarcasmo nelle mie parole. « Non so come funzioni qui ad Oto ma so per certo che a Kiri sappiamo essere molto più puntuali quando ci vengono chieste informazioni sulla nostra capacità di difendersi dagli invasori. » Feci una breve pausa. Stavo forse alludendo al fatto che a Oto non si sapessero difendere? Lungi da me, era la prima volta che visitavo quel posto. Volevo solo infastidire il momentaneo guardiano affinché mi mandasse da qualcuno di più adatto. « Dato che non mi pare lei voglia stare qui a cincischiare col sottoscritto, perché non chiama qualcun altro, visto che, a quanto pare, il vero guardiano non è abbastanza ligio al proprio dovere da assentarsi lungamente dal proprio posto di lavoro e lei si diverte ad evitare le mie domande? » Conclusi, freddamente. Non avevo tempo da perdere.





    Legenda


    Narrato
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    « Pensato! »
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.


     
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    Le Vicissitudini di Yasu Yakushi

    Guarda, ad Oto le cose si fano così se non peggio. Sbadigliò. Fidati, non vuoi sapere quante volte l'Amministrazione di Oto è stata buttata giù a suon di bombe...al confronto l'incidente a Konoha di un annetto fa era un gioco tra poppanti. Poi aggrottò le sopracciglia. E comunque non so ancora come ti chiami. Disse mentre l'altro faceva allusioni alle capacità di difesa del Villaggio. Beh, se vi piace andare a raccontare i fatti vostri in giro non vedo perchè dovremmo fare altrettanto, e non sono evasivo, non ti sto proprio rispondendo. Si grattò le chiappe. Allora, vuoi entrare o no? Ma quello insisteva, ed insisteva, tanto che alla fine Yasu Yakushi cedette. E va bene, va bene. Aveva una trasmittente alla cintura e la usò per comunicare con qualcuno a voce molto bassa. Sembrò una discussione un pò concitata, ma alla fine si chiuse con un: Sono a tre o quattro metri dal muro, proprio davanti all'ingresso, dove mi hai detto di stare...che ti frega del punto esatto? Vieni e basta. Passo e Chiudo. Poi verso il ninja di Kiri. Contento? Ora l'Amministratore verrà qui a parlare direttamente con te, ma non credo proprio che ti piaceranno le sue risposte. E' una persona odiosa.

    Qualcuno dei lavoratori alzò poi lo sguardo verso il cielo, e così la guardia con la lancia...e probabilmente pure il visitatore dato che si udiva come un fischio lontano che si stava avvicinando sempre di più...come se stesse per piovere loro addosso qualcosa. Ci manca solo che piovano meteoriti sull'East Gate. Ma il fischio si faceva sempre più forte...finchè una sagoma non si stagliò contro la luce del sole, prima di precipitare addosso a Yasu Yakushi con una lancia in resta, trapassandogli la schiena all'altezza dello stomaco e di fatto impalandolo al suolo. AAAAAAAAAAHHH!! Il guardiano lasciò cadere la sua arma mentre un fiotto di sangue emergeva dalle sue labbra e dall'addome perforato. Accanto a lui era appena atterrato un tizio dall'aria gracile con occhiali palesemente finti ed abiti civili...atterrato senza danni nonostante quel volo e quell'aggressione improvvisa.

    Senza degnare Keiji di uno sguardo, si inchinò accanto all'uomo impalato e cominciò a urlargli nelle orecchie. TRE DOMANDE. Devi fare tre domande e poi far entrare la gente se risponde. Possibile che tu sia tanto scemo da non saper fare NEMMENO QUESTO? Il facente funzioni di facente funzioni gorgogliava dalla bocca, incapace di rispondere efficacemente...ma sembrava che il nuovo arrivato lo capisse comunque. Si beh, non me ne frega nulla se hai sessant'anni e lo sai benissimo. Razza di cretino. Quindi dimostrando una forza decisamente fuori dal comune avrebbe afferrato la lancia con cui aveva impalato l'altro, sollevandolo e lanciandolo oltre le mura dopo poche rotazioni su sè stesso, quasi avesse lanciato un martello olimpionico. E ORA FUORI DAI PIEDI!

    A giudicare dalle reazioni degli uomini che lavoravano alla ricostruzione quell'atto di efferata violenza non era qualcosa di nuovo od inaspettato, visto che quasi non batterono ciglio, continuando con i loro compiti senza nemmeno rallentare. Intanto il nuovo venuto, con addosso una banale felpa con cappuccio e col coprifronte di Oto alla cintura, si stava levando via la polvere dai vestiti. Mi sono pure riempito di polvere con quella giravolta. Bah. Guardò verso il Kiriano mezzo ricoperto di bende. Ecco cosa succede a dare troppa fiducia agli altri e... Squadrò il nuovo venuto. Sei tu il tizio che stava combinando guai? Ti vesti al buio o hai uno sfogo? Nel mentre mise le mani in tasca, inclinando la testa verso destra. Facciamola breve. Se fossi voluto entrare lo avresti già fatto, quindi vuoi altro. Spara.

    Se quello avesse ripetuto le domande di poco prima, si sarebbe trovato di fronte ad una lunga ed eloquente occhiata. E a te cosa importa? Facciamo così. Prima mi dici chi sei e da dove arrivi. Poi mi dici che ci fai qui. Poi forse, se decido di non sbatterti in cella a torturarti senza alcun valido motivo, forse potrei raccontarti qualcosa e dirti anche chi sono. Per ora ti basti sapere che questo Gate mi mette di pessimo umore, che il mio concetto dei diritti umani è molto elastico, specie per i Kiriani, e che l'unico che potrebbe anche solo sperare di rispondermi a tono nel raggio di parecchi chilometri è Diogenes Mikawa. Chiaro? Risposte chiare e cortesia. Una parola fuori posto e comincerai a pensare che venire qui è stata la peggiore idea possibile. Quindi parla, e forse io parlerò. Poi fece un cenno dl capo verso la pozza di sangue lasciata dallo shinobi trapassato.

    jpg



    O forse preferisci che te lo chieda di nuovo?

     
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    Le maniere forti di Oto
    Capitolo Secondo


    Atto IV
    La giusta attenzione. †
    L'inquietante ninja col pizzetto continuava ad addurre scuse per evitare di rispondere alla mia semplice domanda. Non volevo crear noie, ero solo di passaggio. Un buco ad uno dei quattro ingressi di Oto non era certo una cosa che poteva passare inosservata e tutta la riservatezza sulla questione che lo shinobi dalla lunga lancia sembrava inopportuna: non tanto perché la questione fosse davvero grave - non potevo saperlo, ancora - ma perché il suo tono ed il suo modo di fare rendevano le sue parole, una dopo l'altra, una incredibile presa di giro nei miei confronti. Alla fine, tuttavia, l'uomo cedette alle mie richieste - legittime - di parlare con qualcuno che avesse avuto voglia di farlo.
    E quello fu il primo errore di quella giornata. Non voglio stare a tenere il conto delle situazioni critiche che la perdita di Saruhyondo mi aveva messo davanti ma quella era senza dubbio la quinta o la sesta. Solo col Flagello avevo temuto di perdere la vita come in quell'occasione. « E va bene, va bene. » disse l'uomo, prima di sussurrare qualcosa nella radiotrasmittente che si era staccato dalla tasca.
    La discussione sembrava tutt'altro che calma, il primo pessimo segno della cosa. Poi Yasu alzò il tono della voce e potei udire quello che stava dicendo distintamente. « Sono a tre o quattro metri dal muro, proprio davanti all'ingresso, dove mi hai detto di stare...che ti frega del punto esatto? Vieni e basta. Passo e Chiudo. » Queste le parole, prima di interrompere la discussione. « Peculiare richiesta d'informazioni. » pensai, sentendo quelle parole. Chi stava dall'altra parte della cornetta pareva particolarmente puntiglioso. « Contento? Ora l'Amministratore verrà qui a parlare direttamente con te, ma non credo proprio che ti piaceranno le sue risposte. E' una persona odiosa. » Avevo finalmente attirato la giusta attenzione. « Bhè, di certo non sarà peggio di te. » pensai, abbozzando poi un sorriso. Sì, quello fu decisamente il secondo pessimo segno, seguito poi dal terzo: uno stridio indicibile, come un fischio penetrante, lo stesso rumore che fanno i fuochi d'artificio nei giorni di festa. Alzai la testa al cielo e con me il guardiano munito di ascia, insieme alla maggior parte dei lavoratori della zona. « Ci manca solo che piovano meteoriti sull'East Gate. » puntualizzò l'uomo dalla bandana verde. Riuscii a distinguere, a quel punto, un esile puntino stagliarsi contro il sole, seguito da quel fischio che incessantemente diventava più acuto, fino al momento in cui ... in cui atterrò letteralmente impalando il facente funzioni del facente funzioni. Uno spettacolo degno dei miei nelle notti insonni di fame ma la grazia e la spettacolarità erano decisamente di fattura più elevata. Sorrisi divertito, da sotto le bende, mentre i miei occhi si accendevano di luce nuova. « Probabilmente sarebbe stato meglio per te se fossero state meteore, Yasu. » pensai, mentre l'uomo emetteva strazianti grida di dolore. Tuttavia non parve morire, cosa alquanto peculiare.
    Il nuovo arrivato era minuto, decisamente meno massiccio del sottoscritto, con un paio di occhiali simili a quelli che i bambini usano per travestirsi - e la spiegazione era una soltanto: amava particolarmente quella montatura oppure era cieco come una talpa ed era l'unica che poteva sostenere lenti particolarmente spesse, tanto che sembrava finta -. Ciò che più mi sorprese era, tuttavia, il vestiario. Nessun abito ninja e le sue doti, indubbiamente, lo erano. Altro elemento che mi diede motivo di pensare che lo stupratore dal pizzetto esageratamente curato fosse ancora vivo fu il fatto che l'altro uomo iniziò a gridargli nelle orecchie una serie di frasi doverose, data la situazione e la sua mancanza di polso. L'uomo grugnì qualcosa, mentre dalla bocca e dal foro nello stomaco fuoriuscivano una quantità di sangue indicibile: fu capito, tuttavia. Alludeva alla sua vecchiaia. Quasi mi veniva da ridere, nonostante tutto aveva davvero la forza per ribattere? Dopo l'ennesima frase d'infamia, l'uomo in abiti civili afferrò la lancia dall'addome di Yasu, lo sollevò di peso dimostrando una forza davvero mostruosa e poi, dopo averlo fatto roteare sopra la testa un paio di volte, lo gettò lontano dalle mura. « Cazzo. » Quello fu, probabilmente, l'unico pensiero giusto della giornata.
    Ancora mi trovavo a domandarmi « In che casino mi sono cacciato? » Forse erano loro a cercare me, io volevo semplicemente conoscere la storia del mio Clan ed adesso mi trovavo senza spada, in un paese straniero, ad indagare su qualcosa che era successa e di cui non sapevo niente. Senza considerare l'associazione criminale che sapevo scrutarmi nell'ombra. E pensare che ero un signor nessuno.
    Intanto le persone attorno sembrarono non badare affatto a ciò che stesse accadendo. Od Oto era un paese di pazzi oppure la cosa doveva essere talmente tanto consuetudine da esserne diventati avvezzi. A quel punto, e soltanto a quel punto, l'uomo si rivolse a me, dopo aver dialogato per un istante con se stesso, credo, e mi rivolse una frase che faticai a capire. « Sei tu il tizio che stava combinando guai? Ti vesti al buio o hai uno sfogo? » Alludeva forse al fatto che vestissi di nero? Non diedi peso alle sue parole, e continuai ad ascoltarlo. « Facciamola breve. Se fossi voluto entrare lo avresti già fatto, quindi vuoi altro. Spara. » Le sue maniere dirette e la crudeltà mostrata mi piacevano nonostante, anche lui, mancasse totalmente delle formalità necessarie alla carica di amministratore. Cercai di accennare una risposta, tant'è che abbozzai soltanto una sorta di scusa, « Non sto causando guai, volevo soltanto sape- » riuscii a dire prima di venire bruscamente interrotto. Ed a ragione, per mia sfortuna. « E a te cosa importa? Facciamo così. Prima mi dici chi sei e da dove arrivi. Poi mi dici che ci fai qui. Poi forse, se decido di non sbatterti in cella a torturarti senza alcun valido motivo, forse potrei raccontarti qualcosa e dirti anche chi sono. Per ora ti basti sapere che questo Gate mi mette di pessimo umore, che il mio concetto dei diritti umani è molto elastico, specie per i Kiriani, e che l'unico che potrebbe anche solo sperare di rispondermi a tono nel raggio di parecchi chilometri è Diogenes Mikawa. Chiaro? Risposte chiare e cortesia. Una parola fuori posto e comincerai a pensare che venire qui è stata la peggiore idea possibile. Quindi parla, e forse io parlerò. » Non mi ero ancora presentato, a ben pensarci. Un nome, tuttavia, mi riportò alla memoria ricordi fin troppo vividi.
    Ricaddi nei miei soliti modi e rapidamente mi genuflessi, poggiando la gamba sinistra a terra e lasciando la destra piegata. La testa era alta, che guardava direttamente il mio interlocutore. Sarei stato il più rapido e completo possibile. « Il mio nome è Keiji Kagome, ninja di Kiri. Mi perdoni per non essermi presentato ma i modi del facente funzioni del facente funzioni non mi avevano messo nella condizione di condurre una discussione il più esauriente possibile. So che i rapporti tra i nostri due villaggi non sono ottimi, ma non mi interessa. Sono qui perché lungo la strada ho saputo che ci sono stati problemi a questo gate e volevo sapere cosa era successo. Curiosità, principalmente. Le voci giuntemi erano piuttosto spaventate, quindi il dovere accademico mi imponeva di prestare aiuto ad un altro villaggio in caso di bisogno. Sono qua per questo motivo e sono dunque al suo servizio. Inoltre » dissi, facendo una breve pausa. « Credo che Diogenes possa garantire per il sottoscritto. »

    Avrei atteso inchinato ma con lo sguardo fisso su di lui una risposta da parte di quell'uomo incappucciato e con le mani in tasca.
    « Che strano posto dove mettere il coprifronte ... bhè, io lo uso come un collare, non dovrei proprio parlare. »




    Legenda


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    Le Vicissitudini di Keiji Kagome

    Febh era ancora di pessimo umore mentre quello chinava il ginocchio a terra, assecondando tutte le richieste dell'Amministratore. Non che avesse molta altra scelta, a voler essere franchi, non contro uno degli shinobi più potenti del continente. Ascoltò tutto quello che c'era da ascoltare, inarcando un sopracciglio. Yasu è un imbecille svogliato. E fin qui siamo daccordo. Da quando è tornato dalla zona di guerra poi si è autoconvinto di potermi rispondere a tono solo perchè è sopravvissuto a non so quale scontro contro draghi e donne assorbenti. Scosse il capo, carico di disprezzo. Cretino.

    Ma quello che il ninja del clan Kenkichi aveva da dire attirò il suo interesse, ed era chiaro nel suo sguardo che si era accesa una piccola scintilla estremamente pericolosa per chiunque...era il genere di scintilla che avrebbe potuto provocare un incendio senza limiti...perché se Febh Yakushi lasciava andare a ruota libera la sua immaginazione potevano prendere vita i mostri più spaventosi, tali da minacciare l'intero continente. Hai sentito..."voci". Disse, facendo qualche passo intorno al Kiriano. "Voci spaventate". Buffo, perchè ho fatto il possibile per mettere a tacere la faccenda, ed anche se da est arriva qualcuno e vede il gate in genere entra nel villaggio e viene adeguatamente informato di tenere la bocca chiusa...e quelli che parlano comunque non penso siano così tanti da essere arrivati a generare delle "voci spaventate", sai?

    Dici che sai anche dei dissapori tra Kiri e Oto. Sai anche che nascono proprio da questo Gate, dove un tempo il tuo compaesano Godsan massacrò un bel pò di otesi, tra cui un mio cugino, per poi scappare impunito e finire ammazzato a Konoha...o almeno così dicono i ninja della foglia.
    Si fermò, facendo per poggiare un dito sulla fronte del visitatore ancora inginocchiato. Quindi vedi, se a te non interessa...a me invece interessa parecchio.

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    Sono Febh Yakushi. Amministratore del Villaggio. E io DETESTO fare l'amministratore, perché richiede impegno e concentrazione...tutte cose di cui faccio volentieri a meno nella mia vita di tutti i giorni. MA se si parla dell'East Gate le cose cambiano. In questo posto mi risulta stranamente facile focalizzare i miei pensieri e comportarmi in un modo che odio. Buffo, non trovi? Si accovacciò così da avere gli occhi alla stessa altezza di quelli dell'altro. Quindi ora vedi di essere un briciolo più preciso, vuoi? Per Dovere Accademico. Sogghignò. Dimmi esattamente da dove arrivano queste voci così che possa metterle a tacere fino a quando lo riterrò opportuno. Descrivimi chi ha parlato. Tutti, non importa quanto anonimo fosse il passante od il mercante, e io lo troverò. E nel mentre tu sarai mio gradito ospite...o ospite di Gene se dici che lo conosci.

    Oppure mi spieghi la faccenda in maniera più credibile di questo Dovere Accademico e forse la risolviamo qui, senza versare troppo sangue.
    A parte la chiazza del sangue di Yasu che bagnava il terreno. A meno che non debba pensare che Kiri sia in qualche modo coinvolta col nostro piccolo restauro all'East Gate...di nuovo. Non vorrei dover convocare quel furetto multicoda di Itai per una chiacchierata amichevole. Lui non sapeva della trasformazione di Chomei...non sapeva un sacco di cose in effetti di ciò che accadeva ultimamente nel mondo ninja. Ma sapere che Kiri conosceva qualche particolare dell'attacco ed aveva taciuto sarebbe stato una potenziale miccia per far saltare la pace accademica.
     
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    Le maniere forti di Oto
    Capitolo Secondo


    Atto V
    Quello che so fare meglio. †
    Inizialmente il discorso pareva volgere dalla mia parte: l'amministratore concordava con me, infatti, che Yasu fosse un totale scansafatiche, persino un montato a suo dire. Certo, dalle sue parole sembrava trasparire una certa superiorità - e il suo gesto atletico precedente sicuramente ne era una riprova inconfutabile - ed io quindi non potevo comportarmi affatto allo stesso modo dello Yakushi col pizzetto. Salvo voler fare la sua stessa fine, si intende. Mentre continuavo il mio discorso, però, vidi brillare sinistramente le finte lenti dell'amministratore di Oto. Avevo attirato la sua attenzione e questo era fuori di dubbio, ma non sapevo dire se tale fosse un accadimento felice o meno. « Hai sentito..."voci". » Disse, prima di iniziare a gironzolarmi intorno come un ape fa con un fiore pieno di polline. « "Voci spaventate". Buffo, perché ho fatto il possibile per mettere a tacere la faccenda, ed anche se da est arriva qualcuno e vede il gate in genere entra nel villaggio e viene adeguatamente informato di tenere la bocca chiusa...e quelli che parlano comunque non penso siano così tanti da essere arrivati a generare delle "voci spaventate", sai? » Iniziavo ad inquadrare la situazione critica in cui si trovava Oto. L'attacco al Gate era stata opera di qualcuno, senza dubbio, visto la volontà di tenere tutto sotto controllo. Che fosse stato Jeral? La cosa era decisamente plausibile dato che voleva farmi vedere qualcosa per farmi capire qualcosa. Che per caso volesse dimostrarmi come anche un villaggio potesse essere alla sua mercé? Dovevo temere il suo sconfinato potere ed il fatto che fosse riuscito a lasciare il segno anche su Oto, uno dei quattro paesi legato al patto accademico?
    La mia mente era rivolta al recupero di Saruhyondo a qualsiasi costo: che avessi dovuto fronteggiare un ninja al mio livello o che ne avessi dovuto fronteggiare uno di gran lunga più abile del sottoscritto. La morte ed il fallimento erano l'unica opzione contemplata in caso di mancato adempimento del mio riscatto morale.
    « Dici che sai anche dei dissapori tra Kiri e Oto. Sai anche che nascono proprio da questo Gate, dove un tempo il tuo compaesano Godsan massacrò un bel pò di otesi, tra cui un mio cugino, per poi scappare impunito e finire ammazzato a Konoha...o almeno così dicono i ninja della foglia. » a queste parole un brivido percorse la mia schiena fino a salirmi sul collo ed infine nel centro della fronte dove l'amministratore poggiò il suo dito, con fare quasi dispregiativo. Rimasi in silenzio, senza distogliere lo sguardo. « Quindi vedi, se a te non interessa...a me invece interessa parecchio. » I dissapori tra Kiri ed Oto erano ben più radicati di quanto non ricordassi. Escluso il nome di Godsan, niente di tutto ciò, nonostante la mia età, mi fu familiare. « Sono Febh Yakushi. Amministratore del Villaggio. E io DETESTO fare l'amministratore, perché richiede impegno e concentrazione...tutte cose di cui faccio volentieri a meno nella mia vita di tutti i giorni. MA se si parla dell'East Gate le cose cambiano. In questo posto mi risulta stranamente facile focalizzare i miei pensieri e comportarmi in un modo che odio. Buffo, non trovi? » Questa volta mi trovavo davanti allo Yakushi giusto, quello che mi aveva nominato Itai, il tizio svitato che aveva mandato come regalo alle figlie del Mizukage un mortale marchingegno ... ed anche il motivo dei dissidi cui mi riferivo precedentemente, escludendo storie passate - ma non sepolte a quanto pare. Febh si era chinato pronunciando quelle parole, fino ad arrivare alla mia posizione, faccia a faccia col sottoscritto. « Quindi ora vedi di essere un briciolo più preciso, vuoi? Per Dovere Accademico. » disse, sbeffeggiando le mie parole. Con chi avevo a che fare? Perché la mia vita doveva essere una parentesi rosa tra l'incontro con uno svitato ed un altro? Sarei semplicemente dovuto tornare sotto le armi, non imbracciare la vita della Spia del Mizukage. « Dimmi esattamente da dove arrivano queste voci così che possa metterle a tacere fino a quando lo riterrò opportuno. Descrivimi chi ha parlato. Tutti, non importa quanto anonimo fosse il passante od il mercante, e io lo troverò. E nel mentre tu sarai mio gradito ospite...o ospite di Gene se dici che lo conosci. Oppure mi spieghi la faccenda in maniera più credibile di questo Dovere Accademico e forse la risolviamo qui, senza versare troppo sangue. A meno che non debba pensare che Kiri sia in qualche modo coinvolta col nostro piccolo restauro all'East Gate...di nuovo. Non vorrei dover convocare quel furetto multicoda di Itai per una chiacchierata amichevole. » pronunciò infine, chiudendo il suo lungo soliloquio. Quell'uomo era inquietante: non come gli altri ninja però, il cui solo aspetto ti incute terrore ma come individuo. La sua fisicità tanto lineare, la sua altezza modesta, il suo portamento generale tutt'altro che imponente nascondevano un sadico bastardo. Era davvero, davvero un individuo pericoloso. Durante tutte quelle belle parole non tolsi lo sguardo un secondo dai suoi occhi: ero inferiore in tutto, sentivo il suo potere sulla pelle, la sua superiorità schiacciarmi; ma l'orgoglio non avrebbe mai ceduto, piuttosto si sarebbe spezzato insieme alla mia spina dorsale, al collo, ad ogni singolo osso del mio corpo. Lasciai che il vento fischiasse un istante prima di riprendere parola. Mi stavo preparando a fare quello che so fare meglio: mentire. « Sa, Febh, a me Itai non sta affatto a genio. » dissi, serio in volto. Per lo meno avevo cominciato con una verità. « Ed è per questo che passo più tempo fuori che dentro Kiri. Sono uno studioso, ho sopportato il peso di dover riunire un clan ed adesso porto il fardello di ricostruirne la storia. Ero qui nei paraggi perché stavo investigando. Investigare porta a dormire fuori casa, dormire fuori casa porta in taverne e nelle taverne, si sa, le voci circolano. » Mi fermai un attimo, facendo una breve pausa. Stavo per dargli tutte le fittizie informazioni che mi aveva richiesto. Non solo, però, mi sarei esposto in modo davvero imprudente rivelando mie segrete conoscenze. « Un ubriacone può, dopotutto, scappare alla vostra ricerca, no? Perché è da un uomo in carne, anzi, decisamente obeso, puzzolente di rum, con capelli castani, unti, occhi chiari, rughe profonde in viso e dita storte dagli anni passati a coltivare la terra, sì, insomma, un tipico ubriacone da taverna, che sono venuto a conoscenza di un assalto qui al gate. » Dovevo sperare che si fosse trattato di un assalto da parte di qualcuno, idea che mi ero fatto facendo due più due con le parole di Jeral. « Vestiva comodo, un abito verde sotto un grembiule bianco sporco di ogni amenità possibile da macellaio. Vorrei aggiungere che sono entrato a conoscenza di questa situazione per caso. Kiri non sa niente della faccenda di cui stiamo discutendo, anzi, crede che Kiri affiderebbe ad un Genin un incarico così importante se volesse indagare? » dissi, accennando un sorriso. Per una volta, essere un ninja di grado infimo mi poteva tornare utile. « Non solo, crede mai, davvero, che una persona come Itai Nara sarebbe in grado di cospirare? E' più facile che preferisca amputarsi un piede piuttosto che venire meno ad un patto come quello Accademico. E' più facile che preferisca perdere un arto pur di non intraprendere azioni che ogni buon kage farebbe. » Rimasi con lo sguardo fisso su di lui ancora, senza mai staccarlo. « Quasi dimenticavo: la taverna si trova a circa due ore di cammino da qui. » In questa circostanza non stavo mentendo. Durante il viaggio avevo avuto modo di attraversare vari piccoli paesi, stavo semplicemente descrivendo un uomo che avevo visto di passaggio vicino ad una taverna di questi al tempo di corsa che avevo definito. « Se sono di disturbo, se non vuole fornirmi le informazioni che, solo per poter esservi d'aiuto, ho richiesto, sarò felice di allontanarmi da queste mura. Se invece riterrà che io possa esserle utile in qualche modo, allora sarò felice di aiutarla. » feci un'ennesima pausa. « Come il mio dovere accademico mi comanda. » dissi, sorridendo.

    Stavo, per l'ennesima volta mentendo, la seconda davanti ad una autorità ufficiale dell'Accademia, e stavo cercando di farlo al massimo delle mie possibilità. Prima o poi sarei diventato un ottimo ciarlatano, questo era poco ma sicuro.




    Legenda


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    Le Manovre Diplomatiche di Febh Yakushi

    Itai non ti va a genio? Beh, penso di poter dire che anche io ho qualche dissapore col Kokage. Per usare un eufemismo. Ma non per questo vado in giro fuori dal villaggio a usare frasi concatenate in modo da trascinare chi mi ascolta nel suo mio ritmo, così da intrappolarlo. Fuori da questo Gate probabilmente ti avrei perlopiù ignorato o lasciato ciarlare e passare anche se avessi avuto gli abiti cosparsi di bombe. Il che era, tristemente, la pura verità. Ma qui...qui non ci sono giochetti o furbizie. Qui ci sono solo io. E io sono tutto ciò che conta.

    Dopo quella breve interruzione lasciò comunque parlare il ninja di Kiri, ma non poteva fare a meno di mettere in chiaro che non sarebbe stato facile prenderlo in giro con le parole. Anche più di un ubriacone può sfuggire. Questo te lo concedo. Annuì, conciliante, mentre l'altro raccontava di una taverna non molto distante. Abito verde...panzone. Molto bene. Con un gesto incredibilmente rapido mise mano alla tasca dei calzoni estraendo qualcosa che portò davanti al volto del Genin...la velocità schiacciante [Nera] poteva quasi simulare un attacco, ma in realtà l'Amministratore aveva solo scelto di mostrare bruscamente una carta ninja su cui aveva appena registrato tutte quelle informazioni. Rileggilo e dimmi se è tutto corretto. Manderò subito una squadra a cercare questo sfortunato mentecatto ed interrogarlo. Si rialzò in piedi, indicando all'altro di fare altrettanto. Come ho detto sarai mio ospite fino ad allora, poi avrai tutto il mio supporto per la tua piccola ricerca, abbiamo parecchio negli archivi sotto l'Amministrazione e qualcosa potrebbe tornarti utile, perché andarsene a mani vuote, no? Aggiunse con fare conciliante, spostandosi di lato ed indicando l'ingresso con una gentilezza tale che difficilmente l'altro avrebbe potuto rifiutare...anche perché era evidente che gli avrebbe spezzato le gambe per poi trascinarlo se non si fosse mosso di sua sponte.

    Comunque ho un consiglio per te: mai presupporre che un Genin sia innocuo. Ho visto missioni ribaltate da un Genin particolarmente furbo, e poi non è buona educazione andare a presupporre ciò che un Villaggio potrebbe o non potrebbe fare...sono realtà diverse, magari non avete di meglio alla Nebbia. Poi al discorso su Itai il sorriso cordiale dello Yakushi si appiattì un poco, prima che un nuovo tono tagliente si facesse avanti nelle sue parole. Ogni buon Kage, eh? Ridacchiò. Kiri ha la spiccata tendenza a cospirare...non ho motivo di credere che Itai sia esente. Sapevi che l'Amministratore che mi ha preceduto è stato attirato dal vostro ex mizukage in una trappola...usando proprio il nome di Itai come pretesto? L'Amministratore è morto, ucciso da Shiltar Kaguya, e per quanto Itai fosse infuriato per essere stato messo in mezzo io ancora non ho visto la testa di un amministratore Kiriano offerta come segno di pace...ma non siamo barbari, mi accontenterei di quella di Godsan, solo per sputarci sopra qualche volta...o metterla sul fondo di un wc nei bagni pubblici del quartiere dei piaceri. Poi avrebbe dato una pacca sulla spalla al Kiriano. Comunque tranquillo, non mi dai alcun fastidio e sarai un valido ed utile ospite di Palazzo Yakushi. Magari passiamo anche a trovare Gene se ha smesso di fare piani a mia insaputa. E questa voleva essere una battuta, ma purtroppo si trattava della verità, anche se lui non ne aveva idea.

    Poi, quasi per ripensamento si sarebe spostato davanti al visitatore, come a volergli ricordare qualcosa. Ah...se saltasse fuori che il panzone non ne sa niente o non è mai passato per l'East Gate...allora avviserò il Mizukage di venirti a riprendere se garantirà per te. E nel frattempo io e te ci divertiremo parecchio. Ed in quel momento si esibì nell'espressione più inquietante che probabilmente Keiji avesse mai visto in vita sua...forse persino peggio di quella del Flagello Immortale...e probabilmente quella era l'ultima occasione utile per ritrattare.

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    Non vedo l'ora di averti come ospite, piccolo ninja di Kiri all'East Gate.

     
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    Le maniere forti di Oto
    Capitolo Secondo


    Atto VI
    Faccia di Bronzo o Incoscienza. †
    Più sentivo il sibilo che il suo corpo produceva nell'emettere suoni, più udivo la sua voce scorrere e infrangersi contro la mia in discorsi, più quell'uomo mi sembrava una presenza oscura. La scostanza delle sue parole, le espressioni che mutavano di istante in istante sul suo volto, la cordialità che le sue mani mostravano e l'asprezza dei suoi movimenti erano un continuo susseguirsi di contraddizioni. Quando gli concessi di sapere che Itai non mi andava a genio - cosa che non avevo nascosto al Mizukage stesso - lui rispose sì similmente ma si lamentò poi dell'abilità e della cura con cui cercavo di ubriacarlo con le parole. Non era un sprovveduto ed una semplice bugia non poteva bastare per occultare l'errore che le circostanze mi avevano portato a compiere: essere nel posto sbagliato al momento sbagliato con la persona più sbagliata che quest'universo potesse concedere. « Qui ci sono solo io. E io sono tutto ciò che conta. » Disse, lapidario, a chiusa del suo discorso. Quelle parole mi portarono a pesare ogni singola frase che avrei detto da quel momento in poi. E non avrei certo deluso una autorità di quel carico.
    Concluso il mio discorso riguardo il come avevo ottenuto quelle informazioni, Febh non esitò a darmi un saggio del suo incredibile potenziale: portò dapprima con naturalezza la mano all'interno dei suoi pantaloni e poi, con una velocità disumana e che mai io avrei potuto raggiungere, mi pose una carta ninja davanti agli occhi. Ero quasi certo che quel movimento fosse volto a colpirmi ma i miei riflessi erano decisamente troppo lenti anche solo per cercare di minimizzare i danni di un ipotetico pugno. Non sarei dovuto, per nessun motivo al mondo, intrattenermi a combattere con quell'uomo, specialmente disarmato come ero. « Una carta ninja eh? » dissi, mentre l'uomo mi stava dicendo il suo personale metodo per sbugiardarmi. « Credo di poterle fornire informazioni migliori, Amministratore. » aggiunsi, con un vistoso sorriso. Se dovevo mentire, dovevo farlo bene: una banale bugia ad un uomo capace di mobilitare un intero Villaggio non sarebbe bastata. Dovevo, come già accennato, scoprirmi e mostrare qualcosa di cui soltanto io ero capace. Ero un Artista, no? Quindi perché non ricamare su questa mia incredibile abilità? Il mio interlocutore nonché ninja di grado più alto mi fece cenno di alzarmi dopo averlo fatto a sua volta e quindi, senza esitare, eseguii l'ordine. « Rileggilo e dimmi se è tutto corretto. Manderò subito una squadra a cercare questo sfortunato mentecatto ed interrogarlo. Come ho detto sarai mio ospite fino ad allora, poi avrai tutto il mio supporto per la tua piccola ricerca, abbiamo parecchio negli archivi sotto l'Amministrazione e qualcosa potrebbe tornarti utile, perché andarsene a mani vuote, no? » mi disse, con fare davvero cordiale, atteggiamento collidente in toto con il tono spigoloso e acre che aveva assunto la discussione inizialmente. « Non servirà a niente interrogarlo. Non possiede più alcun ricordo di quell'incontro. » dissi, riportando lo sguardo fisso su di lui. « Ho detto di essere uno studioso, mi sbaglio? Non amo ripetermi ma non vorrei tralasciare nulla. Sono specializzato nel ricercare informazioni e nel custodirle ... gelosamente. » Diedi particolare enfasi a quest'ultima parola, cercando di incuriosire lo Yakushi. Poi glissai leggermente, passando ai ringraziamenti di rito riguardo la sua ospitalità. « La ringrazio molto della possibilità che mi sta offrendo e sarò onorato di indagare più approfonditamente la mia ricerca. »
    Quando poi ripresi parola ed ironizzai sul fatto che fossi un semplice Genin, lo Yakushi mi indicò di diffidare dall'affidarsi ad un grado, tornando ad utilizzare un tono decisamente meno cordiale. Non potevo che concordare maggiormente con lui: non è una semplice riconoscenza o carica a definire un ninja ma la sua personalità e la sua inclinazione morale al comando, in primis, ed all'onore in secondo luogo. La mia età, sicuramente, era segno d'esperienza maggiore rispetto a quella dell'Amministratore di Oto, l'esperienza stretta nelle arti ninja era, tuttavia, dalla sua.
    Passò poi a raccontarmi altri trascorsi interessanti tra Kiri ed Oto ma troppo lontani perché io potessi saperne qualcosa. Il nome del mio Kage, Shiltar Kaguya, pronunciato con così tanto disprezzo dall'Amministratore mi fecero però desistere da qualsiasi ipotetica forma di curiosità o commento. Non potevo affatto scherzare né trattare, dalla mia posizione, con un individuo così lunatico. Già mi stavo spingendo troppo oltre con le mie fandonie.
    Infine, Febh volle darmi un ultimo, raggelante squarcio sulla sua personalità con un discorso ai limiti del macabro e della violenza gratuita. « Ah...se saltasse fuori che il panzone non ne sa niente o non è mai passato per l'East Gate...allora avviserò il Mizukage di venirti a riprendere se garantirà per te. E nel frattempo io e te ci divertiremo parecchio. » Tra i due, forse, non ero l'unico dunque a coltivare l'Arte della Tortura. Nonostante le parole raccapriccianti dello Yakushi ed il terrore che esse avevano suscitato nel sottoscritto, cercai di rimanere calmo e di esporre ciò che mi era venuto in mente prima. « Come ho già detto, l'interrogazione sarà vana e se me lo concede, vorrei mostrarle perché. Permette? » Dovevo infilare una mano nella tasca interna del mio cappotto, non potevo quindi farlo senza destare sospetti. Per sicurezza, chiesi il permesso al mio interlocutore, indicando con la mano destra il taschino cui mi riferivo e portando la sinistra in avanti, aperta, alta, davanti al petto come a voler dimostrare la mia inoffensività. Se Febh me lo avesse concesso, avrei estratto dalla tasca con la mia mano abile l'unico filatteriopozione che mi ero portato dietro quel giorno, altrimenti avrei proceduto a parole. « Sono un Artista dei Filatteri e sono capace di immagazzinare interi ricordi in queste piccole ampolle. Non solo, le mie capacità mi permettono di estrarre, letteralmente, i ricordi dalla testa delle persone e di inserirli qui dentro, come è avvenuto nel caso del nostro caro ubriacone fetente. » Dissi, con una lieve nota di disprezzo. Avevo una considerazione terribilmente bassa di chi buttava via la propria vita. Anche quando si trattava di individui fittizi. « L'anonimato, quando si cercano segreti, è importante, credo lo sappia meglio di me e di certo non potevo lasciare le cos al caso. Tendenzialmente sono solito rendere questi miei filatteri leggibili solo al sottoscritto per via delle informazioni che contengono ma quest'oggi potrei fare una eccezione. Il problema è che questo filatterio è già stato usato ed è l'unico che ho dietro al momento. » Rallentai su questa frase, riprendendo per un istante fiato. « Necessiterei dunque di un po' tempo e di riposo per poterne costruire un altro nel quale instillarci il ricordo che ho sottratto a quell'individuo. Abbisogno di sangue di mia proprietà e la concentrazione necessaria è molta. Nonostante questo credo che per questa sera potrei essere in grado di fornirgli le informazioni necessarie che lei stesso potrà sperimentare con mano. » Gli dissi, porgendogli il filatterio che gli avevo mostrato. « Può prendere questo come pegno finché non avrò dimostrato quanto devo. » Similmente a come si era comportato il ninja che avevo davanti mi rilassai un secondo, prima di metter su, con gli occhi, un'espressione simile a quella di un animale affamato, desideroso, bramoso di mettere le fauci su una succulenta, piccola preda - anche se per me il caso era opposto. Non sapevo se la mia fosse faccia di bronzo o incoscienza. Probabilmente entrambe.


    « Oppure potrei accorciare i tempi necessari a questa operazione di molto, forse meno del tempo necessario per andare e tornare da quella locanda, pur rimanendo necessario il mio riposo, se mi fornisse lei del sangue che le appartiene. Se il sangue non è suo, il chakra che infonderò nelle ampolle non la riconoscerà e non le farà rivivere ciò che vuole sapere. Solo il proprietario del sangue o l'Artista possono leggere dal filatterio. »




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    Febh ignorò la prima replica del Kiriano che riteneva inutile cercare l'ubriaco chiacchierone, anche dopo la sceneggiata con la carta ninja. Ho modi parecchio persuasivi per far ricordare le cose alla gente, anche se era ubriaca quando le ha fatte. Poi fece la sua mossa, avanzando le sue minacce per cercare di portare allo scoperto eventuali menzogne che erano state taciute...ed in tutta risposta ottenne delle informazioni incredibilmente interessanti sulle arti del Genin...sempre che non stesse millantando capacità che in realtà non possedeva.

    Erano appena passati oltre il varco che al momento fungeva da ingresso orientale del villaggio quando Keiji ancora fece presente che l'interrogazione sarebbe stata vana, attirando ancora una volta l'attenzione dell'Amministratore in un modo che forse non aveva preventivato. E per quale assurdo motivo un ciccione ubriaco che ha raccontato a te qualche "voce spaventata" doveva avere questi pettegolezzi cancellati dalla sua mente, specie se ancora non avevi confermato di cosa si trattasse? Disse col tono di chi genuinamente si pone quella semplice e logica domanda. Certo...sempre che tu non conoscessi già quelle informazioni, non credi? Oppure, ed hai ragione, è la semplice paranoia di un uomo che pur essendo un genin fa della raccolta di informazioni una vera e propria missione. Annuì, apparentemente convinto mentre l'altro gli mostrava il filatterio e ne spiegava per sommi capi le caratteristiche. Ma certo, ma certo, anche io faccio qualcosa di simile con le mie Carte Ninja.

    Quando poi l'altro propose di accelerare i tempi Febh sembrò entusiasta! Mi stai dicendo che posso evitare di sprecare tempo e risorse per verificare la tua storia semplicemente con poche gocce di sangue? Ma è fantastico! Scommetto che puoi scrivere o trasmettere quello che ti pare con questi tuoi "filatteri" ma non ho dubbi che per dovere accademico non mi tireresti mai un tiro così mancino, vero? Nella sua mano apparve un Kunai, quasi dal nulla anche se in realtà ne aveva sempre uno occultato nella manica [Prestigiatore]. Daccordo allora, facciamolo e tagliamo la testa al toro! E con un guizzo rapido passò la lama affilata sul palmo dell'altra mano, con tanta schioccante e brutale violenza che ci si sarebbe aspettati un fiotto di sangue rosso vivo a bagnare il terreno ed i suoi abiti...ma non ci fu nulla del genere. Invece del sangue era emersa una sorta di fumata crepitante dalle piccole dimensioni, nata dalla pelle e dai vasi che avevano iniziato a guarire sin da prima di ricevere danno, così da non versare nemmeno una goccia di sangue! [Tecnica]
    Guarigione Yin delle Ferite - In'yu Shometsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore, attivando la rigenerazione nella zona dove subirà il colpo, può ridurre i danni. La riduzione della potenza dell'offensiva è pari a 20 ogni livello nella tecnica speciale posseduto. La potenza può essere annullata, lasciando illeso l'utilizzatore. L'utilizzatore non subirà mai status dall'attacco subito. Riutilizzare questa tecnica rende Affaticato l'utilizzatore.
    Tipo: Ninjutsu - Hikariton
    (Livello: 4 / Consumo: Medioalto)
    [Richiede Tecnica della Rigenerazione I]

    [Da genin in su]


    L'otese sgranò gli occhi, spalancando la bocca. Assurdo! Assurdo ed incredibile, non trovi? Mostrò il palmo roseo ed integro con aria assolutamente stupefatta, tornando poi a guardarlo intensamente. Proprio non riesco a spiegarmi come sia successo...è privo di ogni logica! Assolutamente senza senso. E poi, mentre stava fissando ancora la sua mano con occhi colmi di confusione, ecco che la mano ancora armata si sarebbe sollevata, con un movimento fluido, molto elegante e delicato, nel tentativo di conficcare la sua lama nella spalla del Genin, non troppo a fondo, ma giusto il minimo indispensabile per fare un bel pò male. [Azione]Statistiche: Velocità Nera, Forza Nera, Precisione Nera
    Solo a quel punto la sua espressione si sarebbe fatta mortalmente seria, sollevandosi con occhi da predatore sul ninja di Kiri.

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    Senza senso almeno come le scemenze che racconti. Girò la lama nella ferita. Sta bene che cancelli dalla mente del panzone di averti incontrato. Quello ha senso. Cancellare però le voci che ha sentito non ti darebbe alcun vantaggio visto che sono scollegate alle tue ricerche sul tuo clan...a meno che tu non abbia qualcosa a che fare con i restauri. Quindi la tua intera storia non ha alcun senso...oppure ti stai scavando la fossa da solo. Poi avrebbe avvicinato il viso a quello bendato dell'altro. E poi andare a chiedere il sangue ad un ninja di alto rango come se niente fosse è a dir poco la mossa più stupida che si potesse fare, specialmente ad Oto. Sai quante cose si possono fare col sangue? Qui abbiamo i Mikawa, giusto per dirne una...ed io per primo con con poche gocce potrei preparare un veleno letale e mirato solo nei tuoi confronti. Intascò comunque il filatterio che gli era stato offerto. Sarà divertente come ninnolo da mandare ad Itai a prova della tua presenza qui.

    Socchiuse gli occhi. Il piano è invariato. Tu vieni con me a Palazzo Yakushi e mandiamo qualcuno a cercare il panzone. Se non sa nulla di te passi. Se non sa nulla delle voci sull'East Gate o non risulta che sia mai passato di qua allora sarai molto impegnato fino all'arrivo del Mizukage...che comunque ho tutta l'intenzione di chiamare in ogni caso, visto che non amo chi si mette a fare il furbo con me. Avrebbe levato l'arma dal corpo dell'altro, intimandogli di avanzare mentre la riponeva con la stessa rapidità con cui lo aveva fatto comparire. Avanti, verso casa mia...e poi parleremo in maniera un pò più seria. E poi che razza di clan sono i Kagome? Non è un nome che conosco...e io so un sacco di cose.


    Inutile dire che avrebbero trovato qualcuno che almeno in parte combaciava con la descrizione prima o poi. Qualcuno che però non sapeva assolutamente niente di tutta quella faccenda. E questo era un male per il ninja del clan Kenkichi.

    [...]

    Non molto tempo dopo una missiva sarebbe giunta all'attenzione del Mizukage di Kiri, siglata con ogni possibile timbro e sigillo ufficiale di Oto. Un messaggio tanto formale nella spedizione tuttavia trasportava parole vergate a mano con uno stile tutt'altro che aulico e piuttosto adatto ad una cartolina.

    Ehilà!
    Come va la vita? Salutami le bambine e la vecchia ramarra. Quella con le scaglie, non tua moglie. Piaciuto l'Hoola-hop coi bordi esterni taglienti? Spero che le piccole ci si divertano. E saluta anche tua moglie, dimenticavo!
    Parlando di cose ufficiali: c'è stato qualche problemino all'East Gate con un Kiriano. Niente di paragonabile a quella carogna di Godsan, ma ha pensato di fare un pò il furbo con me e la cosa non mi è andata a genio.
    Dice che era di passaggio, ha sentito alcune notizie ed è venuto a verificare...ma erano notizie riservate e non avrebbe dovuto saperle. Quando gli ho chiesto come le avesse sapute ha iniziato a tirare fuori scuse e balle, quindi lo ho trattenuto per un breve ciclo di chiacchierate. Dice che le ha sentite da un tizio e che poi gli ha cancellato la memoria di tutto, sia dell'incontro che di quelle notizie...prima di sapere che erano notizie riservate.
    Stranino, no?
    Saresti così gentile da venirtelo a riprendere prima che mi venga voglia di spellarlo e metterlo nel sale alla prossima scemenza che prova a spacciarmi per sensata?
    Grazie

    Febh.
    XOXO


    Al messaggio era allegata una curiosa fiaschetta di sangue.
     
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    Capitolo Terzo


    Atto VII
    Paranoie
    Sembrava non voler capire; mentre esponevo il discorso continuava a sostenere di poter recuperare ricordi che io avevo millantato di aver tolto dalla mente dell'ubriaco. « Dio santo quanto deve aver rosicato per la storia di Godsan ... » pensai, mentre non riuscivo a capacitarmi di tutte le inutili precauzioni che stava portando verso un ninja sì bugiardo ma in buona fede. Mi dispiaceva non poter dare le vere informazioni che possedevo a quell'uomo, a me stava anche simpatico. Per lo meno si comportava come era logico fare, seppur eccessivamente, come nel suo caso, ma preferisco gli eccessi di zelo alle superficialità. Poi l'uomo pose una domanda dalla risposta abbastanza scontata, a mio dire. Credo, se ricordo bene, di aver dato anche una esaustiva seppur saccente risoluzione a quella questione: « E per quale assurdo motivo un ciccione ubriaco che ha raccontato a te qualche "voce spaventata" doveva avere questi pettegolezzi cancellati dalla sua mente, specie se ancora non avevi confermato di cosa si trattasse?! Certo...sempre che tu non conoscessi già quelle informazioni, non credi? Oppure, ed hai ragione, è la semplice paranoia di un uomo che pur essendo un genin fa della raccolta di informazioni una vera e propria missione. » Aspettai che finisse la sua frase prima di spiegare che non era semplice come voleva darla a credere. « Lei non ha nozioni sui procedimenti di cancellazione della memoria, mi sbaglio? Se avessi lasciato nella sua testa un solo, ipotetico, collegamento a ciò che ci eravamo detti, l'uomo avrebbe potuto risalire, seppur con estrema difficoltà, alle vicende che mi avevano protagonista. La mente è un marchingegno così strano ... » dissi, sospirando. Poi ripresi il mio discorso sulle presunte abilità, andando a fare quel che colse l'attenzione di Jeral e forse mi permise di non morire durante il nostro incontro, chiedere sangue al mio interlocutore. Avrei appreso che non tutti erano disposti a donarlo con così leggera concordia. Febh, per esempio, non lo fu affatto.
    « Mi stai dicendo che posso evitare di sprecare tempo e risorse per verificare la tua storia semplicemente con poche gocce di sangue? Ma è fantastico! Scommetto che puoi scrivere o trasmettere quello che ti pare con questi tuoi "filatteri" ma non ho dubbi che per dovere accademico non mi tireresti mai un tiro così mancino, vero? » pronunciò l'Amministratore. Cercai di rispondergli ma i suoi movimenti furono più veloci delle mie parole; un kunai si materializzò quasi dal niente nella sua mano. Era veloce. C'era una cosa che non avrei mai potuto tollerare però: stava mettendo in dubbio il mio onore, dandomi ripetuttamente del bugiardo, ritenendo inconsistenti le mie forme d'aiuto e, anche se aveva decisamente ragione, almeno sulla prima parte, non glielo avrei mai concesso. Mai.
    Il mio sguardo divenne ispido, pareva lanciar sassi, le sopracciglia si aggrottarono terribilmente e l'oscurità del nocciola della mia iride prendeva mangiava sempre più lo spazio della scura pupilla, che si rimpiccioliva, diventava microscopia, mentre stampava nella mia mente il volto dello Yakushi. « Daccordo allora, facciamolo e tagliamo la testa al toro! » disse, mentre con rapidità ed estrema crudezza passava il filo del kunai sul palmo aperto della sua mano. Mi sarei aspettato non dico che la parte superiore cadesse, ma che almeno un copioso fiotto di sangue uscisse da questa: invece sentii soltanto una serie di scoppiettii, come una fiamma che passa su del ferro caldo e lo fonde, seguiti da scintille e fumo. La sua mano si era aperta al passaggio dell'arma ed immediatamente richiusa, come una spada che cerca di tagliare l'acqua. Rimasi esterrefatto: o quell'uomo aveva un fattore rigenerante elevatissimo, oppure aveva utilizzato un qualche jutsu. Poi accadde l'impensabile.


    Il teatrino seguente fu degno di nota, lo ammetto. Il suo modo di fare era a me totalmente distante, troppo informale, troppo volgare, troppo ... poco carico di pathos. Tuttavia era efficace e spesso, come in questo caso, il fine era ciò che contava. « Assurdo! Assurdo ed incredibile, non trovi? » disse, spalancando la bocca e mostrandomi la mano immacolata. « Proprio non riesco a spiegarmi come sia successo...è privo di ogni logica! Assolutamente senza senso. » aggiunse poi, prima che un flebile sibilo tagliasse l'aria. Ebbi il tempo di vedere la mano che brandiva il kunai alzarsi e questo fu abbastanza per capire le intenzioni del lunatico. Concentrai tutto me stesso nel dare alla zona che sembrava essere il bersaglio di quel colpo ed attinsi un po' al mio tantien di modo da irrobustire il più possibile la zona dell'impatto che non avrei potuto evitare in nessun modo. L'arma attraversò prima il duro cappotto dell'Armata fantasma
    Cappotto della XIV Armata Gōsuto [Protezione]
    Questa cappotto, in dotazione all'esercito Maeda del paese della Cascata durante la guerra contro l'esercito Ryong del paese della Roccia, era la divisa cerimoniale di tutto l'esercito. Lungo dal collo fino ai piedi, pur lasciando un'ottima libertà di movimento, offre una modesta protezione contro il freddo e mantiene il corpo in una temperatura mite in caso di grande caldo. Utile per occultare le proprie azioni.
    Tipo: Protezione-Supporto
    Dimensione: Grande
    Quantità: 1
    (Potenza: 20 | Durezza: 3 | Crediti: 55)
    , poi le bende ed infine si conficcò nella mia spalla, neanche troppo in profondità e senza ferirmi in modo esagerato. Strinsi i denti, rimanendo immobile e continuando a fissare l'uomo negli occhi. Ero stato addestrato a non mostrare il dolore, nonostante stessi decisamente soffrendo. « Senza senso almeno come le scemenze che racconti. » disse, girando il kunai nella ferita, allargandola. Un ulteriore rivolo di sangue uscì da questa, andandomi a sporcare ancor di più il cappotto. Adesso faceva anche più male. Continuava a sostenere che le mie dichiarazioni non avessero senso, seguendo un filo logico che solo lui poteva seguire, colmo di ignoranza nelle fittizie materie che affrontavamo. Poi mi si avvicinò ulteriormente, come a voler scrutare nei miei occhi. « E poi andare a chiedere il sangue ad un ninja di alto rango come se niente fosse è a dir poco la mossa più stupida che si potesse fare, specialmente ad Oto. Sai quante cose si possono fare col sangue? Qui abbiamo i Mikawa, giusto per dirne una...ed io per primo con con poche gocce potrei preparare un veleno letale e mirato solo nei tuoi confronti. Sarà divertente come ninnolo da mandare ad Itai a prova della tua presenza qui. » Sorrisi, divertito. « Le ho solo detto che avrebbe accelerato i tempi lei, di sua iniziativa, poteva declinare. Avrebbe avuto in ogni caso ciò che voleva. » mi limitai a puntualizzare. Poi egli cercò di squadrarmi meglio, socchiudendo gli occhi. « Il piano è invariato. Tu vieni con me a Palazzo Yakushi e mandiamo qualcuno a cercare il panzone. Se non sa nulla di te passi. Se non sa nulla delle voci sull'East Gate o non risulta che sia mai passato di qua allora sarai molto impegnato fino all'arrivo del Mizukage...che comunque ho tutta l'intenzione di chiamare in ogni caso, visto che non amo chi si mette a fare il furbo con me. » aggiunse sul finale. La replica fu immediata. « Vedrà che sarà come le ho detto io. L'uomo non ricorderà niente. Il che potrebbe anche sostenere la sua tesi. Purtroppo è la sua parola contro la mia e la sua ha indubbiamente un altro peso davanti a queste mura. » dissi, mentre Febh estraeva con la stessa violenza con cui lo aveva conficcato, il kunai dalla mia spalla. « Ammetto che apprezzo il modo con cui date il benvenuto a chi vi raggiunge per aiutare. » ironizzai. Se l'incoscienza mi aveva mosso a mentire, la faccia di bronzo mi dava tutti i mezzi per perpetrare quel simpatico teatrino. « Avanti, verso casa mia...e poi parleremo in maniera un pò più seria. E poi che razza di clan sono i Kagome? Non è un nome che conosco...e io so un sacco di cose. » Aggiunse lo Yakushi prima di indicarmi la strada dentro le mura. Stavo entrando ad Oto e non l'avrei fatto certo standomene zitto o da prigioniero. « Non sono originario di Kiri, Amministratore. E' un peccato, comunque, che il buon Diogenes non abbia potuto garantire per me. Spero di trovarmi bene con lei quanto col Garth, spero anche, ma su questo non posso esserne affatto certo, dato le circostanze, che il nostro primo incontro sia meno doloroso di quello avuto col Mikawa. Almeno so che gli è all'altezza. »

    Guai portano solo altri guai. Paranoie portano solo altre paranoie.




    Legenda


    Narrato
    « Citato! »
    « Parlato! »
    « Pensato! »
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.

     
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