Amministrazione di Kiri

[Amministrativo]

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  1. leopolis
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    «Dialoghi»


    E dunque i due ragazzi con i quali Seinji fu affiancato si espressero, a modo loro, sempre seguendo il carattere di ognuno e i loro modi di fare. Il primo ragazzo, un certo Hozuki, si espresse dicendo che non era la prima volta che veniva convocato nell'ufficio del Mizukage, e a ripensarci Seinji pensò che l'ultima volta che era stato li, era quando fu catturato proprio da Itai Nara e portato dinnanzi a Shiltar, - pace all'anima sua! - e venne quasi ucciso e poi gettato lontanissimo, in fin di vita su una spiaggia lontana. Era un evento chiave nella sua vita, ed era legato proprio a quel luogo; senza di esso tutti quei ricordi, spesso dolorosi, svanivano via come se fossero fumo disperso proprio nella nebbia. Dunque, nel mentre Seinji si immergeva nei pericolosi ricordi legati a quel posto e all'uomo che siedeva dietro la scrivania prima di Itai, Akira Hozuki espresse il suo piano, che Seinji accolse né bene, né male, bensì prendendolo per dovuto: anche l'Akuma era stato un guardiano, sebbene sulle mura di Ame, e sapeva che l'esperienza faceva tutto. Se quel tipo aveva abbastanza esperienza, significava che anche le sue decisioni erano esperienti, poiché legati al luogo e alle varie caratteristiche dello stesso, e che quindi le sue decisioni erano giuste. Finito di parlare il primo ragazzo, Seinji non si scompose, ma rimase a stare mascherato non troppo lontano dalla porta, in attesa che anche la seconda invitata si esprimesse. Questa era parsa a Seinji poco più di una ragazza dalla tenera età, - o quasi, - forse non troppo esperiente e forte, ma sicuramente con una mente fredda e lucida (il che era una caratteristica molto comune tra gli Akuma, se non prendere in considerazione Seinji Akuma stesso nei momenti in cui si accendeva di indole passionaria). Questa disse a Seinji di essere una genin, e le parve essere non troppo sicura di sé, il che era un'altra caratteristica positiva: troppa sicurezza faceva male e portava spesso alla morte. La paura bisognava averla sì abbastanza, ma contrastarla.
    Comunque, dopo aver ascoltato le parole della ragazza Seinji sorrise lievemente, anche se nessuno lo avrebbe notato dietro alla maschera raffigurante un lupo che portava.
    «Con gli occhi spero di poterti aiutare, qualora il Mizukage non abbia niente in contrario vista l'attuale situazione delle cose.» - Fece una pausa incrociando le braccia e prendendo respiro; a momenti li osservò tutti. - «Per quanto riguarda il mio grado, e la mia forza, non posso dirvi niente... perché non vi conosco e la mia forza potrebbe essere inferiore alla vostra. L'unico che ci conosce tutti qui dentro, sembra sia Itai Nara, e dunque lascio il compito a lui di distribuire le forze in base alle capacità che ognuno ha. Nella mia vita ho combattuto tanti avversari, contro alcuni ho vinto, contro altri ho perso, ma di certo non temo nessun nukenin di Rango A, e anche se Diogene Mikawa in persona venisse qui a rubare qualcosa, gli darei la caccia e lo ammezzerei perché è venuto sulla terra dei miei avi, a spaventare le persone che ci abitano, a rubare cose che ci appartengono e a disonorarci non come ninja, ma come uomini, perché non siamo riusciti a proteggere la cosa più preziosa che abbiamo: il villaggio. Per il resto...» - sospirò l'Akuma girandosi verso Itai, - «mi atterrei alle proposte del guardiano in carica, e lascerei l'ultima decisione al Mizukage.»


    OT: Parola la Kage.
     
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