[Quarto Accesso] East Gate Of Sound[Free GdR] [Macro GdR]

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    I Peccati di Oto - parte VIII


    Tu. Dove si trova il Garth?



    Una maschera di terra e sangue si parò d'innanzi ad un uomo dalla stazza media, abbastanza muscoloso da sembrare quasi al limite del tozzo. Il soldato arretrò, alzando la mano e puntando tremante la punta di un kunai in direzione del Fedaikin. Sulla sua faccia si dipinse lo spavento, un pò per l'apparizione improvvisa un pò per le condizioni incui versava il Jonin. I suoi compagni misero subito le mani sulle loro armi, pronti a vendere cara la pelle anche contro quel nuovo invasore. Poi, luminoso quanto il bagliore che si dipinse negli occhi del malcapitato, il coprifronte del villaggio del Suono riflesse la luce del sole, chiarendo la provenienza dell'irriconoscibile Fedaikin.

    Takatsui-sama, per tutti i kami!
    Non l'avevo riconosciuta! Che cosa le è successo? N-non stava combattendo il nemico...?

    Shinken era effettivamente ricoperto di fango, dalla testa ai piedi, in un misto colloso di terra e sangue. I suoi capelli erano luridi e persino il suo finto volto era stato danneggiato nello scontro. La sua guancia destra era completamente divelta e sotto a quest'ultima si intravedeva la pelle sfregiata, parte del lascito di Rengoku. Il braccio penzolante poi, insieme il vestiario rovinato, non avevano aiutato il riconoscimento da parte del soldato, il quale, anche se ancora guardingo, sembrava essersi rilassato un poco.

    Devo sapere dov'è Aloysius Mikawa.

    Chiese secco Shinken, con gli occhi bianchi che fissavano il suo interlocutore. E voi altri andate a fare rapporto a Gojyo, immediatamente. E' un ordine. Il Genjutsu aveva rallentato la presa sulla mente del Fedaikin, anche se per sua stessa ammissione lui non era affatto un leader carismatico, ma di certo non si comportò bene con i suoi sottoposti. Il gruppetto reagì rigido, scattando in direzione delle mura non appena sentirono la parola "ordine", mentre il ragazzotto su cui Shinken era tornato a posare gli occhi cercava di rispondere alla domanda del Jonin, intimorito. Da quello che aveva potuto capire, sembrava che il Garth Mikawa fosse appena arrivato alle mura. Un tempismo perfetto!

    [...]

    Non convinto di potersi permettere di utilizzare altro chakra, Shinken si spinse sulle mura unicamente con la forza rimastagli nelle gambe. Era gravemente ferito, ma aveva sopportato atrocità ben più grandi di quei fastidiosi occhi gelatinosi e di qualche fulmine. Quando raggiunse il punto più alto della cinta muraria, subito i suoi sensi vennero attirati dal sonoro battito di mani di Diogenes. Grandi com'erano non ebbe problemi a farsi sentire dal Fedaikin e dal resto dei presenti. Con fare lento avrebbe raggiunto il Garth, non voleva far vedere che quella "scaramuccia" gli fosse costata così tante energie e quindi non aspettò che fosse lui a raggiungerlo. Si sforzò ancora e passo dopo passo gli si parò d'innanzi.

    No. Non mi basta.



    Shinken aveva il brutto vizio di sentirsi al pari di qualsiasi interlocutore avesse davanti, non importava fosse Aloysius Diogenes Mikawa, Gojyo o Febh dannato-Yakushi. Statuario, per quanto malconcio, si era fermato davanti al Mikawa ed il suo corpo era diventato persino più grande, seppur inferiore alla stazza del Colosso [Addattamento: dimensioni x2]. Lo guardava serio, con una dose del suo sakki ancora evidente. Questa prepensione ad affrontare di petto chiunque avesse davanti, lo aveva sempre contraddistinto, quella sfrontatezza lo aveva sempre messo in gioco, nel bene e nel male, in tutte le conversazioni che aveva avuto con il Garth dei Mikawa, anni ed anni prima. Si erano sempre trattati con rispetto, anche se entrambi sapevano che le forze in gioco non erano uguali. Con uno starnuto del Garth, in quelle condizioni soprattutto, Shinken poteva diventare polvere per i vermi. E Shinken ne era consapevole. L'unico dei presenti che non poteva aspettarsi quella reazione da parte del Fedaikin era Gojyo, che non conosceva abbastanza il rapporto tra i due.

    Passato pochi istanti ed i guerrieri che Shinken aveva fermato arrivarono sul luogo, presentandosi al ragazzo dai capelli rossi. Shinken aveva immaginato potesse esserci anche il gregario del Garth, ma lui voleva avere una conversazione privata, anche se per pochi istanti. Sicuro quindi che Gojyo sarebbe stato impegnato per qualche istante, Shinken colse l'occasione per parlare, mentre ancora fissava il colosso neglio occhi. Noi due dobbiamo scambiare qualche parola in privato, abbiamo già fatto passare troppo tempo. Chiarendo, in maniera dura, che cosa gli stesse chiedendo.

    Non credi, Aloysius?



    Forse però - da quando era tornato ad Oto - il Jonin aveva anche imparato a fare qualche passo in avanti.


    Edited by Shinken Takatsui - 16/5/2017, 16:23
     
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  2. -Meika
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    Ricerca e Sviluppo
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    Forse i desideri del Mizukage erano andati troppo in la rispetto le sue capacità. O forse tra tutti i libri che c'erano a Kiri non era riuscito a trovare qualcosa di utile per fare quanto doveva: stava di fatto che quelle braccia non si muovevano come dovevano.
    Il sistema che avevamo progettato era anche ingegnoso ed interessante: un attacco a sostituire l'articolazione danneggiata su cui si collegava l'arto artificiale. In questo modo, piuttosto che collegare direttamente l'arto al corpo l'arto veniva collegato ad un dispositivo più piccolo e difficile da rompere, in questo modo poteva essere sostituito.

    Tuttavia l'arto non si muoveva. Il braccio di Keiji forse avrebbe funzionato, i test erano promettenti, ma il materiale utilizzato era misterioso e potente. Ma le gambe, costruite con metallo comune, erano problematiche. Così il Mizukage aveva deciso di mandarmi nell'unico posto in cui non era saggio mandare un Kiriano e che per coincidenza era anche il posto migliore del continente quando si parlava di arti sostitutivi.
    Mi aveva anche dato il potere di contrattare qualche condizione e mi aveva ordinato di parlare direttamente con l'Amministratore Yakushi, con tutti gli avvertimenti del caso.

    Yogan, che mi aveva accompagnata per fare in fretta, atterrò ad una decina di chilometri dal Villaggio prima di sparire. Salutai e ringraziai la dragonessa, dunque proseguii verso Oto, fino a presentarmi davanti ai suoi cancelli. Se un guardiano mi avesse interrogata a quel punto avrei parlato.
    Sono della Squadra Medica di Kiri. Devo parlare con il Consigliere Febh Yakushi per una questione medica In quel caso la verità era migliore delle menzogne. Se Diogenes Mikawa era il Guardiano di Oto, allora c'era la possibilità che lui o qualcuno dei suoi sottoposti facessero domande ed in quel caso parlare di arti perduti era immensamente più innocente che parlare di "incarichi confidenziali dati dal Mizukage".
    Sarebbe servito solo a sollevare inutili (ed in questo caso, persino infondati, sospetti).




     
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    Rapporto.


    Il mostro venne sconfitto, distrutto dalla potenza scatenata dai miei colpi mischiati al Chakra Elettrico. Fortunatamente oserei dire, perché semplicemente non sarei stato in grado di affrontarlo diversamente. Sospirai. Avevo faticato parecchio, più di quanto avrei mai supposto. Distruggere Invidia mi era costato molto Chakra e non solo… una bella ferita alla gamba che dovevo subito trattare.

    Così me ne andai, raccogliendo prima tutte le armi che avevo utilizzato e scagliato. Assunsi subito i tonici, per recuperare sia il Chakra sprecato che diminuire l’entità della ferita causata da quel pericolosissimo fulmine. Nel frattempo attorno a me si raccolsero diversi civili, spaventati e incuriositi allo stesso tempo. Rimasi impassibile, come era mio solito nel confronto degli estranei, impegnato a fasciarmi la ferita. Successivamente mi limitai ad un accenno, a poche parole: - Sigillate quel Dojo e che nessuno acceda, all’interno si trova qualcosa che non appartiene a questo mondo. Non posso escludere che quella cosa verrà analizzata e non posso allo stesso escludere che sia riuscito ad ucciderla completamente. Ora mi dirigo al Gate… se qualunque mai mi dovesse cercare. -

    A quel punto mi diressi verso il Gate, l’Est, per la precisione. Ovvero il punto in cui l’allarme scattò all’inizio. In parte mi sentivo preoccupato. Se quello che avevo affrontato era solo una emanazione potevo trovarmi davanti ad un nemico ben più grande di quello che potevo realmente affrontare ma non vedevo comunque alternative. Era la mia occasione perfetta per fare qualcosa a favore del villaggio. Di ottenere fama e orgoglio che avrei speso davanti al Clan, nel futuro per rivendicare la guida dello stesso.

    Proseguii a passo accelerato per diversi minuti sgusciando tra i stretti vicoli fin tanto che non mi ritrovai davanti a… quello che doveva essere l’Est Gate. O almeno quello che rimaneva. La scena era infatti alquanto desolante. Le mura in un certo senso… erano sciolte aprendo così un’ampia breccia nelle stesse. Numerose persone confluivano verso il Gate, lasciando intendere che la situazione si era appena risolta ma di sicuro era costata parecchio, molto di più di quanto avevo speso io poco prima.

    Feci qualche passo in avanti, avvicinandomi. Mi guardai attorno alla ricerca di persone a me conosciute ma non individuai nessuno di particolare. Erano volti nuovi, ma non per quello estranei. Erano volti provati, alcuni scossi. Cosa era successo?

    Tuttavia la mia attenzione fu richiamata da una voce, fuori campo. Mi voltai verso la direzione di provenienza. Un uomo mi parlò e mi pose una domanda, molto semplice. Voleva un rapporto. Chi era quell’uomo non sarei stato in grado di dirlo ma il fatto che mi riconobbe mi bastò come prova di fiducia… del resto non avevo nulla da nascondere.

    - Genin Kato Yotsuki, mi trovavo nel quartiere Yotsuki per motivi personali quando un Dojo è stato invaso da una strana bestia a forma di occhio gigante. Completamente nera, terribilmente maleodorante. Per qualche minuto è risultato collaborante, quasi ero riuscito a portarlo dalla mia parte per farlo parlare ma poi è impazzito, per motivi a me sconosciuti. Ha iniziato a lanciare Raiton ovunque, appena ho avuto l’occasione l’ho distrutto. Subito dopo mi sono diretto qui, dove l’allarme era stato lanciato. Sono a completa disposizione. –

    Telegrafico, come al mio solito. Non avevo niente altro da aggiungere.


    N.B:
    Per quanto ovvio sottolineo che questo post si svolge precedentemente all'arrivo di Meika al Gate.
     
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    Shinken era alquanto impaziente di discutere e, anche secondo Diogene, non aveva tutti i torti: dopo il suo ritorno non era ancora riuscito a parlate degli argomenti più importanti con Aloysius, vuoi perchè era stato rilegato al compito di guardiano vuoi perchè il Mikawa aveva dovuto sbrigare una serie infinita di faccende una volta tornato in salute.

    " Sistemiamo la situazione qui al Gate e poi ci recheremo alla Villa. Tu, invece..."

    Disse diretto al ragazzo che aveva appena risposto alla domanda di Gojyo: sapeva chi era, era costantemente aggiornato riguardo gli sviluppi dei giovani otesi e il genin rientrava tra quelli di miglior prospettiva; non a caso aveva affrontato una di quelle masse nerastre senza rimanerci stecchito.

    " Pare che gli Yotsuki abbiamo sfornato finalmente qualcosa di degno dalle loro fucine. "

    Un apprezzamento anomalo da parte del Jonin restio in quanto ad elogi: da quel clan aveva ricevuto solo delusioni, Daisuke prima e Doveraux dopo. La testimonianza del genin, tuttavia, aveva posto un serio allarme sull'integrità delle zone più interne del villaggio. Lo Zetsu custodito nel cubo aveva sparso parti di se in tutta Oto e, se quella capitata nel quartiere più bellicoso nel villaggio aveva avuto grande sfortuna, altre ritrovatesi in zone più tranquille come le vie del mercato e le zone residenziali dei nobili potevano far danni.
    Il Garth avrebbe dunque chiamato Ashiro e Ukitake, i più vicini dei suoi gregari accorsi al gate, e disse:

    " Dobbiamo assicurarci che il villaggio sia in sicurezza, che due squadre battano a tappeto tutte le vie per debellare minacce residue e dare assistenza ad eventuali feriti. Qui Unohana e Matsumoto sanno come gestire i feriti...Eiatsu è già in ospedale, pronto a riceverli. Chiamate anche Febh, in quanto a pulizie non è secondo a nessuno ahahah "

    Voleva essere una battuta (anche se gli era stato detto che l'Amministratore avesse davvero ripulito il quartiere a luci rossa dei detriti del Neko in pochi secondi) ma, vista la serietà del momento, forse non era una grandissima idea. Ad ogni modo, il Colosso sapeva benissimo cosa fare dei due shinobi che avevano dato tutto loro stessi per difendere il villaggio...

    " Io mi sono scocciato di vedere le mura del villaggio a pezzi, voi no?

    wSbtMGy

    La loro fragilità è qualcosa che non posso più tollerare...noi, qui, oggi, decideremo come rinforzare la prima linea di difesa del villaggio. Prima Yashimata, poi Jeral, recentemente Kumo e ora Zetsu, quattro fallimenti che dovrebbero averci insegnato qualcosa, no? Oto deve stanziare fondi seri per la sua difesa e a questo ci penserò io, sia attingendo alle risorse di Villa Mikawa sia parlandone con Febh; che si alzino le tasse, se necessario! Da voi, invece, voglio idee nuove per ripensare la struttura del villaggio: abbiamo una rete di cunicoli impressionante, possiamo sfruttarla? E se si, come? Parlo anche con te, Yotsuki, magari una mente giovane più darci qualche spunto interessante."


    Rifondare subito dopo la distruzione avrebbe forse dato i giusti stimoli a tutti i presenti per progettare qualcosa di veramente efficacie: se i piani del Mikawa fossero andati nella direzione da lui prospettata, allora Oto doveva tramutarsi in una roccaforte inespugnabile!
    Gojyo avrebbe dato il suo contributo, analizzando quello che aveva potuto constatare nei tre anni in cui aveva, in pratica, preso il posto del vero guardiano ai Gate.

    " Ci serve più potenziale bellico alle mura: lo spirito degli uomini è forte e anche la loro preparazione psicologica nell'affrontare avversari molto più forti di loro ma i soldati non hanno mezzi seri per contrattaccare ninja del tuo calibro, Aloysius. Le trappole sparse, frecce ed olio bollente non possono impensierire sapienti utilizzatori del chakra; ci serve qualcosa di subdolo che possa colmare, o anche solo aggirare, questo divario di forza. Contro i furtivi, poi, ci serve un meccanismo che possa intercettarli con precisione: l'assenza di Omoi rende il villaggio privo di un sensitivo in grado di erigere barriere per l'individuazione...siamo cechi al pari di un non vedente! Senza offesa Shinken, eh.

    Quanto alle strutture, poi, servono mura ancora più alte e più spesse. Vi sono ninja capaci di salti in grado di scavalcarle come semplici ostacoli, per non parlare delle evocazioni volanti sempre più a servizio degli shinobi; di quale contraerea disponiamo?! Anche il metallo dei Gate va riforgiato: se per anni le loro ante e i cardini hanno retto agli attacchi dei nemici, la dimostrazione di potere di Jeral, ad esempio, ha reso palese la loro inadeguatezza...ma non disponiamo di così abili artigiani nel villaggio, giusto?
    La verità è che se non ci siete fisicamente né tu né Febh alle mura, il villaggio rischia grosso ogni volta. Servirebbero dei dannati fuuinjutsu in grado di teletrasportarvi a difesa dei Gate in caso di necessità!"


    Si poggiò dunque alle mura, o almeno a quello che ne rimaneva, dicendo:

    Hm9feAz

    " Se ci devono essere delle mura, allora che servino realmente! Altrimenti tanto vale non averle proprio! Troviamo il modo per estendere il Bosco dei Sussurri a tutto il perimetro del villaggio e ritorniamo sotto terra, come Orochimaru aveva pensato originariamente il villaggio! "

    Constatazioni che avrebbero dato adito a riflessioni profonde, le quali Diogene si sarebbe aspettato di sentire da parte degli altri due prima di dire la sua: quel piccolo meeting avrebbe gettato le basi per il progetto Oto 2.0, una nuova era per l'intero villaggio.

     
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    Il mio sguardo si spostò in alto. Per un attimo rimasi colpito dalla luce solare… ma poi la mia vista si focalizzò. Un’ombra imponente si proiettava sulle mura. Ruotai con l’intero corpo verso quella figura. E di nuovo l’osservai.

    Era uno Shinobi sì, tuttavia era diverso dagli altri che avevo visto fino a quel momento. Alto, anzi terribilmente alto e possente. Per un attimo lo scambiai per uno Yotsuki, di quelli veri. Di quelli che le storie descrivevano nei tempi ormai dimenticati. Ma quando si rivolse a me in quei termini compresi che non poteva essere un membro del mio Clan.

    Per un attimo ebbi lo spirito di rispondere alla sua affermazione ma rimasi in silenzio. Quello che forse il Ninja sulle mura non poteva sapere era che sì poteva annoverarmi nelle fila del Clan ma di certo io non appartenevo a loro. E forse vista la mia distanza con quello che avrebbe dovuto essere il mondo era proprio quel motivo che mi consentiva di ergermi tra gli altri Yotsuki. Deboli, patetici e dannatamente prevedili. Daisuke e Doveraux erano nomi che non avevo mai sentito. Yotsuki, certo appartenenti al Clan… in sostanza gente insignificante.

    Mi avvicinai alla figura che aveva appena parlato. Tutti i presenti, compreso il Jonin Shinken, sembravano completamente assorbiti dalla sua presenza. Da parte mia non potei fare a meno di notare che quell’uomo appariva decisamente superiore alla maggior parte delle persone che avevo mai incrociato in vita mia. Forse addirittura dell’amministratore Febh stesso. E insieme a tutto quel trambusto rimasi colpito, perché per un attimo percepii una sensazione di tranquillità guardandolo. Era come se nonostante l’immensa vicenda che aveva scombussolato l’intero Gate. Una sorta di ordine in mezzo al Caos.
    Ascoltai le parole successive dell’uomo e dei ninja che intervennero in seguito. Mandai giù a fatica la saliva. Lì, in quel posto, in quella situazione si avrebbe discusso del futuro di Oto? Delle mura e delle sue difese? Spostai lo sguardo lentamente, in entrambe le direzioni, per capire bene se avevo compreso effettivamente quell’incarico.

    Però non mi potevo di certo considerare uno stratega, né tantomeno un esperto di costruzioni bensì un Ninja e come tale una delle mie armi principali era il buon intuito, in quella situazione avrei dovuto sfruttarlo appieno. Del resto la capacità di comprendere la situazione, analizzarla e sfruttarla a proprio vantaggio era quella sottile linea che separare il successo dal fallimento nel nostro lavoro.

    Ma non solo, parlando direttamente. Magari avendo un peso diretto sulla faccenda il nome sarebbe risuonato ad Oto e chissà forse avrebbe raggiunto le orecchie del Clan. Era una buona occasione, e non l’avrei sicuramente sprecata.

    - Condivido molti dei discorsi fino ad ora espressi, ad esclusione di rendere Oto una città sotterranea. Con il massimo rispetto vedo troppi problemi, troppe incognite e troppi punti deboli…. Dal più banale come distruggere le vie d’accesso sotterranee, a quello più elaborato di come effettivamente costruire una città sotto terra e del progettare il suo sviluppo successivo. No, non può funzionare. Comunque entrando direttamente nel discorso quando si parla di strutture difensive esistono varie possibilità. Difendere uno spazio ampio come quello di Oto è un’impresa notevole, ma lo è ancora di più difenderlo da attacchi… di questo genere. Allo stesso però non si può pretendere di evitare assalti di questa portata se prima non si è pronti a ricevere colpi meno dolorosi. E’ una semplice constatazione. La storia, per quanto non posso ritenermi un esperto in materia, ci ha insegnato che le strutture più inespugnabili sono quelle che si sono costruite nel tempo. Strato su strato. Mattone dopo mattone. E quindi bisogna ripartire dagli elementi base. – attesi un istante – Queste mura sono state distrutte? Costruiamole più spesse, più alte e con materiali più resistenti. Non siamo riusciti a respingere il nemico? Addestriamo più truppe e usiamo armi più potenti. Non siamo riusciti ad individuare i precedenti aggressori? Sfruttiamo le nostre abilità come Shinobi nel trasformare il terreno prima delle mura un campo minato. In tutti sensi. Trappole, funjustu. Fossati nei pressi del Gate, ovvero dalla parte per definizione più debole. Impediamo al nemico di avvinarsi scavando fosse, impendendolo proprio fisicamente. Queste secondo me sono le basi imprescindibili. – di nuovo aspettai qualche secondo – Ovviamente per ottenere questi risultati ci vuole una risorsa: denaro. E se non ce l’abbiamo direi che è arrivato il momento di recuperarlo. Oggi la minaccia è stata fermata, ma non potremmo di certo esserne certi per la prossima occasione. Che capiterà, non ho dubbi. Per quanto riguarda invece il sistema fognario di Oto è un problema e una risorsa allo stesso tempo. Lo conosco, aimé lo ho anche visitato e senza problemi mi sento di dire che non si può costruire un sistema difensivo la sotto. Troppo vasto, troppo labirintico. La mia idea è molto semplice: allaghiamolo ma in maniera controllata. Lasciamo che ci sia una sola via, riservata a noi ninja di Oto, praticabile…. Mentre tutto il resto viene invaso da acqua, melma e coccodrilli. Ma una strada che cambia nel tempo, così da evitare fughe di notizie, o tradimenti. Un percorso che può essere usato sia per entrare che uscire ma insidioso: in pratica un labirinto all'interno del labirinto. Così come dovrebbe essere tutta Oto. – già, una conclusione forse un po’ altisonante. Ma quanto mai legata alla realtà.
     
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    IL SUPERBO


    I Peccati di Oto - parte IX



    Il nostro villaggio ha perso molto da quando Koton, Togotsu, Kyuki e Totetsu sono stati allontanati dai Gate.
    I nostri nemici non temono più di presentarsi alle porte di Oto... e questo è un problema ancora più grande dell'avere mura più spesse o armi più potenti.


    Shinken era ancora furioso. Stava parlando sforzandosi di non esagerare (soprattutto in presenza di quel gruppo allargato di shinobi), ma il pugno del suo braccio penzolante era serrato per l'evidente rabbia che stava ancora provando. Nella sua mente non riusciva ancora del tutto a fare pace con quello che Aloysius aveva fatto tenendolo all'oscuro dei suoi piani, eppure aveva compreso che dovevano rimandare la questione a data da definirsi. A conti fatti, il Garth aveva fatto bene a smorzare la tenzione dirottando l'argomento sulla questione delle difese del villaggio e lui gli aveva recapitato il giusto messaggio.

    Conosco il sistema difensivo del Suono da molto più tempo di tutti voi e, almeno da quando ne ho memoria, nessuno è mai riuscito a difendere Oto e tutti i suoi accessi contemporaneamente. Un tempo però gli shinobi e le kunoichi del mondo avevano paura di mettere piede nel Paese delle Risaie, intimoriti dalla brutalità con cui trattavamo tutti quanti, nessuno escluso. Il villaggio è nato come un covo sotterraneo, pieno di avamposti segreti e di luoghi inaccessibili. Dobbiamo risolvere soprattutto questa questione, ricostruire la giusta immagine per il nostro villaggio, altrimenti potremmo rischiare di rendere vano ogni altro sforzo.

    Aveva ascoltato le parole di tutti quanti, Goyjo compreso, ed apprezzato i suggerimenti del giovane Genin Yotsuki. Tutti sapevano dei passaggi sotterranei del villaggio del Suono, eppure erano sicuramente all'oscuro dell'immenso lavoro che lui stesso aveva portato avanti nei mesi precedenti. Da quando aveva rimesso piede al villaggio, complice l'aver visto il suo Gate in pessime condizioni, si era dato particolarmente da fare, partendo proprio dalle gallerie sotterranee costruite da Orochimaru. Aveva dovuto rimettere mano su tante cose, alcune più semplici di altre, ma gli era subito parso evidente che il villaggio avesse perso qualcosa in termini di sicurezza. Era arrivato il momento di metterli al corrente.

    Ho passato gli ultimi mesi a mappare ogni singolo tunnel che si sviluppa nel sottosuolo del nostro villaggio. Conosco vie e passaggi sicuri per entrare ed uscire da Oto senza essere notato, o quelli più rapidi per prendere di sorpresa un eventuale assalitore straniero. Alcune scorciatoie sono state riattivate, altre invece sono ancora in via di sviluppo. Ed avete entrambi ragione, non è pensabile trasformare il villaggio in una città sotterranea ne tantomento difendere con efficacia tutto il suo perimetro.

    Si prese un momento per riflettere, rievocando a mente le ultime parole di Goyjo.

    "Tanto vale non averle proprio"... per quanto possa sembrare assurdo, potremmo tenere a mente questa considerazione e sviluppare altre idee partendo proprio da queste parole. Oto non avrà mai delle mura maestose come quelle di Konoha, od il mare a difenderci come per Kiri. Il nostro territorio è facile da invadere, a differenza di Suna, ma... nessuno potrebbe essere capace di sostenere, in termini di risorse e di energie, un occupazione stabile nel Paese delle Risaie. Se dovessero radere al suolo le nostre città, le ricostruiremo, se dovessero tentare di occuparci militarmente, li colpiremo di sorpresa per poi sparire proprio sotto i loro occhi. Potremmo rendere l'intero paese impossibile da occupare, impossibile da assediare, insostenibile da controllare.

    Sapeva bene che quell'idea rispecchiava più la sua essenza che quella di tutti gli altri ninja del villaggio, tuttavia il Villaggio del Suono era nato proprio da quelle considerazioni che ora Shinken stava semplicemente riproponendo. Lo stesso Orochimaru, primo Kokage di Otogakure, aveva regnato per anni proprio grazie a incontrollabilità di cui stava parlando il Fedaikin, ma il Jonin non osò pronunciare quel nome davanti al gruppo di shinobi, non era saggio proporre un idea appartenuta alla serpe bianca. In un certo senso era meglio farla passare come propria.


    Ma non dovremmo discutere di questo all'aria aperta. Potremmo spostarci alla Villa, se non vi dispiace...
     
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    L'invito

    IV



    L’arroganza con la quale affrontò il frammento non era naturale. Non del tutto almeno.
    Il genjutsu aveva infettato la Vipera al punto da non farle più temere quell’invadente presenza pronta ad approfittarsi della sua debolezza, non si rendeva conto del pericolo che aveva di fronte, tutto ciò che vedeva era una fonte di potere non sfruttata, tra le sue mani: l’avarizia l’aveva spinta a confrontarsi con lui a muso duro, certa di non poter perdere, poiché la sua morte avrebbe ucciso anche quel che restava dell’essenza della Serpe. Forse aveva ragione da questo punto di vista, ma di certo aveva sottovalutato il suo avversario, che divertito dalla cosa aveva approfittato della situazione.
    Hebiko sibilò aggressiva, facendo a malapena in tempo ad assumere una posa difensiva che l’avversario la attaccò con una velocità al di troppo superiore alle sue capacità, non dandole tempo di reagire. In un istante un terribile mal di testa la fece ripiegare su se stessa, sciogliendo l’illusione ma impedendole di pensare al suo errore. Non ricordava di aver mai provato un dolore simile, per qualche istante non riuscì a pensare a nulla, se non ad accasciarsi a terra spingendosi la fronte con entrambe le mani, quasi volesse strapparsi via la fonte del dolore. Man mano che questo svaniva però, alcune informazioni iniziavano a farsi strada, dei ricordi che non le appartenevano. Un indicazione ad un entrata per qualcosa di estremamente importante. Qualcosa cercava di spingerla ad entrare in quella botola, qualcosa di fondamentale per lei da sapere, o scoprire.
    La visione si fermò all’entrata. Si risvegliò, stordita, di nuovo nell’ufficio, con la faccia a terra e poco distante la precedente pallina che ora sembrava svenuta… sempre se fosse stata ancora viva.

    Ngh! ...Ma cosa mi è preso… Non sono ancora in grado di tenergli testa. Non da sola.

    Si rialzò in piedi, tremante, scossa per la situazione. Indecisa sul dafarsi, riuscì a ricordare cosa stesse facendo prima che il genjutsu la colpisse: problemi alle mura. Non che avesse molta voglia di trovare altri esseri simili a quello, ma allo stesso tempo non poteva ignorare la situazione e rischiare di far proliferare quegli esseri per tutto il villaggio. Raccolse il barattolo, richiudendovi dentro la creatura, intenta a fare ricerche su di essa, per poi dirigersi alle mura.
    Arrivata davanti ad esse, si rese conto di chiari segni di scontro, ma nessun avversario o shinobi ferito. Shinken non sembrava essere nei paraggi, altri shinobi si trovavano al suo posto di guardia. Qualche rapida domanda e le avrebbero spiegato l’accaduto. La Vipera non potè far altro che rimandare la questione, tornandosene in Amministrazione con un altro problema da risolvere, ed una meta da raggiungere.
     
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    Di tutte le idee emerse da quella piccola riunione, quella era di certo la più radicale. Shinken era stato guardiano molto prima di lui, anzi, era stato proprio quel ninja ad ammetterlo al villaggio quando l'allora Siomaru scappò da Suna in cerca del padre. Lui aveva vissuto gli ultimi anni di splendore di Oto, quando il Suono incuteva timore, il sapere medio era all'apice dello scibile e le vie pullulavano di ninja; il guardiano sapeva meglio di tutti su quali fondamenta era sorto il villaggio, quali erano i suoi punti forti e quali quelli deboli. Si, Oto era diversa dalle altre capitali militari accademiche ma nel tempo la parte sotterranea era stata dimenticata e quasi del tutto abbandonata, ad accezione del palazzo della Vipera ove il Nidaime bazzicava ed effettuava esperimenti fino a non molto tempo prima. Peccato che poi Febh avesse ridotto l'intera area ad un cumulo di macerie pur di riuscire a stroncare il frammento di Orochimaru annidato nel Kage...

    Tuttavia ora il Fedaikin aveva rivelato di aver passato gli ultimi mesi a ripristinare buona parte dei cunicoli nascosti, come se sapesse già a quali pericoli l'intero villaggio si fosse esposto estendendo le sue costruzioni allo scoperto. Da quando se ne era andato, il quartiere dei piaceri aveva in pratica raddoppiato il numero di bordelli e anche alcuni clan, come gli Yotsuki, si erano espansi costruendo Dojo e altre infrastrutture...Oto era molto più simile agli altri villaggi del Riso e del continente in generale: apparte la delinquenza dilagante, il giro losco di veleni, stupefacenti e quant'altro e alcune pericolose usanze tramandate dall'era dei Serpenti (Orochimaru-Kabuto) Oto ammetteva al suo interno anche turisti e ninja di altri Paesi. Aloysius, quando presidiava le mura con dedizione, si era impegnato a tenere il territorio intatto ad influenze esterne, correndo anche non pochi rischi: gli Inferi ospitavano ancora quei poveri stolti pesciaioli e fogliosi che avevano provato ad entrare senza una buona motivazione. Ninja che gli altri villaggi non avevano mai reclamato, forse troppo ciechi per capire quanto il Suono (o meglio il suo guardiano) covasse un profondo sentimento anti-accademico.

    L'idea di Kato, invece, era più simile a quella dell'altro guardiano: rinforzare le mura, aumentare il numero di guardie e escogitare qualcosa per riuscire a debellare minacce di livello Jonin. Trappole, sigilli...preparare il territorio circostante il villaggio come un vero e proprio inferno da far provare a chiunque avesse provato ad attaccare. In realtà questa era anche l'idea di Aloysius, il quale aveva sognato di poter rendere Oto una vera e proprio cassaforte impossibile da scassinare...tuttavia il ritorno alle origini di Shinken lo stuzzicava: se lui stesso non aveva pensato ad uno sviluppo del genere per organizzare le difese del villaggio, come avrebbero potuto farlo i nemici?! Dunque quello era uno spunto di riflessione di tutto rispetto, degno di far ritardare la decisione su come restaurare le mura ancora un po.

    Di certo, qualunque idea alla fine si fosse deciso di mettere in atto, il tassello fondamentale per irrobustire le difese di Oto e (talaltro) andare avanti con i piani del Colosso era proprio quello che ora Diogenes avrebbe offerto ai due ninja che avevano risposto prima di tutti alla chiamata per la salvezza del villaggio.

    " Non mi sarei mai aspettato di dover rimandare questa decisione e questo grazie alle vostre idee.
    Gojyo, tu riporta la situazione alla normalità nel più breve tempo possibile...conto di tornare con idee più chiare quando non vi saranno più detriti o feriti tra i piedi.
    Voi, venite con me; voglio mostrarvi una cosa. "


    Shinken finalmente sarebbe stato accontentato: la meta era Villa Mikawa ma, probabilmente, i due non avrebbero mai potuto immaginare quello che il Garth era pronto a proporre loro.



    CITAZIONE
    OT/ Giocata finita! Bravi tutti! Ora viene il bello ;)/OT
     
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    GESTIONE DIPLOMATICA


    Nuovi arrivi - parte 1


    Dopo l'attacco devastante di Zetsu al East Gate, Oto aveva immediatamente cominciato a ricostruirsi. Temporaneamente, almeno per cominciare a mettere mano sulla parte esterna delle mura crollate, l'intero Gate era stato chiuso al pubblico, deviando gli accessi verso gli altri tre Gate del villaggio. Una noia temporanea e gestibile, almeno per i commercianti ed i flussi che provenivano da est, ma tuttavia necessaria affinché gli spiazzi vicino all'accesso fossero totalmente sgombri e disponibili per le numerose impalcature ed i vari cantieri itineranti. Potendo intervenire senza deroghe sulla gestione delle mura, Shinken stava continuando a dirigere le squadre di lavoro come fosse più un tecnico che un guerriero, seguendo le idee che avevano discusso insieme a Diogenes e gli altri shinobi di Oto. Fu proprio a partire da quella discussione (avvenuta subito dopo lo scontro), poi condita dai discorsi fatti più in privato, che finalmente i fondi necessari vennero sbloccati. La famiglia Takatsui, che aveva perso già molto dopo la morte prematura di Kyasashin, aveva stanziato tutti i fondi che possedeva, altri erano arrivati direttamente dalla villa Mikawa e dal clan Yakushi, di cui Febh si erano fatto portavoce. Oto stava finalmente mettendo mano su tutto il sistema difensivo, pronto a concorrere in poco tempo con gli altri grandi villaggi ninja. I progetti erano già stati consegnati, ora era solo tempo di lavorare

    Quel giorno il Fedaikin era indaffarato in una questione altrettanto delicata. Aveva capito, od almeno sospettava, che i ci fosse qualcuno nel villaggio che era solito mentire sulle sue destinazioni all'esterno del villaggio. Questo, almeno per un ninja di altri tempi come Shinken, non era solamente un affronto grave al villaggio stesso, ma anche e soprattutto un pericolo per l'integrità delle informazioni sensibili che potevano essere divulgate. Gli mancava solo una conferma e poi avrebbe potuto dimostrare quello che aveva scoperto.

    Fu proprio mentre stava per aprire il plico interessato, che venne chiamato a gran voce da un capocantiere a cavacecio sulle mura. Conosceva quell'uomo perchè lo aveva indirizzato lui stesso verso quel ruolo, e sapeva altrettanto bene che non era tipo da disturbarlo per futili motivi. Fece per aprire ugualmente la nota ma poi si fermò, deciso a godersi quell'istate nella sua completezza, senza doverlo interrompere subito dopo. Mise la nota sotto al mantello e si diresse verso le impalcature. Scavalcò il muro con un salto e si fermò a pochi metri dal nuovo arrivato. A quanto pareva era una donna, cosa che incuriosì il guardiano.

    Un membro della squadra medica di Kiri ad Oto. In persona. Disse sorridendo falsamente alla ragazza. ...mi chiedo, perchè mai dovreste voler parlare con l'unico membro del villaggio che non ha mai avuto bisogno di cure? e che soprattutto non ha alcuna competenza medica specifica? Lasciò quella domanda sibilare per qualche secondo. Poi le sue mani si incontrarono in un unico, deciso, applauso. Una sorta di test, per controllare quanto fosse (o non fosse) tesa la ragazza.

    Maddai! Dopo tutto Kiri ed Oto sono alleati, perchè mai dovrei pensare male... Sbottò tutto d'un tratto. Il suo chakra era stato annullato non appena aveva ricevuto l'avviso, lui si sentiva inscrutabile, ma lo stesso non si poteva dire della ragazza. Il mio nome è Shinken Takatsui, Fedaikin di Oto. Posso sapere qual'è il vostro, kunoichi di Kiri? Avrebbe cordialmente aspettato la risposta a quella domanda, per poi indicare con il braccio verso sud. Sfortunatamente stiamo eseguendo alcuni lavori all'East Gate. Per questo motivo non è possibile accedere da questo ingresso. Dovrete scusarci per questo inconveniente, ma posso rimediare proponendomi come vostro accompagnatore fino a quando non incontrerete l'Amministratore Febh.


    ... Vi prego, da questa parte.
     
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  10. -Meika
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    Non era un potere sovrannaturale riconoscere uno stronzo. Quando ti si palesava davanti in tutta la sua mefitica malevolenza la sua presenza urlava "Ehi sono qui e voglio solo crearti problemi!"
    Sì perché quel guardiano era lì solo per crearmi problemi. Era evidente. Non avevo mai sentito un tale accampamento di scuse e falsità senza troppa logica in una volta sola. Eppure sorrisi [Recitazione] ignorando apparentemente domande sibilline e proposte inutili, prima di rispondere per le rime.
    Sono Meika Akuma dissi allora E sono qui non per chiedere consigli medici al Consigliere, ma autorizzazioni e favori per poter avere consigli medici.
    Dai, la cosa era così scontata che sicuramente era stato tutto un piano più o meno articolato per rendermi nervosa. Quando poi parlò dell'"alleanza" tra Kiri ed Oto quasi risi, genuinamente. Sarebbe stato un riso carico di disprezzo e disgusto: ciò che il Mizukage mi aveva detto rendeva Oto un pessimo posto da visitare per un Kiriano, ma di certo non potevo permettere che questo mi impedisse di rimettere Keiji sulle sue gambe.
    Metalliche.
    Ma pur sempre gambe.
    Capisco che ci siano lavori al Gate, ma mi chiedo se per caso non sia una specie di cancello magico in grado di far passare solo i puri di cuore. Visto che posso accedere normalmente dall'altra parte dopo i normali controlli, evidentemente deve esserci un potere mistico che si ripristinerà solo alla fine dei lavori,
    è chiaro.
    Il sarcasmo nella mia voce era evidente Se mi vuole accompagnare, Takatsui-sama, per sorvegliarmi faccia pure, si figuri se mi crea problemi, ma tanto vale essere sinceri sulla cosa. Detto ciò, possiamo andare quando preferisce. Purtroppo un mio compagno d'armi è stato gravemente ferito ed il Mizukage mi ha incaricato di domandare al Consigliere il permesso di cercare ad Oto la conoscenza per salvarlo. Non dovrebbero esserci problemi, no? Del resto... Sorrisi, raggiante Oto e Kiri sono alleati.


     
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    Nuovi arrivi - parte 2



    La ragazza reagì proprio come ci si sarebbe aspettato da una vera kunoichi. Le basi sembrava averle ed in più possedeva quella buona dose di splendente ironia (?) tipica dei ninja di Kiri. Un Akuma, dopotutto, non avrebbe di certo tentennato davanti a quei pochi ed innocenti tentativi di metterla a disagio, anche e soprattutto perché si doveva esser preparata a probabili incontri spiacevoli di quel tipo, proprio come quello appena avvenuto con Shinken. Anche se il guardiano non voleva di certo impedirle l'accesso ad Oto (lo avrebbe fatto, ma temeva ripercussioni diplomatiche), Shinken non avrebbe mai e poi mai permesso ad un ninja esterno al villaggio di curiosare, anche solo con lo sguardo, nel bel mezzo dei cantieri per la ristrutturazione di Oto. Rubare con gli occhi, soprattutto per i ninja, era un’abitudine. Quindi meno vedeva, meglio era.

    O almeno questo era quello che avrebbe applicato davanti a qualsiasi altro shinobi dell’alleanza. Il caso volle che quella ragazza era appartenente ad uno dei pochi clan con cui quel discorso non valeva. Shinken sapeva degli occhi di quel clan, quegli occhi rossi di cui non conosceva altro se non la loro capacità di attraversare con lo sguardo persino i muri. Aveva provato a fare il simpatico, o almeno così pensava, eppure in cuor suo temeva il potenziale di quegli occhi.

    Rimase calmo, sorridendo proprio come faceva prima, fino a quando si rese conto di esser stato frainteso. Oh! Mi perdoni! Devo essermi spiegato male.

    Non vi è impedito l'accesso al villaggio, e no, non esiste nessun portale magico per puri di cuore, non ad Oto. E' solo che non mi piace che ci siano curiosi in giro mentre si lavora. E questo vale sia per l'ingresso, che per tutta l'area limitrofa ai lavori... A Kiri non avete forse i famosi vecchi che passano le ore a guardare i cantieri? Per evitare problemi, qui ad Oto, li abbiamo appesi tutti... Concluse la frase con un ampio sorriso sul volto, mentre aprì i palmi delle mani come per rimarcare quanto semplice e geniale fosse stata la soluzione al problema.

    Stava continuando quella farsa [Recitazione] e cominciava anche a prenderci gusto. Dopotutto, non vedeva un kiriano da molto tempo e voleva rendere quell'incontro quantomeno divertente. Aveva ovviamente esagerato sugli anziani appesi, ma un pò di macabra ironia coincideva bene con l'immagine che Shinken aveva di Oto. Ad Oto nessuna pietà, figuriamoci per i vecchi ed i bambini.

    Bhe, che io vi accompagni o no, non posso di certo impedirvi di curiosare con quei vostri bellissimi occhi rossi, Akuma-sama. Se lo faccio - credetemi - è soltanto perchè ho bisogno di sgranchirmi le gambe... e ovviamente perchè un membro della squadra medica di Kiri merita una scorta adeguata. Appendiamo i vecchi, ma ci teniamo molto ad essere ospitali con gli etranei.

    Quindi vi prego, da questa parte. Rimarcò il gesto con il braccio, con il quale voleva indicare alla ragazza la direzione da intraprendere. Avrebbero camminato per un pò lungo il perimetro delle mura, per poi passare attraverso un piccolo borgo che si era creato forse troppo vicino alla cinta muraria del villaggio. Borgo che da lì a poco avrebbe fatto una spiacevole fine.

    [...]

    Non vi dirò che mi dispiace per il vostro compagno, sono i rischi del mestiere, ma posso chiedervi una cortesia, Akuma-sama? Disse mentre i due cominciavano ad intravedere le torri di guardia del Gate più a Sud, anch'esso con alcune impalcature sparse qui e lì. Se la ragazza avesse risposto positivamente, Shinken avrebbe continuato mentre i due procedevano oltre l'accesso al villaggio. Una volta tornata a Kiri, sareste così gentile di salutarmi il Mizukage Shiltar? E' molto che non vedo il Kaguya, sono sicuro che sarà felice di sapere del mio ritorno.

     
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  12. -Meika
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    Forse avevo esagerato con le parole, ma da qualche tempo a quella parte la gentilezza sembrava non essere più mia come un tempo. Ero spesso tagliente, talora in maniera inutile - come in quel momento del resto - e forse trovare qualcuno che mi rispondesse per le rime mi aiutò a trovare il buonsenso e mordere la lingua. Non troppo però.
    Sorrisi alla scena dei vecchietti appesi. Macabramente, ma del resto quel tipo di humor mi aveva sempre divertita. Un po' meno quando i vecchietti alla fine li appendevano davvero ma scandalizzarsi di chi rideva per battute del genere faceva parte del concetto di "inutile bigottismo" che odiavo nelle persone.
    Allora andiamo, non vorrei fissare troppo quei lavori e finire a fare compagnia ai vostri vecchietti.

    Mentre ci dirigevamo verso l'amministrazione dove (presumibilmente) si trovava Febh Yakushi il Jonin di Oto mi domandò di portare i suoi saluti a Shiltar Kaguya. Per un breve istante soppesai la possibilità che fosse sincero e che non mi stesse prendendo nuovamente in giro, poiché dubitavo che qualcuno non fosse a conoscenza del fatto che erano ormai anni che Shiltar Kaguya non occupava più lo scranno dei Mizukage della Nebbia.

    Dovete essere stato in un posto davvero isolato negli ultimi anni, Takatsui-san. Dissi con tono falsamente sorpreso Shiltar Kaguya è morto, anni fa. Itai Nara è il nono Mizukage.


     
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    - GESTIONE DIPLOMATICA -

    Nuovi arrivi - parte 3




    Il Guardiano aveva trovato la sua gatta da pelare. Gli era finalmente evidente di aver incontrato una donna con carattere, quel tipo di carattere che lui non voleva s'immischiasse nelle faccende di Oto. E proprio come temeva all'inizio, non poteva impedire all'Akuma di curiosare, ne con la forza ne tantomeno facendogli girare intorno al villaggio. Avrebbe potuto cavargli gli occhi - pensò dolcemente mentre lei sorrideva - ma avrebbe generato solo enormi problemi diplomatici con il paese avente la maggiore esportazione di pesce di tutto il continente, nonché membro della grande alleanza ninja. La passeggiata però lo rilassò, lasciando che quell'incontro facesse gioco sul suo fisico. Aveva mentito, ma questo non gli impediva di sgranchirsi veramente le gambe.

    Quando arrivarono finalmente al South Gate, per poi deviare finalmente verso la sede dell'Amministrazione, Shinken lanciò qualche occhiata qui e lì lungo il nuovo sistema difensivo del villaggio. Non voleva metter mano sui suoi batteri e regalare altre informazioni alla ragazza, e quindi il vecchio occhio avrebbe svolto con piacere il compito assegnato. Notò che molte delle impalcature erano state rimosse, così come lunghi pezzi del sistema difensivo del villaggio, e la stessa Meika avrebbe potuto scorgere alcune nuove fortificazioni, guardiole e baracche. Poco più avanti si cominciava ad intravedere il secondo anello difensivo del villaggio, in tutta la sua magnificenza. Lui e Goyjo avevano svolto veramente un bel lavoro, ora mancava veramente poco alla totale conclusione dei lavori.

    Shiltar Kaguya morto? Disse con un espressione falsamente sorpresa. Non credevo possibile una cosa simile. Le ossa del Kaguya sono difficili da spezzare... Non riteneva possibile che il fu Mizukage fosse morto, ma evidentemente il fato aveva riservato per lui un destino assai più crudele di quello che aveva riservato a lui, nei molti anni passati in pellegrinaggio. Che fosse successo durante l'invasione di cui parlava Jotaro? Il nome dell'attuale Mizukage non gli era nuovo, aveva avuto modo di incontrarlo brevemente durante una missione accademica, molti anni prima, ma non sapeva che quest'ultimo avesse compiuto la scalata al potere. Modificò l'espressione sorpresa in un facile sorriso, facendo spallucce Bhé, allora ti prego di porgere i miei ossequi all'attuale Nono Mizukage. E che il suo mandato possa essere più lungo e prosperoso di quello dei suoi predecessori. Almeno fino al giorno in cui i ninja di Oto non l'avrebbero spodestato e decapitato in pubblica piazza.

    Bene, siamo arrivati. Ecco la sede dell'Amministrazione di Oto. Ancora per molto poco Vi prego, Akuma-sama, dopo di voi. Concluse invitandola con un gesto ampio del braccio a varcare l'accesso al palazzo.

     
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    Sono Cannella

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    Parte I - Fuori dalle Mura di Oto

    Alla fine, eccomi qui. Me le immaginavo più piccole, le Mura del Suono. Abituato a casa, dove il mare è il principale schermo posto a difesa del Villaggio, le Mura di Oto mi appaiono immense, ora che finalmente me le trovo davanti. Come ci sono arrivato? Camminando, credo, spinto da un qualche impulso che non so spiegarmi. Ho attraversato le montagne di quello che credo fosse il Paese del Fulmine. Ho camminato, da solo, per boschi di alberi secolari, e sono infine giunto in mezzo alle verdi colline e ai campi coltivati di quello che, adesso lo so per certo, era il Paese delle Risaie. Vista la quantità di appezzamenti allagati avrei dovuto fare prima il collegamento.
    Le mie gambe e una serie di scelte più o meno obbligate (come quando sono dovuto scappare da quel gruppo di cinghiali decisamente poco socievoli) mi hanno portato qui, anche se non sono affatto sicuro di volerci essere, qui. Ma non sta a me decidere. O meglio, sta a me, ma qualsiasi scelta io faccia probabilmente non mi soddisferà, quindi in realtà, alla fine, non cambia molto. Scegliere in maniera incongrua equivale a non scegliere affatto.
    Fermo, appoggiato al mio piccolo bastone, compagno fedele del pellegrino, osservo l'alta cinta muraria attraverso un velo fitto di pioggia gelida. Da sotto il bordo del cappuccio vedo, in lontananza, una vasta apertura in quella montagna di pietra. Uno dei cancelli di Oto.
    Senza darmi il tempo di riflettere, le mie gambe si mettono in moto, e sciaguattando nella fanghiglia mi avvio verso il cancello.

    Viste da così vicino, le Mura appaiono ancora più immense. Mandano un messaggio molto chiaro: qui si entra solo col nostro consenso. Dare l'assalto a questa fortezza di Villaggio sarebbe un suicidio. Non mi resta che sperare che chiunque sia di guardia sia anche nell'umore giusto per accogliere un viaggiatore fradicio e dalla storia ambigua. Forse sarebbe meglio che pensassi ad una storia plausibile per giustificare la mia presenza. Temo fortemente che quelli come me vengano definiti traditori, anche se in realtà non ce l'ho con nessuno. Sono solo scappato. Non ho niente contro l'Accademia o i Villaggi. Anzi, rispetto moltissimo quelli che, al contrario di me, hanno il coraggio di impegnarsi per un bene superiore o per un ideale che serva alla comunità. Buon per loro. Non è colpa mia se sono nato codardo e indeciso.
    Quanto alla storiella da raccontare, ci rinuncio subito. Finirei per tradirmi, lo so. Meglio affidarsi all'ispirazione del momento. Per precauzione, però, rivolto in dentro il bavero del mantello, dove tengo ancora appuntato il coprifronte, tutto graffiato in seguito alla turbolenta caduta che ha dato inizio alla mia nuova vita. Così non si dovrebbe vedere, ma non dovrebbe nemmeno apparire come un tentativo deliberato di celare la mia condizione. Non voglio destare sospetti, anche perché in effetti non voglio fare nulla di male. Sono arrivato qui senza un motivo preciso, e senza un motivo preciso vorrei entrare a vedere il Villaggio. Incontrare qualcuno magari. Fare due chiacchiere. Mi manca un po' il contatto con la gente. Con la mia gente, soprattutto. Shinobi, come me. O meglio, come sarei dovuto essere io se non avessi deciso altrimenti.

    Non ha senso titubare ulteriormente. Credo che mi abbiano già visto, anche. Non mi sono avvicinato in maniera particolarmente furtiva. Ormai sono in ballo, e mi tocca ballare, di nuovo.
    Con voce inizialmente incerta, poi sempre più sicura, esclamo:

    Eh-ehi, voi di casa. C'è nessuno? Vi prego, aprite il cancello per dare ospitalità ad un povero pellegrino infradiciato! Non ho cattive intenzioni, voglio solo entrare e trovare un po' di riparo e cibo.

    Ecco, ormai è fatta. Cosa diceva sempre il mio vecchio a proposito di Oto? Ah già, che non sono i più ospitali dei ninja. Chissà perché non mi è venuto in mente prima che mi mettessi ad urlare davanti alla loro porta.
    Ma è così che deve andare. Spero solo che il guardiano di turno non abbia troppi pregiudizi verso gli individui ambigui che spuntano dal nulla chiedendo asilo.
    Dentro di me, però, temo che non sarà così.
    Le cose non vanno quasi mai come spero io.
    Sospiro, e attendo, anche stavolta, che il fato faccia il suo sporco lavoro.
     
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    Il Fiore Lupo

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    Ospitalità Otese


    I



    Il mio nuovo grado, il Chunin, era un qualcosa che dovevo metabolizzare. Mi era difficile pensare di avere ricevuto una tale promozione. Certo, buona parte del merito lo dovevo alla missione ad Iwa. A quella maledetta missione. Portavo ancora le cicatrici del viaggio e delle lotte che avevamo affrontato nel sottosuolo e a volte il pensiero andava a quella città. Alle persone che avevamo condannato, ai nemici che avevamo affrontato. E quanto veramente la sicurezza fosse un concetto così relativo.
    La casa, il proprio letto. Il villaggio… aveva tutto relativamente senso. Tutto in un attimo poteva scomparire. Per quello bisognava rimanere vigili. Attenti, e sicuri delle proprie scelte. Questa era una delle principali lezioni che mi ero portato dietro. Dimostrare sicurezza, il mio ruolo ora era ancora più chiave. Oltre ad essere un guardiano… ero anche un capo. Sotto di me si muovevano persone e Ninja e come tale avevo una responsabilità nei loro confronti. In ogni caso quel giorno mi trovavo sulle mura, come programmato di turno. Numerosi i presenti. Chi per la logistica, chi l’osservazione e il presidio. E se avevo scoperto una cosa di certo non ci poteva annoiare. Infatti da lì a poco avrei assistito ad un’evoluzione interessante dei fatti.

    Fui avvisato dell’arrivo di un tizio, nuovo e mai presentato prima. Ci misi poco per raggiungere gli spalti e affacciarmi così da osservare l’ospite. Capelli rosa, alto un po’ della media, dai vestiti transadati. Fu il primo a prendere la parola. Ascoltai con molta attenzione il discorso e per un attimo, al termine, rimasi immobile. Per abbozzare subito dopo una risata, maliziosa e soprattutto pretenziosa.

    - Rifugio? Ahahah dove credi di essere finito e soprattutto chi ti credi di essere, ragazzo? Se vuoi ottenere l’ospitalità di Oto devi guadagnartela. Offrimi qualcosa e forse potrò pensare di aprirti le porte. Altrimenti… puoi benissimo ritornare da dove sei venuto. –

    Questa era Oto. Un Villaggio di guerrieri votati alla ricerca del Potere e dei propri interessi. Se voleva ricevere ospitalità incondizionata… di certo Konoha l’avrebbe accolto a braccia aperte.



     
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