Amministrazione di Kiri

[Amministrativo]

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  1. -Hidan
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    Le Sette

    Strigliata


    Era arrivata l'ora del giudizio.

    z6ooNnk

    Sapevo che sarebbe arrivata, era cosa certa, scontata, matematica.
    Itai Nara l'aveva mandato a chiamare.
    Ero sulle mura - almeno questa volta - quando mi arrivò la notizia. Qan, il piccolo tengu che ci aveva aiutato a Suna contro i Kijin, arrivò a gran velocità sulle mura e mi disse di presentarmi a mezzogiorno in Amministrazione, nell'ufficio di Itai ovviamente. La preoccupazione si impossessò di me.
    « Sicuro, eh, Qan...? Ha chiesto di me e Meika? » Coincidenze? Impossibile. « G-g-grazie. » Liquidai l'evocazione con un gesto della mano.
    Cosa mi sarebbe accaduto? Sarei stato deturpato del mio ruolo? Impossibile, il Mizukage sapeva benissimo che ciò sarebbe stata più una liberazione che una punizione. Non me la sarei cavata così facilmente. Buttai fuori un sacco d'aria dai polmoni. « Pffff... Calma Akira, calma. Non succederà niente, adesso vai lì e affrontalo... » Leggeri fremiti incominciarono a percorrere le gambe. « Si. Lo affronterai da vero uomo e ti prenderai le tue responsabilità! Sono l'erede degli Hozuki e degli Aogawa, non posso avere paura di una semplice strigliata. » Cercai di autoconvincermi, mentre continuavo a parlare da solo dirigendomi verso le scale. Sarei prima di tutto sceso da quelle mura, così da evitare di precipitare.
    Sarei voluto arrivare vivo al giorno dopo.
    Magari sarebbe stato solo un giorno in più, ma non si sarebbe mai potuto dire d'altronde.

    La strada per l'Amministrazione sembrò stranamente cortissima. Mi sembrò di essere giunto quasi senza ricordare la strada che avevo percorso, senza avere coscienza del tempo trascorso. Deglutii, quindi entrai, e, molto lentamente, salii la lunga scalinata che portava all'ultimo piano. Ero già stato nell'ufficio di Itai, ma le circostanze erano ben diverse e avevo buone notizie da portare. « Che schifo di situazione... » Parlai sempre ad alta voce. Decisi di aspettare Meika al nono piano, quello immediatamente sotto il piano del Kage, così da entrare insieme a lei. Quando sarebbe giunta anche l'Akuma, il saluto non fu la prima preoccupazione. I miei occhi preoccupati incontrarono i suoi prima di parlare. « Sapevamo che sarebbe arrivato questo momento. Adesso sono guai veri... Fai parlare me, te ne prego. » Se Meika avesse acconsentito, allora avremmo salito le scale: Mi fermai dinanzi al gran portone con l'effige del Nono, quindi, debolmente, bussai.

    Una volta entrati lì, Itai era seduto dietro la sua grande scrivania, gomiti su di essa e occhi attenti. Un leggero inchino, abbastanza intimorito, fu l'unico segno di saluto, non essendo accompagnato da alcuna parola. Il succo del discorso era semplice: cosa erano andati a fare due genin come noi in quel posto, apertamente schierato contro la coalizione Accademica, e, soprattutto, perché non era stato avvisato preventivamente di quel viaggio. No, la mia lettera non fu considerata adeguata. « Ehm... Itai-sama... » Incominciai, pacamente, prendendo piano piano coraggio man mano che continuavo il discorso. « E' successo tutto molto in fretta in verità. Non l'abbiamo avvertita perché sapevamo benissimo che non ci avrebbe permesso di andare a Taki in questo particolare momento storico, però eravamo ben decisi. Meika, soprattutto. » Guardai la mia compagna al mio fianco. « Stretti motivi personali, magari su questo punto, se vorrà, approfondirà Meika stessa. » Era la sua storia, doveva ascoltarla solo da lei. « In breve posso dirle che abbiamo trovato ciò che cercavamo. Abbiamo visitato il Bosco delle Mille Fonti, passando da Sakane... » Guardai, in modo rassicuratorio, Itai. Non avevo approfondito quel discorso neanche con Meika, per adesso gli unici informati sull'Artista eravamo io e il Mizukage stesso. « E' un luogo molto vasto, in alcuni punti più simili ad un acquitrino che ad un bosco vero e proprio. Al suo interno vivono i Kappa... Insomma, grosse tartarughe parlanti. Sono divise in clan ed, in particolare, siamo stati molto a contatto con i Kappa della Fonte Pura. Anzi, li abbiamo aiutati a difendersi da un paio di attacchi della Fonte Insanguinata, dei kappa divorati dall'odio verso gli umani. Sono faide antiche, storiche, ma nulla di troppo preoccupante per noi. » Respirai, interrompendomi qualche secondo. « Dopo di questo siamo ritornati a Kiri. Sapevo che Taki non è un buon posto da visitare, ci siamo addentrati veramente poco al suo interno. Posso dirle, però, che il viaggio ci è servito per risvegliare e padroneggiare le rispettive tecniche ed arti dei nostri clan. » Erano entrati due ragazzi in quel bosco, ma all'uscita erano maturati sotto tutti i punti di vista. « Per il resto... Beh, nient'altro veramente. Purtroppo i fatti sono solo questi. Meika voleva andare da sola a Taki ma io non gliel'ho permesso, sarebbe stato troppo pericoloso per lei. Così l'ho seguita. » Per fortuna, pensai. Sia sua che mia. « Vuoi continuare te per caso? » Non sapevo se Meika avesse voglia di parlare della sua storia, quindi non cercai di forzare la mano.
    Sicuramente nessuna strigliata sarebbe valsa la sua pace.

     
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