Amministrazione di Kiri

[Amministrativo]

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  1. Youshi2
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    Rapporto 01

    I

    La barca seguiva docilmente le onde smorzate dalla banchina che cingeva il porto mentre i marinai eseguivano le manovre di attracco. Impaziente attendevo sul ponte, il mio sguardo puntava dritto alla mia meta: l'amministrazione del villaggio. Il viaggio dal paese del Ferro a Kiri era stato rallentato dalle ferite procuratemi durante la missione, i lunghi squarci delle katane dei samurai erano state curate da Yato-san, ma ancora limitavano la mia fretta nel portare le notizie al Kage. Una volta che la barca fu assicurata al porto, preso lo zaino nel quale tenevo i pochi oggetti personali che avevo portato con me, mi diressi di buona lena in direzione del palazzo. Quei giorni di viaggio erano stati un'agonia, volevo aggiornare il prima possibile Kensei-sama per chiedere il permesso di iniziare le ricerche prima che le cose cambiassero: avevo, molto probabilmente, individuato il portatore di Ago, spada leggendaria del villaggio ormai data per dispersa da molto tempo; inoltre, la posizione di Taki nello scacchiere politico mondiale stava mutando, si stavano muovendo sul continente con il tentativo di avviare guerre tramite terzi e anche questo andava riportato al capo villaggio.

    La segreteria, riconosciutomi in volto, non si lasciò ripetere la mia urgenza nella necessità di incontrare il mizukage, per questo mi indicò la strada - che già conoscevo - senza fiatare o più dimandare. Così, giunto davanti alla porta del suo ufficio e fatto un ultimo respiro profondo per calmare i moti dell'animo, bussai alla porta e, avuto il permesso, entrai nella stanza.
    Il capovilaggio avrebbe potuto notare il mio viso contrito dalla stanchezza del viaggio, dalle ferite in via di guarigione e dalla fretta di condividere le mie informazioni con lui. Per questo, lasciato cadere lo zaino a terra e facendo un inchino serrando i denti, sentite le ferite bruciare, parlai senza riuscire a nascondere l'entusiasmo Mizukage-sama, sono di ritorno dal Paese del Ferro e ho appreso delle informazioni di cui lei dovrebbe essere immediatamente informato esplicitate le motivazioni che mi spingevano ad essere lì, avrebbe compreso la fretta con la quale mi ero presentato nei suoi uffici senza prima essere passato da casa nemmeno per lavarmi dal viaggio. Il mio sguardo, nel quale avrebbe potuto vedere l'entusiasmo che mi muoveva, non si sarebbe staccato dall'elmo inespressivo con il quale avevo ormai imparato a relazionarmi.
     
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