Amministrazione di Kiri

[Amministrativo]

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  1. -Hidan
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    Mai un attimo di tranquillità.
    Mh? E ora che vuole? Ero disteso serenamente sulla comodissima amaca di casa mia, sorseggiando un bicchierone di acqua fredda con una fettina di limone dentro, quando la solita disturbatrice della quiete pubblica per conto del Mizukage, ovvero Yogan, atterrò trasformandosi nel piccolo giardino tra casa mia e quella di Ryu.
    Non si può proprio rimandare, eh? Esclamai, tra uno sbadiglio e l'altro, ancora insonnolito dalla noia del riposo. Immagino di no, vero? Sarebbe stato inutile tentare di controbattere o resistere.
    Yogan sapeva essere più testarda di un cammello sunese quando ci si metteva.
    Mi alzai lentamente, stiracchiandomi con tutta calma. Va bene, va bene... Vengo... Arrivo a piedi però. Feci cenno con la mano di incominciare ad avviarsi. Ne approfitto, passo dal mercato, dovevo fare delle compere per Meika. Viene a pranzo e ha deciso che le trecento scatolette di tonno, sgombro, fagioli e mais che ho in dispensa non bastano per un pasto come si deve.
    Feci spallucce. Proprio strane le donne.
    Ci si vede là, ok? Faccio presto, lo giuro. Dieci minuti e sono da lui. E senza lasciare possibilità alla dragonessa di replicare, lasciai il mio piccolo giardino, avviandomi verso il mercato.

    La lista della spesa era corta, quindi impiegai veramente pochi minuti a provvedere agli alimenti di cui Meika aveva bisogno. Un leggero ritardo, però, sarebbe stato dovuto ad una vetrina di una pasticceria. Passavo proprio di lì quando la commessa stava sistemando una deliziosa torta ai frutti di bosco di Kusa, e io non riuscii a trattenermi dal comprarne una.

    Mi sarei ritrovato, quindi, a salire le tranquille scale dell'Amministrazione, con appena una decina di minuti di ritardo.
    Un capolavoro.
    Certo, non ero il massimo della formalità con una busta della spesa in mano ed una torta su quella opposta, ma Itai non poteva chiedere di certo entrambe. La torta, saldamente impugnata nella mano sinistra, sarebbe stata portata all'altezza della testa proprio nel momento stesso in cui avrei varcato la soglia del penultimo piano.
    Cosa ne potevo sapere che sua figlia stesse giocando a fare la ninja?
    Fatti pochi passi, sorridente come sempre e pronto ad una delle mie battute, avrei sentito solo un fischio nell'aria. Eh?
    Tack.
    Uno shuriken mi colpì all'altezza della tempia destra, facendomi perdere l'equilibrio, ma non provocandomi più che un lieve pizzicorio.
    Cascai a terra, dritto sulla torta ai frutti di bosco, che zampillarono in aria, come cervella...
    Che tristi coincidenze la vita.
     
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