Amministrazione di Kiri

[Amministrativo]

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  1. -Meika
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    Ritorno a Casa

    III



    Era certo che lui mi avrebbe preso in giro. Reazione fin troppo allegra di Akira accese (se possibile) ancora di più le mie guance e così mi sporsi in avanti stendendo le braccia e stringendo appena i pugni. Rimasi in quella posizione per qualche secondo, dunque esclamai, con una voce (falsamente) seccata: Non fare così, lo sai che sono una frana in queste cose! Disse la donna che aveva preso l'iniziativa. Alle otto, puntuale che sennò si fredda! Annunciai incrociando poi con fare (fintamente) offeso le braccia al petto.
    Dunque mi sciolsi, smettendo quella sottospecie di farsa, salvo poi ripensare a quanto era successo poco prima nell'ufficio del Mizukage. Ero certa che l'uomo intendesse dire “flagello” ed a quel punto temevo che se sapesse dove fosse ben presto qualcuno – ed in particolar modo Akira – si sarebbe ritrovato proprio in quel luogo.
    Soppressi quella preoccupazione, limitandomi a sorridere appena. A stasera! Feci un passo verso di lui, gli lasciai un veloce bacio sulla guancia ed un pizzico sul braccio (aiutata dalla distrazione del primo) dunque mi voltai e scappai, alzando una mano in segno di saluto.


    Casa mia era una piccola e tranquilla villetta nel Quartiere degli Akuma, annessa al negozio di mio padre che occupava totalmente il piano terra. Il cancelletto dava su un piccolo viale che attraversava un minuscolo giardino e da lì subito una porta che conduceva alle scale del piano superiore. L'avevo sempre trovata un posto stranamente dolce, ma forse era perché quella era casa mia.
    Sapendo che mio padre non era in casa o al negozio mi diressi filata dalla vicina, la gentile signora Yukino. Quando mi vide dalla finestra mi salutò con una mano invitandomi a salire. Vieni pure cara, immagino che tu voglia le chiavi di casa.
    Sì Yukino-san, purtroppo sono colate a picco nel mare ed immagino che mio padre vi abbia dato quelle di scorta.
    Ed in breve mi ritrovai a bere te e mangiare biscotti con quella cara signora. Non ero generalmente così aperta agli estranei, ma Yukino mi aveva cresciuta come una nonna. Non avevo mai conosciuto i miei nonni paterni e quelli materni – sebbene vivi – erano alquanto distaccati da me sin dalla morte di mia madre. Dopo quel tragico evento spesso mio padre, quando era fuori per delle missioni, mi affidava a Yukino che già all'epoca era vedova e con figli ormai adulti e sposati.
    Quando stavo per uscire Yukino mi fermò. Tuo padre sarà fiero della tua promozione. Mi disse.
    Lui non voleva nemmeno che facessi questa vita. Risposi con una leggera risatina.
    Ha solo paura, come ogni genitore... Sei particolarmente felice, Meika? Uh? Bé, è da quando ti ho vista nel vialetto che sembri saltellare per la felicità.
    Non me ne ero resa conto. Guardai per un istante il cielo plumbeo del villaggio, che quella sera prometteva pioggia scrosciante. Chi lo sa, Yukino-san. Grazie del te, a presto!
     
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