Neko Senzai

[Svago]

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    [L'invito]


    Il Torneo era finito...
    La vita ad Oto sembrava essere tornata alla normalità, sebbene Shinodari ignorasse cosa significava vivere normalmente in quel villaggio.
    L'originale scopo per cui si era iscritta era scomparso drammaticamente dalla sua vita ed ora la ragazzina si trovava a dover percorrere una nuova strada.
    Konoha sarebbe rimasta nel suo cuore, racchiusa in quel coprifronte rigato e in un angolo di Castlevania.
    Non aveva più un clan a cui tornare, eppure una nuova famiglia l'aveva accolta donandole un nuovo cognome: Jaku.
    Restare, però, a Castlevania non le avrebbe fatto affrontare le conseguenze dell'essere arrivata fino alla fine del Torneo: la cittadinanza di Oto.
    Era tempo di conoscere la sua nuova patria, sebbene troppi ricordi dolorosi erano legati a quel luogo.
    Aveva ricevuto un invito dall'amministratore di Oto: Luis Cypher, un invito a cui non poteva certo rispondere con un rifiuto.
    Lasciati Ys e Saki nella sua dimora a Castlevania si era recata nel luogo stabilito.

    Shinodari aveva riletto più di una volta l'invito:


    CITAZIONE
    Luis convoca la Genin Shinodari Jaku al Neko Senzai, sito nel Quartieri dei Piaceri. Una volta giunta all'ingresso il personale di sorveglianza provvederà a scortarla dall'Amministratore.


    l'Amministratore di Oto


    Non riusciva a credere che l'amministratore volesse vederla all'interno del Quartiere dei Piaceri.
    Sebbene quel luogo fosse considerato una sorta di zona franca situata fuori dal villaggio, il nome stesso lasciava intendere cosa ci fosse al suo interno.


    -Splendido!-

    esclamò Shinodari scrollando le spalle.

    -Anche se ho ottenuto la cittadinanza di Oto, ancora non riesco a varcare le mura del villaggio. Quartiere dei piaceri, eh? Ma dannazione, chi crede che io sia l'amministratore!-

    commentò mentre il suo sguardo veniva attratto dall'insegna del locale dove aveva l'appuntamento con Luis.

    -Neko Senzai, Cats Garden. Direi che sono arrivata.-

    Non fece in tempo a mettere piede all'interno che fu spinta dall'impulso di fare dietro front e tornarsene da dove era venuta.

    -E' un bordello! Mi ha invitata in un bordello!-

    esclamò con un tono di voce, che attirò l'attenzione di alcuni curiosi e di due individui nerboruti vestiti in giacca e cravatta che da dietro i loro ochiali da sole sembravano scrutarla.

    Si girò verso il due tizi assumendo un'aria seria
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    -Sono Shinodari Jaku. Ho ricevuto una convocazione da parte dell'amministratore di Oto, Luis Cypher. Potreste accompagnarmi da lui cortesemente?-

    chiese la ragazzina supponendo che facessero parte del personale di sorveglianza, di cui aveva accennato Luis nell'invito.
     
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    Il Neko Senzai, il vanto di tutto il quartiere. Un luogo in cui ogni uomo poteva soddisfare tutti i suoi piaceri senza limite alcuno.
    Strano posto per una convocazione da parte dell'Amministratore di un villaggio.
    I due uomini all'ingresso videro la ragazzina avvicinarsi all'ingresso e la osservarono per un attimo, gli era stata già data una descrizione dettagliata del soggetto ma le sue parole eliminarono ogni dubbio dalle loro ristrette menti.
    Il body guard di destra si scontò appena dall'ingresso mentre l'altro disse cont tono grave e una voce piuttosto rauca.


    - Ben arrivata al Cat's Garden signorina Jaku...la prego mi segua -

    L'uomo scostò le pesanti tende che occultavano a stento ciò che succedeva all'interno del locale per lasciar libero accesso alla ragazzina per poi seguirla all'interno e precederla. Shinodari ebbe così visione del locale, numerose donne si intrattenevano con altrettanti uomini con atteggiamenti lascivi e facendosi offrire da bere. I baristi addestrati al dosaggio delle quantità alcoliche nei coiktail rendevano le bevande delle lavoranti molto leggere evitando così il rischio di farle ubriacare.
    I divanetti in velluto che si intravedevano in un angolo ospitavano i personaggi più facoltosi che si potevano pemettere la compagnia di più ragazze contemporaneamente mentre sul palco al centro del locale faceva il suo ingresso la spogliarellista di turno.
    Una macchina per fare soldi in cui l'incolumità delle giovani risiedeva ancor prima del guadagno, d'altronde chi rovinerebbe le proprie attrezzature?!

    L'uomo condusse quindi Shinodari davanti le porte di quello che sembrava un ascensore al cui interno rimaneva composto il manovratore che con un lieve sorriso salutò la nuova arrivata.

    Una volta entrata nella cabina l'uomo pigiò su una zona vuota della pulsantiera la quale di risposta si illuminò, evidentemente lì vi era un pulsante segreto. Il numeratore elettronico sopra le porte si fermò al numero 1 mentre l'ascensore proseguiva la sua risalita ancora per qualche secondo arrestandosi poi morbidamente, le porte si aprirono e un piccolo corridoio si poteva scorgere oltre di esse. Una porta socchiusa lasciava fuoriuscire una lama di luce che tagliava in due il pavimento in alabastro.


    L'amministratore l'attende oltre quella porta

    Disse il manovratore appena prima che le porte si richiudessero e il corridoio si illuminasse di luce bluastra.

    Edited by Luis Cypher - 10/3/2006, 21:36
     
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    [Il misterioso terzo piano]


    Le porte dell'ascensore si richiusero dietro di lei, lasciandola sola nel corridoio illuminato da una luce bluastra.

    Un piano nascosto a tutti... nel cuore di un bordello...

    Sulle sue labbra apparve l'accenno di un sorriso, ma solo per un breve attimo.


    §Chissà quali segreti nasconde questo posto...§

    commentò, mentre si guardava attorno.

    S'incamminò, poi, lungo il corridoio, mentre un pensiero le affiorò alla mente...


    §Sakiji...§

    La porta era lì davanti a lei, e anche la persona che tempo prima aveva fatto gli stessi suoi passi.

    Non era reale... lui era morto durante il torneo... era solo l'immagine portata dai suoi ricordi.


    §Anche tu sei salito fino quassù?§

    Sollevò la mano, lasciando che le nocche sfiorassero il mogano nero scuro della porta, poi bussò con decisione.

    §Non posso vivere solo di ricordi...§

    -Sono Shinodari Jaku.-

    annunciò la sua presenza, con voce chiara e udibile da oltre la porta, mentre l'immagine di Sakiji si dissolveva.

    Edited by Shinodari Jaku - 11/3/2006, 14:01
     
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    Un suono sommesso come prevoniente dai peggiori recessi dell'inferno preannunciò l'arrivo di uno dei suoi ospiti.
    Luis rimase seduto sulla sua poltrona mentre leggeri passi forse gli davano un indizio sull'identità dello sconosciuto, poi rapidi tocchi e una voce...il medico era arrivato.
    Luis rispose alla ragazza con noncuranza mentre continuava a far scorrere quella montagna di scartoffie nel tentativo di riordinarle.


    - Avanti... -

    Quello che si sarebbe presentato agli occhi di Shinodari sarebbe stata una stanza di cinque metri di profondità e sei metri di larghezza, un'ampia scrivania troneggiava al centro di essa ricoperta interamente da fogli e cartelle, alle sue spalle una parete completamente ricoperta da un archivio di rotoli e sulle pareti laterali araldi delle principali famiglie del Villaggio del Suono.
    Un alta poltrona ospita il nuovo amministratore, un ragazzetto alla mano all'apparenza, i capelli neri e tagliati appena sotto le orecchie ricadevano sul suo viso coprendone gli occhi le mani si muovevano veloci tra le carte davanti a lui.
    Di fronte due poltrone in pelle nera evidentemente adibite agli ospiti.


    - Accomodati pure -

    Disse Luis sollevando appena lo sguardo dal documento che stava rileggendo.
     
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    Shinodari chiuse la porta alle sue spalle e avanzò verso una delle due poltrone di pelle nera.
    La ragazzina lanciò una rapida occhiata all'ufficio, poi rivolse un inchino formale all'amministratore.


    -Luis sama, mi è stato recapitato il vostro invito: un invito che in tutta sincerità non mi aspettavo di ricevere.-

    disse con franchezza la giovane kunoichi mentre si accomodava sulla poltrona di destra.

    La ragazzina rimase in silenzio aspettando una sua risposta.

    Era la prima volta che si incontravano dopo il torneo e a Shinodari faceva uno strano effetto, ma non lo diede a vedere.
    Ormai aveva acquisito una certa abilità nel non far trasparire le sue emozioni: una capacità che a Oto si sarebbe rivelata fondamentale.


    §Il destino può essere imprevedibile...§

    riflettè, mentre osservava il giovane amministratore intento a leggere un documento.
     
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    Luis fece attendere la sua ospite per qualche secondo mentre terminava la sua lettura, forse un gesto volontario per mettere una certa ansia nella ragazza o forse una cosa involontaria e dettata dall'attenzione data alla lettura. Tirò un leggero sospiro mentre riponeva a parte il foglio e finalmente guardava in volto la giovane ragazza.

    - Una Jaku... -

    Disse come parlando a se stesso, aveva sentito parlare di quella grande famiglia e del suo membro più anziano, Ayato, gente benevola e che basava la propria vita su saldi principi che poco si acostavano alla politica del villaggio.


    - ...come saprai Rengoku oltre ad essere l'Amministratore del villaggio era anche colei che gestiva l'ospedale, ne era la diretta responsabile ma non solo con il compitop che gli imponeva la sua carica ma addirittura come medico, tradizione di famiglia, ma faceva il suo lavoro come nessun altro... -

    Il ragazzo aveva un aria seria, difficilmente riscontrabile nei suoi coetani e le sue parole sembravano voler introdurre un qualcosa che ancora non voleva dire.

    - ...ora, la sua mancanza ha privato il villaggio di una figura polivalente e io posso prendermi cura solamente di una spetto del suo lavoro e qui entri in gioco tu, ho saputo che pratichi le arti mediche... -

    Lasciò il discorso in sospeso, ovviamente attendeva che la ragazza dicesse qualcosa, non voleva essere troppo diretto anche se era facile dedurre a cosa volesse arrivare.
     
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    Shinodari ascoltò in silenzio le parole di Luis.
    Poi fissò con aria seria il giovane.


    -Uhm... non sono per le frasi lasciate a metà, amministratore. Preferirei che parlaste chiaro. Non si può dire che non siate stato diretto durante la prima prova del Torneo, o sbaglio? Ma ormai è una parte del nostro passato. E' vero, ho studiato le arti mediche, insegnatemi proprio dalla defunta sensei Rengoku. Perchè non mi dite esplicitamente cosa volete da me?-

    commentò la ragazzina, ben sapendo dove Luis volesse andare a parare.
     
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    Luis sorrise, la ragazza pur essendo molto distante dal normale pensiero della gente di Oto era una persona decisa, poteva quasi affermare che le piaceva ed era ancora più convinto della sua scelta.

    - Bene, vedo che mi hai già inquadrato...ne sono felice...allora non ti disturberà sapere che avevo già deciso e che questo incontro era solamente una proforma...sei il nuovo responsabile dell'area medica del villaggio, il centro operativo è il palazzo della casata Okamikumo, nobile famiglia a cui apparteneva la nostra Sensei, che è stato scelto come sede del nostro ospedale -

    Luis tornò a maneggiare i fogli che aveva davanti a se segno che il colloquio era giunto al suo termine.

    - Puoi andare, a breve riceverai istruzioni per partecipare alla prima riunione del consiglio amministrativo di cui fai parte come consigliere data l'alta carica che d'ora in poi ricoprirai all'interno del villaggio. Sul tavolino vicino alla porta c'è un rotolo su cui sono riportate tutte le cose di cui potresti aver bisogno e una lista di case che potrai scegliere, il tuo grado porta molti vantaggi. Sono tutti edifici splendidi, molto lussuosi e spaziosi, scegli pure quello che preferisci. E per quello accaduto al torneo non credo di dover essere in debito ma se così non fosse fai pure la tua richiesta ed essa verra esaudita qualunque essa sia...ora avrei da fare quindi se non ti disturba...-

    Terminato di dire quelle poche parole, pronunciate come un discorso imparato a memoria, il ragazo tornò in silenzio. Sicuramente non avrebbe risposto ad altro per il momento, lo si poteva ben capire, era un tipo fin troppo sicur di se e aveva programmato quell'incontro come più gli aggradava. Poteva risultare scostante e antipatico ma quello era Luis, l'Amministratore di Oto.
     
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    Sulle labbra di Shinodari si dipinse l'ombra di un sorriso.

    §No, non mi disturba di certo... Luis-san... ma se pensate che mi lascerò manovrare così facilmente vi sbagliate di grosso.§

    Il giovane amministratore capo di Oto aveva programmato tutto secondo i suoi desideri. In pochi istanti Shinodari si era ritrovata a capo dell'area medica del villaggio.

    La ragazza fece un cenno d'assenso in direzione del giovane.


    -Bene Luis-san, mi recherò immediatamente in Ospedale.-

    disse imperturbabile, mentre l'amministratore rivolgeva nuovamente il suo sguardo agli incartamenti presenti sulla scrivania.

    CITAZIONE
    - Puoi andare, a breve riceverai istruzioni per partecipare alla prima riunione del consiglio amministrativo di cui fai parte come consigliere data l'alta carica che d'ora in poi ricoprirai all'interno del villaggio. Sul tavolino vicino alla porta c'è un rotolo su cui sono riportate tutte le cose di cui potresti aver bisogno e una lista di case che potrai scegliere, il tuo grado porta molti vantaggi. Sono tutti edifici splendidi, molto lussuosi e spaziosi, scegli pure quello che preferisci. E per quello accaduto al torneo non credo di dover essere in debito ma se così non fosse fai pure la tua richiesta ed essa verra esaudita qualunque essa sia...ora avrei da fare quindi se non ti disturba...-

    Shinodari si alzò senza parlare. Si diresse verso il tavolino, prese il rotolo, poi aprì la porta.

    Sulla soglia, senza voltarsi la ragazza parlò:


    -Avrei una richiesta da farvi, Luis-san... desidererei che voi mi addestraste nell'arte del combattimento...-

    disse, ma non aspettò la risposta d parte del giovane.

    Se una risposta ci fu, la porta chiusa bloccò ogni rumore.

    Camminando lungo il corridoio che conduceva all'ascensore, la ragazzina ripensò alla sua defunta sensei.


    -E' una pesante redità quella che hai lasciato, sensei, ma io non arrenderò... e diventerò un ninja medico degno di questo nome...-

     
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    Il ragazzo stava per rispondere alla richiesta della ragazzina ma quest'ultima lo precedette uscendo senza prestare attenzione, il ragazzo sorrise compiaciuto. Gli piaceva davvero quella ragazza. Mancava solamente Kenshin ora, chissà quando avrebbe fatto il suo ingresso.
     
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    Shinken non si era fatto vivo, aveva volutamente ignorato l'invito dell'Amministratore o aveva avuto una qualche sorta di contrattempo? A Luis non interessava veramente una risposta, contavano solamente le azioni e il ragazzo non versava in buona luce.
    Fece richiamare uno dei ninja al suo servizio al quale affidò il compito di consegnare alcune copie di uno stesso rotolo poi egli stesso lasciò l'ufficio diretto verso un luogo sicuramente più interessante sotto ogni punto di vista.
     
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  12. [Aoshi Hyuga]
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    *Aoshi era uscito dalle mura di Konoha da circa un giorno. Ci avrebbe impiegato sicuramente molte ore di meno se non fosse che questa volta non viaggiava solo. Curiosamente aveva deciso di accettare di giungere ad Oto accompagnato da un membro della SandScorpions, la squadra speciale del villaggio di suna. Il suo accompagnatore era Hayate Genzo, un genin del villaggio di Suna nativo di Konoha, con il quale aveva, il giorno passato, concluso un accordo per conto dell'amministratrice SH del villaggio. Aoshi aveva deciso che per questa volta avrebbe viaggiato ad un'andatura inferiore alla solita, per non stremare il suo compagno, al quale aveva deciso di unirsi per avere compagnia; il Jonin non amava affatto il villaggio di Oto e l'animosità che aleggiava attorno a tale villaggio, lo metteva ancora in soggezione. non era certo un viaggio di piacere, e vista l'urgenza, aveva comunque mantenuto un'andatura che avrebbe potuto affaticare il ninja di Suna.

    Il viaggio era stato lento, tuttavia non privo di suggestione: la strada che divide konoha da Oto è caratterizzata da una foresta che si infittisce man mano che si avanza. Fintanto che si rimane nelle periferie di Konoha, si riesce ancora ad intravedere la luce del sole, che crea afascinanti giochi luminosi con i colori del bosco e delle piante selvatiche, ma una volta usciti dai confini, il paesaggio cambia; il terreno si riempie di rovi e gli alberi, seppur meno numerosi, sono abbandonati a loro stessi e le fronde lunghe ed intrecciate nascondono quasi compleamente ogni forma di luce che tenta faticosamente di addentrarsi tra le loro foglie. A questo punto del viaggio la corsa era più faticosa: non sempre era possibile saltare da un albero all'altro e ci si doveva districare tra i rovi ed i bassi cespugli che contaminavano il terreno.

    [...]

    I due ninja si resero conto di essere quasi arrivati, quando oltre all'intrico di rovi e fronde, che renevano davvero irto di pericoli e faticoso il loro viaggio, si aggiunse un gran numero di alberi, che per uno sconosciuto poteva confondere e far perdere per l'eternità il senso dell'orientamento. Fortunatamente Aoshi poteva godere della conoscenza di quei luoghi, essendovisi già recato tempo addietro, inoltre la presenza di un compagno gli era di conforto, seppure il viaggio si svolse quasi sempre nel silenzio più profondo...un silenzio che, differentemente dalla foresa di Konoha, che si poteva definire quasi armonioso e rotto solo dal canto degli uccelli, qui si poteva quasi toccare, da tanto era angosciante. Vedendo il Hayate, sotto sforzo per la dura e forse troppo veloce marcia, Aoshi gli rivolse delle parole di conforto, forse qusi a confortare sè stesso, che non aveva mai potuto sopportare quel luogo.*

    "Che angoscia, vero? Non preoccuparti comunque, da qui a pochi minuti la foresta dovrebbe interrompersi di botto e ci dovremmo trovare nelle periferie del villaggio, dove potremo trovare un po' di ristoro. Forse è meglio se vieni con me, ti porto in un posto dove potrai rifocillarti prima di recarti dall'amministratore...non è il caso di presentarsi troppo affaticati."

    *Visto che il genin non sembrava avere nulla in contrario, Aoshi fece di nuovo strada, sfoderando la katana del fodero posto al suo fianco SX per poter tranciare gli ostacoli che la natura sembrava opporgli con l’intenzione di impedirgli di avanzare e con una minacciosa aria di sfida.

    [..]

    Con grande agilità Aoshi creò un passaggio tra i rovi, fino a quando si trovò di fronte ad una grande siepe spinosa molto alta, allorché si fermò e diede il segnala al compagno di fermarsi a sua volta, poi sfoderò anche la seconda katana, quest’altra legata alla sua schiena, sporgente dalla spalla DX, con la mano SX e dopo essersi concentrato qualche istante, fissando con uno sguardo insolitamente penetrante la siepe, come se potesse vedere in quali punti fosse meglio colpire, diede prova al ninja di Suna della sua abilità nell’utilizzare l’arte del ninten-ryu, riuscendo a creare un varco con pochi e precisi movimenti dalla rapidità straordinaria.
    Improvvisamente inondati dalla luce del giorno, i due ninja poterono accedere dal passaggio ad una strada sterrata che portava al villaggio di Oto. Aoshi diede un rapido sguardo fissando l’orizzonte, come se riuscisse a vedere cosa vi fosse e dopo essersi accertato di sapere dove si trovava, si diresse con sicurezza verso il luogo dell’appuntamento dove avrebbe dovuto recarsi.

    […]

    In breve tempo giunsero al Neko Senzai, il bordello del villaggio del suono; si poteva riconoscere facilmente dalle spogliarelliste che cercavano di attirare l’attenzine dei passanti. Dopo aver rivolto un sorrisetto ad Hayate, gli indicò il locale, facendogli capire che si sarebbero recati lì, poi si avvicinò all’entrata, dove rivolse uno sguardo minaccioso ai due energumeni che ne guardavano l’accesso, sfiorando con la mano SX la katana al suo fianco SX da una distanza di circa 5 metri*

    ”eccoci arrivati, chissà se avranno qualcosa da ridire…eh eh…forza, c’è una persona che probabilmente potrebbe interessarti là dentro…”
     
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  13. Hayate Ganzo
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    Il viaggio durò un giorno a causa della velocità di Hayate. Nonostante ciò ad Aoshi non sembrava dare alcun fastidio andare all'andamento del Genin del Paese del Vento. Il jonin di Konoha sembrava muoversi bene in quel territorio; in precedenza aveva infatti accennato di essersi già recato al paese del suono per una missione. Il tempo passò infretta ed i due shinobi si trovarono subito nella terra del Suono, oltrepassando la boscaglia e raggiungendo la periferia, dove il quartiere a luci rosse estendeva il suo dominio commerciale...

    [...][

    La coppia di ninja si inoltrò subito con sicurezza nel quartiere raggiungendo subito il Neko Senzai, dove si sarebbero recati per potersi rifocillarsi adeguatamente dopo il viaggio,che anche se in apparenza breve, era stato comunque stancante. Hayate e Aoshi si recarono all'entrata dove le guardie li squadrarono con un volto minaccioso forse a causa dei loro coprifronti di Suna e di Konoha, o forse perchè non avevano niente di meglio da fare che stuzzicare i passanti. Aoshi freddò con i suoi occhi bianchi le due guardie e mostrando loro la lama della katana posizionata sul fianco sinistro gli fece capire che la loro mole di certo non lo intimoriva. I due energumeni li fecero passare ed i due ninja appena entrati si sedettero ad un tavolo. I piedi di Hayate erano un pò doloranti, ma nel complessivo non si era poi stancanto molto. Un'avvenente cameriera si avvicinò al loro tavolo sorridendo con fare malizioso e rivolgendo la parola ai due shinobi.

    - Cosa posso portare a due forestieri che sono giunti quì da terre molto lontane? Volete compagnia? -

    Hayate sorrise ed incrociò lo sguardo con Aoshi. Gli occhi bianchi del Jonin gli fecero capire che non aveva tempo da perdere. Il genin di Suna si rivolse alla cameriera con tono gentile cercando di non essere scortese.

    - A dire la verità siamo solo di passaggio; ci porti semplicemente due tazze di tè caldo, stiamo aspettando delle persone... -

    Pochi minuti dopo la cameriera portò il tè ai due ninja lasciando loro il conto che era da pagare subito dopo la consegna del tè e proprio alla cameriera.

    - Aoshi lascia che sia io a pagare il conto, è il minimo che possa fare per ringraziarti della tua copagnia fino a questo punto, anche se ti ho rallentato durante il viaggio...-

    Hayate pagò il conto e nel medesimo istante la porta del locale scricchiolò; probabilmente erano proprio le persone che Hayate ad Aoshi dovevano incontrare...


     
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    Shinodari si fece strada tra le due guardie delle sicurezza all'ingresso del locale.
    Ogni volta che entrava nel bordello aveva la sgradevole sensazione che la sua presenza in quel posto fosse mal interpretata; d'altra parte, non era colpa sua se l'amministrazione si trovasse al terzo piano di quell'edificio.

    Si fermò di scatto, notando Aoshi e un ninja di Suna seduti ad un tavolo.


    §Che meraviglia!§

    esclamò la ragazzza, pensando che ormai la certa questione per cui il jonin di Konoha era stato convocato non esisteva più.

    §Non siamo scortesi e andiamo a riceverli.§

    disse tra se' e se', dirigendosi verso di loro.

    -Benvenuti ad entrambi. Potrei sapere il motivo della vostra visita? Mi presento: Shinodari Jaku, uno dei consiglieri di Oto e responsabile capo dell'Ospedale.-

    disse con aria cortese la kunoichi, mentre rivolgeva loro un inchino formale.
     
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  15. Hayate Ganzo
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    Una ragazza era appena entrata nel Neko Senzai. Appena notò i due shinobi si avvicinò loro per poi rivlgergli la parola.

    CITAZIONE
    -Benvenuti ad entrambi. Potrei sapere il motivo della vostra visita? Mi presento: Shinodari Jaku, uno dei consiglieri di Oto e responsabile capo dell'Ospedale.-

    Hayate sorrise e si alzò dalla sedia inchinandosi a sua volta rispondendo subito alla kunoichi che si era mostrata amichevole e cortese nei loro confronti.

    - Salve il mio nome è Hayate Ganzo e sono un Sand Scorpion di Suna. Mi reco quì per conto della reggente e mia superiore Shaina Otori per proporre al vostro villaggio dei regolamenti ulteriori rigurdanti le forze speciali ed i lori interventi nelle zone limitrofe, ma questa non mi sembra la sede adatta per parlarne. -

    Hayate rivolse poi lo sguardo verso Aoshi aspettando che si presentasse e spiegasse la motivazione che lo portava ad Oto, così che i tre ninja potessero magari spostarsi in tutt'altra sede....


     
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