Amministrazione di Kiri

[Amministrativo]

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  1. -Meika
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    Le Sette

    Sensi di colpa




    [Il giorno prima]


    Mio padre mi guardava cucinare distrattamente. Avrebbe voluto cucinare lui, per festeggiare che i miei occhi si fossero finalmente "sbloccati" ma avevo preteso che si mettesse comodo e lasciasse fare a me. Durante il viaggio verso Kiri avevo pensato che forse potevo dirgli tutto. E dopo avevo realizzato che dovevo... non appena l'avevo visto in faccia. Prima di dire però la verità decisi di cucinare qualcosa. Uno stupido metodo per farmi perdonare della bugia e dei rischi che avevo corso. Misi tutto in tavola e mangiammo.
    Papà... iniziai a dire, posando le bacchette sul tavolo con calma. Devo raccontarti una cosa. Promettimi che non darai di matto però.
    Mh...? L'unica cosa che mi farebbe andare di matto credo sarebbe che tu mi dica che sia incinta. Disse annuendo vigorosamente, mangiando un gambero subito dopo.
    Arrossii violentemente dalla punta delle dita dei piedi e istintivamente sbattei le mani sul tavolo alzandomi di scatto. MA CHE DIAVOLO DICI MALEDIZIONE NON RIESCI A RIMANERE SERIO UN ATTIMO!? avessi potuto sputar fuoco, l'avrei fatto. Avrei potuto crearlo, ma dubito che con mio padre avrebbe attaccato. Lui rise bonariamente ed io, arresa, feci un sospiro. Scusa scusa... avanti, dimmi, prometto che rimango calmo.
    Mi torturai le dita per trenta lunghi secondi, dopodiché iniziai a parlare rapidamente. Un fiume di parole. Il motivo del viaggio a Taki non era una missione, ma un viaggio che ho voluto fare per cercare la verità sulla mamma. Ricordi la mia prima missione? Quella dei furti? Non ti dissi che prima che il Mizukage distruggesse tutto l'Uomo in Nero mi disse che a Taki aveva visto una persona che mi somigliava molto ed io ho preso il viso della mamma, me lo dici sempre. Ho aspettato mesi, mesi, senza darmi pace e quando sono tornata da Suna ho deciso di andare a cercare risposte così mi sono ritrovata in un Bosco dove dei Kappa assurdi ci hanno attaccati e dunque...
    Sentii le forti braccia di mio padre stringermi. Era praticamente scomparso dalla sua sedia ed era arrivato dietro di me. Sentii gli occhi bruciare e iempirsi di lacrime.
    Stupida, stupida figlia mia. Disse, con immensa tristezza. Ti sei messa in pericolo per questo? Sei andata fino lì?
    Volevo risposte... dissi piano ... La mamma è morta, ma non nella missione. I Kappa della Fonte Insanguinata l'hanno uccisa mentre cercava di tornare a casa dopo che quelli della Fonte Pura l'avevano curata. Ho combattuto contro uno di quelli che l'ha uccisa... Pà... ho visto il Demone...
    Lui non sciolse quell'abbraccio. Non avevo idea se lui avesse avuto a che fare con quella specie di maledizione. Non me ne parlava mai ed io non glie l'avevo mai chiesto. Non avevo mai pensato cosa dovesse aver provato dopo la morte della mamma per quel motivo. Cosa è successo? Stavo per uccidere quel Kappa... l'avevo ridotto a pezzi con le illusioni, si muoveva a malapena... ero lì, ma poi... Quel ricordo era ancora doloroso. Il pensiero di come mi ero sentita mi faceva provare disgusto per me stessa. Akira era con me, il fatto che ci fosse anche lui mi ha impedito di agire d'istinto.
    Arata sorrise. Mi accarezzò il viso, asciugandomi le lacrime con le grossa dita callose. Quando ero giovane ed avevo appena conosciuto tua madre finimmo in una specie di missione insieme. I dettagli mi sfuggono ora, ma ricordo chiaramente che fu lei a calmarmi e ad insegnarmi quello che ti ho detto prima che tu partissi. L'illusione è solo un'illusione... La verità è ciò che conta. Sono parole della mamma? Lui annuì Sì e non scordarle mai. Se Akira riesce è riuscito a farti rinsavire ne sono contento, ma lui non potrà esserci sempre. Tesoro mio, sei proprio come me, e mi dispiace per questo. Ma sono certo che troverai anche tu un modo, come è stato per me.
    Come hai fatto?
    Sei nata tu. Anche quando è morta tua madre, avevo te da crescere, il Demone è semplicemente sparito. Imparerai, tesoro, perché la tua vita è diversa dalla mia e ciò che sarà meglio per te lo scoprirai... ma sei brava, l'ho sempre pensato. Per cui, non preoccuparti del demone.




    Non era del Demone che dovevo preoccuparmi infatti. Il mattino dopo Qan mi portò la splendida notizia: io ed Akira eravamo stati convocati dal Mizukage. Avrei voluto andare da lui alle mura, ma non riuscii ad avere pace da mio padre (che continuava a perseguitarmi con la richiesta di dettagli ed altra roba) e così potei scappare solo quando rischiavo di far tardi. Salii i gradini dell'Amministrazione a due a due ed al nono piano trovai Akira che sembrava pronto più ad un funerale che ad una convocazione col Mizukage. Anche io era tesa, ma ciò che predominavano erano i sensi di colpa. Così prima che Akira salisse gli afferrai un polso (sperando di non ritrovarmi la sua mano staccata dal corpo, visto che ultimamente pareva essere in grado di farlo). Non dire cavolate, sono stata io a metterti in questo guaio.
    Ovviamente parlò lui. La storia era anche vera, anche se non aveva accennato al fatto che avessi lottato realmente molto poco per impedirgli di venire con me ed il solo fatto di averglielo raccontato aveva racchiuso una certa speranza che lui proponesse di fare quel viaggio insieme. Era andata esattamente così, e per quanto avesse liberamente scelto di seguirmi non potevo non sentirmi colpevole per quella storia.
    Ciò che ha detto Akira è vero. Così come è vero che sono stata io a coinvolgerlo in questa storia ed ha fatto tutto solo per l'affetto che nutre nei miei confronti. Abbassai lo sguardo, carica di vergogna. Se avessi dovuto affrontare le conseguenze di quel gesto da sola l'avrei potuto fare a testa alta, ma non se Akira doveva pagare pure per quelle che non erano assolutamente colpe sue. Il motivo per cui sono voluta andare fin lì è stato che l'uomo della Confraternita della Nebbia Insanguinata che ha sconfitto mi ha detto poco prima del suo arrivo che a Taki aveva conosciuto una donna che mi somigliava molto. Capelli a parte io sono una copia identica di mia madre. Di mia madre non si hanno notizie da dieci anni, è scomparsa in missione ed il suo corpo non è stato mai ritrovato... l'ho cercata per capire cosa fosse successo e le mie ricerche ci hanno portata a Taki al Bosco delle Mille Fonti, dove ci siamo imbattuti per caso negli stessi Kappa che l'avevano uccisa dieci anni fa. Abbiamo stretto amicizia con quelli che invece la curarono. Durante il viaggio sono riuscita a controllare i miei occhi e per il resto... come ha detto Akira, non ci siamo addentrati troppo dentro Taki. Per fortuna, aggiunsi nella mia mente. Mizukage-sama... Akira mi ha seguito, ma solo perché è di cuore troppo buono. Non è lui che deve punire,è stato un mio problema a generare questo, una mia idea andare lì. Dissi quelle ultime parole dopo un rispettoso inchino, sperando che fossero ascoltate e che alla fine della storia ognuno ricevesse ciò che era giusto ricevesse.
     
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