[Classe 8 sezione T] - Sopravvivere

Regione: [E10] | Corso Genin

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    All'attenzione di Akashi Ika,

    La informiamo che è stato scelto dall'accademia ninja per l'addestramento di una classe per aspiranti Genin. Lei fornirà supporto ad un sensei già scelto dall'accademia. Il punto di incontro sarà precisamente alle 10 del mattino nella Regione "E10", nei pressi di una baracca di legno sullo sponde del fiume maggiore dell'accademia, i suoi studenti saranno informati di tutto ciò in altre sedi. Prima dell'inizio della lezione dovrà quindi prima scortarli in classe.
    Se ritenuti idonei al passaggio di grado dovrà comunicarlo mediante lettera ufficiale all’accademia che provvederà a far recapitare agli studenti giorno e luogo in cui si terranno gli esami.
    Tale mansione sarà ovviamente ripagata e puntualmente inserita nel suo curriculum accademico.

    Con la speranza che dia un valido contributo all’accademia: Distinti saluti.

    << Ehi Yari! Non ho capito che cazzo vogliono questi! Parlano di classe per aspiranti genin ma non c'ho capito molto! >>
    Veramente una brutta giornata quella. Non so se l'accademia conosceva il mio pensiero, ostile, verso di lei e quindi mi contattava apposta oppure il destino, ostile anche lui, faceva modo che tutto ciò accadesse. Dopo la prima missione per conto dell'accademia ora questo. Mentre rileggevo la missiva arrivò Yari dall'altra stanza del palazzo Yakushi.
    << Dai qua, cretino! Non capisci mai niente! >> Mi strappò la lettera dalle mani per incominciare a leggerla. Una volta finita di leggera la accartocciò per poi lanciarmela in testa prendendomi in pieno. Poi si girò di scatto dandomi le spalle per inveire contro la parete. << Ehi! Sei diventato del tutto scemo o sei già ubriaco a quest'ora! >> La seconda opzione era molto più probabile, conoscendo il soggetto in questione.
    << Cioè fammi capire! Io sono Genin da molto più tempo di te! Sono morto già una volta per Oto e l'accademia niente! Arrivi te e in poco tempo ti affidano una classe Genin e una missione di livello B! >> Si fermò per riprendere fiato. << Vabbè, tanto non ci vai vero? >> Quando Yari si rigirò mi ero già vestito e stavo preparando la borsa con un pò di provviste dal frigorifero. << Aaaaaargh! Ti ammazzo! >> Urlò mentre correva verso di me. Chiusi rapidamente la borsa per saltare fuori dalla finestra del palazzo e portarmi a una distanza di sicurezza dal mio coinquilino Yakushi. << Ma di che ti arrabbi! Vado solo a prendere un pò d'informazioni! Non ho neanche mai visto quest'accademia! Ci vediamo tra una settima brother! >>

    [...]


    Avevo 3 giorni per arrivare nel punto d'incontro quindi non mi affrettai troppo durante il viaggio. Viaggiai prima verso il confine settentrionale di Konoha per poi superarlo e continuare verso sud-ovest. Viaggio tranquillo, niente di rilevante durante il percorso.

    Arrivai al punto d'arrivo in perfetto orario. La regione era prevalentemente ricoperta da una folta foresta ed era divisa da un grande fiume che la tagliava in due. Sulla sponda destra del fiume si ergeva una piccola baracca di legno in malora.
    Al mio arrivo sembrava che ancora non fosse arrivato nessuno quindi entrai nella baracca nella quale potetti constatare che l'unica cosa presente all'interno di essa era un tavolo con 4 sedie di legno. Alla faccia della baracca... L'accademia se la deve passare male... Richiusi la porta della baracca e saltai sopra di essa sedendomi sul tetto, aspettando gli allievi che avrei condotto all'accademia. Allora... Se qualche studentello non di Oto muore non penso sia un problema troppo grande da gestire... Ma più che altro... Non ho la più pallida idea di come fare da aiuto sensei! Non so niente!




    CITAZIONE
    Note: Benvenuti a tutti gli studenti che passeranno un "tranquillissimo" corso Genin! Come è possibile notare già dal titolo della classe, ma questo è un altro discorso....
    Descrivete semplicemente il vostro arrivo al punto d'incontro. Ricevete tutti una missiva dall'accademia con tutte le informazioni necessarie e con il nome del vostro aiuto sensei se volete, ma per quanto riguarda il sensei ci sarà una bella sorpresa e il suo nome rimarrà nell'innominato.
    Direi di cercare di mantenere il ritmo di 2 post a settimana, così per non stressarci troppo e finire in tempo il tutto. Aggiungete pure su msn senza problemi, sono a vostra completa disposizione.
    Spero che questo speciale corso genin sarà di vostro piacimento :* Good Game

     
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  2. Sharada
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    Tutti al tempio erano in subbuglio quella mattina. Monaci ordinari, giovani iniziati e persino gli anziani.

    Anzi, soprattutto gli anziani.

    Bisogna convocare immediatamente Kenji”. Lo convocarono e riferirono gli ordini.

    Muad’Dib si trovava nel piccolo boschetto adiacente al tempio in quel momento. E sentiva. Sentiva tutto così vivido attorno a se. Stava meditando da ore ormai ed era in perfetta comunione con tutto ciò che lo circondava, riusciva a sentire la vita scorrere nel terreno ed in ogni forma di vita che lo calcava. Anche quella del suo mentore che si stava avvicinando.

    Kenji sostò di fronte al suo discepolo per alcuni minuti ma Muad’Dib non diede segno di accorgersi della sua presenza.

    E’ spiacevole che tu creda che io non sappia che in realtà hai avvertito la mia presenza fin dalle mura del tempio”.

    Muad’Dib non abbandonò la sua posizione e mantenne gli occhi chiusi.

    E’ altrettanto spiacevole constatare come il mio maestro Prana-Bindu non si sforzi di mascherare i suoi turbamenti. Non ho certo bisogno dei miei occhi per capire”.

    -Kenji, con chi altri ti permetti di essere così trasparente se non con me? Perché saggi in questo modo subdolo la mia presunzione?-

    -Ti saggio mio amato discepolo, perché i tuoi sentimenti posso essere così pericolosi!-

    Muad’Dib aprì ora gli occhi, rivolgendo il suo sguardo al proprio mentore.

    Il tuo turbamento è sufficiente, non servono altre parole”.

    -Così, è giunto il momento. Non resta che lasciare un chiaro messaggio agli anziani, che tenga loro compagnia in mia assenza-.



    Erano in 9 in quella stanza, piccola, dalle spesse pareti, isolata rispetto agli ambienti centrali del tempio. I 7 anziani, Kenji e lui, Muad’Dib.

    -Hanno scelto di dare qui la notizia ad Idhao. Non nella sala principale. La loro cautela li rende facilmente interpretabili. Come possono temerlo eppure sottovalutarlo in questo modo?-

    Lanciò una rapida occhiata al suo allievo, nulla tradiva i suoi pensieri.

    -Si Kenji, anche tu mi leggi molto bene e sai che gli anziani hanno commesso un errore così grossolano nel tentativo di preservarsi!-

    Gervas, colui che solitamente si incaricava di parlare per primo fece per estrarre la missiva dal suo involucro, quand’ecco che Muad’Dib decise di lanciare il primo messaggio.

    Rise.

    L’abbandono della sua proverbiale compostezza Zensunni, la manifestazione principe del proprio stato d’animo, così spontanea e potente era un segno travolgente della sua sicurezza di fronte alle massime cariche del tempio.

    -Attento a ciò che fai! E’ un gioco pericoloso il tuo!- Pensò Kenji.
    Poi parlò per primo, infrazione della tradizione. Ennesimo segnale che l’equilibrio nella stanza non era quello che gli anziani volevano dare l’idea che fosse.

    Non voglio farvi rimanere un minuto di più in questo luogo che non vi si addice.”
    Alcuni degli anziani ebbero un sussulto, quasi impercettibile, piccoli movimenti dei muscoli facciali, che per degli osservatori come Idhao e Kenji equivalevano ad urla di disappunto.

    -La stanza! La fretta con cui è stato convocato! Sapevo che le nostre scelte ci avrebbero tradito.- Pensò Salinas il più scaltro degli anziani.-

    Gervas provò a recuperare la sua posizione.

    Speriamo che l’accademia riesca con i suoi metodi, così diversi dai nostri, ad arricchire ulteriormente il nostro giovane fratello più promettente, donandogli forse la benedizione della temperanza”.

    -Sarà anche vecchio e spaventato, ma conosce ancora il fatto suo- Muad’Dib perse aggressività.-

    Era la volta di Salinas.

    Naturalmente sarà Kenji ad accompagnarti verso il confine di Oto, sono certo che in questo modo la separazione risulterà, almeno in questa occasione, meno dolorosa”.

    Doppio affronto! Non solo insinuava che l’autonomia dei due fosse ormai compromessa da un legame personale troppo profondo, ma rimarcava subdolamente anche il fatto che la vita di Kenji si consumava lentamente e presto se ne sarebbe andato

    -Salinas... così miope! Non vede ciò che accade in fondo al cuore di questo giovane. Un giorno si pentirà di aver rigirato il coltello in una piaga così profonda- Kenji riflettè.

    Vi saluto, tributandovi molto rispetto, anziani. E lascio questo luogo a me caro, con l’auspicio che il destino mi riporti sui miei passi e la consapevolezza che l’ineluttabile prende sempre forma”.

    Con quest’ultimo minaccioso auspicio Muad’Dib lasciò il tempio e si incamminò con Kenji, fino ai confini di Oto. Qualcosa continuava ad arrampicarsi dalle recondite profondità della sua coscienza.

    ----------------------------------------------------------

    -E’ il momento della separazione, per la prima volta Idhao non sarà sotto la mia guida, devo assolutamente introdurre delle barriere per stabilizzare la sua psiche-

    Sai bene che ciò che grava sulla tua coscienza non ha motivo di esistere. Al tuo ritorno io sarò qui”.

    -Sa che la sua presenza o meno potrebbe fare la differenza. E non solo per me-

    E al mio prossimo ritorno? E al successivo? Quale sarà l’ultimo ritorno?"

    Non credere che non ci sia più nulla che tu abbia da imparare da me Idhao

    Io suo nome personale, i monaci lo usavano come cintura di sicurezza. Il condizionamento più potente che si potesse infondere su un novizio. Lo vincolava ad una fedeltà che andava oltre il conscio, oltre il legame di sangue, oltre il fanatismo. Era inciso nel centro perfetto dell’anima di ognuno.

    Ti saluto, Kenji

    Oggi tu ti separi da Kenji, al tuo ritorno saluterai Tajish

    La rivelazione del proprio nome segreto! Ultimo suggello della più intima delle comunioni tra due monaci.

    -Questo è tutto ciò che è in mio potere fare per ora al fine di tenerti vincolato ad una via che non è ancora del tutto libera di assumere pericolose biforcazioni-

    Era il loro commiato.

    --------------------------------------------------------------


    I giorni che separavno Muad'Dib dall'arrivo nel luogo d'incontro trascorserò melliflui, il tempo gli scivolava sulla pelle, non lo avvertiva quasi. Stava viaggiando in quel particolare stato di semi-coscienza che aveva affinato negli anni di meditazione. Gli permetteva di fare chiarezza nella sua mente, tutte le informazioni in questo modo si disponevano secondo schemi sempre più precisi, in modo tale da combinarsi e dischiudere il proprio più profondo significato.
    Allo stesso tempo i suoi sensi erano vigili anche se dormienti "L'attenzione sopita" veniva chiamata dagli antichi monaci/filosofi Zensunni. Al più piccolo segnale di pericolo la semi-trance meditativa si sarebbe interrotta e Muad'Dib avrebbe di nuovo potuto disporre della sua piena consapevolezza nell'attimo presente.

    Egli avvertiva che tutto era intrecciato così intricatamente.

    -Inganni, negli inganni, negli inganni...-

    Kenji, gli anziani, i suoi genitori, l'accademia... e forse un disegno più grande.

    -Non siamo altro che supremi temporeggiatori-

    Temporeggiamento. Non era quella forse l'intima definizione della vita. Temporeggiare di fronte a cosa? L'ineluttabilità.

    -La morte-

    Quella che presto avrebbe colto il suo maestro.

    -E se potessi...-

    Ma la trance aveva di colpo lasciato il suo posto all'ora, l'attimo presente, il reale. Quello era il luogo d'incontro, a meno di 10 metri di lui, un casolare in malora. Sul tetto, un uomo. Non riusciva a vederlo bene. Pericoloso?

    Non credeva, ma gli anziani avrebbero potuto...

    -Non oserebbero-

    Così si avvicinò al casolare, all'uomo sul tetto. Ora era a pochi passi, coprifronte di Oto.

    -Il mio nuovo maestro?-

    E a quel pensiero la bestia riprese forza e si fece spazio tra le viscere.

     
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  3. noi.
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    Sembrava giunto il momento d'eseguire un ulteriore passo sulla Via del Ninja quando la lettera mi fu recapitata, riportando un semplice invito a presentarmi in una zona sperduta nei pressi di Konoha. Nessun riferimento esplicito alle persone che avrei incontrato, sia per il numero che per loro identità, ma riportava tutti i riferimenti necessari ad attestare l'autenticità di un documento accademico correlato, per mia fortuna, di una cartina e coordinate precise.
    Decisi quindi di mettermi in viaggio nell'immediato, assicurandomi scorte di acqua e cibo per almeno cinque giorni, necessarie e sufficienti a percorrere la strada due volte, nel malaugurato caso in cui mi fossi perduto ed avessi avuto la necessità di tornare al villaggio.

    [...]

    Il tragitto non presentò alcuna sorpresa, lasciando che il viaggio divenisse quasi piacevole, seppur condotto nella totale solitudine, raggiungendo infine la baracca in cui, apparentemente, avrebbe avuto luogo l'incontro. Giungendo dal retro dell'edificio, potendo osservare la totale mancanza di un ingresso era l'ipotesi più plausibile, fui capace di scorgere una sagoma appollaiata sul tetto.
    Decisi quindi di mettermi in mostra evitando d'apparire come un intruso o un malintenzionato.

    « OOOOIII!!! Sono Mugiwara! OOOOIII!!! »

    Urlai a squarciagola. Chissà se mi aveva sentito.

     
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    Non aspettai più di un'ora prima di vedere giungere un ragazzo che, senza parlare, arrivò lentamente fino alla baracca senza dire una parola. Il coprifronte di Oto era ben in vista e questo già lo rendeva simpatico per i miei gusti e mi bastava quello come segno per non farmi allarmare. Mi alzai in piedi per balzare già dal casolare ma, prima che potessi farlo, sentii arrivare qualcuno da dietro la struttura, un rumore di passi che si avvicinavano. [Udito Sviluppato] Sfoderai rapidamente la wakizashi per girarmi verso l'origine del rumore notando un ragazzo al di sotto della baracca, anche lui aveva il coprifronte di Oto. E che faccio adesso? Faccio la figura del cretino se mi spavento così per nulla... Diamine improvvisiamo!
    << Mettiti al riparo te! >> Urlai per saltare quindi verso la figura che intanto aveva incominciato a urlare, non so se per spavento o altro, e cercai semplicemente di "cascarci sopra", non per fargli male ma solo per portarlo a terra con me ed intontirlo un pò. Se come immaginavo sarebbe cascato sotto il peso del mio corpo, io mi sarei semplicemente rialzato rapidamente puntandogli la spada vicino alla gola. << WAAAAAAARGH! >> Avrei urlato con tutte le mie forze senza però spostare di un centimetro la lama. << HAI SCELTO LA GIORNATA SBAGLIATA PER AGGREDIRE UNO STUDENTE DI OTO! OGGI HAI DAVANTI L'INVINCIBILE ARASHI DEL SUONO! >> Ripresi fiato, quindi fischiai. << EHI TE DALL'ALTRA PARTE! STAI PUR TRANQUILLO E ORA VIENI A VEDERE COME MUORE UNO CHE CERCA DI FARE DEL MALE A UN NINJA DEL SUONO! >>

    Ovviamente non avevo nessuna intenzione di fargli del male, volevo soltanto fare una buona impressione davanti ai miei due nuovi studenti.

    SI! Sono proprio un figo!



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    Tranquilli, siamo vivi. Mataza ha avuto un piccolo infortunio al braccio ma posterà entro fine settimana, intanto presentiamoci, recupereremo dopo il tempo perso ^^
     
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  5. Sharada
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    Quando Idhao fu bene in vista rispetto all’uomo sul casolare questi fece per alzarsi.

    -Nessun movimento brusco, non avverto minaccia provenire da lui-

    Percepire istintivamente se un individuo veniva in pace o meno era una delle prime qualità che un monaco imparava a padroneggiare. Era semplice spirito d’osservazione mescolato ad una più avanzata valutazione di come i muscoli delle persone stavano lavorando, la fluidità dei loro movimenti, la mimica facciale. Anche un novizio ben addestrato avrebbe potuto facilmente distinguere il pericolo.

    D’un tratto però Idhao captò un cambiamento repentino.

    -Un improvviso irrigidimento, che possa aver avvertito qualcosa che a me è sfuggito?-

    Il ninja era scattato voltandosi e in un lampo la sua arma era già sguainata. Completo cambio d’atteggiamento al quale seguirono rapidi i pensieri di Muad’Dib.

    -Sensi acutissimi! E che velocità di reazione. Forse c’è davvero qualcosa che possa imparare da queste persone-

    Assunse anch’egli le sue precauzioni, acuì i sensi più che potè per cercare di cogliere movimenti nell’area circostante. I muscoli erano pronti a scattare in caso di aggressione.

    -I nervi più rapidi degli occhi. La spada più veloce della vista-

    Quella era la via del Prana-Bindu.
    Tutto vanificato però. Evidente c’era un altro studente la cui visione era nascosta dal casolare. Egli cominciò a gridare inconsultamente e per tutta risposta il ninja sul tetto spiccò un agile balzo terminandogli addosso e urlandogli qualche minaccia.

    Idhao trovò strano quello strano utilizzo della voce. Per un mocaco Riekudainmon essa è uno strumento molto potente. Con il giusto utilizzo della voce si possono raggiungere scopi che spesso sono al di fuori della portata della violenza. Ma quelle urla denotavano chiaramente una grave carenza nel modo in cui il potere della voce era amministrato.

    -Che spreco-

    Il ninja balzato dal tetto rivolse quindi alcune parole anche a Idhao che adesso dalla sua posizione non poteva osservare gli altri due.

    CITAZIONE
    << EHI TE DALL'ALTRA PARTE! STAI PUR TRANQUILLO E ORA VIENI A VEDERE COME MUORE UNO CHE CERCA DI FARE DEL MALE A UN NINJA DEL SUONO! >>

    -Non c’è seria intenzione in quelle parole-

    L’analisi della voce glielo rivelava semplicemente.

    -Perché questa vana minaccia? A che scopo cercare di impressionarci in modo talmente velleitario?-

    Però la sua mente si soffermava ancora al modo in cui aveva percepito la presenza di una terza persona prima di lui e alla velocità della sua reazione.

    -Menti non allenate imprigionate in corpi dalle enormi possibilità. Questi Ninja sono creature pericolose… eppure meno di quanto potrebbero-

    Aggirò con circospezione la baracca finchè non trovò il primo ninja che premeva la propria arma alla gola del secondo, trasecolato.

    “Arashi del suono, ci hai dato senz’altro prova di non essere qualcuno che si fa prendere si sorpresa. Non abbiamo certo bisogno che ci dimostri di saper uccidere troppo facilmente. Riponete la vostra lama, vi prego”.

    Nel pronunciare queste parole accennò un piccolo inchino, simbolo di cortesia tra i monaci ma i sensi erano mantenuti acutissimi e la sua cautela era al massimo.

    “Il nome con cui voi potete chiamarmi è Idhao. Credo di essermi appena presentato all’insegnante che l’accademia mi ha assegnato. Mi sbaglio?”

    -Insegnante… a chi insegnerai? A Idhao, certo. Ma non a Muad’Dib-

    Muad’Dib avrebbe avuto sempre un solo insegnante ed il suo nome era Kenji.
     
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    La lama puntava alla gola ma rimaneva ben ferma tra le mie mani finchè il giovane studente di Oto non ebbe compiuto il giro della baracca.
    “Arashi del suono, ci hai dato senz’altro prova di non essere qualcuno che si fa prendere si sorpresa. Non abbiamo certo bisogno che ci dimostri di saper uccidere troppo facilmente. Riponete la vostra lama, vi prego”.
    Incominciai quindi una fragorosa risata rimettendomi in piedi e riponendo la spada nel fodero sulla mia schiena. Poi presi per il colletto della maglia il ragazzo che avevo buttato a terra e lo tirai su, rimettendolo in piedi, probabilmente ancora terrorizzato.
    << Tranquillo stavo scherzando! Brother la prossimo volta evita di arrivare alle spalle di un ninja, soprattutto se questo è più abile di te! Ahahahaha! >> Dissi mentre gli davo delle leggere pacche sulle spalle per scrollarli di dosso della polvere e della terra che era rimasta sui suoi vestiti.
    “Il nome con cui voi potete chiamarmi è Idhao. Credo di essermi appena presentato all’insegnante che l’accademia mi ha assegnato. Mi sbaglio?”
    Mentre parlava il giovane accennò un inchino.
    << Tranquillo giovane Idhao, non c'è bisogno né che mi dai del lei né dell'inchino, non sono il Kokage! Oltre a questo non ti sbagli, cioè il vero sensei dovrebbe già essere qui, io dovrei fare solo da aiuto, ma per adesso nessuna traccia di questo... Inoltre... >> Presi da una tasca un fogliettino con i nomi degli studenti. << Tu sei Idhao quindi ne mancano all'appello uno solo più il sensei... Uhm... Vabbè io mi sono stufato di aspettare! >>
    Corsi verso la baracca e saltai sul tetto in scioltezza, quindi alzai il pugno verso il cielo e guardai verso i miei studenti davanti a me.
    << SI PARTEEEE! Prossima destinazione: L'Accademia! >> Gridai entusiasmato, più io che loro molto probabilmente.
    Scesi nuovamente dalla baracca e appoggiai entrambe le braccia sulle spalle dei miei studenti incominciando a camminare velocemente verso una piccola strada sferrata che si addentrava nel bosco. Per mia fortuna l'accademia insieme alla lettera mi aveva mandato una piccola mappa della regione così che potevo orientarmi in mezzo a quella grande foresta.

    SPOILER (click to view)
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    << Allora cosa mi raccontate? Emozionati? Si, lo so, faccio questo effetto a molti ninja… Ma non fatemi sentire cose come “Sensei” o “maestro”. Mi chiamo Arashi Ika e se proprio non mi volete chiamare per nome potete chiamarmi “la grande furia nera del suono”! Mi sembra molto più appropriato e…. >>
    Continuai a parlare finchè non mi avessero interrotto, raccontando vari aneddoti che nascondevano ben poco di vero, a volte niente. Cercavo solo di ingannare il tempo con un po’ di conversazione, il viaggio sarebbe stato lungo e qualcosa non andava... I miei occhi si spostavano da una parte all'altra della strada anche se cercai di non farlo notare ai due studenti... Qualcosa ci stava osservando, e non era un presentimento, era una certezza. E su queste cose non mi ero mai sbagliato.



    SPOILER (click to view)
    Scusa ancora per il ritardo ^^ Da qui in avanti dritti senza rallentamenti, nei prossimi post, con l’autorizzazione di Ratty, Shiro mi farà da vice, quindi spero di recuperare il tempo perduto.
     
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  7. Sharada
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    Una fragorosa risata, fu quella la reazione del sensei alle parole di Idhao e tutta la tensione accumulata in quella circostanza svanì in pochi attimi. Il subconscio di Muad’Dib gli stava dicendo “è finita, puoi lasciar andare i muscoli”.

    -E così quest’uomo sarà davvero uno dei miei insegnanti-

    Idhao non riusciva ad interpretare fino in fondo la persona che aveva davanti. Quella finta aggressione senza nessun esito, volta a nessuno scopo, quasi. I suoi modi così confidenziali, senza preoccupazioni per la forma, fin da subito.

    -Niente Sensei, niente convenevoli, solo il suo nome. E con che leggerezza ce l’ha comunicato!-

    Conoscere il nome del suo novo maestro provocò a Muad’Dib una piccola sovrapposizione di realtà. Il ricordo di Kenji che gli rivelava il suo nome privato pochi giorni addietro e adesso questo. Gli eventi si mescolavano. E poi i suoi due novi nomi. Una novità che ancora faticava a trovare un’alcova sicura nella sua psiche.

    -Il nome colloca gli individui in uno schema. Sto ancora faticando per riconoscere il mio schema. Troppe novità tutte insieme-

    Sentiva il bisogno di trascorrere una intera giornata di sola meditazione per sondare in profondità quali effetti tutto ciò stesse causando alla sua persona.

    -Sono senza forma adesso. In cerca di mani che mi plasmino in superficie e di eventi che mi diano una forma interiore-

    Questa improvvisa rivelazione lo ridestò dai ragionamenti e si accorse che nel mentre il Sensei aveva aiutato il suo sprovveduto compagno a ripulirsi dalla polvere e ora stava comunicando ai ragazzi che si sarebbero messi in cammino verso l’accademia senza aspettare il secondo Sensei.

    -Sempre ad esibire questo entusiasmo, sempre questa voce senza controllo. Un bambino. Ma un bambino che si muove troppo velocemente.-

    Quella persona era un puzzle per Idhao. Un indovinello con molto umorismo che lo stuzzicava.
    Il piccolo gruppo si inoltrò quindi nel folto di una foresta di alberi dal fusto sottile, ma molto frondosi e fitti. La loro chioma li riparava dal sole ma non oscurava il tragitto. Fin dalla partenza il Sensei non smise di esibire il suo carattere piuttosto espansivo che Idhao faticava a non considerare sciocco e superficiale. Ovviamente per Muad’Dib era ben chiaro che quasi tutto il contenuto del racconto fosse fittizio. Era facile accorgersene, la voce, il modo in cui le parole venivano pronunciate, accento su una invece che sull’altra, la disposizione delle frasi, il ritmo di chi vuole fingere naturalezza. E poi le espressioni del viso, il modo in cui gli angoli della bocca di allargavano, i movimenti delle sopracciglia. Idhao ascoltava tutto questo in silenzio, interessato non alla parole, ma a tutti questi piccoli segni, in cerca di uno schema comportamentale nel quale far rientrare il suo Sensei.

    -Tutte le persone tendono a collocarsi in determinati schemi di condotta. Questo alla lunga le rende ripetitive e in qualche modo prevedibili. Smettono di ricercare il loro essere e si adagiano nella consuetudine. Smettono di vivere.-

    Cadenze del genere imparate al monastero affioravano nella sua memoria.

    -Qual è il tuo schema, Arashi Ika? Mostramelo chiaramente!-

    Muad’Dib aveva tutta l’impressione che quel lungo monologo non servisse per invitarli a parlare, piuttosto era un modo come un altro per colmare un vuoto di silenzio che le persone comuni mal sopportano.

    -I mediocri non sopportano la propria stessa compagnia, devono inventare interlocutori per se stessi-

    Altra cadenza.

    Il ciarlare di Arashi indirizzava Idhao verso riflessioni di questo tipo e lo sviava pericolosamente dall’ambiente circostante. Una mancanza imperdonabile per il ragazzo. Troppe cose stavano accadendo in maniera strana in quel frangente. Un Sensei ed un allievo mancanti. L’appuntamento nel mezzo del nulla invece che direttamente all’accademia. Il Sensei che decide di proseguire incurante di queste mancanze…

    Tutti i dati necessari per avvertire il pericolo erano stati immagazzinati e c’era una parte di Idhao che si sforzava di prevalere sui suoi attuali pensieri.

    -Apri gli occhi! Stupido! Sei l’ombra dei tuoi sensi in questo momento-

    Ma troppe voci parlavano contemporaneamente nella mente del ragazzo perché potesse concentrarsi su una sola.
     
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  8. ~Shiro
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    Dannato Arashi. Come osava lasciarmi da solo al Palazzo durante il periodo di grandi pulizie? Aiuto-Sensei per l'Accademia, come se ci credessi. Quello voleva soltanto evitare di sgobbare, di sicuro la lettera era finta.
    Avevo provato a bloccarlo, ma mi era sfuggito ed era uscito dalla finestra. L'avrei anche inseguito, ma non ero sicuro di acciuffarlo e non potevo andare senza il mio equipaggiamento, che ovviamente non era stato preparato.
    Mi stavo già dirigendo pieno di rabbia al piano di sotto, per avvertire della fuga di Arashi, quando notai un foglio a terra. Lo presi e subito un sorriso crudele apparve sul mio volto, la fortuna mi aveva dato di nuovo una mano. Avevo davanti a me una mappa dove era segnato il luogo d'incontro con gli allievi e il tragitto che avrebbe dovuto seguire da lì Arashi per raggiungere l'Accademia. Probabilmente lui l'aveva memorizzato o forse ne aveva fatto una copia, ma non mi interessava, ciò che era importante era che quella mappa ora era mia. Potevo seguirlo e fargliela pagare per aver provato ad ignorarmi.


    [...]



    La fortuna mi avvantaggiò di nuovo. Infatti Arashi non aveva alcuna fretta di raggiungere il punto di incontro con gli allievi. Al contrario io ero deciso a fregare il mio coinquilino, quindi scelsi la via più veloce per giungere al luogo previsto muovendomi il più rapidamente possibile. Per questo, nonostante il leggero distacco di qualche ora rispetto la partenza di Arashi e la mia, io riuscii ad arrivare alcune ore prima. Ciò mi permise di trovare un buon posto lontano dalla radura, ma vicino abbastanza per osservare ciò che sarebbe successo.
    Così osservai perfettamente l'arrivo di Akashi, quello successivo di un ragazzo dall'aria pacata ed infine di un ragazzino che avevo già avuto l'"onore" di conoscere. Si trattava del bulletto che avevo completamente rasato a zero per punirlo della sua strafottenza. Evidentemente doveva trattarsi di un ragazzo particolarmente sfortunato, perchè il suo arrivo provocò una reazione eccessiva da parte di Arashi, che gli saltò letteralmene addosso. Non riuscivo a credere che il mio amico fosse così sprovveduto da scambiare un ragazzino probabilmente suo alunno per una minaccia, ma così sembrava. Sentii le sue urla mentre lo bloccava, come sentii la sua voce troppo rumorosa che annunciava la partenza, nonostante la mancanza del vero Sensei. Questo non piacque molto a Mugiwara, che si arrabbiò molto e se la prese direttamente con Arashi urlando.


    - COSA??? E IO DOVREI DARE RETTA AD UNO CHE NON E' IL MIO SENSEI?? UNO CHE SCAMBIA UN SEMPLICE SALUTO PER UN AGGRESSIONE? MAI, IO ME NE VADO!! -

    Detto questo il ragazzo prese la sua roba e si allontanò da Arashi e dall'unico allievo rimasto, nonostante qualsiasi eventuale tentativo di trattenerlo. Dal canto mio io scoppiai a ridere.

    - Aahahaha, quell'idiota di Arashi non sa nemmeno farsi rispettare dagli allievi! -

    Eppure lui non mi aveva mentito. Era stato davvero scelto come Aiuto Sensei. Questo però non bloccò in alcun modo la mia voglia di fargliela pagare, mi avrebbe potuto comunque portare con lui! Per questo decisi di seguire lui e il tizio dall'aria tranquilla quando li vidi allontanarsi.
    Purtroppo entrarono nel folto della foresta, quindi fui costretto ad avvicinarmi di più a loro per poterli seguire. La furtività non era il mio forte, ma sapevo che anche Arashi non era un tipo particolarmente sveglio. Ora non mi rimaneva che seguirli e aspettare l'occasione giusta per colpire. Ancora non avevo ancora nulla in mente, se non un piano piuttosto confuso...



    SPOILER (click to view)
    Allora, come già sapete, ho preso il posto di Aiuto-Sensei in questa classe. Ho (anzi abbiamo io e Hidan) deciso di far allontanare noi. dal corso poichè so che ha problemi nel postare in questo periodo. Se decidesse di tornare stabilmente comunque un modo di farlo rientrare lo troveremo, se sarà in tempo.
     
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    << Non parli molto, vero? >>
    Dopo varie ore di lunghi racconti sulle mie varie peripezie, quasi tutte inventate al momento o incredibilmente ingigantite, mi stufai di parlare da solo e mi fermai improvvisamente nel ben mezzo della strada. Guardai il sole in alto nel cielo e intuii che si era fatta l'ora di pranzo. Questo mi ricordò che avevo finito le poche provviste che avevo rubato dal frigorifero di Yari prima di partire. Guardai quindi il mio studente, forse visto che non ci si poteva conversare lo si poteva sfruttare.
    << Non so te mio caro ragazzo ma io ho così tanta fame da non riuscire più a muovere un passo! Mettiamo qualcosa sotto i denti prima di ripartire, tanto ormai credo che il sensei ci abbia abbandonato del tutto e non abbiamo tanta fretta di arrivare all'accademia, giusto? Vediamo intanto se c'è qualche ruscello nelle vicinanze. >>
    Mentre parlavo mi incominciai a dirigere verso un albero alla mia destra che sembrava avere dei rami abbastanza solidi da poter reggere il mio peso, quindi saltai sul ramo più in basso per poi continuare ad arrampicarmi verso quello più alto. Raggiunta la sommità visionai dall'alto la foresta notando che a circa 2 km da noi saliva dalla foresta una piccola nube di fumo, sembrava che qualcuno avesse acceso un fuoco. Una volta sceso di nuovo a terra mi avvicinai nuovamente ad Idhao.
    << Sembrerebbe che qualcuno ha acceso un piccolo fuoco davanti a noi. Visto che questa è una regione molto vicina ad Ame forse potrebbero essere delle persone non propriamente amichevoli, o magari sono solo dei viaggiatori, comunque sia è meglio non rischiare e da adesso cerchiamo di muoverci con prudenza... >>
    Non era proprio nel mio stile muovermi con prudenza, ma non volevo mettere in pericolo una nuova leva di Oto. << Stai dietro a me ora, non ci muoveremo più sulla strada >> Detto questo mi girai e gli feci un cenno con la mano di seguirmi nella foresta.

    Dopo pochi minuti di viaggio in silenzio arrivammo infine nelle prossimità di una piccola radura, il fumo si alzava precisamente da lì. Muovendomi silenziosamente mi andai a riparare dietro ad un albero di medie dimensioni quindi feci segno a Idhao di raggiungermi. Sporgendomi con la testa vidi che il fuoco era stato acceso da 3 grandi uomini che bevevano e facevano chiasso davanti ad un fuoco dove avevano messo a cucinare due lepri.
    Ecco il nostro pranzo...
    Passai ad osservare meglio gli uomini, erano molto grossi ma sembravano più rudi che cattivi. Portavano alla cintura delle fodere di medie dimensioni che sembravano contenere dei coltellacci e il loro abbigliamento mi suggeriva che dovevano essere dei briganti da quattro soldi, niente di ingestibile per un ninja anche se inesperto.
    << Pss.. Vieni a vedere qua... >> Sussurrai ad Idhao indicandogli di sporgersi mentre io mi facevo da parte. Quando si sarebbe sporto con entrambe le mani lo sarei andato a spingere per farlo finire in piena vista dei briganti. Ora toccava a lui.
    Vediamo cosa sai fare…




    SPOILER (click to view)
    Un breve intermezzo giusto per ingannare il tempo prima dell'intervento di Shiro ^^ Gestisci te lo scontro con 2 degli omoni, puoi considerarli tutti come energie bianche con un bonus di 2 tacche in resistenza e forza e un malus di 2 tacche in velocità. Tutti e due sono armati con dei coltellacci lunghi 30 cm e con potenza 10. Non hai limiti di slot azione ma gli slot tecnica sono invariati. Al terzo brigante ci penso io, dal prossimo post iniziamo a fare sul serio ^^ Buon post!


    Edited by H¡dan - 13/5/2010, 15:55
     
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  10. Sharada
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    Idhao non parla molto.
    Affermazione imprecisa, come può esserlo quella di un uomo che lo conosceva da poche ore. Ovvero un uomo che non lo conosceva affatto. Idhao parlava eccome. Lui sapeva perfettamente cosa comunicare e come comunicarlo, sempre che stesse avendo a che fare con un interlocutore che avesse intrapreso la Via. Cosa che ovviamente non stava succedendo nel folto di quella boscaglia.

    “Il mio mentore mi ha insegnato che i modi di comunicare sono molti. Focalizzarsi sulla parola parlata è riduttivo.”

    -Ma tu non sei un iniziato ai misteri. Sei solo un Ninja e non capisci. Probabilmente non potresti mai capire. Non credo che costui possa essere un candidato alla formazione preliminare-

    Camminavano ormai da ore e non c’era segno del vero e proprio Sensei. Idhao non aveva provviste con se e si stava chiedendo se il suo compagno di viaggio ne avesse. Per sicurezza aveva adottato uno dei piccoli stratagemmi del Prana-Bindu, una basilare tecnica di autocontrollo del metabolismo che gli permetteva di selezionare le sostanze che il suo corpo doveva bruciare con priorità. In questo modo le energie erano calibrate con più efficienza e l’organismo avrebbe potuto funzionare a pieno regime per diverse ore anche senza nutrimento.

    Muad’Dib aveva visto bene. Lo scoprì pochi minuti dopo, quando il suo Sensei gli rivelò che per nutrirsi avrebbero dovuto procurarsi il cibo ed acqua autonomamente.

    Alle sue parole Idhao annuì. La caccia gli era familiare, al tempio la praticava spesso con successo. Ma a quanto pare le idee di Arashi erano leggermente diverse in proposito. Gli disse di avvicinarsi assieme a lui ad un fuoco acceso nel mezzo del bosco. Ancora una volta Idhao acconsentì senza osservazioni, in quanto Arashi dimostrava di essere per lo meno informato su quella zona, a suo dire pullulante di malavitosi.

    I due erano ora appostati dietro a dei tronchi robusti che li occultavano alla vista degli uomini radunati attorno al falò. Si trattava di tre uomini dai visi poco raccomandabili. Il progetto di Arashi era sicuramente di sgominarli e appropriarsi del loro cibo. Il Sensei fece segno al suo allievo di avvicinarsi e sporgersi per dare un’occhiata.

    “Non ho problemi a dare una lezione a dei malviventi. Ma non c’è modo che io mi cibi della loro preda. Le loro mani l’hanno resa impura. Prenderemo la radura ma in seguitò mi procurerò da solo la mia…"

    Disse Idhao sussurrando, ma prima ancora di finire la frase Arashi lo spinse deliberatamente allo scoperto, sorprendendolo. Ora era in piena vista dei tre omoni, la cui attenzione era stata richiamata dall’incauto rumore provocato dal brutto scherzo di Arashi.

    -Folle! Vuole forse farmi ammazzare? Che sia…?-

    “Non c’è tempo sciocco! Concentrati!”

    Urlò una voce proveniente da qualche recondito luogo della sua anima, ed in un attimo tutta la sua concentrazione era focalizzata sullo scontro.

    -Il primo, contro dei veri avversari. Loro non esiteranno, io nemmeno.-

    Erano tre, Idhao aveva perfettamente chiara la situazione, due gli erano più vicini e si stavano già alzando per dirigersi verso di lui. Grossi, muscolosi, ma lenti e goffi.

    -I miei abiti da monaco li tradiscono, credono che sia una preda facile, probabilmente il terzo resterà a guardare gli altri due in un primo momento. Devo sfruttare questo fattore-.

    Rapidamente Idaho estrasse dalla sua sacca laterale sinistra due Kunai che scaglio prontamente con la stessa mano verso l’omone di destra, facendo descrivere alle due armi una diagonale con vertici la spalla destra e più sotto la parte sinistra del torace del brigante.

    -Questo per tener buono il primo. L’altro lo devo tirare giù in fretta. Sono più potenti di me, non posso permettermi di rimanere invischiato in un corpo a corpo prolungato, mi massacrerebbero.-

    Scagliati i Kunai, Idhao scattò a sinistra verso l’altro brigante a tutta velocità, passi brevi e rapidissimi per accumulare quanto più slancio possibile. Durante la corsa il giovane cominciò ad accumulare un elevata quantità di Chakra nel braccio destro (Tecnica del Solco Fulmineo). A pochi passi dall’uomo, quando l’accumulazione era ormai all’apice avrebbe caricato all’indietro il braccio con il palmo aperto, per poi sfruttare la velocità accumulata e la potenza latente nel palmo, cercando di colpire l’uomo in pieno addome basso.
    Se vi fosse riuscito si sarebbe sincerato di aver messo a terra e fuori combattimento il suo avversario. In caso affermativo avrebbe sfoderato dalla sua custodia dietro la schiena il suo Hanbo, rivolgendosi prontamente contro il brigante che aveva subito il lancio di Kunai.
    Se invece il suo avversario fosse in qualche modo riuscito a sventare il potente e rapido colpo di palmo, Idhao avrebbe istantaneamente fatto scivolare dalla sua manica sinistra il Tanto che teneva nascosto, impugnandolo con la lama lungo il suo avambraccio e cercando di portare un rapido fendente dal basso verso l’alto, diretto al viso del suo avversario.
    Indipendentemente dall’esito della sferzata, subito dopo avrebbe compiuto un piccolo saltello all’indietro per guadagnare una quarantina di centimetri di distanza dal corpo dell’omone, in modo da non trovarsi troppo in svantaggio in ottica di un suo eventuale gancio alla cieca o di un eventuale tentativo di presa.



    SPOILER (click to view)
    Riepilogo:

    Slot azione: Lacio Kunai, movimento completo, eventuale fendente al viso.
    Slot tecnica: Solco Fulmineo.
    Azioni gratuite: estrazione Tanto/Hanbo a seconda degli sviluppi, eventuale saltello.
    Consumo Chakra: Medio (rimanente 4 Bassi).

    Spero di non aver abusato degli slot azione infiniti.


    Edited by Sharada - 14/5/2010, 17:24
     
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    Idhao riuscì a mandare a terra il brigante con il suo potente colpo mentre l'altro era troppo impegnato a lamentarsi dal dolore provocatogli dai kunai per poter intervenire.
    Beh non è male, non parla ma almeno sa combattere!
    Il terzo uomo che era restato ad aspettare lanciò un'imprecazione e sguainò il suo coltellaccio e si gettò contro Idhao consumando velocemente i pochi metri che lo separavano da questo. Arrivato a una distanza sufficiente avrebbe tentato un affondo verso la spalla destra di Idhao. Allo studente non sarebbe rimasto nient'altro da fare che schivare o parare in qualche modo il colpo, infatti io mi sarei portato velocemente alla vista del bandito e, una volta impugnato uno dei miei coltelli da lancio, glielo avrei lanciato mirando alla spalla del braccio con cui teneva il coltellaccio. Ero soddisfatto di aver visto le potenzialità di Idhao e non volevo rischiare di vedere la situazione complicarsi anche se gli avversari erano di poco conto.
    << Hey boy finchè sei in tempo prendi i tuoi amici e vattene, altrimenti ti sistemerò io! YO! >>
    << Brutti bastardi non la passerete liscia, ve lo giuro! >> Esclamò il brigante mentre rimetteva in piedi gli altri due e si allontanava dalla radura. Uno mera minaccia da parte di tre banditi di scarso livello, non ci feci troppo caso in quel momento...
    << Ehm... Mi dispiace per lo scherzetto! Volevo vedere solo se sapevi combattere! Mi sembri tanto un figlio dei fiori di Konoha da come ti comporti e parli, però adesso so che te la cavi! Hai detto che provvederai da solo al tuo cibo, io intanto mangio! Stai attento non ti allontanare troppo, fischia se hai un problema... >>
    Intanto mi ero avvicinato al fuoco e avevo preso la coscia di una delle due lepri e me la ero ficcata in bocca. << Non sai che ti perdi! >> Esclamai mentre ancora masticavo il boccone in bocca. C'era però ancora un problema, quella strana sensazione di essere spiato non se ne era ancora andata.



    SPOILER (click to view)
    Scusa per i post noiosi ma Shiro sta in ritiro di studio o qualcosa del genere, torna venerdi e posta subito °° Se vuoi puoi aspettare dopo l'intervento di Shiro per fare il post, tanto si tratta di roba di 3 giorni. Poi iniziamo sul serio, una buona volte per tutte. Scusa ancora ma le complicazioni si susseguono.
     
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  12. ~Shiro
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    La marcia dei due non durò molto. Infatti, intorno all'ora di pranzo, Arashi si fermò, annunciando che era troppo affamato per proseguire.
    Lo osservai mentre si arrampicava su un albero e dovetti nascondermi meglio, mentre lui osservava con attenzione l'area circostante. Fortunatamente la sua attenzione non fu attratta da me, ma dalla presenza di altre persone accampate. Seguendo con lo sguardo la direzione dove era girato il mio coinquilino, notai anche io un leggero fumo provenire da non molto lontano. Seguii così i due ragazzi, muovendomi saltando da un albero all'altro, sempre nascosto dalla fitta vegetazione. Osservai divertito come Arashi buttò il suo allievo in mezzo alla radura dove erano accampati i briganti. Questo lo rese visibile e il ragazzo dall'aria silenziosa e pacata fu costretto a battersi. Fortunatamente per lui non se la cavava male e, aiutato alla fine da Arashi, riuscì a sconfiggerli e a metterli in fuga.
    Arashi subito si appropriò del cibo cucinato dai briganti e cominciò a mangiarlo, ma l'altro ragazzo non sembrava condividere quella scelta. A quanto pare sembrava non avvezzo a quel tipo di comportamenti. Ridacchiai tra me e me. Quel tipo sembrava l'esatto contrario di Arashi. Dal canto mio reputavo quel ragazzo troppo serio e ligio al dovere.
    Comunque rimasi ad osservare i due per tutto il tempo che si rifocillavano, approfittando della pausa per attuare la prima parte del piano. Impastai un Basso nel mio organismo, attivando la mia Hijutsu.
    Sentii il Chakra irrorare tutte le mie cellule, quindi presi un Kunai dalla mia sacca porta oggetti e, dopo essermi tolto una scarpa, mi tagliai un dito del piede sinistro. Subito impastai un'altra quantità pari a Basso per richiudere la ferita. Avrei pensato in seguito a farmelo ricrescere.
    Avrei poi preso dalla borsa un filo di nylon con cui avrei unito il dito ad un Kunai ed infine arrotolato a quest'ultimo avrei messo un foglio di carta con dentro un breve messaggio.
    Attesi con calma che i due ripartissero e avrei ripreso a seguirli. Dopo qualche decina di minuti però, avrebbero visto partire dalla loro destra tre Kunai partire contro di loro, fra i quali il mio "personalizzato". I Kunai avrebbero mirato ai piedi dei due ragazzi [Velocità pari a 300] e, se schivati, si sarebbero conficcati al terreno, facendo risultare quello "speciale" messo in mezzo. Nel foglietto avrebbero potuto leggere un messaggio minaccioso.


    CITAZIONE
    Questo è ciò che è rimasto dell'altro allievo che se n'è andato. Pregate i vostri dei, se ne avete, perchè entro domani farete la stessa fine.

    Nel frattempo io mi sarei allontanato e nascosto dalla loro vista, lasciando meno traccie possibili. Speravo proprio di averli spaventati, anche se Arashi spesso era troppo idiota per provare paura.

     
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  13. Sharada
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    L’energia concentrata nel palmo di Idhao si scaricò completamente sull’addome del malcapitato ladrone, troppo lento e goffo per schivare il colpo. Precipitò a terra con un tonfo, mentre il brigante bersagliato dai Kunai si lamentava dolorante.
    Non c’era tempo per rilassare i muscoli però. Non un attimo per perdere la concentrazione. L’altro brigante si era mosso più rapidamente di quanto Muad’Dib aveva previsto e gli era già sotto. Quell’accumulo di energia e lo scatto fulmineo, a freddo, inaspettatamente, lo avevano leggermente affaticato.

    -Dannazione! E’ vergognoso per un monaco introdotto ai segreti del Prana Bindu. –

    Ma non c’era neanche tempo per i pensieri e le autoaccuse. Il colpo che il gigante stava vibrando puntava dritto alla spalla destra del giovane. Fortunatamente anche il terzo uomo condivideva con i suoi compagni lentezza e goffagine. Ma anche forza bruta.
    Per questo Idhao optò per un rapido movimento in punta di piedi. Il calcagno destro che indietreggia quasi con un piccolo saltello e agevola la mezza torsione del busto, quel tanto che sarebbe bastato perché l’affondo del brigante fendesse l’aria proprio dove un attimo prima si trovava la clavicola del monaco.
    Poi fu un attimo. Quasi contemporaneamente alla schivata uno dei coltelli da lancio di Arashi si conficcò nella mano del brigante, che con un urlo strozzato fece cadere la sua arma.
    Inevitabile la ritirata per quei tre malcapitati.

    Solo in quel momento Idhao potè rilassare tutto il suo corpo, all’unisono e sentire, adesso veramente e con piena coscienza, che quella breve colluttazione aveva prosciugato una buona parte delle sue energie. E si sentì debole.

    -Avversari di poco superiori a questi mi avrebbero costretto a degli sforzi che mi avrebbero portato al limite. Avrei dovuto rischiare. E tutto il mio addestramento sarebbe valso a ben poco.-

    Fu allora che il gesto del suo Sensei acquistò un senso diverso. Anche se probabilmente non l’aveva fatto di proposito, gli aveva insegnato qualcosa. Una nuova consapevolezza di se.

    CITAZIONE
    << Ehm... Mi dispiace per lo scherzetto! Volevo vedere solo se sapevi combattere! Mi sembri tanto un figlio dei fiori di Konoha da come ti comporti e parli, però adesso so che te la cavi! Hai detto che provvederai da solo al tuo cibo, io intanto mangio! Stai attento non ti allontanare troppo, fischia se hai un problema... >>

    “Arashi, mi hai mostrato la caducità sotto una nuova ottica. Certo che so combattere e con una prospettiva che tu non conosci, perché io sono stato iniziato a dei segreti che tu ignori. Ma ora tu sei il mio maestro ed io voglio che mi insegni ad innalzare il mio limite”

    -E poi innalzarlo ancora ed ancora ed ancora… ma fino a dove?-

    E la bestia si arrampicava, millimetro dopo millimetro.

    Idhao si chinò per stringere la sua veste che si era allentata durante lo scontro.

    “Sono nato ad Oto, come te. Non so neanche come sia fatta la terra di Konoha. Ma a parte questo, abbiamo ben poca storia di vita in comune, temo.”

    Alzò adesso lo sguardo verso Arashi e sorrise.

    “Questo ci permetterà di imparare qualcosa, l’uno dall’atro.”

    Dettò ciò si allontanò dal suo maestro, per procurarsi una preda fresca.

    -E pura-

    Da consumare durante il pasto.

    La caccia era una sua abilità, sviluppata negli anni di vita al monastero. In questo il prana bindu e le pratiche meditative aiutavano molto. La foresta era come un enorme essere vivente, bisognava comprenderne i movimenti, gli odori, i gesti, i piccoli segnali, che avrebbero condotto il cacciatore alla sua preda. La foresta andava osservata ed ascoltata, con rispetto, quindi in silenzio e con la massima attenzione. La trance meditativa era l’ideale per raggiungere lo scopo e i movimenti lenti e controllati grazie al controllo Prana Bindu facevano il resto.

    Poco tempo più tardi Idhao era già di ritorno nella radura dove Arashi lo aspettava con lo stomaco pieno. Aveva catturato anch’egli una lepre. Pasto modesto, ma che lo avrebbe rimesso in forze.

    Erano pronti a ripartire.
    Trascorsero solo pochi minuti di marcia quando, del tutto inaspettatamente, un’altra minaccia sbucò dal folto del bosco. Il sibilo era quello inconfondibile dei Kunai che sfrecciavano solcando la distanza che li separava dal proprio bersaglio. Idhao era ancora una volta colpevolmente impreparato a reagire. Dopo aver sventato una minaccia, inconsciamente sentiva il diritto di non dover badare ad una prossima.

    -Mi riscopro quanto mai sciocco-

    Pensiero accompagnato da un movimento istintivo, il più rapido che la coordinazione orecchio-sistema nervoso permetteva in quella circostanza e fortunatamente sufficiente a schivare per un pelo uno dei tre pugnali che ora era conficcato nel suolo, ma che altrimenti gli avrebbe perforato la caviglia, con chissà quali conseguenze future.

    Subito sull’attenti dopo l’attacco di sorpresa la mente di Idhao cominciò ad inondarsi di informazioni.

    -A giudicare dall’angolo nel terreno i Kunai arrivano da una posizione sopraelevata, dalla nostra destra. Un uomo solo? O siamo circondati? I briganti di prima? Impossibile! Dei compari? Perché aspettare? Eravamo più vulnerabili nella radura. E perché mirare alle gambe? Perché non provare a ucciderci subito?-

    C’era chiaramente qualcosa di losco i quella mezza imboscata.

    Trascorsero un paio di minuti ma l’aggressore sembrava non aver intenzione di proseguire l’attacco.
    Idhao passò ad esaminare i Kunai, notando immediatamente che quello nel mezzo aveva qualcosa di strano legato su di se.

    -Ma che diavolo…? Un dito?!-

    Gli occhi si spalancarono di fronte a quella visione e il controllo delle sue emozioni fallì miseramente quando lesse il messaggio.

    “ Sensei! Devi venire a leggere. Qualunque cosa questo messaggio voglia dire, che sia veritiero oppure no, c’è una seria possibilità che ci troviamo in pericolo.”


    Edited by Sharada - 29/5/2010, 15:26
     
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    Il giovane riuscì a schivare facilmente il colpo del bruto quindi questo fu messo in fuga con i suoi compagni dal mio attacco. Il rumore delle loro imprecazione sparì con loro attraverso la fitta foresta. La risposta di Idhao alla mia giustificazione non tardò ad arrivare.

    “Arashi, mi hai mostrato la caducità sotto una nuova ottica. Certo che so combattere e con una prospettiva che tu non conosci, perché io sono stato iniziato a dei segreti che tu ignori. Ma ora tu sei il mio maestro ed io voglio che mi insegni ad innalzare il mio limite”

    Uff... Meno male... Non è arrabbiato o almeno non sembra esserlo...
    Lasciai andare un respiro di sollievo, non volevo certo mettermi contro anche un altro studente. Lo studente quindi si inchinò per sistemare la sua veste, per poi alzare lo sguardo e sorridere.

    “Sono nato ad Oto, come te. Non so neanche come sia fatta la terra di Konoha. Ma a parte questo, abbiamo ben poca storia di vita in comune, temo. Questo ci permetterà di imparare qualcosa, l’uno dall’atro.”

    L'esclamazione del giovane mi lasciò a bocca aperta. Non sapevo da dove venisse o quale fosse la sua storia, ma nei suoi occhi era ben visibile la voglia di migliorarsi continuamente. Quello che aveva adesso non gli bastava. Non parlai questa volta ma un gran sorriso apparve sul mio viso quindi presi un altro boccone della coscia di lepre. Idhao si allontanò quindi nella foresta per cacciare la sua preda.
    << Questo ragazzo è strano, però spacca! >>
    Stupido di un Arashi... Vedi di non farlo ammazzare... Pensai tra me e me.

    In poco tempo Idhao fece ritorno con la sua preda in mano e, dopo averla velocemente consumata, fummo pronti per ripartire. Proseguimmo solo per poco tempo però attraverso l'angusto sentiero, infatti finalmente la mia sensazione si tramutò in certezza.
    Eccolo, arriva!
    Dalla destra della strada sentii chiaramente il rumore di 3 armi da lancio in volo. Attraverso un rapido balzo verso la mia sinistra evitai uno di quei kunai che finì conficcato a terra. Con la coda nell'occhio vidi che anche Idhao era riuscito a rimanere incolume dall'attacco. Ero ancora in aria quando portai la mia mano a prendere uno dei miei coltelli da lancio e, appena toccai terra, lo lanciai velocemente verso quello che mi sembrava il luogo d'origine dell'attacco. Sfoderai quindi la mia spada e con un rapido movimento superai il confine della strada cercando invano nella foresta l'assalitore o gli assalitori. Chiunque fosse stato a tenderci l'imboscata però era stato altrettanto veloce a scappare. La mia attenzione si spostò quindi verso Idhao che mi chiamò a sè. Ritornai sulla stradina per notare che attaccato al kunai di mezzo c'era qualcosa di insolito: un dito. Prima di esaminare il dito però lessi il messaggio che ci aveva lasciato l'assalitore.

    CITAZIONE
    Questo è ciò che è rimasto dell'altro allievo che se n'è andato. Pregate i vostri dei, se ne avete, perchè entro domani farete la stessa fine.

    << WAAAAARGH!!! DANNATO VIGLIACCO COME HA OSATO FARE QUESTO A UNO STUDENTE DI OTO?! LO AMMAZZO! >>
    Il messaggio avrebbe sicuramente spaventato qualsiasi persona dotata di buon senso, ma fortunatamente non ne ero provvisto. Il pensiero che il primo idiota avessa ridotto così uno studente e un ninja di Oto mi faceva salire il sangue al cervello, le minacce sulla mia incolumità non sarebbero servite a niente.
    << Idhao! >> Mi girai verso lo studente. << Torniamo indietro. Aspettiamo questo figlio di puttana alla radura e vediamo se ha l coraggio di farsi vedere! E se ne ha veramente vedrà di cosa sono capace quando sono arrabbiato! E poi non mi va di dovermi guardare le spalle per tutto il viaggio! Su in marcia! >>
    Non avrei sentito discussioni a riguardo e avrei accelerato il passo per far ritorno alla radura.

    Una volta arrivati avrei riacceso il fuoco su cui i briganti avevano cucinato le lepri, e avrei tagliato velocemente un pò di legna dagli alberi nelle vicinanze. Avrei preso anche le fronde per allestire due posti letto per la notte un pò improvvisati. Una volta terminato il tutto mi sarei seduto su un masso vicino al fuoco, il lavoro mi era servito per calmarmi un pò dopo l'arrabbiatura.
    << Uff... Vediamo... Idhao non credo che arriveremo in tempo all'Accademia, quindi non so... hai da farmi qualche domanda? Da quello che mi hanno detto l'Accademia per il passaggio al grado Genin fa compilare un test su delle conoscenze generiche che dovrebbe avere un ninja. Armi, tecniche, villaggi, qualche strategia balisare degli shinobi, insomma queste cavolate. Mi sembri un tipo abbastanza intelligente e io di sicuro non posso mettermi a spiegarti niente, però l'esperienza mi ha dato quello che non ho appreso sui libri, quindi se vuoi... >>






    Edited by H¡dan - 3/6/2010, 15:41
     
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  15. Sharada
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    Il Sensei non aveva reagito con la freddezza che ci si sarebbe aspettati da un combattente esperto. Idhao dal canto suo mal celava un sentimento che quanto meno era di preoccupazione. La risposta di Arashi al messaggio e al suo lugubre contenuto però ebbe lo strano effetto di tranquillizzare Muad’Dib.

    -Non si interroga sulle possibilità, non vaglia alternative, ma punta dritto all’azione, alla soluzione violenta. A testimonianza del fatto che vi è avvezzo. Per lo meno si batterà se saremo attaccati. Mi auguro lo faccia con abbastanza vigore da proteggere entrambi.-

    Idhao avvertiva che le energie consumate durante lo scontro con i briganti non erano ancora rifluite nel suo corpo, così vide di buon occhio l’idea di ritornare verso la radura, tuttavia non senza riserve.

    “Arashi, sono d’accordo con te, torneremo alla radura, così avremo modo di accamparci prendendo dei punti di riferimento e riposeremo. Ma quel luogo non è il migliore dove trovarsi durante un’incursione notturna. La minaccia arriva dal limitare del bosco e ci potrà osservare preparando la sua mossa indisturbato. Dovremo essere vigili come non mai.”

    Arashi si diede da fare per costruire dei letti di emergenza e riaccese un fuoco che avrebbe potuto rivelarsi un’arma a doppio taglio.

    -Ci riscalda e ci trasferisce la serenità della luce, ma allo stesso tempo grida “siamo qui! Vieni a prenderci!-

    “Arashi, stiamo giocando ad un gioco pericoloso, spero tu sappia quello che stai facendo”

    Ma qualcosa gli diceva che poteva anche non essere così. Quel suo compagno di viaggio era avventato ed indecifrabile. Quasi un folle.
    Tuttavia in quella circostanza, forse anche per smorzare la tensione, decise che era il momento di orientarsi ad un profilo accademico. Idaho avrebbe potuto approfittare della situazione per schiarirsi i dubbi su alcuni elementi che non gli erano chiari nel mondo dei Ninja.

    “C’è una cosa su tutte sulla quale vorrei che facessi chiarezza, Arashi. Tempo fa, frequentando la biblioteca del monastero, mi imbattei in degli strani volumi che erano stati riposti maldestramente in un luogo che non gli apparteneva. Non erano indicizzati, né categorizzati, come se non appartenessero alla biblioteca. In questi volumi si parlava di qualcosa chiamato Kinjutsu, il cui significato se non erro deve essere Tecnica Proibita. Le storie di questo volume trattavano tutte di strani patti con entità superiori, sacrifici e sofferenze. Storie di morte e violenza, che avevano come protagonisti uomini accecati da qualcosa… potere, fame di ricchezza, donne…”

    -O sete di vita-

    La bestia sussultò.

    “A quel tempo considerai il volume come una raccolta di racconti allegorici, di leggende didattiche che venivano fatte leggere ai giovani monaci come ammonimento. Tuttavia non ritrovai mai più quel volume, per quanto abbia chiesto e cercato.
    Dimmi Arashi, tu conosci cose che io ignoro, hai visto più mondo di me. Esistono davvero cosa come quelle descritte in quel volume?”

     
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